Con la scellerata legge del 7 luglio 2011 (vi era ancora il Berlusca al governo) è stata approvata una legge che riconosce la pensione di reversibilità alla coppia che abbia contratto matrimonio prima dei 70 anni e non vi sia una differenza di età superiore ai 20 anni.
Come può uno Stato intromettersi
nelle scelte di vita privata? Come può imporre un limite di
età e di differenza di età per chi voglia sposarsi? Si è pensato che il vecchietto potrebbe essere abbindolato. In che senso?
Se risulta capace di intendere e volere non può essere privato
di una sua libera e cosciente scelta. Perché l'anziano che
abbia superato i 70 anni non dovrebbe avere il diritto di lasciare la
pensione di reversibilità ad una donna che lo assista
nell'ultimo percorso di vita? Sposando la badante questa cesserebbe
di essere una badante, tranne che faccia la furba ed abbandoni
l'anziano che ha sposato solo per interesse. In tal caso la legge
avrebbe potuto e dovuto prevedere la perdita del diritto alla
pensione di reversibilità. Questa legge, facendo di tutte le
erbe un fascio, non ha, oltre tutto, distinto tra donne straniere e
italiane. Anche se ciò è un fatto secondario. E per capire meglio quanto sia scriteriata questa legge affaccio
il caso di uno che rimanga vedovo dopo i 70 anni. La seconda moglie,
che non deve superare una differenza di età superiore ai 20
anni, deve vivere sperando che il marito viva almeno altri dieci anni
per avere intera la pensione di reversibilità. Altrimenti ha
diritto ad un decimo della pensione per ogni anno di matrimonio.
Lo Stato non deve intromettersi perché non
può essere lo Stato a decidere l'età in cui uno deve
sposarsi. E questa è la risposta più importante. Se
si vuole invece una risposta difficile, ma del tutto inessenziale alla
luce del diritto alla pensione di reversibilità, aggiungo altri argomenti. Sotto molteplici punti di
vista. Anche dal punto di vista sessuale perché il far l'amore
diventa, come si suol dire, un dovere coniugale. E se è un
dovere dove sta il piacere? Si cade nella routine quotidiana.
Intendiamoci. Questo vale anche per la semplice convivenza. Inoltre il matrimonio è
un capestro che viene posto subito dal Codice Civile e dal diritto di
famiglia a danno del coniuge economicamente più forte, che è
normalmente l'uomo. E con il matrimonio la coppia deve subire l'ipocrita formula della reciproca fedeltà "sino a che morti non vi separi". Quei
fetenti della Lega Nord, volendo contrastare matrimoni con straniere hanno voluto una legge anticostituzionale in quanto discriminatrice. Ma si stanno
avviando verso la fine che si meritano questi boriosi e falsi
rappresentanti del Nord e di una inesistente Padania.
Quanti si sono rovinati sposandosi per amore? Una
cosa è vivere da fidanzati e tornare poi ciascuno a casa sua.
In questo caso manca la routine della convivenza. Ma in caso di
separazione e di divorzio, normalmente chiesto per l'80% dalle donne,
come risultante dalle cause in tribunale, è capitato che il
povero marito, anche se immune da colpe, sia stato costretto dalla
legge a lasciare la casa alla moglie, a cercarsi conseguentemente una
casa in affitto e a passare un assegno di mantenimento alla moglie.
Praticamente rovinandosi. Tanto più se vi sono figli di mezzo.
Qualcuno è finito senza casa non potendo permettersi di pagare
un affitto per un'altra casa.
Io ho sempre detto: guardarsi dallo sposarsi per amore,
soprattutto se in giovane età. Si cambia con il tempo e si
scopre solo con la convivenza di avere caratteri incompatibili.
L'amore iniziale, che è innamoramento, passa, pur potendo
rimanere l'affetto. Ma è certo che con il tempo non vi può
essere più passione. Non vi è più gioia.
Subentra la noia. Accentuata dalle comuni e normali faccende e
difficoltà quotidiane. Mi ricordo a questo proposito della più
nota canzone di Califano. Io non ho mai avuto
interesse per la musica leggera, che per me è artigianato, non
arte, e infatti non fa parte della storia della musica, ma qualche
canzone si è quasi costretti ad ascoltarla, magari anche
quando viene persino trasmessa in un telegiornale nell'occasione
della morte di un noto cantante e della sua commemorazione.
Un tempo si diceva che erano i figli che tenevano saldo
il matrimonio. Oggi è il contrario. Emancipatasi prima
psicologicamente che economicamente, la donna, soddisfatto l'istinto
naturale della maternità, anche se non è di tutte le
donne, quando le viene a noia il marito, anche in assenza di
contrasti, sia caratteriali che di altra natura, vede nel marito uno
che le è servito da stallone e di cui può fare a meno.
Soprattutto se vuole rifarsi una nuova vita sessuale. Preferisce
generalmente rompere il matrimonio piuttosto che farsi un amante. Il
marito le diventa un estraneo. Può giungere a convincersi che
i figli siano solo suoi per il fatto che il marito vi abbia impiegato
pochi minuti per farli, mentre lei vi ha impiegato ogni volta nove
mesi. L'uomo, al contrario, più spesso non rompe il matrimonio
solo per il fatto che gli sia venuta a noia la moglie. Preferisce
trovarsi fuori della famiglia una diversa vita sessuale facendosi
un'amante.
La Chiesa è contro il divorzio. Ammette solo
la separazione. Anche se si rende conto che a questo punto la pretesa
che i coniugi separati vivano una vita di castità è
assai difficile da realizzarsi, se non impossibile.
La Chiesa certamente si riferisce al Vangelo di Marco per
sostenere l'indissolubilità del matrimonio. Ma io propongo
una rilettura del passo di Marco alla luce di quello di Matteo. Cito adesso un lungo passoda un mio libro
E' vero che il Vangelo di Marco (10, 1-12) dice: "Ciò
che, dunque, Dio ha unito, l'uomo non separi". Ma lo si
confronti con quello di Matteo (19, 9-12), che su quest’argomento
è più esteso, in quanto non esclude il divorzio, ma si
limita a proporre, invece che imporre,
la conservazione del legame matrimoniale come perfezione morale, non
a tutti richiesta. Infatti i discepoli avevano obiettato a Gesù:
“Se tale è il caso dell’uomo rispetto alla donna non
conviene prender moglie”. “Ma Gesù rispose loro: “non
tutti son capaci di praticare questa parola,
ma quelli soltanto ai quali è dato”. E prosegue con una
metafora: “Vi sono degli eunuchi i quali sono stati fatti tali
dagli uomini, e vi sono degli eunuchi i quali si son fatti eunuchi da
sé a cagione del regno dei cieli. Chi è
in grado (di farlo) lo faccia”. Dunque Gesù
non pretese che tutti si facessero eunuchi da sé, cioè
- fuori della metafora - non divorziassero. Disse soltanto che chi si
fosse fatto eunuco, cioè non avesse divorziato, avrebbe
acquistato un merito maggiore. Il suo concludere con “chi è
in grado di farlo lo faccia” non lascia dubbi. Esso significa
soltanto: chi è in grado di rinunciare al divorzio non
divorzi. Non vi è alcun divieto di divorzio, perché
viene solo espressa una preferenza morale. Il divieto del divorzio è
un’invenzione della Chiesa cattolica. E si sa quale fosse il
contesto storico in cui la frase di Gesù fu pronunciata: gli
ebrei talvolta, pur contro la riforma legislativa di Esdra e di
Nehemia (V secolo a. C.), che vietava il matrimonio con donne
straniere, ripudiavano la moglie, appellandosi alla legge mosaica, ma
per risposarsi con una straniera, di altra religione, ed usufruire
in tal modo della protezione, politica ed economica, di una grande
famiglia straniera. Gesù voleva soltanto frenare una pratica
che si stava estendendo. Nell’ebraismo è infatti la
religione della madre a determinare quella dei figli, perché
la sua identità è sempre sicura.
E in questo senso Gesù volle
riformare la legge mosaica, che permetteva facilmente di ripudiare la
moglie, come si deduce dalle stesse frasi che precedono il famoso
passo di Marco.
Qui termina la citazione del mio libro.
Ma la Chiesa non è si
potuta sottrarre alla frase perentoria e più chiara del
Vangelo di Marco. Quale sarebbe la soluzione se anche un lungo
fidanzamento senza convivenza non darebbe la certezza alla coppia di
avere caratteri compatibili?
Ogni coppia, prima di sposarsi, dovrebbe sottoporsi
alla prova della convivenza, anche per molti anni, per sapere se
possano andare d'accordo. E lo Stato, se fosse rappresentato da
politici intelligenti, al contrario di quei coglioni della Lega Nord
e di quelli che con il disonesto governo Berlusconi l'hanno sostenuta
in questa maledetta legge, dovrebbe favorire la convivenza prima del
matrimonio, richiedendo solo la certificazione della convivenza prima
del matrimonio in modo da far valere anche gli anni di convivenza ai
fini della pensione di reversibilità. Calerebbe di molto il
numero delle separazioni e dei divorzi, che intasano i tribunali, si
rafforzerebbe il vincolo familiare e si eviterebbero tante situazioni
familiari incresciose anche a danno dei figli. Il governo Berlusconi,
prima di dimettersi pochi mesi dopo, ha fatto questo "bel
regalo", credendo in questo modo di far risparmiare soldi allo
Stato in fatto di pensioni di reversibilità. La cosa sa di
disonesto perché proprio questa legge è stata approvata
in un periodo in cui si era reso evidente quanto fossero ladroni
tutti i partiti con i finanziamenti ad essi riconosciuti con spreco
di danaro pubblico usato anche per spese o acquisti privati. Altro
che credere di risparmiare prendendosela contro le pensioni di
reversibilità ponendo il limite di età dei 70 anni!
Disonesti!
Questo non significa che io sia favorevole al
riconoscimento delle coppie degli omosessuali, che sono innaturali,
oltre che fisicamente schifosi al solo pensiero di ciò che
fanno. Sia ben chiaro. Che capiterebbe se avvenisse tale
riconoscimento, voluto oggi da una falsa sinistra?
Anche due eterosessuali qualsiasi potrebbero farsi passare per
omosessuali e certificare una comune residenza, pur continuando a
vivere separatamente, ciascuno nella propria casa, essendo la
residenza distinguibile dal domicilio. E così, non esistendo
l'ostacolo del vincolo di sangue che vige per il matrimonio, lo zio
potrebbe sposare il nipote, o la zia la nipote, i cugini e le cugine
potrebbero sposarsi tra loro, e così via con tanti altri
esempi che potrei portare. A questo punto potrebbe andare in
fallimento l'INPS. Bastano anche queste sole considerazioni per far
capire che il riconoscimento di tutte le coppie di fatto, compreso il
riconoscimento del diritto alla pensione di reversibilità, può
essere coltivato soltanto da politici fuori di testa. Insomma: un
falso Paese di Bengodi perché comporterebbe una maggiore
tassazione per tutti al fine di sostenere la follia di una pensione
di reversibilità estesa anche agli omosessuali.
“Se c’è un Dio, dovrà implorare per il mio perdono.”
questa frase, vera o falsa che sia, pur mettendo in dubbio l’esistenza di dio, non la nega, ma dimostra un forte disappunto circa i metodi utilizzati dallo stesso, per giungere alla purificazione……….dunque, cio’ che si diceva e’ che, dopo l’olocausto, evidentemente il rapporto con dio, da parte di molti ebrei, deve essere cambiato……..personalmente, ritengo che un dio del genere, se esistesse, sarebbe da evitare……….anche perche’, non mi pare che gli uomini abbiano imparato qualcosa da tutti questi esempi di “giustizia” divina…….mi pare che siamo ancora gli stessi, con pochi pregi e molti difetti e, mi pare che la cattiveria, l’invidia, la gelosia, la lussuria, la gola, l’avarizia, l’ira, l’accidia, la superbia e la stupidita’, regnino sovrane………..dunque, o dio e’ un educatore incapace, oppure e’ un sadico, oppure un arteriosclerotico, oppure dio e satana sono la stessa cosa…….oppure, semplicemente, dio non esiste…….