giovedì 30 maggio 2024

LA RIFORMA DIMEZZATA DI NORDIO

 L'Alta Corte di giustizia che deve esercitare l'azione disciplinare è costituita 15 giudici, di cui 3 nominati dal Presidente della Repubblica tra esperti di materie giuridiche, cioè tra professori universitari e avvocati con almeno 30 anni di attività, 3 dal parlamento con lo stesso criterio, ma ben 9 è costituita da magistrati, di cui 3 sono pubblici ministeri e nove da giudici togati eletti dalle due rispettive categorie. Questi nove componenti avrebbero dovuto essere costituiti da giuristi (studiosi del diritto) e non da giudici (manovali del diritto). Il giudizio viene così emesso dalla maggioranza costituita da magistrati e non da giuristi.  Non si capisce se debbano essere colpevolizzati i giudici che facciano sentenze aberranti, come quelle che ho subito io per ben 25 anni nella "giustizia" civile. Per cui mi appello ad una legge già esistente, e che qui riporto, essendo stata recepita dalla Cassazione. Nordio avrebbe dovuto costituire un'Alta Corte di giustizia che renda inutile il ricorso a una Corte straniera quale è quella della Corte dei diritti dell'uomo con sede a Strasburgo.      

«In tema di risarcimento del danno per responsabilità civile del magistrato, l'ipotesi di colpa grave di cui all'art. 2, comma 3, l.n. 117/88 sussiste quando il comportamento del magistrato si concretizza in una violazione grossolana e macroscopica della norma ovvero in una lettura di essa contrastante con ogni criterio logico, che comporta l’adozione di scelte aberranti nella ricostruzione della volontà del legislatore, la manipolazione assolutamente arbitraria del testo normativo e lo sconfinamento dell’interpretazione nel diritto libero» (Cass. Sez. III, sentenza n. 7272 del 18 marzo 2008).

 

martedì 28 maggio 2024

VUOLE GOVERNARE CONTRO LA MAGGIORANZA PARLAMENTARE

 Le elezioni politiche debbono essere la sua sconfitta anche se ha già dichiarato che non si dimetterà come invece fece il Bomba Renzi con la sconfitta al referendum confermativo. Incomprensibile il fatto che la stessa Costituzione in caso di referendum confermativo non preveda il superamento del 50% degli aventi diritto al voto. Referendum che sarebbe valido anche se andassero a votare quattro gatti. Pertanto la ex del M.S.I. spera di poter governare a dispetto del potere del presidente della Repubblica, i cui poteri verrebbero vanificati contro l'articolo della Costituzione che dice che il presidente della Repubblica sceglie il capo del governo anche se tale scelta deve essere concorde con la maggioranza parlamentare che ha indicato il nome del capo del governo. Il bomba Renzi disse che, se non fosse passato il referendum, si sarebbe dimesso non solo da capo del governo ma anche dal continuare a fare politica. Minacce che gli servirono solo per avere una sonora bocciatura al referendum. Certamente la nana seguirà le orme del Bomba. Solo in Israele si fece, ma solo per tre anni, l'esperimento del capo del governo eletto dal popolo. Cessò subito l'esperimento perché accadde che la scelta popolare del nome del capo del governo si trovò ad essere in contrasto con la maggioranza parlamentare. Non esiste alcuno Stato in cui il capo dello Stato venga ad avere poteri inferiori a quello del capo del governo. In una Repubblica presidenziale il capo dello Stato ha poteri superiori a quelli del capo del governo, come in Francia e negli USA. Bisogna affossare questa nana, che si è montata la testa nonostante che la situazione economica dica il contrario di ciò che spudoratamente ogni giorno va dicendo. "O la va o la spacca" ha detto la nana a proposito del premierato. Mi domando se possa essere questo il linguaggio di un capo del governo. "Sono quella stronza della Meloni" ha detto a De Luca, che in un fuori d'onda aveva dato della stronza alla nana. Che dovrebbe meditare che falsamente rappresenta una maggioranza popolare se si considera che ebbe il 26% dei voti alle elezioni politiche e che questo 26% deve essere commisurato con il 62% di coloro che erano andati a votare. E' diventata capo del governo (la prima donna divenuta capo del governo in tutta la storia d'Italia) sulla base di una ristretta minoranza del voto popolare. Forse vuole riscattare questa sostanziale sconfitta chiedendo di essere votata direttamente dalla maggioranza degli italiani. Sono stato ingannato da ciò che prometteva nella campagna elettorale e mi ha rubato il voto alla Camera, ma per il Senato ho votato per Italexit di Gianluigi Paragone, pur sapendo che difficilmente avrebbe superato la soglia del 3%. Sulla disgrazia dell'euro ho già scritto più volte, anche pochi giorni fa, e pertanto non mi ripeto. Spero in una vittoria di Vannacci campione della lotta contro il politicamente corretto. Un negro (e io dico negro e non nero) può anche avere la cittadinanza italiana ma non può rappresentare i caratteri etnici di una identità italiana, e nemmeno europea. Studiando la geografia all'epoca delle mie lontane scuole medie nel capitolo riguardante la geografia umana ricordo che vi era scritto "tipo negroide". Mamma mia! Provate a dirlo o a scriverlo oggi. Ditemi che cosa si scrive oggi nel capitolo riguardante la geografia umana. Si trova forse "tipo neroide"? Escludo che possa trovarvi ciò. Informatemi.                

lunedì 27 maggio 2024

LA DITTATURA DELL'EURO MI HA IMPOVERITO

In base all'art. 75 della Costituzione è impossibile un referendum sui trattati internazionali. Questi hanno impedito di sottoporre l'euro a un referendum, come è capitato in Svezia e Danimarca, che hanno preferito tenersi la corona dopo un referendum che ha bocciato l'Euro. Si può documentare che l'euro fu introdotto in tutti gli Stati europei sulla base del valore che aveva il marco tedesco nel 1999 rispetto al valore delle monete negli altri Stati europei, cioè, nel caso italiano, 990 lire. In Italia tutti i prezzi schizzarono verso l'alto per portarsi verso il maggiore valore dell'euro-marco. Si disse sempre che fosse meglio entrare dentro una moneta forte che avrebbe messo al riparo l'Italia dalla debolezza della lira. Tutto falso. Perché allora Stati come la Danimarca, la Svezia, la Repubblica ceca, la Polonia e l'Ungheria hanno preferito tenersi la moneta nazionale pur facendo parte dell'Unione Europea? Si consideri inoltre che la Norvegia e la Svizzera hanno preferito stare fuori dell'Unione Europea. L'Inghilterra con un referendum è uscita dall'euro senza avere sopportatato i danni che la propaganda anti euro ha voluto dire. Se l'Italia avesse conservato la lira dandole però il valore che le fu attribuito a tavolino equiparando l'euro italiano al valore che l'euro marco avrebbe avuto rispetto alla lira, cioè 1936,27 lire, costituendo così una lira pesante, la lira si sarebbe svalutata di circa il 20%, come studiato da molti econimisti. Dalla lira pesante si sarebbero tratti molti benefici in fatto di esportazione perché i prodotti italiani sarebbero costati molto meno, ponendo in crisi la stessa Germania. Si sarebbe evitata la delocalizzazione di molte imprese italiane in Stati europei, soprattutto in Polonia, dove minore è il costo della mano d'opera. Nel mercato interno nulla sarebbe cambiato perché le imprese sarebbero costrette ad adeguarsi al minore valore d'acquisto della lira pesante. Che cosa impedisce un referendum consultivo, non determinante circa gli effetti che esso avrebbe? Il motivo è la paura, come riconoscono gli anti euro, di trovarsi isolati di fronte all'ignoto. FALSO! Perché non vi sarebbero tanti Stati che hanno rifiutato l'euro. Il mio ultimo stipendio in lire come professore di ruolo all'Università era di sette milioni e mezzo di lire. Quando fu introdotto l'euro nel 2001 mi ritrovai ad essere impoverito nonostante mancassero solo 50 euro per arrivare a 4000 euro mensili. Tutti i prezzi erano aumentati, e tutti coloro che vivevano di stipendio fisso fecero la mia stessa fine impoverendosi.  

L'euro ha i giorni contati?

14 mag 2024Che l'Italia si stia preparando ad un'uscita dall'euro è un'ipotesi tanto incredibile, a prima vista, quanto suffragata da molti indizi...vi .

sabato 25 maggio 2024

FUORI DALLE SCUOLE I MUSSULMANI

Un mussulmano è buono solo da morto. Il Corano è la più grande disgrazia della storia. Io sul Corano ci cago sopra. Lo tengo fuori dai libri della mia libreria perché la puzza di merda del Corano non contamini i miei libri. Leggete di Khomeyni, un pazzo che diceva che le prigioniere vergini prima di essere uccise dovevano essere stuprate perché non andassero in paradiso. Ciò che mi fa girare i coglioni è che nelle varie trasmissioni TV non si citino mai le frasi del Corano che incitano alla violenza contro gli infedeli. Basterebbero pochi minuti per leggere pubblicamente il mio florilegio del Corano e demolire così l'impostura dei mussulmani che vengono ospitati in tali trasmissioni. Occorre leggerlo nelle scuole  

Pietro Melis: Il terrorismo nel Corano


Meglio gli orsi dei criminali! 

Un preside senza spina dorsale


Testo di Francesco

Nostro è il Paese, nostre sono le regole. Chi non vuole integrarsi deve andare via. Se vogliono vivere come facevano a casa loro, gli basta tornare là.

1 commento:

14 apr 2023Tutti i dannati presenti negli inferi sono puniti secondo lo schema della Divina Commedia di Dante Alighieri: fu proprio il Sommo Poeta a ...
Ecco come è rappresentato Maometto nel XXVIII canto dell'Inferno
Nell’opera dantesca la scena è più truculenta: Maometto, condannato in quanto esponente scismatico della discordia con la Chiesa romana, viene mutilato da un diavolo armato di spada e si presenta tagliato dal mento all'ano, con gli organi interni che gli pendono tra le gambe.
 


martedì 21 maggio 2024

LA POLITICA E' UN PARADISO DI BUGIE, QUELLE TUE E QUELLE MIE

DESTRA: Abbiamo aumentato l'occupazione di 500 mila posti di lavoro. Sinistra: secondo l'Istat vi sono in Italia 5 milioni e 700 mila che stanno sotto il livello di povertà. Chi ha ragione? Ma andate affanculo tutti

YouTube Quartetto Cetra - Topic

   

lunedì 20 maggio 2024

LO CHIAMAVANO "IL MACELLAIO DI TEHERAN"

E' sbagliato dire "macellaio". Questo termine viene usato spesso in modo errato perché il macellaio vende cadaveri di animali ma non è lui che li uccide. Diciamo che è il complice delle uccisioni insieme con tutti coloro che si nutrono di pezzi di cadaveri. Si dovrebbe dire invece "macellatore". Il presidente della Repubblica islamica Ebraihim Raizi, morto a causa della caduta dell'elicottero, ha dimostrato di essere anche un imbecille visto che salì su un elicottero la cui fabbricazione risaliva al regno dello Scià trascurando anche il fatto che si trattava di una giornata di nebbia. Fu colui che sopresse le manifestazioni facendo uccidere migliaia di iraniani. Ho visto in piazza migliaia di donne vestite di nero con abiti che le ricoprivano interamente lasciando aperta solo faccia. Sono passati 45 anni da quando nel 1979 lo Scià Reza Pahlavi fu costretto a lasciare l'Iran per evitare di essere "giustiziato". Io continuo a domandarmi come mai tutti i nati dal 1979 non se la prendano con quei genitori che favorirono il ritorno in Iran di Khomeyni, esiliato in Francia dallo scià. Mi ricordo di folle plaudenti lungo il percorso del ritorno in Iran di colui che portò l'Iran ad una dittatura islamica. Notare le parole di condoglianze pronunciate da governi che invece avrebbero dovuto condannare questo individuo responsabile di migliaia di morti. Si sono aggiunte persino le condoglianze pronunciate dal papa. E' triste pensare che la politica non rispetti la verità storica. Oriana Fallacci intervistò Khomeyni che disse che l'Occidente era moralmente corrotto. La Fallacci gli fece notare che anche il condizionatore d'aria proveniva dall'Occidente. E questo barbaro le rispose che dell'Occidente accettava solo la tecnologia. A questo punto la Fallacci con rabbia si tolse dalla testa il velo che le ricopriva la testa. Un iraniano che avesse fatto un gesto simile sarebbe stato condannato a morte. In Iran paradossalmente la carica di presidente della Repubblica, che è anche capo del governo, è la seconda carica dello Stato perché la carica più importante, prevista dalla Costituzione,  è rivestita dal capo della Guida suprema, lo Ayatollah, che rimane in carica a vita presiedendo al rispetto dell'ordine religioso. Viene eletto dall' Assemblea degli Esperti. Attualmente il capo della Guida suprema è Khamenei.

sabato 18 maggio 2024

PORTARLI ALL'ESTINZIONE

 Le razze dei cani sono dovute unicamente ad una serie di incroci prodotti dall'uomo, e pertanto non sono naturali. I Pittbull e i Rottweiler sono stati prodotti finalizzandoli alla ferocia. Non si dica che sono stati male allevati. Un cane non dovrebbe avere bisogno di essere allevato distraendolo dalla sua vera natura. Queste due razze sono pericolose. La colpa è dei padroni, e quei due poveri bambini che a distanza di tempo sono stati uccisi da dei Pittbull dovrebbe far capire che queste due razze debbono essere sterilizzate. Debbono scomparire. Senza che per questo debbano essere "giustiziati" non avendo essi alcuna colpa. La colpa è sempre degli uomini.   

venerdì 17 maggio 2024

L'IMBECILLITA' DEI POLITICI INTERCETTATI TELEFONICAMENTE

 Come fanno le Procure a conoscere i numeri di telefono dei politici? A parte ciò perché i politici non pensano di comprare il telefonino facendolo intestare ad una persona che sta completamente fuori della politica e stia anche fuori delle frequentazioni del politico? Ritengo che il caso Toti non debba essere considerato giudiziariamente se bastano le registrazioni da cui risulti che abbia violato norme penalmente rilevanti. E' un reato accettare soldi da chi vuole dei favori nell'assegnazione di lavori? L'assegnazione dei lavori deve o non deve avvenire tramite concorso? Se per legge determinati lavori possono essere assegnati ad una determinata impresa per riconoscimento di maggiori competenze la contestuale offerta di danaro ad un politico che decide circa l'assegnazione di tali lavori non dovrebbe costituire reato. Inoltre perché Toti è stato messo agli arresti domicilari quando vi è da ritenere che egli non abbia agito da solo - e non poteva agire isolatamente - ma con l'approvazione della maggioranza dell'assemblea consiliare della Regione Liguria? Pertanto il reato di favoreggiamento dovrebbe riguardare tutta la maggioranza, che avrebbe dovuto essere tutta arrestata. Ma questi mafiosi della magistratura hanno scritto incredibilmente che gli arresti domiciliari per Toti erano necessari per impedire la reiterazione del reato in occasione delle elezioni europee. Ma che razza di gente vi è in magistratura? Non vi è alcuna connessione tra le elezioni europee e la politica regionale della Liguria. Vi sono più pazzi dentro la magistatura che fuori.         

martedì 14 maggio 2024

PERCHE' HITLER PERSE LA GUERRA

Scrivo quanto segue in occasione della presentazione del libro di Stefano Massini Mein Kampf. Il mio commento è in Youtube

Hitler ha perso la guerra a causa del fascismo che voleva ad ogni costo salvare. Hitler aveva dei grandi generali (come Guderain, von Manstein, Model, Rommel ed altri). Dopo la sconfitta Stalingrado vi una ripresa controffensiva della guerra con la vittoria tedesca nella seconda battaglia di Charcov che fece arretrare le armate sovietiche di 100 km. I generali chiedevano rinforzi e invece Hitler, scellerato, distolse varie divisioni dal fronte di guerra russo per inviarle in Italia perché gli americani erano sbarcati in Sicilia nel luglio del 1943 e Mussolini era stato arrestato e condotto in una montagna abruzzese, il Gran Sasso, da cui con una spericolata azione, per volere di Hitler, fu liberato e portato in Germania perché costituisse la Repubblica sociale. I tedeschi faticarono a contrastare gli angloamericani ma nel loro ripiegamento arrivarono sino a Roma avendo costituito la famosa linea gotica come confine della Repubblica sociale. Mussolini attese sino al 10 giugno 1940 prima di fare quella che fu chiamata guerra parallela. Poiché la Germania l'1 settembre 1939 aveva invaso la Polonia e con la guerra lampo aveva occupato la Francia, il Belgio e l'Olanda Mussolini credeva che la guerra fosse ormai finita e voleva far sedere anche l'Italia al tavolo del trattato di pace. Mussolini con la guerra parallela aveva invaso la Grecia e Hitler fu costretto a salvare l'esercito italiano rimasto infangato in Grecia e poi dovette far intervenire Rommel per salvare (ma inutilmente) l'esercito italiano in Africa dove Mussolini aveva intenzione di invadere l'Egitto. A causa di ciò il fascismo fu sempre una palla al piede del nazismo. Soltanto due mesi prima di suicidarsi Hitler riconobbe il grande sbaglio di avere cercato di salvare il fascismo.

STEFANO MASSINI Autore di Mein Kampf. Da Adolf Hitler ...

YouTube
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15 ore faSTEFANO MASSINI Autore di Mein Kampf. Da Adolf Hitler (Einaudi) Dopo molti anni di ricerca e di scrittura, analizzando parola per parola il ..

lunedì 13 maggio 2024

LETTERA APERTA A VITTORIO FELTRI SULLA VITA E SULLA MORTE

 

In Facebook sotto il nome di Roberto Ferrari sono io Pietro Melis. Il mio indirizzo email è profpietromelis@gmail.com. Ho sempre avuto ammirazione per ciò che pensa e ciò che ha scritto. Conservo i fascicoli contenenti l'esposizione del Corano con i suoi commenti. Per me il Corano è la più grande disgrazia della storia. Peggio del Mein Kampf di Hitler. E' proibita la propaganda del Mein Kampf ma non quella del Corano, perché dietro questo libro vi è più di un miliardo di individui che ci credono avendo il cervello rovinato e pronti al terrorismo se lo si dicesse. Nel mio blog ho scritto un florilegio del Corano (il terrorismo nel Corano) . Ho sentito dire da lei nella trasmissione della Berlinguer che l'aborto è un omicidio. Io nel 1976 ho convinto una ragazza ad abortire dopo che involontariamente l'avevo lasciata incinta. Si era spaccato il preservativo Hatu che lei stessa aveva comprato non accettando che passasse il periodo della fecondità. Giovanni Paolo II, rivolgendosi alle donne che avevano abortito scrisse in Evangelium vitae che i loro mancati figli erano stati "accolti nella gloria di Dio". Ho dunque un figlio che mi ringrazia per non averlo fatto nascere spedendolo direttamente in paradiso. Nel 2010 ho pubblicato un libro per metà autobiografico e per l'altra metà filosofico intitolato Io non volevo nascere. Non volevo nascere per non essere costretto a fare l'esperienza della morte. Ho sempre fatto presente il non senso linguistico dell'espressione "donare la vita". A chi la si dona se manca il ricevente? A parte ciò perché non si ha il coraggio di dire "donare la morte"? Odio quei due che per egoismo mi hanno fatto nascere volendo dei figli. Vivo con la paura della morte addosso. Ha scritto Ludwig Buchner (con i due punti sopra la u) in Forza e materia: è più tremendo il pensiero che dopo morti vi è il nulla o non è più tremendo il pensiero che dopo morti, divenendo immortali, non possiamo più morire? In tutti e due i casi si vive nella disperazione se si vive in quella che il grande filosofo Heidegger in Essere e tempo ha definito vita inautentica, propria di coloro che vivono negli affari quotidiani rimuovendo il pensiero della morte. Lei può essere contento di essere arrivato a 80 anni (e le auguro di vivere ancora a lungo e in salute) ma non può pretendere che tutti siano contenti di essere nati, altrimenti non esisterebbero coloro che hanno il coraggio di suicidarsi. La vita è la più grave malattia perché ha il 100% di decessi

venerdì 10 maggio 2024

BASTONARE LA MAGISTATURA. CSM CORPORAZIONE DI STAMPO "MAFIOSO"

Inviato a posta@associazionemagistrati.it 

Capiti quel che capiti considerando la mia esasperazione a cui sono stato costretto. Che reagiscano pure, dando dunque pubblicità alla mia vicenda. Ma dopo che ne avrà conoscenza il ministro Nordio

ministro@giustiziacert.it

callcenter@giustizia.it

Premetto: da inviare all'Associazione nazionale dei magistrati in occasione del loro congresso nel teatro Massimo di Palermo. Loro complice Mattarella, che secondo la Costituzione è nominalmente presidente del CSM, mentre di fatto è il vicepresidente che presiede alle sedute del CSM. Bisogna separare la magistratura inquirente (procuratori della Repubblica) da quella dei giudici istituendo due diversi CSM. Nordio vuole introdurre un'Alta Corte di giustizia  che giudichi i magistrati. Non so ancora da chi sarebbe composta questa Corte. Non dovrebbe essere composta da giudici togati (manovali della giustizia) ma da giuristi (studiosi del diritto). Questa Corte sarebbe una rivoluzione perché finalmente i giudici sarebbero colpevolizzati per le loro sentenze aberranti. Oltre tutto renderebbe inutile la straniera Corte di Strasburgo dei diritti dell'uomo che può intervenire sulle sentenze della Cassazione. Chiedo che mi si dimostri che sia falso il mio sospetto che vi sia stata una collusione dei giudici con il liquidatore, nonostante sia stato falsamente nominato facendomi passare come acquiescente mentre dagli atti del giudizio risultavo assolutamente contrario con la mia opposizione di socio al 66%. Sono stati fatti prevalere gli interessi di due soci di minoranza (due pseudo fratelli farabutti) che volevano costringermi a vendere per sanare i loro debiti PERSONALI, mentre la società era da sempre in attivo e conseguiva pacificamente il suo oggetto sociale. In base all'art. 2272 del Codice Civile non sussisteva alcun motivo per mettere in liquidazione la società. Per legge occorreva l'unanimità e dunque sono stato fatto passare come acquiescente. Pazzesco. Una massa di disonesti. In 25 anni non sono riuscito a far decadere la nomina del liquitatore, nominato illegalmente. Aberranti sono le sentenze che io ho subito in sede civile per 25 anni. Sto per inviare un Esposto previsto a termini di legge al Ministro della giustizia. Chiedo un'indagine sulla mia incredibile vicenda che mi ha dissanguato economicamente. Giudici che fanno carriera per sola anzianità risultando una farsa gli esami che debbono sostenere ogni quattro anni. Tutti promossi. Della commissione fa parte un avvocato, ma può solo parlare perché non ha diritto di voto. Un giudice può rimanere tutta la vita in Tribunale, senza passare in Corte d'Appello perché per anzianità andrà in pensione con la retribuzione di un giudice della Cassazione. Dopo avere superato un concorso per l'ingresso in magistratura, comportante anche la conoscenza della dottrina, questa viene poi bellamente ignorata perché ritenuta una intrusione nella giurisprudenza, e dunque i giudici possono anche smettere di studiare, attaccandosi con il computer, come macchine, alla giurisprudenza della Cassazione, dietro cui si riparano per esaminare casi simili. Bisogna istituire il licenziamento. Quella dei giudici è l'unica categoria che si sottrae ad un risarcimento dei danni quando facciano sentenze aberranti. Sono la categoria degli intoccabili con la scusa dell'indipendenza della magistratura. E' preferibile un giudice ignorante ad un giudice sragionante perché in molti casi, come il mio, è evidente chi ha torto e chi ha ragione. Basta sapere ragionare. Ma un giudice sragionante rimarrà sempre sragionante. Ed ora espongo uno schema di 10 pagine del mio Esposto in 62 pagine in modo che lo schema possa indurre alla lettura di 62 pagine. 

Al Ministro Nordio

Ho sempre pensato che occorresse un’Alta Corte di giustizia formata da giuristi e non da giudici togati che avesse il potere di giudicare i giudici che facciano sentenze aberranti rovinando la vita di chi ne subisce le conseguenze. La mia storia è talmente allucinante da costringermi a pensare che i giudici per cui sono passato siano del tutto immeritevoli della carica che ricoprono e meritevoli persino di licenziamento. Un’alta Corte di giustizia eviterebbe il Ricorso ad una Corte straniera quale è la Corte di Strasburgo a cui sono stato costretto a ricorrere contro la sentenza della Cassazione che ha rigettato il mio Ricorso recependo sragionando le sentenze del Tribunale e della Corte d’Appello di Cagliari senza considerare le tremende contraddizioni e le falsità materiali in cui sono incorsi i giudici di Cagliari. Se non si tratta di collusione dei giudici di Cagliari con il liquidatore nominato contro la mia volontà pur sapendosi che il liquidatore di una società di persone può essere nominato solo con l’unanimità dei soci.  Nel mio caso si trattava di una società da sempre in attivo che conseguiva pacificamente l’oggetto sociale. Una vicenda durata 25 anni che mi ha dissanguato economicamente.

Ho ereditato da mio padre morto nel 1977 una causa promossa dai miei genitori contro i due gruppi di soci (che erano anche costruttori) perché avevano ridotto da 25 milioni a circa 13 milioni di lire il valore del loro apporto di immobili nella società Cinecorallo (nel 1961 risultante S.p.A.) attribuendo ad essi i lavori che erano stati fatti necessariamente a vantaggio del cinema e non a vantaggio del bar tabacchi di proprietà dei miei genitori e confinante con il cinema, facendo un unico ingresso nelle ore di proiezione. Come risultante da una sentenza della Corte d’Appello. Risultò inoltre gonfiato il costo della costruzione con una perizia di ufficio per cui i miei genitori non aderirono all'aumento del capitale, dopo il quale ogni gruppo di soci avrebbe dovuto conservare 1/3 del capitale sociale. I miei genitori persero sulla prima domanda riguardante la nullità o annullamento del conferimento dei loro immobili (terreno e magazzini) alla società intestati a mia madre. I miei genitori persero sulla prima domanda perché i giudici in Tribunale e in Corte d'Appello ritennero vera l’affermazione contraria dell’attribuzione ai miei genitori dei 25 milioni da tradurre in azioni della società omettendo di controllare i bilanci. I due fratelli, ritenendo che la causa fosse ormai persa anche sulla seconda domanda (domanda di risarcimento dei danni), credendo fosse collegata alla prima, per non essere coinvolti nelle spese giudiziarie fecero rinuncia all'eredità di mio padre e la fecero fare anche a mia madre essendo tutti gli altri immobili intestati a mia madre. Continuai io solo sulla seconda domanda: risarcimento dei danni per avere gonfiato il costo della costruzione e conseguentemente l'aumento del capitale che doveva comprendere anche il valore della costruzione del cinema. Vinsi da solo contro i due gruppi di soci che furono riconosciuti colpevoli di avere gonfiato il costo della costruzione del cinema. Venne così giustificato il rifiuto dei miei genitori di aderire all'aumento del capitale e il valore del loro conferimento pari a 25 milioni di lire fu quantificato dal Tribunale nel 1991 in circa un miliardo di lire dopo la mia vittoria anche in Cassazione come controricorrente. I due gruppi di soci preferirono cedere agli eredi Melis (essendo mia madre morta nel 1983) tutte le quote sociali della Cinecorallo (divenuta nel 1974 S.N.C.) a compensazione del miliardo di lire. Divenni titolare del 66% delle quote sociali perché ereditai il 50% dalla parte di mio padre e 1/3 dalla parte di mia madre, mentre i due fratelli ereditarono ciascuno 1/3 da parte di mia madre, cioè il 17%. Questa era la situazione quando i due fratelli, prima di aderire all'atto di transizione con i soci dei miei genitori, vollero costringermi a firmare una scrittura privata con cui io mi obbligavo a cedere a terzi anche il mio 66% se si fosse presentato un acquirente disposto ad acquisire tutte le quote della Cinecorallo, lasciando a me la libertà di stabilire il prezzo. Dovevo firmare questa scrittura privata altrimenti non sarebbero andati anch'essi dal notaio per cedere agli eredi Melis tutte le quote della Cinecorallo. Io stabilii il prezzo di un miliardo e 800 milioni di lire credendo che per questa cifra nessuno si sarebbe presentato per acquisire tutte le quote della Cinecorallo. E invece si presentò un tale, Gesuino Fenu, disposto ad acquisire tutte le quote della Cinecorallo avendo in progetto di trasformare il Cinema in un grande supermarket. Io firmai la scrittura privata solo perché dopo 13 anni di una pesante vicenda giudiziaria avevo fretta di concludere. Avendo rifiutato di cedere anche il mio 66% i due fratelli mi fecero causa per inadempimento alla scrittura privata, ma la persero perché i danni non erano stati dimostrati. Infatti il cinema continuava a conseguire il suo oggetto sociale con l'affitto a terzi della sala cinematografica, essendo disgiunta la proprietà dal possesso del gestore che pagava regolarmente l'affitto con pagamento trimestrale. Accusai i due fratelli di avermi estorto la scrittura privata nonostante essi avessero solo il diritto ad avere il 34% del miliardo liquidato dal Tribunale. La mia accusa di estorsione si trasformò in malafede da parte dei due fratelli in accusa di calunnia, da cui fui assolto nel 2001 "perché il fatto non sussiste" risultando che la scrittura privata mi era stata estorta. L'accanimento giudiziario dei due fratelli contro di me si capisce quando si consideri che essi volevano coinvolgere la Cinecorallo nei loro debiti personali. L'uno doveva pagare ancora 100 milioni di lire alla BNL per avere acquistato una casa per l'amante mentre l'altro aveva ottenuto un mutuo di 180 milioni di lire dalla banca Cariplo ipotecando la casa posta in un terreno di 1200 mq  in una località  residenziale chiamata Poggio dei Pini, la cui costruzione a piano terreno era stata terminata con il mio contributo di 14 milioni di lire ancor prima che si definisse vittoriosamente la vertenza giudiziaria della Cinecorallo. A questo punto i due fratelli, invece di chiedere la liquidazione del valore della loro quota, come avrebbero dovuto fare a termini di legge, ottennero con speciosi motivi, accampando dissidi extra societari, la mia sospensione dalla amministratore inaudita altera parte e il 29 gennaio 1996 ottennero la nomina di un curatore speciale. Non bastando per essi il curatore speciale (che poteva andar bene anche per me) chiesero la nomina di un liquidatore nonostante risultasse dai verbali che avevano rifiutato di fare essi gli amministratori al mio posto. Il racconto della storia di questa precedente vicenda giudiziaria era necessario per dimostrare come tutta la successiva vicenda giudiziaria durata incredibilmente 25 anni fosse nata da motivazioni extra giudiziarie che i giudici non sono riusciti a percepire o non hanno voluto percepire. Ciò che segue è una esposizione sintetica di tutti i gravi errori in cui sono incorsi i giudici nel ritenere valida la nomina del liquidatore. Errori così gravi da giustificare una loro grave colpevolezza.  

L'11 marzo 1996 viene nominato il liquidatore da parte del presidente del Tribunale Marco Onnis, defunto molti anni fa, che mi diede come consenziente alla nomina del liquidatore estrapolando una frase dal contesto della Memoria di costituzione e risposta del mio avvocato che concludeva comunque con la domanda di RIGETTO della domanda avversaria di nomina del liquidatore. Per 25 anni non sono mai riuscito a salvarmi dall'avermi fatto apparire come consenziente alla nomina del liquidatore. Nonostante il successivo presidente del Tribunale l'11 dicembre 1997 avesse revocato la nomina del liquidatore "Data la sua abnormità"  essendo documentata la mia opposizione. 

E ora espongo i gravi errori dei vari giudici per cui sono passato. Tutti i giudici hanno mancato di osservare che tutta la vicenda di 25 anni avrebbe dovuto essere dichiarata nulla sin dall'inizio perché la Cinecorallo risultava assente in giudizio e pertanto nessun provvedimento poteva essere dichiarato valido nei suoi confronti, risultando essa litisconsorte necessaria. Infatti già di fronte al presidente del Tribunale la Cinecorallo risultava assente pur essendo stato nominato il 29 gennaio il curatore speciale come rappresentante della società, che però risultò assente in giudizio. Il fatto che fossero presenti tutti i soci (Cfr. i Verbali di udienza da cui risulta anche che i due soci di minoranza rifiutarono di fare essi gli amministratori al mio posto come da me richiesto per rendere inesistenti gli asseriti dissidi tra i soci) non poteva significare che fosse presente la società Cinecorallo, perché la presenza in giudizio di tutti i soci vale come presenza della società solo se non vi sono dissidi tra i soci. Come affermato dalla sentenza della Corte d'Appello 34/2001 di Cagliari, che, riprendendo una sentenza della Cassazione, dichiarò nulla la sentenza 11 novembre 1997 che mi aveva revocato dalla nomina di amministratore. Con la conseguenza che anche per questo motivo doveva dichiararsi nulla la nomina del liquidatore, non potendo sussistere insieme amministratore e liquidatore. Motivo saltato completamente anche dal giudice relatore della Cassazione. E in effetti sin dall'atto di citazione 11 giugno 1998 con cui richiedevo l'annullamento della vendita i giudici avrebbero dovuto riconoscere la necessità della nomina di un curatore speciale perché, rimanendo io ancora revocato dalla nomina di amministratore alla data dell'atto di citazione 11 giugno 1998, la Cinecorallo risultava priva di amministratore. Paradossalmente proprio le parti avversarie avevano ragione nel richiedere che non io non potessi rappresentare la società in giudizio e che dunque non fosse proponibile l'atto di citazione in mancanza della nomina di un curatore . E tuttavia la vicenda giudiziaria proseguì per 25 anni in assenza in giudizio della Cinecorallo, pur essendo essa litisconsorte necessaria. Io ridivenni amministratore con la citata sentenza 34/2001 che dichiarò nulla la sentenza 11 novembre 1997 che mi aveva revocato dalla carica di amministratore.  E pertanto fui reintegrato nella carica di amministratore, ma solo nel 2001, quando ormai la vicenda giudiziaria aveva portato alla vendita tramite liquidatore il 13 novembre 1997.        

In Tribunale il giudice Mario Farina ritenne valida la notifica del bilancio finale del liquidatore in data 20 febbraio 1998 e il successivo decreto ingiuntivo del giugno 1998 nonostante il liquidatore l'11 dicembre 1997 fosse stato privato della sua nomina perché il liquidatore, secondo il Farina, dopo la revoca della sua nomina credeva "in buona fede" di essere ancora liquidatore. Incredibile ma vero. Come può esistere un giudice che, se in buona fede, sia capace di sragionare sino a tal punto?  

In Tribunale il giudice Vincenzo Aquaro (oggi in pensione dopo essere rimasto sempre in Tribunale) convalida la vendita messa in atto dal liquidatore il 13 novembre 1997 perché era "confortato" (sic!) dal fatto che io risultavo revocato dalla nomina di amministratore con sentenza 11 novembre 1997. Trasformando così una sentenza del Tribunale in una sentenza passata in giudicato. Non tenne conto che la Corte d'Appello dichiarò nulla tale sentenza. Con la conseguenza, ripeto, che io ero stato sempre amministratore e che era nulla anche la nomina del liquidatore. Tutta questa vicenda è segnata dalla trasformazione di 1) una ordinanza 7 novembre 1997 della giudice Tiziana Marogna risultata errata e di 2) una sentenza 11 novembre 1997 dichiarata poi nulla con la citata sentenza della Corte d’Appello 34/2001. 

La maggiore colpevole in questa vicenda è la giudice in Corte d'Appello Donatella Aru per le sue aberranti due sentenze che contengono un cumulo di falsità materiali e di incredibili contraddizioni, giungendo a citare contro di me sentenze della Cassazione che invece erano favorevoli a me. Come, soprattutto, la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite 11104/2002 che mi aveva dato ragione dicendo che il Ricorso volto alla mia domanda di revoca della nomina del liquidatore doveva essere indirizzata al Tribunale e non alla Cassazione, come invece decise la giudice Tiziana Marogna in Tribunale con l'ordinanza 7 novembre 1997 di mero rito che rigettava la mia domanda di revoca della nomina del liquidatore scrivendo che mi sarei dovuto rivolgere alla Cassazione. E la Aru, pur di salvare la sua collega (facente poi irritualmente parte dello stesso Collegio della Aru pur avendo già giudicato la vicenda, e in un punto determinante di essa) ha scritto che il liquidatore era confortato anche da questa ordinanza (oltre che dalla citata sentenza 11 novembre 1997, ma poi dichiarata nulla dalla Corte d'Appello) e che pertanto era valida la vendita messa in atto 5 giorni dopo senza nemmeno attenderne la notifica del 20 novembre. La Aru recepì come vera l’ordinanza della Marogna scrivendo che all’epoca dell’ordinanza era stata superata la giurisprudenza che prevedeva il Ricorso al Tribunale. FALSO! Era vero tutto il contrario perché la citata sentenza della Cassazione a Sezioni Unite aveva cancellato la giurisprudenza minoritaria che prevedeva il Ricorso in Cassazione. Il colmo è che la Aru ha citato a lungo contro di me  tale sentenza mentre era favorevole a me. La Marogna ignorò l’ultima sentenza al riguardo prima della sua ordinanza del 7 novembre 1997. Si trattava della sentenza 2 dicembre 1996 n. 10718 appartenente alla giurisprudenza maggioritaria che prevedeva il Ricorso al Tribunale, e non alla Cassazione. Questo gravissimo errore della Marogna, recepito in Corte d’Appello dalla Aru, è il secondo gravissimo errore dopo quello della nomina del liquidatore.                     

La Aru ha invertito l'ordine logico-giuridico tra sentenza non definitiva e sentenza definitiva iniziando dal decreto ingiuntivo del liquidatore per metterlo subito al riparo.

1) A p. 6 della sentenza falsamente definitiva ha scritto che avevo promosso un giudizio ordinario per chiedere la revoca della nomna del liquidatore. Ma a p. 16 dice tutto il contrario rimproverandomi di non avere promosso un giudizio ordinario per chiedere la revoca della nomina del liquidatore. Incredibile.

2) Ha scritto che il liquidatore era confortato dal fatto che con l'ordinanza 7 novembre 1997 era stata rigettata la mia domanda di revoca della nomina del liquidatore. E 5 giorni dopo avvenne la vendita del 13 novembre. Più gravemente e paradossalmente la Aru ha citato contro di me la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite 11104/2002 che ha cancellato la giurisprudenza minoritaria dando ragione a me. La Aru non ha nemmeno considerato che l'ordinanza fu notificata il 20 novembre e che da quella data avevo 10 giorni di tempo per ricorrere al Collegio, così trasformando l'ordinanza in una sentenza passata in giudicato. La Aru non è voluta andare contro la collega (poi passata in Corte d'Appello e facente parte dello stesso Collegio a cui fu attribuita la mia causa, mentre la Marogna non avrebbe dovuto essere compresa in tale Collegio avendo giudicato la stessa causa in Tribunale). 

3) La Aru ha scritto che il liquidatore era confortato dal fatto che con sentenza 11 novembre 1997 ero stato revocato dalla carica di amministratore. Il liquidatore non attese nemmeno la notifica della sentenza in data 20 novembre e due giorni dopo avvenne la vendita. La Aru ha citato la sentenza della Corte d'Appello 34/2001 scrivendo che era stata dichiarata nulla la sentenza 11 novembre 1997 . Ma non ne ha mai tenuto conto. Anzi, scrisse che la sentenza del Tribunale 11 novembre 1997 era stata un motivo in più per giustificare la vendita il 13 novembre 1997. Anche in questo caso trasformando la sentenza del Tribunale in una sentenza passata in giudicato. Mentre passò in giudicato la sentenza della Corte d'Appello 34/2001 che aveva dichiarato nulla la sentenza 11 novembre 1997 che mi aveva revocato dalla carica di amministratore. Con la conseguenza che io ero stato sempre amministratore (reintegrato infatti dal giudice del Registro Vincenzo Amato). E non potevano coesistere insieme amministratore e liquidatore. In sostanza, la Aru ha colpevolmente trasformato un'ordinanza (errata) e una sentenza (dichiarata poi nulla) in due sentenze passate in giudicato. Così favorendo illecitamente la nomina e l'operato del liquidatore. 

4) La Aru ha scritto che io, pur avendo il 66% delle quote sociali, non potevo ostacolare l'operato del liquidatore, se pur nominato per volontà dei due soci di minoranza. Incredibile!

5) La Aru ha creduto di poter giudicare la vicenda sulla base dell'art. 742 cpc respingendo l'actio nullitatis pur dovendo sapere che la causa non poteva essere conclusa con un articolo che appartiene alla volontaria giurisdizione, che non dà mai luogo a un giudicato perché tale articolo dice che il provvedimento può essere REVOCATO IN OGNI TEMPO. Occorreva dunque fare riferimento all'actio nullitatis per avere una sentenza passata in giudicato. 

6) La Aru, con lo scopo di rendere inefficace la revoca della nomina del liquidatore decisa con decreto del presidente del Tribunale in data 11 dicembre 1997 “data la sua abnormità” essendo documentata la mia opposizione alla nomina del liquidatore, ha scritto incredibilmente che “abnorme” non significa illegittimo e che fosse soltanto “un vizio nel merito” (p.32 della sentenza definitiva). Incredibile!

7) La Aru ha voluto difendere capra e cavolo, cioè la validità della nomina del liquidatore e la buona fede dell’acquirente non accorgendosi della enorme contraddizione. Infatti in base all’art. 742 cpc la verifica della buona fede presuppone l’illegittimità del provvedimento di nomina del liquidatore altrimenti non avrebbe senso la verifica della buona fede dei terzi. E tuttavia la Aru ha sempre ritenuto valida la nomina del liquidatore. Peraltro il promissario acquirente non poteva ritenersi in buona fede perché con racc. 22 agosto 1997 l'avevo diffidato dall'acquistare spiegandogli che il liquidatore era stato nominato illegalmente perché contro la mia volontà, occorrendo per legge l'uninimità dei soci. Inoltre vi era in corso una causa riguardante la mia revoca dalla nomina del liquidatore, e pertanto sarebbe stato necessario attendere che vi fosse su questo punto una sentenza passata in giudicato. Ma il liquidatore, in combutta con il promissario acquirente procedettero alla vendita il 13 novembre 1997 con la complicità dei giudici che non attesero che si formasse un giudicato sulla mia revoca dalla nomina dell'amministratore. La vendita avvenne 2 giorni dopo la sentenza 11 novembre 1997 che mi revocava da tale nomina. Ma la Corte d'Appello dichiarò NULLA tale sentenza con la sentenza 34/2001, con la conseguenza che io risultavo essere stato sempre amministratore, e non potevano sussistere insieme liquidatore e amministratore. Fui dunque posto di fronte al fatto compiuto il 13 novembre 1997. Con la complicità dei giudici del Tribunale Vincenzo Aquaro e della giudice dela Corte d'Appello Donatella Aru.  Nonostante che la nullità della nomina del liquidatore discendesse ANCHE dalla sentenza 34/2001.         

8) In base all’art. 2272 C.C. non vi era alcun motivo per giustificare lo scioglimento della società.  Infatti la Cinecorallo conseguiva pacificamente il suo oggetto sociale al di là degli asseriti dissidi sociali perché la proprietà era distinta dalla gestione, che pagava regolarmente l’affitto con pagamento trimestrale. I giudici non hanno voluto percepire che i dissidi sociali erano di natura extra societaria, come dimostrato dalla sentenza penale del 2001, che mandava assolto Pietro Melis dall’accusa di calunnia “perché il fatto non sussiste”. Con tale sentenza veniva riconosciuta l’estorsione di una scrittura privata con cui il socio di maggioranza si obbligava a cedere anche lui la sua quota del 66% a fronte di una offerta di un miliardo e 800 milioni (fatta da Gesuino Fenu, pur non nominato nella sentenza perché dovevasi giudicare se fosse vera o falsa l’estorsione della scrittura privata). E dalla sentenza penale risultava vera l’estorsione. Questa sentenza documentava l’opposizione del socio di maggioranza alla cessione della sua quota di maggioranza (66%). E tuttavia la Aru ha ritenuto che fosse "inconferente" tale opposizione valendo la nomina del liquidatore. Pertanto si evidenzia una gravissima contraddizione per avere la Aru ritenuto valida la nomina del liquidatore, che presumeva l’acquiescenza del Pietro Melis alla nomina del liquidatore, mentre dai verbali di udienza e dalla Memoria di costituzione in giudizio risultava l’opposizione di Pietro Melis alla nomina del liquidatore. E nonostante che anche in sede penale risultasse la mia avversione alla cessione ad altri della mia quota del 66%. Ne conseguiva che ancor meno potevo essere acquiescente alla cessione della sua quota tramite liquidatore, che avrebbe comportato comunque un ricavo assai inferiore 1) a causa della stratosferica parcella del liquidatore di 166 milioni di lire, ottenuta contabilizzando sempre al massimo della tariffa le voci della parcella con l'avallo dei giudici, 2) e a parte il fatto che con il liquidatore avveniva la vendita del locale e non la cessione delle quote sociali avente una fiscalità ridotta. E per di più avveniva una vendita per il prezzo di un miliardo e 500 milioni di lire, assai inferiore all’offerta di un miliardo e 800 milioni di lire da parte del citato Gesuino Fenu tramite cessione delle quote con fiscalità ridotta. Che la parcella del liquidatore sia stata del tutto gonfiata risulta anche dal fatto che la Aru in Corte d'Appello ha persino riconosciuto al liquidatore, a danno della Cinecorallo, 37 milioni di lire per asserita mediazione nella vendita pur essendo documentato che la mediazione fu condotta da una agenzia immobiliare chiamata STELUMA a cui si erano rivolti i soci di minoranza, come risulta da ricevuta fiscale da cui risulta che l'acquirente pagò a detta agenzia 34 milioni di lire. Persino meno di quanto il liquidatore si attribuì per asserita, ma del tutto falsa, mediazione da lui condotta con detta agenzia nella trattativa di vendita.  Se non bastassero tutti gli argomenti precedentemente espressi basterebbe questa duplicazione di costi per far ritenere fondato il sospetto di collusione dei giudici con il liquidatore. 

      

Chiedo che si svolga una indagine su questa vicenda che evidenzia la gravità della colpevolezza dei giudici per cui sono passato. E che mi ha costretto a ricorrere alla Corte Europea.