lunedì 27 maggio 2013

AUMENTANO I DIVORZI. A CAUSA DELLO STATO. VI SPIEGO PERCHE'

Con la scellerata legge del 7 luglio 2011 (vi era ancora il Berlusca al governo) è stata approvata una legge che riconosce la pensione di reversibilità alla coppia che abbia contratto matrimonio prima dei  70 anni e non vi sia una differenza di età superiore ai 20 anni. 
Come può uno Stato intromettersi nelle scelte di vita privata? Come può imporre un limite di età e di differenza di età per chi voglia sposarsi? Si è pensato che il vecchietto potrebbe essere abbindolato. In che senso? Se risulta capace di intendere e volere non può essere privato di una sua libera e cosciente scelta. Perché l'anziano che abbia superato i 70 anni non dovrebbe avere il diritto di lasciare la pensione di reversibilità ad una donna che lo assista nell'ultimo percorso di vita? Sposando la badante questa cesserebbe di essere una badante, tranne che faccia la furba ed abbandoni l'anziano che ha sposato solo per interesse. In tal caso la legge avrebbe potuto e dovuto prevedere la perdita del diritto alla pensione di reversibilità. Questa legge, facendo di tutte le erbe un fascio, non ha, oltre tutto, distinto tra donne straniere e italiane. Anche se ciò è un fatto secondario. E per capire meglio quanto sia scriteriata questa legge affaccio il caso di uno che rimanga vedovo dopo i 70 anni. La seconda moglie, che non deve superare una differenza di età superiore ai 20 anni, deve vivere sperando che il marito viva almeno altri dieci anni per avere intera la pensione di reversibilità. Altrimenti ha diritto ad un decimo della pensione per ogni anno di matrimonio.

  Lo Stato non deve intromettersi perché non può essere lo Stato a decidere l'età in cui uno deve sposarsi. E questa è la risposta più importante. Se si vuole invece una risposta difficile, ma del tutto inessenziale alla luce del diritto alla pensione di reversibilità, aggiungo altri argomenti. Sotto molteplici punti di vista. Anche dal punto di vista sessuale perché il far l'amore diventa, come si suol dire, un dovere coniugale. E se è un dovere dove sta il piacere? Si cade nella routine quotidiana. Intendiamoci. Questo vale anche per la semplice convivenza. Inoltre il matrimonio è un capestro che viene posto subito dal Codice Civile e dal diritto di famiglia a danno del coniuge economicamente più forte, che è normalmente l'uomo. E con il matrimonio la coppia deve subire l'ipocrita formula della reciproca fedeltà "sino a che morti non vi separi". Quei fetenti della Lega Nord, volendo contrastare matrimoni con straniere hanno voluto una legge anticostituzionale in quanto discriminatrice. Ma si stanno avviando verso la fine che si meritano questi boriosi e falsi rappresentanti del Nord e di una inesistente Padania.
  Quanti si sono rovinati sposandosi per amore? Una cosa è vivere da fidanzati e tornare poi ciascuno a casa sua. In questo caso manca la routine della convivenza. Ma in caso di separazione e di divorzio, normalmente chiesto per l'80% dalle donne, come risultante dalle cause in tribunale, è capitato che il povero marito, anche se immune da colpe, sia stato costretto dalla legge a lasciare la casa alla moglie, a cercarsi conseguentemente una casa in affitto e a passare un assegno di mantenimento alla moglie. Praticamente rovinandosi. Tanto più se vi sono figli di mezzo. Qualcuno è finito senza casa non potendo permettersi di pagare un affitto per un'altra casa.
Io ho sempre detto: guardarsi dallo sposarsi per amore, soprattutto se in giovane età. Si cambia con il tempo e si scopre solo con la convivenza di avere caratteri incompatibili. L'amore iniziale, che è innamoramento, passa, pur potendo rimanere l'affetto. Ma è certo che con il tempo non vi può essere più passione. Non vi è più gioia. Subentra la noia. Accentuata dalle comuni e normali faccende e difficoltà quotidiane. Mi ricordo a questo proposito della più nota canzone di Califano. Io non ho mai avuto interesse per la musica leggera, che per me è artigianato, non arte, e infatti non fa parte della storia della musica, ma qualche canzone si è quasi costretti ad ascoltarla, magari anche quando viene persino trasmessa in un telegiornale nell'occasione della morte di un noto cantante e della sua commemorazione.
Un tempo si diceva che erano i figli che tenevano saldo il matrimonio. Oggi è il contrario. Emancipatasi prima psicologicamente che economicamente, la donna, soddisfatto l'istinto naturale della maternità, anche se non è di tutte le donne, quando le viene a noia il marito, anche in assenza di contrasti, sia caratteriali che di altra natura, vede nel marito uno che le è servito da stallone e di cui può fare a meno. Soprattutto se vuole rifarsi una nuova vita sessuale. Preferisce generalmente rompere il matrimonio piuttosto che farsi un amante. Il marito le diventa un estraneo. Può giungere a convincersi che i figli siano solo suoi per il fatto che il marito vi abbia impiegato pochi minuti per farli, mentre lei vi ha impiegato ogni volta nove mesi. L'uomo, al contrario, più spesso non rompe il matrimonio solo per il fatto che gli sia venuta a noia la moglie. Preferisce trovarsi fuori della famiglia una diversa vita sessuale facendosi un'amante.
  La Chiesa è contro il divorzio. Ammette solo la separazione. Anche se si rende conto che a questo punto la pretesa che i coniugi separati vivano una vita di castità è assai difficile da realizzarsi, se non impossibile.
La Chiesa certamente si riferisce al Vangelo di Marco per sostenere l'indissolubilità del matrimonio. Ma io propongo una rilettura del passo di Marco alla luce di quello di Matteo. Cito adesso un lungo passoda un mio libro 1
E' vero che il Vangelo di Marco (10, 1-12) dice: "Ciò che, dunque, Dio ha unito, l'uomo non separi". Ma lo si confronti con quello di Matteo (19, 9-12), che su quest’argomento è più esteso, in quanto non esclude il divorzio, ma si limita a proporre, invece che imporre, la conservazione del legame matrimoniale come perfezione morale, non a tutti richiesta. Infatti i discepoli avevano obiettato a Gesù: “Se tale è il caso dell’uomo rispetto alla donna non conviene prender moglie”. “Ma Gesù rispose loro: “non tutti son capaci di praticare questa parola, ma quelli soltanto ai quali è dato”. E prosegue con una metafora: “Vi sono degli eunuchi i quali sono stati fatti tali dagli uomini, e vi sono degli eunuchi i quali si son fatti eunuchi da sé a cagione del regno dei cieli. Chi è in grado (di farlo) lo faccia”. Dunque Gesù non pretese che tutti si facessero eunuchi da sé, cioè - fuori della metafora - non divorziassero. Disse soltanto che chi si fosse fatto eunuco, cioè non avesse divorziato, avrebbe acquistato un merito maggiore. Il suo concludere con “chi è in grado di farlo lo faccia” non lascia dubbi. Esso significa soltanto: chi è in grado di rinunciare al divorzio non divorzi. Non vi è alcun divieto di divorzio, perché viene solo espressa una preferenza morale. Il divieto del divorzio è un’invenzione della Chiesa cattolica. E si sa quale fosse il contesto storico in cui la frase di Gesù fu pronunciata: gli ebrei talvolta, pur contro la riforma legislativa di Esdra e di Nehemia (V secolo a. C.), che vietava il matrimonio con donne straniere, ripudiavano la moglie, appellandosi alla legge mosaica, ma per risposarsi con una straniera, di altra religione, ed usufruire in tal modo della protezione, politica ed economica, di una grande famiglia straniera. Gesù voleva soltanto frenare una pratica che si stava estendendo. Nell’ebraismo è infatti la religione della madre a determinare quella dei figli, perché la sua identità è sempre sicura.2 E in questo senso Gesù volle riformare la legge mosaica, che permetteva facilmente di ripudiare la moglie, come si deduce dalle stesse frasi che precedono il famoso passo di Marco. 
Qui termina la citazione del mio libro. 

  Ma la Chiesa non è si potuta sottrarre alla frase perentoria e più chiara del Vangelo di Marco. Quale sarebbe la soluzione se anche un lungo fidanzamento senza convivenza non darebbe la certezza alla coppia di avere caratteri compatibili?
  Ogni coppia, prima di sposarsi, dovrebbe sottoporsi alla prova della convivenza, anche per molti anni, per sapere se possano andare d'accordo. E lo Stato, se fosse rappresentato da politici intelligenti, al contrario di quei coglioni della Lega Nord e di quelli che con il disonesto governo Berlusconi l'hanno sostenuta in questa maledetta legge, dovrebbe favorire la convivenza prima del matrimonio, richiedendo solo la certificazione della convivenza prima del matrimonio in modo da far valere anche gli anni di convivenza ai fini della pensione di reversibilità. Calerebbe di molto il numero delle separazioni e dei divorzi, che intasano i tribunali, si rafforzerebbe il vincolo familiare e si eviterebbero tante situazioni familiari incresciose anche a danno dei figli. Il governo Berlusconi, prima di dimettersi pochi mesi dopo, ha fatto questo "bel regalo", credendo in questo modo di far risparmiare soldi allo Stato in fatto di pensioni di reversibilità. La cosa sa di disonesto perché proprio questa legge è stata approvata in un periodo in cui si era reso evidente quanto fossero ladroni tutti i partiti con i finanziamenti ad essi riconosciuti con spreco di danaro pubblico usato anche per spese o acquisti privati. Altro che credere di risparmiare prendendosela contro le pensioni di reversibilità ponendo il limite di età dei 70 anni! Disonesti!
Questo non significa che io sia favorevole al riconoscimento delle coppie degli omosessuali, che sono innaturali, oltre che fisicamente schifosi al solo pensiero di ciò che fanno. Sia ben chiaro. Che capiterebbe se avvenisse tale riconoscimento, voluto oggi da una falsa sinistra?

  Anche due eterosessuali qualsiasi potrebbero farsi passare per omosessuali e certificare una comune residenza, pur continuando a vivere separatamente, ciascuno nella propria casa, essendo la residenza distinguibile dal domicilio. E così, non esistendo l'ostacolo del vincolo di sangue che vige per il matrimonio, lo zio potrebbe sposare il nipote, o la zia la nipote, i cugini e le cugine potrebbero sposarsi tra loro, e così via con tanti altri esempi che potrei portare. A questo punto potrebbe andare in fallimento l'INPS. Bastano anche queste sole considerazioni per far capire che il riconoscimento di tutte le coppie di fatto, compreso il riconoscimento del diritto alla pensione di reversibilità, può essere coltivato soltanto da politici fuori di testa. Insomma: un falso Paese di Bengodi perché comporterebbe una maggiore tassazione per tutti al fine di sostenere la follia di una pensione di reversibilità estesa anche agli omosessuali.

1 Scontro tra culture e metacultura scientifica: l'Occidente e il diritto naturale, 2006
2 J. Alberto Soggin, AlbertoJ. Soggin, Introduzione All'Antico Testamento, pp. 428-29. 

Quanti figli dovrebbe avere una coppia secondo il papa? Per lui sembra non esistere il sovraffollamento della Terra e la sovrappopolazione con conseguente aumento della disoccupazione. La logica vorrebbe che si aumentassero le tasse in proporzione al numero dei figli, almeno dopo il secondo figlio. Infatti la logica richiede che una coppia abbia un reddito maggiore in proporzione al numero dei figli. Lo Stato, privo di logica, aumenta gli assegni familiari e le detrazioni in proporzione al numero dei figli, invece di scoraggiare la nascita di altri poveri. Perché generalmente sono i poveri che fanno più figli.  

Istat: in aumento separazioni e divorzi
un matrimonio dura in media 15 anni

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Istat: in aumento separazioni e divorzi un matrimonio dura in media 15 anni Secondo i dati statistici, le unioni "interrotte" sono più che raddoppiate rispetto al 1995 e il fenomeno è in costante aumento. L'età della "rottura" arriva a 46 anni per gli uomini e a 43 per le donne. Le più a rischio sono le coppie con figli

1 commento:

Tommy ha detto...

Interessante analisi, ben argomentata. Complimenti.