Caro
prof. Melis,
ho appena terminato la lettura del libro di un suo "collega": "L'oro prezioso dell'essere", di Sossio Giametta. Sono anche in contatto epistolare con l'autore - che ha una grandissima opinione di sé stesso: si sente incompreso o non riconosciuto come meriterebbe. Mi gratifica della sua attenzione benché io non sia alla sua altezza non avendo la sua cultura filosofica e le sue conoscenze. Giametta è il grande traduttore di Nietzsche e Schopenhauer. Inoltre un grande ammiratore di Goethe, per lui uno dei grandi geni (per me è soprattutto un grande poeta). Ma ha anche una grande ammirazione per Sant'Agostino, per Dante, per Tolstoi ecc. ecc. Insomma, una cultura pazzesca: mi sento quasi un verme accanto a lui. Io ho studi letterari alle spalle, le mie conoscenze filosofiche non vanno molto al di là di quelle liceali. Ho provato più tardi a leggere la Critica della ragion pura, nella traduzione di Colli, ma mi sono fermato alle prime pagine. So che Kant è una delle grandi cime, un grande della storia della filosofia, ma che ne sa di lui l'uomo comune o della strada - ovvero il 99.99% dell'umanità? Ha sentito al massimo parlare dell'imperativo categorico e di quel suo detto che a me non serve molto ("il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me" - sì, vabbè, suona bene, ma che me ne faccio?). Il mio filosofo di riferimento è uno che non figura quasi nella storia della filosofia: Ortega y Gasset.
Lessi un suo libro da studente, mi piacque molto e ho continuato e continuo a leggerlo con grande piacere (mi sono addirittura comprato ora l'edizione completa e definitiva delle sue opere che ha curato suo figlia, Soledad Ortega).
Ortega è forse più un saggista che un filosofo, ma un saggista brillante. Lo leggo da quarant'anni con il piacere di sempre: è il mio ricostituente, ogni frase è chiara, limpida, bella, comprensibile - mica come quel mentecatto di Heidegger!
Ho persino costretto Giametta a leggersi qualche cosa di Ortega - che lui trova gradevole, simpatico, ma non molto di più. I suoi dèi sono Schopenhauer e Nietzsche (e Goethe e Dante e Tolstoi, ma anche Haydn, Mozart ecc.). Credo che Schopenhauer vada benissimo anche a Lei. Nietzsche io non lo conosco, ho leggiucchiato qualcosa, ma non mi attira molto: lo stile aforistico non mi piace.
Pur con tutta l'ammirazione per Nietzsche e Schopenhauer, Giametta non si perita di criticarli (giusto: l'allievo che non supera il maestro non è degno del maestro). E tuttavia - pur non ritenendomi all'altezza di Giametta - gli resisto. Giametta non è né cattolico né credente ovviamente. Io mi considero ateo o - come preferisce Lei - agnostico. In realtà però l'agnostico nega decisamente le cosiddette verità del cristianesimo in quanto assurde e ridicole.
Nonostante Nietzsche e Schopenauer - che negano il libero arbitrio - Giametta difende il libero arbitrio: io non ci arrivo, per me il libero arbitrio è incomprensibile, visto che ogni effetto ha la sua causa - e risalendo la catena arriveremmo a quel fantomatico Dio che sarebbe casomai lui il colpevole, il responsabile di tutto il casino che ci ritroviamo, di tutto il male che dobbiamo sopportare e anche facciamo. Il "cosiddetto male" ("Das sogenannte Böse" di Konrad Lorenz fu per me una rivelazione da studente) è un male necessario per la finitezza di ogni ente. Già al liceo posi questa domanda all'insegnante di filosofia, un sacerdote tomista: il male morale non è la conseguenza del "male" (finitezza) fisico? L'insegnante non rispose …
Nonostante Schopenhauer Giametta non sia vegetariano. Anche questo mi delude un po'. Il male che facciamo agli animali è davvero mostruoso.
Mi piacerebbe sapere se Lei ha mai sentito parlare di questo Sossio Giametta (nato a Frattamaggiore, ma residente da una vita a Bruxelles).
La saluto cordialmenteMIA RISPOSTA IN SINTESI
1)Schopenhauer
e Nietzsche fanno a pugni. Hanno in comune la volontà come
sostanza del mondo. Ma per Schopenhauer la volontà è la
radice della sofferenza mentre per Nietzsche è l'espressione
positiva della natura come volontà di potenza. Non ho mai
sopportato Nietzsche proprio perché è un autore non
sistematico. Dice tutto e il contrario di tutto. Salvo di Nietzsche
La nascita della tragedia, Genealogia della morale
e l'Anticristo oltre ad altri brevi scritti sui filosofi
presocratici risalenti al periodo in cui faceva lo studioso di
filologia classica. Ho letto quasi tutto di Nietzsche (edizione
Newton Compton) ma solo di malavoglia, perché costretto dalla
sua immeritata importanza. Così parlò Zaratustra
è di una pallosità tremenda. Ho sempre apprezzato
Schopenhauer per avere contraddetto Kant nella sua distinzione tra
intelletto e ragione. Per Schopenhauer l'intelletto è fondato
su tre sole categorie ( e non su 12 come affermava Kant che
considerava lo spazio e il tempo non come categorie dell'intelletto
ma come forme a priori della conoscenza sensibile): Spazio, tempo e
causa. Poiché tutti gli animali sono forniti di queste tre
categorie, tutti gli animali hanno intelletto, secondo Schopenhauer.
Non hanno la ragione, che è la capacità di astrazione
(come nella matematica). Kant invece pensava che la matematica fosse
fondata sull'intelletto e sulle forme a priori della sensibilità
e intendeva per ragione (semplifico) tutto ciò che andava
oltre la conoscenza scientifica del mondo fondata sull'intelletto. Per esempio, le questioni riguardanti l'immortalità o non dell'anima, l'esistenza o non esistenza di Dio, l'infinità o la finità dell'universo, l'esistenza degli atomi o la divisibilità all'infinito della materia, erano tutte questioni irrisolvibili che nascevano dalla ragione, per la sua tendenza dell'intelletto stesso ad andare oltre oltre la conoscenza scientifica, e perciò limitata, del mondo. Riconoscendo a tutti gli animali la facoltà dell'intelletto, Schopenhauer vide tra l'uomo e gli altri animali una differenza di grado e non di natura. Da
qui la sensibilità di Schopenhauer per le sofferenze degli
animali (ma non era vegetariano). Lo divenne Tolstoj (cacciatore
pentito).
2) Di Ortega y Gasset ho una conoscenza manualistica e
niente di più.
3) Di Agostino ho un pessimo concetto. Era un fanatico (guardarsi da convertiti). Era alto e bello d'aspetto. Piaceva alle donne. Sino a trent'anni scopò come un grillo e fece anche un figlio (di cui mai si occupò) con una delle tante donne di passaggio. Se avesse continuato a fare il puttaniere sarebbe stato meglio. E più simpatico, anche se non sarebbe passato alla storia. Egli è l'ispiratore della Riforma protestante con la sua dottrina della predestinazione. E mi sono meravigliato sempre del fatto che la Chiesa cattolica lo consideri tuttora il suo maggiore Padre della Chiesa, mentre dovrebbe essere considerato un eretico giacché negava il libero arbitrio. E infatti Lutero scrisse, ispirandosi ad Agostino, il De servo arbitrio. S. Tomaso, da equibrista, cercò di salvare il libero arbitrio e la validità delle opere sostituendo alla predestinazione la PRESCIENZA. Giochi puramente linguistici. La dottrina della predestinazione di Agostino è una follia che riprese dal cornuto S. Paolo. Cornuto nel senso di contraddittorio. Perché Paolo da una parte riteneva valide le opere ai fini della salvezza. E infatti nella Lettera ai Romani, che Lutero considerò il documento fondativo del cristianesimo, dice che anche i pagani si sarebbero salvati se avessero rispettato le legge naturale iscritta nei loro cuori (2,6), mentre, dall'altra, nella stessa Lettera dice che la fede (grazia) è un dono divino. Dio concede la salvezza a chi vuole perché altrimenti dipenderebbe dalla volontà umana. Io dico che chi si contraddice è meglio che taccia per sempre. Agostino aggiunse da fanatico (contraddicendosi anche lui in questo, come S. Paolo) che non vi sarebbe stata salvezza fuori della Chiesa e che tutti gli altri sarebbero stati "Massa dannata". Uno che scrive queste cose è un pazzo. Ho trattato questi argomenti nel mio libro Addio a Dio.
4) Goethe era un presuntuoso nella sua cultura enciclopedica. Si occupò di scienze naturali (soprattutto botanica) e di fisica. Ma scrisse castronerie. Era persuaso che Newton avesse torto nel concepire la luce bianca (solare) come composizione di uno spettro di colori e contrastò la sua teoria atomistica della luce. Riteneva che la luce bianca fosse non scomponibile in colori e fosse pura. Hegel (da perfetto ignorante in fisica ma nazionalista e dunque sostenitore di Goethe contro l'inglese Newton) accolse le sballate teorie di Goethe scrivendo (in Enciclopedia delle scienze filosofiche) che la luce non poteva essere messa dentro i sacchi (come sarebbe stato possibile se fosse stata composta da atomi). Oggi sappiamo che la teoria ondulatoria della luce (Huyghens) non è in disaccordo con la teoria quantistica (discontinuistica) dell'energia (vedi Planck, Borh e Heisenberg), e gli atomi sono energia per la nota formula di Einstein energia= massa per il quadrato della velocità della luce. Einstein prese il premio Nobel nel 1905 non per la relatività ristretta (quella generale è del 1916) ma per lo studio sull'effetto fotoelettrico, in cui si riconosceva la propagazione discontinua dell'energia elettrica.
5) Ritengo Heidegger il maggiore filosofo del XX secolo. Il suo concepire l'esistenza come un esserci per la morte e l'angoscia derivante dal sentimento del nulla può dare fastidio ma è così. Io sono da 4 anni preda del non senso della vita. Solo quelli che hanno questo sentimento secondo Heidegger sono uomini autentici. Gli altri vivono nella banalità del quotidiano. Diverso, ma non contrastante con il primo, è il secondo Heidegger, che vuole rispondere alla domanda sul significato dell'esistenza umana all'interno dell'essere. Heidegger risolve la questione (sfruttando la filosofia presocratica, soprattutto Anassimandro ed Eraclito, ma distorcendola per comodità sua) dicendo che l'uomo è parte dell'essere in quanto allo stesso tempo è voce dell'essere e il linguaggio umano è il linguaggio che appartiene all'essere e non all'uomo, che è custode e non padrone dell'essere, che si rivela sempre parzialmente nella storia mentre allo stesso tempo si nasconde. Qualche teologo ha interpretato l'essere del secondo Heidegger come una forma nascosta di teologia negativa e in questo senso ha influenzato persino il Concilio Vaticano II tramite il teologo Karl Rahner. Nel mare dell'antropocentrismo filosofico Heidegger è stato il meno antropocentrico. Un Heidegger che potrebbe essere utilizzato anche in funzione dell'antispecismo e a favore degli animalisti.
6) Comunque, la storia della filosofia, quando trascende la conoscenza scientifica, è una storia di stronzate. Io ho insegnato per 40 anni stronzate anche se negli ultimi anni ho precisato che erano stronzate (Harry G. Frankfurt, Stronzate, Rizzoli 2005).
7) Meglio affrontare le questioni filosofiche leggendo Konrad Lorenz (anche Natura e Destino e Il declino dell'uomo). Oggi meglio leggere il biologo Edoardo Boncinelli che qualsiasi filosofo per sapere se esista il libero arbitrio. Ma già Schopenhauer (Il fondamento della morale) diceva che cercare di cambiare il carattere di una persona è come cercare di cambiare la natura di un serpente velenoso togliendogli il veleno. Aggiungeva che l'educazione poteva modificare solo in parte il carattere (da cui dipendiamo) ma non cambiarlo.
8) Tanto di cappello al grande Giorgio Colli, non tanto per avere curato l'edizione completa delle opere di Nietzsche insieme a Montinari (ed. Adelphi), quanto per i suoi studi sulla filosofia presocratica. Purtroppo visse solo 61 anni.
Con una prossima email le invio la presentazione del mio ultimo libro. Non appare ancora nei distributori perché sono ancora in ferie. Ma è già presente nelle librerie Feltrinelli. Ora mi sto dedicando allo svilluppo di un capitolo compreso nel mio Io non volevo nascere. Sto leggendo La guerra di Hitler di David Irving (quasi mille pagine in grande formato, Edizione Il settimo sigillo, poi ripubblicato in due volumi in Edizioni clandestine). L'avevo comprato nel 2001 e poi messo da parte. Intitolerò il mio breve libro Perché Hitler perse la guerra. Fascismo rovina del nazismo e nazismo rovina del fascismo. I partigiani mosche cocchiere della Resistenza e responsabili di tutte le rappresaglie naziste. Con la filosofia ho chiuso. Vivo di rendita grazie a tutte le letture fatte in 45 anni. Mi dà persino fastidio il dover riprendere qualche volta in mano uno del mio più che migliaio di testi studiati con grande fatica. Nella mia libreria non vi sono romanzi. Posso far finta di essere morto. Tutto ciò che dovevo dire l'ho scritto. Non farei che ripetermi. Mi amareggia il fatto di essere uno sconosciuto mentre vi sono tanti venditori di fumo che hanno fama e fanno gli opinionisti. Siamo tutti su questa Terra senza sapere che cazzo ci stiamo fare. E non vi è filosofia né scienza che ci possa dare una risposta. E le religioni sono tutte quante una bufala. "Vivere per la morte" (Heidegger)
3) Di Agostino ho un pessimo concetto. Era un fanatico (guardarsi da convertiti). Era alto e bello d'aspetto. Piaceva alle donne. Sino a trent'anni scopò come un grillo e fece anche un figlio (di cui mai si occupò) con una delle tante donne di passaggio. Se avesse continuato a fare il puttaniere sarebbe stato meglio. E più simpatico, anche se non sarebbe passato alla storia. Egli è l'ispiratore della Riforma protestante con la sua dottrina della predestinazione. E mi sono meravigliato sempre del fatto che la Chiesa cattolica lo consideri tuttora il suo maggiore Padre della Chiesa, mentre dovrebbe essere considerato un eretico giacché negava il libero arbitrio. E infatti Lutero scrisse, ispirandosi ad Agostino, il De servo arbitrio. S. Tomaso, da equibrista, cercò di salvare il libero arbitrio e la validità delle opere sostituendo alla predestinazione la PRESCIENZA. Giochi puramente linguistici. La dottrina della predestinazione di Agostino è una follia che riprese dal cornuto S. Paolo. Cornuto nel senso di contraddittorio. Perché Paolo da una parte riteneva valide le opere ai fini della salvezza. E infatti nella Lettera ai Romani, che Lutero considerò il documento fondativo del cristianesimo, dice che anche i pagani si sarebbero salvati se avessero rispettato le legge naturale iscritta nei loro cuori (2,6), mentre, dall'altra, nella stessa Lettera dice che la fede (grazia) è un dono divino. Dio concede la salvezza a chi vuole perché altrimenti dipenderebbe dalla volontà umana. Io dico che chi si contraddice è meglio che taccia per sempre. Agostino aggiunse da fanatico (contraddicendosi anche lui in questo, come S. Paolo) che non vi sarebbe stata salvezza fuori della Chiesa e che tutti gli altri sarebbero stati "Massa dannata". Uno che scrive queste cose è un pazzo. Ho trattato questi argomenti nel mio libro Addio a Dio.
4) Goethe era un presuntuoso nella sua cultura enciclopedica. Si occupò di scienze naturali (soprattutto botanica) e di fisica. Ma scrisse castronerie. Era persuaso che Newton avesse torto nel concepire la luce bianca (solare) come composizione di uno spettro di colori e contrastò la sua teoria atomistica della luce. Riteneva che la luce bianca fosse non scomponibile in colori e fosse pura. Hegel (da perfetto ignorante in fisica ma nazionalista e dunque sostenitore di Goethe contro l'inglese Newton) accolse le sballate teorie di Goethe scrivendo (in Enciclopedia delle scienze filosofiche) che la luce non poteva essere messa dentro i sacchi (come sarebbe stato possibile se fosse stata composta da atomi). Oggi sappiamo che la teoria ondulatoria della luce (Huyghens) non è in disaccordo con la teoria quantistica (discontinuistica) dell'energia (vedi Planck, Borh e Heisenberg), e gli atomi sono energia per la nota formula di Einstein energia= massa per il quadrato della velocità della luce. Einstein prese il premio Nobel nel 1905 non per la relatività ristretta (quella generale è del 1916) ma per lo studio sull'effetto fotoelettrico, in cui si riconosceva la propagazione discontinua dell'energia elettrica.
5) Ritengo Heidegger il maggiore filosofo del XX secolo. Il suo concepire l'esistenza come un esserci per la morte e l'angoscia derivante dal sentimento del nulla può dare fastidio ma è così. Io sono da 4 anni preda del non senso della vita. Solo quelli che hanno questo sentimento secondo Heidegger sono uomini autentici. Gli altri vivono nella banalità del quotidiano. Diverso, ma non contrastante con il primo, è il secondo Heidegger, che vuole rispondere alla domanda sul significato dell'esistenza umana all'interno dell'essere. Heidegger risolve la questione (sfruttando la filosofia presocratica, soprattutto Anassimandro ed Eraclito, ma distorcendola per comodità sua) dicendo che l'uomo è parte dell'essere in quanto allo stesso tempo è voce dell'essere e il linguaggio umano è il linguaggio che appartiene all'essere e non all'uomo, che è custode e non padrone dell'essere, che si rivela sempre parzialmente nella storia mentre allo stesso tempo si nasconde. Qualche teologo ha interpretato l'essere del secondo Heidegger come una forma nascosta di teologia negativa e in questo senso ha influenzato persino il Concilio Vaticano II tramite il teologo Karl Rahner. Nel mare dell'antropocentrismo filosofico Heidegger è stato il meno antropocentrico. Un Heidegger che potrebbe essere utilizzato anche in funzione dell'antispecismo e a favore degli animalisti.
6) Comunque, la storia della filosofia, quando trascende la conoscenza scientifica, è una storia di stronzate. Io ho insegnato per 40 anni stronzate anche se negli ultimi anni ho precisato che erano stronzate (Harry G. Frankfurt, Stronzate, Rizzoli 2005).
7) Meglio affrontare le questioni filosofiche leggendo Konrad Lorenz (anche Natura e Destino e Il declino dell'uomo). Oggi meglio leggere il biologo Edoardo Boncinelli che qualsiasi filosofo per sapere se esista il libero arbitrio. Ma già Schopenhauer (Il fondamento della morale) diceva che cercare di cambiare il carattere di una persona è come cercare di cambiare la natura di un serpente velenoso togliendogli il veleno. Aggiungeva che l'educazione poteva modificare solo in parte il carattere (da cui dipendiamo) ma non cambiarlo.
8) Tanto di cappello al grande Giorgio Colli, non tanto per avere curato l'edizione completa delle opere di Nietzsche insieme a Montinari (ed. Adelphi), quanto per i suoi studi sulla filosofia presocratica. Purtroppo visse solo 61 anni.
Con una prossima email le invio la presentazione del mio ultimo libro. Non appare ancora nei distributori perché sono ancora in ferie. Ma è già presente nelle librerie Feltrinelli. Ora mi sto dedicando allo svilluppo di un capitolo compreso nel mio Io non volevo nascere. Sto leggendo La guerra di Hitler di David Irving (quasi mille pagine in grande formato, Edizione Il settimo sigillo, poi ripubblicato in due volumi in Edizioni clandestine). L'avevo comprato nel 2001 e poi messo da parte. Intitolerò il mio breve libro Perché Hitler perse la guerra. Fascismo rovina del nazismo e nazismo rovina del fascismo. I partigiani mosche cocchiere della Resistenza e responsabili di tutte le rappresaglie naziste. Con la filosofia ho chiuso. Vivo di rendita grazie a tutte le letture fatte in 45 anni. Mi dà persino fastidio il dover riprendere qualche volta in mano uno del mio più che migliaio di testi studiati con grande fatica. Nella mia libreria non vi sono romanzi. Posso far finta di essere morto. Tutto ciò che dovevo dire l'ho scritto. Non farei che ripetermi. Mi amareggia il fatto di essere uno sconosciuto mentre vi sono tanti venditori di fumo che hanno fama e fanno gli opinionisti. Siamo tutti su questa Terra senza sapere che cazzo ci stiamo fare. E non vi è filosofia né scienza che ci possa dare una risposta. E le religioni sono tutte quante una bufala. "Vivere per la morte" (Heidegger)
4 commenti:
"Siamo tutti su questa Terra senza sapere che cazzo ci stiamo a fare. E non vi è filosofia né scienza che ci possa dare una risposta. E le religioni sono tutte quante una bufala. "Vivere per la morte" (Heidegger)"
D'accordo. Niente e nessuno sa darci una risposta soddisfacente. La morte resta il grande scandalo senza risposta. Ci ritroviamo "gettati" qui su questa terra ("geworfen" dice Heidegger) senza che ci sia stato chiesto un parere.
Resta però il fatto che una volta che ci siamo non vogliamo andarcene nemmeno un minuto prima (vedere come sono attaccati a questa vitaccia i cosiddetti credenti!).
Qualcosa non ha funzionato nell'evoluzione. Gli animali non si chiedono che senso abbia la vita e stanno dunque meglio di noi, se gli umani non li tormentano e uccidono. Noi invece, nella nostra superbia, ci posiamo la domanda senza risposta del senso della vita. Il senso della vita è la gioia - quando la gioia si spegne (per mille motivi) si arzigogola sul senso della vita. Avete mai visto un immamorato o un bambino felice che si chiede quale sia il senso della vita? Ridicolo! Ma che cosa dà gioia? L'Ecclesiaste risponde: mangiare, bere e godere. Mi piace questo Ecclesiaste, ma chissà come sia finito nella Bibbia!
Nell'operosità si dimentica il senso della vita. Margherita Hack era una persona felice, ne sono convinto.
"Meglio era sposar te bionda Maria, meglio oprando obliar, senza indagarlo, questo enorme mister dell'universo" (Carducci, Idillio maremmano)
Uno, nessuno e centomila....una volta cpmpreso che l'io e' solo una temporanea irrealta' determinata e mossa dal desiderio non e' difficile arrivare a dire che c'e un "quid" oltre il cervello e la mente che ha scopi...
Commento incomprensibile. Che vuol dire?
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