giovedì 8 settembre 2022

SU PUTIN: ODI ET AMO'. QUAR(E) ID FACIAM' FORTASSE REQUIRIS

Si tratta dell'inizio di una poesia di Catullo. Ho posto l'accento su due parole e la E tra parentesi perché così si deve leggere secondo la metrica e la E non deve essere pronunciata. Traducendo: Odio e amo. Forse mi domanderai perché faccia ciò. Aggiunge Catullo: non lo so, ma ne dolgo e me ne cruccio.

E' il contraddittorio pensiero che nutro su Putin, di cui ero stato sempre un estimatore. Ma dopo l'invasione dell'Ucraina sono giunto ad odiarlo. L'ho stimato perché vedevo in lui un baluardo contro un'Europa corrotta dalla cultura del relativismo che fa ritenere normale ciò che per natura è anormale. In Russia sono proibite le pagliacciate pubbliche degli omosessuali, la cui schifosa anormalità può essere tollerata solo in privato. Non esiste l'equiparazione del matrimonio all'unione civile che fa ritenere che sia normale equiparare l'ano alla vagina. Conoscendo la storia non posso non rilevare che Mosca si dichiarò fieramente "terza Roma" dopo la diagraziata fine dell'impero bizantino con la capitolazione di Costantinopoli nel 1453 di fronte alle armate turche di Maometto II. Fine dovuta principalmente alla scissione religiosa tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli. Ciò che restava dell'impero bizantino, erede dell'impero romano d'Oriente, non venne difeso da un Europa sotto il dominio spirituale e temporale dei papi, che ritenevano scismatici i patriarchi ortodossi della Chiesa di Bisanzio (che era in origine il piccolo territorio intorno a cui si sviluppò la capitale d'Oriente fondata da Costantino, un imperatore pluriassassino all'interno della sua stessa famiglia. Furbescamente si fece battezzare solo in punto di morte perché il battesimo cancellava tutti i peccati. Nonostante tutti i tentativi di una unione tra Roma e Costantimopoli rimase la scissione per un motivo fondamentale che non era tanto dottrinale quanto politico: il patriarca di Costantinopoli non riconosceva la supremazia della Chiesa di Roma, che voleva subordinare a sé quella di Costantinopoli. Ma di fronte alla invasione turca cattolici e ortodossi avrebbero dovuto sospendere le rivalità di fronte ad un comune nemico. Altro grave errore avvenne dopo la fine della prima guerra mondiale: l'impero ottomano era ormai in rovina e la Grecia ne approfittò per conquistare Costantinopoli. Ma le potenze vincitrici non si unirono per contrastare l'armata di Kemal Ataturk che costrinse la Grecia, spintasi sino ad Ankara, a ritirarsi. Fu la fine dell'impero ottomano con l'instaurazione in Turchia di una Repubblica ma anche la fine del tentativo di riconquistare almeno Costantinopoli all'Europa. D'altronde l'impero bizantino era un impero greco-romano perché il greco aveva sostituito il latino. Anche in questo caso vi fu una resa dell'Europa all'islamismo. Di questa storia non deve essersi dimenticato Putin, né del fatto che tra le potenze sconfitte nella prima guerra mondiale vi era la Turchia ancora ottomana, alleata incomprensibilmente in guerra con l'Austria e con la Germania, e dunque sconfitta anch'essa. L'Unione Sovietica represse ogni rivolta degli Stati asiatici con popolazione musulmana e Putin forse si sentì erede di questa guerra contro l'islamismo soffocando nel sangue la ribellione islamica in Cecenia. Mentre il resto dell'Europa gli è apparsa imbelle di fronte all'invasione islamica non armata dell'Europa, più pericolosa di quella armata. Putin oggi vuole presentarsi per convenienza come difensore del cristianesimo, quello ortodosso, contro la resa della Chiesa di Roma che nel suo spirito ecumenico e con il dialogo tra le religioni è oggi il cavallo di Troia dell'islamismo in Europa. La regione del Donpass è abitata quasi tutta da russi, che nel 2014 furono spietatamente combattuti dal governo ucraino. Se questa non poteva essere una ragione valida per invadere il Donpass tuttavia il precedente dello spietato soffocamento della rivolta dei russi del Donpass con migliaia di russi morti che si sarebbe potuto evitare con un accordo con la stessa Russia, concedendo a questa regione un'ampia autonomia (come l'Italia l'ha concessa agli austriaci dell'Alto Adige, in realtà Sudtirolo) fu dopo otto anni la causa dell'invasione dell'Ucraina, che andò tuttavia oltre la regione del Donpass con i vigliacchi bombardamenti oltre tale regione sulla popolazione civile. Da qui il mio odio per Putin. Questa guerra sinora non ha avuto vincitori date le sanzioni economiche contro la Russia e il rifornimento di armamenti soprattutto da parte dell'Inghilterra, i cui aiuti militari superano quelli di tutta l'UE. Ma sperare che la Russia possa uscire sconfitta da questa guerra è una illusione. La Russia ha resistito vittoriosamente alle invasioni nella sua storia, da parte della Svezia sino a quella di Hitler passando per Napoleone. Come disse Mussolini in uno dei suoi giorni di vita, la Russia ha avuto sempre due grandi generali, il generale distanza e il generale inverno. Putin non ha nemmeno impiegato sinora né gli aerei né la marina. Se avesse impiegato anche soltanto una minima parte del suo potenziale bellico la guerra sarebbe finita in pochi giorni. Ma che Putin si faccia tuttavia un esame di coscienza visto che la Russia occupa un piccolo territorio che non confina nemmeno con la Russia e che  fu la culla storica dell'antico regno di Prussia con capitale Königsberg, che, ribattezzata Kalingrado, fu la città del filosofo Kant, che in tutta la sua vita non si mosse mai dalla sua città. Che fine hanno fatto i tedeschi della Prussia orientale? Sono state sempre le guerre a stabilire i confini. Se si vede la carta geografica dell'Europa dopo la prima guerra mondiale si vede che la città di Leopoli apparteneva alla Polonia, i cui confini si estendevano molto ad est. Ma dopo la seconda guerra mondiale Leopoli divenne parte dell'Ucraina solo perché l'Ucraina era uno Stato della federazione sovietica. E la Polonia si estese ad ovest a danno della Germania comunista. Ma almeno si rispettino le popolazioni che involontariamente si sono trovati ad essere cittadini di uno Stato che per essi può continuare ad essere straniero. Se l'Europa avesse fatto piovere del danaro sui russi del Donpass, martoriati dagli ucraini, i russi del Donpass certamente avrebbero preferito stare dentro l'Ucraina piuttosto che diventare cittadini russi, come gli austriaci dell'Alto Adige, foraggiati abbondantemente dal governo di Roma, preferiscono rimanere in Italia sentendosi austriaci e non italiani godendo anche di una ampia autonomia che rasenta l'indipendenza. Mi è arrivata poco fa la bolletta del Servizio elettrico nazionale. Più che triplicato il costo. E ciò per difendere l'Ucraina. Ma chi ce lo fa fare?                                 

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