mercoledì 9 giugno 2010

UN BEL COMMENTO COME QUESTO NON PUO' ESSERE ANONIMO

Ringrazio l'autore del seguente commento.Credo tuttavia che oggi sia necessario aggiornare Platone per superare la retorica umanistica dei valori morali, che portano sempre ad un "conflitto mortale tra valori morali" (Max Weber). Per un farneticante la corrida potrebbe essere anche buona oltre che bella. Il "buono" ha sempre una connotazione culturale, che pone sempre capo ai valori (che possono essere disvalori) di una certa tradizione. Il relativismo dei valori morali può essere superato solo sulla base del diritto naturale, che è metaculturale in quanto traduce la tendenza NATURALE di ogni organismo alla sua autoconsevazione. Tutto il resto è culturale, giustificabile solo sotto la condizione che non sia in contrasto con il dritto naturale. Comunque, prego l'autore del bel commento di superare l'anonimato, anche perché vorrei in extremis aggiungere in appendice al mio libro in prestampa il suo commento con l'aggiunta del mio al suo. Mi scriva privatamente (profpietromelis@gmail.com). Dio, se esistesse, sarebbe un essere crudele per come ha fatto la natura. "Credo in un dio crudele", canta Jago nell'Otello di Verdi.

L'Estetica ha assunto, con il passare del tempo un significato che, nel senso comune, ha a che fare con la contemplazione nei confronti di ciò che i nostri sensi percepiscono come "piacevole". Come docente di Filosofia, posso condividere questa definizione. Ma al di là della teoria filosofica, a mio personale avviso può essere logicamente e moralmente accettabile solo un'Estetica del Bello e del Buono. Platonicamente, esiste solo una Estetica che si fonda sull'identità tra Buono e Bello. Per il grande Platone ciò che è Buono è necessariamente anche Bello e viceversa. Oggi stiamo assistendo ad una costruzione forzata di un'Estetica del Brutto, di un'Estetica della Sofferenza, di un'Estetica del Trasgressivo (ad esempio l'omosessualità esaltata come valore fino all'esasperazione). In breve, stiamo assistendo alla creazione di una Estetica dell'Immorale, di una "Estetica" che ha tentato di scindere completamente il Buono dal Bello. La moralità non può accettare questa scissione. Nessun essere umano potrà mai definire "morale" una azione che non sia allo stesso tempo Bella e Buona.
Ora, la Corrida può essere definita una "bella" manifestazione? QUALSIASI PUNTO DI VISTA NOI ADOTTIAMO PER OSSERVARE il fenomeno della Corrida, non possiamo che giungere alla conclusione che si tratti di una azione collettiva FORTEMENTE IMMORALE e tuttavia LEGALE nei Paesi nei quali viene organizzata. La legalità della Corrida, manifestazione altamente immorale, è una ferita aperta nella nostra anima, nel nostro cuore e nella nostra società europea. Non potrà mai essere definito Bello quello che Bello non è e non potremo mai definire Buona una manifestazione che si fonda sul sadismo e sul Male e che è contraria a qualsiasi principio morale.
A chi apprezza la Corrida definendola come una "bella" tradizione domandate se ha mai letto Platone e se ha mai sentito parlare della sua teoria delle idee. Non c'è niente di più brutto del Male che, nel tentativo di essere accettato, cerca di assumere le sembianze del Bene.
La Corrida, brutta da tutti i punti di vista, a mio avviso in realtà è una demoniaca presenza, che ha profonde radici nel cuore umano di coloro che tentano di difenderla appellandosi all'"amore" della tradizione.
Prof. Melis e amanti degli animali, vedrete che presto Dio darà una risposta ai nostri appelli e alle nostre preghiere contro il Male in ogni sua forma.



5 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per quello che ha scritto riguardo al mio commento. A volte mi lascio andare completamene attraverso le onde dei pensieri e, in modo forse un po' troppo utopistico (seguendo una forma di "realismo onirico"), vorrei utilizzare le teorie immaginate per modificare alcuni aspetti del mondo. Ma subito dopo mi accorgo, in termini wittgensteiniani, di scontrarmi contro le pareti di quella "gabbia" costituita dal linguaggio che io stesso ho utilizzato per cercare di descrivere quello che è solo immaginabile ma ineffabile. Questo è quello che quotidianamente avviene in me, fin da quando ero bambino, una esplosione di concetti che non appartengono alle dimensioni della quotidianità, accompagnati da pensieri che difficilmente riesco a descrivere con le parole. Forse per un inconscio timore di rivelare me stesso, la mia interiorità, preferisco mantenere l'anonimato. Non per il timore di essere giudicato per i miei pensieri.
Riguardo a Dio, se egli veramente ha creato l'uomo a Sua immagine e somiglianza, allora sono d'accordo con lei, deve senz'altro trattarsi di un Essere capace di infinita crudeltà oltre che di infinita bontà, caratterizzato quindi dagli stessi dualismi degli esseri terreni...

Pietro Melis ha detto...

Ma un Dio così contraddittorio, manicheo, schizofrenico, e perciò antropomorfico, non può esistere.

Anonimo ha detto...

Credo che Dio esista e che sia Buono. Ma la teoria della teodicea ci insegna che è l'uomo stesso a dubitare della sua esistenza domandandosi "perché se Dio esiste consente il male nel mondo?" L'ultima risposta a questa domanda, a mio avviso, non spetta all'umano, ma al divino, infinamente Buono e infinitamente Saggio. Ci sono cose ineffabili e misteriose della quali l'uomo con il proprio limitato linguaggio non può parlare (Wittgenstein)

Anonimo ha detto...

Sono l'autore del commento che lei gentilmente mi ha proposto di pubblicare in appendice. La ringrazio, ma preferei non pubblicarlo, in quanto il mio pensiero fa riferimento esclusivamente alla questione del diritto naturale e del rispetto nei confronti degli animali. Il mio è un pensiero completamente libero e che vuole restare libero, slegato da altre questioni politiche, religiose o personali e con tutto il rispetto non condivido alcune tesi che possono nuocere il rispetto o la sensibilità di altre persone.
La ringrazio ancora, ma preferirei non pubblicare il mio commento. Riccardo R.

marialetizia ha detto...

Nell'eterno tentativo di rispondere alla domanda: perche' Dio permette il male (sopratutto nei confronti di creature innocenti) sono arrivata a questa risposta per me logica. Dio ha creato l'universo e all'inizio tutto era bello e bene. L'essere umano era tuttavia LIBERO, o non sarebbe stato autonomo ma un fantoccio, uno schiavo. Aveva la possibilita' di scegliere. Anche le creature angeliche erano libere di scegliere, e alcuni fecero una scelta opposta al Bene (cioe'Dio). E fu l'inizio della rovina. Dio crando l'Universo lo aveva fatto con delle leggi, tra cui quella di causa ed effetto. Queste leggi sono universali e immutabili, pena la creazione di un altro universo.
Tutto e' sottoposto alla legge di causa ed effetto.
L'effetto di opporsi al Bene ha avuto come risultato il Male.
L'essere umano ha fatto una scelta, e con questa ha spalancato la porta del luogo paradisiaco dove abitava al male permettendo ad esso di prenderne possesso. Come se noi aprissimo la porta della nostra dimora a dei ladri e malviventi e permettessimo a loro di entrare in casa nostra e devastarla.
Questo ha scaricato sulle nostre spalle tutte le conseguenze di questo atto (causa ed effetto). Il male ha preso possesso di questo mondo. Lo vediamo nelle sue manifestazioni piu' odiose giornalmente. Nell'uomo e' rimasto questo dualismo bene-male. Anche questo e' ben visibile.
L'essere umano e' stato causa del suo stesso male, non Dio, e ne subisce le conseguenze assieme a tutto il creato. Chi apre la porta ai malviventi ne diventa la vittima assieme al suo cane se ne ha uno in casa, anche se l'animale non ha fatto niente per meritarselo. Causa ed effetto, legge immutabile, perche' e' parte dell'universo creato. Qui ha un significato la figura di Gesu' Cristo e del suo sacrificio sulla croce, che altrimenti risulterebbe veramente assurda e incomprensibile. L'effetto era immutabile, ma se qualcuno se ne fosse accollate le conseguenze al posto dell'uomo e al posto suo avesse sopportato le pene destinate IN ETERNO all'umanita', si sarebbe aperta la possibilita' di un ritorno alla condizione originale. Non per tutti pero'. E' l'essere umano che in piena liberta' deve decidere una seconda volta e questa volta per sempre. Ci e' stata data quest'altra possibilita', siamo chiamati a decidere ancora una volta da che parte vogliamo stare. E il terreno di prova e' il periodo di nostra permanenza sulla terra. Dobbiamo dimostrare in questo lasso di tempo se ci possiamo meritare il ritorno alla condizione paradisiaca primitiva. Chiaramente io sono credente, ma tutto questo mi appare logico e spiega per me tante cose.
Gradirei sapere se per lei non credente questo mio ragionamento e' da rigettare e con che argomenti. Ho in ogni caso molta stima di lei e condivido con lei l'amore incondizionato per i nostri fratelli animali.
Maria Letizia Magri'
email: mletizia.magri@libero.it