Quando ero bambino e l'Italia era
divisa tra Coppi e Bartali io ero un entusiasta tifoso di Coppi. Non
sapevo però di una sua malata passione: la caccia. Aveva persino una sua
personale riserva di caccia. Verso la fine della carriera partecipò ad
una pietosa corsa ciclistica in Africa (Alto Volta) tra vecchi campioni
ormai in disarmo e il giorno dopo non rinunciò insieme al ciclista
francese Geminiani ad una battuta di caccia. E lì si presero entrambi
la malaria. Non posso disgiungere la sua figura di grande campione da
quella di cacciatore, cioè di un individuo che godeva nell'uccidere
animali per puro divertimento.
Dunque una figura moralmente abietta. Oggi nel centenario della sua nascita dico: W Bartali.
Riporto quanto segue da Wikipedia
Il 20 dicembre Coppi e Géminiani si telefonano: sono entrambi febbricitanti.[59] Quella stessa sera Géminiani perde conoscenza e viene ricoverato. La moglie Anne-Marie allerta immediatamente uno specialista di malattie tropicali, che invia una provetta di sangue all'Istituto Pasteur di Parigi. I medici rilevano la presenza nel sangue del plasmodium falciparum, il protista responsabile nell'uomo della malaria terzana maligna, la forma più violenta della malattia. Géminiani resta in coma otto giorni, ma viene curato con il chinino e salvato: si risveglierà il 5 gennaio.[59][63] Coppi si reca invece all'incontro di calcio Genoa-Alessandria, spinto anche dalla curiosità di vedere all'opera l'astro nascente del calcio alessandrino e tutto italiano, Gianni Rivera, e nei giorni seguenti si reca anche a caccia nella sua riserva di Incisa Scapaccino.[61]
Il 27 dicembre Coppi si mette a letto con febbre alta, nausea e brividi; due giorni dopo i parenti chiamano il dottor Allegri di Serravalle Scrivia, che a sua volta chiama a consulto il primario dell'ospedale di Tortona, prof. Astaldi, ma i due non riescono a fornire una diagnosi.[59] Nel pomeriggio del 1º gennaio le condizioni del campione si aggravano ulteriormente; a Tortona giunge per un altro consulto anche il professor Fieschi, dell'Università di Genova.[59] Coppi viene ricoverato d'urgenza prima a Novi e poi a Tortona: alle 22 del 1º gennaio perde conoscenza, alle 23 è in "pericolo di vita", all'una di notte riprende conoscenza e parla con Ettore Milano, suo storico gregario; subito dopo entra in coma.[60][61] All'ammalato è praticata una cura intensa a base di antibiotici e cortisonici, ma Coppi non reagisce. Non riprende più conoscenza e muore alle 8:45 del 2 gennaio 1960, all'età di quarant'anni.[59][61][64]
Riporto quanto segue da Wikipedia
Il 20 dicembre Coppi e Géminiani si telefonano: sono entrambi febbricitanti.[59] Quella stessa sera Géminiani perde conoscenza e viene ricoverato. La moglie Anne-Marie allerta immediatamente uno specialista di malattie tropicali, che invia una provetta di sangue all'Istituto Pasteur di Parigi. I medici rilevano la presenza nel sangue del plasmodium falciparum, il protista responsabile nell'uomo della malaria terzana maligna, la forma più violenta della malattia. Géminiani resta in coma otto giorni, ma viene curato con il chinino e salvato: si risveglierà il 5 gennaio.[59][63] Coppi si reca invece all'incontro di calcio Genoa-Alessandria, spinto anche dalla curiosità di vedere all'opera l'astro nascente del calcio alessandrino e tutto italiano, Gianni Rivera, e nei giorni seguenti si reca anche a caccia nella sua riserva di Incisa Scapaccino.[61]
Il 27 dicembre Coppi si mette a letto con febbre alta, nausea e brividi; due giorni dopo i parenti chiamano il dottor Allegri di Serravalle Scrivia, che a sua volta chiama a consulto il primario dell'ospedale di Tortona, prof. Astaldi, ma i due non riescono a fornire una diagnosi.[59] Nel pomeriggio del 1º gennaio le condizioni del campione si aggravano ulteriormente; a Tortona giunge per un altro consulto anche il professor Fieschi, dell'Università di Genova.[59] Coppi viene ricoverato d'urgenza prima a Novi e poi a Tortona: alle 22 del 1º gennaio perde conoscenza, alle 23 è in "pericolo di vita", all'una di notte riprende conoscenza e parla con Ettore Milano, suo storico gregario; subito dopo entra in coma.[60][61] All'ammalato è praticata una cura intensa a base di antibiotici e cortisonici, ma Coppi non reagisce. Non riprende più conoscenza e muore alle 8:45 del 2 gennaio 1960, all'età di quarant'anni.[59][61][64]
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