sabato 1 ottobre 2011

UNA DELLE SOLITE "PERLE" (STRONZATE) DI SAGGEZZA STORICA DI NAPOLITANO

Non dimentichiamoci mai di chi sia stato Napolitano, che nel 1956 (aveva 32 anni e già faceva parte della direzione del Partito Comunista), di fronte ai 20.000 morti della rivolta ungherese soffocata spietatamente dai carri armati sovietici disse testualmente: "i carri armati sovietici hanno riportato la pace in Ungheria".Incredibile.Il capo del nuovo governo sostenuto dal popolo in rivolta Imre Nagy fu poi impiccato. Quando fu eletto indegnamente capo dello Stato gli inviai la mattina dell'elezione (prima che divenisse capo dello Stato con giuramento) una racc. A.R. in Senato ricordandogli questa vergogna, di cui nessuno mai parla o scrive. Questo disonesto, inoltre, sapeva dell'esistenza delle foibe istriane, dove finirono per metà vivi e per metà morti gli italiani, venendo legati in coppia, di cui uno solo veniva fucilato prima di trascinare l'altro vivo nella foiba. Ma non se ne poteva parlare a causa della stupida volontà (dietro pressione del P.C.I.) di conservare relazioni di buon vicinato la Jugoslavia comunista e massacatrice degli italiani istriani, costretti a divenire profughi e mal sopportati in Italia. Furono i comunisti ad opporsi ai partigiani non comunisti che tentavano di difendere i confini istriani. Essi si sentivano prima comunisti che italiani. E di questa razza faceva parte Napolitano. Fu eletto durante il secondo breve governo Prodi da un parlamento con maggioranza fasulla alla Camera (a causa di soli 24.000 voti in più contestati) e inesistente al Senato. Parlamento con una legislatura che durò meno di due anni. E tuttavia il Napolitano, privo di dignità, non ha ritenuto fosse meglio non accettare l'investitura da un parlamento che si reggeva su una falsa maggioranza. Sete di potere e basta. Ma non ci venga a fare prediche moralistiche, proprio lui il cui passato è vergognoso.

A parte ciò sembra che l'Italia sappia usare due pesi e due misure. Quando la Serbia ostacolò la secessione del Kossovo (regione che fu sempre culla storica dell'antico regno di Serbia) l'Italia, serva degli Stati Uniti, prestò le basi per bombardare vigliaccamente la Serbia sancendo il principio dell'autodeterminazione del Kossovo con il motivo che la maggioranza (questi sono i frutti nefasti dell'immigrazione) era divenuta albanese. E allora, si badi bene, che motivo avrebbe l'Italia per opporsi alla secessione dell'Alto Adige (in realtà storicamente Sud Tirolo) dove la maggioranza è austriaca? Due pesi e due misure? Purtroppo nella storia hanno sempre ragione solo i vincitori.

La questione del cosiddetto "popolo padano" rimane un'invenzione della Lega giacché essa presume di rappresentare almeno la maggioranza nel Lombardo-Veneto. Ma continua a non voler fare i conti con i dati elettorali, da dove risulta che essa (purtroppo) rappresenta una piccola minoranza. Non più del 20%. E allora come può avere la pretesa di rappresentare il popolo del Lombardo Veneto? Ancora più campata in aria è l'espressione "il popolo padano". Quale popolo? Quello che vota Lega? O Calderoli, fatti i conti elettorali prima di parlare di autodeterminazione invece di dire anche tu stronzate. Se dopo vent'anni la Lega non è riuscita a diventare partito di maggioranza assoluta e nemmeno partito di maggioranza relativa (questo è grave ed inspiegabile in un Nord che avrebbe interesse a tenersi i soldi in casa sua invece di essere costretto ad assistere il resto d'Italia e la mafia) peggio per il popolo del Nord. "Ogni popolo ha il governo che si merita", scriveva già Aristotele (Politica, VIII). Vuol dire che il Nord (nella sua grande maggioranza) preferisce "Roma ladrona". Se la tenga. E questo è ancor più inspiegabile. Forse è la Lega che non riesce a convincere, essendo rappresentata da individui ignoranti che non danno affidabilità, come Calderoli, autore della schifosa legge elettorale definita da lui stesso una porcata (con la solita abitudine di offendere i poveri maiali, che non combinano i guai che combinano i politici). E perché non si è mosso per cambiarla evitando un costoso referendum? Ecco perché la Lega manca di serietà e sarà costretta a rimanere minoranza.


QUIRINALE

Secessione, Napolitano durissimo con la Lega
"Gridano sui prati, popolo padano non esiste"

Il presidente della Repubblica a Napoli per le celebrazioni dei 150 anni. "In passato, il separatista Finocchiaro Aprile fu arrestato, lo Stato non esitò ad intervenire". E sul 'porcellum' e il successo del referendum: "Serve nuova legge elettorale". Calderoli: "C'è l'autodeterminazione dei popoli"

NAPOLI - Durissimo attacco del presidente della Repubblica alla Lega dopo i recenti riferimenti alla secessione: "Non esiste un popolo padano", ha detto il capo dello Stato, rilevando che al momento si tratta di "grida su un prato", ma che se dalle parole si dovesse passare a qualcosa di diverso, lo Stato non tarderebbe a intervenire: "In passato", ha ricordato, "un leader secessionista è stato arrestato".

"Non esiste un popolo padano". Napolitano ha liquidato le richieste dei militanti leghisti nelle manifestazioni di partito: "Quello che si sente è spesso un incoraggiamento ridotto al minimo anche dal punto di vista dell'espressione verbale, grida che si elevano in quei prati in cui non c'è il popolo padano, ma una certa parte del corpo elettorale. Che ha scarsa conoscenza di alcune cose, tra cui l'articolo 1 della Costituzione", dice il presidente, che aggiunge: "La sovranità appartiene al popolo 1, ma si dimentica quello che viene dopo la virgola, e cioè che si esercita nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione. Non esiste una via democratica alla secessione". Un riferimento indiretto ma chiaro alle parole del capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni, che la settimana scorsa aveva ricordato 2 come, secondo la Carta, il popolo sovrano conti più del presidente della Repubblica.

"Lo Stato non esiterà a intervenire". Napolitano sottolinea:"Ho avuto modo di dire che la secessione è fuori dalla realtà 3 e fuori dal mondo d'oggi, e appare grottesco oggi pensare a uno stato Lombardo-Veneto che competa con la Cina, la Russia, gli Stati Uniti. Mi pare che il livello di grottesco sia tale da fare capire che si può strillare in un prato ma non si può cambiare il corso della storia". Il presidente ha poi aggiunto che "in passato, un leader separatista fu arrestato. Nel '43-'44 l'appena rinato Stato italiano, di fronte a un tentativo di organizzazione armata separatista, non esitò a intervenire in modo piuttosto pesante con la detenzione di Finocchiaro Aprile". Il riferimento è al leader degli indipendentisti siciliani 4, fondatore del Mis.

"Nuova legge elettorale per ritorno di fiducia". Il presidente ha commentato anche il grande numero di firme 5per il referendum abrogativo dell'attuale legge elettorale. Secondo Napolitano, "Il sistema elettorale vigente ha rotto il rapporto di responsabilità tra elettore ed eletto. Il capo dello Stato aggiunge: "Non voglio idealizzare o idoleggiare i modelli del passato, perchè sappiamo quanto la pratica delle preferenze grondasse di negatività ma era una forma di collegamento più diretto tra eletto ed elettore". Per concludere poi che "E' ormai ampiamente diffuso il riconoscimento per cui una diversa legge elettorale può facilitare il ritorno della fiducia nelle istituzioni".

Calderoli: "Autodeterminazione dei popoli". Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, replica alle parole del Capo dello Stato: "Napolitano e' sempre molto saggio ma fa finta di dimenticare il diritto universalmente riconosciuto alla autodeterminazione dei popoli". Calderoli ha poi aggiunto che "Il presidente - aggiunge - poi sa bene che la Lega da oltre 20 anni è garanzia di democrazia". Dalla Lega, commenti anche da Borghezio: "Il presidente Napolitano sembra collocarsi molto stranamente tra i nemici della libertà. Sappia che noi padani siamo pacifici ma che molti di noi sono pronti ad affrontare la prigione pur di difendere l'ideale di libertà della Padania".

Bersani:"La Lega deve rendere conto". "Per fortuna abbiamo un capo dello Stato che mette i puntini sulle 'i'".
Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani commenta il richiamo del presidente della Repubblica. "La lega - attacca Bersani - "non può far dimenticare con parole aggressive il non governo di questi anni, deve rispondere di quel che ha fatto in questi dieci anni". E dunque, ammonisce il segretario dei democratici, "non sfugga con parole pericolose: è questo il momento in cui deve rendere conto di fatti e parole, che pesano. Il capo dello Stato ha fatto benissimo a sottolinearlo".

Reazioni. Tra i primi a replicare alle parole di Napolitano c'è il presidente dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro: "Ha fatto bene il capo dello stato a richiamare all'ordine chi si permette di minacciare la divisione del paese. Purtroppo non si tratta di "quattro amici al bar", ma un ministro di questa Repubblica, Umberto Bossi. Un vulnus che va affrontato in sede istituzionale per verificare la compatibilità con la carica che egli ricopre".
Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd al Senato, dice che da Napolitano "E' venuta una lezione di politica e democrazia. Gli unici a non essere in sintonia con quelle parole sono la Lega, Bossi e i suoi ministri. Ma è evidente che anche Berlusconi e la sua maggioranza non sono mai stati capaci di opporsi alle stupidaggini leghiste che oggi, in maniera elegante ma ferma, il capo dello stato ha definito grottesche".

Radio Padania, la rabbia degli ascoltatori.
"Cercheremo di andare avanti nonostante la nostra inesistenza", dice un conduttore di Radio Padania. Ma non serve a placare l'ira degli ascoltatori. "Diceva che non esistevano neanche le foibe, cosa volete aspettarvi da uno che era amico di un certo signor Tito?", dice una voce ai microfoni aperti. Più arrabbiata Beatrice da Varese: "Quel bell'elemento che non ha mai lavorato perchè ha sempre fatto il comunista, ma non si vergogna a dire quelle cose ai suoi fratelli napoletani, a quei beduini che vivono in mezzo alla camorra e all'immondizia?". E intanto l'edizione di domani del quotidiano leghista la Padania titola: "Io esisto e sono padano".

(30 settembre 2011

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