SONO ATEO AGNOSTICO ANCHE GRAZIE ALLE (O A CAUSA DELLE) RELIGIONI. HO AVUTO SEMPRE UN DISPREZZO PER I PAPI, CHE CONTINUANO AD ALIMENTARE L'ANTROPOCENTRISMO. E' INCREDIBILE CHE PER UN PAPA CONTINUI A NON ESSERE PECCATO CIO' CHE PER LA LEGGE (ALMENO NOMINALMENTE) E' REATO: GLI ATTI DI CRUDELTA' VERSO GLI ANIMALI. O BENEDETTO XVI LE CHIESE CONTINUERANNO A SVUOTARSI GRAZIE A TE PERCHE' I VEGETARIANI E, COMUNQUE, GLI ANIMALISTI CRISTIANI NON SI RICONOSCERANNO IN UNA CHIESA CATTOLICA CHE NON HA ALCUNCHE' DA INSEGNARE AD ESSI. GIORGIO CELLI ERA MIGLIORE DI TE. ASCOLTALO SE NON VUOI UN VUOTO MAGGIORE NELLE CHIESE. PIETRO MELIS
GIORGIO CELLI
Si può essere credenti e praticanti o assolutamente atei, ma ciò non ci da il diritto di chiudere in faccia agli altri abitanti del pianeta le porte del Paradiso, di un sogno, di una speranza di liberazione e riscatto. Sono tante le sofferenze a cui sottoponiamo queste creature innocenti; vogliamo aggiungere alla crudeltà umana anche l’esclusiva dell’amore divino per il nostro genere ? Ma forse la preclusione "zoofobica" teologica di alcune confessioni è connaturata all’uso corrente degli animali nella vita quotidiana: allevati, divorati, cacciati, torturati, sacrificati. Ammettere che gli animali hanno un’anima significherebbe dover rivedere molte delle nostre certezze antropocentriche e rimettere in discussione il nostro rapporto con il Creato. Significherebbe, probabilmente, non comportarsi più da padroni assoluti dell’universo, bensì da padri coscienziosi che difendono i propri figli e, si sa, la responsabilità paterna o materna non è facile da assumere consapevolmente.
Nella discussione se gli animali hanno un’anima o meno ci vedo la contraddizione tra chi ritiene di avere avuto la terra in prestito e in dono e chi ritiene di averla vinta o conquistata. Per questi ultimi, gli animali, la natura, le risorse della Terra, sono beni materiali di immediato consumo e non rappresentano invece un patrimonio inestimabile da proteggere e conservare.
Bene, io credo che al di là delle convinzioni religiose, mistiche e spirituali di ognuno, il rispetto verso gli animali e la natura, madre di tutti noi, debba rappresentare un presupposto, un comune denominatore del convivere civile. Se gli uomini si attribuiscono l’anima questa non può essere negata a tutti gli altri animali, cugini e fratelli del genere umano, coinquilini nel grembo di "Gaia" (la Terra, vista come un unico organismo vivente, nella teoria del filosofo inglese James Lovelock). Negare questa possibilità, scindere in maniera così netta e violenta il genere umano dagli altri abitanti del pianeta significa una supponenza e presunzione che può avere solo conseguenze drammatiche: gli animali sono oggetti, "materia vivente inanimata" senza sentimenti, intelligenza e capacità di soffrire ed è quindi lecito abusarne a nostro piacimento. Sono convinto che le nuove generazioni rifiutano questa logica distruttiva da generali conquistatori, sadici e violenti. Spesso i predatori del mondo hanno bisogno di supporti ideologici e religiosi per compiere le loro nefandezze: non offriamoglieli.
Nessun commento:
Posta un commento