martedì 4 ottobre 2011

QUANDO UOMINI SUBANIMALI VALGONO MENO DI UN CANE

Mi domando a che cosa sia servito il marxismo esportato nell'Asia di area cinese, non certo ad occidentalizzare i costumi. Il comunismo non è stato affatto un progresso in fatto di civiltà. Mi immagino l'obiezione: se si mangiano pecore, buoi, persino cavalli, perché non si dovrebbero mangiare anche cani? Il grande Konrad Lorenz, fondatore dell'etologia, dimostrò che la sofferenza è proporzionale al grado di affettività. Ora, non vi è dubbio che il cane sia l'animale maggiormente dotato di affettività e dunque la sua sofferenza è ancora maggiore. Quanto tempo dovrà passare perché non esistano più questi miserabili subanimali incapaci di capire, perché subanimali, che la loro vita vale meno di quella di un cane? Fanno benissimo i proprietari di cani ad uccidere questi subanimali. Anche a me farebbe piacere ucciderne qualcuno. Non sono uomini. Sono subanimali.

Un ESEMPLARE di venti chili può valere 80 euro. Come lo stipendio di un operaio

Morire per una bistecca. Di cane

Escalation di violenza in Vietnam: aumentano i furti
di cani destinati ai ristoranti. E i proprietari sparano

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Un carico di cani destinati al mercato vietnamita intercettato dalla polizia  al confine thailandese (Ap)
Un carico di cani destinati al mercato vietnamita intercettato dalla polizia al confine thailandese (Ap)
MILANO - Per un cane sono disposti ad uccidere. O a morire, a seconda di come decide la sorte. In Vietnam la vita degli uomini può avere un legame assai stretto con quella dei quattrozampe che vivono nei cortili. Ma toglietevi dalla testa che tutto questo abbia a che fare con l'amore per gli animali così come siamo abituati ad intenderlo noi occidentali. All'origine di queste dispute sanguinarie, che i media internazionali hanno già ribattezzato «Dog Wars», c'è una questione di puro e semplice abigeato, ovvero di furti di bestiame. I cani vengono rubati da «dognapper» professionisti, sequestratori di cani, che battono città e campagne alla ricerca di esemplari di taglia medio-grande, particolarmente adatti per essere rivenduti al nero ai tanti ristoranti di Hanoi e delle altre grandi città, dove le loro carni sono alla base di piatti della tradizione particolarmente gettonati.

FACILI GUADAGNI - La carne di cane è consumata abitualmente nei Paesi del sud-est asiatico, dove la cultura dell'animale da affezione, così come viene intesa nel mondo occidentale, si sta facendo strada ma solo a piccolissimi passi. Tuttavia sono in molti a considerare i cani come animali complementari alla vita umana - per la protezione delle case o per il lavoro nei campi - e non invece come semplice risorsa alimentare. Le famiglie normali non sono solite consumare la loro carne, che risulta comunque molto costosa. Ed è proprio questo il punto: un cane di 20 kg, racconta l'Associated Press, può essere venduto per l'equivalente di circa 80 dollari, ovvero quanto lo stipendio medio di un operaio vietnamita. Rapire dei cani a molti sembra un'alternativa tutto sommato più comoda di un lavoro duro che impegna per diverse ore al giorno. Di qui l'escalation di furti che sta esasperando gli animi.

VIOLENZA IN AUMENTO - I ladri di cani, di fronte alla prospettiva di lauti guadagni, si fanno sempre più spregiudicati e pericolosi. Ma alla loro aggressività ne è corrisposta altrettanta da parte della popolazione, soprattutto nei villaggi rurali, che esasperata dalle continue razzie ha deciso di reagire facendosi giustizia da sé. In maniera anche brutale: a giugno, nella provincia di Nthe An, un uomo è stato picchiato a morte e il suo corpo è stato dato alle fiamme e poi lasciato sul bordo della strada come monito per i ladri. In agosto 1.800 cani stipati in gabbie sono stati sequestrati in Thailandia, prima che fossero contrabbandati in Vietnam. Poco dopo due uomini sono stati arrestati, mentre cercavano di uscire dalla Thailandia, con 120 animali chiusi dentro alcuni borsoni. E nei giorni scorsi, nella provincia di Soc Tranc, è balzato agli onori delle cronache un altro caso di omicidio legato ai furti di cani: due uomini si sono costituiti dopo avere ucciso il proprietario di un cane che li stava seguendo a seguito del rapimento del suo animale. I ladri gli hanno sparato con la stessa balestra che usavano per colpire gli animali prima di accalappiarli e lo hanno colpito in pieno cuore.

DENUNCE E IMPUNITÀ - Una situazione pesantissima, di cui la polizia è pienamente a conoscenza. Ma contro la quale può fare davvero poco: gli agenti sono pochi e la popolazione tende ormai a non denunciare neppure più gli episodi di furto, considerandola una inutile perdita di tempo. Per la legge vietnamita un addebito è possibile solo se il valore del furto è di almeno 2 milioni di dong, ovvero circa 70-80 dollari, e nella maggior parte dei casi la soglia non scatta. L'impunità fa sì che in molti rinuncino in partenza a chiedere giustizia alle autorità.

CAMBIO DI MENTALITÀ... - La carne di cane nei ristoranti è servita in molti modi diversi, al forno, arrosto o sotto forma di zuppa. A volte i cani vengono scuoiati e poi appesi all'esterno dei locali come richiamo per i turisti. Il barbecue con carne di cane è molto popolare soprattutto alla fine di ogni mese lunare quando il consumo di pietanze a base canina è considerato di buon auspicio. Per questo motivo il mercato nero di animali è in continua espansione. Tuttavia qualcosa sta cambiando anche nella sensibilità della popolazione nei confronti degli animali: «Ci sono due tendenze che si confrontano - ha spiegato all'Ap Robert Lucius, ex dipendente dell'ambasciata americana ad Hanoi e fondatore della Lairos Coalition, un'associazione con base in California che promuove il trattamento dignitoso dei pet -, quella vecchia ancora legata al commercio di carne di cane e quella degli ultimi anni che vede una sempre maggiore condivisione dell'idea che gli animali possano essere anche di compagnia». E, di conseguenza, esseri senzienti a cui riservare diritti e attenzioni. Anche le associazioni animaliste vietnamite e le associazioni dei veterinari sono impegnate su questo fronte.

..E CONTRADDIZIONI - Ma le contraddizioni restano e sono bene evidenziate nella storia di un allevatore 50enne, che negli ultimi mesi ha subito almeno una decina di furti, interpellato dai cronisti dell'Ap: «È difficile crescere un buon cane - ha detto - e anche io avrei messo le mani addosso ad un ladro se lo avessi avuto per le mani». E al giornalista che gli ha domandato se mangerebbe mai la carne dei suoi cani ha candidamente risposto: «Se voglio carne di cane io vado al ristorante».

Alessandro Sala
Twitter@alsfiles
03 ottobre 2011 19:21

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