Ho tratto spunto dal seguente articolo in cui si riporta integralmente il contenuto della famosa Lectio magistralis di Benedetto XVI a Ratisbona (Regensburg ) il 12 settembre 2005
L'islam sgozza la Civiltà (e noi glielo consentiamo pure ... - Il Giornale
blog.ilgiornale.it/spirli/2016/.../lislam-sgozza-la-civilta-e-noi-glielo-consentiamo-pure/
La Lectio è interamente leggibile anche in
"LECTIO MAGISTRALIS" DI BENEDETTO XVI ALL'UNIVERSITA' DI ...
www.giovaniemissione.it/pub/index.php?option=content&task=view&id=1053
La dotta e ammirevole Lectio magistralis di Benedetto
XVI deve essere analizzata nei suoi aspetti dottrinalmente
positivi e negativi. Da animalista vegetariano dall'età di 10 anni
e negli ultimi anni vegano per maggiore coerenza (giacché anche
anche il bere del latte e mangiare formaggi implica comunque
l'esistenza di allevamenti di morte dove i maschi, sia che si
tratti di montoni, di vitelli, di pulcini, vengono eliminati, ma
con la differenza che i pulcini maschi finiscono subito nel
tritatacarne) premetto che la barbarie della maggiore sofferenza
imposta agli animali nei mattatoi avviene in rispetto della
tradizione che fa capo all'ebraismo e non all'islamismo. Si tratta
della cosiddetta macellazione rituale, che vuole che il povero
animale muoia cosciente e lentamente per dissanguamento perché la
previa rimozione della coscienza lo renderebbe impuro.
Farneticazioni espresse nel libro Guida alle regole alimentari
ebraiche (Lamed 2000) del farneticante ed ignorante rabbino
capo di Roma Riccardo Di Segni, che promosse contro di me una
denuncia per aver scritto ed inviatogli un saggio di 60 pagine del 2004 (Scontro
tra culture e metacultura scientifica, Annali della Facoltà
di Scienze della Formazione, ora Facoltà di Studi Umanistici),
saggio poi riversato nel volume di 800 pagine riportante lo stesso
titolo. In tale saggio, informato alla difesa del diritto naturale, solo marginalmente, nelle prime pagine, condannavo la barbarie ebraica della macellazione rituale. Il libro del Di Segni è basato su una concezione del tutto
antiscientifica e antropocentrica che ancora fa capo alla favola
biblica degli animali creati da Jahweh al servizio dell'uomo. Con
ciò ignorando completamente l'evoluzione biologica. Contro questa
maggiore ed inutile sofferenza imposta agli animali scrissi che
avevo il diritto di non dolermi della morte degli ebrei CREDENTI
morti nelle (supposte) camere a gas. E per dare più vigore alla
mia protesta ed ottenere di conseguenza una visibilità pubblica,
aggiunsi che era giusto dichiararsi antisemiti nei riguardo degli
ebrei credenti e degli islamici, che avevo accomunato a causa
della comune pratica della macellazione rituale e che avevo il
diritto di non dolermi della loro morte se essi non avevano mai
mostrato compassione ed avevano giustificato le maggiori
sofferenze inflitte agli animali facedoli morire coscienti per
dissanguamento. Nessuna sensibilità per gli insensibili. Ebbene,
tralasciando i primi due gradi di giudizio, con una condanna ad
una pena pecuniaria di 4000 euro posta sotto condono, con l'accusa
di istigazione all'odio religioso secondo la famigerata legge
Mancino, pur non trattandosi di odio religioso ma di odio contro
certe pratiche ritenute falsamente religiose, mi trovai anche in
Cassazione di fronte a giudici fuori di senno o disonesti perché
identificarono la condanna di tale pratica della macellazione con
una espressione di antisemitismo, che tralasciò completamente di
considerare gli islamici, che invece io avevo accomunato agli
ebrei osservanti della macellazione kosher, corrispondente a
quella islamica chiamata halal. E ciò per fare eccezione alle
leggi di Stato sulle macellazioni che impongono che l'animale
debba essere prima privato della coscienza perché non soffra
quando viene ucciso per sgozzamento. La Cassazione dei parrucconi
non ebbe il coraggio di porsi contro gli ebrei, senza
distinguere tra ebrei credenti e non credenti, come io avevo
invece fatto, facendo un elegio dell'intelligenza ebraica che è
tutta laica. E per questo avevo riempito una intera pagina di nomi
di ebrei scienziati e filosofi, tra questi Einstein, il filosofo
della scienza Karl Popper, il fondatore della fenomenologia Edmund
Husserl (di cui fu allievo Heidegger), i fondatori della scuola
sociologica marxista di Francoforte Horkheimer e Wiesugrund
Adorno, il filosofo sociologo Simmel, il filosofo spiritualista
Bergson, il filosofo destrutturalista Derrida, il logico
matematico Wittgenstein (cattolico), il matematico Levi Civita
(che fornì ad Einstein il calcolo tensoriale della relatività
generale), il matematico e filosofo della scienza Federico Enriques,
il fisico matematico Vito Volterra, e tanti altri, in cui è assente qualsiasi
riferimento all'ebraismo religioso. I disonesti della Cassazione
ebbero la spudoratezza di scrivere, testualmente (sentenza
20508/2012) che "è pacifico che l'esplicita denigrazione trovasse
causa in motivi di razza e di religione posto che vi era anche la
rivendicazione della legittimità del disprezzo antisemita", e che
pertanto "non ha senso sostenere che i suoi strali erano diretti
solo ad una parte della Comunità ebraica, quella osservante,
perché ciò non toglie le caratteristiche illecite sopra rilevate
(sia sotto il profilo razziale, non estraneo agli ebrei
strettamente osservanti, sia sotto il profilo religioso,
densamente vissuto dai predetti)". Frasi aberranti preconfezionate
che assimilavano gli ebrei osservanti della macellazione kosher a
tutti gli ebrei sui falsi e incredibili presupposti che 1) non si
potesse distinguere tra gli ebrei osservanti del kosher e tutti
gli altri ebrei, seppure atei, in quanto appartenenti alla stessa
razza; 2) condannare da parte mia la maggiore sofferenza della
macellazione kosher significasse propagandare l'odio religioso. E
tutto ciò nel totale silenzio riguardo agli islamici, nonostante
li avessi accomunati agli ebrei osservanti del kosher per avere
desunto dagli ebrei osservanti del kosher la macellazione halal.
In Tribunale avevo chiesto che allora, per coerenza, fosse
ritenuto degno di denuncia il Corano per avere predicato l'odio
contro gli infedeli, ebrei e cristiani, sino a giustificare
l'amputazione delle mani e dei piedi e la crocifissione (SuraV).
Il Corano doveva essere considerato nemico del nostro ordinamento
giuridico perché contrario all'art. 8 della Costituzione e a vari
articoli del Codice Penale. E accompagnai la mia denuncia con un
florilegio del Corano. Naturalmente non mi aspettavo alcuna
risposta. Ero solo curioso di sapere se il sostituto procuratore
mi avrebbe risposto e con quali argomenti negando la realtà. Fu
violato il mio diritto, previsto dalla legge, alla risposta perché
costui altrimenti si sarebbe dovuto porre contro almeno un
miliardo e mezzo di individui credenti in quel libro pazzesco
incitante continuamente alla violenza armata. Le associazioni
animalistiche mi lasciarono solo da vigliacche perché avevano
timore di essere coinvolte nell'accusa farneticante di
antisemitismo.
E ora veniamo all'analisi della Lectio di Ratzinger. Egli non
distingue il contenuto dei Vangeli dalle successive elaborazioni
teologiche che ne sono state fatte. E' vero che il vangelo secondo
Giovanni si apre con le parole "In principio erat Verbum et Verbum
erat apud Deum et Deus erat Verbum". Ma queste sono parole non
attribuibili a Gesù, che appare del tutto alieno dalle costruzioni
teologiche che successivamente furono fatte utilizzando per
questo soprattutto il pensiero platonico con riferimento alla
figura del Demiurgo (Timeo) quale ordinatore (e non
creatore dal nulla) della materia. La teologia di S. Tomaso è la
massima espressione di tale costruzione. Nei primi due libri della
Summa theologiae non appare affatto la figura di Gesù. Egli
appare nel III libro per riportare nella storia la
concretizzazione di una teologia che nei primi due libri non
appare investita affatto di tale concretizzazione. Il vangelo
secondo Giovanni, l'ultimo, (attribuibile all'anno 100), risente
già dell'influenza del platonismo e dunque della razionalità della
materia, in cui il Demiurgo platonico ha infuso la sua scienza
matematica sì da far considerare l'intelletto umano partecipe
dell'intelletto divino. E tutto ciò in contrasto con la concezione
ebraica di Jahweh, che in origine era solo una delle tante
divinità del pantheon delle divinità ebraiche, essendo stato
quello ebraico un popolo sempre politeista sino al IV secolo a.C.
Esso passò dal politeismo alla monolatria con le leggi di Esdra
(cfr. libro di Esdra e Nehemia del V-IV secolo a.C.). Il dio
ebraico è comunque privo della trinità, assunta anch'essa dal
neoplatonismo, e precisamente dalla triade Uno (Padre)-Intelletto
(o Verbo nel cristianesimo, di cui Gesù sarebbe stato
l'incarnazione)-Anima del mondo (Spirito Santo). Essendo il dio
ebraico privo di intelletto quale sua sostanza prima perché
espressione invece della sua volontà, da cui discende
l'intelletto, ne consegue che per il dio ebraico è giusto, e
perciò razionale, tutto ciò che discende dalla sua volontà,e non
il contrario. D'altra parte lo stesso S. Paolo arriva a concepire
due figure contraddittorie del dio cristiano. E Paolo, intriso di
cultura greca, è il vero fondatore della teologia cristiana. Ciò
si può documentare laddove affronta la questione della validità
delle opere ai fini della salvezza. Egli (Epistola ai Romani,
3,28) nega che le opere abbiano una importanza fondamentale perché
altrimenti la volontà divina dipenderebbe da quella umana. Da qui
la dottrina della predeterminazione che è espressione di
irrazionalità e che verrà fatta propria da Lutero e da Calvino,
che svaluteranno completamente le opere. Ma lo stesso Paolo arriva
ad affermare (Epistola ai Romani, 9,14) che non basta
nemmeno la fede perché anch'essa vincolerebbe la volontà divina:
"Dio usa misericordia con chi vuole e indurisce nel peccato chi
vuole". E si legge anche: "Beato l'uomo del cui peccato Dio
non tiene conto". Insomma: Dio salva e condanna chi vuole, e, non
essendoci differenza nella sua eternità tra passato e futuro, egli
ha già deciso dall'eternità chi sarà salvato e chi sarà condannato. Ma nella stessa Epistola
ai Romani (2,6) Paolo cerca di recuperare in una
certa misura anche la validità delle opere. Ciò che non farà
invece Sant'Agostino, da considerarsi il vero padre della Riforma
protestante, per cui non si capisce ancora come la Chiesa
cattolica, che fonda la sua dottrina sulla teologia di S. Tomaso,
lo ritenga tuttora il primo e il più grande Padre della Chiesa
invece che un eretico. L'equilibrista S. Tomaso cercò di togliere
la profonda contraddizione dell'Epistola ai Romani, ritenuta da Lutero il documento fondativo del cristianesimo, che
con Paolo stava nascendo, per così dire, cornuto nel contrasto tra
predeterminazione (conseguente alla predominanza della volontà
divina sul suo Intelletto) e libertà umana che implicava una
validità delle opere ai fini della salvezza. S. Tomaso conciliò le
due cose dicendo che la fede cooperava con Dio ai fini della
salvezza e che la grazia, proveniente dalla fede, era un aiuto in
più per compiere opere di bene e di giustizia. Egli sostituì alla
predeterminazione la prescienza, nel senso che Dio conosce il
futuro ma non lo predetermina, così salvando la libertà umana e
l'importanza delle opere. Cercando in tal modo di salvare capra e cavoli.
Ed è tuttora questa la posizione della Chiesa cattolica, che,
nonostante la sua storia di condanne per eresia, di caccia agli
eretici e di roghi, con il Concilio di Trento pose le fondamenta
di una teologia razionale. Prima della Riforma la Chiesa cattolica
fu una scuola di liberalismo. La riforma gregoriana del calendario
(con il papa Gregorio XIII) avvenne nel 1582 sulla base delle
tavole astronomiche di Erasmus Reinhold (Prutenicae tabulae)
basate sul sistema copernicano. Il vescovo di Parigi Stefano
Tempier nel 1277 (due anni dopo la morte di S.Tomaso) aveva
affisso sul portale della cattedrale di Notre Dame alcune tesi
contrarie a S. Tomaso, dicendo, tra l'altro, che il mondo era
infinito perché Dio è onnipotente. E nel XIV secolo il vescovo di
Parigi Nicola d'Oresme, allievo di Buridano all'Università di
Parigi, sostenne la tesi del moto rotatorio della Terra. E fu il
delegato del papa al concilio di Costanza, il cardinale tedesco
Nicola Cusano (1401-1465), matematico e filosofo, ad escludere che
la Terra fosse in quiete e centro dell'universo, asserendo che la
Terra si muoveva anch'essa come il Sole, e che il mondo era
illimitato, e perciò non poteva esistere un centro del mondo. Non
vi fu mai una reazione della Chiesa di Roma contro queste tesi. E
il cardinale Bellarmino nel primo processo contro Galileo chiese
soltanto che vi fossero delle prove certe a favore del sistema
copernicano, concludendo che "dovremmo procedere con grande
cautela nello spiegare brani della Scrittura che sembrano
piuttosto insegnare il contrario e ammettere che noi non li
abbiamo capiti piuttosto che dichiarare falsa un'opinione provata
certa" (da Thomas Kuhn, La rivoluzione copernicana,
Einaudi 1972, p. 254). La scienza moderna, nonostante il rogo di
Giordano Bruno e la condanna di Galileo, poteva nascere solo
nell'Europa cristiana, fattasi erede nella scienza moderna, della
razionalità greca, quella, in specie, platonica, nonostante avesse
accettato Aristotele per quanto riguardava la fisica. La trinità cristiana fu traghettatrice della razionalità platonica. Rimase infatti il
principio della coesistenza della natura divina con la razionalità
essendo il Padre vincolato dal Figlio espressione del Verbo o
Intelletto. Solo dopo la Riforma la Chiesa di Roma perse quel
liberalismo in fatto di concezione fisica del mondo perché aveva
timore di farsi superare per rigore da Lutero e da Calvino, che
disprezzavano la concezione fisica del mondo che toglieva la Terra
dal centro del mondo. Ma prima che ciò accadesse Copernico dedicò
la sua opera (De revolutionibus orbium coelestium, 1543)
al papa Paolo III, che lo ringraziò e se ne compiacque. Si può
dire che la Riforma sia stata una iattura in tutti i sensi per
l'Europa, sia perché fu l'origine di guerre tremende tra
confessioni cristiane, sia perché fece prevalere l'irrazionalità
della predeterminazione sulla razionalità delle opere svilendole
con il negare che esse avessero importanza per la salvezza.
Calvino (Commento al Genesi) scrisse a proposito di
Copernico: "Chi avrà l'ardire di porre l'autorità di Copernico al
di sopra di quella dello Spirito Santo?". Ma il pur condannato
Galileo, a causa del suo aderire a Copernico, scrisse ne Il
Saggiatore che l'intelletto umano era differente da quello
divino, di cui era partecipe, solo per la quantità di nozioni
perché riguardo alle nozioni certe di matematica l'intelletto
umano eguagliava quello divino. Da qui l'interesse di tutti i
grandi scienziati della rivoluzione scientifica del XVII secolo
allo studio della natura. Essi, tutti cristiani, vedevano nella
razionalità della materia l'espressione della razionalità divina.
Tutto ciò premesso si deve dare ragione a Ratzinger quando
rimprovera i protestanti di avere dis-ellenizzato il cristianesimo
per avere tolto ad esso l'impianto della razionalità desunta dalla
filosofia greca, in particolar modo platonica. Infatti senza la
filosofia greca non sarebbe esistita la teologia cristiana con il
suo concepire Dio quale espressione di razionalità con cui non
dovrebbe essere in contrasto la fede. Ma fede in quale Dio? Questo
è il problema. Potrebbe trattarsi del Dio di Giordano Bruno o di
quello di Spinoza, cioè di un Dio immanente al mondo e non trascendente la
natura. Se si prescinde dalla questione se solo il Dio cristiano
sia il vero Dio (e se si prescinde anche dal credere che esista un
Dio trascendente) ciò che rimane valido nella Lectio di
Ratzinger, indipendentemente dal fatto che il Dio cristiano esista
o non, è il fatto che tale Dio deve essere concepito dalla
teologia cristiana connettendolo alla razionalità greca nel
predominio della ragione da cui Dio stesso è vincolato nella sua
volontà perché non si cada nell'irrazionalismo ebraico-islamico
della preminenza della volontà divina sulla ragione facendo di
questa una serva della volontà. L'ebraismo, fortunatamente, non fa
proselitismo. Ma il dio ebraico Jahweh, tutto volontà e niente
ragione, si trasformò disgraziatamente nel dio islamico Allah per
avervi aggiunto il proselitismo anche a costo della violenza delle
armi. Ecco il significato dunque della frase che Ratzinger ha
riportato dell'imperatore bizantino Manuele Paleologo II
rivolgendosi a un musulmano: "dimmi che cosa vi è di nuovo nel Corano e vi
troverai solo cose cattive e disumane" a causa della imposizione della fede con le armi. Benedetto XVI si limitò a
citare Manuele Paleologo per evidenziare il fatto che l'islamismo
aveva alla radice un dio privo di intelletto, cioè privo di quel
retroterra storico che era la razionalità greca. E gli anni che
stiamo vivendo sono spiegati proprio da questa mancanza di
razionalità che pervade tutto il Corano, che, facendo prevalere
la volontà di Allah senza alcun freno imposto dalla razionalità, è
la causa della cieca violenza islamica con i suoi attentati
terroristici. Quando Benedetto XVI disse che nel Corano vi erano
solo "cose cattive e disumane" stava dicendo la verità riparandosi
dietro le parole dell'imperatore bizantino. Ma la peste mortale
del fanatismo islamico non ammetteva che di esso si dicesse la
verità temendo di essere squalificato come merita e tutti i
musulmani del mondo si rivoltarono contro Benedetto XVI,
costretto, pro bono pacis, a fare quasi una ritrattazione per
paura che i cristiani, minoranze negli Stati islamici, ne
subissero le conseguenze. Il suo successore cambiò strada nella
sua ignoranza, percorrendo la strada di una impossibile
conciliazione giungendo ipocritamente, se non è anche cretino oltre
che ignorante, a chiamare "nostri fratelli" gli islamici. Ma
questo significa essere anticristiani anteponendo ragioni
politiche alla dottrina cristiana. E infatti l'attuale papa è un
vero Anticristo. Peggiore successore non avrebbe potuto avere il
colto e fine d'intelletto Benedetto XVI. Ma evidentemene lo
Spirito Santo o non esiste o era distratto quando fu eletto questa
disgrazia di papa, che sarebbe stato meglio fosse rimasto in
Argentina invece di venire in Vaticano "dalla fine del mondo".
Sua santità l'imam Jorge Bergoglio
Sua santità l'imam Jorge Bergoglio
4 commenti:
professore,
ho letto i vangeli ( l'antico testamento non ce l'ho fatta...!)
e penso che il modo migliore di interpretarli sia quello del cinema di Hollywood.
dico sul serio. ci sono questioni di cui non ne verremo mai a capo. Ratzinger ha fatto uno sforzo, ha usato il cervello, e si vede da quello che scriveva. ma non ha cambiato niente. in pochi hanno letto i suoi libri. bergoglio fa il bello e il cattivo tempo, non poteva esserci peggior successore ! dunque ben vengano i movies di Hollywood ( per quanto io non sia un fan dell'america...) a partire da Jesus Christ Superstar. il film se fatto bene veicola emozioni. e l'emozione è un mezzo di comunicazione potente. ti raggiunge direttamente, senza passare per la mente. ti colpisce al cuore, dove c'è un linguaggio diverso. regole diverse. e questo può cambiarti, più di mille ragionamenti. ti rimane qualcosa.
saluti,
marco
Caro Professore,
complimenti doppi.
1° )Lei espone in ottima sintesi l'essenziale della "dottrina cristiana" =
la religione chiamata "cristianesimo" nulla aveva a che fare con la persona di Gesù (posto che fosse davvero esistito). Il vero fondatore, il "teoreta" del "cristianesimo" fu in realtà l'apostolo Paolo.
Fu lui a costruire le basi della nuova religione prendendo la figura di Gesù (pio ebreo) come riferimento per il suo ardito sincretismo giudaico-ellenistico.
In sintesi, alla classica domanda "è nata prima la fede o la teologia ?" possiamo rispondere, nel caso del cristianesimo = è nata prima la ardita costruzione metafisica -paolina- (quindi la teologia), il cui autore, vigorosa mente politica innovatrice, offrì alle classi colte del suo tempo (i "Gentili") che la accolsero da borghesi cittadini sazi del benessere della loro condizione e ansiosi di "novità" da "credere".
Non a caso i "pagani" = abitanti del "pago" cioè i "villani" rimasero invece indifferenti: erano molto più affaccendati a lavorare per sbarcare il lunario, che disposti a dedicare tempo a quelle corbellerie.
Sappiamo come si sviluppò poi la faccenda... .
2° ) Paragonare l'attuale mentecatto capo della chiesa cattolica (Francesco I) al suo predecessore (Benedetto XVI) equivale a paragonare una zecca ad un cavallo.
La Storia farà giustizia di entrambi (e i credenti cattolici ne pagheranno le conseguenze). Giancarlo Matta
Oggi un russo mi ha detto che la mia città è piena di negri ed islamici di merda. Gente che non ha alcun rispetto per la storia e la cultura italiana. Solo feccia criminale e parassita.Il russo mi ha chiesto:"Perchè non combattete? Perchè non combattete? Perchè non cacciate via tutti questi islamici di merda?".
Non ho saputo rispondergli.
Perchè non combattiamo?
Perchò non combattiamo questi negri e islamici di merda?
Perchè?
Perché abbiamo governi di coglioni senza coglioni, malati dell'ideologia della società multiculturali e multirazziale. La falsa sinistra è la malattia mortale dell'Europa, contaminata dagli meticciati Stati Uniti d'America. Oggi non si deve più dire negro ma uomo di colore, non si deve dire zingaro ma rom. Siamo alla follia. Se i partiti della vera destra, di una destra sociale e nazionale, non avranno il potere l'Europa sarà anch'essa meticciata ancora di più, con l'islamizzazione e l'aumento della delinquenza. Popoli addormentati e plagiati dalla propaganda dei governi attuali ricattati dal terrirismo islamico. In Italia bisogna liberarsi del PD, Partito dei Dementi. Perché vi è gente che lo vota? Perché è senza intelletto, si fa prendere dal sentimento annullando la ragione. Gente incapace di proiettarsi in un futuro peggiore. Notare come nelletrasmissioni TV vi sia una propaganda SUBLIMINALE della società multirazziale inquadrando sempre un negro tra il pubblico. Anche il calcio sta cooperando a questa folle ideologia con squadre piene di negri.Le leggi non vengono applicate perché si vedono ancora dei negri ai semafori, nei posteggi, alle uscite dei market, e la gente si commuove facendo l'elemosina. Se si facesse terra bruciata riducendoli alla fame e alla disperazione invece di spendere miliardi per mantenerli nei centri di accoglienza non aspirerebbero più a fare gli invasori. In Italia abbiamo anche la rovina del Vaticano, che, per la sua natura CATTOLICA, cioè universalistica, è avversa ad una politica nazionale. Si aggiunga l'ecumenismo del dialogo tra religioni cavallo di Troia dell'invasione islamica. Credo che debba peggiorare la situazione ad un punto di rottura perché il popolaccio della falsa sinistra si accorga che deve virare a destra.
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