Mi illusi anch'io nel 1994 quando Berlusconi "scese in campo". Ma proprio in quell'anno cessai per sempre di votare. Non votai per Forza Italia perché lo attendevo alla prova. E la prova fu subito deludente. Il suo primo governo durò pochi mesi perché Bossi (Lega Nord) gli tolse la fiducia incoraggiato a ciò da Scalfaro, il peggiore presidente della Repubblica dopo Napolitano. L'altro alleato, dimostratosi poi un traditore, era Fini, segretario del M.S.I. Poi riprese il governo nel 2001 con una alleanza arlecchinata, formata nuovamente dalla Lega Nord e dagli infidi Fini (che nel 1995 aveva trasformato il M.S.I. in Alleanza Nazionale) e Casini (che ottenne la presidenza della Camera avendo nel 2002 fondato l'UDC). Due che poi furono i primi suoi traditori. Nel 2002 entrò in vigore la disgrazia dell'euro precedentemente voluta dal governo Prodi (2006-8) che truccò i bilanci perché il rapporto deficit /Pil risultasse entro il 3% e nel 1999 l'Italia apparisse pronta a entrare nell'euro fissando per l'Italia un valore dell'euro pari a lire 1936,27. Berlusconi nulla fece per contrastare, magari con un referendum consultivo, questo asservimento dell'Italia ad una moneta straniera che in effetti era l'euro-marco perché i valori delle monete nazionali suicide furono fissati tutti con riferimento al valore che nel 1999 avevano in relazione al marco. Come ministro dell'economia Berlusconi nominò la sciagura di Tremonti inventore dell'omicida Equitalia. Nulla di ciò che aveva promesso con "il contratto con gli italiani" fu realizzato. Si limitò a togliere l'ICI dalla prima casa ma le tasse non diminuirono nonostante l'avesse promesso. Nel 2005, prima della fine della legislatura approvò con l'appoggio dei suoi alleati il famigerato porcellum che introduceva il premio di maggioranza (dichiarato poi anticostituzionale). In tutta la legislatura del 2001-5 cercò di riformare la giustizia nominando ministro Roberto Castelli che con un disegno di legge, rimasto tale, introdusse la separazione tra magistratura inquirente e magistratura giudicante nonché dei concorsi per l'avanzamento di carriera perché non avvenisse più per anzianità Ma fu proprio il porcellum a fargli perdere le elezioni nel 2006, vinte da Prodi, che anche questa volta durò poco perché Mastella gli tolse la fiducia dopo che con la moglie, presidente della Regione Campania e arrestata, si vide indagato per vari reati. Ma Mastella, ministro della giustizia, prima di ritirare la fiducia a Prodi facendone cadere il governo aveva fatto in tempo ad attuare la controriforma della giustizia conservando i privilegi dei magistrati. Controriforma che evidentemente non gli giovò. Nel 2008 vi furono elezioni anticipate e questa volta vinse nuovamente Berlusconi perché il porcellum andò a suo favore. Che cosa avrebbe fatto un altro al posto di Berlusconi? Si sarebbe ben guardato da portarsi dentro Forza Italia il voltagabbana Mastella, affossatore del disegno di legge di riforma della giustizia di Castelli. E invece se lo portò dentro facendolo eleggere al parlamento europeo e un anno dopo sindaco di Benevento. Sembra che Berlusconi abbia avuto un grande fiuto politico nello scegliersi come alleati dei traditori. Infatti il porcellum doveva portargli sfortuna perché la sua maggioranza si sfaldò completamente ad incominciare dal tradimento di Fini, che era stato voluto da Berlusconi presidente della Camera. La sua maggioranza venne in crisi nel 2011 e diede le dimissioni. Dunque durò dal 2008 al 2011. In questi anni nominò come ministro della giustizia un altro futuro traditore, quell'Alfano che poi fu tolto da Berlusconi dal ministero della giustizia per nominarlo segretario del nuovo partito Popolo della libertà, in cui entrò Fini sciogliendo nel 2008 Alleanza nazionale. Gli anni 2008-2011 furono gli anni terribili di Berlusconi, infognato in vari processi, tra cui quelli riguardanti la sua vita privata con le famose "cene eleganti" organizzate con donne portategli da vari personaggi di bassa lega da cui si sarebbe dovuto tenere distante considerando la sua carica di capo del governo. Come fu poco dotato di intelligennza politica così dimostrò di essere un ingenuo imbecille non capendo che stava rovinando la sua immagine e anche quella dell'Italia. Talmente imbecille da non capire il pericolo di poter poi essere ricattato da quelle puttane o mezzoputtane che frequentava. Noto il caso D'Addario, che registrò i suoi incontri sessuali in cui si sentiva Berlusconi dire frasi come "ma ti ho fatto veramente male"?Intendendo riferirirsi evidentemente alla sua forza di "penetrazione". Ma come è possibile che un individuo simile non abbia mai avuto l'accortezza di non sputtanarsi confondendo la sua vita privata con quella pubblica? Anche per questo venne a mancargli la credibilità. Non tanto per gli altri processi di diversa natura. Famoso poi il caso Ruby fatta passare come nipote di Mubarak per coprire un possibile reato di sfruttamento della prostituzione minorile, anche se poi in Corte d'Appello Berlusconi fu assolto, ma solo perché gli venne riconosciuto che egli non sapeva che Ruby fosse una minorenne. L'Italia non ha mai fatto del moralismo sessuale sui politici, ma Berlusconi oltrepassò ogni limite di decenza nella sua veste di capo del governo. Ma non è tanto questo che gli si possa rimproverare. Il fatto è che l'Italia è vissuta di promesse sotto i suoi governi. Nulla di grande e di positivo gli si può attribuire. Non seppe resistere alll'insistenza del peggiore presidente della Repubblica che è stato l'infame Napolitano, che voleva che l'Italia partecipasse ai bombardamenti della NATO sulla Libia, creando quel caos che dura tuttora e che è la causa dell'invasione dell'Italia dalle coste libiche che sta durando da vari anni dopo l'uccisione di Gheddafi, che Berlusconi un paio di anni prima aveva accolto con onori a Roma. Anche lui fu un traditore. Né seppe opporsi alla scellerata invasione dell'Iraq con tutte le conseguenze che di riflesso si sono avute in Siria con l'espansione degli assassini dell'Isis dall'Iraq senza governo alla Siria. Insomma: un fallimento anche in politica internazonale. Tranne l'avere capito sempre che l'Italia doveva essere un'alleata della Russia di Putin, con cui però mostrò di avere più un rapporto di amicizia che un rapporto politico. Andato allo sgoverno un esagitato da rinchiudere in manicomio, che fa Berlusconi? Fa con questo pazzo il patto del Nazareno credendo di poter in questo modo rientrare nel grande gioco politico. Accettando con questo patto furtivo e fraudolento anche nei riguardi di altri rappresentanti di Forza Italia la legge elettorale italicum, peggiore del porcellum, non capendo che solo con il proporzionale avrebbe potuto evitare di essere fagocitato dal quel deliquente che abbiamo a capo dello sgoverno. Anche in questo caso mostrando di avere un particolare fiuto nell'allearsi con i peggiori. Salvo poi lamentarsi di essere stato tradito per non essere stato ascoltato durante le votazioni tenutesi per eleggere capo dello Stato il grigio Mattarella, che più grigio non si può. Quando ha capito che da quel pazzo con aspirazioni da dittatore non poteva aspettarsi un vero appoggio ha cambiato rotta ed ora pretende di rappresentare lui l'opposizione. E tuttavia, vista la situazione attuale, viene perfino la voglia di rimpiangerlo. Perché vi è da sperare che non vi siano più traditori per averli esauriti tutti, come, per ultimo, lo squallido miserabile Verdini, stampella determinante con i suoi accoliti di questo sgoverno. Non si può infatti fare a meno di Berlusconi se è sincero nell'essersi convertito ad oppositore del pazzo a capo dello sgoverno per essersi dichiarato favorevole al NO nel referendum contro la schiforma della Costituzione e la legge elettorale italicum. E' sperabile che finalmente abbia capito, con 5 Stelle, che solo il proporzionale può ancora salvarlo condizionando ancora la politica perché venga fatto fuori per sempre lo sgoverno attuale con una rivincita su tutti i suoi traditori.
venerdì 30 settembre 2016
mercoledì 28 settembre 2016
A W ASSAD CON PUTIN E LA GUERRA DI LIBERAZIONE DI ALEPPO.ASPETTANDO TRUMP
Si condannano i bombardamenti di Aleppo facendo passare i ribelli come liberatori dalla cosiddetta dittatura di Assad, che invece era ed è l'unica garanzia contro i falsi liberatori che hanno agevolato il falso esercito di liberazione di Al Nusra, che, al contrario, è stato appoggiato dall'Arabia saudita, mentre i curdi, che in Iraq combattono contro l'Isis, in Siria combattono contro Assad. Non mancano gli americani che appoggiano i curdi, mentre la Turchia del dittatore Erdogan combattono in Siria contro i curdi. Come si vede la situazione è complicata e contraddittoria. L'unica posizione coerente è quella di Putin, schieratosi in appoggio ad Assad, il falso dittatore che ha sempre garantito la laicità della Siria, ereditando dal padre un governo che era nato all'interno del partito socialista Baath, che aveva una corrispondenza nell'Iraq di Saddam Hussein, che aveva come vice primo ministro il cattolico di rito caldeo Tareq Aziz, che andò nel 2003 in Vaticano dove, avendo garantito il disarmo dell'Iraq, ottennne dal papa Giovanni Paolo II un sostegno morale con una dichiarazione contraria alla progettata invasione dell'Iraq. Dopo Saddam Hussein, fatto fuori con l'invasione dell'Iraq voluta dal criminale Bush jr che accusava Saddam Hussein di avere armi di distruzione di massa, risultate inesistenti, risultò invece che era Bush ad avere armi di DISTRAZIONE di massa consistenti nella sue menzogne. E, quasi non bastasse, gli Stati Uniti del mezzo negro Obama, a cui solo per disgrazia potrebbe succedere la Rodham (detta falsamente Clinton per abuso del cognome del marito Bill), avrebbero voluto far cadere il governo di Assad. Ma non ottennero l'assenso di altri membri della NATO (tranne quello del prossimo trombato Hollande in Francia). Assad si è trovato senza appoggi da parte dei governi occidentali, mentre, fatta esperienza tragica dell'Iraq, sarebbero dovuti intervenire subito militarmente a favore di Assad, garante della pace in Siria e di tutte le religioni, compresa quella cristiana, che si sentiva protetta dal laico Assad. Putin sarebbe dovuto intervenire subito in Siria, sin dal 2011, per contrastare il falso esercito di liberazione che era appoggiato dai fanatici dei Fratelli Musulmani. Al Nusra ha fatto stappare il vaso di Pandora del caos, di cui poi hanno approfittato i tagliagola dell'Isis, che hanno occupato buona parte della Siria. Ora la liberazione di Aleppo, pur ridotta in buona parte in macerie, dovrebbe essere l'inizio della liberazione di tutta la Siria. Ma senza l'intervento, pur tardivo, di Putin, ora tutta la Siria sarebbe una terra devastata dagli assassini dell'Isis. La popolazione di Aleppo, anche quella non combattente contro Assad, è colpevole di questa situazione perché, da complice dei falsi liberatori, non si è rifugiata nei territori controllati dal legittimo governo di Assad. Perciò nessuna pietà per tutte le false innocenti vittime della popolazione di Aleppo.
Se vincerà Trump e rispetterà le sue promesse vi è da aspettare che cambi la scellerata politica estera degli Stati Uniti, vista anche la sua simpatia per Putin con l'annunciato cambio di direzione in politica estera dopo avere condannato la Rodham (la falsa pluricornuta Clinton) per avere appoggiato l'intervento della NATO in Libia quando era ministro degli esteri (segretario di Stato) sotto il governo del mezzo negro Obama, un deficiente totale a cui subentrerebbe un altro deficiente con la Rodham, una guerrafondaia sempre dalla parte sbagliata e sostenuta dai potentati finanziari delle grandi banche, a cominciare da quella ebraica che è la Goldman Sachs, che l'hanno finanziata, mentre Trump è portavoce della classe media che vede come nemica l'immigrazione e non è dipendente dalla grande finanza perché, essendo un plurimiliardario, è economicamente autosufficiente. Trump toglierebbe subito le sanzioni alla Russia dimostrando di non non voler fare dell'Europa una colonia degli Stati Uniti, come tuttora è stata considerata dai suoi avversari.
Ed ecco l'Anticristo che, come al solito, non capisce un cazzo e difende gli islamici facendoli passare per vittime. Dovranno rendere conto ad Assad e non a Dio.
Siria, il Papa all'attacco:
"Quelli che bombardano
renderanno conto a Dio"
martedì 27 settembre 2016
lunedì 26 settembre 2016
CONTRO IL FERTILITY DAY E PER I BENEFICI DI UNA DIMINUZIONE DELLA POPOLAZIONE
L'Italia non ha più bisogno di 8 milioni di baionette di epoca fascista. L'Italia ha un territorio già sovraffollato avendo solo 301.000 kmq e una popolazione di cittadini di 60 milioni, a parte gli straneri, e fare aumentare la popolazione è da pazzi.
Circa
vent'anni fa scrissi una lettera al Corriere della sera (e
ricevetti
lettere di adesione) immaginando che
la
popolazione dell'Italia si riducesse con il tempo alla metà di
quella attuale. Quali sarebbero le conseguenze? Solo positive.
1) Non
sarebbe più necessario continuare a costruire alimentando la
speculazione edilizia e continuando a sottrarre spazi naturali
(compresi quelli dedicati all'agricoltura); 2) Sparirebbero le
orride
periferie e si recupererebbero i centri storici; 3)
L'inquinamento
atmosferico verrebbe dimezzato e la viabilità non sarebbe più
intasata; 4) Sparirebbe (o quasi) la disoccupazione perché non
vi
sarebbe l'attuale enorme concorrenza per un posto di lavoro;
5) La
proprietà privata verrebbe raddoppiata insieme con il reddito.
D'altronde, la ferrea legge di Vilfredo Pareto dice che la
ricchezza
di uno Stato è proporzionale al reddito e inversamente
proporzionale
alla popolazione. Dunque una delle due: o si produce
continuamente di
più (con conseguente aumento dell'inquinamento) per inseguire
l'aumento della popolazione, oppure bisogna far diminuire la
popolazione senza che sia necessario produrre ed inquinare di
più
per aumentare la ricchezza di un popolo.
Ecco
perché Paesi come la Finlandia e la Svezia, avendo
un
rapporto ottimale tra estensione del territorio e popolazione,
hanno
uno sviluppo economico avanzato che permette un'assistenza
sanitaria
e sociale delle migliori. Ed è scientificamente dimostrato che
la
criminalità è proporzionale all'affollamento.
Palesavo
anche il pericolo di una immigrazione dai Paesi islamici (da
me
definita come quarta invasione islamica dell’Europa, dopo
quella
araba e dei Turchi, selgiuchidi e ottomani). Anche qui i fatti
mi
hanno dato ragione. L’Europa vive oggi sotto il ricatto del
terrorismo islamico.1
Non
fui ascoltato, anche perché non riuscii a raggiungere una
notorietà
che mi consentisse di essere ascoltato. Coloro che hanno avuto
successo in politica sono i veri falliti, responsabili della
situazione di caos in cui ora versiamo anche a causa di una
folle
politica dell’accoglienza. Dal 1994 ho smesso di votare non
riconoscendomi né a destra né a sinistra.
Aveva
scritto Platone nelle Leggi
a proposito dell’immigrazione: “Dopo vent’anni” - troppi –
“gli immigrati prendano la loro roba e se ne vadano”. Già
Platone aveva capito il pericolo di una immigrazione
permanente, che
avrebbe potuto espropriare gli ateniesi della loro politica e
della
loro identità se fosse stata concessa agli immigrati la
cittadinanza.
La
morale ideologica, che propaganda la società multirazziale,
come se
fosse un destino, e non il disegno di una follia politica,
alimenta
nuove malattie derivanti dall'incrocio di genomi che da
sempre erano
rimasti isolati In una società multirazziale aumenta la
variabilità
genetica, e conseguentemente l'incidenza delle mutazioni,
con la
corrispondente possibilità di aumento del numero di nuove
malattie
ereditarie, che non comparirebbero se i genomi rimanessero
isolati.
Una popolazione chiusa, come quella dell'Islanda, si troverà
avvantaggiata quando si arriverà alla terapia genica delle
malattie.
Le
generazioni future, se continuerà la follia ideologica della
società
multiculturale e multirazziale, dovranno maledire le
conseguenze di
tale follia. Se ne accorgeranno nel mingere. Soprattutto se
verrà
attribuita la cittadinanza agli stranieri nati in Italia e a
coloro
che siano residenti da un certo numero di anni in Italia. Non sono
capaci
questi folli della politica di capire – oppure lo capiscono ma
antepongono la morale del buonismo alla politica se non sono
dei
disonesti che vogliono prepararsi un pacco di voti a sinistra
sperando che gli ex clandestini diventino cittadini – che essi
stanno mettendo in essere la teoria di Marx dell'“esercito di
riserva” di disoccupati che serve a tenere bassi i salari per
aumentare il profitto delle imprese. E oggi questo “esercito
di
riserva” è già costituito dagli ex clandestini regolarizzati,
pronti a prendere il posto di lavoro dei licenziati perché
disposti
ad avere salari più bassi. Se gli immigrati avranno la
cittadinanza la situazione peggiorerà perché la disoccupazione
si estenderà
anche per i posti di lavoro socialmente più qualificati. E'
evidente, infatti, che i figli degli ex clandestini non si
adatterebbero a fare i lavori che – si dice – gli italiani
disoccupati non vogliano fare , e aumenterebbero la
concorrenza per i
lavori socialmente qualificati. Non sapendo resistere alla
coalizione
cattocomunista, anche la cosiddetta destra vorrebbe estendere
la
cittadinanza agli ex clandestini. In tal modo gli ultimi
arrivati,
divenuti cittadini, avrebbero gli stessi diritti degli
italiani che
hanno avuto come antenati coloro che, nell'arco di secoli, per
una
lunga serie di generazioni, combatterono per l'Italia, anche
con
sacrificio della vita, sino alle due guerre mondiali. Ognuno
eredita
anche le benemerenze dei suoi avi, che verrebbero vanificate
se si
concedessero eguali diritti agli ultimi arrivati, anche se non
abbiano particolari benemerenze.
Purtroppo
la classe operaia è stata sostituita dalla falsa sinistra con
la
classe degli sbandati, dei drogati, degli omosessuali, dei
frichettoni dei centri sociali, degli immigrati con o senza
lavoro,
complice di una politica che va a danno della classe operaia.
Una
sinistra traditrice di Marx. E' un paradosso.
Si
sta ripetendo quanto Montesquieu aveva rilevato in Considerazioni
sulle cause dell'ascesa dei Romani e della loro decadenza
(cap. 18), spiegando che una delle cause della decadenza dei
Romani
fu l'accoglimento dei barbari come federati e la loro
inclusione
negli eserciti:“I Romani dovettero cercare di placare con il
danaro
i popoli che minacciavano un'invasione. Ma la pace non è cosa
che si
compri perché chi l'ha venduta una volta non è in grado di
farla
ancora comprare...I barbari assoldati (negli eserciti) dai
Romani...abituati a cercare più il bottino che l'onore, erano
insofferenti della disciplina militare...Un ministro o qualche
altro
potente ritenne utile, per avidità, per desiderio di vendetta
o per
ambizione, far entrare i barbari nel territorio dell'Impero,
non
esitando ad abbandonarlo al saccheggio e alla devastazione”.
Aggiunge Montesquieu in una nota che “ciò non deve
meravigliare se
si pensa alla loro vicinanza con popoli che erano stati
nomadi, che
non conoscevano alcuna patria e che spesso si accordavano con
il
nemico che li aveva vinti per lanciarsi contro il loro stesso
popolo”.
Si
aggiunse poi la Chiesa, che con il voler convertire i barbari
che
invadevano l'Impero, cooperò con la sua predicazione a
demotivare la
resistenza e la difesa dei confini dell'Impero.
Oggi
si sta ripetendo lo stesso fenomeno dell'antichità.
1)
Da una parte la politica dell'accoglienza che crede di poter
integrare gli islamici, pur essendo questi senza
patria
perché si
sentono appartenenti all'Islam più che ad uno Stato, e - al
contrario dei barbari che invasero l'Impero, che si
convertirono
spontaneamente al cristianesimo – non sono convertibili, non
dico
al cristianesimo, ma ad una concezione laica dello Stato. Per
gli
islamici vale quanto lo storico Giorgio Falco (La
Santa Repubblica cristiana,
cap.V) scrisse riferendosi alla forzata coabitazione di Goti e
Romani: “Essi dovevano formare due società distinte,
rispettivamente giustapposte o sovrapposte”. Nonostante
fossero
entrambi cristiani, ma i primi ariani e i secondi cattolici.
Due
società parallele con netta separazione etnica, con tribunali
separati e Chiese separate, con proibizione di matrimoni
misti,
secondo la politica intrapresa da Teodorico (493-526). Questo
fu il
risultato dell'avere accettato i barbari entro i confini, come
fece,
per esempio, Costantinopoli dopo il disastro della battaglia
di
Adrianopoli (378), che indusse l'imperatore Teodosio ad
incorporare i
vincitori Visigoti nell'esercito con un “patto di alleanza”
accettando la condizione che essi conservassero i loro diritti
e i
loro costumi. La conseguenza fu che successivamente l'Impero
d'Oriente, pur di liberarsi dei Visigoti, del tutto
inaffidabili
perché non integrabili, spregiudicatamente li dirottò verso
Occidente, con il conseguente sacco di Roma (410), prima che
essi
stabilissero in gran parte della Gallia e della Spagna. E
quando il
generale romano Oreste nominò come imperatore il figlio
Romolo,
detto ironicamente Augustolo, Odoacre, capo delle milizie
barbariche,
sconfisse Oreste e depose il figlio dichiarandosi re d'Italia
e
ponendo fine, anche nominalmente, all'Impero d'Occidente.
Al
contrario, l'Impero d'Oriente riuscì a sopravvivere perché
conservò
una omogeneità culturale in cui, sulla base di una concezione
cesaropapistica del potere, l'imperatore era anche capo della
Chiesa
e perciò garante dell'unità religiosa. La scissione religiosa
tra
la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli fu la causa
maggiore
della debolezza dell'Impero d'Oriente (bizantino da quando il
greco
divenne lingua ufficiale), lasciato solo dal Sacro Romano
Impero di
fronte ai ripetuti assalti degli arabi e dei turchi, con la
fine
dello stesso Impero bizantino e con la conquista turca di
Costantinopoli (1453). Il cristianesimo, con le sue scissioni
interne, fu vittima più di se stesso che delle armi islamiche.
2)
Dall'altra l'odierno ecumenismo interreligioso della Chiesa
cattolica
che ha posto le basi di una sua autodissoluzione, mentre,
contraddittoriamente, rivendica le radici cristiane
dell'Europa e ne
ha sempre chiesto il riconoscimento nel Trattati europei,
prima di
Nizza (2001) e poi di Lisbona (2007).
Una
Chiesa schizofrenica, che coopera all'autodissoluzione
dell'Occidente
con la politica d'accoglienza degli islamici, molto peggio dei
barbari germanici perché non convertibili alle tradizioni
occidentali.
E'
stupefacente il fatto che oggi la stessa Chiesa, dimentica
della sua
storia, si richiami alla libertà religiosa per alimentare la
propaganda islamica, andando contro lo stesso Vangelo, perché
fa
finta di ignorare le frasi di Gesù: "chi non è con me è
contro di me" (Matteo,
12, 30);"Non pensate ch'io sia venuto a metter pace; non son
venuto a metter pace ma spada" (Matteo,
10,34). Ove "spada" ha un significato metaforico, e non
fisico, come nel Corano, ove la spada serve per massacrare in
non
credenti in Allah. Non valgono a favore degli islamici nemmeno
le
parole meno restrittive che Gesù rivolse ai discepoli: "Chi
non
è contro di noi è per noi" (Marco,
9,40). Se ne deduce che i veri cristiani dovrebbero dire,
quanto
meno: chi è
contro di
noi non è per noi.
Infatti, in base al Corano, tra gli infedeli, da combattere,
sono
compresi anche i cristiani, soprattutto per avere concepito la
trinità e per avere considerato Gesù figlio di Dio, invece che
solo
uomo. Né gli islamici perdonano ai cristiani di avere scritto
che
Gesù morì in croce e risorse. Secondo essi in croce morì un
sosia
di Gesù. Solo un pazzo poteva scrivere una cosa simile.
1 V. l'articolo della
sociologa Ida Magli pubblicato su Il Giornale del 9 agosto 2009,
riportato nel mio blog (pietromelis.blogspot.com) in data 19
marzo 2010 sotto il titolo “Il fenomeno devastante
dell'immigrazione”.
Già nel 2006
l'arcivescovo di Milano Tettamanzi dichiarò che il suo dovere di prestare tutela a tutti
discende
dalla missione di annunciare il vangelo (Corriere
della sera, 28 maggio
2006). Aggiunse che gli islamici hanno
diritto ad avere
una moschea in ogni quartiere. La Chiesa, in tal modo, non
soltanto
ha rinunciato anche all'uso metaforico della spada contro
gli
islamici, avendo rinunciato a fare azione di proselitismo
nei loro
confronti, sapendo che sarebbe tempo perso, oltre che
pericoloso, ma
li accoglie in un connubio ecumenico e antievangelico. La
morale
della solidarietà entra subito in ballo per propagandare
la politica
dell'accoglienza di ogni sorta di rifugiato, anche quando
essa sia in
palese contrasto con il diritto.
La
Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei
rifugiati
recita: Il rifugiato è colui "che temendo a ragione di
essere
perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità,
appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue
opinioni
politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e
non può o
non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della
protezione di
questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e
trovandosi fuori
del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di
tali
avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di
cui
sopra".
Come
si vede, non vi è alcun riferimento ai rifugiati di guerra
ed
economici. Un perseguitato politico, per esempio, ha
diritto d'asilo.
Ma non possono accampare diritto d'asilo i rifugiati di
guerra
(provenienti da Paesi in cui vi siano guerre civili, come
in Somalia,
in Eritrea, etc.) e i rifugiati economici.
I
disonesti, di fronte alla politica dei respingimenti,
hanno
dichiarato che prima si sarebbero dovute verificare le
domande di
asilo. Come se fosse possibile distinguere tra aventi e
non aventi
diritto d'asilo trattandosi di fuggitivi provenienti dagli
stessi
teatri di guerra, che sono affari loro, se hanno voluto
l'indipendenza.
Se
l'Europa (già affollata dagli europei) avesse il dovere di
accogliere i rifugiati di guerra ed economici provenienti
da tutti i
Paesi del mondo ove vi siano fame o guerra, si voterebbe
alla sua
autodissoluzione. E la Turchia sarebbe ben contenta di
spedire in
Italia, ventre molle di un'Europa senza coglioni, ma con
governi
coglioni, gli odiati Kurdi. A tutti i folli della politica
che
blaterano di doveri morali e di soccorsi umanitari (con il
tam tam
della Chiesa) bisognerebbe domandare su quali basi essi
pretendano di
doversi fare carico dell'assistenza ai rifugiati di guerra
ed
economici. Per quanto riguarda i Paesi africani (in cui vi
sono farse
di governi, incapaci e corrotti) si può dire che essi
hanno voluto
la bicicletta (l'indipendenza). E dunque che pedalino
senza venire
poi ad affollare ancor di più l'Europa. Ad essi sarebbe
convenuto
rimanere sotto governi europei, per richiedere il diritto
di
cittadinanza in quanto appartenenti a province africane.1
I soliti idioti (o disonesti) dicono che anche gli
italiani sono
stati un popolo di emigranti. Ma allora l'emigrazione
avveniva
provenendo da spazi ristretti verso spazi larghi (gli
Stati Uniti,
l'Argentina, il Brasile etc.). Ora sta avvenendo il
contrario. Da
grandi spazi, dell’Africa e dell’Asia, verso piccoli
spazi,
dell’Europa già affollata. Di questo passo gli europei se
ne
dovranno andare per lasciare il posto a questi nuovi
invasori, che
più sono poveri e più sono capaci di fare l'unica cosa che
sono
capaci di fare: far figli come conigli in allevamento,
aumentando la
fame nel mondo. .
Se non si sostituisce al folle jus soli l'jus sanguinis come fondamento della cittadinanza – con eccezioni per particolari benemerenze – si deve accettare l'assurdo di un neonato che acquisti la capacità di estendere ai genitori, anche se clandestini, la cittadinanza, mentre, in alternativa, i genitori, se non volessero abbandonare il neonato a causa della loro espulsione, dovrebbero portarlo con sé nel Paese di origine vanificando la cittadinanza acquisita dal figlio, che avrebbe, tuttavia, una doppia cittadinanza, quella acquisita e quella dei genitori. Ciò in contrasto con il principio dell'jus sanguinis sulla base del quale la legge italiana assegna la cittadinanza italiana al figlio di una coppia di italiani nato in un Paese straniero.
Se non si sostituisce al folle jus soli l'jus sanguinis come fondamento della cittadinanza – con eccezioni per particolari benemerenze – si deve accettare l'assurdo di un neonato che acquisti la capacità di estendere ai genitori, anche se clandestini, la cittadinanza, mentre, in alternativa, i genitori, se non volessero abbandonare il neonato a causa della loro espulsione, dovrebbero portarlo con sé nel Paese di origine vanificando la cittadinanza acquisita dal figlio, che avrebbe, tuttavia, una doppia cittadinanza, quella acquisita e quella dei genitori. Ciò in contrasto con il principio dell'jus sanguinis sulla base del quale la legge italiana assegna la cittadinanza italiana al figlio di una coppia di italiani nato in un Paese straniero.
sabato 24 settembre 2016
LETTERA APERTA A RENATO BRUNETTA
Dopo la trasmissione
Speciale TgLa7 - Speciale: referendum, si o no?
Speciale tg a cura della redazione News dedicato al Referendum. Conduce Enrico Mentana dalla festa dell'Unità di Roma
Inviato a r.brunetta@camera.it
L'ho ascoltata nella trasmissione di Mentana. Tra le altre cose giuste
contro quella che anche lei ha chiamato la schiforma della Costituzione
ha rilevato l'assurdo che una schiroma della Costituzione venga fatta da
"un parlamento illegittimo" (sic!) a causa del fatto che esso sia stato
eletto sulla base di una legge elettorale (porcellum) dichiarata
anticostituzionale anche per il fatto di avere incluso un premio di
maggioranza. Inoltre ha rilevato che alla Camera vi sono stati ben 140
transfughi e al Senato ve ne sono stati 50. Dunque un parlamento che in
buona parte ha tradito il voto dell'elettore. Ma per coerenza, come
ripetutamente ho scritto sia nel blog che in due miei libri, avrebbe
dovuto andare avanti ricavandone le ulteriori conseguenze. Non solo
questo parlamento, ma anche i due precedenti (XV e XVI legislature)
erano illegittimi perché eletti sulla base del porcellum. E chi ha
voluto ed approvato il porcellum nel 2005? Un parlamento in cui vi era
una maggioranza di centro destra di cui anche lei faceva parte. Dunque
anche lei aveva approvato il porcellum. Come mai ha aspettato che fosse
la Corte Costituzionale a dichiararlo anticostituzionale? Una legge
elettorale che poi, come un boomerang, si è rivoltata contro Berlusconi
facendo vincere Prodi nel 2006. Governo durato due anni. Nel 2008 si
sono tenute nuove elezioni sempre con il porcellum. E lei ancora non ha
avuto alcunché da dire contro il porcellum. Poi vi sono state le
dimissioni di Berlusconi nel 2011 e nuove elezioni nel 2013 sempre
ancora con il porcellum. E lei ancora zitto. Questo parlamento illegittimo
(meglio: cioè di composizione illegittima), come i due precedenti hanno
eletto per due volte un presidente della Repubblica (Napolitano) la cui
elezione avrebbe dovuto essere considerata di riflesso anch'essa
anticostituzionale. E lei sempre zitto quando la seconda volta è
stato eletto anche con i voti del centro destra. Ma non basta. I membri
della Corte Costituzionale vengono nominati per 1/3 dal parlamento e per
un altro terzo dal presidente della Repubblica. Nemmeno lei ha
considerato il paradosso di una Corte Costituzonale che dichiara
anticostituzionale una legge elettorale mentre 2/3 dei suoi membri sono
da considerarsi anch'essi di riflesso illegittimi. In base al famoso
brocardo quod nullum est nullum producit effectum. Se i
parlamenti dal 2005 al 2013 sono illegittmi perché eletti sulla base di
una legge elettorale anticostituzionale, l'illegittimità della causa
produce necessariamente conseguenze illegittime. Sono dunque da
considerarsi anticostituzionali anche le nomine di 2/3 della Corte
Costitizionale, la duplice nomina di Napolitano e la successiva nomina di
Mattarella. Ma lei ha taciuto su tutto ciò. Come tornare nell'alveo della
Costituzione? L'unica soluzione coerente, non ve ne è un'altra,
consisterebbe nelle dimisioni in blocco di 2/3 dei membri della Corte
Costituzionale, nelle dimissioni di Mattarella e nell'autoscioglimento
di questo illegittimo parlamento. Mi rendo conto che gli interessati mai
sarebbero disposti a mollare le loro poltrone, a cominciare da quelle
scaldate dai membri della Corte. Perché purtroppo questo è uno Stato di
poltronisti che mai rinuncerebbero alle loro attuali poltrone. Ma come può
uno Stato pretendere onestà dai cittadini se la maggiore disonestà
proviene da tutte le sue maggiori Istituzioni? Eppure una soluzione vi
sarebbe almeno da una parte di questo parlamento illegittimo di cui lei
fa parte. DIMISSIONI IN BLOCCO DI TUTTI I DEPUTATI DI FORZA ITALIA di cui lei fa parte per causare l'autoscioglimento del parlamento illegittimo. In questo modo si impedirebbe il referendum sulla schiforma della Costituzione e della connessa
legge elettorale italicum anche peggiore del porcellum. Lei adesso si è
svegliato solo perché fa propaganda per il NO. E questo va bene. Ma non
si accorge che lo stesso votare NO (eppure non vi è alternativa per
evitare che con il sì si instauri la dittatura anticostituzionale di una
minoranza) significa riconoscere validità ad un referendum voluto da un
parlamento illegittimo? Dunque l'unica soluzione, a parte
l'illegittimità dei 2/3 della Corte Costituzionale e della nomina di
Mattarella, è l'autoscioglimento di questo illegittimo parlamento. Il
nuovo parlamento non avrebbe bisogno di una nuova legge elettorale
perché automaticamente riprenderebbe vigore la legge elettorale che
vigeva prima del porcellum. E il nuovo parlamento per ulteriore coerenza
dovrebbe chiedere le dimissioni di 2/3 della Corte Costituzionale e di
Mattarella. Una rivoluzione? Sì, è vero. Ma almeno, in subordine, male
minore, proponga a Forza Italia (se non anche ad altri partiti, non
certamente al PD) le dimissione in massa per liberarci per sempre di un
parlamento illegittimo e di uno sgoverno che ha a capo uno che è una vera
disgrazia per tutta l'Italia.
venerdì 23 settembre 2016
MORALE E DIRITTO. L'EUROPA E LA FINE DELL'IMPERO ROMANO
Si sta procedendo all'africanizzazione e islamizzazione dell'Europa
come se l'invasione fosse un fatto ineluttabile, un destino, e non la
conseguenza di governi imbelli contagiati dalla malattia mentale
della società multiculturale e multirazziale, con la solita
confusione tra diritto e morale, contro cui mi sono battuto sempre
nei miei testi filosofici. Non si può imporre la morale con le
leggi. La morale riguarda il comportamento individuale perché non
tutto ciò che è immorale può configurarsi come reato. Nessuno ha
l'obbligo per legge di soccorrere gli altri fuori del caso, per
esempio, del mancato soccorso in caso incidente stradale. Ma direi
piuttosto che in questo caso si ha un dovere convenzionale dettato
dall'interesse reciproco perché potrei io stesso avere bisogno di
essere soccorso. Il termine "solidarietà" usato in politica è quello che massimamente esprime la confusione tra morale e diritto giacché questo termine appartiene alla morale e non al diritto. Termine dunque che deve essere espunto dalla politica. Ciascuno si sceglie liberamente i suoi sodali, che la legge non gli può imporre. La morale è legata sempre a fattori culturali
perché ogni popolo ha le sue tradizioni fondate su determinati
valori morali che però non dovrebbero essere confusi con le
questioni di diritto che io ho sempre ritenuto fondate sul diritto
naturale. Il quale non implica affatto che io abbia il dovere di
occuparmi dei mali altrui personalmente. La norma evangelica "ama
il prossimo tuo come te stesso" è puramente morale. Non
applicabile sul piano del diritto. Esso infatti porta all'assurdo
ulteriore di dover evangelicamente amare i miei nemici. Hegel (in
polemica sottintesa con Kant che aveva fondato il diritto naturale
sul fatto che l'uomo fosse innanzi tutto un soggetto morale e che
perciò le norme del diritto presupponessero l'imperativo categorico
della morale) nei suo scritti giovanili sul cristianesimo ha
ironizzato pesantemente sulla morale cristiana scrivendo che uno
Stato che la applicasse di autodistruggerebbe. Hegel nella sua
maturità ha poi scritto (Enciclopedia delle scienze filosofiche
in compendio) che la morale universale è una pura astrazione, un
momento della dialettica dello Spirito oggettivo che deve far
confluire la morale nell'etica intesa come espressione delle leggi di
uno Stato. E' vero che in questo modo Hegel introduceva il relativimo
culturale nelle questioni di diritto, ma un relativismo che comunque
assorbiva la morale astratta di Kant nel diritto delle leggi di uno
Stato. Non sottraendosi in questo modo alla guerra tra diversi
sistemi di legislazione degli Stati. Il sociologo e filosofo Max
Weber ha detto che non si uscirà mai dalla "lotta mortale tra
valori morali". E oggi stiamo assistendo ad una nuova lotta tra
opposti valori morali. L'Occidente non potrà mai convincere gli
islamisti di avere dei valori morali superiori. Il relativismo può
essere superato soltanto con la distinzione tra morale astratta
(universalistica) che comanda di fare del bene e diritto naturale che
(su questo punto si può recuperare Kant) comanda di non fare
del male. In Tribunale non si è condannati per non avere fatto del
bene, ma per avere danneggiato gli altri, secondo la norma del
diritto naturale di Ulpiano NEMINEM LAEDERE. Orbene, alla luce di
tutto ciò la questione dell'immigrazione deve essere trattata sulla
base della distinzione tra morale e diritto. Lo Stato non può
imporre l'accoglienza dei cosiddetti migranti, che io chiamo
invasori, sulla base di una concezione moralistica che impone di fare
del bene. Tutte le leggi di uno Stato debbono essere inquadrate
entro la visione di un contratto sociale che è alla base dei
rapporti tra cittadini, come ha insegnato Rousseau (Contratto
sociale). Questi invasori non fanno parte del contratto sociale
in quanto non sono cittadini, sebbene la confusione tra diritto e
morale abbia portato ad equiparare gli stranieri ai
cittadini trasformando gli invasori in gente accampante diritti in
casa d'altri, per esempio nell'assegnazione delle case popolari. La
politica moralistica dell'accoglienza fa strame del diritto a danno
dei cittadini anche perché in questo modo si alimenta quello che
Marx chiamava "esercito di riserva dei disoccupati" che
serve a mantenere bassi i salari. Questi cosiddetti migranti hanno
aumentato l'esercito di riserva quando riescano ad avere un lavoro,
ma facendo concorrenza ai cittadini disoccupati, che non accettano di
essere mal pagati, mentre per gli invasori il discorso è diverso
perché le loro condizioni sarebbero comunque migliori di quelle che avrebbero nei
Paesi da cui sono venuti senza essere richiesti. E bisogna smontare
per sempre l'irritante cantilena da dementi o da disonesti che anche gli italiani sono stati
migranti. Allora l'emigrazione avveniva da piccoli spazi già
affollati verso grandi spazi come le Americhe. Ora sta avvenendo il
contrario, come se l'Europa, già affollata, avesse il dovere MORALE
di accogliere questi invasori, di cui poi solo una minoranza ha
trovato lavoro facendo concorrenza ai cittadini aumentando lo
sfruttamento della mano d'opera per un maggiore profitto. Gli altri
sono dei nullafacenti senza lavoro, per lo più clandestini, che
vivono nei cosiddetti centri di accoglienza che costano ai cittadini
miliardi di euro o stanno a fare sosta ai semafori o nei parcheggi
taglieggiando coloro che cercano un parcheggio, dovendo subire il
ricatto di questi individui che, se non paghi il pizzo, ti
fanno trovare l'auto danneggiata. Quando non sono degli spacciatori
di droga. La follia maggiore consiste nell'andare a prendere con le
navi questi invasori sulle coste della Libia e ora anche dell'Egitto
(Stato in cui non vi è guerra civile). E li chiamano profughi. Vi è
un progetto folle o disonesto dettato dai dementi o dai disonesti che ritengono che
sia un destino la società multiculturale e multirazziale, con la
distruzione dell'identità dei popoli europei oppure da coloro che,
pieni di sentimento morale, ma privi di ragione (cioè nella
perdurante confusione tra morale e diritto), stanno, oltre tutto,
islamizzando l'Europa. Il terrorismo islamico è frutto della demenza
dei governi europei sostenuti dall'ideologia malata della società
multirazziale. Se non si pongono argini contro questa invasione
facendo uno sbarramento di fronte alle coste della Libia e ora
dell'Egitto, l'Europa verrà africanizzata e islamizzata. Un' Europa
la cui folle politica dell'accoglienza si accompagna alla convinzione
di poter integrare questi invasori pur nella impossibilità di una
integrazione a causa di opposti valori morali. Perché non vi potrà
mai essere integrazione con gli islamici, a cui è fatto divieto, a
causa del Corano, la maggiore disgrazia della storia, di
avere una concezione laica dello Stato. Basta vedere come le donne
appaiono assoggettate agli uomni anche nella visibilità
dell'abbigliamento. E qui mi aiuta Montesquieu che in Considerazioni
sulle cause della grandezza e decadenza dei Romani ha scritto
che tale decadenza iniziò quando l'impero romano, giunto alla sua
massima espansione con Traiano, credette di poter integrare anche negli eserciti
le popolazioni barbariche invece di combatterle. Ma "la pace non
si compra" dice Montesquieu, più che mai attuale. L'Europa
farà la fine dell'impero romano se continuerà nella follia
dell'accoglienza.
giovedì 22 settembre 2016
QUELLA UMANA E' LA SPECIE PEGGIORE DELLA TERRA
Essa, a parte una minoranza a cui appartengo, è una anomalia della natura. Sono costretto a non avere più sentimenti di pietà per le disgrazie umane. Se essi non hanno pietà per le sofferenze degli animali, ridotti a merce negli allevamenti di morte, se quasi tutta questa specie è costituita da ipocriti che sono i mandanti delle crudeltà sugli animali per il solo fatto che mangiano carne ma demandano ai macellatori lo sporco lavoro cibandosi di cadaveri allora che crepi pure questa umanità. Me ne frego dei terremotati di Amatrice, delle loro sofferenze, mentre dovrebbero vergognarsi della matriciana. Godo degli invasori morti affogati anche perché sono tra coloro che prolificando aumentano la fame nel mondo antropizzando la Terra.
FONTE
L'insensibilità dei cadaveriani
In una vita precedente era un uomo
FONTE
L'insensibilità dei cadaveriani
Guaira Jaramillo
Nitoglia: L'essere umano è la peggior razza animale che esiste sulla
faccia della terra, pur essendo cosciente e avendo un intelletto
relativamente più sviluppato e pur sapendo che uccidere un agnello è
come uccidere un bambino si ostina a mangiare carne. CHE
SCHIFO!
In una vita precedente era un uomo
mercoledì 21 settembre 2016
CON IL PROPORZIONALE L'ITALIA SI LIBERA DELLA DITTATURA DI UN PAZZO
L'origine del male sta nel fatto i costituenti nel 1946 non introdussero la legge elettorale nella Costituzione pur avendo in mente il proporzionale che davano come scontato. Si dice che subito dopo le elezioni bisogna sapere chi ha vinto. Ma con l'italicum si può sapere solo quale sia la minoranza del 20-30% a cui affidare la maggioranza assoluta in parlamento, anzi in una Camera senza più un Senato ridotto ad una paglicciata di consiglieri regionali e di sindaci non eletti direttamente dai cittadini e investiti di una doppia carica con il premio di un viaggio a Roma per fare nulla essendo privato del potere di fare leggi nazionali. Infatti la schiforma della Costituzione non ha precisato quali compiti precisi esso abbia pur sapendosi che esso viene privato della facoltà di sfiduciare il governo. Gli attuali senatori della falsa maggioranza sono anche dei coglioni pronti a "suicidarsi" perché non verrebbero rieletti al Senato e dovrebbero porsi in lista per avere una poltrona alla Camera. Ma chi se ne frega di un Senato ridotto ad un ectoplasma! Una schifoma approvata da un parlamento doppiamente illegittimo perché formatosi con una legge elettorale (porcellum) dichiarata anticostituzionale e perché avente una maggioranza (risicata al Senato) ottenuta grazie ad una massa di trasfughi traditori del voto degli elettori perché passati ad altro partito o costituitisi come nuovo partito senza la verifica delle elezioni. E ciò a causa del disgraziato art. 67 della Costituzione che prevede l'assenza di vincolo di mandato. Come se l'eletto rappresentasse tutta la nazione e non invece quel partito entro il quale è stato eletto. L'avere poi abbinato la schiforma della Costituzione all'italicum nel referendum disgraziatamente confermativo (cioè senza il quorum previsto per il referendum abrogativo) è quanto di più pazzesco potesse concepire questo pazzo girogavo per il mondo quasi avesse il dono dell'ubiquità. Uno che si è affittato un aereo personale che costa 20.000 euro al giorno. Forse è per questo che sta sempre in viaggio. Va negli Stati Uniti per farsi consacrare da quel fallito mezzo negro che è Obama. Aspettando Trump. Ma se l'italicum verrà riformato con l'introduzione del proporzionale in rispetto della rappresentatività, che dittorialmente il pazzo vorrebbe sostituire con la governabilità ad ogni costo, dando il potere assoluto ad una minoranza, che potrebbe essere per ulteriore disgrazia quella dei PDioti, allora sarà la fine della resistibile carriera di questo esagitato da trattare con TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Con il proporzionale bisognerà fare i conti con gli altri, buoni o cattivi non importa. Il proporzionale lo ucciderà. Importa che un governo si fondi sulla volontà della maggioranza degli elettori. Ed io aggiungo che sarebbe giusto tener conto degli aventi diritti al voto, in modo che il numero degli eletti sia proporzionale al numero dei votanti (fatta salva una soglia fisiologica del 20% di non votanti). Perché è troppo comodo non tener conto del voto degli astenuti. Sì, perché anche il non voto è un voto. E' un voto di sfiducia. E' una negazione di fiducia quando uno, come me, non si senta rappresentato in tutto da alcun partito e che negli ultim anni si è presentato al seggio elettorale per essere iscritto nel registro per poi rifiutare la scheda elettorale, con la conseguenza che, in base ad una vecchia circolare ministeriale, il presidente del seggio deve mettere a verbale il motivo del rifiuto della scheda. Non essendo accettate parolacce dichiaro che non mi sento rappresentato da alcun partito. Non posso votare per la Lega di Salvini nonostante sia il partito che preferirei in quanto l'unico chiaramente contrario all'invasione islamica, all'Unione Europea e a quella moneta straniera che è l'euro, in alleanza con il partito della Le Pen, per cui vota l'animalista Brigitte Bardot. E la ragione è unica. Putroppo la Lega è il partito che nel nord raccoglie più voti da quella lurida genia di individui che sono i cacciatori. Non posso votare per 5 Stelle perché sono ambigui e ondivaghi nei loro programmi. Dicono e non dicono su tante questioni, compresa l'UE e l'euro. Sinora hanno dimostrato di non essere affidabili, come ha dimostrato il pasticcio di Roma, dove ancora non sono riusciti a nominare tutti gli assessori, tra sbandamenti continui. La Raggi sinora ha dimostrato di essere senza nerbo. Non si sa chi comandi a Roma. Chi vivrà vedrà. Importante per chi non è rigoroso e coerente come me è votare NO al referendum per far fuori questo usurpatore girovago disonesto venditore di fumo che tira ogni giorno a campare regalando mancette ogni volta che si avvicina una scadenza elettorale. Schifoso individuo. Uno che abbaia alla luna facendo finta di saper opporsi in Europa mentre nessuno lo caga in politica estera. Ha detto che se l'Europa non lo aiuta l'Italia farà da sola. Sì, l'Italia farà da sola: si porterà da sola in casa gli invasori dall'Africa, per di più islamici, andando a prenderi sulle coste della Libia, facendo dell'Italia la pattumiera dell'Africa, continuerà a riconoscere un inesistente governo islamico di Tripoli, fantoccio dell'ONU, mentre l'uomo forte della Libia è il generale Haftar del governo laico di Tobruk, che ha occupato i pozzi petroliferi e con cui l'Italia si sarebbe dovuta mettere d'accordo per impedire la partenza dei barconi, aumenterà da sola il debito pubblico, continuerà a mantenere la legge Fornero rubando i soldi ai pensionati per finanziare i nullafacenti dei cosiddetti centri di accoglienza che costano (si dice) 4 miliardi di euro, regala soldi ai fondi comuni di quella disgrazia di Unione Europea in giusto disfacimento mentre basterebbero 7 miliardi di euro (secondo conti documentati) per abolire la legge Fornero e riportare l'età del pensionamento a 65 anni liberando posti per i giovani, a causa del jobs act continuerà ad aumentare i licenziamenti e la disoccupazione, data all' 11% (33% quella giovanile). Il resto è solo disonesta annuncite: abbassamento delle tasse, abolizione del bollo d'auto, etc. Questo paranoico da barzelletta, convinto di non dover ascoltare alcuno tranne se stesso, mi fa ricordare una barzelletta: Cesare! Il popolo chiede sesterzi. Rispondi che vado diritto. Quousque tandem PDota abutere patientia nostra?
Il M5S scarica l'Italicum:
"Legge antidemocratica"
Quel fottutissimo genio di Kalergi
lunedì 19 settembre 2016
MIO COMMENTO ALLA FAMOSA, DOTTA E TUTTORA ATTUALE LECTIO MAGISTRALIS DI BENEDETTO XVI. LE RADICI DEL TERRORISMO ISLAMICO
Ho tratto spunto dal seguente articolo in cui si riporta integralmente il contenuto della famosa Lectio magistralis di Benedetto XVI a Ratisbona (Regensburg ) il 12 settembre 2005
L'islam sgozza la Civiltà (e noi glielo consentiamo pure ... - Il Giornale
blog.ilgiornale.it/spirli/2016/.../lislam-sgozza-la-civilta-e-noi-glielo-consentiamo-pure/
La Lectio è interamente leggibile anche in
"LECTIO MAGISTRALIS" DI BENEDETTO XVI ALL'UNIVERSITA' DI ...
www.giovaniemissione.it/pub/index.php?option=content&task=view&id=1053
La dotta e ammirevole Lectio magistralis di Benedetto
XVI deve essere analizzata nei suoi aspetti dottrinalmente
positivi e negativi. Da animalista vegetariano dall'età di 10 anni
e negli ultimi anni vegano per maggiore coerenza (giacché anche
anche il bere del latte e mangiare formaggi implica comunque
l'esistenza di allevamenti di morte dove i maschi, sia che si
tratti di montoni, di vitelli, di pulcini, vengono eliminati, ma
con la differenza che i pulcini maschi finiscono subito nel
tritatacarne) premetto che la barbarie della maggiore sofferenza
imposta agli animali nei mattatoi avviene in rispetto della
tradizione che fa capo all'ebraismo e non all'islamismo. Si tratta
della cosiddetta macellazione rituale, che vuole che il povero
animale muoia cosciente e lentamente per dissanguamento perché la
previa rimozione della coscienza lo renderebbe impuro.
Farneticazioni espresse nel libro Guida alle regole alimentari
ebraiche (Lamed 2000) del farneticante ed ignorante rabbino
capo di Roma Riccardo Di Segni, che promosse contro di me una
denuncia per aver scritto ed inviatogli un saggio di 60 pagine del 2004 (Scontro
tra culture e metacultura scientifica, Annali della Facoltà
di Scienze della Formazione, ora Facoltà di Studi Umanistici),
saggio poi riversato nel volume di 800 pagine riportante lo stesso
titolo. In tale saggio, informato alla difesa del diritto naturale, solo marginalmente, nelle prime pagine, condannavo la barbarie ebraica della macellazione rituale. Il libro del Di Segni è basato su una concezione del tutto
antiscientifica e antropocentrica che ancora fa capo alla favola
biblica degli animali creati da Jahweh al servizio dell'uomo. Con
ciò ignorando completamente l'evoluzione biologica. Contro questa
maggiore ed inutile sofferenza imposta agli animali scrissi che
avevo il diritto di non dolermi della morte degli ebrei CREDENTI
morti nelle (supposte) camere a gas. E per dare più vigore alla
mia protesta ed ottenere di conseguenza una visibilità pubblica,
aggiunsi che era giusto dichiararsi antisemiti nei riguardo degli
ebrei credenti e degli islamici, che avevo accomunato a causa
della comune pratica della macellazione rituale e che avevo il
diritto di non dolermi della loro morte se essi non avevano mai
mostrato compassione ed avevano giustificato le maggiori
sofferenze inflitte agli animali facedoli morire coscienti per
dissanguamento. Nessuna sensibilità per gli insensibili. Ebbene,
tralasciando i primi due gradi di giudizio, con una condanna ad
una pena pecuniaria di 4000 euro posta sotto condono, con l'accusa
di istigazione all'odio religioso secondo la famigerata legge
Mancino, pur non trattandosi di odio religioso ma di odio contro
certe pratiche ritenute falsamente religiose, mi trovai anche in
Cassazione di fronte a giudici fuori di senno o disonesti perché
identificarono la condanna di tale pratica della macellazione con
una espressione di antisemitismo, che tralasciò completamente di
considerare gli islamici, che invece io avevo accomunato agli
ebrei osservanti della macellazione kosher, corrispondente a
quella islamica chiamata halal. E ciò per fare eccezione alle
leggi di Stato sulle macellazioni che impongono che l'animale
debba essere prima privato della coscienza perché non soffra
quando viene ucciso per sgozzamento. La Cassazione dei parrucconi
non ebbe il coraggio di porsi contro gli ebrei, senza
distinguere tra ebrei credenti e non credenti, come io avevo
invece fatto, facendo un elegio dell'intelligenza ebraica che è
tutta laica. E per questo avevo riempito una intera pagina di nomi
di ebrei scienziati e filosofi, tra questi Einstein, il filosofo
della scienza Karl Popper, il fondatore della fenomenologia Edmund
Husserl (di cui fu allievo Heidegger), i fondatori della scuola
sociologica marxista di Francoforte Horkheimer e Wiesugrund
Adorno, il filosofo sociologo Simmel, il filosofo spiritualista
Bergson, il filosofo destrutturalista Derrida, il logico
matematico Wittgenstein (cattolico), il matematico Levi Civita
(che fornì ad Einstein il calcolo tensoriale della relatività
generale), il matematico e filosofo della scienza Federico Enriques,
il fisico matematico Vito Volterra, e tanti altri, in cui è assente qualsiasi
riferimento all'ebraismo religioso. I disonesti della Cassazione
ebbero la spudoratezza di scrivere, testualmente (sentenza
20508/2012) che "è pacifico che l'esplicita denigrazione trovasse
causa in motivi di razza e di religione posto che vi era anche la
rivendicazione della legittimità del disprezzo antisemita", e che
pertanto "non ha senso sostenere che i suoi strali erano diretti
solo ad una parte della Comunità ebraica, quella osservante,
perché ciò non toglie le caratteristiche illecite sopra rilevate
(sia sotto il profilo razziale, non estraneo agli ebrei
strettamente osservanti, sia sotto il profilo religioso,
densamente vissuto dai predetti)". Frasi aberranti preconfezionate
che assimilavano gli ebrei osservanti della macellazione kosher a
tutti gli ebrei sui falsi e incredibili presupposti che 1) non si
potesse distinguere tra gli ebrei osservanti del kosher e tutti
gli altri ebrei, seppure atei, in quanto appartenenti alla stessa
razza; 2) condannare da parte mia la maggiore sofferenza della
macellazione kosher significasse propagandare l'odio religioso. E
tutto ciò nel totale silenzio riguardo agli islamici, nonostante
li avessi accomunati agli ebrei osservanti del kosher per avere
desunto dagli ebrei osservanti del kosher la macellazione halal.
In Tribunale avevo chiesto che allora, per coerenza, fosse
ritenuto degno di denuncia il Corano per avere predicato l'odio
contro gli infedeli, ebrei e cristiani, sino a giustificare
l'amputazione delle mani e dei piedi e la crocifissione (SuraV).
Il Corano doveva essere considerato nemico del nostro ordinamento
giuridico perché contrario all'art. 8 della Costituzione e a vari
articoli del Codice Penale. E accompagnai la mia denuncia con un
florilegio del Corano. Naturalmente non mi aspettavo alcuna
risposta. Ero solo curioso di sapere se il sostituto procuratore
mi avrebbe risposto e con quali argomenti negando la realtà. Fu
violato il mio diritto, previsto dalla legge, alla risposta perché
costui altrimenti si sarebbe dovuto porre contro almeno un
miliardo e mezzo di individui credenti in quel libro pazzesco
incitante continuamente alla violenza armata. Le associazioni
animalistiche mi lasciarono solo da vigliacche perché avevano
timore di essere coinvolte nell'accusa farneticante di
antisemitismo.
E ora veniamo all'analisi della Lectio di Ratzinger. Egli non
distingue il contenuto dei Vangeli dalle successive elaborazioni
teologiche che ne sono state fatte. E' vero che il vangelo secondo
Giovanni si apre con le parole "In principio erat Verbum et Verbum
erat apud Deum et Deus erat Verbum". Ma queste sono parole non
attribuibili a Gesù, che appare del tutto alieno dalle costruzioni
teologiche che successivamente furono fatte utilizzando per
questo soprattutto il pensiero platonico con riferimento alla
figura del Demiurgo (Timeo) quale ordinatore (e non
creatore dal nulla) della materia. La teologia di S. Tomaso è la
massima espressione di tale costruzione. Nei primi due libri della
Summa theologiae non appare affatto la figura di Gesù. Egli
appare nel III libro per riportare nella storia la
concretizzazione di una teologia che nei primi due libri non
appare investita affatto di tale concretizzazione. Il vangelo
secondo Giovanni, l'ultimo, (attribuibile all'anno 100), risente
già dell'influenza del platonismo e dunque della razionalità della
materia, in cui il Demiurgo platonico ha infuso la sua scienza
matematica sì da far considerare l'intelletto umano partecipe
dell'intelletto divino. E tutto ciò in contrasto con la concezione
ebraica di Jahweh, che in origine era solo una delle tante
divinità del pantheon delle divinità ebraiche, essendo stato
quello ebraico un popolo sempre politeista sino al IV secolo a.C.
Esso passò dal politeismo alla monolatria con le leggi di Esdra
(cfr. libro di Esdra e Nehemia del V-IV secolo a.C.). Il dio
ebraico è comunque privo della trinità, assunta anch'essa dal
neoplatonismo, e precisamente dalla triade Uno (Padre)-Intelletto
(o Verbo nel cristianesimo, di cui Gesù sarebbe stato
l'incarnazione)-Anima del mondo (Spirito Santo). Essendo il dio
ebraico privo di intelletto quale sua sostanza prima perché
espressione invece della sua volontà, da cui discende
l'intelletto, ne consegue che per il dio ebraico è giusto, e
perciò razionale, tutto ciò che discende dalla sua volontà,e non
il contrario. D'altra parte lo stesso S. Paolo arriva a concepire
due figure contraddittorie del dio cristiano. E Paolo, intriso di
cultura greca, è il vero fondatore della teologia cristiana. Ciò
si può documentare laddove affronta la questione della validità
delle opere ai fini della salvezza. Egli (Epistola ai Romani,
3,28) nega che le opere abbiano una importanza fondamentale perché
altrimenti la volontà divina dipenderebbe da quella umana. Da qui
la dottrina della predeterminazione che è espressione di
irrazionalità e che verrà fatta propria da Lutero e da Calvino,
che svaluteranno completamente le opere. Ma lo stesso Paolo arriva
ad affermare (Epistola ai Romani, 9,14) che non basta
nemmeno la fede perché anch'essa vincolerebbe la volontà divina:
"Dio usa misericordia con chi vuole e indurisce nel peccato chi
vuole". E si legge anche: "Beato l'uomo del cui peccato Dio
non tiene conto". Insomma: Dio salva e condanna chi vuole, e, non
essendoci differenza nella sua eternità tra passato e futuro, egli
ha già deciso dall'eternità chi sarà salvato e chi sarà condannato. Ma nella stessa Epistola
ai Romani (2,6) Paolo cerca di recuperare in una
certa misura anche la validità delle opere. Ciò che non farà
invece Sant'Agostino, da considerarsi il vero padre della Riforma
protestante, per cui non si capisce ancora come la Chiesa
cattolica, che fonda la sua dottrina sulla teologia di S. Tomaso,
lo ritenga tuttora il primo e il più grande Padre della Chiesa
invece che un eretico. L'equilibrista S. Tomaso cercò di togliere
la profonda contraddizione dell'Epistola ai Romani, ritenuta da Lutero il documento fondativo del cristianesimo, che
con Paolo stava nascendo, per così dire, cornuto nel contrasto tra
predeterminazione (conseguente alla predominanza della volontà
divina sul suo Intelletto) e libertà umana che implicava una
validità delle opere ai fini della salvezza. S. Tomaso conciliò le
due cose dicendo che la fede cooperava con Dio ai fini della
salvezza e che la grazia, proveniente dalla fede, era un aiuto in
più per compiere opere di bene e di giustizia. Egli sostituì alla
predeterminazione la prescienza, nel senso che Dio conosce il
futuro ma non lo predetermina, così salvando la libertà umana e
l'importanza delle opere. Cercando in tal modo di salvare capra e cavoli.
Ed è tuttora questa la posizione della Chiesa cattolica, che,
nonostante la sua storia di condanne per eresia, di caccia agli
eretici e di roghi, con il Concilio di Trento pose le fondamenta
di una teologia razionale. Prima della Riforma la Chiesa cattolica
fu una scuola di liberalismo. La riforma gregoriana del calendario
(con il papa Gregorio XIII) avvenne nel 1582 sulla base delle
tavole astronomiche di Erasmus Reinhold (Prutenicae tabulae)
basate sul sistema copernicano. Il vescovo di Parigi Stefano
Tempier nel 1277 (due anni dopo la morte di S.Tomaso) aveva
affisso sul portale della cattedrale di Notre Dame alcune tesi
contrarie a S. Tomaso, dicendo, tra l'altro, che il mondo era
infinito perché Dio è onnipotente. E nel XIV secolo il vescovo di
Parigi Nicola d'Oresme, allievo di Buridano all'Università di
Parigi, sostenne la tesi del moto rotatorio della Terra. E fu il
delegato del papa al concilio di Costanza, il cardinale tedesco
Nicola Cusano (1401-1465), matematico e filosofo, ad escludere che
la Terra fosse in quiete e centro dell'universo, asserendo che la
Terra si muoveva anch'essa come il Sole, e che il mondo era
illimitato, e perciò non poteva esistere un centro del mondo. Non
vi fu mai una reazione della Chiesa di Roma contro queste tesi. E
il cardinale Bellarmino nel primo processo contro Galileo chiese
soltanto che vi fossero delle prove certe a favore del sistema
copernicano, concludendo che "dovremmo procedere con grande
cautela nello spiegare brani della Scrittura che sembrano
piuttosto insegnare il contrario e ammettere che noi non li
abbiamo capiti piuttosto che dichiarare falsa un'opinione provata
certa" (da Thomas Kuhn, La rivoluzione copernicana,
Einaudi 1972, p. 254). La scienza moderna, nonostante il rogo di
Giordano Bruno e la condanna di Galileo, poteva nascere solo
nell'Europa cristiana, fattasi erede nella scienza moderna, della
razionalità greca, quella, in specie, platonica, nonostante avesse
accettato Aristotele per quanto riguardava la fisica. La trinità cristiana fu traghettatrice della razionalità platonica. Rimase infatti il
principio della coesistenza della natura divina con la razionalità
essendo il Padre vincolato dal Figlio espressione del Verbo o
Intelletto. Solo dopo la Riforma la Chiesa di Roma perse quel
liberalismo in fatto di concezione fisica del mondo perché aveva
timore di farsi superare per rigore da Lutero e da Calvino, che
disprezzavano la concezione fisica del mondo che toglieva la Terra
dal centro del mondo. Ma prima che ciò accadesse Copernico dedicò
la sua opera (De revolutionibus orbium coelestium, 1543)
al papa Paolo III, che lo ringraziò e se ne compiacque. Si può
dire che la Riforma sia stata una iattura in tutti i sensi per
l'Europa, sia perché fu l'origine di guerre tremende tra
confessioni cristiane, sia perché fece prevalere l'irrazionalità
della predeterminazione sulla razionalità delle opere svilendole
con il negare che esse avessero importanza per la salvezza.
Calvino (Commento al Genesi) scrisse a proposito di
Copernico: "Chi avrà l'ardire di porre l'autorità di Copernico al
di sopra di quella dello Spirito Santo?". Ma il pur condannato
Galileo, a causa del suo aderire a Copernico, scrisse ne Il
Saggiatore che l'intelletto umano era differente da quello
divino, di cui era partecipe, solo per la quantità di nozioni
perché riguardo alle nozioni certe di matematica l'intelletto
umano eguagliava quello divino. Da qui l'interesse di tutti i
grandi scienziati della rivoluzione scientifica del XVII secolo
allo studio della natura. Essi, tutti cristiani, vedevano nella
razionalità della materia l'espressione della razionalità divina.
Tutto ciò premesso si deve dare ragione a Ratzinger quando
rimprovera i protestanti di avere dis-ellenizzato il cristianesimo
per avere tolto ad esso l'impianto della razionalità desunta dalla
filosofia greca, in particolar modo platonica. Infatti senza la
filosofia greca non sarebbe esistita la teologia cristiana con il
suo concepire Dio quale espressione di razionalità con cui non
dovrebbe essere in contrasto la fede. Ma fede in quale Dio? Questo
è il problema. Potrebbe trattarsi del Dio di Giordano Bruno o di
quello di Spinoza, cioè di un Dio immanente al mondo e non trascendente la
natura. Se si prescinde dalla questione se solo il Dio cristiano
sia il vero Dio (e se si prescinde anche dal credere che esista un
Dio trascendente) ciò che rimane valido nella Lectio di
Ratzinger, indipendentemente dal fatto che il Dio cristiano esista
o non, è il fatto che tale Dio deve essere concepito dalla
teologia cristiana connettendolo alla razionalità greca nel
predominio della ragione da cui Dio stesso è vincolato nella sua
volontà perché non si cada nell'irrazionalismo ebraico-islamico
della preminenza della volontà divina sulla ragione facendo di
questa una serva della volontà. L'ebraismo, fortunatamente, non fa
proselitismo. Ma il dio ebraico Jahweh, tutto volontà e niente
ragione, si trasformò disgraziatamente nel dio islamico Allah per
avervi aggiunto il proselitismo anche a costo della violenza delle
armi. Ecco il significato dunque della frase che Ratzinger ha
riportato dell'imperatore bizantino Manuele Paleologo II
rivolgendosi a un musulmano: "dimmi che cosa vi è di nuovo nel Corano e vi
troverai solo cose cattive e disumane" a causa della imposizione della fede con le armi. Benedetto XVI si limitò a
citare Manuele Paleologo per evidenziare il fatto che l'islamismo
aveva alla radice un dio privo di intelletto, cioè privo di quel
retroterra storico che era la razionalità greca. E gli anni che
stiamo vivendo sono spiegati proprio da questa mancanza di
razionalità che pervade tutto il Corano, che, facendo prevalere
la volontà di Allah senza alcun freno imposto dalla razionalità, è
la causa della cieca violenza islamica con i suoi attentati
terroristici. Quando Benedetto XVI disse che nel Corano vi erano
solo "cose cattive e disumane" stava dicendo la verità riparandosi
dietro le parole dell'imperatore bizantino. Ma la peste mortale
del fanatismo islamico non ammetteva che di esso si dicesse la
verità temendo di essere squalificato come merita e tutti i
musulmani del mondo si rivoltarono contro Benedetto XVI,
costretto, pro bono pacis, a fare quasi una ritrattazione per
paura che i cristiani, minoranze negli Stati islamici, ne
subissero le conseguenze. Il suo successore cambiò strada nella
sua ignoranza, percorrendo la strada di una impossibile
conciliazione giungendo ipocritamente, se non è anche cretino oltre
che ignorante, a chiamare "nostri fratelli" gli islamici. Ma
questo significa essere anticristiani anteponendo ragioni
politiche alla dottrina cristiana. E infatti l'attuale papa è un
vero Anticristo. Peggiore successore non avrebbe potuto avere il
colto e fine d'intelletto Benedetto XVI. Ma evidentemene lo
Spirito Santo o non esiste o era distratto quando fu eletto questa
disgrazia di papa, che sarebbe stato meglio fosse rimasto in
Argentina invece di venire in Vaticano "dalla fine del mondo".
Sua santità l'imam Jorge Bergoglio
Sua santità l'imam Jorge Bergoglio
RISPOSTA A BEPPE SEVERGNINI SCIALBO GIORNALISTA DI REGIME
Servegnini ha un blog dentro in Corriere della sera e recentemente ha avuto una cretinata di trasmissione su RAI3 chiamata L'erba dei vicini. Nel suo blog
Italians - Corriere Della Sera italians.corriere.it/
in cui risponde alle lettere dei lettori si trova il titolo Tu paghi il canone RAI? in cui risponde così ad un lettore circa la giustezza o non di pagare il canone.
Caro Beppe, domanda schietta e diretta su un argomento attualissimo: tu paghi il canone RAI? Pensi sia giusto pagarlo?
Roberto Drago , robydrago78@gmail.com
L’ho sempre pagato, penso sia giusto pagarlo. Ma la RAI deve
spendere meglio i nostri soldi (un esempio: è assurdo mantenere un
esercito di dirigenti inutilizzati, come ha ricordato il battagliero
Roberto Perotti nel suo nuovo libro “Status Quo”). E rinunciare presto
alla pubblicità, ora che il canone è in bolletta e le entrate sono certe
e abbondanti.
Che giusta risposta doveva avere questo scialbo individuo giornalista di regime del Corriere della sera? La mia. Eccola. Ripetuta poi nel suo sito Beppe Severgnini: Home
Ho spiegato nel mio blog perché non bisogna pagare il canone.
Prima la bolletta elettrica arrivava nel mio conto corrente bancario. Ho
ordinato alla banca di non farlo più entrare. Avrò il fastidio di
andare alla posta per pagare la bolletta detraendo (come mi ha
suggerito al telefono l'ENEL, a cui del "canone", mi è stato fatto capire, gliene frega nulla) il
"canone" RAI che non deve essere chiamato canone ma abbonamento. E
non può essere imposto un abbonamento. La RAI deve fare come SKY:
permetta la visione dei suoi canali a quelli che pagano
l'abbonamento altrimenti li oscuri. Allora pagherò, se sceglierò di pagare senza imposizione. Non si tratta di una questione di soldi, cioè, in fondo, della miseria (per me) di 100 euro. Si tratta di una questione di principio. Unire il
"canone" al pagamento della corrente elettrica, che è dovuto solo sulla
base di un contratto RICHIESTO, privatistico e non imposto,
significa unire due voci di natura completamente diversa, facendo
passare disonestamente il "canone" come una tassa dovuta a
servizio pubblico, non richiesto e non necessario. Lei dovrebbe evitare di scrivere
a favore della RAI visto che è divenuto un prezzolato anche della RAI
con il suo programma cretino e di varie puntate L'erba del vicini su RAI3, che ho seguito una sola volta e solo per qualche minuto per curiosità, al fine di stabilire il grado di cretinaggine. Quanto ha ricevuto dalla RAI per queste cretinate? Lo renda pubblico. E io dovrei pagare anche per lei? Io ho il diritto di continuare a
vedere i canali non RAI gratuiti. Il televisore non è della RAI.
E' falso quanto lei ha scritto dicendo che adesso le entrate sono certe e abbondanti. Risulta da alcuni giornali (non certo dal Corriere, suo padrone) che quello scriteriato a capo di questo sgoverno ha
ottenuto l'effetto contrario. Il 50% non paga il "canone". E' stato definito un flop. Ha
capito? Per capire meglio legga il mio blog:
pietromelis.blogspot.com. Scriva il mio nome e cognome su google
con le parole chiave: è una truffa. Anzi: le invio il link dell'articolo.
09 set 2016 - 4) La bolletta elettrica non è una tassa ma un servizio che viene attivato a richiesta. Dunque non può essere aggiunto il canone RAI facendolo ..
Blog del prof. Pietro Melis: NON E' UNA TASSA. E' UNA TRUFFA ...
pietromelis.blogspot.com/2016/09/non-e-una-tassa-e-una-truffa-come-non.html
domenica 18 settembre 2016
L'IMPOSTURA DEL TRATTATO DI LISBONA SUI DIRITTI DEGLI ANIMALI
A che serve scrivere o parlare di diritti degli animali quando si nasconde la realtà con le sue immagini?
NUTRIRE
IL PIANETA SENZA UCCIDERE ANIMALI
++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
L’ORRORE
DI DACCA
venerdì 16 settembre 2016
CIAMPI: FU UNA DISGRAZIA DELL'ITALIA. SENZA RIMPIANTI E CON INFAMIA
Un patriottardo della retorica della bandiera e dell'inno nazionale. Ma questo è poco. Fu governatore complice di una Banca d'Italia sottratta allo Stato (al Ministero del Tesoro) e sostituita con una corporazione di grandi banche private e grandi compagnie di assicurazione privata della stampa della moneta affidata ad una banca straniera che è la banca di Francoforte. Come ministro del Tesoro (successivamente alla presidenza della Repubblica) fece parte del primo ministero del mortadella Prodi, vantandosi di avere portato l'Italia dentro l'euro con la diminuzione del debito pubblico. FALSO. Il debito pubblico ha continuato ad aumentare. Furono truccati i bilanci, ormai è risaputo e documentato, per fare apparire non un minore debito pubblico, ma un minore deficit pubblico, che è un'altra cosa. Il deficit è annuale è rappresenta la maggiore spesa statale rispetto all'introito annuale dello Stato, in modo da farlo apparire entro il parametro del 3% come imposto dittatorialmente dalla dittatura dei burocrati non eletti di Bruxelles. Ha detto che con l'euro sarebbe diminuita l'inflazione, e questo è vero, ma non ha aggiunto, questo disonesto, che la camicia di forza dell'euro ha provocato in tutta Europa una recessione economica a vantaggio solo della Germania, che era riuscita ad imporre la fissazione del valore delle monete nazionali in base al valore che il marco aveva nel 1999. La Germania aveva bisogno di un mercato unico in Europa e per questo aveva bisogno di una moneta unica con cui tradurre il marco in euro lasciando invariato il valore del marco (cioè senza svalutarlo). Il surplus economico della Germania è derivato unicamente dall'abbassamento dei salari per rendere più competitivi i suoi prodotti evitando i dazi doganali. Oggi con una lira svalutata del 20% (con relativa inflazione del solo 5%, come avvenne nel 1992) l'economia italiana riprenderebbe a correre facendo concorrenza alla Germania sino a metterla in ginocchio. Aumenterebbe la produzione e con essa l'occupazione e percio il reddito, con conseguente aumento anche del PIL e relativa diminuzione del deficit annuale, che va ad aumentare ogni anno il debito pubblico. Questo l'ha capito anche chi come me non è un economista ma ha fatto quelle giuste letture che gli hanno fatto capire che l'euro è stato un'enorme truffa perché ha imposto a tutti gli Stati della zona euro una moneta straniera che è il marco travestito da euro, privato di quella necessaria flessibilità che una moneta deve avere senza dovere subire la camicia di forza del 3% nel rapporto tra deficit (annuale) e prodotto interno lordo (PIL). Ciampi non fu mai un economista. Si laureò in lettere e poi in giurisprudenza. Entrò come impiegato nella Banca d'Italia e poi, non si capisce come, fece carriera sino a divenire governatore della Banca d'Italia ormai privatizzata. Come ministro del Tesoro privatizzò anche le Poste trasformandole in S.P.A. Un fanatico delle privatizzazioni. Fece insomma gli interessi dei capitali e non del popolo italiano. Gli italiani, se l'avessero capito, l'avrebbero dovuto sempre fischiare durante l'inno nazionale e sbattergli in culo la bandiera con cui, con il suo retorico patriottardismo, riuscì a nascondere la sua nullità e la svendita dell'Italia ad interessi stranieri. Sino all'ultimo dimostrò di non avere capito un cavolo. Lo dimostra un'intervista rilasciata il 22 agosto scorso. Disse: "E' chiaro che serve un rilancio ideale sul versante dell' Unione
politico-economica altrimenti le stesse fondamenta dell' Ue sono a
rischio. Serve un coordinamento delle politiche economiche specialmente nell'
Eurozona". O Imbecille! Non ha mai capito che è impossibile un'unione politica europea (ed è giusto che non esista) perché non può esistere uno Stato europeo se non distruggendo le identità storiche dei popoli europei e i loro giusti differenti interessi. E' normale che ogni Stato persegua i propri interessi. Non vi può essere un'unione politica europea che contrasti con i diversi interessi economici degli Stati, come se l'UE potesse diventare una sorta di Stati Uniti d'America, aventi un'unica Costituzione per tutti i suoi Stati. L'UE è stata una folle invenzione di unità solo economica fondata su un libero mercato con l'abolizione dei dazi doganali per favorire l'omologazione dei popoli sotto l'impero dell'economia finanziaria assoggettante l'economia reale. Né poteva essere altrimenti.
Che l'infamia storica, passato il momento delle indegne e nauseanti celebrazioni di chi ne vorrebbe fare l'icona dell'orgoglio nazionale, ne ricopra la memoria.
Dopo aver scritto quanto prima ho letto alcuni articoli sotto riportati usciti in data successiva. Qualcuno concorda con me. Ho scoperto che divenne governatore della Banca d'Italia (ridotta ad essere serva della Banca di Francoforte, battente la moneta dell'euro) grazie alla sua ignoranza in fatto di cambi internazionali tra diversi valori delle monete. Era il burattino giusto al servizio di grandi banche private.
Chi sono i veri sciacalli?
4 giorni fa - info@maurizioblondet.it ... CONTRO LA BEATIFICAZIONE DI CIAMPI! di Luigi Copertino .....
Che l'infamia storica, passato il momento delle indegne e nauseanti celebrazioni di chi ne vorrebbe fare l'icona dell'orgoglio nazionale, ne ricopra la memoria.
Dopo aver scritto quanto prima ho letto alcuni articoli sotto riportati usciti in data successiva. Qualcuno concorda con me. Ho scoperto che divenne governatore della Banca d'Italia (ridotta ad essere serva della Banca di Francoforte, battente la moneta dell'euro) grazie alla sua ignoranza in fatto di cambi internazionali tra diversi valori delle monete. Era il burattino giusto al servizio di grandi banche private.
Chi sono i veri sciacalli?
CONTRO LA BEATIFICAZIONE DI CIAMPI! di Luigi Copertino ..
www.maurizioblondet.it/la-beatificazione-ciampi-luigi-copertino/
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