Testo inviatomi in forma WORD dal mio corrispondente dall'Inghilterra Paolo Ricci (Bailador.org) e compreso in http://bailador.org/blog/wp-content/uploads/2020/07/14-Bailador.-Le-scimmie-schiave-.pdf
SERBIA: Gli animalisti neofascisti corrono per il parlamento
SERBIA: Gli animalisti neofascisti corrono per il parlamento
Tommaso Meo 4 settimane ago
Animalisti neofascisti alla ricerca di posti in
parlamento. Non è un B-movie americano anni ’90, succede davvero nella
Serbia del 2020 che si appresta a votare per le elezioni politiche di domenica 21 giugno. Il partito
nazionalista e di estrema destra Levijatan correrà difatti
per superare la soglia di sbarramento del 3% e ottenere una rappresentanza a
Belgrado.
Da associazione animalista a partito
xenofobo
Levijatan nasce nel 2015 per volere di Pavle Bihali
e non è lontanamente un’organizzazione politica bensì un movimento per la
difesa degli animali. Lo scopo dichiarato dei membri di Levijatan era
infatti quello di salvare gli animali da maltrattamenti e torture e sottrarli a
condizioni degradanti. Molti video di questi abusi, soprattutto nei confronti
di cani e gatti, venivano postati anche in rete ed era lì che i leviatani
intervenivano.
I metodi erano però quelli squadristi:
rintracciare chi commetteva violenze sugli animali ed esporlo alla gogna
pubblica obbligandolo a scusarsi – dietro a minacce o pestaggi – tramite un
video caricato sui social network. Gli animali vittime dei sadici vengono
confiscati e consegnati a membri dell’associazione o dati in adozione. Anche l’estetica
dei membri – tutta muscoli, tatuaggi, teste rasate e magliette nere – così
come l’iconografia di riferimento è ben riconoscibile e riconducibile all’area dell’ultra
destra. Il simbolo dell’associazione è una zampa canina stilizzata con
artigli appuntiti, dal profilo molto simile a un tirapugni.
Il nome di movimento leviatano deriva invece dal
mostro biblico che per il filosofo Thomas Hobbes simboleggia il potere
assoluto e spaventoso che lo Stato esercita sul cittadino. Potere che però
sembra essere l’unica alternativa per una società ordinata.
I vigilantes contro la violenza sugli animali negli
anni si sono costruiti un discreto seguito e credito in Serbia e sono stati
protagonisti di un documentario di Vice nel 2018. Già nel servizio, a tratti
fin troppo indulgente verso l’operato di Levijatan, emergeva comunque la
natura violenta del gruppo, in nome sempre dei diritti degli animali.
Bihali stesso affermava di non ripudiare la violenza come strumento educativo.
I cani meglio degli immigrati
Negli anni hanno raffinato le loro posizioni e la
parte più politica del movimento è diventata importante tanto quanto la
salvezza degli animali, tanto da far pensare che quest’ultima serva come causa
di facciata. Per i leviatani se i cani non sono meglio delle persone sono
sicuramente meglio degli immigrati. Da quando si sono costituiti in
partito, gli stranieri in territorio serbo – e più in particolare i richiedenti
asilo e i rom – sono diventati i bersagli preferiti della loro
propaganda.
All’inizio di aprile, un gruppo di uomini, con grida e
minacce contro i minori, ha sequestrato un cane di una famiglia rom, sostenendo
fosse vittima di violenze. Maltrattamenti negati invece da tutti i vicini.
Membri del movimento si sono radunati a fine
maggio in maglietta nera e simboli neonazisti come il Sole Nero davanti
al monumento di Novi Sad che avverte del più grande crimine fascista in
Vojvodina: 4.000 residenti uccisi. Recentemente, inoltre, Levijatan ha
organizzato una manifestazione di protesta con lo slogan «Stop agli
immigrati irregolari» di fronte al centro di accoglienza per migranti di
Obrenovac, non lontano da Belgrado. I presenti si sono radunati a Obrenovac per
contestare l’arresto di Filip Radovanović, un membro del gruppo che il 6 maggio
aveva oltrepassato, guidando ad alta velocità, il filo spinato che delimita il
centro di accoglienza e aveva urlato insulti razzisti e minacce verso i
migranti, prima di essere fermato dagli agenti di guardia.
Radovanović aveva filmato il suo gesto e il video, caricato nel gruppo Facebook STOP Naseljavanju migranata (Stop
all’insediamento di migranti) – aperto durante la quarantena e seguito da
più di 330.000 persone – ha ottenuto oltre 290.000 visualizzazioni, centinaia
di commenti ed è stato condiviso più di 2.400 volte in poche settimane. Questo
la dice lunga sulla crescente insofferenza verso gli stranieri di una
parte della società serba, sostenuta dall’establishment politico. In Serbia in
molti sono sicuri che Levijatan goda dell’appoggio almeno indiretto del
Partito Progressista Serbo (SNS), il partito del presidente Aleksandar Vucić.
Lista esclusa, anzi no
Si può definire almeno controversa anche la vicenda
che ha portato il neo-partito a potersi presentare alla
prossima tornata di elezioni parlamentari. La commissione elettorale aveva
infatti escluso la lista dalla competizione elettorale perché non aveva raccolto
le 10.000 firme necessarie a partecipare. Due giorni dopo, la stessa
commissione ha accolto il ricorso del partito – che di firme ne aveva
raccolte 4.000 in soli due giorni – permettendo quindi agli animalisti di
correre per il voto di domenica 21 giugno in coalizione con gli
antivaccinisti di Živim za Srbiju.
In queste elezioni segnate anche da un parziale
boicottaggio delle opposizioni nei confronti del partito di governo è
possibile che una formazione come Levijatan possa entrare in parlamento.
In generale non stupisce che nel panorama politico serbo, tanto frammentato
quanto poco democratico e plurale, e in cui possono candidarsi e sperare
di essere eletti anche criminali di guerra conclamati, possa esserci posto
anche per un’organizzazione che unisce alla causa animalista un vecchio
nazionalismo di estrema destra, idee anti-immigrazione ed esaltazione della
violenza fisica.
Foto: Index.hr
La redazione di East Journal commenterà le elezioni in
diretta Facebook, dopo la chiusura dei seggi a partire dalle ore 21.00. Qui per partecipare all’evento.
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