sabato 30 giugno 2012

I FRATELLI , NATI DAGLI STESSI GENITORI, SI CHIAMANO BARWUAH DI COGNOME. E SONO STRANIERI (DEL GHANA). LUI NO. E HA COGNOME ITALIANO. CASI FORTUITI DELLA VITA

Italia

Quei due gol per mamma Silvia
La vera donna della vita di SuperMario



Quei due gol per mamma Silvia La vera donna della vita di SuperMario

L'abbraccio di Balotelli, interminabile, alla madre adottiva allo stadio di Varsavia, ha fatto capire a tutti che il 'bad boy' del calcio mondiale ha un cuore d'oro. La storia di un fenomeno del pallone che può giocare, vincere, e fare le bizze ovunque ma il cui universo è sempre nella villetta del Bresciano, con i genitori, i fratelli e gli amici
di STEFANO SCACCHI



MILANO - Non ci voleva molto a capire che lo spaccone più forte del calcio mondiale, come tutti gli sbruffoni di genio, avesse un cuore d'oro, nascosto da mille smargiassate. Ieri Mario Balotelli lo ha spiegato all'Europa andando ad abbracciare la madre adottiva per decine di interminabili secondi: loro due, viso a viso e stretti in una gioia senza parole, lui in campo, lei nella prima fila della tribuna dello stadio Nazionale di Varsavia. "La gioia più bella è stata abbracciare mamma Silvia. Per lei ho fatto due gol", ha detto Mario a fine partita.

Lei è la donna che ha cercato in tutti questi anni di restituire a Balotelli l'affetto perduto nei primi difficilissimi anni di vita dell'attaccante che ha portato l'Italia alla finale di Kiev. Lei e papà Franco hanno adottato (tecnicamente, fino ai 18 anni, lo hanno ottenuto in affido perché è sempre mancato il consenso all'adozione da parte della famiglia originaria) il piccolissimo Mario, abbandonato dai genitori naturali, i ghanesi Thomas e Rose Barwuah, immigrati nel nostro Paese, che l'avevano messo al mondo il 12 agosto 1990 a Palermo e poi erano andati a vivere a Bagnolo Mella in provincia di Brescia. Contrariamente a quanto molti pensano, non è stata la povertà della famiglia naturale, che aveva già una figlia, a impedire di crescere anche Mario. E' stata una malformazione intestinale che richiedeva cure molto delicate e particolare attenzione nel badare al neonato, due cose che Thomas e Rose Barwuah hanno avuto difficoltà
a garantire. Successivamente i Barwuah, che Mario Balotelli fatica a perdonare per l'abbandono, hanno avuto altri due figli, ai quali il fuoriclasse azzurro è molto legato (il fratello Enoch in questi giorni era con lui in Polonia).

Mamma Silvia e papà Franco si fanno carico di queste cure e chiedono l'affido di Mario che, a due anni, va a vivere con loro a Concesio, alle porte di Brescia, insieme ai fratelli adottivi Cristina, Corrado e Giovanni. Da quel momento, il legame con mamma Silvia diventa sempre più forte. Lei preferirebbe che lui giocasse a basket per l'altezza e perché lo ritiene uno sport più conciliabile con lo studio. Ma, per fortuna dell'Italia, Super Mario ama il calcio. Inizia a giocare all'oratorio di Mompiano, il quartiere dove sorge lo stadio di Brescia, la squadra alla quale vuole tantissimo bene ma dove paradossalmente non giocherà nemmeno un minuto nelle giovanili. Tutti i club di Lombardia e Veneto lo notano, a parte qualcuno che lo giudica forte fisicamente ma poco tecnico (incredibile a dirsi adesso, ma sotto i 14 anni si possono prendere cantonate bestiali a livello giovanile). Mario inizia a girare come una trottola per la Pianura Padana da un provino all'altro. Con lui in macchina ci sono sempre Giovanni Valenti, il suo primo tecnico, poi passato alle giovanili del Milan, e mamma Silvia che approfitta di ogni viaggio per far studiare Mario: le tabelline, la storia, la geografia. Ogni provino è preceduto da una lezione itinerante perché mamma Silvia non vuole che il figlio perda il passo con la scuola.

Nel frattempo tutti vogliono Mario, ma nessuno lo prende perché il suo carattere viene già considerato piuttosto bizzoso. Alla fine il Lumezzane, la società in provincia di Brescia dove Balotelli compie la trafila nel vivaio, lo fa debuttare in Serie C1 a meno di 16 anni, un evento talmente raro da rendere necessaria una deroga medica speciale. E allora diventa impossibile non muoversi: lo scatto decisivo lo fa l'Inter. Mario inizia a diventare un fuoriclasse, ma i confini del suo vero mondo restano sempre quelli. Appena può, torna nella villetta di Concesio per stare vicino ai genitori e ai fratelli. Corrado e Giovanni gli fanno da agenti, prima di cedere il testimone a Mino Raiola. Una volta la settimana mamma Silvia va a Milano, nel condominio in zona Niguarda dove vive Mario (vicino al campo di Interello, il campo della Primavera nerazzurra) a mettere in ordine l'appartamento. E, dopo il passaggio al City, ripete il rito, ovviamente con una frequenza minore, a Manchester, approfittando per seguire qualche partita del figlio dal vivo.

Sono tutti commossi il 12 agosto 2008, quando al compimento del 18° anno di età, Super Mario riceve la cittadinanza italiana al Municipio di Concesio. Una vicenda che mette a nudo l'assurdità delle leggi italiane che costringono un ragazzo nato e cresciuto nel nostro Paese ad aspettare fino alla maggiore età per essere italiano, solo perché i genitori naturali non hanno la nostra cittadinanza. Per Balotelli, che diventa una bandiera di chi lotta contro questa ingiustizia, è una liberazione. Come dimostrano le esultanze dopo i gol in questi Europei, è la maglia azzurra la divisa alla quale è più legato. Anche per questo motivo gli fanno terribilmente male gli odiosi cori che gli riservano molte curve italiane. Slogan da vomito che fanno emergere i rigurgiti più beceri di un Paese che, in molte sue componenti, fatica a integrare. Fin dai primi minuti da giocatore professionista, sul terreno del Padova in C1 nella primavera 2006, Mario deve convivere con questo odio. Una circostanza che mette a tacere chi giustifica certi insulti con i comportamenti irrequieti del giocatore: ma chi lo conosceva Balotelli a Padova quella domenica pomeriggio ai suoi primi secondi da calciatore vero? Nessuno poteva sapere niente di lui, ma alcuni spettatori si erano comunque scagliati contro il colore della sua pelle.

Adesso invece tutti sanno chi è Mario Balotelli. Dopo la doppietta alla Germania, nessuno può dubitare che si tratti di uno dei primi dieci (a essere poco generosi) calciatori del mondo, quelli che si accendono nelle serate che contano. Ma il suo universo è sempre lì: la villetta di Concesio, le pizze con gli amici a Brescia, le puntate al Rigamonti, quel suo peregrinare tra le città della Pianura Padana dove ha sempre qualcuno da andare a trovare, la fuoriserie parcheggiata davanti all'ingresso degli autogrill dell'A4 quando torna in Italia da Manchester. "Mi mancano casa mia, la mia famiglia e i miei amici", aveva detto la scorsa estate dopo la prima stagione al City. Ma ieri sera Mario ha scoperto che tutto può trasferirsi in due fila della tribuna d'onore di uno stadio polacco. Che casa, famiglia e amici possono essere ovunque. Basta andare a parlare con loro per qualche minuto durante il sopralluogo sul terreno di gioco, come raramente un calciatore aveva fatto prima di una partita così importante. Poi segnare due gol che valgono una carriera, capolavori con i quali in pochi secondi un ragazzo di 21 anni ha fuso Gigi Riva e Gianluca Vialli. E poi tornare in tribuna ad abbracciare mamma Silvia, la vera donna della sua vita in mezzo alle fidanzate da copertina che si sono alternate in questi anni: "Questi gol sono per lei", dice Balotelli commosso prima di sterzare nella sua risata spesso nascosta: "In finale viene anche papà Franco. Allora di gol ne farò quattro". E a quel punto quell'angolo di pianura, che lui riesce a raccontare meglio di tanti altri perché gli ha restituito l'affetto perduto, potrà davvero sognare di salire sul tetto d'Europa.
 
 

I FRUTTI DEL MITO DELLA SOCIETA' MULTIRAZZIALE E MULTICULTURALE

Razzismo, antisemitismo, nazionalismo
ecco l'Europa nera che fa paura

"I fascisti del terzo millennio " Il Video-documentario Video Ritorno a Oslo, viaggio nel luogo della bomba

Razzismo, antisemitismo, nazionalismo ecco l'Europa nera che fa paura Dalla Spagna, alla Russia, l'estrema destra europea sta costruendo i suoi nuovi percorsi e l'idea di costruire legami transanazionali. Con obiettivi preoccupanti: un movimento per liberare il continente dalle “contaminazioni” islamiche La situazione Paese per Paese: Italia, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Germania, Norvegia e Svezia, Grecia, Ungheria, Serbia, Austria, Olanda, Danimarca, Russia e Polonia / English version


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venerdì 29 giugno 2012

LACRIME DI MAMMA? MAH! NON SI DIREBBE. DOVE E' LA VERA MADRE, QUELLA NATURALE? a dove


Si può essere d'accordo sul fatto che vale maggiormente il rapporto d'affetto  tra genitori adottivi che tra genitori naturali che hanno abbandonato un figlio in ospedale. Ma vi è un "richiamo della foresta" (Jack London) che dovrebbe discendere dall'insopprimibile senso di appartenenza ad un passato che non è quello dei genitori adottivi.

 

Balotelli show, Germania battuta 2-1 Italia in finale|I gol|Partita|Vip|Piazze

A Varsavia gli azzurri conquistano la finale europea, domenica la Spagna di Luca

FESTEGGIATE; FESTEGGIATE ITALIOTI! SIETE DELLE MERDACCE

Ricevo da un sito amico (tranne che sulla questione palestinese in quanto io considero gli arabi invasori della Palestina e gli ebrei legittimati storicamente a riavere il loro Stato in Palestina dove lo ebbero per un millennio e di cui furono privati con la forza) e pubblico quanto segue. 

Non si offendano i miei pochi lettori. Ma se c’è un momento in cui sottoscrivo in pieno il mio articolo precedente “Italiani, siete delle merde”, quel momento è proprio questo.

Perché noi siamo anni che parliamo di sovranità nazionale, di massoneria, di lobby segrete, di crisi economica, di signoraggio. Ci abbiamo messo sempre e comunque la faccia, chi più chi meno, e avessimo avuto una soddisfazione che fosse una… Mai. Niente di niente. Niente scuote gli italiani. Solo una cosa, una cosa soltanto, riesce a farli scendere in piazza a fare casino: la vittoria della squadra di calcio. Come chiunque di voi, in questo preciso istante le strade sono in festa: l’Italia ha vinto contro la Germania. L’italidiota medio, alle prese col caro benzina, l’IMU, una crisi economica che in confronto quella del ’29 sembra un passatempo, una disoccupazione ai massimi storici, una delinquenza galoppante procurata in gran parte da una immigrazione senza freno, una casta politica che non perde occasione di umiliarci e di trattarci col massimo disprezzo, l’italidiota medio, scrivevo, ora è in festa, con la macchina addobbata delle bandiere nazionali, che scorrazza sulle strade italiane. Ecco per che cosa festeggiano gli italiani: il calcio.

Anzi, no. Festeggiano degli europei per preparare i quali sono stati massacrati impunemente migliaia e migliaia di cani a fucilate, bruciati vivi, torturati e massacrati senza alcuna pietà. Tutti gli appelli al boicottaggio sono falliti: lo share ha vinto ancora una volta. Per l’ennesima volta avete venduto l’anima agli sponsor in nome del dio del pallone. Si dirà: l’intero sistema degli europei era già partito, non si poteva più fermare. Niente di più sbagliato. Sarebbe stata una doppia soddisfazione farlo naufragare miseramente, e sarebbe bastato poco. Pensate quanto sarebbe stato bello – lo so che è un sogno, ma proviamo ad immaginarlo – se questi campionati europei si fossero giocati  con scarsa affluenza di pubblico negli stadi e uno “share” basso. Li avremo colpiti tutti insieme in quello che più gli interessa: il soldo, il conto in banca. Senza scendere in piazza, senza fare chissà quale rivoluzione: semplicemente guardando un altro canale. Avremmo mandato a monte il loro investimento, avrebbero speso miliardi di euro per una manifestazione guardata da pochi, e quindi avrebbero avuto un danno doppio: i soldi già spesi e quelli non guadagnati.I signori del calcio e i loro finanziatori avrebbero capito di essersi spinti troppo oltre. Avrebbero capito che massacrare animali innocenti giusto per liberare le strade per i turisti che venivano a vedere le partite no, non si fa. E invece sghignazzano, se la ridono, e hanno imparato a loro vantaggio la lezione più amara, più squallida: che non c’è niente che possa smuovere la coscienza di un popolo così idiota e così imbelle come noi. Che pur di vedere una partita non ci fermiamo davanti a niente. Che si è sempre pronti a gridare contro i cattivissimi nazisti (i cui crimini sono tutti da verificare), che la guardia è sempre alta, purché si ripresentino uguali a sessant’anni fa: con i baffetti e lo swastika sul braccio. Quando i criminali invece si presentano in giacca e cravatta, nello scintillio degli sponsor e dei mass media, e commettono crimini veri e dimostrabili, che nell’era di internet diventano difficili da occultare, tutti sono assenti, tutti fanno finta di non vedere. Che diamine! Non si tratta mica di uno swastika disegnato sulla casa di Pacifici!

Si tranquillizzi, “signor” Monti. Qualcuno di noi, peccando ancora una volta di ottimismo, aveva pensato che la situazione politica attuale avrebbe potuto non dico portare ad una rivoluzione, ma quantomeno ad una presa di coscienza matura da parte di una piccola parte della popolazione. E invece niente. Continui pure a dissanguarci, signor Monti. Non sarà il popolo italiano a fermarla. 

La crisi, i suicidi, la disoccupazione… assumono quasi un altro valore ai miei occhi. Quello di un popolo che dal 1945 in poi ha perso la propria sovranità militare ed economica in favore dell’invasore americano, e che adesso ha perso qualunque dignità, qualunque decenza, qualunque senso della ragione. Siamo come il Titanic: l’orchestra suona facendo finta che la nave da crociera non stia affondando nell’abisso del mare, continua grave e solenne la sua melodia mentre i corpi dei passeggeri vengono inghiottiti dall’acqua. Ma l’orchestra del Titanic aveva un qualcosa di eroico, di cavalleresco e di mistico in quel suo cosciente continuare a suonare. Si doveva fare il proprio dovere, fino in fondo, allietare coloro che riuscivano a raggiungere le scialuppe di salvataggio. Qui si continua a suonare e a festeggiare a causa di una ubriacatura collettiva di deficienza e di idiozia. E purtroppo sulla barca che va a fondo non ci sono solo gli italidioti. Ci siamo anche noi.

martedì 26 giugno 2012

LA CASTA DEGLI INTOCCABILI: ECCO QUANTO CI COSTANO I LORO ERRORI

Vado scrivendo da almeno sei anni che bisogna istituire un'Alta Corte di giustizia costituita da giuristi (sorteggiati in una lista di nomi fornita dalle Facoltà di giurisprurdenza) e di avvocati (sorteggiati in una lista di nomi fornita dall'Ordine nazionale forense) perché vengano posti sotto accusa quei giudici che facciano sentenze palesemente aberranti (dettate da ignoranza o vizi logici inescusabili, come previsto dall'art. 1 dei Provvedimenti disciplinari). Ora i provvedimenti non esistono perché in ultima istanza è la Commissione disciplinare del CSM (Corporazione di Stampo "Mafioso") a decidere. In vent'anni sono stati presi solo 4 provvedimenti disciplinari, consistenti in cambiamentti di sede. Una farsa. Che questi irresponsabili incomincino a pagare di tasca propria assicurandosi. La smetterebbero di sentirsi arroganti padroni della giustizia.   

Dal blog TOGHE del quotidiano La Repubblica traggo questo commento del prof. Corradidini H. Broussard, già prof. ordinario di diritto civile all'Università di Pisa. 

Alla presidente della Commissione giustizia della Camera, a quella Giulia Bongiorno che ancora non pare aver sfornato la sua promessa proposta di legge sull’incandidabilità, e alla ministra Paola Severino che non può non sapere perché la rassegna stampa le viene servita sulla sua scrivania dagli addetti ai lavori, e ai magistrati che non sono tenuti a sapere, e forse la stragrande maggioranza di loro non sa, pochi dati a testimonianza che l’amministrazione della giustizia zoppica e avrebbe bisogno di una cura ortopedica, l’«ortopedia del camminare eretti».
La fonte di questi dati: Rosaria Capacchione, «Ingiuste detenzione, record di risarcimenti: uno su dieci. Nel distretto di Napoli ogni giorno depositata una richiesta di danni. A Saleremo sono tre al mese», Il Mattino, domenica 24 giugno 2012.
[1.] Nel 2011 gli errori giudiziari sono costati allo Stato 46 milioni di euro, a tutti noi contribuenti sono così costati.
[2.] Ogni anno si celebrano di media 2.369 procedimenti per ingiusta detenzione o errore giudiziario.
[3.] Tra il 2004 e il 2007, appena un quadriennio, gli errori giudiziari sanzionati sono stati 20.000 con liquidazione, sempre noi tutti contribuenti i paganti, di 213 milioni di euro.
Mi chiedo ancora: perché ha da pagare la collettività per gli errori commessi dai magistrati e quali le norme costituzionali che ciò impongono?
Ci pensino la Bongiorno e la Severino, ammesso che ci sia tempo prima che scada la legislatura o che il governo Monti cada dopo le ferie estive, come previsto dal Times in un recente articolo a firma di Bill Emmott. E ci pensino i magistrati. E sia chiaro: la critica circostanziata e documentata della mala giustizia è un dovere etico per chi una giustizia giusta vuole, la pars destruens alla pars construens indispensabile essendo.

lunedì 25 giugno 2012

SPENGLER SCRISSE IL FAMOSO TRAMONTO DELL'OCCIDENTE. LO VUOLE QUESTA STESSA EUROPA DI PEDERASTI E LESBICHE CON LA CANCELLAZIONE DELLA DISTINZIONE NATURALE TRA IL CULO E LA VAGINA. QUESTI ANORMALI VOGLIONO ANCHE LA PENSIONE DI REVERSIBILITA'.NON HANNO IL CORAGGIO DI DIRE CHE INCULARSI E' NORMALE

Hanno vinto i gay: ora l'Europa è loro

Il Parlamento Ue chiede il riconoscimento delle nozze gay in tutti i Paesi. Dopo aver perso la sovranità economica, ora rischiamo di farci imporre anche l'etica

di -
Che l’Europa cristiana imponga agli Stati membri attraverso un voto del Parlamento europeo, la sovversione di principi morali, avrebbe certamente turbato Benedetto Croce e Altiero Spinelli.

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È vero che la pronuncia del Parlamento sancisce in linea di principio o di quelle che si chiamano «pari opportunità», l’uguaglianza di diritti e di doveri e con ciò, come in Spagna, la legittimazione delle unioni di fatto equiparate ai matrimoni. Nozze gay, dunque. Perché negare a due uomini o due donne di unirsi come sposi, in una regolare famiglia riconosciuta dallo Stato? Possono forse i sentimenti essere limitati dai sessi? E per chi segue i precetti di una religione i principi morali vigono comunque, come scelta di fede, senza ledere i diritti civili di chi non crede.
Tutto giusto, e logico, all’apparenza. Perché le religioni e i principi morali devono invadere la sfera dello Stato? E perché la famiglia deve ispirarsi alla famiglia cristiana? Qualche ragione ci potrebbe essere. Ma non dobbiamo occuparci di questo e neppure di essere una società a maggioranza cristiana. Questa condizione non ha impedito l’introduzione del divorzio. Se uno è cattolico praticante non divorzia. Ma la questione della famiglia e delle unioni è più spinosa. Infatti le ragioni che hanno mosso e muovono queste rivendicazioni non sono di natura etica, ma pratica. E riguardano l’assistenza, l’eredità, le pensioni. Da anni la libertà amorosa e la pubblica dichiarazione del proprio orientamento sessuale sono largamente riconosciute. Sono scomparse le figure della ragazza madre e del «finocchio» costretto nel suo ghetto. Dunque cosa pretendere ancora? E qui si apre la resistenza di un governo alle prese con il contenimento della spesa pubblica.
Il presidente del Consiglio Mario Monti, non per questioni di principio, o perché cattolico praticante, ma perché tutore della stabilità del bilancio dello Stato, come è intervenuto sui limiti temporali delle pensioni, così non potrà moltiplicare le pensioni di reversibilità invocate e pretese non appena entrate in vigore le unioni di fatto. Morto un uomo il suo giovane compagno potrà, come una moglie, ottenere i benefici della pensione. Quello che valeva soltanto per marito e moglie, varrà per marito e marito e moglie e moglie, in un vertiginoso incremento della spesa pubblica. E, dal momento che ragioni materiali, non ragioni morali, hanno determinato la decisione del Parlamento europeo, Monti dovrà impedire la bancarotta dello Stato, limitando l’efficacia delle unioni di fatto alla sola sfera etica. Solo così si potrà salvare lo Stato da una certa dissoluzione. Economica, non morale.

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COMMENTI

60 commenti su  1  2  3  4  5  6  7  8  9  10   pagine dal più vecchio | dal più recente
#60 Galamay (8) - lettore
il 15.03.12 alle ore 17:34 scrive:
Questo titolo è forviante oltremodo dato che i gay non hanno vinto una guerra contro gli eterosessuali (al massimo, contro i confessionalisti e clericali) e comunque estendere il matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso non farebbe perdere nulla alle coppie eterosessuali, che potrebbero continuare a sposarsi e fare figli! oltretutto, da almeno 30 anni, i figli li si fa a prescindere dal matrimonio.
#59 Totonno58 (506) - lettore
il 15.03.12 alle ore 13:35 scrive:
#58 m1ll3nn1um :VOCENELDESERTO stava scherzando, garantisco...abbiamo troppa stima per lui per poter pensare che abbia delirato in quel modo...se poi s'era 'mbriacato può capitare, ugualmente non va preso alla lettera!:)
#58 m1ll3nn1um (4) - lettore
il 15.03.12 alle ore 9:53 scrive:
#43 voce nel deserto Vanno fermati.L'omosessualità militante,non quella per tendenza che va tollerata e curata ,deve dar luogo ad ipotesi di reato punibili con l'arresto(contravvenzione)..Anche il matrimonio gay contratto all'estero vanno penalmente sanzionati. Ecco una buona legge da introdurre nel nostro ordinamento in riforma del diritto penale. Spero che lei stia scherzando... e per quale motivo andrebbe sanzionato ?
#57 0rl4nd0 (33) - lettore
il 15.03.12 alle ore 3:58 scrive:
aspettate (e ci manca poco) il PII ovvero Partito Islamico Italiano e poi vedrete come cambierà lo scenario nazionale ... e dopo poco tempo anche quello europeo !!! Nel mentre ... meglio iniziare a farsi crescere la barba !!! Baci ! (assolutamente etero ...)
#56 SteX1972 (2) - lettore
il 15.03.12 alle ore 3:45 scrive:
Mi viene in mente il cavallo di Caligola.
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mercoledì 20 giugno 2012

L'INDUSTRIA DELL'OLOCAUSTO TRA I TEMI DELL'ESAME DI MATURITA'

Io avrei scelto il tema  sull'olocausto degli ebrei. Anche se con il pericolo di finire sui giornali perché bocciato politicamente in italiano. Avrei scritto de L'industria dell'olocausto   dell'ebreo Norman G.Finkelstein (vedi anche l'ottimo commento del giornalista e scrittore indipendente Massimo Fini) in cui si illustra la comoda e disonesta posizione rendita (con risarcimento dei danni da parte della Gemania per ogni ebreo morto nei lager: da ciò l'esagerata cifra di sei milioni del tutto inventata) di cui tuttora gli ebrei godono grazie all'asserito olocausto come se la storia non fosse piena di olocausti. E'documentato in base ai registri anagrafici che gli ebrei presenti nei territori occupati dai nazisti erano circa tre milioni. Come è possibile che ne siano morti sei milioni nei lager nazisti?Si dirà che non importa tanto il fatto che siano stati sei milioni. Eh, no! Se si tocca questa cifra si incomincia a scalfire la verità ufficiale (nata durante il processo di Norimberga instaurato dai vincitori). Un processo che dal punto di vista del diritto internazionale era un obbrobrio, come riconobbe lo stesso maresciallo inglese Montgomery, vincitore di El Alamein, che sarcasticamente commentò che d'ora in avanti sarebbe stato un crimine contro l'umanità perdere una guerra. I  componenti del tribunale furono nominati dai vincitori. E i vincitori vollero dare un premio agli ebrei per discolparsi del fatto che ben sapevano che esistevano i lager nazisti con l'internamento degli ebrei (ma non soltanto di ebrei) ma se ne erano sempre fregati, bombardando gli stessi campi di concentramento, le strade e le ferrovie di accesso impedendo i rifornimenti di cibo, cosicché in tali campi si moriva di fame, di malattie e di stenti. La stessa cosa fecero i canadesi e gli americani internando in campi di concentramento tutti i giapponesi (anche quelli aventi cittadinanza americana) dopo lo scoppio della guerra tra Stati Uniti e Giappone perché dichiarati nemici interni. Nel 1939 Chaim Weizman, presidente idiota della comunità ebraica mondiale dichiarò guerra alla Germania con la conseguenza che lo Stato nazista ebbe un'occasione in più per dichiarare gli ebrei nemici della Germania internandoli in campi di concentramento. Finkelstein condanna la retorica che si fa dell'olocausto. Il tema proposto secondo un modo di pensare politicamente corretto tace del fatto che vi furono più morti nei gulag sovietici (almeno 20 milioni) che nei lager nazisti. 
Tutto questo, e anche di più, avrei scritto nel mio tema d'italiano. Ma che può saperne un diciottenne di tutto ciò che ho detto? A quella età non si è avuto abbastanza tempo per istruirsi sulla storia. E i programmi ministeriali vigliaccamente e disonestamente, approfittando di un'età in cui non si può essere ancora abbastanza istruiti sulla storia, propongono sempre la storia ufficiale dei vincitori dando ostracismo a testi non politicamente corretti, in modo che poi nel cervello dei ragazzi rimanga sempre la verità ufficiale in mancanza di interesse ad approfondire successivamente la storia fuori della scuola.      
Perché non ha proposto anche un riferimento alla foibe istriane? Avrei scritto anche di autori negazionisti perseguitati come Paul Rassinier (medaglia d'argento della Resistenza francese e reso invalido dai nazisti in un campo di concentramento) e Robert Faurisson (che negarono documentatamente l'esistenza delle camere a gas). Ma si sa che in alcuni Stati europei (Francia, Germania e Austria, che vogliono ricostruirsi una verginità storica) esiste il reato di negazionismo che alcuni ebrei DELLE SINAGOGHE (e solo questi) vorrebbero introdurre anche in Italia, come se la storia potesse essere portata in Tribunale. A causa della persecuzione che subiscono i negazionisti io sono stato costretto a diventare un DUBITAZIONISTA. Il dubbio è più forte della negazione perché, come un tarlo, rode il legno storto della verità ufficiale ponendosi al di là di due verità opposte, di cui si vuole ancora negare pubblicamente il confronto. Avrei scritto anche della grave violazione del diritto internazionale che sta alla base, non dell'arresto, ma del sequestro di Eichmann in Argentina operato dai servizi segreti israeliani, che sequestrarono Eichmann mentre tornava a casa e riuscirono clandestinamente ad imbarcarlo su un aereo della compagnia aerea israeliana a Buenos Aires dopo averlo drogato poco prima facendolo passare come un loro amico ubriaco e con documenti falsi (vedere la storia di questo fatto su Wikipedia).  Non vi fu alcuna reazione (tranne quella argentina) a questa grave violazione del diritto internazionale. Il processo Eichmann fu tutto una farsa. E' ormai certo che gli israeliani lo indussero a confessare ciò che essi volevano con la promessa di fargli salva la vita. Invece da spudorati fedifraghi non mantennero la promessa e  lo impiccarono, nonostante nello Stato di Israele fosse già allora vietata la pena di morte. Ecco la posizione di rendita dell'olocausto. E' vergognoso che anche le nuove generazioni siano tenute volutamente all'oscuro della controstoria. Esiste un ottimo sito sulla controstoria (www.cronologia.leonardo.storia.it). 
Quanto al filosofo Hans Jonas, ebreo, avrei scritto che il suo libro Il principio responsabilità è intriso di antropocentrismo perché tutto il discorso del laico Jonas (benemerito per i suoi studi sull'antica gnosi) sul dovere dell'uomo di salvaguardare l'ambiente è finalizzato unicamente alla salvaguardia della vita umana sulla Terra. Gliene frega nulla della salvaguardia della vita non umana essendo egli, pur non credente, contaminato da una concezione ancora biblica della natura. La scuola, diseducativa, purtroppo non insegna a ricercare la verità all'aldilà di ciò che le ideologie ancora propongono nei libri di storia. Esiste un libro, tra altri, di Gianpaolo Pansa intitolato Il sangue dei vinti in cui si fa la controstoria della Resistenza in Italia. Ma Pansa fu boiccotato e una volta gli fu persino impedito di parlare. Pare che non valga la famosa frase attribuita falsamente a Voltaire da una sua biografa, Evelyn Beatrice Hall, nel suo libro Gli amici di Voltaire (ma che non si trova  in Voltaire, nonostante tale frase sia coerente con il pensiero di Voltaire): "io non sono d'accordo con ciò che pensi, ma mi batterò sino alla morte perché tu possa dirlo". 
Il ministero boccerebbe l'introduzione di un testo scolastico che facesse la controstoria rilevando tutta la verità, non solo quella ammantata di retorica dei libri scolatici.   
E avrei scritto anche di Anna Arendt, autrice ebrea del noto libro La banaltà del male precisando che costei era stata allieva e amante del filosofo Heidegger, accusato di essere stato un filonazista. Ma evidentemente a letto cadono le contrapposizioni ideologiche.

maturita' 2012: prima prova scritta, italiano

Temi: Montale, i giovani e la crisi, la scienza

Tra le citazioni anche una frase di Steve Jobs. Due filoni dei temi storici: sterminio degli ebrei, bene comune e individuale


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Prima prova della Maturità 2012 con il primo test per la novità delle tracce telematiche. Puntuale, il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo ha comunicato - dalla Cina dove si trova in visita ufficiale - il codice per descriptare i plichi telematici che contengono i titoli della prima prova scritta. Una stringa di 25 lettere e numeri: FCM5L-YX86Z-ZICM6-95NLW-XXSU7, che ha consentito la lettura delle tracce. I TITOLI - Montale, i giovani e la crisi, la responsabilità della tecnologia e della scienza, una frase di Hannah Arendt sullo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti. Queste alcuni dei titoli proposti per la prova di italiano.

L'apertura del «plico telematico» (Ansa)L'apertura del «plico telematico» (Ansa)
TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO - Per il tema di Tipologia A è stato assegnato un brano di Montale, «Ammazzare il tempo», tratto da «Auto da fè. Cronache in due tempi», un saggio del 1966. Il saggio è una dichiarata polemica contro gli aspetti involutivi della modernità, contro la «nuova barbarie» del consumismo. Montale se la prende con la massificazione culturale, la mercificazione dell'arte e la meccanizzazione della vita. Il poeta denuncia «l'incapacità di volere e di sentire», il vuoto interiore generato dal «mercato del nulla», dalla mancanza di ideali e di valori. E profeticamente annuncia la fine della libertà in un mondo dominato e controllato dai mass media dove la teologia del progresso scientifico e tecnico ha garantito la vittoria dell'homo faber sull'homo sapiens.
Agli studenti viene chiesto quali sono i problemi risolvibili secondo Montale e di spiegare il significato attribuito all'espressione «Ammazzare il tempo». Terza domanda: «perché si accrescono i «bisogni inutili» e si inventano «nuovi tipi di lavoro inutile?». Inoltre si chiede alla studente se nota nel testo la presenza dell'ironia e di argomentare la risposta. Infine la quinta domanda chiede di esporre le «osservazioni in un commento personale di sufficiente ampiezza».
Montale era già stato proposto nel 2008 quando per l'analisi del testo venne sottoposta alla riflessione dei candidati la poesia «Ripenso il tuo sorriso». Una scelta accompagnata da una gaffe: i documenti ministeriali avevano interpretato come dedicata ad una donna la poesia ispirata, invece, al premio Nobel da un ballerino russo. Anche quattro anni prima, nel 2004, sotto la gestione Moratti, Montale era finito sui banchi della Maturità con il testo della «Casa sul mare» tratto da Ossi di seppia.
IL COMMENTO - di Paolo Di Stefano TIPOLOGIA B - SAGGIO BREVE O ARTICOLO DI GIORNALE. Ambito socio-economico - Per l'ambito socio economico l'argomento è «I giovani e la crisi»: «Con la crisi internazionale degli ultimi tempi, un problema ha assunto rilevanza: la disoccupazione giovanile. La questione è drammatica soprattutto in Italia, particolarmente grave nel Mezzogiorno. Spiega come sia stato possibile arrivare a questo punto, e illustra alcune soluzioni possibili, avanzando considerazioni personali». I documenti sono: un articolo di Mario Sensini, sul Corriere della Sera dello scorso aprile, dal titolo «Crolla l'occupazione tra i 15 e i 35 anni»; il 45esimo Rapporto Censis, dell'anno scorso su «Lavoro, professionalità, rappresentanze», che da un alto dipinge una generazione di giovani italiani che, specie in confronto ai coetanei europei, «non è interessato nè a lavorare nè a studiare», dall'altro si concentra sulla questione della «mobilità che non c'è» e sulle sue conseguenze sui giovani. C'è poi un articolo de La Stampa che cita la celebre frase che Steve Jobs rivolse agli studenti di Stanford nel 2005: «Il vostro tempo è limitato. Non buttatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciatevi intrappolare dai dogmi(...) Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno già cosa voi volete davvero diventare. Tutto il resto è secondario».
Ambito Storico-Politico - Il saggio breve di argomento Storico-Politico chiede di parlare di «bene individuale e bene comune». Negli allegati, fra i brani ci sono testi di Tommaso D'Aquino («La somma teologica»), Luigi Einaudi («Lezioni di politica sociale»), Jean-Jacques Rousseau («Del contratto sociale o principi del diritto politico»), Giuseppe De Rita (Presentazione di «Le undici regole del Bene Comune»).
IL COMMENTO - di Pierluigi Battista
Ambito Artistico-Letterario - I giovani che vorranno cimentarsi con l'articolo di giornale per l'ambito artistico-letterario dovranno descrivere il Labirinto. Hanno a disposizione una serie di immagini: di Picasso («Minotauromachia», del 1935), Pollock («Pasiphae», del 1943) e Hoescher («Relatività», del 1953); e documenti di grandi autori come Ariosto (dall'«Orlando Furioso»), Calvino (da «Le città invisibili»), Borges (da «L'immortale»), Eco (da «Il nome della rosa»).
IL COMMENTO - di Vincenzo Trione
Ambito Tecnico-Scientifico - Il tema scientifico parte da una frase di Hans Jonas «Il principio di responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica» e punta all'analisi del rapporto fra scienza e responsabilità con citazioni da Hans Jonas, «Il principio responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica», sull'atomica da Leonardo Sciascia, «La scomparsa di Majorana», un'intervista a Margherita Hack che sottolinea: «La ricerca dovrebbe essere libera», c'è un articolo di Pietro Greco, «Sua maestà la tecnologia. Chi ha paura della scienza?», pubblicato su «l'Unità nel 2001. E infine Primo Levi con il suo «Covare il cobra» del 1986, che ammonisce: «Non nasconderti dietro l`ipocrisia della scienza neutrale: sei abbastanza dotto da saper valutare se dall'uovo che stai covando sguscerà una colomba o un cobra o una chimera o magari nulla».
TIPOLOGIA C - TEMA STORICO - La traccia del tema storico parte da una frase di Hannah Arendt, filosofa tedesca allieva di Martin Heidegger, tratta da «La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme» (capitolo settimo: La conferenza di Wannsee, ovvero Ponzio Pilato) e propone di descrivere lo sterminio degli ebrei programmato e realizzato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.
IL COMMENTO - di Giovanni Belardelli
TIPOLOGIA D - TEMA GENERALE - Il tema generale è, a detta dei tecnici del ministero, un «passe par tout». Lo spunto è la frase di Paul Nizan, scrittore e filosofo francese: «Avevo vent'anni... Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita», tratta dal libro «Aden Arabia» del 1931. È la frase cui si ispirò Fernando Di Leo per il film del 1978 «Avere vent'anni». Ai candidati viene richiesto di «riflettere sulla dichiarazione di Nizan e discutere problemi, sfide e sogni delle nuove generazioni».
IL COMMENTO - di Armando Torno
Redazione online20 giugno 2012 | 15:35© RIPRODUZIONE RISERVATA
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