Hobbes (De cive) scrive che nello stato di natura ognuno ha il diritto di farsi giustizia da sé. Ma non essendoci un criterio universale per stabilire se l'azione sia giusta occorre che ciascuno rinunci a farsi giustizia da sé e demandi ad un potere il fondamento della giustizia. Ma può una assemblea o un monarca farsi fondamento della giustizia? Quella di Hobbes è un esempio di giustizia positiva che ha come fondamento la legge dello Stato. Ma in questo modo si giustifica qualsiasi concetto di giustizia. Esempi di concezioni giuspositivistica furono, per esempio, quelle di Hans Kelsen, di Benedetto Croce e di Norberto Bobbio. Tutti e tre caddero in gravi contraddizioni. Kelsen fu un antinazista ma il suo giuspositivismo era disarmato di fronte al nazismo. Così dicasi di Benedetto Croce che non poté giustificare il suo antifascismo e altrettanto di Norberto Bobbio (Giuspositivismo e giusnaturalismo). Se la legge ha come fondamento lo Stato allora tutto è possibile.
Esiste una norma
suprema che risale al giusnaturalista romano ULPIANO (III secolo
d.C): neminem laedere. Non danneggiare alcuno. E' la norma da
dove debbono derivare tutte le altre norme. Questa norma può,
anzi deve, essere estesa a tutti gli animali. Il grande filosofo
ebreo Spinoza (XVII secolo) incorse, come tutti gli stoici (come
il citato Ulpiano), nell'errore di considerare
contraddittoriamente la democrazia fondata anch'essa sul diritto
della forza. Scrisse nel Trattato teologico-politico (cap. XVII) che il leone ha sull'uomo lo
stesso diritto che l'uomo ha sul leone. FALSO. Il leone non
attacca l'uomo se non per difendersi. E quanto alla democrazia
può sembrare che abbia ragione Spinoza quando scrive (allo
stesso modo di Hobbes) che anche la democrazia è fondata sul
diritto della forza che è quella della maggioranza potendo la
maggioranza arrivare alla dittatura della maggioranza. Con la
conseguenza che il potere assoluto della maggioranza può essere
rovesciato con la rivoluzione, arrivando però così a
giustificare un'altra forma di assolutismo. Ad evitare questa
contraddizione bisogna ricorrere al diritto naturale, che, in
quanto naturale, non può essere circoscritto alla sola natura
umana. E' un principio che, per impiegare una espressione di
Montesquieu, deriva "dalla natura delle cose", anche se
Montesquieu sembra riservarlo anche lui alla natura umana.
Tocqueville (Democrazia in America) mise in rilievo che
non bastava la maggioranza per giustificare la democrazia.
Hobbes cercò di porre rimedio alla deriva dell'assolutismo della
maggioranza facendo appello ad una legge naturale, che egli, pur
da ateo, cercò di ricavare dall'Antico Testamento (il Decalogo).
Spinoza, al contrario, fu il primo grande esegeta dell'Antico
Testamento che demolì rilevandone tutte le contraddizioni, per
giustificare lo Stato laico. Giusnaturalista
fu Kant, ma anche lui fu fuorviato dal solito peccato di
antropocentrismo. Infatti, pur avendo distinto, cosa molto
importante, la morale dal diritto (Metafisica
dei costumi) pose come
fondamento del diritto naturale la libertà. E poiché solo l'uomo
è dotato della libertà (come capacità morale di distinguere il
bene dal male) contraddittoriamente arrivò alla
conclusione che fondamento del diritto naturale dovesse essere
il soggetto morale. Nella mia analisi della storia della
filosofia ho cercato sempre di rilevare le contraddizioni di un
filosofo. Dietro la contraddizione vi è sempre una
concezione antropocentrica, e perciò antiscientifica, del
diritto.
Oggi mi girano le palle quando sento giustificare l'apertura dei porti
all'invasione dall'Africa. Quando uno usa il termine
"solidarietà" (termine appartenente alla morale) bisogna stare
lontani da costui perché si è certi che si tratta di un
ignorante che corrompe la politica con la morale. Credono di
fondarsi sulla ragione (dei falsi diritti umanitari) mentre sono
soltanto vittime del sentimento del buonismo. Ma il diritto non
può fondarsi sul sentimento. In questo senso aveva ragione
l'empirista Hume (Trattato della natura umana) che fondò
la morale sul sentimento, che non può essere universale, perché,
parafrasando don Abbondio, il sentimento (il coraggio diceva don
Abbondio) se uno non ce l'ha non se lo può dare. Per tutta la
vita Platone cercò di dare una definizione di bene (nella Repubblica
dice che è come il sole, che illumina tutte le altre idee).
Solo nel tardo dialogo Filebo (per sua fortuna visse 81
anni) si accorse che non poteva darsi alcuna definizione di bene
(perché ognuno vede il bene con i propri occhi, secondo la
cultura a cui appartiene) mentre la giustizia può e deve essere
vista da tutti, e la si vede usando dei termini che vanno oltre
la morale, perché vi è giustizia quando "vi è ordine e
proporzione". Platone nel mito di Gige si pone la domanda se sia giusto che ognuno possa farsi giustizia sé se avesse la certezza di non essere scoperto. Gige scoprì che si era trovato ad avere un anello che lo rendeva invisibile. Pertanto nessuno avrebbe potuto condannarlo per l'omicidio che commise uccidendo un re per impossesarsi del reame d'accordo con la regina. Platone (per voce di Socrate) conclude che anche nel caso in cui un omicida non venisse scoperto rimarrebbe in lui il senso di colpa. Conclusione infondata perché l'omicidio potrebbe essere una giusta condanna nei confronti dell'ucciso che si sia reso colpevole di un grave danno.
Se avessi l'anello di Gige
ucciderei volentieri quel farabutto che INGIUSTAMENTE mi ha
dichiarato non idoneo alla guida pur avendo conseguito la patente nel 1963. Per pura dimenticanza non chiesi il rinnovo della patente nel 2016. Sarebbe bastato un esame oculistico senza la necessità di un esame di guida. Recentemente è stata rinnovata la patente ad un sardo di 104 anni. Dunque non c'entra affatto l'età come condizione del rinnovo della patente. L'esaminatore non solo ha violato le norme di
una giustizia in sé ma anche quelle derivanti dalle norme di una
giustizia positiva tratte da una Circolare Ministeriale che dice
che l'esperimento di guida deve durare almeno 15 minuti e
nel TRAFFICO. Io sono stato danneggiato gravemente da
questo lurido individuo che non mi ha permesso di fare l'esame
di guida rispettando le norme POSITIVE. Il mio esame di guida è
durato 15 secondi e fuori del traffico. Bocciato perché avevo avviato il motore prima di mettermi la cintura di sicurezza. Incredibile me vero. Ho chiesto il verbale e ancora non conosco il motivo della revoca della patente. Sono stato costretto ad iscrivermi ad una autoscuola pur avendo conseguito la patente nel 1963. Mi trovo assurdamente nella condizione di un 18enne che voglia conseguire la patente.
Platone, che parla tramite
Socrate, dice che la giustizia deve esistere anche se si ha la
certezza di non essere scoperti. I giudici sono normalmente
degli ignoranti perché non si pongono la domanda riguardante il
fondamento della giustizia. Si attaccano al computer per
analizzare se il caso in esame rientri in un caso simile già
analizzato in Cassazione. Ma non basta. Infatti i parrucconi
della Cassazione spesso decidono diversamente per lo stesso caso
preso in esame. E allora debbono riunirsi nelle Sezioni Unite
per porre fine al contrasto. Ma non è detto che la sentenza
delle Sezioni Unite sia quella veramente giusta,
indipendentemente da casi particolari.
Socrate , tuttavia , replicherà servendosi della maieutica e della suprema idea del Bene ; tracciando poi la vita dell' uomo giusto e di quello ingiusto , pare evidente che é l' uomo giusto a vivere serenamente , appagato dalla giustizia stessa e dal fatto di avere l' animo in pace , mentre invece l' ingiusto prova un senso interiore che lo tormenta e non lo lascia vivere in pace , quasi come se sentisse la mancanza di giustizia .
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