Dal mio prossimo
libro VERGOGNATEVI! IL DIRITTO NATURALE CONDANNATO ANCHE IN
CASSAZIONE. AL LETTORE IL QUARTO GRADO DEL GIUDIZIO
Lo ha
scritto un ebreo, Norman G. Frikelstein , autore di un libro
intitolato L'industria dell'olocausto. Per questo l'autore fu
espulso da Israele e la sua presenza fu definita non gradita. E si
può a proposito leggere quanto con illuminazione ha
commentato su questo libro il noto giornalista e scrittore
indipendente (non appartenente ad alcun partito politico) Massimo
Fini. Ecco dunque dove voleva giungere l'accusa scellerata di
istigazione all'odio razziale e religioso. Avere persino infamato
l'olocausto. E non per averne messo in dubbio l'esistenza da
negazionista delle camere a gas (perché si vorrebbe da parte
di molti ebrei delle sinagoghe, come Riccardo Pacifici, introdurre
assurdamente il reato di negazionismo anche in Italia, come in
Francia, in Germania e in Austria, Stati che debbono ricostruirsi
una verginità storica che non hanno), ma per il solo fatto di
avere scritto che non riuscivo a commuovermi della fine nei lager
nazisti degli ebrei farneticanti alla Di Segni che credono di poter
ammantare di sacralità e come atto persino educativo la
macellazione kosher. E il mio non commuovermi si è voluto
tradurlo in istigazione all'odio razziale per tutti gli ebrei. Ma da
qui dichiaro il mio assoluto disprezzo per quei parrucconi disonesti
che sono giunti persino a tirare in ballo l'argomento dell'olocausto
per servire meglio gli interessi liberticidi del potentato degli
ebrei delle sinagoghe, di fronte a cui “giudici” della
Cassazione sino abbassati le braghe. Perché non si può
toccare l'industria dell'olocausto. Guai a chi si permette questo.
Ma a me non interessava affatto l'argomento dell'industria
dell'olocausto, che mi avrebbe portato fuori tema. Eppure la
disonestà ha voluto che si toccasse anche questo argomento
per aggravare l'accusa. Questa è una sentenza che, come si
suol dire, grida vendetta al cospetto di Dio (ma quale Dio?). I
dico, piuttosto, che è una sentenza che grida vendetta al
cospetto del diritto naturale.
Avrei
preferito non toccare il tema del nagazionismo. Ma di fronte al
tentativo di individui, come Riccardo Pacifici, di introdurre anche
in Italia il reato di negazionismo uno è costretto a
diventare dubitazionista.
Nel gennaio del 2012 ha dichiarato
Pacifici. “Distinguiamo
fra diritto di opinione e negazionismo. Affermare in una casa
privata che l’Olocausto non sia mai avvenuto può essere un
gesto stupido, immensamente riprovevole e simile a chi sostiene che
la Terra è piatta. Ma credo non si possa più concedere
il diritto di alzarsi in piedi in un’aula parlamentare, in
un’università, in un luogo pubblico in cui si formano le
coscienze e dire che la Shoah è stata un’invenzione. La
legge riguarderebbe questo ambito”.
Dunque sarebbe un reato
esporre (non dico condividere) in pubblico le tesi sostenute dai due
più noti negazioni Robert Faurisson e Paul Rassinier
(medaglia d'argento per avere partecipato alla Resistenza ed essere
rimasto invalido a causa delle torture subite dai nazisti nei campi
di concentramento di Buchenwald e di Mittelbau-Dora, che si trovano
in Germania, mentre si è sempre riconosciuto che gli asseriti
campi di sterminio si trovavano solo in Polonia). Incredibile. Si
vuole portare la storia in Tribunale in oltraggio alla libertà
di ricerca storica con l'affermare per principio che il negazionismo
non fa parte della ricerca storica. In modo che venga proibito un
confronto pubblico tra tesi opposte e la storia sia sempre quella
scritta dai vincitori.
A
chi ha subito l'olocausto tutto deve essere concesso. Questa rendita
non può mai essere toccata. Chi la tocca muore. E l'olocausto
degli almeno 7 milioni di morti (ma alcuni dicono siano stati 13)
nei lager staliniani anche prima della guerra? E gli almeno un
milione e 400 mila ebrei morti nei gulag staliniani prima della
guerra e dopo la guerra, con le persecuzioni degli ebrei morti nei
gulag sovietici dopo la seconda guerra mondiale con i progrom
staliniani? Questi non fanno storia. Non contano. Sono stati uccisi
dai sovietici, vincitori nella seconda guerra mondiale. Non fanno
parte dell'olocausto. E' evidente che vi sono morti molto meno
importanti, anche se molto più numerosi, di cui si può,
anzi, si deve, tacere. La storia è scritta dai vincitori.
Dal mio
libro IO NON VOLEVO NASCERE
Che la
cifra di sei milioni di ebrei sia vera è ancora tutta da
dimostrare. Tra gli affermazionisti dell’olocausto e i
negazionisti io ho inventato la categoria dei dubitazionisti,
sulla base di un’ampia letteratura, consegnatami in CD da un frate
benedettino – e costretta vergognosamente alla clandestinità
- che giunge persino, da parte di alcuni autori, a negare
l’esistenza delle camere a gas. E non mi riferisco tanto a David Irving, che ingiustamente fu arrestato in Austria durante una conferenza. Mi riferisco piuttosto a Paul Rassinier e Robert Faurisson. Il primo, medaglia d'argento della Resistenza, arrestato, torturato (sino ad essere reso invalido) e internato nel lager di Buchenwald, ha scritto La menzogna di Ulisse (1949, ed. Comunità 2001), Il vero processo Eichmann (1962, ed. Effepi 2007) e Il dramma degli ebrei in Europa (1964, ed. Europa 1968). Il secondo è autore, principalmente, di Scritti revisionisti (leggibili integralmene in francese nel sito aaargh.codoh.info/livres/livres). E’ possibile che siano tutti matti o falsari e che la verità
stia solo dalla parte degli ebrei, che, essendo parte in causa, come
in un comune processo, non possono essere testimoni di se stessi?
Perché, per esempio, continuano a rimanere segretati i tre
volumi della Croce Rossa internazionale che ispezionava i campi di
concentramento nazisti? Evidentemente perché si ha interesse
a che rimangano segretati. Come è possibile che siano morti
in campi di concentramento (se non anche in camere a gas) sei
milioni di ebrei se è stato accertato che nel 1939 la
popolazione ebraica in Europa era di 6 milioni e che nell’Europa
occupata dai nazisti era non più di tre milioni perché
molti erano emigrati in Unione Sovietica, negli Stati Uniti o in
Paesi neutrali non toccati dalla guerra? Nessuno degli occidentali
poté visitare Auschwitz ed altri campi di concentramento
(detti di sterminio) della Polonia, occupata dai sovietici, se non
dopo 10 anni dalla fine della guerra. E non si trovarono mai tracce
di una passata presenza di camere a gas, mentre i sovietici
avrebbero avuto interesse a non cancellarle. Ancor oggi ad Auschwitz
si può vedere solo un forno crematorio. Ma poteva servire per
bruciare i cadaveri di quelli che vi morivano per altri motivi
(soprattutto per dilaganti epidemie), per impedire di dover
seppellire i cadaveri ed impedire l’espandersi di epidemie, che
decimavano come mosche gli internati negli ultimi mesi di guerra,
quando non giungevano più rifornimenti e si moriva anche di
fame. E’ possibile che un solo forno crematorio sia bastato a
bruciare i cadaveri di 3 milioni di ebrei che nella sola Auschwitz
sarebbero morti tutti in camere a gas? Andando nei particolari: come
mai la famiglia Frank, arrestata nell’agosto del ‘44, e giunta
ad Auschwitz nel mese di ottobre, non finì in camera a gas,
ma, addirittura, le due sorelle furono trasferite nel gennaio del
1945 a Bergen-Belsen (non lontano dal confine con l’Olanda), dove
morirono entrambe di tifo, mentre la madre, già malata da
tempo, morì ad Auschwitz di malattia e il padre sopravvisse
sino all’arrivo dei sovietici? Allora è falso quanto si
racconta, che gli ebrei in grado di lavorare venivano inviati nelle
fabbriche circostanti mentre gli altri finivano subito in camere a
gas. O la famiglia Frank era fatta di accozzati di ferro? E come mai
Simon Wiesenthal, il noto cacciatore dei nazisti, rimase sempre in
un campo di concentramento austriaco, mentre si è sempre
riconosciuto che i campi di sterminio si trovavano solo in Polonia?
La storia dei 6 milioni di ebrei è nata durante il processo
di Norimberga, con un Tribunale che, sotto l’aspetto giuridico fu
un obbrobrio, in quanto i cosiddetti giudici non potevano avere
alcuna legittimità giuridica. Da chi furono nominati? Dai
vincitori! Roba da matti! Lo stesso maresciallo Montgomery,
vincitore di El Alamein, commentò ironicamente che in futuro
sarebbe stato un crimine contro l’umanità perdere una
guerra. Prima o dopo si dovrà conoscere la verità
sull’olocausto. E l’olocausto della popolazione civile di
Dresda, vigliaccamente rasa al suolo dagli inglesi verso la fine
della guerra, quando, oltre tutto, non aveva più senso né
scopo giacché per la Germania la guerra era ormai persa? No!
Di questo olocausto non bisogna parlare, perché fu attuato
dai vincitori. Come furono attuati dai vincitori gli inutili
bombardamenti in molte città d'Italia, con la morte di
migliaia di civili. Con l'unico scopo di terrorizzare la
popolazione, non avendo i palazzi delle città alcuna
importanza strategica. Solo dopo 60 anni si è riconosciuto
ufficialmente che la strage di 22.000 polacchi nella foresta di
Katin fu comandata da Stalin per decapitare l'élite
dell'esercito polacco, mentre era stata attribuita da Stalin, e
rimase attribuita per tanti decenni, ai nazisti. Si sapeva da sempre
la verità, ma non si poteva addebitare tale strage ad un
vincitore alleato allora delle potenze occidentali.
La
persecuzione dei negazionisti sortisce l’effetto contrario, di far
nascere il dubitazionismo, almeno sull’entità
dell’olocausto ebraico.
Il poeta
John Milton (autore del poema Il paradiso perduto), che,
esponente del movimento puritano, giustificò l’esecuzione
del re, fu autore anche di diversi scritti politici, in cui,
muovendo dalla constatazione che, in base al diritto naturale,
ognuno nasce libero, e soltanto in quanto tale conferisce ad altri
il potere che gli appartiene per realizzare la giustizia, considerò
le leggi umane un’invenzione successiva al diritto naturale, che
si pone al di sopra di qualsiasi legge, intercorrendo tra il re e il
popolo un contratto che deve essere fondato su principi
fondamentali, essendo il potere derivato soltanto dal bene comune
del popolo. Appellandosi al cristianesimo come religione della
libertà, che esclude l’obbedienza passiva, Milton si pose
anche contro la Chiesa presbiteriana, che, nata dal movimento
puritano, divisosi tra presbiteriani e indipendenti (tra i quali si
riconosceva Milton), era riuscita a farsi riconoscere come Chiesa di
Stato pretendendo quelle stesse prerogative di cui prima la Chiesa
anglicana aveva goduto contro i puritani, ed aveva richiesto una
preventiva censura su un suo testo (The Doctrine and discipline
of Divorce, 1644), accusato di essere sedizioso. In difesa della
libertà di pensiero e di stampa Milton scrisse
l’Areopagitica (1),
in cui non riconobbe allo Stato il diritto di esercitare la censura
sulla base della distinzione tra teorie che professano il bene e
teorie che professano il male, giacché tale distinzione,
spiega Milton, non può valere nella ricerca della verità,
che comporta la conoscenza e la confutazione degli errori, possibile
soltanto con il confronto anche con quei libri che sono ritenuti
cattivi. Il male non può essere eliminato senza il libero uso
della ragione, e il bene non può essere conosciuto senza la
conoscenza del male. Nessun potere politico può arrogarsi il
diritto di monopolio del bene. Pertanto, continua Milton, è
inutile cercare di impedire la diffusione di scritti che si
ritengano contrari alla verità, perché la storia
dimostra che le dottrine si sono diffuse nonostante i provvedimenti
censori, che servono solo ad alimentare il conformismo, che maschera
la pigrizia intellettuale e l’imbecillità, per cui “la
mondana accortezza, …l’essere ignavi, l’essere un qualunque
solennissimo balordo sarà l’unica vita piacevole”.
Ne
ricavo la conclusione che, se il negazionismo è ritenuto un
male, non per questo possono essere perseguitati i negazionisti. Il
bene, cioè l’affermazionismo, deve avere il coraggio di
confrontarsi con il male del negazionismo. Altrimenti si alimenta il
dubitazionismo. La stessa rivista dei gesuiti Civiltà
cattolica difese il diritto dei negazionisti (vedi voce su
Internet) di esprimere pubblicamente le loro tesi.
Al
fascismo – nonostante le disgrazie della guerra di Etiopia, delle
leggi razziali e dell’alleanza con il nazismo nel 1940 - si deve
riconoscere una legislazione sociale che era all’avanguardia
(lodata persino da Churchill). Ricordiamo l’IRI, l’Agip, l’Inps,
l’Istituto maternità e infanzia, l’Istituto case popolari,
Cinecittà, etc. La Banca Nazionale del Lavoro (BNL) sorse in
concorrenza con le banche private, che oggi sono associazioni mafiose
legalizzate. Invece di servire oggi come calmiere dei profitti delle
altre banche la BNL si è adeguata alla prassi delle altre
banche, mentre dovrebbe agire come servizio sociale per mutui a basso
tasso di interesse al fine di finanziare, per esempio, l’edilizia
economica e far scendere i costi commerciali delle abitazioni,
ostacolando la speculazione edilizia.
Di questo si ricordi il
rinnegato Gianfranco Fini, che, divenuto presidente della Camera, usa
la sua carica come cattedra per seminare ogni giorno perle di
“saggezza”, demonizzando tutto ciò in cui prima aveva
creduto o aveva fatto finta di credere. Pupillo di Almirante si
dichiarava favorevole alla pena di morte e sbandierava un
nazionalismo di altri tempi. Per ricostruirsi una verginità è
andato a fare il lecchino in Israele e si fa fautore di una società
multirazziale. Con l'evidente scopo di dare la scalata alla carica di
capo del governo cercando di farsi accettare come foglia di fico
della falsa sinistra. Questa banderuola della politica, senza ideali
e spregiudicato, ha rinnegato tutto il fascismo, tacendo di ciò
che esso fece di positivo nella politica sociale.
Tant'è che non
riuscirò mai a spiegarmi come possa esistere un'opposizione
tra fascismo e socialismo, piuttosto che tra liberismo e comunismo,
essendo rimasto sempre Mussolini d'animo socialista nel suo concepire
l'economia sotto il controllo del superiore interesse dello Stato.
Quando
Mussolini, forse, contro la sua volontà, fu prelevato dai
tedeschi e portato in Germania per costituire la R.S. I., libero dai
ceppi della borghesia che l'aveva aiutato a salire al potere, formulò
la carta dei principi della socializzazione delle imprese perché
gli operai ne fossero partecipi negli utili.
(1)Trad. e pref. a cura di S. Breglia, Laterza 1933.
I capi
di alcune bande partigiane, formate da comunisti e dai loro
fiancheggiatori, come Pertini, rifiutarono di consegnare agli
americani Mussolini, contro la volontà degli emissari del
governo regio di Badoglio, e ordinarono che Mussolini fosse
fucilato temendo che egli da accusato diventasse documentatamene
accusatore di molti di essi, antifascisti dell'ultima ora, e anche
per timore che egli potesse rendere pubblico un carteggio con
Churchill, che, facendo il doppio gioco - con la promessa nascosta
di Nizza, della Corsica, della Tunisia (a spese dell'alleata
Francia) e della Dalmazia all'Italia - pare avesse indotto
Mussolini ad entrare in guerra perché, considerata ormai
persa la guerra – quando gli Stati Uniti non erano ancora
intervenuti – moderasse le pretese della Germania. Da tali
documenti risulterebbe anche che la Germania avrebbe cercato
durante la guerra un'alleanza dell'Inghilterra contro l'Unione
Sovietica in cambio della liberazione di un milione di ebrei (e
pare che questo fosse il numero complessivo di ebrei internati nei
lager).
Anche Churchill avrebbe richiesto tale alleanza, costretto poi a
rinunciarvi dopo Stalingrado, quando ormai pareva inarrestabile
l'avanzata dei sovietici.
Quando
verranno tolte le medaglie agli assassini materiali che, causando
anche vittime civili, il 23 marzo del 1944 provocarono, in una strada
di Roma (via Rasella) la rappresaglia delle Fosse ardeatine, perché
vigliaccamente rifiutarono di costituirsi, allora finalmente si
inizierà a rendere giustizia alle vittime della rappresaglia,
come a quelle di altre.
I mandanti dell'attacco proditorio, e perciò i maggiori
responsabili della rappresaglia, furono i componenti di una sedicente
Giunta militare del sedicente Comitato di Liberazione Nazionale
(CNL). Di tale Giunta erano responsabili Giorgio Amendola (uno dei
futuri capi del P.C.I.), Riccardo Bauer (Partito d'Azione) e Sandro
Pertini (socialista), un fanatico che poi cercò di scaricare
su Amendola la responsabilità dicendo che non era stato
informato della decisione di porre in atto l'attentato terroristico e
fu premiato con la presidenza della Repubblica. E fu principalmente
lui a volere ad ogni costo la morte di Mussolini sovrapponendosi al
governo monarchico (riconosciuto dagli alleati) e impedendo che
Mussolini, tramite l'accordo cercato con il cardinale Schuster, si
consegnasse agli americani, come da essi richiesto in quanto veri
legittimati a chiederne la consegna, e non i cosiddetti partigiani,
che, pur privi di qualsiasi autonoma legittimazione politica,
volevano acquisirla decidendo, con la loro ala oltranzista, di
passare per le armi tutti i gerarchi della Repubblica Sociale, senza
alcun processo, come si fece, invece, a Norimberga. Fu assassinato
dai comunisti persino Nicola Bombacci, che, uomo mite, teorizzatore
della socializzazione delle imprese, era stato prima segretario del
partito socialista e poi cofondatore nel 1921 del partito comunista,
delegato a Mosca dei comunisti italiani nel 1920 ed amico di Lenin,
ma espulso nel 1923 dai miopi del suo partito quando alla Camera
propose un'alleanza tra fascismo e comunismo sovietico, capendo
l'affinità tra le origini socialiste del fascismo e il
comunismo sovietico sino a quando condannò la svolta
staliniana. Nella Repubblica sociale, dove fu consigliere economico
di Mussolini, continuava a chiamare “compagni” gli operai. Morì
gridando:”Viva il socialismo”. Mussolini, anche contro la
volontà di quei partigiani che l'avevano arrestato nella sua
fuga verso la Svizzera, disposti a consegnarlo agli americani, fu
sottratto ad essi da una banda di assassini che, al comando di una
cupola di fanatici (in prevalenza formata da comunisti, ma tra cui si
trovava anche Pertini), furono inviati da Milano a Dongo per
anticipare l'arrivo a Milano degli americani e permettere a questi
fanatici vigliacchi di fregiarsi di fronte ai vincitori di
un'autorità che non avevano e di dare poi in pasto ad una
folla scatenata la visione dei cadaveri appesi a testa in giù
in piazzale Loreto. Quella stessa folla che, come commentò
con disprezzo lo stesso Leo Valiani, leader del Partito d'Azione (e
uno dei mandanti dell'assassinio di Mussolini), non era mai stata
antifascista. E ora saltava indegnamente sul carro dei vincitori. E
poi si parla di guerra di liberazione. Come se fosse stata una guerra
di popolo.
V.su Google “carteggio Churchill-Mussolini”. In particolare cronologia.leonardo.it e controst
oria.it (Mussolini fucilato-da chi?). Risulta anche da una trasmissione di Rai3 (di data imprecisabile,
ma non posteriore al 2005, anno probabile). Ma si dice anche che
Churchill avesse voluto preparare una trappola all'Italia
estendendo il conflitto per giustificare la richiesta di
intervento degi Stati Uniti (v. ad esempio fncrsi.altervista.org e
firewolfdossier.blogspot.com) .
Ha
scritto un professore universitario ebreo statunitense, Jay
Neugeboren, commentando il libro di Esdra,
facente parte dell’Antico Testamento: “La risposta di Esdra è
chiara: gli ebrei devono diffidare dell’assimilazione; dobbiamo
mantenerci distinti e puri dal punto di vista religioso, morale e
fisico…tenerci lontani dalle abominazioni dei non ebrei e degli
ebrei impuri e immorali… Noi ebrei dobbiamo guardarci anche dalla
più piccola unione fisica o morale con quelli diversi da noi,
con quelli che non sono stati scelti da Dio…Anche da quegli ebrei
che sono corrotti perché la loro genealogia o la loro fede
sono dubbi”.
Se questa non è follia! Ma questo è il principio della
religione ebraica, fondato sullo stesso Antico Testamento. Perciò
se lo tengano pure tutto per loro l’Antico Testamento gli ebrei
credenti. Se lo meritano. Come si può chiamare una
stratificazione plurisecolare di menzogne fondate sull’autoinganno?
Meno male che lo Stato di Israele è di fatto uno Stato laico,
essendo una minoranza i credenti osservanti, come quegli scimuniti
ortodossi, vestiti di nero e con cappello nero, che vanno, in modo
ridicolo, a ciondolare il capo di fronte al cosiddetto “muro del
pianto”. Sì, del pianto di tutti i milioni di animali
scannati nel mattatoio, essendo quel muro un residuo di quello che
gli antichi ebrei chiamavano tempio, in realtà un grande
mattatoio, che essi chiamavano “casa del signore”. Un dio che
abita in un mattatoio! E gli ebrei ortodossi ne vorrebbero la
ricostruzione. Si noti la sconcertante contraddizione da cui è
nata e in cui vive la religione ebraica. Essa non fa, anzi rifiuta di
fare, proselitismo; gli ebrei credenti credono che il loro dio sia
quello vero ma se lo tengono stretto non ammettendo che i non ebrei
se ne possano appropriare. E’ ancor più evidente che questa
contraddizione nasce dalla finalità che ho detto: l’Antico
Testamento è soltanto la giustificazione del diritto alla
terra di Palestina. Di tutto il resto agli ebrei credenti
non gliene importa proprio alcunché. L’asserito
olocausto è anch’esso in funzione del rafforzamento della
tesi biblica secondo cui Jahweh ha sempre avuto bisogno di purificare
prima il suo popolo quando ha peccato allontanandosi dalle sue leggi
(quelle “mosaiche”), e lo purificava sempre sottoponendolo ad
olocausti. Così furono interpretate, per esempio, la
catastrofe del 587 con la distruzione di Gerusalemme ad opera di
Nabucodonosor e la successiva cattività in Babilonia. La
teologia ebraica si fonda sulla seguente successione: peccato del
popolo, punizione divina, pentimento, promessa divina di salvezza.
Evidentemente il popolo ebraico aveva peccato troppo con il processo
di laicizzazione che subì l’ebraismo nel XIX secolo
permettendo la nascita di ebrei atei come Marx, Freud e Einstein.
Dunque l’asserito olocausto ad opera del nazismo, alla luce di
questa scriteriata teologia ebraica, fu voluta da Jahweh. E
allora di che si lamentano gli ebrei credenti? Hitler è stato
lo strumento di una punizione divina, a cui è seguita, dopo la
“purificazione” ad opera del nazismo, la nascita dello Stato
d’Israele. Questa scriteriata teologia, d’altra parte, è
in contraddizione con la certezza che tutto ciò che accade sia
dovuto alla volontà di Jahweh, per cui dovrebbe attribuirsi a
lui anche il peccato degli ebrei con il conseguente olocausto.
A
quanto scritto e riportato sopra dal mio libro ho da aggiungere
che fu l'Inghilterra ad opporsi al progetto nazista di
trasferimento degli ebrei tedeschi in Palestina. Infatti
l'Inghilterra non voleva porsi contro gli arabi che vivevano in
Palestina (da considerarsi solo invasori) perché
l'Inghilterra aveva avuto un protettorato su tutto il Medioriente
dopo la prima guerra mondiale, con la scomparsa dell'impero
ottomano che si estendeva anche su regioni del Medioriente
occupate (cioè invase) precedentemente dagli arabi nelle
loro invasioni plurisecolari a iniziare dagli immediatamente
successivi alla morte di Maometto (632). Dall'XI secolo incominciò
a sovrapporsi sui territori conquistati dagli arabi e su quelli
dell'impero bizantino l'invasione turca, prima quella dei turchi
selgiukidi e poi quella dei turchi ottomonani. La Palestina doveva
dunque, e deve tuttora, considerarsi ebraica giacché gli
ebrei vi avevan avuto un regno che durava da più di un
millennio e ne furono espropriati con la forza dalla dominazione
romana. Non sono infatti sopravvissute altre popolazioni antiche
della Palestina che possano rivendicare un diritto storico ad
avere un loro Stato nell'antica terra di Canaan (questo era il
nome della Palestina nell'antichità biblica). Solo il
popolo ebraico sopravvisse perché rimasto unito, pur nella
diaspora, alle tradizioni bibliche. Si consideri infatti che
l'Antico Testamento fu scritto, non con lo scopo di fare
proselitismo - ché, anzi, il popolo ebraico fu sempre
geloso di quel ridicolo dio chiamato Jahweh, mandante di tutte le
stragi (secondo i più grandi studiosi mondiali - e non
ebrei - inventate o esagerate per costruire l'immagine ebraica di
un dio degli eserciti) ma con lo scopo di giustificare, con una
sorta di autoinganno, il diritto ebraico ad avere il possesso
della terra di Palestina, che gli sarebbe stata assegnata da
Jahweh. Chi non ha considerato ciò non ha capito l'unica
finalità dell'Antico Testamento, che proibisce al
cosiddetto popolo eletto (autodichiaratosi eletto) di mescolarsi
con altri popolo. Da qui il plurisecolare isolazionismo degli
ebrei della millenaria diaspora e il loro rifiuto di integrarsi
prescindendo dalle loro tradizioni. E questa fu la causa
principale delle persecuzioni che subirono. Come già spiegò Spinoza nel suo citato Trattato, vedendo nella mancata separazione tra Stato e religione la causa maggiore della debolezza dello Stato ebraico con tutti i suoi dissidi interni. Ma nell'800 l'ebraismo
percorse un processo di laicizzazione, e da quel momento gli ebrei
non credenti nelle fregnacce dell'Antico Testamento,
incominciarono ad appartenere alla migliore intelligenza mondiale,
apportando grandi contributi al progresso della conoscenza
scientifica, alla filosofia e all'arte.
Ma gli ebrei religiosi non fanno proselitismo. Meno male. Essi sono gelosi del loro dio. Se lo tengano pure tutto per loro. Al contrario, il Corano è il fondamento del proselitismo islamico. Libro dettato ad uno scriba da un pazzo analfabeta di nome Maometto che diceva che gli veniva dettato direttamente da Allah tramite l'arcangelo Gabriele. Nessuna distinzione vi può essere secondo il Corano tra islam (che significa sottomissione ad Allah) e Stato. Non esiste un islam moderato se non è un falso islam. Infatti non esiste un Corano moderato. Leggere per questo il mio florilegio del Corano del 20 ottobre 2009. Per questo non ci si può aspettare dagli islamici alcun contributo al progresso della conoscenza. L'accusa di razzismo rivolta allo Stato di Israele nei confronti degli arabi vuole nascondere un fatto fondamentale. Se esistesse un unico Stato in Palestina (ebraico-arabo) lo Stato di Israele sarebbe condannato alla sparizione. Infatti gli arabi sanno fare bene solo una cosa: fare figli come conigli in allevamento.
Riporto
ora quanto scritto nel mio libro Scontro tra culture e metacultura
scientifica
E
non approfondiamo in questa sede il tema dell’asserito olocausto ad
opera dei nazisti, limitandoci ad osservare che esiste un’ampia
letteratura, costretta alla
clandestinità, e di cui siamo
in possesso, che, con pretese di seria documentazione, o ne riduce di
molto la dimensione o ne nega addirittura l’esistenza. E’ bene
che le tesi opposte si scontrino finalmente alla luce del sole
perché, anche sulla base dell’asserita esistenza di un
carteggio Mussolini-Churchill
volutamente occultato dai vincitori, emerga la verità, se è
vero che da tale carteggio risulterebbe, tra le altre cose, che gli
ebrei prigionieri erano un milione, che i nazisti sarebbero stati
disposti a liberarli in cambio di una cessazione delle ostilità,
per volgere la guerra unicamente contro l’Unione Sovietica.
Il 5 settembre 1939 Chaim Weizmann,
presidente dell’Organizzazione Sionista (1920) e dell’Agenzia
Ebraica (1929), più tardi primo presidente della Repubblica di
Israele, dichiarò guerrà
alla Germania in nome di tutti gli Ebrei del mondo.
Per conseguenza, sulla base di leggi internazionali, gli Ebrei furono
internati come prigionieri, nemici dichiarati della Germania. La
stessa cosa fecero gli Stati Uniti e il Canada nei confronti di tutti
i cittadini giapponesi viventi negli Stati Uniti e nel Canada, come
avevano già fatto gli inglesi nella guerra contro i Boeri,
internando anche donne e bambini. Dal calcolo degli ebrei viventi in
Europa prima della guerra risulta che fossero 6.500.000. L’esodo
degli Ebrei dall’Europa prima e durante la guerra li ridusse a
5.000.000. Di questi, 1.550.000, viventi in Polonia, si rifugiarono
nell’Unione Sovietica subito dopo il 1939. Bisogna aggiungere
inoltre gli Ebrei che vivevano in Stati neutrali, come la Svizzera,
il Portogallo, la Svezia, l’Irlanda, a cui bisogna aggiungere
l’Inghilterra, dove, si sa, i nazisti non giunsero mai. E’ stato
calcolato che questi ultimi Ebrei fossero più di 400.000.
Pertanto gli Ebrei rimasti nei territori occupati dai tedeschi si
riducono a circa 3.000. 000. Inoltre dal “Rapporto della Croce
Rossa” del Comitato Internazionale della Croce Rossa (in 3 volumi),
che pare abbia avuto l’autorizzazione dal 1943 di visitare i campi
di internamento e di distribuire pacchi viveri, si ricava un completo
silenzio sull’argomento dell’olocausto. Da tale rapporto, pare –
perché non lo possediamo – che durante gli ultimi mesi di
guerra aumentassero le vittime nei campi di concentramento perché
non arrivavano più rifornimenti, anche a causa dei
bombardamenti degli Alleati sulla rete dei trasporti – da cui le
accuse della Croce Rossa contro tali bombardamenti - mentre si
accenna a varie epidemie scoppiate in tali campi. Non vogliamo andare
oltre, per ora. Ma ci domandiamo: come è possibile che siano
morti 6.000.000 di ebrei nei lager nazisti, di cui 3.000.000 soltanto
ad Auschwitz, di cui i sovietici per 10 anni, dalla fine della
guerra, impedirono sempre l’ispezione? E’ chiaro che se, si tocca
la cifra di 6.000.000, nascono dei dubbi a catena. Tutti parlano
sempre di tale cifra, ma non è stato mai spiegato come sia
stata calcolata. E’ ora che venga spiegato, anche per rintuzzare
l’accusa secondo cui tale cifra sarebbe convenuta per aumentare
l’entità del risarcimento dovuto agli ebrei. Quanti sanno
che la cosiddetta “soluzione finale” consistette dal 1938 al 1940
nel progetto di uno Stato ebraico nel Madagascar (colonia della
Francia) e che tale progetto - sospeso a causa della dichiarazione di
guerra contro la Germania da parte di Weizmann e della sopravvenuta
opposizione della Francia nel 1940, e trasformato, dopo l’invasione
della Russia nel 1941, nel progetto di un trasferimento degli Ebrei
nel Governatorato Generale della
Polonia a causa della necessità
di utilizzare anche mano d’opera nell’industria di guerra – fu
poi ripreso dallo stesso Hitler nell’agosto del 1942? Quanti sanno
che il governo nazista, prima della guerra, favori l’emigrazione di
circa 800 mila Ebrei dalla Germania, dall’Austria e dalla
Cecoslovacchia, costruendo in Austria dei campi di addestramento per
gli Ebrei in attesa che si preparassero ad introdursi
clandestinamente in Palestina, protettorato inglese? Quanti sanno che
nel maggio del 1944 fu inviato a Istanbul il rappresentante della
comunità ebraica di Budapest per trattare con gli Alleati la
liberazione di un milione di Ebrei in cambio della cessazione delle
ostilità e che Churchill, che prima era favorevole ad un
rovesciamento delle alleanze per far fronte comune contro l’Unione
Sovietica, nel 1944, di fronte all’avanzata dell’armata rossa non
si sentì più di porsi contro l’alleato sovietico per
cui rifiutò l’accordo? Come si spiega la richiesta di Hitler
nel maggio del 1943 al capo del governo ungherese filonazista Horthy
di poter utilizzare 100.000 Ebrei ungheresi nel piano Aerei
da caccia della Luftwaffe?
Come spiegare il fatto che i tedeschi perdessero tempo nel catturare
Ebrei con grande dispendio di forze, mentre erano impegnati su tre
fronti di guerra (russo, francese e italiano)? Ma vi è di più.
Bisognerebbe spiegare perché Anna Frank e la sorella, dopo una
lunga permanenza ad Auschwitz (in Polonia), dove arrivarono il 3
settembre 1944 con il padre e la madre, siano state trasferite il 28
ottobre 1944 nel campo di Bergen-Belsen (Germania occ.), che non è
mai stato riconosciuto come campo di sterminio, giacché, come
in tanti altri campi, come è stato riconosciuto, non
esistevano camere a gas. Dunque non vi fu nemmeno all’inizio il
disegno di eliminarle. Entrambe le sorelle morirono a Bergen-Belsen
per un’epidemia di tifo. Non si capisce come mai la madre, rimasta
ad Auschwitz, sia morta solo il 6 gennaio 1945, e di malattia, né
si capisce come mai il padre Otto sia rimasto vivo ad Auschwitz sino
all’arrivo dei Russi. Nemmeno in questo caso si può dire vi
sia stato il disegno di applicare la “soluzione finale”. E se,
come si racconta, Himmler diede l’ordine di sospendere le
esecuzioni il 2 novembre 1944, ne risulterebbe, comunque, che i
nazisti non ebbero mai alcuna fretta nell’eliminare i coniugi
Frank, che non risulta siano stati utilizzati per lavori.
Anche ciò contrasterebbe con la “soluzione finale”. Con
tutto ciò contrasta quanto scritto recentemente in un
articolo
che riporta una asserita confessione al processo di Norimberga di un
colonnello nazista del campo di Auschwitz, secondo cui “gli ebrei
giungevano con treni provenienti da ogni parte d’Europa. Quelli in
grado di lavorare erano inviati alle diverse officine e i restanti,
compresa la maggior parte delle donne e tutti i bambini piccoli,
erano inviati immediatamente alle camere a gas". Come mai, al
contrario, le sorelle Frank e la madre non finirono in camere a gas
nonostante non fossero in grado di lavorare, date le loro condizioni
fisiche, soprattutto della madre, e, addirittura, ci si preoccupò,
dopo circa due mesi, di trasferire le due sorelle a Bergen-Belsen e
la madre morì di malattia nel gennaio del 1945? I filmati su
Auschwitz proiettati a Norimberga erano tutti sovietici: dunque non
potevano essere imparziali. Inoltre, se, come si sostiene, il campo
di sterminio di Auschwitz sarebbe stato attrezzato nel marzo del
1942, come è possibile che da quella data sino all’ottobre
1944 siano stati eliminati solo ad Auschwitz 3 milioni di ebrei?
Come mai Simon Wiesenthal, il noto ebreo “cacciatore” di nazisti,
fu trovato vivo alla fine della guerra nel campo di Mauthausen
(Austria), che non è compreso tra gli asseriti campi di
sterminio? Tornando ai Frank, sembra che sia stato un certo
Mayer-Levin a scrivere il famoso Diario
sulla base di poche annotazioni di Anna e che il padre Otto,
trasferitosi negli Stati Uniti, lodasse il lavoro di trasformazione
delle poche note scritte dalla figlia in Diario,
di cui si accaparrò i diritti d’autore facendo una fortuna.
I forni crematori di Dachau risultarono costruiti dagli americani
subito dopo la guerra, perché nella fretta si erano
dimenticati di costruire i camini. Il diavolo fa le pentole, ma non i
coperchi. Cose che appaiono come documentate e lette. Vi sarebbe da
riferire di alcuni asseriti falsi fotografici (fotomontaggi) e di
molte incongruenze. Ci siamo limitati a riportare solo poche cose,
senza prendere posizione e senza riprendere l’argomento in questo
libro. La verità verrà fuori soltanto quando si
permetterà alla ampia storiografia condannata alla
clandestinità, anche con minacce di morte per gli autori, di
emergere per un libero confronto-scontro tra tesi opposte.
Consigliamo ai cinque autori di una recente opera in cinque tomi
sull’“Olocausto antiretorico”
di confrontarsi con questa storiografia prima di continuare ad
offrire verità a senso unico, con il sospetto che siano
ideologiche. Vi è da sperare
soltanto che l’asserito olocausto sia vero come è vera la
Bibbia.
“Amicus
Plato, sed magis amica veritas”, disse Aristotele.
Ho tratto quanto segue dal sito
9 post - 7 autori - 15
dic 2010
Massacro di Nanchino da parte
dei giapponesi sulla popolazione inerme. Eccidi in ....
Distruzione e strage in villaggi sloveni per rappresaglia
contro i partigiani locali. In Grecia, la ... Drobitsky
Yar - 15-12-41 15.000 -- Odessa ...
GyJeX
04-10-2007, 14:41
Per le certezze di cui sopra... Eh...
E' un bel problema... alcune mie certezze sono:
la camera a
gas di auschwitz è stata costruita solo nell'aprile del 1948
e questo lo attesta lo stesso direttivo del museo con un bel
cartello all'ingresso della famosa camera...
Simon Wiesenthal
ha detto che in Germania non c'erano campi di Sterminio, ha anche
detto che Dachau era un campo di sterminio...
I 50000 dollari
destinati a chi avesse procurato prove certe della presenza
operativa di camere a Gas ad Auschwitz durante la guerra sono ancora
in banca...
Un'altra certezza è che non si capisce
un'accidente di quanta gente è morta in questo campo, tutti
sparano cifre, tutti documentano le cifre, tutti portano fonti e
documenti:
DATA....................................FONTE.....
..................................................
......................DECESSI
31/12/1945...............Centro
d'indagine francese sui crimini di guerra
............................8.000.000
20.04.1978
..................Le
Monde(Parigi).....................................
..................................5.000.000
23.01.1995
.................. Die
Welt..............................................
.....................................
5.000.000
01.10.1946...................IMT Tribunale di
Norimberga, Documento 008-URSS..............
4.000.000
24.11.1989...................Procuratore Majorowsly,
Wuppertal.........................................
4.000.000
26.07.1990...................Allgemeine Jüdische
Wochenzeitung..................................... ....
4.000.000
08.10.1993....................ZDF.................
...........................
.............................................
4.000.000
25.01.1995....................Wetzlater Neue
Zeitung........................................... .................
4.000.000
01.10.1946.................... IMT Tribunale di
Norimberga, Documento
3868-PS................3.000.000
01.01.1995.....................Damals
(rivista storica tedesca)..........................................
......3.000.000
25.07.1990.....................Hamburger
Abendblatt........................................
....................2.000.000
27.01.1995.....................Die
Welt..............................................
....................................
2.000.000
11.06.1992.....................Allgemeine Jüdische
Wochenzeitung.....................................
...1.500.000
23.01.1995.....................Die
Welt..............................................
.....................................1.500.000
01.09.1989.....................Le
Monde (Parigi)..........................................
..........................1.433.000
02.02.1995.....................Bunte
(periodico illustrato
tedesco).........................................
1.400.000
22.01.1995.....................Welt am
Sonntag...........................................
.......................... 1.200.000
21.12.1994.....................
IfZ (Istituto di Storia Contemporanea, Monaco)....................
1.000.000
31.12.1989........Pressac, "Auschwitz: technique
and operation of the gas chambers"
.......928.000
27.09.1993......................Die
Welt..............................................
......................................
800.000
31.12.1994......................Focus.............
..................................................
..........................700.000
31.12.1994.....................
Pressac, "Le macchine dello
sterminio".....................................470.000
06.01.1990.....................
Frankfurter Rundschau.........................................
.................... 74.000
Quindi la certezza è che
non c'è che una sola certezza... che lì, qualcuno, c'è
morto per davvero...
GyJeX
04-10-2007, 14:49
Guarda
che definizione hanno coniato alcuni siti per la parola
"revisionismo":
Il revisionismo è
essenzialmente un metodo di ricerca storica, la normale metodologia
storiografica applicata da tutti gli storici a tutte le epoche della
storia.
Il revisionismo non ha colore politico: il caposcuola
riconosciuto di questa corrente storiografica è un socialista
francese, Paul Rassinier, ex combattente nella "resistenza"
francese e detentore di decorazioni e medaglie per l'attività
antinazista svolta durante l'occupazione tedesca della
Francia.
Moltissimi sostenitori del revisionismo in Francia sono
uomini di sinistra: infatti la principale casa editrice che pubblica
scritti revisionisti è la sinistrorsa "Vieille
Taupe".
Il professor Faurisson è un
radical-libertario, il revisionista svedese Ditlieb Felderer è
un testimone di Geova. Uno dei migliori revisionisti americani è
il giovane ebreo David Cole. Anche in Italia esistono revisionisti
dell'area della sinistra comunista, come Cesare Saletta.