I 5S ne hanno fatto una loro bandiera come se la riduzione dei parlamentari fosse una cosa essenziale e primaria. Menzogne una dopo l'altra. Oggi hanno manifestato con uno striscione dicendo che si sarebbe risparmiato un miliardo. FALSO. Al massimo 500 milioni ma nel corso di una legislatura. Altri calcoli dicono che, tenendo conto dei costi suppletivi inerenti agli assistenti parlamentari, ai commessi e ad altri vari impiegati, compresi i barbieri, i baristi e camerieri, il risparmio non andrebbe oltre i 200 milioni di euro in cinque anni. E' evidente che il cosiddetto risparmio è una presa per il culo come tutte le iniziative dei 5S che con il reddito di cittadinanza avevano gridato che avevano abolito la povertà. Falso anche l'aver detto che l'Italia aveva il maggiore numero di parlamentari. Non si è tenuto conto che in base al rapporto tra parlamentari e popolazione l'Italia aveva il minor numero di parlamentari.
Alla Camera e al Senato tutte le circoscrizioni vedranno una riduzione drastica, con una media del 36,5%. Sopra la media alla Camera le circoscrizioni Sicilia 1 (da 25 a 15 deputati) e Lazio 2 (da 20 a 12). Da segnalare al Senato il caso dell’Umbria e della Basilicata. Sono le due Regioni che subiscono in percentuale l’emorragia maggiore. Qui i senatori sono più che dimezzati (-57%). In entrambe le regioni infatti si passa da 7 a soli 3 eletti.
Alla Camera e al Senato tutte le circoscrizioni vedranno una riduzione drastica, con una media del 36,5%. Sopra la media alla Camera le circoscrizioni Sicilia 1 (da 25 a 15 deputati) e Lazio 2 (da 20 a 12). Da segnalare al Senato il caso dell’Umbria e della Basilicata. Sono le due Regioni che subiscono in percentuale l’emorragia maggiore. Qui i senatori sono più che dimezzati (-57%). In entrambe le regioni infatti si passa da 7 a soli 3 eletti.
Il taglio“costerà” al Nordest la perdita di 39
rappresentanti in Parlamento: 26 al Veneto, 8 al Friuli Venezia Giulia e
5 al Trentino Alto Adige. Il calcolo è riportato dall'Osservatorio
elettorale del Consiglio regionale del Veneto. Alla Camera il Veneto
perderà 18 deputati (da 20 a 13 in Veneto 1 e da 30 a 19 in Veneto 2),
il FVG passerà da 13 a 8 mentre il Trentino AA scende da 11 a 7. In
merito invece al Senato, per il Veneto si prospetta un calo di 8 seggi
(da 24 a 16), 3 invece quelli che saranno persi dal Friuli (da 7 a 4) e 1
sarà tolto al Trentino AA (da 7 a 6). A Palazzo Madama il Friuli avrà
un taglio del 42,9% dei rappresentanti, mentre alla Camera la
sforbiciata arriverà al 38,5%.
Se la riforma venisse approvata superando un eventuale referendum confermativo (senza quorum), non obbligatorio quando la riforma sia approvata con la maggioranza assoluta della Camera e del Senato, l’Italia diventerebbe il Paese europeo con il Parlamento più piccolo in proporzione alla
popolazione: un parlamentare ogni 151 mila abitanti, contro uno ogni
circa 100-110 mila di Regno Unito, Francia e Germania. I risparmi
sarebbero trascurabili, nell’ordine di qualche decina di milioni di euro
all’anno.
Ma allora come si spiega questa fissazione di 5S? Con la loro imbecillagine totale che li porta a credere di poter avere maggiore consenso riducendo il numero dei politici data la poca simpatia che l'elettorato ha per la classe politica, come se essi fossero migliori.
Una cosa è apparentemente inspiegabile. Come è possibile che molti parlamentari, quelli che non contano un cazzo, i cosiddetti peones, abbiano votato a favore del loro suicidio per le prossime elezioni data la minore possibilità di essere ricandidati e rieletti? Essi hanno votato a favore solo per obbligo di rispetto delle direttive di partito, ma sperando che la riduzione del numero dei parlamentari non abbia di fatto alcuna conseguenza, soprattutto sperando che questo sgoverno cada prima che si possa arrivare ad un referendum. In alternativa sperano di durare a campare sino al compimento dell'attuale legislatura e che poi del taglio dei parlamentari se ne faccia nulla. In ogni caso si è trattato di un voto da suicidio assistito con il loro voto perché le circoscrizioni elettorali con la attuale riforma dovrebbero essere di molto ampliate, e maggiore è l'estensione delle circoscrizioni elettorali maggiore dovrà essere il numero dei voti che dovranno avere per essere rieletti nel caso in cui venissero ricandidati. Si amplierà il distacco tra elettore e candidato e diverrà minore o annullata la rappresentatività del parlamento per distacco del candidato dal territorio. In pratica verranno rieletti solo quelli che comandano nei partiti, i capipartito che fanno le liste, e i peones dovranno fare le valigie e rimanere disoccupati. Più imbecilli di così non si può.
Purtroppo quei deficienti dei costituenti con l'art. 138 non hanno reso obbligatorio il referendum per modificare un articolo della Costituzione perché si sono limitati a considerarlo opzionale quando la modifica sia stata approvata con la maggioranza assoluta. Il referendum in tal caso deve essere richiesto con 1/5 dei componenti della Camera o del Senato, oppure da 500 mila firme oppure ancora da 5 Consigli regionali. E il referendum non è nemmeno necessario quando la modifica sia stata approvata con due successive letture della Camera e del Senato da 2/3 dei loro componenti.
Buffonata e maxi-balla dopo
Una cosa è apparentemente inspiegabile. Come è possibile che molti parlamentari, quelli che non contano un cazzo, i cosiddetti peones, abbiano votato a favore del loro suicidio per le prossime elezioni data la minore possibilità di essere ricandidati e rieletti? Essi hanno votato a favore solo per obbligo di rispetto delle direttive di partito, ma sperando che la riduzione del numero dei parlamentari non abbia di fatto alcuna conseguenza, soprattutto sperando che questo sgoverno cada prima che si possa arrivare ad un referendum. In alternativa sperano di durare a campare sino al compimento dell'attuale legislatura e che poi del taglio dei parlamentari se ne faccia nulla. In ogni caso si è trattato di un voto da suicidio assistito con il loro voto perché le circoscrizioni elettorali con la attuale riforma dovrebbero essere di molto ampliate, e maggiore è l'estensione delle circoscrizioni elettorali maggiore dovrà essere il numero dei voti che dovranno avere per essere rieletti nel caso in cui venissero ricandidati. Si amplierà il distacco tra elettore e candidato e diverrà minore o annullata la rappresentatività del parlamento per distacco del candidato dal territorio. In pratica verranno rieletti solo quelli che comandano nei partiti, i capipartito che fanno le liste, e i peones dovranno fare le valigie e rimanere disoccupati. Più imbecilli di così non si può.
Purtroppo quei deficienti dei costituenti con l'art. 138 non hanno reso obbligatorio il referendum per modificare un articolo della Costituzione perché si sono limitati a considerarlo opzionale quando la modifica sia stata approvata con la maggioranza assoluta. Il referendum in tal caso deve essere richiesto con 1/5 dei componenti della Camera o del Senato, oppure da 500 mila firme oppure ancora da 5 Consigli regionali. E il referendum non è nemmeno necessario quando la modifica sia stata approvata con due successive letture della Camera e del Senato da 2/3 dei loro componenti.
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il taglio delle poltrone: la foto
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