Tutto è partito dalla maledetta Cina nella città di Wuhan, dove vi è stato il salto di specie da animali macellati nei cosiddetti "mercati umidi". Non ho mai capito perché vengano nominati umidi. Non poteva non accadere in Cina dove vige il detto che "è mangiabile tutto ciò che si muove da sé". Non vi è dunque da meravigliarsi che il salto di specie dovesse avvenire nella maledetta Cina. La quale ha sfruttato la pandemia per porre in crisi tutta l'economia mondiale e salvarsi da essa grazie alla dittatura del partito unico ex comunista che le ha consentito di porre in atto tutte le misure di isolamento perché il Covid-19 non si espandesse nel resto della Cina, che infatti, al contrario di tutti gli Stati capitalisti del mondo, è stato l'unico Stato che ha aumentato il PIL, e ben del 2%. Ma corresponsabili sono tutti gli Stati che da suicidi non hanno interrotto i rapporti commerciali con la Cina chiudendo i loro confini e impedendo qualsiasi ingresso ai cinesi e ai loro prodotti, ottenuti con mano d'opera a basso costo e su cui non sono mai posti dei dazi per evitare che prevalessero sulle industrie nazionali. Come non definire suicidio economico degli USA che comprano titoli di Stato cinesi? Così si spiega perché la Cina nel 2020 sia giunta ad un attivo commerciale di 15 trilioni di dollari. Il Covid-19 ha viaggiato con gli arei, non ha certamente viaggiato con l'aria. Un complottista direbbe che tutto ciò è stato premeditato per affossare l'economia mondiale a vantaggio unico dei musi gialli cinesi. Né il buddismo né il confucianesimo, né il marxismo hanno sradicato le terribili tradizioni alimentari che per millenni hanno prevalso in questo stramaledetto Stato, che avrebbe meritato la sua distruzione da parte dell'invasore Giappone durante la seconda guerra mondiale. E fu invece il Giappone a subire la sconfitta, che mai vi sarebbe stata senza le vigliacche due bombe atomiche, il cui uso andava oltre le millenarie norme di guerra che non vedevano mai direttamente coinvolte le popolazioni civili. Le due bombe atomiche sul Giappone fanno impallidire le condotte di guerra messe in atto dalla Germania nazista. Ma si sa che i vincitori hanno sempre ragione e le loro stragi si ammantano persino di moralità oltre che della forza del diritto, mentre si dovrebbe dire che è prevalso il diritto della forza.
giovedì 31 dicembre 2020
MALEDETTO 2020. E IL 2021 NON SARA' MIGLIORE. MALEDETTA CINA
mercoledì 30 dicembre 2020
CACCIATORI DISONESTI ALL'1,2% VOGLIONO COMANDARE SU TUTTI
martedì 29 dicembre 2020
W INSINNA CONTRO LA SCHIFOSA E VIGLIACCA GENIA DEI CACCIATORI
Questi vigliacchi e luridi individui chiamano sport l'uccidere animali per divertimento. Sono peggio dei macellatori (che sono noti per la loro crudele insensibilità ma che certamente non si divertono uccidendo, dissanguando, spellando e squartando i poveri animali condotti con viaggio senza ritorno nei mattatoi). Questi individui moralmente schifosi si riparano dietro il paravento della legalità. Ma non tutto ciò che è legale è legittimo. Bisogna distinguere tra Legittimità e legalità (Carl Schmitt), anche se Schmitt identificava la legittimità con i principi di una Costituzione fondata sul politico, cioè su una volontà popolare al di là delle dispute e degli interessi divergenti dei partiti. La legalità è fondata sulle leggi dello Stato (indipendentemente dal fatto che esse siano ritenute giuste o ingiuste), mentre la legittimità non può non essere fondata su principi fondamentali, come i cosiddetti diritti dell'uomo, che la Costituzione può solo recepire ma non fondare. Tali diritti non possono essere soggetti al voto perché non è la maggioranza che possa stabilire se il cittadino, per esempio, abbia diritto alla libertà di pensiero. Si tratta di un principio fondamentale che per coerenza non può nemmeno essere fondato su una Costituzione se questa deve essere approvata dalla maggioranza del popolo o (come è avvenuto in malo modo in Italia) da parte dei costituenti, anche se eletti dal popolo, che, una volta eletti, hanno scritto la Costituzione senza poi sottoporla la voto popolare. Ma in nessun caso la Costituzione, al contrario di quanto pensava Schmitt, può essere fondamento dei principi fondamentali, i quali debbono essere ritenuti tali indipendentemente dalla Costituzione. Tutto ciò premesso è evidente che i principi fondamentali riguardano il fondamento, e perciò la legittimità, della legalità, cioè delle leggi di uno Stato. Ora, la legittimità, che dovrebbe garantire la libertà di pensiero come argine della legalità, si oppone a coloro che vorrebbero impedire legalmente che uno esprima idee contrarie alla legalità vigente che, ricompresa contraddittoriamente nella Costituzione, dice che è vietata la ricostituzione del partito fascista. La libertà di pensiero, al contrario, deve garantire anche coloro che, preferendo una dittatura, si esprimono contro la libertà di pensiero.
Le leggi cambiano e la legge che autorizza la vigliacca attività dell'uccidere per divertimento va comunque, non soltanto contro i principi fondamentali che una Costituzione deve limitarsi a recepire senza fondarli, ma anche contro la stragrande maggioranza del popolo che vorrebbe la messa fuori legge della attività vigliacca di questi individui. Molti anni fa vi fu un referendum che purtroppo non passò solo perché non si raggiunse il 50% degli aventi diritto al voto. I cacciatori, mi ricordo, stracciavano le schede elettorali dei familiari per impedire loro di votare per l'abolizione della caccia. Ma i tempi sono ormai maturi per togliere i fucili a questi vigliacchi assassini. Vigliacchi anche perché usano delle cartucce da cui fuoriesce una rosa di pallini che non lasciano scampo alle loro vittime. Vi è da domandarsi perché a Insinna debba essere proibito di esprimere un suo parere contro la caccia anche se si tratta di una trasmissione molto seguita quale è L'eredità. Forse la RAI ha il dovere di difendere la genia dei cacciatori? Oltre che vigliacchi anche imbecilli, non soltanto per aver preteso che la RAI chiedesse scusa ma anche per aver deciso tramite la presidenza nazionale della lurida federcaccia di accusare Insinna di diffamazione. Incredibile! Come se esprimersi contro la caccia comportasse il reato di diffamazione. Questa gentaccia è anche fuori di testa. Ciò che è legale deve idealmente uniformarsi a ciò che è legittimo, in quanto (come già osservava Aristotele (Etica nicomachea, Libro IV) vi è una norma superiore che non dipende dalle diversità delle culture, e questa è la giustizia. E secondo una concezione giusnaturalistica questa giustizia deve considersi basata su norme universali. La norma universale è quella che discende dal diritto naturale, che già S. Tomaso intese come diritto all'autoconservazione. Se si estende il diritto naturale oltre la natura umana, altrimenti non può essere naturale, è evidente che ogni animale ha diritto all'autoconservazione. Il predatore non uccide per divertimento ma per il suo diritto all'autoconservazione. Pertanto tale diritto ha come unico limite il diritto di ogni animale alla sua autoconservazione. I cacciatori violano dunque la norma del diritto naturale, fondamento della legittimità, a cui ogni norma, nella sua legalità, dovrebbe uniformarsi per diventare anche legittima. Essi sono dei subanimali. La loro vita vale meno di quella degli animali che essi uccidono.
Affinché la norma sia percepita come “virtuosa” e “giusta” – e per ciò stesso, spontaneamente osservata – è necessario che sia “legittima”, oltre che “legale”.
La norma “legale” è “legittima” quando risulti conforme al “COMUNE SENTIRE”. Quando, cioè, sia percepita come “giusta” e “virtuosa” sulla base della sensibilità prevalente all’interno del corpo sociale. La sua conformità all’ “idem sentire” le conferisce una sorta di “auctoritas” – intesa come forza promanante non dall’individuo ma dal “Legislatore” – che a sua volta ne sancisce l’ingresso nell’intima sfera di ciò che sia percepito come “rilevante etico-giuridico”.
Cacciatori all'attacco di Flavio Insinna: "Le nostre famiglie non ...
lunedì 28 dicembre 2020
ANIMAL EQUALITY: VIDEO SULLE UCCISIONI DEGLI ANIMALI NEI MATTATOI
Dedicato a tutti gli impostori che non hanno mai visto le sofferenze degli animali negli allevamenti di morte e a tutti coloro che guardano indifferenti le pubblicità sul prosciutto di Parma, sui salumi Negroni e via dicendo.
prenditi qualche minuto per guardare QUESTO VIDEO perché ne
vale davvero la pena: ti dimostrerò che anche se il nostro avversario è
più ricco, più grande e più organizzato, la nostra battaglia non è affatto
vana.
GUARDA IL VIDEO CON TUTTI I RISULTATI PER GLI ANIMALI DEL 2020
domenica 27 dicembre 2020
IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI: CADAVERI NELLE MENSE NATALIZIE
Intendo riferirmi soprattutto alla strage di agnelli, gli animali più mansueti della Terra, strappati dopo pochi giorni dalla nascita alle loro madri che li stavano allattando e che ancora li stanno cercando. Maledetto Natale di sangue e maledetto papa Francesco che non ha mai speso una parola contro il rito ebraico-pagano dell'agnello sacrificale. Auguro a questo papa una morte il prima possibile e tra terribili dolori, preferibilmente per cancro all'intestino. Fu complice della feroce dittatura argentina di Videla. E infatti, nonostante tutti suoi viaggi, da vigliacco non ha mai rimesso piede nella natia Argentina. Troppo facile spiegarsi il perché. Disse che da bambino aspirava a fare il macellaio. Cattivo sangue non mente.
sabato 26 dicembre 2020
STEFANO IL PRIMO MARTIRE: FATTO LAPIDARE DALL' ASSASSINO SAN PAOLO
Così nacque il cristianesimo. Senza Paolo il cristianesimo non sarebbe mai nato. Volle la lapidazione di Stefano (anche se, pare, non vi partecipò attivamente lanciando le pietre). Prima della sua asserita conversione sulla via di Damasco unico suo pensiero era quello di andare ad arrestare i neoconvertiti al cristianesimo su ordine del Sinedrio (o gran Consiglio) di Gerusalemme, di cui faceva parte. Le Epistole di Paolo precedono cronologicamente tutti i Vangeli, che ripresero da Paolo l'invenzione della resurruzione di Gesù. A Paolo non interessavano i miracoli che già venivano attribuiti a Gesù ancor prima della stesura dei Vangeli (il primo, quello di Matteo, non è anteriore all'anno 50). A Paolo interessava un solo miracolo, quello della resurrezione perché "se Gesù non è risorto vana è la nostra predicazione e vana è la vostra fede" (Lettera 1 ai Corinzi)
venerdì 25 dicembre 2020
L'ULTIMA FREGNACCIA DI PAPA FRANCESCO: GESU' E' NATO SCARTATO
Stranamente solo il Vangelo secondo Matteo ci dà una "illustre" genealogia di Gesù:
1Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2Abramo generò
Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3Giuda
generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, 4Aram
generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon,
5Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse,
6Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, 7Salomone generò
Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, 8Asaf generò Giòsafat,
Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9Ozia generò Ioatàm,
Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10Ezechia generò Manasse, Manasse
generò Amos, Amos generò Giosia, 11Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al
tempo della deportazione in Babilonia.
12Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl
generò Zorobabele, 13Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò
Eliachìm, Eliachìm generò Azor, 14Azor generò Sadoc, Sadoc generò
Achim, Achim generò Eliùd, 15Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò
Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla
quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Il Giacobbe che avrebbe generato Giuseppe non è certamente il Giacobbe figlio di Isacco perché essi risalgono a 1800 anni prima di Cristo. A parte ciò Matteo vuole dare una genealogia che fa discendere Gesù dal fondatore del Regno di Israele e Giuda che fu Davide (1020 anni prima di Cristo). Questa fantasiosa genealogia che fa derivare (volutamente e falsamente) Gesù direttamente da re Davide, con alto lignaggio, esclude che Gesù sia nato "SCARTATO". Ma il fatto principale è che Gesù avrebbe avuto una genealogia del tutto fasulla se Giuseppe viene ritenuto un padre adottivo e non naturale in quanto Gesù sarebbe stato generato solo dalla madre per partenogenesi, cioè senza inseminazione da parte del padre Giuseppe. Fu infatti concepito per mezzo dello Spirito Santo. Orbene, escluso che lo Spirito Santo abbia degli spermatozoi Gesù sarebbe nato solo dai cromosomi XX della madre. E si sa che i cromosomi femminili possono generare solo una femmina se non predomina il gene Y del cromosoma YX del maschio. Pertanto Gesù sarebbe dovuto nascere femmina e non maschio. Ciò che ha detto papa Francesco è dunque storicamente (in quanto a genealogia) e scientificamente (per quanto riguarda la mancanza di un padre naturale) una sonora fregnaccia. Se questa è la nascita di Gesù si può dire che egli è nato da una grande falsità storica e scientifica, che costringe a pensare che la figura di Gesù sia stata del tutto inventata sin dalla sua nascita. Ciò che bisogna scartare è proprio la sua fantasiosa nascita.
Non vi era modo migliore per desacralizzare e rendere ridicola la nascita di Gesù in occasione nel suo natale, data peraltro del tutto inventata. Il giorno del Natale si festeggia una fregnaccia,
giovedì 24 dicembre 2020
L' IMPOSTURA E' LA MALATTIA PIU' DIFFUSA E PIU' GRAVE. NON HA VACCINO
La maggiore impostura umana è di coloro che sono pronti e disposti a non rinunciare ai frutti di determinate azioni senza domandarsi se sarebbero egualmente disposti a mettere in atto tutte quelle azioni che, pur considerate legali, tuttavia non sarebbero mai capaci di compiere per ricavarsi da sé i frutti a cui non rinunciano. Se non rinunci ad una dieta carnivora sai bene da dove proviene quella carne. Proviene da animali che sono stati schiavizzati per finire in un mattatoio dove finiscono crudelmente i loro giorni. Gli animali vi arrivano già tremanti percependo l'odore del sangue dei loro compagni che sono stati già uccisi e spesso, come in una straziante catena di smontaggio dei loro corpi, assistono all'uccisione dei loro compagni. Scene terribili che solo la crudeltà dell'insensibilità dei macellatori rende possibili. Ha scritto Tolstoj che se i mattatoi fossero palazzi di vetro al centro di una città gli impostori si renderebbero conto della loro impostura. Questi impostori, per cessare di essere tali, dovrebbero ricavarsi da sé una volta nella vita la bistecca uccidendo, dissanguando, spellando e squartando il cadavere di cui si cibano. Se non ne sono capaci sono degli IMPOSTORI. Ma l'impostura è degna di disprezzo. Essi credono di avere le mani monde di sangue, mentre le hanno più sporche di quelle dei macellatori, che se le sporcano al posto degli impostori che sono da ritenersi quali mandanti. Ma i mandanti non sono meno colpevoli degli assassini. Dovrebbe valere come massima universale (traducendo in questo senso l'imperativo categorico di Kant nell'ambito animale) la norma che dice: Non accettare i frutti di tutte quelle azioni che per ragione o per sentimento rifiuteresti di compiere. Se non hai il coraggio di uccidere l'animale di cui ti cibi sei un ipocrita, e perciò degno di assoluto disprezzo.
Pertanto odio quasi tutta l'umanità, rimanendo completamente indifferente alle sue sofferenze. Anzi, ne godo. Parafrasando l'odiato Cartesio dico: odio, dunque esisto.
Tra gli individui che maggiormente odio vi è l'attuale papa, nel suo silenzio colpevole su Il silenzio degli innocenti. Si tratta del silenzio di tutti gli agnelli che non possono più gridare perché uccisi per imbandire le mense degli impostori nella notte del maledetto Natale di sangue.
Il silenzio degli innocenti (romanzo) - Wikipedia
La donna svela la sua verità: dopo aver passato due mesi nel Montana, era fuggita a cavallo, il più lontano possibile. Ciò che l'aveva spinta a scappare erano le urla degli agnelli che il fattore stava macellando. E lei sentiva le loro urla ogni notte, e ogni volta le si gelava il sangue. Per questo era fuggita, per questo era all'FBI: per far tacere gli agnelli.
mercoledì 23 dicembre 2020
OCCORRONO DUE PIANETI PER SETTE MILIARDI E MEZZO DI INDIVIDUI UMANI
Manca un equilibrio tra popolazione umana e terre libere dalla presenza umana. Da qui lo sfruttamento insensato dei terreni che tolgono spazio a tutte le altre forme di vita, che, venendo a contatto con gli umani, favoriscono le cicliche pandemie con il passaggio dei virus dagli animali all'uomo. Gli allevamenti intensivi sono la maggiore causa dello sfruttamento dei terreni, volti per il 71% alla produzione di mangimi per animali di allevamento (di morte), mentre gli stessi terreni potrebbero essere utilizzati per produrre cereali e verdure per gli umani. Gli allevamenti intensivi sono inoltre la causa maggiore della produzione di metano, ammoniaca, azoto e di CO2, con il conseguente riscaldamento della Terra e il dissolversi dei ghiacci nei poli. L'insensatezza di una errata tradizione alimentare basata sulla carne dovrebbe far capire che solo il vegetarismo potrebbe salvare la Terra. La conformazione dell'organismo umano (lunghezza dell'intestino, dentatura, come già notava Rousseau in una nota del Discorso sull'origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini) dimostra che esso non può essere considerato un animale carnivoro. Solo gli animali carnivori sono soggetti a tumori (come osservava Umberto Veronesi)
martedì 22 dicembre 2020
ECCO LE RISORSE CHE CI PAGHERANNO LE PENSIONI
Morso sul labbro, poi l'orrore
Lo straniero stupra una 45enne
Lo Stato ci tassa per mantenere i delinquenti
Testo di Roberto Marino Marceddu
Lo sgozzamento del pensionato da parte dei due nordafricani, parrebbe per un orologio, è una delle tante esemplificazioni tragiche della deriva nella quale sono sprofondate tante delle nostre città anche in Italia, ormai alla mercè di delinquenti che tengono in ostaggio interi quartieri e zone anche centrali, come nel caso di Milano di cui alla testimonianza nell'articolo. Reputo folle che ci sia un Governo e che ci siano dei partiti che agiscono per continuare a far invadere il Paese da clandestini di ogni genere e provenienza. E lo sono anche quegli italiani che avallano queste politiche!
lunedì 21 dicembre 2020
PER ORA IL MIGLIORE VACCINO E' FAR FINTA CHE ESISTA IL VACCINO...
...per gli altri, che facciano da cavie. E nel frattempo continuare a seguire le vecchie regole. Incominciando a fottersene del maledetto Natale, per me giorno di lutto pensando a tutti i poveri agnelli finiti sulle tavole dei "pasticceri di cadaveri" (Plutarco, De esu carnium). Con i cenoni ci si accorcia la vita. Odio le feste religiose, feste di sangue.
domenica 20 dicembre 2020
UN ALTRO SE NE E' ANDATO SENZA SPIEGARE COME SIA SOPRAVVISSUTO
Nedo Fiano fu l'unico sopravvissuto degli undici familiari finiti ad Auschwitz. Aveva 18 anni. L'11 aprile (Hitler si suicidò il 30 aprile) fu trasferito da Auschwitz (Polonia) al campo di concentramento di Buckenwald che si trova a 8 km da Weimar (Germania orientale). Due interrogativi: 1) come mai fu l'unico sopravvissuto? 2) come mai i nazisti lo trasferirono con altri sopravvissuti a Buchenwald? Sono andato a controllare su Wikipedia la voce
Campo di concentramento di Buchenwald - Wikipedia
e vi ho trovato la seguente frase: "Non vi risultano grandi camere a gas in pianta stabile, se non qualche locale adibito occasionalmente a tale uso di gasazione". Falso. Chi ha scritto questa voce? Le asserite camere a gas si trovavano solo nei lager polacchi. Vi si dice che alla fine della guerra vi furono trovati 63.000 prigionieri, quasi tutti stranieri.
Se si cerca una spiegazione troverete solo questa frase, che non è una spiegazione: "Ma io ero giovane, e i giovani hanno una capacità di recuperare, di superare, pur nella sofferenza, le umiliazioni, che a me consentì di andare avanti, portando questi ricordi, e i miei genitori, dentro di me". Si trova nel sito ebraico
Liliana Segre - Wikipedia
SARDI BASTARDI
CHE GLI IMBECILLI SI CONTAGINO CON I RICONGIUNGIMENTI FAMILIARI
Tutto sommato è un bene favorire l'imbecillità dei ricongiungimenti familiari nell'occasione di questo maledetto e stupido Natale. Di questa tradizione scellerata nemica della salute e causa degli acquisti compulsivi è bene che ne subisca le conseguenze una grande massa di imbecilli che non trovano altro periodo dell'anno per i ricongiungimenti familiari. Più se ne ammalano e meglio sarebbe per essi perché verrebbero marchiati dal Covid e sarebbe bene lasciarli senza cure dopo averli isolati. Che si contagino pure tra loro aumentando il numero dei decessi. Mi è stato detto da un'amica che una donna di 90 anni di sua conoscenza era asintomatica senza saperlo, contagiata probabilmente dalla sua badante. Il figlio di 65 anni ha fatto visita alla madre ed è morto per Covid. Gli sta bene il suo ricongiungimento familiare.
sabato 19 dicembre 2020
SCONFITTI GLI EBREI FANATICI SOSTENITORI DELLA MACELLAZIONE KOSHER
Contro la sentenza della Corte di giustizia europea che vieta la macellazione ebraica (che però è anche islamica) protestano questi fanatici barbari ebrei che ancora credono nelle menzogne dell'Antico Testamento secondo cui l'animale deve essere ucciso in stato di coscienza perché altrimenti esso diventa impuro. E hanno la faccia tosta di dire che ciò va contro la democrazia in quanto non rispetta il diritto delle minoranze. Dicendo ciò si ritengono una minoranza fuori delle leggi di uno Stato. Leggere il Levitico scuola di macelleria ebraica. Essi pretendono che le loro regole alimentari, che essi pazzescamente definiscono religiose, debbano essere rispettate dalle leggi di uno Stato. Anche per questo hanno subìto le storiche persecuzioni, per non avere accettato l'integrazione in uno Stato laico. Preferirono vivere nei ghetti ove potevano applicare le loro barbare tradizioni.
venerdì 18 dicembre 2020
SCIENZA E FILOSOFIA. CHE COS'E' VERAMENTE IL DIRITTO NATURALE
Debbo scegliere uno tra gli editori che hanno risposto alla mia proposta di pubblicazione del testo il cui titolo ho riportato in alto. In allegato ho inviato il testo completo.
Inoltre l'originario saggio
introduttivo aveva lo scopo di rendere più facile la
lettura del testo rilevandone i punti essenziali e
aggiungendo alcuni altri temi, cercando di impiegare un
linguaggio accessibile ad una persona mediamente colta
che non abbia fatto studi specifici di filosofia. Tale
saggio ha assunto l'attuale dimensione, che potrebbe
raccomandarsi anche ad un lettore che non appartenga
all’ambito universitario, che diversamente sarebbe
destinato, come tutti i testi di filosofia scritti da
professori universitari, a finire nelle secche
dell’Università, senza alcun riflesso sulla società.
Poiché, invece, il mio scopo è anche quello di avere un
pubblico che non sia ristretto, come quello accademico,
per poter suscitare un dibattito oltre l’ambiente
asettico dell’Università, ho pensato di pubblicare a parte
il saggio molto più ampio intitolato Geometria del
diritto naturale. La morale come oblio della
giustizia. Dall'antichità ad oggi, da cui ho
ripreso alcuni temi nel presente testo, sfrondando molte
parti, tra cui quella che riguarda la filosofia antica.
Ho affrontato i temi più attuali e più scottanti di oggi alla luce della riproposizione del diritto naturale, le cui radici vanno ricercate nel concetto di giustizia cosmica espresso nell’antichità presocratica e in Platone, oltre che nello stoicismo. Ho documentato, tra l’altro, come l’eclisse del diritto naturale avvenga dopo il ‘700 con il rinchiudersi della filosofia dentro le Università. Sino all’800 non si trova alcun filosofo che appartenga alla cultura universitaria (eccetto Kant, con cui inizia la perdita di connessione della filosofia con la società civile). Ciò è dovuto anche al trasformarsi del linguaggio filosofico in un linguaggio per iniziati. Sino al ‘700 una persona mediamente colta era capace di affrontare la lettura dei più importanti testi filosofici, che avevano pertanto una diffusione che permetteva ad essi di avere dei riflessi sulla società. Le rivoluzioni del ‘600 e del ‘700 trovarono un terreno fertile nelle idee preparatorie dei filosofi dell’epoca.
Nel ‘600 è accaduto, tuttavia, che la separazione cartesiana tra natura e spirito abbia posto capo ad una concezione antropocentrica del diritto naturale. Tuttavia, pur in questo contesto, venivano nettamente distinti i doveri giuridici (neminem laedere) da quelli morali. La tradizione del diritto naturale è stata conservata nella filosofia cristiana, soprattutto di S. Tomaso, che, armonizzando il pensiero di Platone con quello di Aristotele, si affacciò ad una concezione naturalistica della giustizia che superava i limiti di una concezione cristiano-medievale, e perciò antropocentrica (ma meno di quella moderna), del diritto naturale.
Successivamente la filosofia ha soltanto alimentato se stessa, nell’immagine da me proposta di una fontana a circuito chiuso. Ma ancora nell’800 vi furono filosofi come Schopenhauer, Bentham e Stuart Mill che rimasero estranei alla cultura universitaria. Non è un caso che essi furono nell’800 gli unici ad affrontare il tema dei diritti degli animali almeno come riflesso dei doveri che l’uomo ha nei loro riguardi. Un capitolo è interamente dedicato alla posizione che tennero i maggiori filosofi nei riguardi degli animali. Il tema dei diritti degli animali scompare per quasi tutto il XX secolo, affacciandosi soltanto negli ultimi decenni nei pochi filosofi che, in quanto animalisti, hanno fatto di questo tema il loro principale interesse. Un’eccezione, tra i maggiori filosofi della seconda metà del XX secolo, è Robert Nozick, le cui coerenti argomentazioni, in opposizione alla teoria contrattualistica di Rawls, sono fondate su una ripresa del diritto naturale.
La filosofia della prima metà del ‘900 offre una serie di “poemi metafisici” che, volendo essere espressione di una ragione forte, sono soltanto costruzioni morali fondate su una concezione finalistica, e perciò antropocentrica, dell’evoluzione biologica, in contrasto con la concezione scientifica di Darwin fondata sulla casualità delle mutazioni genetiche e sulla selezione naturale. La ragione forte dell’antropocentrismo è trasversale alla molteplicità di indirizzi (idealismo, spiritualismo, realismo, pragmatismo, esistenzialismo).
Quasi per reazione all’ottimismo antropocentrico nella seconda metà del ‘900 si sostituisce una ragione debole che mette in discussione il valore teoretico della conoscenza scientifica. All’origine del soggettivismo e del relativismo della filosofia della seconda metà del XX secolo ho individuato la connessione Nietzsche-Heidegger-Wittgenstein-Gadamer. Del pensiero rapsodico e intimamente contraddittorio di Nietzsche offro un’ampia disamina. Egli, più di ogni altro, ha contribuito ad una concezione del diritto inteso come convenzione ed equilibrio tra forze, in contraddizione con la volontà di potenza, in cui si esprime, secondo Nietzsche, la vita.
La stessa Chiesa cattolica, dopo il Concilio vaticano II, ha messo in ombra il potenziale rivoluzionario del diritto naturale espresso dal pensiero di S. Tomaso, che avrebbe potuto avere il riconoscimento di una sua attualità alla luce di una concezione cosmocentrica, e non antropocentrica, della natura. E’ prevalso, invece, un indirizzo teologico che con Rahner ha voluto riprendere i temi della filosofia antropocentrica di Heidegger, quasi per seguire una moda.
Il mio principale obiettivo è quello di rilevare la costante confusione tra morale e diritto in cui vive il linguaggio politico – basti pensare all’uso continuo del termine “solidarietà”, che ha un significato morale - e quello della filosofia morale accademica, incomprensibile per il suo tecnicismo accessibile ai pochi addetti ai lavori e connotata da una povertà intrinseca che la rende inutilizzabile alla luce dei temi più inquietanti del nostro tempo, che non possono essere affrontati sul piano morale, che contrasta con quello giuridico. Il libro prende in esame la contraddizione intrinseca al giuspositivismo. Prendo in esame, per esempio, il giuspositivismo di Hans Kelsen, di Benedetto Croce e di Norberto Bobbio, che non si accorsero nemmeno di non poter giustificare la loro scelta per la democrazia se la fonte della legge è lo Stato.
Le conclusioni potranno suscitare vigorose reazioni da parte di coloro che appartengono all’area della filosofia del dialogo, meglio espressa dalla Teoria dell’agire comunicativo di Habermas, che pretende di ricavare il diritto dal confronto tra diverse culture, offrendo tale confronto come panacea della corsa verso il soggettivismo e il relativismo della conoscenza, e confermando il perdurare della scissione tra filosofia e scienza,. che documento ponendo a confronto il pensiero degli scienziati con quello dei maggiori filosofi contemporanei sul tema dell’obiettività della conoscenza scientifica.
Ho svolto anche studi di biologia evoluzionistica per illustrare la mancanza di un progetto finalistico nella natura, ed ho pubblicato nel 1999 un testo di 518 pagine (Biologia e filosofia. Origine della vita ed evoluzione biologica. Casualità e necessità).
Alla luce del diritto naturale tratto i temi che riguardano la globalizzazione (che vede il movimento antiglobalizzazione e anche molti economisti navigare senza bussola nella confusione tra morale e diritto, in una permanente concezione morale dei diritti che si esprime nell’agitare, contraddittoriamente, la bandiera dei diritti umani senza porsi la domanda su che cosa siano fondati). Affronto anche il tema del confronto con l’Islam, totalmente estraneo al tema dei diritti umani, perché estraneo alla tradizione occidentale del diritto naturale, che sopravvive di fatto nelle istituzioni politiche nonostante la sua perdurante eclissi nella filosofia odierna.
Anche gli odierni problemi di bioetica sono viziati dalla confusione tra morale e diritto nella presunzione di sapere ciò che è bene, mentre, al contrario, si dovrebbe rispondere, in relazione a ciò che è giusto, alla domanda che cosa sia male, cioè chi si danneggi.
L’eclisse delle ideologie ha portato maggiore confusione, invece che maggiore chiarezza, per una sorta di ecumenismo dei sentimenti di bene che va a danno della ricerca dell’obiettività.
Oggi,
sulla base dell'ormai acquisita verità scientifica -
metaculturale - della comune origine di tutte le forme di vita
e della mancanza di finalismo nell'evoluzione biologica, che
esclude un progetto divino della natura, si impone la
necessità di non concepire più il diritto naturale come
diritto della sola natura umana, ma come riflesso di una legge
naturale quale fu concepita dai presocratici (tra cui
Anassimandro, Pitagora, Parmenide, Eraclito, Empedocle e
Democrito), e poi da Platone e dai neoplatonici. Pertanto è
necessario arrivare ad una rivoluzione copernicana nell'ambito
del diritto per superare la retorica umanistica e
antropocentrica, cioè antiscientifica, del discorso sui valori
morali, che hanno fatto il loro tempo, non potendo essere la
morale fondamento del diritto. Le concezioni morali, tutte
culturali, appartengono alla sfera privata del sentimento -
religioso o non - tollerabili quando non siano in contrasto
con il diritto naturale, metaculturale. Se si nega il diritto
naturale - che, in quanto naturale, non può non essere
anche il diritto di tutti gli animali - l'alternativa è
il convenzionalismo degli stessi principi costituzionali di
uno Stato liberale, che avrebbero fondamento unicamente sullo
Stato. In tal caso non si può dire che esistano "crimini
contro l'umanità", essendo anche la loro condanna una pura
convenzione. Il limite del diritto naturale di uno è il
diritto naturale di un altro alla sua autoconservazione. Se si
nega il diritto naturale si è nichilisti, se lo si limita alla
specie umana si è antropocentrici, cioè antiscientifici. I
guasti ambientali hanno la loro causa determinante
nell'antropocentrismo, che "fa violenza alla terra e la
trascina nell'esaustione", per porla "sotto il dominio della
volontà di volontà che rende manifesta l'insensatezza
dell'agire umano posto come assoluto" (Heidegger, Saggi e
discorsi).
TITOLI
DEI CAPITOLI
1. La filosofia fuori delle Università. Egemonia del diritto naturale
2. Il dominio della filosofia universitaria tra il XIX secolo e la prima metà del XX secolo.. Interpretazione finalistica della natura. Spiritualismo, idealismo, pragmatismo e realismo. Eclisse del diritto naturale: convenzionalismo giuridico
3. Soggettivismo, convenzionalismo e relativismo nella filosofia della seconda metà del XX secolo: filosofia analitica, ermeneutica e postfilosofia. Influenza di Nietzsche, di Heidegger e di Wittgenstein. Il multiculturalismo di Habermas
4. Soggettivismo, costruttivismo e relativismo
nell’epistemologia della seconda
metà del XX secolo. Scissione tra filosofia e scienza
5. Un’oasi nel deserto della filosofia odierna: Robert Nozick, distinzione tra morale e diritto naturale
6. L’antropocentrismo alle origini della perdita del diritto naturale.
7. Confusione tra morale e diritto, tra economia
e morale
8. Confusioni filosofiche su globalizzazione e
Islam. Disarmo culturale dell’Occidente
9. Questioni giuridiche di vita e di morte alla luce del diritto naturale
10. Il diritto naturale come diritto di tutti gli animali. Excursus storico
11. L’antropocentrismo teologico. Inutilità e contraddizioni di ogni religione salvifica.