giovedì 10 luglio 2025

I GIUDICI IN ITALIA SONO LA FOGNA DELLA GIUSTIZIA

Indirizzato a donatella.aru@giustizia.it 

e a 

ministro@giustiziacert.it 

 Sono l'istituzione più squalificata in Italia. Nell'ultimo sondaggio risulta che solo il 38% si dichiara non contraria a tale istituzione nonostante il pantano in cui la giustizia oggi si trova per colpa dei giudici. Ne so io qualcosa per avere subito un processo CIVILE durato 25 anni. Soprattutto una giudice di Corte d'Appello, Donatella Aru, che per ciò che ha scritto dovrebbe essere indagata per fondato sospetto di corruzione a causa di una collusione con il liquidatore. Oltre la Cassazione una reale riforma della giustizia dovrebbe portare in Italia la Corte di giustizia europea, a cui sono ricorso, perché rimane pur sempre una Corte straniera, anche se formata da giuristi (studiosi del diritto) e non da giudici togati (manovali del diritto), come dovrebbe essere la stessa Corte tradotta in Italia per avere un potere superiore a quello della Cassazione, come lo ha la Corte Europea. I giudici togati dovrebbero sentire sopra la loro testa una Corte composta da giuristi e non da giudici togati.  Perderebbero la loro spocchia per il loro non sentirsi più padroni della giustizia. 

Questa donna ha scritto che avevo aperto un giudizio ordinario per chiedere la rimozione della nomina del liquidatore perché non vi era nemmeno un motivo che potesse giustificare la nomina del liquidatore di una società in cui avevo il 66% delle quote ed era stata sempre in attivo. Ebbene, poche pagine dopo mi ha rimproverato di non avere promosso un giudizio ordinario per chiedere la rimozione della nomina del liquidatore, nominato su richiesta di due pseudo fratelli che mi volevano costringere a vendere per sanare i loro debiti PERSONALI, convolgendo per questo la società che era stata sempre in attivo e conseguiva l'oggetto della società anche contro la volontà dei due soci di minoranza. Come può essere definito un giudice se non fuori di testa perché poche pagine dopo asserisce il contrario di ciò che aveva scritto poche pagine prima? Un'altra giudice, Tiziana Marogna, aveva rigettato la mia domanda di rimozione della nomina del liquidatore perché scrisse in una ordinanza che mi sarei dovuto rivolgere alla Cassazione. Vigeva in Cassazione una giurisprudenza minoritaria che le dava ragione ma ignorando colpevolmente che vi era una giurisprudenza altamente maggioritaria che diceva che mi sarei dovuto rivolgere al Tribunale, come avevo fatto. E a ridosso dell'ordinanza (11 novembre 1997) l'ultima sentenza della Cassazione su tale argomento (2 dicembre 1996, n. 10718) dava ragione a me. Orbene, come può essere definito un giudice come la Donatella Aru, che, anche per difendere la sua collega, giustificò l'ordinanza nonostante che nella sentenza avesse scritto che la Cassazione a Sezioni Unite nel 2002 aveva cancellato la giurisprudenza minoritaria? L'ha citata ma non ne ha tenuto conto. Come può essere definito un giudice come la Donatella Aru che non ha avuto alcunché da ribattere al giudice del tribunale Mario Farina che incredibilmente ritenne che fosse valida la notifica del bilancio con annessa la parcella di 166 milioni di lire avvenuta nel febbraio del 1998 dopo la revoca della nomina del liquidatore avvenuta nel mese di dicembre 1997 perché il Farina scrisse che il liquidatore poteva pensare in buona fede di essere ancora liquidatore? Roba da matti. Come può essere definito un giudice che non ha tenuto conto nemmeno della sentenza della stessa Corte d'Appello che nel gennaio del 2001 aveva dichiarato nulla la sentenza del tribunale che mi aveva revocato dalla carica di amministratore, con la conseguenza che io ero stato sempre amministratore, e pertanto, anche per questo motivo, non poteva ritenersi valida la nomina del liquidatore non potendo sussistere insieme l'amministratore e il liquidatore? Come può essere definito un giudice come la Donatella Aru che ha riempito la sentenza con sentenze della Cassazione senza mai accorgersi che erano tutte favorevoli a me? Incredibile ma vero. Come può essere definito un giudice che rigetta l'actio nullitatis con la domanda di nullità del processo (per assenza in giudizio della società, litiscosorte necessaria) scrivendo che bastava l'art. 742 C.P.C.? L'art. 742 riguarda un provvedimento camerale che non può mai dare luogo a un giudicato perché tale provvedimento può essere sempre rimosso senza limiti di tempo, facendo salvi i diritti dei terzi in buona fede. Come può essere definito un giudice che scrive che io non potevo oppormi alla liquidazione stante la volontà di due soci di minoranza? Veramente incredibile. La Donatella Aru ha scritto che il liquidatore era stato nominato anche con la mia volontà. Terribile. Terribile. Come può definirsi un giudice come la Donatella Aru che ha ritenuto privo di valore il decreto del presidente del tribunale che in data 2 dicembre 1997 aveva revocato la nomina del liquidatore perché occorreva l'unanimità dei soci mentre il presidente del tribunale Antonio Porcella aveva riconosciuto in base ai verbali di udienza che il liquidatore era stato nominato contro la mia volontà, per di più contro la volontà del socio di maggioranza al 66%? Avrete già capito che costei, se non è perseguibile per corruzione a causa del fondato sospetto che tutti i giudici per cui ero passato fossero collusi con il liquidatore, meriterebbe di essere licenziata a causa di tutte le documentate falsità in una sentenza piena di contraddizioni e affermazioni palesemente aberranti. Ho pronto l'esposto che a termini di legge deve essere indirizzato al ministro della giustizia. Se non l'ho ancora presentato dipende dal fatto che debbo fare fotocopia di tutti i 40 documenti. L'incapacità di rispettare la logica è più grave dell'ignoranza. Dal momento in cui mettono piede in un tribunale fanno carriera per sola anzianità. E non pagano mai di tasca propria quando facciano sentenze palesemente aberranti. Sono deluso a causa del fatto che il ministro Nordio nulla abbia ancora detto sulla responsabilità dei giudici quando facciano sentenze palesemente aberranti. Un giudice può rimanere tutta la vita in Tribunale (nel mio caso un Vincenzo Aquaro) e tuttavia andare in pensione con il titolo di consigliere della Cassazione. Capite a che assurdo si arriva?             

giovedì 3 luglio 2025

LE STRONZATE TEOLOGICHE DI VITO MANCUSO

Vito Mancuso filosofo teologo, Bologna. 48960 likes · 5430 talking about this. Pagina per autentici ricercatori spirituali, al di là di ogni dogma e...

Scriva mio nome e cognome su Google per avere notizie su di me. La teologia è uno scrivere sul nulla, anche ammesso che esista un Dio. Chi pretende di scrivere su Dio cade nel ridicolo per la sua presunzione. I teologi dovrebbero spiegarci quando sarebbe apparsa l'anima immortale nell'evoluzione biologica. Se l'uomo proviene dall'Australopithecus ed è passato per l'homo abilis, poi per l'homo erectus, poi per l'ho sapiens di Neanderthal e poi ancora per il sapiens sapiens, quando sarebbe apparsa l'anima immortale? Se lo immagina l'uomo di qualche milione di anni fa dotato di coscienza morale? Se è impossibile dare una risposta è bene che i teologi vadano a zappare la terra. Ho sentito oggi Mancuso nella trasmissione Quantestorie su Rai3. Ha parlato di valori morali. Non entra in testa ai filosofi e ai teologi che i valori morali sono sempre culturali e perciò non possono pretendere di essere universali. Anche il nazismo aveva i suoi valori morali fondati sulla superiorità della razza germanica. Gli islamici pretendono che i loro valori morali fondati sul Corano siano superiori a qualsiasi concezione del diritto. Il famoso Norberto Bobbio non si accorse che il suo giuspositivismo sfociava necessariamente nel relativismo. Da puro imbecille Bobbio ha scritto che basta considerare che in natura vige la legge del più forte (e portò l'esempio del pesce grande che mangia il pesce piccolo) per capire che proprio il suo esempio è una conferma del diritto naturale, contro cui si è scagliato nel suo libro Giuspositivismo e diritto naturale (1965). Non ha capito che il pesce grande mangia il pesce piccolo perché costrettovi dal diritto naturale, altrimenti il pesce grande morirebbe di fame. La maggiore forza del predatore è posta sempre al servizio del diritto naturale inteso come diritto alla propria autoconservazione. Solo l'uomo per ragioni culturali e non naturali ha posto l'uso della forza al servizio della sopraffazione da parte del più forte. Caro Mancuso, vada a zappare la terra come contadino invece di continuare a scrivere stronzate (secondo il significato che H. Frankfurt ha dato a questo termine nel suo libretto intitolato Stronzate (titolo in inglese On Bullshit), che sono le proposizioni senza alcun significato, al contrario delle menzogne, le cui falsità non escludono che siano dotate di senso. Tutti i suoi libri stanno tra le stronzate e le menzogne.

ECCO LA CENSURA DI GOOGLE. MA IO SO CHI E' STATO A VOLERE LA CANCELLAZIONE

 

Un saluto da Google,

Come forse già saprai, le nostre Norme della community (https://blogger.com/go/contentpolicy) descrivono i limiti di ciò che consentiamo, e non consentiamo, su Blogger. Abbiamo ricevuto una richiesta di revisione per il tuo post intitolato "MI E' STATO CANCELLATO DA GOOGLE L'ULTIMO ARTICOLO ". Abbiamo stabilito che viola le nostre norme e abbiamo eliminato il post, in precedenza all'indirizzo https://pietromelis.blogspot.com/2025/07/mi-e-stato-cancellato-da-google-lultimo.html .

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mercoledì 2 luglio 2025

NON E' VERO QUANTO E' CONTRARIO ALLA CONOSCENZA SCIENTIFICA

  

Questo articolo non è completo perché ho dovuto eliminare molte frasi. Ho ripetuto qui quanto avevo già scritto e son dovuto andare a memoria. Avrei dovuto porre in memoria l'articolo per rimetterlo nuovamente nel blog. Questo articolo è stato messo in memoria.  Sono ancor più convinto che questa massa vuole la libertà solo per sé stessa.  

Cercherò di riassumere tutto andando a pescare nella memoria. L'articolo nella prima parte era una breve storia di astronomia al tempo di Galileo per chiarire che l'anormalità non deriva dal fatto che una certa credenza o un certo comportamento vengono espressi da una minoranza. Altrimenti, ho scritto, anche Galileo e Giordano Bruno dovrebbero essere considerati anormali. E avevo fatto chiarito come l'astronomia del libro di Copernico (De revolutionibus orbium coelestium) non fosse stata condannata dalla Chiesa cattolica perché il teologo cristiano luterano Osiander aveva pubblicato il libro di Copernico aggiungendo una prefazione scrivendo che quella di Copernico era soltanto una teoria che non voleva affatto sostituirsi all'astronomia antica di Tolomeo che vedeva ancora la Terra immobiile e al centro di un Universo finito. Invece Galileo aveva visto nell'opera di Copernico una descrizione corrispondente alla realtà. Fece bene Galileo ad abiurare per salvarsi da una condanna. In questo modo poté continuare a vivere nel dorato esilio di Arcetri dove portò a termine il suo capolavoro Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze. Il sistema copernicano non fu meno complesso di quello tolemaico perché anche Copernico fece uso dei cerchi per descrivere il moto dei pianeti intorno al Sole. Anzi, dovette aggiungere dei cerchi per spiegare il movimento dei pianeti, soprattutto del movimento di rivoluzione di Marte intorno al Sole di Marte. Ogni pianeta si muoveva su un cerchio che a sua volta di muoveva lungo il primo cerchio chiamato epiciclo. La stessa cosa avrebbe dovuto fare Giordano Bruno, martire della libertà di pensiero. Per di più il Bruno aggiunse l'immagine di un Universo infinito. Ciò lo condannò al rogo. Ed è strano perché già il cardinale filosofo tedesco Nicolò Cusano (con il cognome Cues) aveva scritto che la Terra non era al centro dell'Universo e, se pure confusamente, aveva scritto che esistevano più universi. E nel XIII secolo l'arcivescovo di Parigi Stefano Tempier aveva affisso sul portale della Chiesa di Notre-Dame una serie di proposizioni contro S. Tomaso e la sua concezione di un Universo finito avente al centro la Terra. Nello stesso secolo l'arcivescovo di Parigi Nicola di Oresme aveva scritto che la Terra aveva un movimento rotatorio intorno al suo asse perché in questo modo il cielo delle stelle fisse, che indicava il limite dell'Universo,  non doveva fare un movimento rotatorio in 24 ore, dovendosi preferire che il movimento rotatorio fosse attribuito alla Terra per una questione di logica. La condanna di Galileo e quella di Giordano Bruno, a cui fu applicato una morsa nella bocca perché non potesse parlare, e tanto meno urlare quando le fiamme lo stavano bruciando nel rogo istituito nella piazza Campo dei fiori, dove oggi si trova la sua statua con un braccio rivolto in direzione del Vaticano, come ad indicare da dove partì la sua condanna al rogo. Fu Keplero a sostituire i cerchi con delle ellissi lungo le quali si muovevano i pianeti. E nei manuali di fisica sono presenti le tre leggi empiriche di Keplero, che aveva fatto frutto delle osservazioni dell'astronomo danese Tycho Brahe, che con un suo sistema astronomico ibrido aveva posto la Terra al centro dell'Universo ma con tutti gli altri pianeti giranti intono al Sole. Dai dati astromici di Ticho Brahe Keplero potè l'ipotesi che i pianeti si muovessero tutti lungo delle ellissi. A questa conclusione Keplero giunse considerando che l'astronomia fondata sui cerchi non poteva spiegare il movimento di Marte intorno al Sole perché sembrava che, muovendosi nel cerchio ruotante a sua volta nel cerchio di base chiamato epiciclo, Marte si spostasse sia sopra che sotto il piano del cerchio per giungere in qualche tratto a invertire il movimento. Fu dunque Marte ad offrire a Keplero la necessità di superare le difficoltà del movimento di rivoluzione di Marte. Keplero cercò, da prima, di usare una ellisse ad un solo fuoco. A questo punto, scrisse lo stesso Keplero che stava per impazzire non trovando una spiegazione per il complesso movimento di rivoluzione di Marte. E se la prende poi con se stesso per non avere capito subito che doveva impiegare una ellisse a DUE FUOCHI per spiegare il movimento di rivoluzione di Marte. Keplero inviò a Galileo una copia della sua Diottrica ove spiegava, tra le altre cose, i fenomeni della riflessione e rifrazione della luce passante da un mezzo meno denso a un mezzo più denso, perciò anche nel passaggio del raggio di luce dall'aria all'acqua. Fu Newton ad utlizzare le 3 leggi empiriche che, ripeto, si trovano nei manuali di fisica per le scuole, perché le 3 leggi empiriche di Keplero furono spiegate introducendo la legge della gravitazione universale. Senza Keplero non vi sarebbe stato Newton, mentre senza Galileo vi sarebbe stato comunque Newton, che per modestia scrisse che egli ebbe la fortuna di assisersi sulle spalle dei giganti per vedere meglio lontano. 

La storia ha riabilitato Galileo e la filosofia rende omaggio a Giordano Bruno. 

Vannacci nel suo famoso libro Il mondo al oirartnoc (contraio) non ha capito che la anormalità non dipende dal fatto che essa si fondi su una minoranza. Vannacci nel suo libro ha scritto: Cari omosessuali, normali non lo siete. Fatevene una ragione. Io nel mio prossimo libro Il mondo al oicsevor (rovescio) ho fatto notare che Vannacci avrebbe dovuto aggiungere una parola scrivendo: Cari omosessuali, normali non lo siete. Fatevene una ragione scientifica. Cioè biologica. Infatti sono errori della natura, precisamente la conseguenza di errori di duplicazione e trascrizione del DNA in RNA transfert e di disfunzioni ormonali. Come spiegato nel libro del biologo francese Jean-Didier Vincent Che cos'è l'uomo. I normali sono sottomessi alla dittatura del pensiero unico degli anormali. Tutto ciò è la conseguenza della malattia mortale dell'Occidente che è il relativismo, per cui non esistono verità ma solo interpretazioni, come disse Nietzsche, contraddicendosi perché anche ciò che ha scritto non è verità ma interpretazione. Non è più reato l'oscenità in luogo pubblico?  

Da notare come Aristotele considerasse l'omosessualità una malattia (Etica nicomachea VII,5), da considerare "fuori dei confini del vizio, come lo è la bestialità". Anche Platone considerò innaturale l'omosessualità nell'opera intitolata Leggi, dove (836e) scrive: "Non so chi non disprezzerà l'uomo che, prendendo il posto della donna, si assimila alla natura femminile. Quale uomo vorrà introdurre nelle leggi queste abitudini? Nessuno, io penso, purché abbia idea di che cosa  è la legge". E in un passo successivo (841d-842a) Platone prescrive "che uomo non ami sterilmente altri uomini", per cui deve essere "bandita completamente l'omosessualità fra maschi" e richiede che il trasgressore, privato della cittadinanza, "sia considerato straniero" e perciò esiliato. Platone fa riferimento alla stessa "legge naturale (839b) che vieta il matrimonio tra consanguinei.  


mercoledì 18 giugno 2025

TELMO PIEVANI

Sono più grande in età rispetto a Telmo Pievani. Prima che iniziasse a farsi conoscere come divulgatore scientifico io nel 1999 avevo pubblicato un libro di circa 500 pagine intitolato Biologia e filosofia. Origine della vita ed evoluzione biologica. Casualità e necessità. Purtroppo fu pubblicato negli Annali della Facoltà di Scienze della formazione (oggi chiamata Facoltà di Studi Umanistici dopo la unificazione con la Facoltà di Lettere e filosofia). Nel mio libro ho esposto largamente le opere di Mario Ageno con cui avevo un rapporto epistolare. Purtroppo venne a mancare poco prima che gli inviassi un biglietto d'aereo di andata e ritorno perché venisse a Cagliari per tenere una conferenza. Ageno fu professore di biofisica ottenendo la cattedra di tale insegnamento istituita proprio per lui. Nel mio prossimo libro, di cui ho già inviato il testo a un editore, ho dedicato due capitoli all'evoluzione cosmologica e biologica utilizzando quanto ho già scritto sull'evoluzione biologica in due libri. Pievani ha evitato di dedurre chiaramente le conseguenze dell'evoluzione biologica sulle credenze non scientifiche che dominano l'esistenza umana, forse perché non ha voluto apparire polemico nei confronti delle religioni. Pievani non ha voluto, per esempio, dare una risposta a chi, come me, si è domandato quando sarebbe sorta l'immortalità dell'anima umana nell'evoluzione partita circa sei milioni di anni fa dall'Australopithecus africanus per arrivare al Sapiens Sapiens passando attraverso il Sapiens dell'uomo di Neanderthal meno di un milione di anni fa. Circa un milione di anni fa aveva la specie umana una coscienza morale che deve essere un presupposto necessario per giustificare l'immortalità umana? Dopo qualche anno ho ricevuto un commento ad un mio articolo sul noto o famoso filosofo Emanuele Severino, su cui ho sempre irriso a causa delle sue affermazioni che appaiono pazzesche nel suo affermare nel libro Gli abitatori del tempo che l'evoluzione biologica non esiste perché, andando oltre Parmenide, l'eternità deve essere attribuita non solo all'essere considerato nella totalità dell'Universo ma anche a tutti gli enti. Con la conseguenza assurda che era necessario che Severino nascesse e che fosse vittorioso lo spermatozoo che, compreso tra milioni di spermatozoi compresi in una eiaculazione, arrivò a fecondare l'ovulo. E tutti gli altri spermatozoi erano anch'essi eterni? Per Severino la nascita e la morte non esistono perché la nascita è un apparire nel mondo fisico mentre la morte è un sottrarsi alla visibilità. E Severino fu anche opinionista nel Corriere della sera. I suoi libri sono una ripetizione sino alla nausea della immortalità di tutti gli enti e non solo dell'essere di Parmenide. Nel mio libro prendo in esame anche il lussureggiante sproloquio onirico di Massimo Cacciari che ha preteso di discettare sulla natura di Dio scrivendo che la sua natura deve essere ritenuta non comprensibile perché Dio è anche aldilà di ogni rigore voluto dalla logica. Però Cacciari, negando la comprensabilità della natura divina, tuttavia non si è accorto che è lui che non rispetta la norma del principio di non contraddizione. Sull'evoluzione biologica Cacciari non si è espresso, ma è evidente che la sua teologia non può non essere demolita dall'evoluzione biologica. 

Tornando a Pievani, bisogna riconoscere che egli si è astenuto da prendere posizione di fronte all'ignoranza dei filosofi. Però mi è sempre rimasta impressa la domanda: perché l'essere piuttosto che il nulla? Mi spaventa l'eternità dell'Universo, o del Multiverso se esistono altri universi oltre a quello visibile. Pievani evidenzia soprattutto la casualità che ha dominato tutta l'evoluzione biologica. La casualità demolisce ogni interpretazione antropocentrica dell'evoluzione biologica. E  Pievani ha mancato di rilevare un'altra conseguenza riguardo alla specie umana. Se si va nel campo dei diritti umani ne consegue che l'uomo non può considerarsi padrone della Terra come se tutta l'evoluzione biologica avesse come fine l'apparizione della specie homo. Se è casuale l'apparizione della specie umana questa specie non può arrogarsi per sé sola il diritto di esistere. L'esistenza della ragione di cui ci si serve per giustificare la superiorità dell'homo su tutte le specie di vita non può più essere il motivo che giustifichi la presunzione che tutte le specie viventi siano al servizio dell'uomo. Conseguentemente, ancora, se chiamiamo diritto naturale il diritto di esistere, tale diritto non può più essere circoscritto alla specie umana. Questo è l'aspetto rivoluzionario dell'evoluzione biologica fondata sulla casualità delle mutazioni, che distrugge la credenza alimentata dalle religioni che il diritto di esistere appartenga solo alla specie umana. Se il diritto naturale è il diritto di esistere come diritto all'autoconservazione lo stesso diritto deve esistere anche per tutte le specie viventi. Ma allora anche le pulci, le zecche, i pidocchi, le zanzare (e perché non anche tutti i batteri nocivi alla salute?) hanno diritto di esistere? Purtroppo sì, debbo rispondere. Quasi tutti i famosi filosofi o giuristi hanno ritenuto che il diritto naturale non esista perché in natura esiste il diritto ad esistere come diritto del più forte. Faccio i nomi di Hans Kelsen, Norderto Bobbio, Benedetto Croce. L'immeritatamente famoso Norberto Bobbio nel suo libro Giusnaturalismo e positivismo giuridico ha ritenuto che il diritto naturale non esista perché in natura esiste solo il diritto del più forte, come dimostrato, secondo Bobbio, dal fatto che il pesce grande mangia il pesce piccolo. Nessuno che gli abbia fatto notare questa cretinata considerando che questo esempio non demolisce il diritto naturale perché il pesce grande mangia il pesce piccolo in quanto costrettovi dal suo diritto naturale, cioè dalla sua necessità di nutrirsi se vuole continuare ad esistere. Quando Bobbio venne a Cagliari per una conferenza evitai  di ridicolizzarlo perché non avevo ancora maturato il mio pensiero sul diritto naturale. Egli merita di essere ridicolizzato perché non si accorse che il suo esempio confermava il diritto naturale avendo il diritto naturale di uno il limite del diritto naturale di un altro, come nella catena alimentare preda-predatore. Solo l'uomo, per ragioni culturali e non naturali, ha indirizzato la forza oltre la necessità naturale della sua autoconservazione. Nessun predatore uccide la preda oltre la sua necessità di autoconservarsi in vita. Se la zanzara (femmina) ha il diritto naturale di succhiarmi il sangue per riscaldare le sue uova e riprodursi io ho il diritto naturale di ucciderla per difendermi. La questione è così semplice, come scoperta dell'acqua calda, che vi è da domandarsi come mai filosofi e giuristi non l'abbiano capito ed abbiano considerato il rapporto preda-predatore come dimostrazione che il diritto naturale, ammesso che esista, possa valere solo per l'uomo. Pievani avrebbe dovuto allargare le conseguenze della casualità delle mutazioni biologiche alla sfera delle questioni che riguarda il diritto. Il diritto naturale o è di tutte le specie animali o è di nessuna, e così si rimarrebbe nel relativismo dei valori morali, e nella conseguente "guerra mortale tra valori morali" per usare un'espressione di Max Weber. Solo con il diritto naturale si può uscire dal relativismo dei valori morali, che sono sempre culturali e non naturali. Pievani non ha saputo, o non ha voluto, cogliere le conseguenze rivoluzionarie scaturenti dal diritto naturale, lasciando così le cose come stanno sul piano del discorso riguardanti i diritti umani, avendo trascurato le conseguenze scaturenti dalla casualità che domina l'evoluzione biologica.                                      

                   

  

E GUERRA SIA

Qualunque governo si sostituisca a quello dei fanatici che opprimono la popolazione in Iran non sarebbe peggiore di quello che dal 1979 si è instaurato in Iran accogliendo un pazzo che viveva esiliato in Francia. Il governo laico dello Scià era un governo illuminato nonostante fosse dispotico. I nati nel 1979 oggi hanno  46 anni e subiscono l'oppressione voluta da coloro che oggi sono morti da molti anni o sono arrivati ad una vecchiaia avanzata. Perché oggi la maggioranza deve subire l'oppressione da essi non voluta nel 1979? Bene arrivate le bombe se servono a spazzare via un governo che opprime qualunque forma di libertà di cui subiscono le conseguenze soprattutto le donne. Si tratterebbe in questo caso di bombe liberatorie.  

martedì 17 giugno 2025

RIVENDICO IL DIRITTO DI PROVARE SCHIFO

 per le manifestazioni delle anormalità fisiche dei cosiddetti gaypride. Pretendono di essere normali mentre sono SCIENTIFICAMENTE anormali, come ho dimostrato riportando quanto ha scritto il biologo francese Jea-Didier Vincent nel libro Che cos'è l'uomo 

lunedì 9 giugno 2025

DALLE RAPE SANGUE NON SE NE PUO' CAVARE. RIFORMARE IL CALCIO

Il 70% dei calciatori è costituito da stranieri. Bisogna introdurre un limite alla presenza di stranieri permettendo il tesseramento a 3 stranieri ma impedendo che ve ne possano essere più di 2 in campo.Questa invasione di stranieri impedisce che vengano presi in considerazione ragazzi italiani che meriterebbero di emergere. Che cosa impedisce che le squadre non siano piene di stranieri? Poi si dà la colpa sempre agli allenatori. Ma questi non possono cambiare in fuoriclasse gente mediocre, delle schiappe.    

domenica 8 giugno 2025

VI SONO DELITTTI COSI' EFFERATI DA RICHIEDERE LA PENA DI MORTE

Ragazzi assassini che escono da casa con un coltello. Mafiosi che pretendono di sostituirsi allo Stato. A sinistra del mio blog appare l'espressione Ordine liberale. Cliccatevi sopra ed entrerete nel sito dentro il quale potrete scegliere l'argomento che preferite. Questo sito (a pagamento al contrario del mio blog) risale al 2009 e con l'aiuto di un tecnico (a cui avevo dato dei dischetti, che poi furono sostituiti dalla pennina) perché vi riversasse molti argomenti tratti principalmente dal mio libro intitolato Scontro tra culture e metacultura scientifica e scelse lui come copertina l'uomo vitruviano di Leonardo. Il sito è una sorta di manifesto che espone quanto sono andato meditando sugli argomenti trattati. Qui mi limito a rilevare quanto sia dispotico e contraddittorio uno Stato che esclude la pena di morte. Molti giuristi e filosofi partono da un ipotetico stato di natura per giustificare la pena di morte perché nello stato di natura ognuno ha il diritto di uccidere il suo offensore facendosi giustizia da sé. Non si capisce perché lo Stato voglia dispoticamente sostituirsi al cittadino che non avrebbe mai voluto perdonare il suo eventuale assassino. Notare la contraddizione: chi si difende contro il suo eventuale assassino viene riposto dallo Stato nello stato di natura, in cui l'assalito ha il diritto di farsi giustizia da sé. Ma se l'assassino uccide una vittima innocente lo Stato restituisce all'assassino il suo diritto alla vita sottraendolo alla pena di morte.

Ciò che segue è tratto dal mio sopra citato libro Scontro tra culture e metacultura scientifica.  

Bisognerebbe dunque concludere che Beccaria non sarebbe oggi contrario alla pena di morte almeno per i delitti di mafia, in cui “i disordini tengon luogo di leggi”, o contro i trafficanti di droga, cioè di morte, siano collegati o non con la mafia.
La mafia non può essere combattuta democraticamente, ma sospendendo nelle regioni mafiose ogni forma di rappresentanza politica, esposta localmente ai ricatti mafiosi, e ogni forma di garanzia costituzionale nei confronti delle famiglie mafiose, a cui soggiace anche tutto l’apparato giudiziario, dalle guardie carcerarie ai direttori delle carceri, sino ai magistrati che dovrebbero giudicare i criminali mafiosi, i quali smetterebbero di comandare e ricattare anche dal carcere soltanto se venissero condannati alla pena di morte. Soltanto da morti non potrebbero più comandare e ordinare altre uccisioni. Si sa quali sono le famiglie mafiose, e quando si peschi dentro esse si pesca sempre bene, senza andare tanto per il sottile. Oggi lo Stato fa impiego dei cosiddetti “pentiti”, premiati per le loro “confessioni”. È il risultato, direbbe Beccaria, di uno Stato che, non avendo la forza di difendersi, a causa del suo garantismo nei riguardi delle organizzazioni criminali, cerca di comprarla, mandando in rovina l’edificio dell’ordinamento giuridico, fondato sulla proporzionalità della pena al delitto.
Uno Stato che non voglia intendere ciò è o buffone o connivente con questa feccia di specie solo biologicamente umana. Merito principale di Beccaria è l’avere evidenziato la necessità di “una proporzione tra i delitti e le pene”. Ma proprio tale proporzione sarà rivendicata da Kant contro Beccaria per giustificare la pena di morte.
Oggi nella dottrina penale americana prevale una concezione retributiva della pena che giustifica la posizione di Kant basata sul principio di eguaglianza. La legge del taglione (lex talionis) raccomanda di “fare agli altri ciò che questi hanno fatto a te”, come rafforzativa della regola aurea secondo cui bisogna “fare agli altri
ciò che vorresti fosse fatto a te” (norma evangelica). In base alla lex talionis si ripristina l’eguaglianza che è stata turbata dal crimine È questa la tesi di J. H. Reiman. In base a tale principio il crimine è un attacco alla sovranità dell’individuo che pone il criminale in una posizione di illegittima sovranità su un altro. La vittima ha il diritto, e la società il dovere, di rettificare la posizione del criminale riducendone la sovranità nello stesso grado.
La vittima avrebbe avuto, o ha, il diritto, ma non il dovere, di perdonare chi abbia attentato al suo diritto naturale, rispettando il principio che la vita della vittima innocente non possa essere valutata come inferiore rispetto a quella del suo uccisore.
Una pena alternativa come l’ergastolo (che in Italia di fatto non esiste più) non sarebbe in accordo con il principio di umanità della pena e dell’ipocrita funzione rieducativa di essa. È stato anche scritto: “Chi non avverte che vi è qualcosa di macabro e di beffardo in un processo nel quale la vittima non può più udire la propria voce?…Ma vi è di più, chi uccide con il suo delitto diminuisce in tutti il valore della vita, togliendo a ognuno un po’ di sicurezza di vivere, il che è come dire che lo priva di una parte della sua vitalità…L’esclusione della pena di morte per omicidio è un portato di maggiore civiltà o non è invece il segno di una minore sensibilità morale e di una meno chiara percezione del vero?…Chi con deliberato proposito uccide un uomo deve essere a sua volta ucciso dalla società costituita, che non può sottrarsi al suo obbligo senza macchiarsi di una colpa…È forse giusto che chi uccide non venga a sua volta ucciso? E che gli si infligga invece una pena di carcere che sarà mite in ragione di come saprà difendersi contro un morto”, grazie ad avvocato prezzolato o al solito psicologo o sociologo di turno pronto a trovare tutte le attenuanti generiche e  specifiche? Si vuole spesso dimostrare che l’assassino nel momento del crimine fosse incapace di intendere e volere. Ma poi riacquista sempre la lucidità! Si pretende assurdamente che il criminale si riconcili con la società senza tenere in alcun conto la vita dell’ucciso.
 

Justice, Civilation and the Death Penalty, Justice 1991.
Carlo Cetti, Della pena di morte/. Confutazione a Beccaria, Como 1960, pp. 12-13.
 

Gli abolizionisti sono proprio coloro che ipocritamente o disonestamente tengono in minor valore la vita umana, stando a difesa anche dei più spietati assassini.
Questo discorso vale anche per gli idioti di Amnesty International e di Nessuno tocchi Caino, che, come direbbe Hegel, alla ragione sostituiscono la “brodaglia del cuore” (Lineamenti di filosofia del diritto, pref.): associazioni di saccenti presuntuosi e arroganti che credono di avere un cervello migliore di quello di tutti i pensatori che abbiamo citato.
A parte la giustizia che bisogna rendere alla vittima, anche se morta, vi è un superiore interesse della società a liberarsi degli assassini che a ritenere “sacra”, come stupidamente si dice, anche la vita di un criminale.
T. Sellin volle dimostrare con un’indagine statistica che la pena di morte negli Stati Uniti non aveva un’influenza frenante sugli indici di morte per omicidio. Gli rispose Isaac Ehrlich, che scrisse che i metodi statistici erano inattendibili, mentre, avvalendosi di diverse ipotesi, si poteva affermare che durante il periodo 1935 ciascuna esecuzione capitale aveva prevenuto il verificarsi di sette o otto omicidi in più. Infatti il criminale, in base alle offerte di mercato, conforma la sua condotta al desiderio di massimizzare il suo guadagno e di minimizzare i costi personali. Quando tra i possibili costi vi è la pena di morte diminuisce il desiderio di massimizzare il profitto. Ma questi sono argomenti utilitaristici che non scalfiscono mimamente il principio secondo cui la vita dell’assassino non deve valere più di quella della sua vittima. 
Chi è favorevole alla pena di morte ormai non ha più il coraggio di dirlo pubblicamente o non trova spazio, in Europa, soprattutto in Italia, per affermarne la giustezza perché i mass media, operando una dispotica censura, hanno deciso che i favorevoli alla pena di morte sono dei barbari, che non debbono corrompere i civili.
L’opposizione alla pena di morte vuole essere espressione di superiorità morale, ma è di fatto soltanto espressione di inferiorità giuridica.  
Da notare come gli stessi mass media, essendo totalmente privi di alcuna capacità o volontà di discutere sul piano razionale, essendo capaci di fare soltanto affermazioni moralistiche ed emotive contro la pena di morte, gonfi di sentimento e vuoti di ragione, confermino che la morale nasce soltanto dal sentimento e non dalla ragione, perché non trovano altro mezzo di persuasione, giocando sui sentimenti, che
impiegare la telecamera per far vedere il condannato che soffre o l’ambiente della camera della morte, approfittando del fatto che non vi è mai una telecamera pronta a riprendere l’assassino quando infierisce impietosamente sulla vittima innocente. E se le immagini dell’assassino all’opera esistessero, ipocritamente non verrebbero fatte vedere con la scusa di non turbare la sensibilità dello spettatore. Inoltre gli abolizionisti non vogliono misurarsi con il gran numero di sostenitori della pena di morte facendo finta che non esistano o impediscono un pubblico confronto, certamente timorosi di scoprirsi in minoranza. Essi sono anche dei disonesti arroganti, e pretendono di essere rappresentanti del progresso civile, sapendo solo demonizzare verbosamente come incivili chi ha seri argomenti contro di essi.
Sia almeno riconosciuto ad ognuno il diritto di dichiarare se sia disposto a perdonare il suo eventuale assassino, perché lo Stato non si sostituisca alla volontà della vittima innocente.
È contraddittorio che ognuno per legittima difesa possa anticipare il suo aggressore armato uccidendolo, mentre si riconosce allo stesso aggressore che abbia anticipato la vittima il diritto di continuare a vivere.
La legittima difesa presuppone che nel momento dell’aggressione la vita dell’aggressore non disponga più della tutela della legge e che esso si ponga in uno stato di natura, ponendo la sua vita alla mercé dell’aggredito. Non si capisce dunque perché lo Stato restituisca la tutela alla vita dell’assassino soltanto perché questo è riuscito ad anticipare la vittima.

The Death Penalty, The American Law Insitute, Philadelphia 1959.
The deterrent effect of punishment: a question of life and death, American Economics Reviw, 65, 1975.
 

mercoledì 4 giugno 2025

L'IGNORANZA DI LANDINI SUL REFERENDUM

Ha detto che presentarsi al seggio elettorale e rifiutare le 5 schede è come andare al mercato e rifitare di compare.  Gli manca completamente la logica. Chi rifiuta di andare al seggio coopera a non far raggiungere il 50% più uno. E io sono tra questi. E' la migliore opposizione al referendum con cui disonestamente è stata inclusa nel referendum la domanda se si voglia ridurre a 5 gli anni richiesti per avere la cittadinanza. Come dire: paghi uno e prendi due. Gli imbecilli sono ben rappresentati da Landini (quanto guadagna al mese?) che crede che presentandosi al seggio per garantire il posto di lavoro a fronte di un licenziamento senza giusta causa sia indotto a votare SI anche per ridurre della metà gli anni richiesti per avere la cittadinanza (da 10 a 5 anni). Come dire: paghi uno e prendi due. Andando al seggio per essere iscritto nel registro apposito significa includere il non voto nel 50% più uno dei presenti nel seggio elettorale. La Meloni ha voluto esprimere la sua contrarietà al referendum e allo stesso tempo chiudere la bocca a coloro che la possono accusare di rifiutare la migliore forma di democrazia che è il referendum con cui agli elettori si dà la possibilità di esprimersi direttamente saltando le pastoie del parlamento. Ma sarebbe stato necessario introdurre un referendum anche propositivo. Ma ciò è impossibile perché la Costituzione ha voluto impedire la vera forma di democrazia  che è quella diretta, come la concepì Rousseau nel Contratto Sociale contro la democrazia rappresentativa che toglie al popolo la possibilità di promuovere una legge e non solo quella di cancellare una legge. Da notare che l'art. 1 della Costituzione dice che il potere appartiene al popolo. Ma è falso se non si dà al popolo il potere di legiferare con un referendum propositivo. Data la sua figura di presidente del Consiglio la Meloni ha voluto dare l'immagine di chi accetta la democrazia nella forma di democrazia diretta e non solo rappresentativa. Ma coloro che non hanno da difendere una immagine pubblica è meglio che non si presentino al seggio per impedire che si raggiunga il 50% più uno degli elettori. Ma in cuor suo la Meloni spera che siano una minoranza coloro che si presenteranno al seggio. Se non si raggiunge il 50% più uno la Meloni potrà vantare una sua vittoria contro tutta l'opposizione che vuole ancora l'invasione dell'Italia da parte dei clandestini, quasi tutti musulmani.                 

lunedì 2 giugno 2025

NELLA STRISCIA DI GAZA NON VI E' UN GENOCIDIO...

 ...come si sta dicendo da varie parti. La popolazione araba nella striscia di Gaza è aumentata, ho appreso. Si rimane sconcertati nell'apprendere l'aumento della popolazione a Gaza. Il che significa che gli arabi continuano a fottere anche sotto le bombe. Una donna ha perso sotto le bombe 9 dei suoi 10 figli. L'unico sfuggito alle bombe verrà in Italia per le cure. Mi viene in mente ciò che aveva scritto Oriana Fallaci rilevando che le pance delle donne arabe avrebbero fatto vincere gli arabi invasori. Bisogna non andare ai seggi elettorali perché non venga superata la metà degli aventi diritto al voto. Se non si vuole aumentare la popolazione islamica in Italia non basta votare NO. Votando si favorirebbe il raggiungimento del quorum, necessario perché il referendum venga ritenuto valido. E' stata spesa una somma  enorme a causa di più di 20 milioni di copie per stampare il lenzuolo contenente i 5 punti contenuti nelle schede stampate per il referendum.      

giovedì 29 maggio 2025

Mi MANCA LA CORREZIONE DELLE ULTIME 50 PAGINE DI UN TESTO Di 150 PAGINE INTITOLATO UN MONDO AL OICSEVOR (ROVESCIO)

 Sarà pubblicato prima da Amazon per due motivi. Amazon non esercita una censura sui libri che stampa per ridursi ad un lavoro di stampatore e basta. Ad Amazon editore non interessa intervenire sul contenuto del testo e lascia a se stesso il ricavato delle vendite nella misura del 40% per affrontare il costo della stampa e pagare i suoi collaboratori per la stampa del libro. L'autore deve stare attento a con commettere errori di battitura e di sintassi perché Amazon non esercita il lavoro di editing. Aspetto negativo. Ma è anche  un vantaggio perché Amazon si lascia all'autore il 60% con in più la libertà di poterlo stampare con altri editori. Amazon ha una visibilità internazionale che gli editori italiani non hanno nemmeno se si tratta dei più grandi editori italiani. Questo è possibile perché proprietario del libro rimane l'autore e non l'editore, e l'autore può ripubblicarlo con altro qualsivoglia editore. Il noto libro di Vannaci passò prima per AMAZON avendo fretta nel pubblicarlo. Ma poi il suo libro fu riscritto forse del proprietario dell'editore il CERCHIO, che lo modificò nella scrittura, non nel contenuto, giacché il testo aveva avendo bisogno correzioni riguardanti la scrittura e non il contenuto. Una volta impaginato da Amazon il testo, l'eliminazione degli errori di stampa non era compito né di Vannacci né di Amazon, che si limita a fare il lavoro di impaginazione e non di revisione del testo potendo perfino ignorarne il contenuto. Per questo motivo il libro di Vannacci pubblicato da Amazon venne ritenuto una autopubblicazione. Certamente il testo pubblicato da Amazon è stato riscritto da altri in un corretto italiano prima che lo pubblicasse l'editore Il Cerchio. Da buona fonte si è appreso che sia stato lo stesso editore a riscrivere il testo di Vannacci. Dopo la pubblicazione del testo con Amazon, il libro rimane di proprietà dell'autore, e ciò consente all'autore di pubblicarlo anche con l'editore che abbia interesse a pubblicarlo. L'editore non ha un lavoro facilitato perché Amazon fornisce un testo che non è corretto nella lingua italiana non essendo compito di Amazon fare il cosiddetto editing, cioè il lavoro di correzione di tutto il testo con il lavoro di revisione e messa a punto redazionale, effettuata prima dell'invio in composizione del testo consegnato dall'autore. Il libro di Vannacci ha come titolo Il mondo al oirartnoc (contrario). Io ho usato un termine più forte nel titolo Il mondo al oicsevor (rovescio). Vannacci ha scritto  una cretinata facendo dipendere l'anormalità da una minoranza perché allora anche Galileo e Giordano Bruno dovrebbero essere considerati anormali considerando che ancora si imponeva in astronomia una raffigurazione dell'Universo con al centro la Terra e limitato dal cielo delle stelle fisse, tali non perché non si muovessero ma perché le stelle conservavano le loro posizioni reciproche in un cielo che compiva una rotazione completa nel tempo di un giorno .             

lunedì 26 maggio 2025

IL MIO COSTANTE TRAGICO PENSIERO

Perché l'essere invece che il nulla? Tutta la filosofia occidentale è partita da questa domanda. Parmenide, il terribile Parmenide, come lo definì Platone nel dialogo omonimo, l'opera che nella seconda parte arriva ai vertici del pensiero di tutta la storia della filosofia, cercò di dare una risposta che appare banale nella sua profondità. Il pensiero è pensiero dell'essere perché il nulla non può essere pensato. Ma Parmenide partì dal pensiero come premessa. Ed è per questo che la frase di Parmenide non può soddisfare. Perché partire dal pensiero invece che dall'essere? Anche Platone cadde dentro la risposta di Parmenide che cercò di superare presupponendo che l'essere non possa esistere senza il pensiero. Gli idealisti infatti cadono in questa affermazione antiscientifica. Poniamo da parte il pensiero considerando che l'essere (l'universo) continuerebbe ad esistere anche senza la presenza umana sulla Terra e anche senza la presenza di altri esseri pensanti in una qualsiasi altra parte dell'universo.  Perché esiste dall'eternità l'universo piuttosto che uno spazio vuoto e infinito? Questo pensiero faceva naufragare Leopardi nella sua più famosa poesia L'infinito. Ma al contrario di Leopardi che diceva "e il naufragar m'è dolce in questo mare" il naufragar nell'infinito dell'essere non mi è affatto dolce. E' tremendo. Tutte le religioni sono sorte dalla paura del nulla dopo la morte perché il nulla può essere pensato, come ancor più profondamente spiegò il primo Heidegger in Essere e il tempo (1927), con ciò contraddicendo Parmenide. Il nulla è per Heidegger l'anticipazione del nulla dopo la morte. Ma il secondo Heidegger, senza per questo negare il primo Heidegger, cercò di dare una spiegazione che  giustificasse l'esistenza del pensiero traendolo fuori dalla sua casualità, quale si deve ritenere scientificamente in base alla cosmologia e all'origine della vita nella sua evoluzione dalle prime manifestazioni di vita sulla Terra. Il pensiero per il secondo Heidegger non è frutto della casualità quale presupposto dell'origine della vita. Il pensiero per il secondo Heidegger è pensiero dell'essere non nel senso di Parmenide, che poneva come principio l'essere e non il pensiero. Per il secondo Heidegger il pensiero è pensiero dell'essere nel senso che il pensiero appartiene all'essere quale necessaria manifestazione dell'essere a se stesso. Ma allora è evidente che la risposta di Heidegger andava oltre la scienza per cadere nella metafisica. Rimane il tragico del nulla dopo la morte. Parafrasando il Don Abbondio dico che se uno la fede non ce l'ha non se la può dare. E che pensare dello spiritismo se non vi sono trucchi? Perché dovrebbe esistere l'immortalità solo per l'anima umana negandola ad ogni altra forma di vita se unica è l'origine di tutte le forme di vita come ci spiega la biologia evoluzionistica? Avrei preferito non nascere per non essere sottoposto al tragico del pensiero del nulla.        

venerdì 23 maggio 2025

SIA CONDANNATO A MORTE PER CRIMINI CONTRO L'UMANITA'...

 ...ma insieme con tutti quegli ebrei che sono colpevoli per non avere promosso una guerra civile contro i sostenitori del criminale Netanyahu.  

giovedì 22 maggio 2025

PAZZESCO. LA CORTE COSTITUZIONALE VA CONTRO SE STESSA

Viene ammessa l'esistenza di due madri e di due padri. Contro l'art. 29 della Costituzione che riconosce solo "la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio". Gli imbecilli, e ce sono tanti nel parlamento, diranno che il matrimonio è già stato riconosciuto in coppie omosessuali. Ecco la prima manomissione della Costituzione che per matrimonio i costituenti avevano in mente un uomo e una donna, meglio dire un maschio e una femmina. Ma questo non è bastato.  Adesso viene elevato o elevata a genitore o a genetrice chi genitore o genetrice non è. Quando leggo queste aberrazioni contro natura per reazione mi viene da parteggiare per la Russia che ha invaso l'Ucraina, piena di cliniche dove pagando si compera uno spermatozoo o un ovulo lasciando nell'anonimato chi si è prestato a questa pratica innaturale. Oltre tutto si nega al nasscituro il diritto di sapere chi siano i genitori veri, cioè quelli biologici. Perché altrimenti si nega il diritto di sapere chi sia il genitore anonimo, e pertanto quali malattie il nascituro possa avere ereditato dal genitore anonimo o dalla genitrice anonima, essendo impedita una anamnesi medica. Pertanto non dovrebbe essere permesso ad una donna di partorire senza individuare chi sia il genitore biologico. Invece è garantito l'anonimato a chi cede uno spermatozoo ad una donna partoriente in ospedale. Si sono inventati l'espressione "coppie arcobaleno" questi sciagurati che pensano solo al loro egoismo pretendendo di essere normali. Ho sempre ritenuto necessario che il futuro disgraziato non sia privato del suo diritto di sapere chi sia il padre o la madre biologica, che hanno donato rispettivamente uno spermatozoo o un ovulo. Se una cosa simile fosse capitata a me avrei odiato il padre o la madre biologica che per puro egoismo fossero ricorsi ad una inseminazione artificiale impedendomi di sapere chi fosse il genitore rimasto anonimo. Perché chiamare il falso genitore o la falsa genitrice alla stregua di un secondo padre o di una seconda madre? Non so come avvenga l'adozione nel caso di una coppia normale che chiedano l'adozione. Gli "arcobaleno" hanno il cervello tarato dal loro egoismo Occorre una legge che imponga che nessuno o nessuna possa avvalersi di una inseminazione artificiale nell'anonimato del donatore o donatrice. Nessuno ha domandato di nascere.      

martedì 20 maggio 2025

CHE COSA CHIEDEREI ALL' ATTUALE NEOELETTO PAPA LEONE XIV

Mi dica quando Dio avrebbe infuso alla specie Homo l'anima immortale. La specie Homo derivò dall'Australopithecus africanus, da cui derivò la specie più bassa dell'Homo, che è l'Homo abilis, da cui derivarono l'Homo erectus e, per ulteriore evoluzione biologica, l'Homo sapiens di Neanderthal e l'Homo sapiens sapiens. Leibniz pensò che Dio avesse infuso l'anima immortale "per folgorazione" a tutta la specie umana dopo che la specie raggiunse un certo grado dell'evoluzione. Contemporaneo di Darwin fu Wallace, a cui Darwin riconobbe di essere arrivato all'evoluzione biologica indipendentemente da lui. Ma Wallace, considerando l'evoluzione assai rapida del cervello umano rispetto a tutta l'evoluzione biologica precedente del cervello umano giunse alla conclusione che Dio avrebbe guidato da quel punto in poi l'evoluzione della specie Homo. Dopo di che Wallace incominciò ad interessarsi allo spiritismo. Darwin, sconcertato, gli scrisse così: "Tu hai ucciso il nostro comune figlio". Cioè l'evoluzione basata sulla selezione naturale. Ma non basta. In quale fase o momento dell'evoluzione sarebbe stata infusa l'immortalità all'anima umana? Se ne dovrebbe dedurre che poco prima si sarebbero avuti genitori privi dell'anima immortale ma generanti figli dotati di anima immortale. Non basta. I primi ominidi che ebbero l'anima immortale non avrebbero conosciuto i loro genitori nell'aldilà. In che cosa sarebbe consistito il peccato originale, senza il quale non si giustifica l'incarnazione del Verbo, incarnatosi per togliere con il battesimo il peccato originale? Ancora non basta. Dai reperti archeologici risulta che l'Homo erectus in Asia convisse con il più evoluto Homo sapiens. E infine: avevano l'erectus e il sapiens una conoscenza del peccato che esige una responsabilità morale? E in che cosa sarebbe consistito il peccato originale se si deve fare a meno del racconto biblico della creazione che contrasta con l'evoluzione biologica? Domanda senza  che vi possa essere una risposta. Alcuni teologi cristiani, pur accettando l'evoluzione biologica, pensarono che il peccato originale si sarebbe trasmesso a tutta l'umanità per compartecipazione alla stessa specie. Lo stesso S. Paolo nell'Epistola ai Romani, che Lutero considerò il documento fondativo del cristianesimo, dovette riconoscere che anche i pagani si sarebbero salvati se avessero rispettato "la legge naturale iscritta nei loro cuori". Ma S. Paolo, il vero fondatore del cristianesimo, si accorse o non si accorse che in questo modo non sarebbe stata necessaria la predicazione del cristianesimo? Giovanni Paolo II ha detto che bastava il rispetto della legge naturale per essere destinati alla salvezza. Si consideri che tutti i popoli non toccati dalla predicazione evangelica si sarebbero comunque salvati. Prima del cristianesimo, d'altronde, il cristianesimo non poteva essere considerato alla stregua di un biglietto di ingresso alla salvezza. Prima del cristianesimo, e ancora oggi per tutte le popolazioni non toccate dalla conoscenza del cristianesimo, vi era una sorta di autostrada per arrivare in paradiso. Con l'entrata del cristianesimo nella storia l'autostrada si ridusse ad una strada stretta e pericolosa, tutta piena di curve pericolose perché si può andare facilmente fuori strada. In sostanza: il cristianesimo ha reso più difficile l'ingresso in un paradiso perché nella mancanza di una conoscenza delle norme, pur contraddittorie, dei dettami evangelici non vi è peccato. Lo ha scritto lo stesso S. Paolo che non vi è peccato se non si ha coscienza del peccato. Questo vorrei dire all'attuale neoeletto papa Leone XIV.                   

sabato 17 maggio 2025

FIERA DEL LIBRO PER GLI IGNORANTI

Intervistati sempre autori di romanzi. Quand'ero bambino leggevo classici di libri di avventure, Verne, Stevenson, Kipling, etc., etc. Ora tutti chiusi in scatoloni sopra grandi armadi. Nella mia libreria non vi sono romanzi. Riconosco che possono esservi stati dei limiti in me. Ma che cosa ho perso? Secondo me nulla. Crescendo mi sono reso conto che perdevo tempo perché non mi davano conoscenze. E il tempo dedicato a un romanzo era tempo rubato a saggi scientifici, filosofici e storici. A dire il vero nemmeno i testi filosofici danno conoscenze se non affrontano tematiche scientifiche perché ogni filosofo inizia sempre criticando altri filosofi. La storia della filosofia è paragonabile a un ristorante con un vastissimo menù. Ognuno sceglie il piatto che più aggrada al suo palato. Ma non avrà nuove conoscenze. In tutta la vita, tolti i romanzi di avventure, non ho più letto romanzi. E Kafka e Dostoevskij, per esempio, sono da trascurare? Hanno un fondo filosofico con riflessioni sulla vita, sul bene e sul male. Ma nemmeno essi danno conoscenze. Anche i grandi romanzieri sono degli ignoranti. Mi ricordo di un Giorgio Bocca che spiegò in che cosa consistesse la differenza tra uno scienziato e un romanziere. Il primo ha il tavolo da studio ricoperto di libri a cui deve fare riferimento nello studio. Il secondo ha il tavolo senza presenza di libri perché non gli servono. Rimane ignorante. Conoscono i romanzieri la relatività ristretta e generale di Einstein? Hanno conoscenze riguardanti la comune origine di tutte le forme di vita che demolisce ogni spiegazione teologica? Allora vi sarebbe da concludere con la pagina con cui si concludono le Ricerche sull'intelletto  e sui principi della morale di David Hume. 

"Quando scorriamo i libri di una biblioteca, persuasi di questi principi, che cosa dobbiamo distruggere? Se ci viene alle mani qualche volume, per esempio di teologia o di metafisica scolastica, domandiamoci: Contiene qualche ragionamento astratto sulla quantità o sui numeri? No. Contiene qualche ragionamento sperimentale su questioni di fatto e di esistenza? No. E allora gettiamolo nel fuoco perché non contiene che sofisticherie e inganni". 

mercoledì 14 maggio 2025

L'INGORDO AUSTRIACO

Non gli bastano i milioni che guadagna con il tennis. Accetta anche di fare pubblicità per una nota pasta, per un operatore della rete mobile e anche per una crema per la pelle. Pagasse almeno le tasse in Italia. NO. Ha la residenza a Montecarlo. E gli idioti vanno a vederlo come se fosse un italiano. NO. E' un austriaco, nato da genitori austriaci anche se è nato in Alto Adige, in realtà Sudtirolo che fu per secoli terra austriaca sino a quando ingiustamente passò all'Italia dopo la prima guerra mondiale. Sinceramente, quando lo vedo mi sta sulle palle. Non ne sopporto nemmeno la vista. 

Ma l'Italia dopo la seconda guerra mondiale perse ingiustamente terre che erano state sempre italiane, come l'Istria e la Dalmazia per la loro appartenenza alla Repubblica veneta. 

domenica 11 maggio 2025

MI SI DIA UNA RISPOSTA SULL' ALDILA'

I papi dovrebbero dirci che cosa vi è dopo la morte. Il resto non mi interessa. In che cosa consisterebbe l'eternità dell'anima immortale dopo la morte? Mi spaventa una eternità dell'anima se non si sa che cosa si faccia durante questa eternità. Si ritrovano le anime dei nostri familiari? E perché non dovrei rivedere gli affetti dei miei familiari non umani cioè i cani e i gatti? Data la comune origine di tutte le fome di vita allora dovrebbero avere una eternità anche tutti gli insetti, compresi le pulci, i pidocchi, le schifose zecche etc., etc. Mi si dia una risposta che riguarda l'aldilà e non l'aldiqua. di cui invece si occupano anche i papi. Mi si dia una risposta nel mio blog pietromelis.blogspot.com

sabato 10 maggio 2025

MA E' CONSERVATORE O PROGRESSISTA LO SPIRITO SANTO?

Forse lo Spirito Santo era distratto quando fu eletto il predecessore di Leone XIV

giovedì 8 maggio 2025

HA VINTO S.AGOSTINO CON LA DOTTRINA LUTERANA DELLA PREDESTINAZIONE

Da un mio manoscritto di circa 700 pagine intitolato Geometria del diritto naturale. La morale come oblio della giustizia. Dall'Antichità a oggi. Manoscritto risalente ad alcuni anni fa e che attende ancora di essere pubblicato.  Aggiungo qui che la fondamentale contraddizione di Agostino è la stessa contraddizione di S.Paolo, che da una parte riconosce il valore delle opere e dall'altra affaccia la dottrina della predestinazione perché Dio non può perdere la sua libertà facendosi subordinare dalle opere. Ma con ciò venendo a mancare la ragione del proselitismo cristiano. Agostino accetta solo un corno delle Epistole di S. Paolo, cioè la predestinazione, diventando così involontariamente ispiratore della Riforma di Lutero e di Calvino. Mi sono sempre domandato come Agostino possa ancora essere considerato il maggiore Padre della Chiesa cattolica quando, invece, meriterebbe di essere considerato un pericoloso eretico. Il fatto è che lo stesso cristianesimo nacque dalla contraddizione delle Epistole di S. Paolo, specialmente dell'Epistola ai Romani, che Lutero considerò il documento fondatore del cristianesimo. Si aggiunga l'ulteriore contraddizione derivante dal fatto che Agostino considerò "massa dannata" tutti coloro che fossero rimasti fuori del cristianesimo se Dio aveva già stabilito dall'eternità coloro che si sarebbero salvati. Il nuovo papa Leone XIV, agostiniano, si è mai reso conto di tutte le contraddizioni contenute nelle opere di Agostino?  La Controriforma cercò di porre riparo alla contraddizione esistente tra il riconoscere valore alle opere e la predestinazione agostiniana-luterana e si appellò invece al geniale equilibrismo di S. Tomaso, che sostituì alla predestinazione la prescienza per salvare il valore delle opere. Dio conosce il futuro ma lascia libero l'uomo non intervenendo nel suo operare. La grazia è qualcosa in più che facilita le opere di bene.        

Non minori illogicità possono riscontrasi sul tema della libertà, che Agostino affrontò cercando inutilmente di accordare il libero arbitrio con la predestinazione dovuta alla grazia di Dio, combattendo, da una parte il determinismo dei manichei, dall’altra la tesi di Pelagio, secondo cui la salvezza è ottenibile soltanto con le opere, e non con la grazia. Agostino oscillava tra due opposte esigenze: la salvaguardia della libertà come fatto non naturale – ché, se fosse naturale, ricadrebbe nella necessità naturale – ma come grazia divina concessa a tutti, e la necessità di giustificare la libertà divina a tal punto da non doverla rendere dipendente dai meriti acquisiti da una volontà umana moralmente libera. Questa doppia esigenza nasceva dalla necessità di giustificare la dottrina del peccato originale, che avrebbe corrotto la natura umana e reso necessario l’intervento della grazia divina come libero dono, non vincolato dall’uso buono della volontà libera. Nel De libero arbitrio Agostino, combattendo i manichei, non aveva tenuto conto che la sufficienza delle opere ai fini della salvezza rendeva privo di conseguenze il peccato originale, e conseguentemente inutile il sacrificio della croce. Ma, attribuendo nel De libero arbitrio a tutti gli uomini la volontà libera come costitutiva dell’anima umana per volontà soprannaturale, negava il male radicale del peccato originale che rendeva necessaria la redenzione per la riacquisizione della libertà morale. Inoltre, escludendo l’esistenza del male “in quanto tutto ciò che esiste è buono” (Confessioni, VII, 13,19), Agostino favoriva un atteggiamento di indifferenza tra il peccare e il non peccare. Secondo Pelagio la grazia si aggiunge alle opere, se queste sono virtuose. Non è dunque la grazia di Dio che può rendere meritorie le opere. Tesi, quelle di Pelagio, assai vicine a quelle di Ario, nel loro riferimento immediato alla morale stoica dell’autoresponsabilità, che si traduce in norma divina soltanto in quanto norma di giustizia nel suo appello alla ragione naturale. Pelagio riteneva che il peccato originale non avesse corrotto la natura umana impedendole di conservare il libero arbitrio indirizzandolo con le opere meritorie verso il bene, e che, pertanto, Gesù non fosse il redentore, il figlio di Dio incarnatosi per togliere il male radicale del peccato originale. Gesù era soltanto un maestro di morale di cui bisognava seguire l’esempio.  

Partendo dalla questione del libero arbitrio, e non, come Ario, dalla questione della natura del Verbo, ritenuto da Ario una creazione di Dio finalizzata all’incarnazione di Gesù, e perciò priva della sostanza di Dio, Pelagio arrivava anch’egli a negare la divinità di Gesù. Agostino, radicalizzando la grazia divina come espressione del suo sommo arbitrio, finiva, come Ario, con il subordinare la ragione di Dio, il Verbo, alla sua libera volontà, con la conseguenza di distorcere il concetto di giustizia appellandosi alle parole di S. Paolo: “Indipendentenmente dalla legge è stata manifestata una giustizia di Dio, attestata dalla legge e dai profeti; vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù” (Lett. ai Romani, 3, 2). “Se qualcuno fra voi si immagina d’esser savio in questo secolo, diventi pazzo affinché sia savio; perché la sapienza di questo mondo è pazzia presso Dio” (Lett. ai Corinzi, 3, 18). Di fronte alle ambiguità, già viste, di S. Paolo, che aveva anche scritto che i pagani si potevano salvare anche con la legge morale inscritta nei loro cuori, Agostino radicalizza uno dei corni della contraddizione paolina, per aggiungere al primato della fede quello della predestinazione, che rendeva inutile la stessa fede, nonché tutto il discorso sulla giustizia. Egli scrive a proposito della grazia: “ Le opere non producono grazia, ma sono prodotte dalla grazia. Così nessuno fa il bene per ricevere grazia, ma perché ha ricevuto la grazia opera il bene” (De diversis quaestionibus ad Simplicianum, I, quaestio II, 3). Inoltre: “ La grazia non viene elargita a tutti gli uomini, e colui al quale è data non la riceve in considerazione delle sue buone opere, né in ricompensa della sua buona volontà” (Epistola 217 ad Vitalem carthaginensem).

Non basta dunque credere in Cristo figlio di Dio; Dio concede la grazia per una sua giusta decisione. Il concetto di giustizia è così diventato ormai soltanto una farsa, perché ha cancellato totalmente qualsiasi appello alla ragione, sostituita dalla volontà. Dio può esigere, sia l’espiazione del peccato, sia condonarlo, secondo Agostino (Ibid., quaestio 16). E aggiunge: “ Di chi non ha misericordia, a chi ritiene che non si debba usare misericordia, egli giudica nel segreto più intimo della sua giustizia, lontanissimo dall’umano sentire. I suoi giudizi infatti sono ‘imperscrutabili e ininvestigabili le sue vie’ (Lett. ai Romani, 11, 33)…Che diremo? Che in Dio vi è ingiustizia, se Egli a chi gli piace richiede e, a chi gli piace condona, Egli che, in ogni caso, non richiede se non ciò che gli è dovuto, non dona se non ciò che è suo?” (De diversis quaestionibus, quaestio 16, 22). Volendo essere più cristiano di S. Paolo, Agostino non solo non riconosce alcuna salvezza fuori della fede, condannando così tutta l’umanità non cristiana, ma esclude anche qualsiasi possibilità di salvezza per i cristiani che non siano toccati dalla grazia.

Partendo da tali premesse non era nemmeno possibile giustificare nel De civitate Dei la storia di Roma con spirito messianico, in una asserita dialettica tra il bene ed il male, tra la città celeste e quella terrena, se la predestinazione annulla qualsiasi libertà, mentre giustifica il male quale parte di un disegno divino imperscrutabile. “Questa città celeste, finché è peregrina in terra, chiama a sé i cittadini di tutte le genti, e in tutte le lingue raduna la peregrina compagnia; né si preoccupa di ciò che in essi è diverso nelle costumanze, nelle leggi e negli statuti con cui consegue e si conserva la pace terrena: non guasta alcuna cosa, non distrugge alcunché, anzi piuttosto custodisce e asseconda quelle istituzioni che cooperano alla pace terrena, purché non danneggino la religione per la quale vengono ammaestrati i popoli nell'adorazione dell'unico, vero e sommo Dio" (De civitate Dei, XIX, 17).

Si può notare come la bontà delle istituzioni giuridiche venisse vagliata da Agostino in base al loro accordo con la religione cristiana. L’apparente razionalismo di Agostino (di radice neoplatonica) è soltanto la maschera di un irrazionalismo mistico impregnato di contraddizioni.

 

mercoledì 7 maggio 2025

IL CARDINALE GIANFRANCO RAVASI

Ha 83 anni e pertanto non può far parte dei 133 cardinali che elegeranno il nuovo papa. Ma l'età non impedisce ai 133 cardinali di nominare papa un cardinale, o anche un vescovo, in teoria anche un umile prete, che ha superato gli 80 anni e pertanto non può far parte del conclave. Ritengo che sarebbe il migliore papa perché sovrasta per grande cultura tutti quelli che stanno per eleggere il nuovo papa. Non esiste lo Spirito Santo perché Ravasi non è stato incluso tra i papabili. 

martedì 6 maggio 2025

DUE CRIMINALI. MA IL SECONDO MENO RISPETTO AL PRIMO

Il primo è Netanyahu che ha distrutto tutti i palazzi della striscia di Gaza dimostrando da imbecille che gli preme sconfiggere Hamas invece di salvare gli ostaggi. Dopo la strage di 1200 israeliani il 7 ottobre del 2023 avrebbe dovuto scendere a patti con i terroristi di Hamas liberando gli arabi detenuti nelle carceri dovendo avere come priorità la salvezza degli ostaggi presi dopo il crudele eccidio portato a termine dai criminali di Hamas che hanno poi portato in ostaggio i prigionieri. Solo dopo avrebbe dovuto scatenare la guerra contro Hamas, che d'altronde era stato con grave insipienza riconosciuto da Israele per contrapporlo al "governo" palestinese di Abu Mazen. Il criminale Netanyahu non capì che per molti anni Hamas aveva costruito sotterranei lungo tutta la striscia di Gaza, dove erano stati portati tutti gli ostaggi. La sua criminalità ha aumentato l'odio degli arabi, che non possono essere sconfitti nei sotterranei dove ancora vengono tenuti gli ultimi 49 ostaggi, dopo la liberazione di molti di essi, ma dove ne sono morti molti altri. 

Putin è un altro criminale che continua a muover guerra contro l'Ucraina pretendendo di incamerare il territorio del Donbass nella Russia. Ma l'invasione dell'Ucraina, bisogna ricordarselo, fu una risposta all'eccidio perpetrato dagli ucraini nei confronti dei russi abitanti nel Donbass.  L'insipiente Zelensky avrebbe dovuto concedere un'ampia autonomia ai russi del Donbass. Ricopiando la politica che l'Italia mise in atto per conservare l'Alto Adige, che in realtà è per l'Austria il Sudtirolo, che l'Austria perse dopo la prima guerra mondiale nonostante che il Sudtirolo avesse fatto sempre parte dell'Impero austriaco. L'autonomia fece sì che gli austriaci del Sudtirolo avessero dei privilegi economici che fecero preferire loro la permanenza entro i confini dell'Italia facendo sentire gli italiani stranieri nell'Alto Adige, con il tedesco come prima lingua nelle scuole e l'italiano come lingua straniera.  Il tennista Jannik Sinner, lo ci si metta in testa, non è italiano ma austriaco. Anche la sua racchetta è austriaca e non italiana. E il furbastro ha scelto come residenza Montecarlo per non pagare le tasse in Italia. Gli italiani sono, non dico accetti, ma sopportati solo come turisti, anche per esperienza personale. Mussolini, prima di allearsi scelleratamente con Hitler, aveva inviato l'esercito ai confini con l'Austria temendo che Hitler occupasse il Sudtirolo, come di fatto fece dopo l'istituzione della Repubblica Sociale.              

domenica 4 maggio 2025

IL DISCORSO VERITIERIO DI UN IPOTETICO ULTIMO PAPA

Riporto da un mio libro pubblicato nel 2010 e intitolato Io non volevo nascere. Io non volevo nascere per non essere costretto a vivere in un mondo che non mi può dare alcuna certezza costringendomi a vivere con domande che non possono avere alcuna risposta, né scientifica né, tanto meno, filosofica o religiosa. Una vita accompagnata dalla disperazione circa il senso e l'origine della vita, umana e non umana.    

 Il papa, come teologo esperto delle fonti dell'Antico Testamento, potrebbe essere assalito da forti dubbi sulla sua veridicità per un affiorare della ragione sopra il livello della fede, pur nello sforzo di rimuoverli dalla coscienza per occultarli nel subconscio. Benedetto XVI ha scritto che “la critica storica ha scompaginato la Bibbia rendendo non credibile la sua origine divina”.[1] Viva la sincerità! Che significa ciò? Può significare 1) che il Dio cristiano prima si sarebbe rivelato con pessime credenziali come Jahweh, cioè come sanguinario dio ebraico che, essendo ancora assente la trinità, e perciò privo della razionalità del Verbo (desunto dall'Intelletto neoplatonico), comandava lo sterminio di intere popolazioni ebraiche per salvare, da dio protonazista, la purezza della razza ebraica; oppure 2) il Dio cristiano non era Jahweh, che ha molte affinità con Allah, che gli aggiunse disgraziatamente il proselitismo con le armi, assente nel giudaismo, ed in tal caso la dottrina cristiana, fondata sulla continuità tra Antico e Nuovo Testamento, che, con tutti i suoi riferimenti all'Antico, vorrebbe essere il completamento del primo nella realizzazione delle antiche “profezie”, andrebbe in rovina.

  Date queste premesse, possiamo immaginare che il papa lasciasse libertà ai suoi dubbi, occultati nel subconscio e si affacciasse alla finestra sulla piazza S. Pietro per dire:

   “Carissimi fratelli in Cristo, non ho avuto sinora il coraggio di dirvi che, dopo ulteriori riflessioni sui miei studi di esegesi biblica, sono convinto che l'Antico Testamento sia tutto un imbroglio, e dunque lo è anche il Nuovo. Conservate di questo i messaggi morali, tra cui la norma “fai agli altri quel che vorresti fosse fatto a te”. E' un principio di carità cristiana, non un obbligo giuridico. Ma attenti ad intenderlo bene, perché potrebbe essere un principio pericoloso se qualcuno, per fanatismo religioso, si sentisse in dovere e in diritto anche di uccidere, credendo di dover meritare la stessa sorte della vittima se si trovasse al suo posto, perché ritenuta nemica della fede. Ricordatevi che Confucio nel 500 a.C. disse:  "Non fare agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te", che è una norma giuridica, e non morale. Cristiani, rompete le righe! Da oggi arrangiatevi! Ognuno per sé e Dio per tutti...sperando che esista. Ma non sarebbe certamente quello della Bibbia. E tanto meno quello del Corano, a cui non si può riconoscere nemmeno dignità morale, essendo un libro predicatore della violenza e dell'odio per coloro che non vi credono. Conservate le radici greco-romano-cristiane dell'Occidente, in conformità alle frasi di Gesù "il mio Regno non è di questo mondo" e "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio", giacché può esistere un cristianesimo laico, fondato sul diritto naturale, con Gesù uomo e non anche figlio di Dio se non per elezione, buono anche per gli atei, che, se rispettano la norma di Confucio, avrebbero più meriti, di fronte a Dio, rispetto ai credenti che hanno rispettato anche la norma di Cristo per salvarsi l'anima. Se Dio esiste, si salvi chi può! Ognuno a suo modo, credente o non credente, purché rispetti il diritto naturale, che, in quanto naturale, non può essere della sola natura umana, data la comune origine di tutte le forme di vita”. Così parlerebbe il papa del subconscio     

 


[1]M.Pera-J.Ratzinger, 

Senza radici. Europa.Relativismo.Cristianesimo.Islam, ,

Mondadori 2004, p.114.