Certamente
il mondo sarebbe stato migliore o, per lo meno, non peggiore, senza
l’influenza nefasta della concezione antropocentrica, melefico
residuo ebraico del Genesi,
sul cristianesimo, e perciò sull’Occidente. Ma purtroppo il
cristianesimo nacque dalla predicazione di un ebreo cittadino romano,
S. Paolo, che si inventò la resurrezione di Gesù,
accolta poi nei Vangeli, cronologicamente successivi alle epistole di
S. Paolo. Scrive Nietzsche: “Prendere per sincero un Paolo, che
ebbe per patria la sede principale dell’illuminismo stoico,
allorché con un’allucinazione si fabbrica la prova
del vivere-ancora
del redentore, o prestar fede a quanto ci racconta sul fatto che egli
stesso ha avuto quella allucinazione, sarebbe una vera niaiserie
da parte di uno psicologo: Paolo voleva il fine, quindi volle anche i
mezzi…Ciò che egli stesso non credeva, credettero gli
idioti, tra i quali aveva diffuso la sua dottrina. La potenza era il
suo bisogno: con Paolo ancora una volta il prete mirò alla
potenza – egli poteva utilizzare soltanto idee, teorie, simboli,
con cui si tiranneggiano masse, si formano greggi. Quale cosa
Maometto si limitò a prendere tardi a prestito dal
cristianesimo? L’invenzione di Paolo, il suo espediente per la
tirannide dei preti, per accozzare greggi: la credenza
dell’immortalità- vale a dire la dottrina del giudizio…Si
legga Lucrezio per capire che cosa ha combattuto Epicuro: non il
paganesimo, ma il cristianesimo, intendo dire la
corruzione delle anime per mezzo dei concetti di colpa, pena e
immortalità. Egli combatteva i culti sotterranei,
l’intero cristianesimo latente, negare l’immortalità
allora era già una redenzione. Ed Epicuro avrebbe vinto, ogni
spirito ragguardevole nell’impero romano era epicureo;: in quella
apparve Paolo…Paolo, l’odio dei Ciandàla (miserabili)
contro Roma, incarnato, fatto genio; il giudeo, L’eterno giudeo
per eccellenza…Ciò che egli intuì fu come, con
l’aiuto del piccolo movimento settario dei cristiani, si poteva, al
margine dell’ebraismo, appiccare un "incendio mondiale",
come col simbolo di "Dio in croce", si poteva
raggruppare …l’intero retaggio di macchinazioni anarchiche
nell’impero…"La salvezza viene dagli ebrei"…In
questa intuizione sta il genio di Paolo. Il suo istinto era in questo
così sicuro che, con una brutale violazione della verità,
mise in bocca al "salvatore" di sua invenzione le
immagini con cui quelle religioni di Ciandàla
affascinavano…Questo fu il suo momento di Damasco: egli capì
di avere bisogno
della credenza nell’immortalità per svalutare il "mondo",
che con il concetto di "inferno" avrebbe ancora avuto
il sopravvento su Roma – che con l’"al di là"
si uccide la
vita…Nichilista e
cristiano: si corrispondono tra loro”.1
In
sostanza, secondo Nietzsche, il cristianesimo fu una vendetta di
quegli ebrei, discepoli di Gesù, che vollero vendicare la sua
morte, voluta dai Romani che l’avevano accusato di fomentare
disordini promuovendo una sedizione anarchica nei confronti della
classe dei sacerdoti ebraici, per cui gli stessi discepoli eressero
Gesù trasformandolo in Dio, con cui dominare sul mondo.2
1
L’anticristo,
42 e 58
2
In realtà si sa storicamente che Gesù fu accusato dai
Romani di essere una dei capi della rivolta degli zeloti contro il
governo di Roma.
Scrive
Voltaire: “Solo un fanatico insensato o un furfante molto maldestro
può dire che San Paolo cadde da cavallo per aver visto della
luce in pieno mezzogiorno; che Gesù Cristo gli gridò da
una nube: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?,
e che Saulo cambiò subito il suo nome in Paolo e da ebreo
persecutore e omicida com’era ebbe la gioia di diventare cristiano
perseguitato ed ucciso. Solo un imbecille può credere a un
racconto del genere” (Storia dell'affermazione del cristianesimo, cap. 8). Aggiungiamo noi: solo un
ebreo poteva inventarsi tale racconto. Su quale soggetto da galera il
dio cristiano avrebbe fondato il cristianesimo! S. Paolo trasferì
nel cristianesimo lo stesso fanatismo con cui precedentemente aveva
perseguitato i cristiani. Se fosse vissuto dopo Costantino avrebbe
promosso la caccia ai pagani e il loro sterminio in caso di mancata
conversione. Nietzsche nell’Anticristo
vedrà in S. Paolo, e non in Cristo - che si sarebbe limitato,
secondo lui, a predicare una morale fondata sulla non resistenza al
male (§30) – la fonte del “risentimento” ebraico contro il
resto del mondo, l’odio contro la “sapienza mondana”, cioè
la scienza, a cui opporre la menzogna (§47) per avere il
sopravvento su Roma (§58). Ma Nietzsche ha mancato di dire che
questa operazione ebraica fu bloccata dal neoplatonismo, su cui
unicamente si costruì la vittoria del cristianesimo contro il
giudaismo, che già con i farisei si era fatto contaminare
dall’ellenismo, accettando, contro la tradizione rigoristica dei
sadducei, la credenza nell’immortalità, esclusa nel
Pentateuco,
cioè nella Torah (la legge ebraica). Voltaire non tralascia di
spiegare come la tesi della coeternità e della
consustanzialità del Verbo (o Logos),
incarnato in Gesù, abbia vinto, in una concezione
neoplatonica, contro la tesi di Ario, nel Concilio di Nicea (325),
grazie ad un altro spregiudicato pluriassassino - anche di molti suoi
familiari, compresi un figlio, la moglie Fausta e un nipote di 12
anni - quale fu l’imperatore Costantino, che, pur non convertendosi
al cristianesimo, ma sfruttandolo politicamente, diresse il Concilio
di Nicea.
Nella Genealogia della morale scrive Nietzsche:
“Il buddismo è cento volte più realistico
del cristianesimo –– esso non dice 'lotta contro il
peccato', bensì, dando pienamente ragione alla realtà, 'lotta contro il dolore'. Esso si pone al di là
del bene e del male…Per il buddismo la bontà, l’essere
buoni apportano salute. La preghiera, come l’ascesi, sono bandite;
nessun imperativo categorico, nessuna costrizione in genere…Per
questo esso non esige nemmeno la lotta ai dissidenti… Cristiano è
un certo gusto per la crudeltà verso di sé e verso gli
altri; l’odio per i dissenzienti; la volontà di
perseguitare”.1
1
Genealogia della
morale, Secondo
saggio, 6, 24.
4 commenti:
Propendo per la teoria di Reuchlin secondo cui a scrivere i Vangeli e gli Atti sia stato Ario Calpurnio Pisone e i suoi familiari, aristocratici. Avendo tempo (l'ozio dei romani) ed essendo una famiglia di eruditi vissuti in Palestina, conoscevano tutti i dettagli della storia e della cultura locali.
Poi, magari mi sbaglierò. Chissà!
Nietzsche era un ignorantone.
Nietzsche eraun ignorantone.
Nietzsche era un ignorantone.
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