martedì 22 novembre 2016
Crescono le speranze per la data fatidica del 4 dicembre
Testo di Ludovico Muratori
Non posso fare a meno di formulare mentalmente una considerazione ed una speranza. La prima è quella relativa al disastro che trovo in tutto ciò che dovrebbe essere il sistema di gestione, di giustizia, di ordine pubblico, di sviluppo economico, di impiego, di lavoro, di sviluppo morale e sociale. La seconda è relegata al risultato del 4 dicembre, che io mi auguro possa segnare una data di mutazione veramente completa, con la eliminazione di tanti aspetti disastrosi in una gestione infame di una tutela senza alcun interesse da parte di chi avrebbe dovuto avere l'onere di vigilare attento e responsabile. I politici hanno gestito l'Italia come se fosse un ghetto creato per tenere soggiogati milioni di persone, con una finalità di una globalizzazione ancora più infame della gestione. Speriamo che tutto ciò abbia fine.
Speriamo che tutti questi clandestini, musulmani e non, siano rispediti alla loro casa, al loro paese di origine senza un'ingerenza massiva nella nostra quotidianità, resa oggi disastrosa con la loro presenza. Speriamo che la giustizia, sia essa civile come penale, abbia la giusta dimensione di un contesto volto alla tutela degli interessi dei cittadini Italiani. Speriamo che dal punto di vista economico ci sia un ridimensionamento totale per quanto riguarda compensi assurdi a livelli stratosferici, non ipotizzabile come contenuto per qualsiasi prestazione. Speriamo che siano equamente retribuiti quelli che effettivamente si preoccupano dell'ordine pubblico e giornalmente sono costretti a mettere a repentaglio la propria vita per tutelare quella dei cittadini. Speriamo che sia ristabilita, sempre in un contesto democratico, quella serena quotidianità che resta nel ricordo oggi, e anche nel rimpianto.
È NECESSARIO VOTARE NO IL 4 DICEMBRE.
2 commenti:
E' giusto votare NO, certo, ma io non mi illuderei troppo su cambiamenti radicali a seguito dell'esito elettorale. Infatti i poteri forti che governano il mondo sono sempre all'opera e tendono ad influenzare la nostra vita, la nostra economia, possono solo essere contrastati, ma non abbattuti. Almeno è quello che penso, lieto di sbagliarmi.
come volevasi dimostrare un altro porco con la scodella in testa .
Ma siamo in ottima compania :
Altiero Spinelli:la pace in Europa fra mito e realtà
Pubblicato il 30 giugno 2016 di associazioneindipendenza
Altiero Spinelli: una “guerra per consolidare il progetto europeo”.
Dopo il referendum consultivo britannico che ha espresso una maggioranza di voti favorevole all’uscita dalla UE, si fa un gran parlare di rilancio dell’Unione Europea (UE), di recupero del “sogno europeo”, di Spinelli e del Manifesto di Ventotene.
Uno degli argomenti degli unionisti europei -forse il principale- per giustificare il combinato da incubo UE-euro è quello della pace: l’unificazione europea ha portato settant’anni di pace sul continente.
Al netto delle guerre ignorate (Irlanda del Nord, Paesi Baschi, ecc.), si omette di considerare il ben più decisivo contesto di fase della cosiddetta Guerra Fredda. Non a caso, appena questa si è chiusa, è scoppiata la prima grande guerra per l’Unione Europea atlantica che ha sconquassato i Balcani per un decennio. Quella in Ucraina, con un’accentuazione ancora più atlantica, è la seconda. Questo ed altro di collegato, meritevoli di analisi più circostanziate, si connettono in ‘linea di sviluppo’ con quanto segue…
Scrive Spinelli, nel suo Diario, il 12 aprile 1953: “(…) Per quanto non si possa dire pubblicamente, il fatto è che l’Europa per nascere ha bisogno di una forte tensione russo-americana, e non della distensione, così come per consolidarsi essa avrà bisogno di una guerra contro l’Unione Sovietica, da saper fare al momento buono” [in A. Spinelli, Diario Europeo (1948-1969), il Mulino, 1989, p. 175].
Non si tratta di un’esternazione infelice, congiunturale, del momento. Del Manifesto di Ventotene (di cui Altiero Spinelli fu il principale estensore), del federalismo europeo (atlantico) e dell’azione che si è dispiegata dal dopoguerra, c’è pochissima se non nessuna conoscenza. Spessissimo emerge che neanche chi lo mitizza e lo evoca abbia mai letto il Manifesto di Ventotene.
E il progetto unionista europeo emerge ben diverso dal propagandato “sogno di pace”
saluti .
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