1) Troppe verità Andreotti si è portato nella tomba. I suoi tanti libri nascondono la verità. Non poteva certamente infangare la propria memoria e quella della DC. Ai posteri l'ardua sentenza. Ricordo un caso simile, quello del superlodato Pertini, che progettò con Giorgio Amendola e Bruno Bauer il vigliacco attacco terroristico di via Rasella pur sapendo quali sarebbero state le conseguenze (la rappresaglia era prevista anche nel Codice internazionale di guerra nella misura di 1 a 10). Non si saprà mai chi sia stato ad uccidere Mussolini e la Petacci. Nel noto film di Carlo Lizzani si accetta la versione ufficiale che sia stato l'oscuro ragioniere Walter Audisio (autonominatosi colonnello Valerio). Ma Pertini, complimentandosi con Lizzani, gli disse che non era stato Audisio ad uccidere Mussolini. E allora chi fu? gli domandò Lizzani. Questo non posso dirtelo. Dunque Pertini, che fu uno dei mandanti degli assassini di Mussolini prima che arrivassero a Milano gli americani, a cui Mussolini doveva essere consegnato secondo l'ordine del "legittimo" governo Badoglio, sapeva chi erano i materiali assassini. Ma si portò il segreto nella tomba come tutti quelli che, come, lui, sapevano la verità. Nel mio libro Io non volevo nascere ho fatto uno studio di alcuni mesi sulla morte di Mussolini (riportato in un lungo capitolo del libro), e cinque sono le versioni. Tra queste vi è la figura di Luigi Longo, futuro segretario del P.C.I. dopo Togliatti. Comunque, è certo che Mussolini e la Petacci furono uccisi nudi (e la Petacci dopo essere stata stuprata e violentata anche nell'ano con un bastone di scopa). Ciò risulta da una perizia necroscopica che fu fatta dal prof. Cattabeni, che accertò tracce di sperma nella vagina della Petacci e che i fori di proiettile sui corpi di Mussolini e della Petacci erano più numerosi di quelli risultanti sugli abiti.
Chi è parte in causa non dirà mai la verità per non sporcare la memoria propria e dei suoi complici. La stessa cosa si dovrà dire di Andreotti. Ma da dove gli storici attingeranno la verità se i testimoni di essa sono tutti morti portandosela nella tomba non esistendo documenti?
2) Santoro nella trasmissione "Spazio pubblico" ha detto che la crisi economica si risolverebbe presto come la risolse in sei mesi Hitler, meglio di Roosevelt, con l'attuazione di una massiccio finanziamento di opere pubbliche anche costringendo le imprese private ad indirizzarsi in tal senso. Socialismo significa infatti controllo dell'economia da parte dello Stato contro il far west del liberismo. Per questo non ho mai capito l'ostilità ideologica tra fascismo e comunismo. Ostilità che invece esiste tra il liberismo di questa farsa di Unione Europea serva degli interessi delle banche e socialismo. E' bene che questa cosiddetta Unione Europea dell'euro, con la perdita della sovranità nazionale, anche monetaria, faccia la fine che si merita. Fine che paventata ieri da Draghi nella sua lectio magistralis per la laurea ad honorem in scienze politiche datatagli dalla Luiss.
Chi è parte in causa non dirà mai la verità per non sporcare la memoria propria e dei suoi complici. La stessa cosa si dovrà dire di Andreotti. Ma da dove gli storici attingeranno la verità se i testimoni di essa sono tutti morti portandosela nella tomba non esistendo documenti?
2) Santoro nella trasmissione "Spazio pubblico" ha detto che la crisi economica si risolverebbe presto come la risolse in sei mesi Hitler, meglio di Roosevelt, con l'attuazione di una massiccio finanziamento di opere pubbliche anche costringendo le imprese private ad indirizzarsi in tal senso. Socialismo significa infatti controllo dell'economia da parte dello Stato contro il far west del liberismo. Per questo non ho mai capito l'ostilità ideologica tra fascismo e comunismo. Ostilità che invece esiste tra il liberismo di questa farsa di Unione Europea serva degli interessi delle banche e socialismo. E' bene che questa cosiddetta Unione Europea dell'euro, con la perdita della sovranità nazionale, anche monetaria, faccia la fine che si merita. Fine che paventata ieri da Draghi nella sua lectio magistralis per la laurea ad honorem in scienze politiche datatagli dalla Luiss.
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