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Spettacoli, EXTR@
Mike Tyson: la redenzione incomincia da un colombo
Il pugile in un reality show dedicato ai piccioni viaggiatori
Quando un uomo imbocca la strada sbagliata arrivando a toccare il fondo, la redenzione è un percorso lungo e difficoltoso. Mike Tyson, uno dei campioni di boxe più importanti di tutti i tempi, è passato dall’inferno della droga a quello della galera, dai palazzi di giustizia accusato da mogli o amanti di essere uno stupratore e un sadico, alle sedute psiconalitiche di autocoscienza.
Oggi a 44 anni, dopo cinque di rehab e una stretta dieta «vegana» (non mangia nulla di provenienza animale), fisicamente è molto in forma, i muscoli che guizzano dalla maglietta e il viso rilassato. «Non sono cattivo - dice subito - niente rende umili come farsi spaccare la faccia. La prima volta che ho fatto a pugni avrò avuto dieci anni ed è stato il giorno più terrificante della mia vita. Un ragazzo aveva staccato la testa a un mio piccione e non ci ho visto più».
Ecco: i piccioni. Dall’uomo che sul ring con un morso ha staccato un orecchio all’avversario Evander Holyfiel, ci si potrebbe aspettare di tutto ma non che il motivo per cui ha deciso di cambiare vita, potesse essere l’allevamento dei piccioni. L’amore per i volatili che «l’uomo più cattivo della Terra» si porta dentro fin da bambino e oggi la tv mostra a tutti è diventato un programma tv. In Italia, da venerdì 11 marzo alle 23 su Discovery Channel (Sky canale 401) saranno sei le puntate della serie intitolata: Le ali di Tyson e Iron Mike insieme agli amici Vinnie Torre, Mario Costa (un portoricano che per abbigliamento, tintura nero pece dei capelli e sigarone fra i denti sembra appena uscito dai Soprano’s), Junie e Ricky Roman, affronterà una gara per piccioni viaggiatori dove i suoi «ragazzi» percorreranno 500 miglia per poi tornare nelle gabbie di Jersey City.
«Kid Dynamite» allevatore di piccioni. E chi se lo aspettava?
«Dalla morte di mia figlia due anni fa (a soli quattro anni è finita strangolata dalla cinghia di un tapis-roulant; ndr) ho veramente cambiato vita. Faccio le cose che mi interessano di più e cerco la tranquillità interiore. Quando mi guardo allo specchio vedo un ex pugile che sta cercando di rimettere insieme i pezzi della sua vita».
I piccioni tranquillizzano?
«Niente e nessuno può rilassarmi meglio. Quando sono sul tetto della mia casetta qui nel Jersey, entro nella gabbia e libero i miei uccelli, mi sento libero come loro e non penso a niente. I piccioni sono il simbolo della pace, non lo dimenticate».
Sentendola parlare la «vita disordinata» è solo un brutto ricordo.
«Ho preso tanta di quella cocaina da ammazzare un elefante eppure sono ancora qui. Ho una vita adesso, sono pulito. Vivo per i miei sette figli. Quando vedo correre per casa i più piccoli la felicità dei loro sguardi mi fa capire che ero solo un pazzo distruttivo e, soprattutto, autodistruttivo».
Quando nello sport è iniziata la sua parabola discendente molti amici l’hanno abbandonata. Dicono che è meglio se uno di loro non le attraversa la strada.
«Non è vero. Molta della gente che mi ha lasciato perdere ha fatto bene. Se stai andando all’inferno chi, sano di mente, vuole venire nel fuoco con te? La colpa è stata solo mia. Non porto rancore a nessuno».
L’ultima volta che è stato in Italia per l’intervista con Paolo Bonolis al Festival di Sanremo suscitò molte polemiche. In Italia però c’è parecchia gente che la ama.
«E io amo l’Italia, soprattutto Ponza. Ah! E poi c’è Berlusconi che ho conosciuto e so che è nei pasticci ma credo sia un bravuomo, mi piace».
Molti italiani la vorrebbero rivedere sul ring e recentemente sono tanti i boxeur ultraquarantenni che hanno deciso di ri-incrociare i guantoni.
«Oggi sono fortunato se riesco ad alzarmi dal water senza avere mal di schiena. Di tornare a boxare non se ne parla proprio. Capitolo chiuso».
3 commenti:
Grazie Prof Melis! Quanto ha detto riguardo ai piccioni mi risolleva il morale. Anch'io amo questi volatili, come amo tutti gli animali, e mi devo giornnalmente scontrare con l'ignoranza e la cattiveria dell'opinione pubblica che attribuisce a questi volatili ogni sorta di luogo comune,il più ricorrente, come Lei sottolinea, quello delle malattie! Ci sono tanti modi per evitare che prolifichino troppo, ma pochi comuni gli adottano, ed io, da privata cittadina, non riesco a trovare il mangime sterilizzante che mi permetterebbe di godermi la compagnia di una quindicina di coppie di piccioni-con relativa prole- che giornalmente vengono a farmi visita sulla mia grande terrazza, cercando solo di contenere le nuove nascite. Gradirei sapere la sua opinione. La ringrazio comunque di avermi letta Anna Faruky
forse pero' qualcuno non si rende conto della CRUDELTA' e dell'INTERFERENZA pesante con la vita dei piccioni, insite in tutto questo losco mondo delle gare di colombi. Volano a grandi distanze solo perche' separati dal partner e dal nido (sono molto fedeli) e quindi cercano disperatamente di tornare....informatevi sul loschissimo mondo che gira intorno ai colombi viaggiatori...mafia, camorra, trasporto di droga.... informatevi bene!
Continua l'ignoranza sui piccioni accusati di portare malattie. Le malattie sono portate dagli uomini. E continua l'imbecillità di molti (compresi i papi) che liberano delle colombe che, allevate in cattività, non sono abituate a cercarsi il cibo e finiscono vittime dei predatori. Si pensi che molti anni fa era permesso il tiro al piccione come "sport". Sostituito dal tiro al piattello. Si accorciava la coda dei piccioni in modo da privarli del timone direzionale nel volo per rendere il volo scomposto e rendere più difficile la mira. La crudeltà umana non ha limiti. Molta umanità vale meno di un piccione.
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