E' giusto o non appellarsi alla morale per giustificare la salvezza di chi si pone in gommoni o barconi per trasferirsi in Europa? Notare che questi invasori falsamente definiti profughi sono dei fuorilegge per la legge internazionale dei mari che vuole che un natante sia regolare quanto batte bandiera dello Stato dove risulta iscritto nel registro navale. Ciò vale anche per una piccola imbarcazione come una piccola barca a vela o un motoscafo. Ma la morale vuole superare, anzi calpestare, l'irregolarità di queste imbarcazioni di fortuna dicendo che la salvezza della vita è una priorità. Faccio presente che l'obbligo di soccorso di un natante vale solo quando il natante si trova INVOLONTARIAMENTE in difficoltà. Chi si mette nei barconi o gommoni si espone volontariamente al pericolo, se non alla certezza, di un naufragio. Ognuno di questi falsi naufraghi spenderebbe meno se comprasse un biglietto d'aereo per arrivare regolarmente in Europa. Non lo fa perché arriverebbe come turista e non potrebbe pretendere di essere mantenuto a carico del danaro pubblico. Il pericolo del naufragio normalmente viene annullato con l'intervento delle ONG, perché questi barconi o gommoni non si metterebbero in mare se non sapessero che verrebbero poi accolti caricandoli sulle navi delle ONG, che si rendono complici del traffico di carne umana con cui fanno affari gli scafisti. Sono dunque le ONG le maggiori colpevoli di questi traffici. E ora veniamo alle folle pretese delle false navi umanitarie delle ONG. Le ultime battono bandiera della Germania e della Norvegia. Ma pretendono di arrivare in Italia nonostante che per la legge internazionale dei mari esse siano territori dello Stato di cui battono bandiera. Il governo della Meloni perderà la faccia se non insisterà giustamente che alle navi ONG sia impedito di entrare nelle acque territoriali italiane. Scarichino i clandestini in Germania e in Norvegia perché le loro navi ONG sono territori loro e non italiani. Le navi rappresentano
un’estensione territoriale dei rispettivi Stati di bandiera. Di
conseguenza, una nave che batte bandiera tedesca, per esempio, è
considerabile come un pezzo di territorio tedesco. Questo principio è stabilito dalla Convenzione delle Nazioni unite sul diritto del mare, del 1982, secondo cui «le navi battono la bandiera di un solo Stato» e, salvo casi eccezionali, in mare «sono sottoposte alla sua giurisdizione esclusiva». La Germania ha negato che debba farsi carico dell'accoglienza di una nave battente bandiera tedesca. Una delle due allora: o la nave Ong diventa nave pirata perché disconosciuta dalla Germania o la Germania si ripara dietro la ipocrita scusa che debba valere l'urgenza di un "porto sicuro". E questa sarebbe una Unione Europea? E' stata costruita solo per rendere gli Stati europei servi del marco tedesco travestito da euro.
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