domenica 28 settembre 2025

PERCHE' PER GLI ISLAMICI GERUSALEMME E' LA TERZA CITTA' SACRA ...

 ...dopo La Mecca e Medina. 

Il fondamento di tale pretesa ha nella Sura XVII del Corano una spiegazione del tutto risibile perché ha un valore inferiore persino a quello di una leggenda essendo fondata sul viaggio notturno che Maometto avrebbe fatto da La Mecca a Gerusalemme. La successiva tradizione si accompagnò ad una relativa iconografia per descrivere il viaggio notturno fatto sotto la guida dell’arcangelo Gabriele mentre Maometto sedeva su un animale mostruoso che, stando tra l’asino e il mulo, era dotato di ali ed aveva la testa di donna, a cui la tradizione islamica aggiunse anche il nome Buraq. Maometto, stando sempre seduto su questo animale, salì attraversando la  sfera dell’inferno, diviso in più piani, ognuno con pene adatte al peccato commesso. Nei livelli più bassi le punizioni sono più atroci e la temperatura più alta. Le anime dell'inferno soffriranno terribili pene fino al giorno del giudizio. 

     Maometto fu invitato da Allah a salire sino alla sfera del paradiso perché conoscesse i suoi precedenti profeti, compreso Gesù, e ricevesse direttamente da Allah l’ordine delle cinque preghiere canoniche quotidiane. Non saprei dire se Maometto fosse un allucinato o un impostore, anche considerando che era persino analfabeta e si portava dietro uno scriba a cui dettava le sue allucinazioni o imposture finalizzate comunque alle successive conquiste degli arabi considerando che il Corano impose un falso proselitismo perché, al contrario del cristianesimo, fu fondato sin dall’inizio sulle armi nelle guerre di espansione nel Medioriente, nelle coste africane e parzialmente in Spagna sino alla “reconquista” spagnola con la fine dell’occupazione araba. E  vi è più di un miliardo di cervelli che ancora credono in questo racconto trasformandolo incredibilmente in un fatto storico. La Gerusalemme degli ebrei è ben lontana dalla ridicola tradizione islamica avendo con sé una tradizione storica che si rifà al regno di Davide risalente all’anno mille.

    Voglio qui anticipare quanto Benedetto XVI disse con coraggio nella sua Lectio magistralis tenuta il 12 settembre 2006 a Ratisbona riportando un dialogo tra l’imperatore bizantino Manuele II Paleologo e un persiano colto: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava". Bastarono queste parole per provocare una rivolta da parte del mondo musulmano, capace persino di negare l’evidenza storica della mancanza di ragione nella più grande disgrazia della storia che è il Corano.         

 

venerdì 26 settembre 2025

A TUTTI GLI IGNORANTI CHE NON CONOSCONO IL CORANO

E' incredibile che un Paolo Del Debbio ancora una volta (trasmissione Dritto e rovescio) dia la parola e degli islamici (compresi un iman e delle donne con la testa coperta) perché siano loro a citare il Corano. Le donne affermano che sono esse a porsi il velo con piena libertà e l'iman aggiunse un'altra grave falsità dicendo che nel Corano le donne hanno parità con le donne. Ma perché non cita lui il Corano visto che dice di conoscerlo? E allora lo cito io ancora una volta sottolineando le frasi che Del Debbio avrebbe dovuto citare.  

Un islamico proveniente da Stati islamici, come pure un islamico nato etnicamente italiano ma convertitosi all’Islam, con ciò rinunciante al suo essere etnicamente italiano e, più largamente, al suo essere europoide o caucasoide, deve giurare, come minimo, sulla Costituzione italiana perché ritenuta superiore a tutte le norme contenute nel Corano, contenente frasi che istigano alla violenza contro gli infedeli, sino a giustificare l’omicidio di massa, in grave contrasto, e perciò non conciliabile, con la Costituzione. Come le frasi che dicono: 

 combatteteli sino a quando non vi sarà più scandalo e la religione sia quella di Allah…Non sposate donne idolatre finché non abbiano creduto ché è meglio una schiava credente che una donna idolatra…Gli uomini stanno su un gradino più alto rispetto alle donne, e Allah è potente e saggio Vi è prescritta la guerra anche se ciò possa spiacervi…combattete sulla via di Allah e sappiate che Allah ascolta e conosce (Sura II)... Quanto a quelli che rifiutano la Fede li punirò con pena violenta in questo mondo e nell’altro…Verrà posto un marchio di infamia dovunque li troveremo, tranne che si afferrino a una corda di Allah…Non sceglietevi come amici persone estranee alla Fede ché queste non mancheranno di mandarvi in rovina…Getteremo terrore nel cuore degli infedeli perché hanno associato ad Allah esseri che Allah non ha investito di alcuna autorità…È Allah che vi fa vivere e uccide…E non chiamate morti coloro che sono stati uccisi sulla via di Allah. Anzi, vivi sono e nutriti della grazia presso il Signore…Coloro che combatterono e furono uccisi li farò entrare nei Giardini (in Paradiso)…Se alcune delle vostre donne avranno commesso atti indecenti muratele vive in casa finché le colga la morteGli uomini sono preposti alle donne perché Allah ha preposto alcuni esseri ad altri…Quelle donne di cui temete atti di disobbedienza prima ammonitele, poi lasciatele sole nei letti, poi bastonatele…Essi vorrebbero che voi rifiutaste la Fede…prendeteli e uccideteli dove li trovate, ma non prendete patroni alleati fra loro (Sura IV)…Gli infedeli sono per voi un manifesto nemico, non vi stancate di inseguir quella gente Sura (IV)… O voi che credete! Non prendete i giudei e i cristiani come alleati. Chi di voi si alleerà loro diverrà dei loro (Sura V)…I demoni ispirano ai loro alleati di discuter con voi. Se date loro ascolto sarete pari ai pagani (Sura VI)…E io getterò il panico nel cuore dei miscredenti. Percuotete, percuotete loro le cervici, percuotete e spezzate loro ogni dito…Allah è violento nel castigare…ma non voi li uccideste bensì Allah…Combatteteli dunque finché non vi sia più scandalo e il culto venga reso solo ad Allah…Gli angeli faran morire quelli che si rifiutarono alla Fede, colpendoli sul viso e sul dorso…Se non vi lancerete in battaglia Allah vi castigherà di castigo crudele, vi sostituirà con altro popolo. Allestite forze e cavalli quanto potete per terrorizzare il nemico. Allah te li ha dati in tuo potere. Combattete coloro che non credono in Allah e nel Giorno Estremo. Combatteteli sino a che non paghino il tributo uno a uno…Han detto i cristiani: Gesù è figlio di Dio. Allah li maledica! In quale errore sono caduti, mentre erano stati esortati ad adorare un Dio solo. Se non vi lancerete in battaglia Allah vi castigherà di castigo crudele e vi sostituirà con altro popolo, umiliati… Allah è con noi…Combattete sulla via di Allah. Combattete i negatori che vi stan vicini. Che possan trovare in voi durissima tempra (Sura IX). La ricompensa di coloro che combattono Allah e il suo Messaggero e si danno a corromper la terra è che essi saranno massacrati, o banditi dalla terra: questo sarà per loro ignominia in questo mondo e nel mondo avvenire immenso tormento, eccetto quelli che si pentiranno prima che voi vi impadroniate di loro (Sura V).


giovedì 25 settembre 2025

QUANT'E' BELLA GIOVINEZZA CHE SI FUGGE TUTTAVIA:

 Chi vuol esser lieto, sia. Di doman non c'è certezza. 

E' una considerazione suggeritami da Claudia Cardinale. Provo un senso di repulsione vedendone la trasformazione in peggio di quella bellezza che sembra appartenere ad altra donna. Lo stesso dicasi di Brigitte Bardot   

martedì 23 settembre 2025

NON E' MAI ESISTITO UNO STATO PALESTINESE MA UNO STATO EBRAICO

 Quanto tempo deve passare perché si possa riconoscere la proprietà di una terra? Prendo spunto dall'opera più importante del filosofo Robert Nozick, che, unico grande filosofo fu sostenitore del diritto naturale,  nell'opera Anarchia, Stato e Utopia si pone la domanda su che cosa possa fondarsi la proprietà di una terra. Fondamentale è la condizione che la proprietà non possa trovare giustificazione nella violenza e che essa possa giustificarsi su un pacifico riconoscimento tramite una libera contrattazione. Nozick si rende conto che in questo modo bisognerebbe rivedere tutta la storia. Ma il fatto non può essere fondamento del diritto. La concezione di Nozick diede spunto alla questione se gli indiani d'America potessero essere considerati proprietari di tutte le terre in cui si trovavano. Gli indiani non coltivavano le terre in cui abitavano. Pertanto non potevano essere considerati proprietari di esse perché solo se fossero stati espropriati del loro lavoro avrebbero potuto accampare diritti sulle terre dove abitavano. In Palestina non vi fu mai uno Stato perché la terra di Palestina fece parte, prima, delle conquiste arabe, e poi dell'Impero turco. Al contrario, gli ebrei ebbero uno Stato da quando sorse il regno di Davide mille anni prima di Cristo. Essi furono espropriati delle loro terre con la violenza sin dalla conquista messa in atto dai Romani. Non importa che da allora siano passati circa duemila anni. Il tempo passato, secondo Nozick, non aggiunge alcuna giustificazione che sia di riparo alla violenza che fu all'origine della perdita della Palestina da parte degli ebrei. Gli ebrei sono tutt'oggi eredi dell'unico popolo che sia sopravvissuto tra gli antichi popoli che abitavano nella Palestina. Sono l'unico popolo di cui è sopravvissuta la lingua nazionale, mentre gli arabi della Palestina non ebbero mai una lingua nazionale. La Bibbia, o meglio l'Antico Testamento, ebbe origine da un'unica finalità, la dimostrazione che la terra di Palestina era stata affidata agli ebrei dal loro dio, pur sanguinario, Jahweh. La religone ebraica, al contrario del cristianesimo e dell'islamismo, ha sempre rifiutato di fare proselitismo. Bisogna essere razzialmente ebrei per essere riconosciuti ebrei anche sul piano religioso. Non vi è stato un popolo che sia stato razzista come lo è stato sempre l'ebreo, convinto religiosamente di essere ancora il popolo eletto. Ma lasciamo perdere questa incredibile convinzione. Gli ebrei per la maggior parte sono oggi atei dopo il processo di laicizzazione che essi percorsero nell'800, altrimenti non sarebbero divenuti un popolo a cui si deve riconoscere una grande intelligenza essendo stato capace di liberarsi di tutte le idiozie dell'Antico Testamento.Pretendere il riconoscimento di uno Stato arabo-palestinese significa voler ignorare tutta la storia. La follia nazista consistette anche nella persecuzione degli ebrei invece di farseli alleati ammesso che fosse vero che essi dominassero l'economia mondiale. Ma bisogna considerare anche le colpe gravi dell'Inghilterra che si oppose al disegno nazista di favorire la nascita di uno Stato ebraico in Palestina perché il governo inglese non voleva inimicarsi gli arabi della Palestina, su cui l'Inghilterra vantava un protettorato dopo la prima guerra (falsamente) mondiale con la fine dell'Impero turco a cui apparteneva la Palestina. Vi è da domandarsi come mai gli arabi non abbiano mai chiesto alla Turchia l'indipendenza della Palestina.              

venerdì 19 settembre 2025

ODIO LA CRUDELTA' DELL'IMPOSTURA UMANA

 Disse Tolstoj che i mattatoi dovrebbero essere palazzi con grandi vetrate posti nei centri urbani. Allora i mangiatori di cadaveri, complici dei macellatori, non potrebbero più nascondere la loro impostura. Ho ricevuto quanto segue dall'associazione animalista Animal equality.  

Maledetti assassini   

Guardare il video  https://www.facebook.com/reel/724081694011347

giovedì 11 settembre 2025

SENZA TITOLO...

 ...perché stranamente non ricordo quale argomento avevo in mente e mi proponevo di scrivere dopo perché ero stato distratto da altro argomento 

martedì 9 settembre 2025

LA NOTA IRONIA DI STEFANO BENNI DEFUNTO OGGI

Nella mia libreria (di cui ho scritto in un articolo precedente) non vi sono libri che non siano di contenuto scientifico e filosofico. La lettura di un romanzo significava per me una sottrazione di tempo da dedicare a libri che mi ampliassero la conoscenza scientifica. Nella mia libreria non vi è mai stato spazio per la letteratura, a parte un certo numero di libri (anche classici) che lessi da bambino e da adolescente, libri per lo più di avventure. Riconosco di essere un ignorante in fatto di letteratura. E non me ne vergogno. Quanti libri hanno letto coloro che si fanno riprendere con una libreria alle spalle? E poi di quale contenuto? Ho una conoscenza solo indiretta o parziale di autori come Kafka (Metamorfosi), Dostoevskji (I fratelli Karamazov, Louis Ferdinand Celine (Viaggio al termine della notte), Italo Svevo (La coscienza di Zeno), Pirandello (di cui da studente del primo anno del corso di filosofia feci una scorpacciata delle sue mirabilI Novelle per un anno, Robert Musil (L'uomo senza qualità), etc. Chi legge romanzi rimane ignorante. Kafka era ebreo, Celine antisemita, ma ciò non gli impedì di essere considerato un grande scrittore. Da studente I promessi sposi (libro di testo nel programma di esame di letteratura italiana) mi apparvero un romanzo palloso. Sbagliavo. Manzoni scrisse un solo romanzo. Un capolavoro. Storie che si celinintrecciano mirabilmente tra loro. Romanzi in un solo romanzo.  Manzoni impiegò ben 20 anni per passare da una prima stesura (con il titolo Fermo e Lucia) all'ultima stesura. Alla faccia di coloro che sfornano romanzi in catena di montaggio. Confesso di non aver letto alcunché di Stefano Benni.  Ma molti anni fa mi fu detto che è di Benni la frase che dice: "a me mi hanno rovinato le donne. Troppo poche". Se esiste un aldilà è questo che mi rattrista maggiormente: non poter più il Benni aumentare il numero delle donne.   

sabato 6 settembre 2025

IMPOSSIBILITA' DI UN DIALOGO CON L'ISLAM

Ricevo e volentieri pubblico un articolo di un mio corrispondente. Lascio il mio commento dopo tale articolo.  

L’INTESA IMPOSSIBILE
I rapporti fra lo Stato e le confessioni religiose diverse dalla cattolica devono essere “regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze” (articolo 8, comma 3, della Costituzione italiana). La prima legge sulla base di una intesa è stata emanata nel 1984. Da quell’anno, a fasi alterne, sono via via state emanate altre leggi sulla base di altrettante intese con molte confessioni religiose. Restano finora esclusi i Sikh, gli Shintoisti, i Testimoni di Geova (che solo hanno sottoscritto un’intesa non approvata dal Parlamento) e vari altri gruppi minoritari..., ma soprattutto l’intero “mondo islamico”.
Quest’ultima esclusione esprime nodi irrisolti di enorme rilievo. Qualcuno ha ritenuto che la mancanza di una rappresentanza islamica unitaria impedisse l’avvio di trattative con lo Stato. In realtà il decantato (presunto) pluralismo islamico non costituirebbe in sé un problema siccome ad esempio col Cristianesimo sono state sottoscritte ben otto diverse intese (oltre al ben noto Concordato) e con il Buddhismo due.
Tuttavia il dialogo con l’islàm “italiano” (posto che tale aggettivo -spesso reiterato- abbia giammai senso) ha seguito una strada diversa. Specifiche (e discutibili) ragioni geopolitiche hanno fatto prevalere sulla questione religiosa i temi connessi alla immigrazione straniera e ancor più alla -giustificata-paura del terrorismo islamico. Per questi motivi già nel 2005, imitando e ripetendo scelte adottate da altri Stati europei, il Ministro dell’Interno Pisanu aprì un “tavolo di dialogo” istituendo una prima “consulta per l’islàm italiano”, poi ripresa dal Ministro Amato, che patrocinò nel 2007 anche l’adozione di una discussa “carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione” (Decreto Ministero dell'Interno 23.04.2007 in Gazzetta Ufficiale del 15.06.2007 N°137), nonché una “dichiarazione di intenti per una federazione dell’islàm italiano”. In questo breve scritto [ fonti tratte dalla Rete Informatica ] desidero esporre sinteticamente quanto fatto finora da vari Governi [ circa dal 2004 ad oggi ] per tentare di formare/mantenere una relazione istituzionale con la scomoda presenza islamica, nel quadro di iniziative controverse e discutibili poiché assunte fuori dal canale costituzionalmente più proprio (ossia quello delle leggi sulla base di preventiva intesa ovviamente condotta entro i necessari limiti di rispetto dello Ordinamento Giuridico). Questa linea politico- amministrativa è stata confermata da vari Governi che si sono succeduti nel tempo. Dopo Pisanu e Amato, anche il Ministro Maroni nel 2010 costituì un “comitato per l’Islàm italiano” e, sotto il Governo Monti, venne promossa una più larga “conferenza permanente ‘Regioni, cultura, integrazione’”, che trattava anche la questione islamica. Queste esperienze sono state riprese anche dal Ministro Alfano, che nel 2016 costituì un “consiglio per le relazioni con l’islàm italiano”. L’eccezione islamica (giuridicamente inammissibile) quindi si è purtroppo oramai quasi consolidata secondo una cattiva prassi che coinvolge - significativamente- il Ministero dell’Interno. Nel mese di luglio del 2016 proprio al Viminale si tenne un incontro fra il predetto “consiglio” e un “tavolo di confronto con i rappresentanti delle maggiori comunità e associazioni islamiche presenti nel Paese” (soggetti, questi ultimi, non ben definiti sotto il profilo formale) nel corso del quale si discusse un documento noto come “ruolo pubblico, riconoscimento e formazione degli imàm”. Un tema a sua volta molto controverso. Un esperimento di formazione degli “imàm”era stato già condotto in Italia nel 2011. Si trattò di un progetto molto discutibile, poiché assegnare a soggetti pubblici la formazione religiosa dei ministri di un culto assume caratteri incompatibili con la non-negoziabile laicità dello Stato, il quale certamente non ha -e non deve avere- competenze “teologiche”. Va visto quindi con favore il fatto che il Ministero dell’Interno abbia poi deciso di correggere il tiro e avviare un generico corso di informazione sulla normativa italiana in materia di libertà religiosa rivolto a “leader- religiosi” non cittadini euro-comunitari, di recente ingresso in Italia, appartenenti a tutte le confessioni religiose ancora senza intesa. Il 5 novembre 2015 è stato poi sottoscritto dall’unione delle comunità islamiche in Italia (una delle associazioni ovviamente private dell’Islàm italiano) con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, un interessante protocollo volto a favorire l’accesso di mediatori culturali e ministri di culto negli Istituti Penitenziari, anche al fine di guidare momenti collettivi di preghiera (adesso, pare, per lo più presieduti da detenuti che svolgono impropriamente la funzione di “imàm”). Infine, il 1 febbraio 2017 nove soggetti sedicenti rappresentativi dell’islàm italiano hanno sottoscritto un “patto nazionale per un islàm italiano”.
Un documento redatto con l’ausilio del consiglio per i rapporti con l’islàm italiano [ lo stesso soggetto altrove denominato “consiglio per le relazioni con l’islàm italiano” e recepito dal Ministero dell’Interno]. Quest’ultimo atto prosegue il cammino avviato e vede in sostanza il coinvolgimento dello Stato nella promozione di un soggetto islamico nazionale, che a sua volta cerca di raccogliersi intorno a punti di incontro ben definiti e -in un certo senso- sostenuti dallo Stato. A questo riguardo non si possono non esprimere alcune perplessità di carattere tecnico-giuridico. Innanzitutto per la deplorevole tendenza consolidata a gestire quelle relazioni con l’islàm in un contesto eccezionale e diverso da quello riservato a tutte le altre Confessioni religiose [si veda le proposte di legge Santanchè-e-altri, del ~2017 poi giustamente respinte/ritirate]; e poi per l’improprio richiamo alla legge 1159 del 1929 –nota come “legge sui culti ammessi”– quale fonte di riferimento (?) per il “riconoscimento” dei soggetti religiosi di ispirazione islamica. Si prende atto con soddisfazione che il Governo attualmente in carica non ha manifestato alcun interesse ad avere rapporti particolari con gli islamici che vivono in Italia, determinando di fatto la estinzione dei vari -criticabilissimi e inutili- "carte", "consigli", "consulte", "patti", "protocolli", "tavoli", ... .Qualcuno in proposito ha osservato che: “[…] in mancanza di una buona normativa che stabilizzi e chiarifichi definitivamente le relazioni tra le parti (al di là di lodevoli promulgazioni di manifesti-culturali e carte-di-intenti-e-valori) non si potrà impedire che carsicamente i diritti negati o affievoliti, sostenuti dalla forza dei numeri, cerchino comunque percorsi possibili per la loro affermazione nella vita di ogni giorno. [...]Ma quelle sono solo ciance fifo-islamiche. La “buona-normativa” già esiste = è la Costituzione (e sottostanti codici, pre-leggi e leggi applicabili); quanto al “carsicamente” e alla “forza-dei-numeri” si può solo osservare che il principale prezzo per la difesa della Civiltà è la vigilanza. E che l’islàm ( “italiano” ?! ) non può in Italia rivendicare di occupare un posto che non ha e non può avere.  
La pratica osservanza dell’ ISLÀM ( inteso nelle sue due declinazioni principali = "islàm-sunnita" ed "islàm-sci'ita" che rappresentano il 98 % circa della popolazione islamica mondiale) non è compatibile con l’ Ordinamento Giuridico italiano, siccome detta pratica osservanza implica prevalentemente di commettere atti illeciti (riferimento al Codice Penale e norme sottostanti), o per lo meno atti contrari e in contrasto con molti regolamenti amministrativi (riferimento al Codice Civile e norme sottostanti) [*].
Il dialogo istituzionale con l’islàm “italiano” non deve svolgersi in sedi eccezionali e diverse da quelle previste dalla Costituzione, e deve su di questa basarsi. Non sono possibili alternative serie. All’islàm -attesa la sua totale incompatibilità col nostro Ordinamento
Giuridico- non si possono e non si devono concedere privilegi. La sicurezza si ottiene e mantiene anche vigilando ed agendo severamente, garantendo libertà e trattamenti eguali per tutti, nel rigoroso rispetto del principio fondamentale di laicità dello Stato e del vigente Ordinamento Giuridico. La conclusione (equivalente al titolo del presente scritto) , pertanto , è agevole.

GianCarlo MATTA IL POLEMISTA POLEMOLOGO
[*] CONFRONTO SINOTTICO DI FLORILEGIO CORANICO CON NORME ITALIANE RIFERIBILI.  

Mio commento, tratto dalla prefazione ad un mio prossimo libro intitolato Il mondo al oicsevor (rovescio)

La superiorità storica dell’Europa consiste - anzi, purtroppo, consistette - nell’aver fatto della non identità della conoscenza scientifica e del diritto naturale la sua identità come identità negata, cioè universale, subordinando ad essa ogni identità culturale. La comunità degli scienziati ha sempre sovrastato le divisioni e le continue guerre tra Stati europei”. Alla luce di questa non identità europea si deve affrontare il male che maggiormente oggi affligge l’Europa, e più in generale il mondo occidentale, cioè la presenza invadente dell’islamismo. Aspetto del tutto trascurato da Vannacci. Un islamico proveniente da Stati islamici, come pure un islamico nato etnicamente italiano ma convertitosi all’Islam, con ciò rinunciante al suo essere etnicamente italiano e, più largamente, al suo essere europoide o caucasoide, deve giurare, come minimo, sulla Costituzione italiana perché ritenuta superiore a tutte le norme contenute nel Corano, contenente frasi che istigano alla violenza contro gli infedeli, sino a giustificare l’omicidio di massa, in grave contrasto, e perciò non conciliabile, con la Costituzione.

 

Gustavo Zagrebelsky, professore emerito di diritto costituzionale all’Università di Torino, ex presidente della Corte Costituzionale, opinionista del quotidiano La Repubblica, è stato relatore (il 20 novembre 2000) di una sentenza pazzesca.

Egli, partendo “dai principi fondamentali di eguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione (art.3 Costituzione) e di eguale libertà davanti alla legge di tutte le confessioni religiose – ma i costituenti, ignoranti, avrebbero dovuto scrivere “religioni” perché le confessioni sono interne ad una religione – aggiungendo che “non può assumere alcuna rilevanza il dato quantitativo della adesione più o meno diffusa a questa o a quella confessione, religiosa”, e precisando che “la posizione di equidistanza e imparzialità è il principio di laicità” dello Stato, “caratterizzato in senso pluralistico”, ha concluso assurdamente, in contrasto con il principio della laicità dello Stato – e senza percepire minimamente la contraddizione – che “il ripristino dell’eguaglianza violata (con l’art.402 del Codice Penale) possa avvenire non solo abolendo del tutto la norma che determina quella violazione, ma anche estendendone la portata per ricomprendervi i casi discriminati”, convinto che “il principio di laicità non implichi indifferenza e astensione dello Stato dinanzi alle religioni, ma legittimi interventi legislativi a favore della libertà di religione”.

Sulla base di questa scriteriata sentenza firmata da 15 idioti, Dio, anche se per gli atei non esiste, è stato trasformato in una pluralità di soggetti giuridici, diversi per ogni religione, e i seguaci di ogni religione sono stati riconosciuti, per dirla con Montesquieu, avvocati di Dio, che in tal modo, nella sua pluralità giuridica, avrebbe bisogno degli uomini per difendersi con denunce. “Il male in questo caso è venuto dall’idea che bisogna vendicare la divinità”, scrive Montesquieu (Lo spirito delle leggi, XII, 4). E ancor prima il giusnaturalista cristiano Samuel Pufendorf separando il diritto naturale dalla teologia morale della religione rivelata, rivendicava il diritto di essere atei e di bestemmiare (De habitu religionis christianae ad vitam civilem, 1686, par. 7).

Zagrebelsky e gli altri 14 deficienti della Corte Costituzionale non hanno capito che con la loro sentenza anche la setta religiosa più pazza avrebbe diritto ad una tutela penale. Come i seguaci della sanguinaria dea Kalì. D’altra parte i 15 hanno mancato di citare il II comma dell’art. 8 della Costituzione che recita: “Le confessioni religiose diverse da quella cattolica hanno il diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano”. Prescindo dall’errore di definire “confessione” una religione, stando la confessione all’interno di una religione.

Si evince che l’islamismo, non potendo non trarre un suo statuto dai comandamenti del Corano compresi quelli che sono una patente istigazione a delinquere ( in contrasto con l'art.414 Codice Penale) in quanto predicano la violenza contro gli infedeli sino all’omicidio di massa - avrebbe uno statuto contrario all’ordinamento giuridico italiano. Hanno mai letto il Corano i 15 scriteriati che hanno firmato la sentenza? Se non l’ hanno letto sono degli ignoranti che hanno preteso di giudicare su ciò che ignorano. Se l’hanno letto hanno riconosciuto pari dignità ad una religione il cui libro giustifica il terrorismo islamico. Il terribile pasticcio a cui sono pervenuti i 15 scriteriati è causato da due motivi: 1) l’avere contraddetto il principio della laicità dello Stato attribuendo una tutela penale ad ogni religione, mentre avrebbero dovuto ignorarle tutte per quanto riguarda le credenze religiose in senso stretto, non potendo esistere il reato di vilipendio di una religione, anche perché il termine “sacro” non può far parte del linguaggio della politica in uno Stato laico e liberale; 2) l’avere ignorato che ogni religione nei suoi statuti, cioè in quei principi che riguardano, non i dogmi religiosi in senso stretto, ma l’esercizio del culto esterno nell’opera di proselitismo, non deve essere in contrasto con l’ordinamento giuridico.