domenica 2 agosto 2009

GIOVANNI ALLEVI: LA MEDIOCRITA' ELEVATA A GENIO

Il "fenomeno" Giovanni Allevi, invitato al Senato per tenere un "concerto", è il sintomo di una malattia che pervade oggi la società nel rincorrere dei falsi miti. Non so se Allevi si sia veramente diplomato in pianoforte e composizione. Ho letto che un suo ex insegnante ha dichiarato che si fermò al quinto anno. Questo sarebbe provato dalla semplicità della sua scrittura musicale. Ha fatto bene Uto Ughi a criticarlo aspramente ponendolo a confronto di pianisti di fronte ai quali Allevi appare uno scarso dilettante. Ma il discorso è anche un altro. Perché Allevi ha successo e tanti compositori di musica (impropriamente detta) classica vivono nell'anonimato? Mi ricordo che nei miei 4 anni di Conservatorio avevo intenzione di riformare la musica tornando all'800. Un paradosso. Ma il fatto è che Uto Ughi si sarebbe dovuto domandare perché la musica seria non trovi ascoltatori. Perché con il suo linguaggio completamente atonale (per non parlare della dodecafonia), si è posta fuori della naturalità. Viene percepita come cacofonia, sperimentazione, astrattismo, costruzione artificiale che non tocca le corde dei sentimenti. In sostanza, un linguaggio privo di parole. La musica non leggera deve riprendere un linguaggio che sia espressivo, nel senso che esprima dei contenuti che siano percepibili naturalmente. La musica atonale è giunta alla sua autodissoluzione, mentre quella tonale non potrà mai morire. Quella atonale è di una povertà espressiva tale da generare solo fastidio e noia. Mi sono sforzato di ascoltare, per esempio, lo Schoenberg dodecafonico e Alban Berg. Ho provato solo repulsione, nonostante la mia educazione musicale. Caro Uto Ughi, se Allevi è un esempio di successo della mediocrità, ciò è anche colpa di molta musica, anche tonale, che è troppo piena di virtuosismo e troppo vuota di idee. Faccio un paragone. Consideriamo gli studi trascendentali per pianoforte di Franz Lizst: sono tra le cose più difficili del reportorio pianistico. Ma che noia! Certamente Allevi non sarebbe mai in grado di affrontare simili partiture. Ma, anche se fosse stato in grado di affrontarle, non avrebbe avuto successo suonando o componendo musica così difficile. Quando il virtuosismo diventa fine a se stesso, esso denota mancanza di capacità di esprimere emozioni. E senza emozioni la musica è morta. Ecco: la musica seria di oggi non è capace di trasmettere emozioni. E' condannata alla solitudine, cioè alla sua morte. Si è suicidata. Di fronte al suicidio di questa musica appare come viva quella di Allevi, pur nella sua ripetitività, nella sua mancanza di capacità di sviluppare un'idea musicale, nella sua banalità. Però riesce a toccare i sentimenti. Un genio della mediocrità partorita da una società che ha come culto l'effimero.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Discorso ineccepibile. Quando poi si accorgerà, ascoltando "300 anelli" per pianoforte e orchestra, che Allevi non è affatto banale, e quando le sarà chiaro che è davvero diplomato col massimo dei voti sia in pianoforte che in composizione (al Verdi di Milano, basta una telefonata in segreteria), sarà evidente che Allevi ha perseguito in pieno ciò che lei si auspica: che la musica colta torni ad emozionare come faceva nell'ottocento. In altre parole, un genio! Elisabetta.

Anonimo ha detto...

A Elisabetta. Cercherò di trovare "300 anelli" e poi le dirò. Ho ascoltato Evolution in versione orchestrale. Una pena. Allevi ha cercato di essere moderno portandosi ai margini della tonalità. A tali margini preferisco ascoltare, per esempio, Mahler e Scriabin. Mi scriva alla email Nozick@alice.it

Anonimo ha detto...

Ascolti il poema dell'estasi di Scriabin o Notte trasfigurata del primo Schoenberg. Che meraviglia di emozioni.nozick.

Anonimo ha detto...

Ma si, ma si! Ancora il passato! L'ho ascoltato Scriabine. L'ho pure suonato. Se per modernità si intende la tonalità ai limiti della atonalità, non se ne esce, ma questo è un problema che i minimalisti americani hanno già risolto da cinquant'anni.. Ciò che rende moderni ed attuali i brani di Allevi, anche quelli sinfonici, è il ritmo! Metti dentro Mhaler la ritmica di Michael Jakson, e viene fuori Allevi. Senza batteria però. Ecco, il risultato è tutt'altro che banale. Elisabetta

Anonimo ha detto...

Vi chiedo un piccolo gesto di umiltà, solo 19 minuti di attenzione. Procuratevi l'album Evolution di Allevi ed ascoltate, senza pregiudizio, il brano "300 anelli" parte I e II. C'è Allevi in tutto il suo splendore.

Anonimo ha detto...

Buonasera Prof. Melis, le consiglio di ascoltare il cd "Composizioni" di Allevi, le assicuro che è tutto meno che banale e mediocre.
Laura

Pietro Melis ha detto...

A tutti gli "invaghiti" di Allevi consiglio di cercare su Google You Tube Giovanni Allevi e troveranno aspre critiche nei suoi confronti (magari non condivisibili in tutto). Vi è stato anche chi ha voluto documentare che molti temi sono stati copiati da autori famosi (facendo ascoltare prima l'autore copiato e poi Allevi, o viceversa). Può darsi che nella denigrazione vi sia da parte di qualche musicista anche invidia per una fama che egli non ha raggiunto. Resta il fatto che Allevi come pianista rimane sotto il livello medio dei concertisti, che è molto elevato. nozick@alice.it (Pietro Melis)

Anonimo ha detto...

Professor Melis, non ci capiamo.
Nessuno mette in dubbio eventuali doti pianistiche di altri esecutori in confronto a quelle di Allevi. Ma noi lo apprezziamo come compositore, cioè come creatore della musica che egli stesso esegue, che non è affatto facile da suonare. E' invece INCONCEPIBILE l'arroganza con cui i suoi critici, tra cui lei, si permettono di giudicarne la persona, tacciando di ignoranza il suo pubblico, tra cui ci sono io, diplomata in pianoforte e laureata in legge. Dalla polemica in corso emerge un mondo della musica classica marcio, malato, animato solo ed esclusivamente di volontà di potenza e prevaricazione. Non posso credere che una persona della sua statura si sia abbassata a tanto, e reputi quale fondamento del giudizio estetico, ciò che scrive un frustrato anonimo su Youtube. Elisabetta

Marco ha detto...

Purtroppo, cara Elisabetta, cara Laura, questi tromboni di professori non ammetteranno mai il sorgere di un genio ...
Non possono... il genio va fuori dalle regole... scombina tutto... e loro rappresentano proprio quell'ordine che Allevi irride e mette sotto sopra...
poveretti.. si illudono che le loro odiose critiche possano affossare Allevi...
con il solo risultato di aumentare il suo pubblico (da quando so che questi signori lo criticano, ho comprato i suoi CD)... e di mettere
in crisi il povero Allevi che ha una personalità molto introversa e fragile...
ma qualcuno penserà anche a questi bei signori della musica classica .. meglio "becchini" della musica classica..che da tempo non sanno che suonarne la marcia funebre!

Nicola Andrea ha detto...

Ma che ne so! E' questioni di gusti! Io sono un pianista di vecchio blues. E non ascolto altro. Per me il pianista è Jay McShann o Lloyd Glenn. Solo loro mi emozionano.

Anonimo ha detto...

scusa chi sei tu? dove possiamo sentire le tue composizioni?

Pietro Melis ha detto...

Prima di tutto non mi dia del tu. Non è necessario essere compositori per giudicare il valore di una musica, altrimenti non esisterebbero i musicologi. Io mi sono fermato a Gustav Mahler. Lo stesso Ultimo Scoenberg rinunciò alla dodecafonia. Apprezzo il primo Scoenberg, quello della "Notte trasfigurata". A 23 anni dovetti scegliere tra il sicuro (uno stipendio da professore universitario essendomi stato prospettato già a quell'età un posto di ruolo di assistente universitario) e l'incertezza, avendo incominciato a studiare musica a 18 anni per colpa dei miei genitori, a cui avevo chiesto da bambino di studiare musica e l'acquisto di un pianoforte. Invece fui mandato in collegio da interno a salesiani. Ma non credo che Allevi passerà alla storia della musica. Il suo successo è dovuto al fatto che la sua musica è tonale, e dunque in contrasto con l'inascoltabile musica dei compositori atonali.

franco santi ha detto...

Tutto sommato, dopo molti, moltissimi ascolti, quello che suona il signor Allevi non mi piace molto: lo trovo...come dire, antiquato, ripetitivo, molto ovvio se mi è consentito, spesso fa il verso ad altri autori, mi trasporta, ma non moi trasporta bene e dopo poco mi stufo. Userei una certa prudenza nel definirlo un genio.
Amicissimo franco santi