Dopo la seconda guerra mondiale l'Italia ha perso l'Istria, territorio che anche prima della prima guerra mondiale aveva una popolazione abitata da una maggioranza italiana. Dopo la prima guerra mondiale l'Istria venne assegnata all'Italia. Ma dopo la seconda guerra mondiale l'Italia perse tutta l'Istria grazie alla follia della guerra parallela voluta da Mussolini. Guerra che portò alla dichiarazione dell'Italia come nazione sconfitta. E' stata salvata Trieste, resa però monca del naturale retroterra che aveva durante l'Impero austro-ungarico. Purtroppo nella storia ha sempre ragione chi vince. La perdita dell'Istria fu favorita anche dai comunisti italiani che da antitaliani - bisogna ricordarselo - erano complici del comunismo del dittatore jugoslavo Tito, il massacratore delle foibe. Sta di fatto che nelle trattative di pace a causa dei comunisti la difesa dell'italianità dell'Istria fu difficile da sostenere non essendosi presentata unita l'Italia nella sua difesa. Per i comunisti italiani valeva di più l'alleanza con la dittatura jugoslava che la difesa degli interessi italiani. Ciò premesso come può l'Ucraina pretendere che il Donpass, causa della guerra che ha investito economicamente tutta l'Europa a causa del venir meno del gas russo, debba rimanere ucraino se non vincendo la guerra contro la Russia, cosa impossibile nonostante le dichiarazioni contrarie di Zelensky che rifiuta assolutamente di contrattare con Putin? Se il Donpass avesse avuto l'autonomia che ha l'Alto Adige (in realtà Sudtirolo abitato da una maggioranza austriaca e rimasto territorio italiano perché l'Austria con la Germania aveva perso la guerra) non sarebbe stato offerto a Putin il motivo di fare guerra all'Ucraina sotto la farsa dell'operazione speciale. L'Europa sta soffrendo le conseguenze di tale guerra. Sarebbe ora di rivedere la posizione dura presa dal governo Zelensky, contrario ad aprire trattative di pace giacché la Russia in prospettiva non può perdere la guerra. .
mercoledì 5 ottobre 2022
L'ISTRIA E IL DONPASS
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