mercoledì 3 ottobre 2012

L'ITALIA COME PATTUMIERA DI QUESTI SBANDATI VENUTI DALL'AFRICA NERA. GRAZIE ALLA COSIDDETTA PRIMAVERA ARABA. QUANTO CI COSTANO

Si parla e si scrive dello spreco delle regioni ma non si ha il coraggio di dire lo spreco di danaro per mantenere questi cosiddetti profughi, in realtà degli sbandati che pretendono di vivere in casa d'altri invece di risolvere i loro problemi in casa loro. Ricordo che in base alla Convenzione de L'Aja hanno diritto d'asilo solo coloro che siano rifugiati politici che siano perseguitati PERSONALMENTE nel loro Paese, dove sarebbero incarcerati se vi tornassero. SONO ESCLUSI I RIFUGIATI ECONOMICI E DI GUERRA. Dunque bando alla chiacchiere sulle ragioni umanitarie, in base alle quali ci dovremmo far carico del mantenimento di questi invasori. In base a quale legge questi invasori pretendono di essere mantenuti? Quanto ci costano i centri di accoglienza? Lo si dica. Leggo che ognuno dei 18.000 provenuti dall'Africa durante la guerra civile in Libia costa 46 euro al giorno. E non si tratta di libici ma di gente che era espatriata in Libia clandestinamente e che con il governo di Gheddafi veniva trattenuta ed impedita di lasciare la Libia. Ammettiamo che questa cifra sia vera. Moltiplicando 46 euro per 18.000 questi invasori ci costano 828.000 euro al giorno. In un anno ci costano 302.000.000 euro. Ed è passato più di un anno e mezzo. Siamo dunque nell'ordine di almeno 500.000.000 euro sino ad oggi per mantenere questi invasori (per di più islamici). Siamo in un Paese che ha la più alta tassazione e le pensioni minime più basse. Facciamo i calcoli. Se ognuno di questi 18.000 costa 46 euro al giorno significa che al mese costa ben 1380 euro al mese. Mentre chi vive di una pensione minima ha soltanto 500 euro al mese. Dunque gli converrebbe essere dichiarato straniero e rifugiato. Si dovrebbe pensare ad aiutare i poveri di casa nostra invece di accogliere questa gentaccia che viene qui a creare più grossi problemi economici e di ordine pubblico. Quasi ogni giorno si leggono notizie di efferati delitti commessi da stranieri. Non bastava la delinquenza indigena. Bisognava anche importarla. Le carceri sono affollate solo perché per metà sono occupate da stranieri. Questo è il risultato delle ragioni umanitarie. E per ragioni umanitarie è stato dato il permesso di soggiorno a gente che qui non ha alcun lavoro. Come i vu' cumpra' che vendono roba contraffatta, e perciò illegale, occupano il suolo pubblico abusivamente e non pagano tasse. Mentre un bar che occupi il marciapiede con tavolini deve, se pur giustamente, pagare al Comune una tassa. Chi è senza un lavoro dipendente legale (senza averlo sottratto ad un cittadino disoccupato) deve essere ricacciato a calci in culo nel suo Paese. Senza tanti sentimentalismi. Ma pare che per ragioni umanitarie la legge non sia eguale per tutti. L'umanitarismo val bene l'abusivismo. Ecco la confusione tra morale e diritto, che uccide la giustizia.
Quand'è che questo popolo bue (senza offendere i buoi) si sveglierà per fare una rivoluzione bonificando questa fetida palude di partiti? E' sperabile che quel 50% ed oltre che oggi nei sondaggi si dice che non andrebbe a votare non ci ripensi. Questi partitacci non potrebbero più pretendere di rappresentare complessivamente la volontà della maggioranza e verrebbero squalificati anche nel voto. Giacché ormai sono da molto tempo squalificati anche nelle brutte facce che li rappresentano. 

LE SCELTE DEL GOVERNO

Immigrati, accolti 18mila profughi
Arrivarono dalla Libia in fiamme

Nessuno dei profughi arrivati via mare dalla Libia (ma non di nazionalità libica) rimarrà senza protezione. Anche chi ha visto rifiutata la domanda d'asilo, non sarà espulso. Lo ha deciso il governo. Lo Stato paga per ogni profugo 46 euro ogni giorno. Il 31 dicembre scade lo stato di emergenza dichiarato dal governo Berlusconi. A quel punto salta la copertura finanziaria per i profughi che rischieranno la clandestinità

di VLADIMIRO POLCHI
ROMA - Una pioggia di permessi umanitari in arrivo. Nessuno dei 18mila profughi arrivati via mare dalla Libia rimarrà senza protezione. Anche chi ha visto rifiutata la propria domanda d'asilo, avrà uno scudo contro le procedure d'espulsione. È la decisione presa dal governo in queste ore, che aspetta ancora di essere formalizzata.

Un passo indietro. Dopo l'emergenza dei tunisini sbarcati in massa sulle coste italiane, nel 2011 sono stati circa 18mila i profughi scappati dalla Libia (ma non di nazionalità libica). Giunti in Italia, sono stati affidati alla Protezione Civile e hanno presentato richiesta di asilo. Come è andata a finire? Molti sono ancora in attesa della risposta, altri hanno incassato un rifiuto, altri ancora hanno presentato ricorso. "Lo Stato - ha spiegato Christopher Hein, presidente del Comitato italiano per i rifugiati 1 (CIR) al Redattore Sociale 2 - sta pagando per ogni profugo 46 euro ogni giorno. Il tempo stringe: il conto con il passare del tempo diventa sempre più salato". Non solo. Il 31 dicembre prossimo scade lo stato di emergenza dichiarato dal governo il 12 febbraio 2011. A quel punto rischia di saltare la copertura finanziaria per l'accoglienza dei profughi in tutta Italia (qui il loro numero e la ripartizione tra Regioni 3. Che ne sarà allora dei 18mila "libici"? Rischieranno di finire in clandestinità?

Per tutti un ombrello di protezione. Il 26 settembre scorso è stato approvato in Conferenza Unificata 4 (dove siedono ministero dell'Interno e del Lavoro, Anci, Conferenza delle Regioni e UPI) il documento di indirizzo per il superamento dell'emergenza Nord Africa. Nel documento si chiede tra l'altro l'applicazione di una procedura per il rilascio di una "forma di protezione destinata a ricorrenti e richiedenti protezione internazionale ancora in attesa di audizione, rientranti nei flussi di arrivo del 2011 dalla Libia". Due saranno le possibilità: il singolo migrante potrà chiedere alle Commissioni territoriali competenti una nuova audizione affinché venga riconsiderato il suo caso, oppure rinunciare alla propria domanda d'asilo e "accontentarsi" di un permesso umanitario concesso dal questore dietro accordo con le Commissioni.  Insomma, in un caso o nell'altro, nessuno sarà espulso.
(02 ottobre 2012)


    

5 commenti:

MICHEALCORRABINI ha detto...

vede professore su queste cose mi trova sempre in accordi.
Invece sui cacciatori.....ah ormai ci rinuncio.....non riuscirò mai a farLe capire e a farLe vedere il tutto da altri punti di vista.
Cordialità.

MICHEALCORRABINI ha detto...

vede professore su queste cose mi trova sempre in accordi.
Invece sui cacciatori.....ah ormai ci rinuncio.....non riuscirò mai a farLe capire e a farLe vedere il tutto da altri punti di vista.
Cordialità.
MICHEAL CORRABINI

MICHEALCORRABINI ha detto...

vede professore su queste cose mi trova sempre in accordi.
Invece sui cacciatori.....ah ormai ci rinuncio.....non riuscirò mai a farLe capire e a farLe vedere il tutto da altri punti di vista.
Cordialità.

MICHEALCORRABINI ha detto...

vede professore su queste cose mi trova sempre in accordi.
Invece sui cacciatori.....ah ormai ci rinuncio.....non riuscirò mai a farLe capire e a farLe vedere il tutto da altri punti di vista.
Cordialità.

Pietro Melis ha detto...

Rispondo solo perché non ha usato insulti. Ma nessuno potrà farmi capire altri punti di vista. Uccidere per il gusto di uccidere è peggio dell'uccidere nei mattatoi, dove i macellatori (individui privi di sensibilità e che vivono tra fiumi di sangue) certamente non si divertono ad uccidere, dissanguare, scuoiare, e squartare gli animali. Perché è anche questo che fa lei portando in casa animali morti. E se lei ha il coraggio di fare anche questo dopo avere ucciso animali che vivono in libertà non ha alcunché da insegnarmi.