Dal 13 marzo stanno tirando Papa Francesco per la
talare fin quasi a strappargliela, forzando le sue parole e
interpretandole non alla luce del Vangelo ma di alcune ideologie
tutte di sinistra o sinistreggianti, che risulterebbero incoraggiate
dal nuovo pontificato. Ci ho provato, insieme ad altri valorosi
commentatori, a mostrare la differenza fra pauperismo sociologico e
povertà evangelica, ma, com'è noto, non c'è
peggior sordo di chi non vuol sentire e, vista l'inanità dello
sforzo, ho deciso di soprassedere.
Adesso però i tiratalari hanno
superato il limite: stavolta non hanno interpretato, stavolta hanno
inventato. Hanno messo in bocca a Bergoglio parole mai pronunciate e
ovviamente l'hanno fatto su internet, il mare magnum dove qualche
migliaio di pesci-gonzo che abboccano all'amo lo si trova
sempre. L'esca, gettata nelle acque torbide dei siti
più irresponsabili, e più allergici alla verifica delle
notizie, consiste nel seguente virgolettato: "Papa Francesco: a
Pasqua evitate di mangiare carne di agnello o capretto". Essendo
ghiotta, pesci-gonzo si sono precipitati in branco, hanno cliccato e, con copia-incolla, l'hanno girata ad amici, parenti e conoscenti, sicché in
poche ore la bufala ha dilagato in tutta Italia. Un'amica, che già
stava pregustando il pranzo di domenica, mi ha scritto costernata: "non c'è più niente da fare: gli animalisti hanno
vinto". Per rassicurarla ho fatto una ricerca scoprendo due siti di
cui non voglio fare il nome - non se lo meritano - dove ho letto le
stesse identiche parole firmate da due giornalisti (si fa per dire)
diversi): "La Lav esulta. Papa Francesco I ha lanciato un
appello agli italiani perché 'a Pasqua sostituiscano la
carne d'agnello e capretto con menù alternativi'". Le
virgolette odorano di panzana lontano un miglio: "menù
alternativi"? Quando mai Bergoglio può essersi espresso
in questo modo? Vabbè che è piemontese pure lui, vabbè
che gli piace il Grignolino, ma non credo sia difficile distinguerlo
da Carlin Petrini: il Papa è quello che veste di bianco.
Allora sono andato a vedere sui
siti giornalistici anticattolici, Corriere e Repubblica, senza
trovarci nulla. E figurarsi se non ci avrebbero intinto il biscotto,
costruendo grossi titoli per confondere vieppiù le coscienze.
Non pago mi sono diretto verso la fonte ovvero verso il sito vaticano,
il possente www.vatican.va che del Papa pubblica le omelie, i
discorsi, le lettere, i messaggi, gli angelus, tutto. Mi sono letto
per intero gli ultimi testi (il Santo Padre grazie a Dio non è
prolisso) e ho spulciato i penultimi avvalendomi dell'efficiente
motore di ricerca interno. Risultato? Zero: nessun rinvio a portare
in tavola asparagi anziché agnelli, nessunissimo menù
alternativo.
Trovo questo episodio significativo
e capace di spiegarci almeno tre cose. Prima cosa: l'informazione che
non costa nulla vale altrettanto. Seconda cosa: gli animalisti hanno
rispetto per gli animali ma non per le persone, non esitando
a violentare il pensiero altrui. Terza cosa: in Italia la religione
cattolica è un'illustre sconosciuta. Basta sfogliare il
Vangelo e la vita di S. Francesco per avvedersi che cristianesimo e
vegetarianesimo sono due religioni diverse e incompatibili.
Gesù mangiava pesce arrosto, e di buon appetito come si legge
nella descrizione della Cena in Emmaus. Inoltre: se avesse ritenuto
sbagliato il nutrirsi di proteine animali, sul lago di Tiberiade
avrebbe moltiplicato le pere e le lenticchie, non i pesci. Inoltre:
il biblista José Miguel Garcia, esperto in aramaico, scavando
nel Vangelo di Luca ha scoperto che durante l'Ultima Cena
venne servito agnello. San Paolo mangiava qualsiasi cibo ed esortava i
discepoli a fare altrettanto, scorgendo nei tabù alimentari un
segno di paganesimo e settarismo. San Francesco, che pure parlava
agli uccellini, nei giorni di festa pretendeva che in tavola ci fosse
carne, come racconta il suo amico e biografo Tommaso da Celano.
Animalisti e bufalari possono prosperare soltanto nell'ignoranza
della Sacra Scrittura. Papa Francesco ha detto che il suo film
preferito è il Pranzo di Babette. E cosa si mangia nel pranzo
di Babette? Brodo di tartaruga e quaglie arrosto.
Qui finisce l'articolo di Langone.
Questo papa, per il disprezzo che merita, per il suo contrabbandare un S. Francesco come amico di tutte le creature, meriterebbe uno sputo in faccia. Che sarebbe assai meglio dello schiaffo che Sciarra Colonna diede a Bonifacio VIII passando per questo alla storia. Se sputassi in faccia a papa Francesco, oltretutto, passerei alla storia. Ormai non avrei più alcunché da perdere, anche se il papa si presenta sotto la doppia comoda, vigliacca e contraddittoria veste di vicario di Cristo e di capo di Stato, per cui chi gli sputasse in faccia commetterebbe un reato perché interverrebbe subito anche la legge dello Stato italiano a causa dei fascisti Patti Lateranensi sciaguratamente accolti (anche grazie al comunista Palmiro Togliatti) nella Costituzione italiana. Ma se il papa fosse coerente, come asserito vicario di Cristo, dovrebbe essere contento di essere sputato in faccia. Infatti imiterebbe almeno in parte Gesù, sputato e flagellato prima di essere crocifisso. Ma, si sa, la storia del cristianesimo cattolico è una storia antievangelica, come dimostrano la sua commistione con il potere politico e i suoi loschi traffici finanziari (vedi Ior e tante altre cose). E finalmente, forse, questo papa la smetterebbe di prendere per il culo gli ignoranti facendo predicozze da ignorante prete di campagna. E' un papa che i veri animalisti debbono sputtanare. Il predecessore, almeno, non diceva stronzate come l'attuale papa perché non era ignorante come lui. Ho già scritto che un Gianfranco Ravasi sarebbe stato un papa migliore, anche per la sua vasta cultura, non soltanto teologica (1). Ma ragioni geopolitiche hanno fatto prevalere quest'individuo, che ha detto di venire "dalla fine del mondo" (la prima stronzata detta appena eletto papa).
Ho sentito che nelle mense della Caritas nel giorno di Pasqua non manca la carne d'agnello. Questa è gentaccia che non ricorda nemmeno la frase di San Paolo (Lettera ai Romani, 3, 25) che, riferendosi all'abitudine pagana degli ebrei che credevano di liberarsi dai peccati con il sacrificio degli animali, dice che il sacrificio della croce (del Gesù agnello sacrificale) è bastato una volta per sempre e non era più necessario sacrificare animali. E invece questi pretacci lo vogliono rinnovare ogni anno due volte, il Natale e, soprattutto, la Pasqua. Orride feste di sangue. Odio questa umanità ipocrita che dovrebbe avere il coraggio di uccidere l'agnello se lo vuole mangiare. Essa è la mandante dei macellatori. Riporto ora quanto scritto dal famoso scrittore
Credo che una società capace di
festeggiare una data religiosa massacrando a milioni agnelli
non debba stupirsi che le siano strappati bambini per
immolarli. Agnello e bambino sono correlati. In ogni agnello
portato ai macelli puoi vedere la faccia del tuo bambino e
nella faccia di ogni bambino gli occhi di stupore e di paura
dell’agnello che sta per essere ucciso. Vedi la cronaca di
una giornata nei mattatoi di Berlino in Berlin
Alexanderplatz di Alfred Döblin: la pagina sulla morte
dell’agnello squaderna profondità da meditazione buddista.
C’è anche una foto scattata in Francia che circola in
cartolina (ora non ce l’ho sott’occhio e non ricordo il nome
del fotografo) dove due bruti sorridenti stanno trascinando
alle mazze un agnellino tenuto per le zampe anteriori, e
l’infinitamente debole creatura è in piedi, riluttante, e a
chi somiglia se non a chi ci sta attorno? Se trovate questa
immagine collocatela sul frigorifero e mostratela al
bambino: «vedi, questo sei tu».
Chi è migliore? Questo lurido papa primo mandante delle stragi o Ceronetti?
(1) Di Gianfranco Ravasi (collaboratore della Domenica de Ilsole24Ore) cerca su Google "Il dilemma dell'onnivoro". Contiene una risposta seria sull'animalismo (su Il sole24Ore del 9 febbraio 2012). Ravasi pose ad una mia lettera (seguita da un lungo commento riferito anche ad altre lettere sullo stesso tema) il titolo "Anche le formiche nel loro piccolo hanno un'anima (peraltro immortale)".
Dal blog Bailador.org
Ho sentito che nelle mense della Caritas nel giorno di Pasqua non manca la carne d'agnello. Questa è gentaccia che non ricorda nemmeno la frase di San Paolo (Lettera ai Romani, 3, 25) che, riferendosi all'abitudine pagana degli ebrei che credevano di liberarsi dai peccati con il sacrificio degli animali, dice che il sacrificio della croce (del Gesù agnello sacrificale) è bastato una volta per sempre e non era più necessario sacrificare animali. E invece questi pretacci lo vogliono rinnovare ogni anno due volte, il Natale e, soprattutto, la Pasqua. Orride feste di sangue. Odio questa umanità ipocrita che dovrebbe avere il coraggio di uccidere l'agnello se lo vuole mangiare. Essa è la mandante dei macellatori. Riporto ora quanto scritto dal famoso scrittore
Guido Ceronetti
Chi è migliore? Questo lurido papa primo mandante delle stragi o Ceronetti?
(1) Di Gianfranco Ravasi (collaboratore della Domenica de Ilsole24Ore) cerca su Google "Il dilemma dell'onnivoro". Contiene una risposta seria sull'animalismo (su Il sole24Ore del 9 febbraio 2012). Ravasi pose ad una mia lettera (seguita da un lungo commento riferito anche ad altre lettere sullo stesso tema) il titolo "Anche le formiche nel loro piccolo hanno un'anima (peraltro immortale)".
Dal blog Bailador.org
ED ECCO I SOSTENITORI DELLA GRAVE BUFALA INVENTATA DA MICHELA VITTORIA BRAMBILLA (quella con i capelli rossi)
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