mercoledì 18 giugno 2025

TELMO PIEVANI

Sono più grande in età rispetto a Telmo Pievani. Prima che iniziasse a farsi conoscere come divulgatore scientifico io nel 1999 avevo pubblicato un libro di circa 500 pagine intitolato Biologia e filosofia. Origine della vita ed evoluzione biologica. Casualità e necessità. Purtroppo fu pubblicato negli Annali della Facoltà di Scienze della formazione (oggi chiamata Facoltà di Studi Umanistici dopo la unificazione con la Facoltà di Lettere e filosofia). Nel mio libro ho esposto largamente le opere di Mario Ageno con cui avevo un rapporto epistolare. Purtroppo venne a mancare poco prima che gli inviassi un biglietto d'aereo di andata e ritorno perché venisse a Cagliari per tenere una conferenza. Ageno fu professore di biofisica ottenendo la cattedra di tale insegnamento istituita proprio per lui. Nel mio prossimo libro, di cui ho già inviato il testo a un editore, ho dedicato due capitoli all'evoluzione cosmologica e biologica utilizzando quanto ho già scritto sull'evoluzione biologica in due libri. Pievani ha evitato di dedurre chiaramente le conseguenze dell'evoluzione biologica sulle credenze non scientifiche che dominano l'esistenza umana, forse perché non ha voluto apparire polemico nei confronti delle religioni. Pievani non ha voluto, per esempio, dare una risposta a chi, come me, si è domandato quando sarebbe sorta l'immortalità dell'anima umana nell'evoluzione partita circa sei milioni di anni fa dall'Australopithecus africanus per arrivare al Sapiens Sapiens passando attraverso il Sapiens dell'uomo di Neanderthal meno di un milione di anni fa. Circa un milione di anni fa aveva la specie umana una coscienza morale che deve essere un presupposto necessario per giustificare l'immortalità umana? Dopo qualche anno ho ricevuto un commento ad un mio articolo sul noto o famoso filosofo Emanuele Severino, su cui ho sempre irriso a causa delle sue affermazioni che appaiono pazzesche nel suo affermare nel libro Gli abitatori del tempo che l'evoluzione biologica non esiste perché, andando oltre Parmenide, l'eternità deve essere attribuita non solo all'essere considerato nella totalità dell'Universo ma anche a tutti gli enti. Con la conseguenza assurda che era necessario che Severino nascesse e che fosse vittorioso lo spermatozoo che, compreso tra milioni di spermatozoi compresi in una eiaculazione, arrivò a fecondare l'ovulo. E tutti gli altri spermatozoi erano anch'essi eterni? Per Severino la nascita e la morte non esistono perché la nascita è un apparire nel mondo fisico mentre la morte è un sottrarsi alla visibilità. E Severino fu anche opinionista nel Corriere della sera. I suoi libri sono una ripetizione sino alla nausea della immortalità di tutti gli enti e non solo dell'essere di Parmenide. Nel mio libro prendo in esame anche il lussureggiante sproloquio onirico di Massimo Cacciari che ha preteso di discettare sulla natura di Dio scrivendo che la sua natura deve essere ritenuta non comprensibile perché Dio è anche aldilà di ogni rigore voluto dalla logica. Però Cacciari, negando la comprensabilità della natura divina, tuttavia non si è accorto che è lui che non rispetta la norma del principio di non contraddizione. Sull'evoluzione biologica Cacciari non si è espresso, ma è evidente che la sua teologia non può non essere demolita dall'evoluzione biologica. 

Tornando a Pievani, bisogna riconoscere che egli si è astenuto da prendere posizione di fronte all'ignoranza dei filosofi. Però mi è sempre rimasta impressa la domanda: perché l'essere piuttosto che il nulla? Mi spaventa l'eternità dell'Universo, o del Multiverso se esistono altri universi oltre a quello visibile. Pievani evidenzia soprattutto la casualità che ha dominato tutta l'evoluzione biologica. La casualità demolisce ogni interpretazione antropocentrica dell'evoluzione biologica. E  Pievani ha mancato di rilevare un'altra conseguenza riguardo alla specie umana. Se si va nel campo dei diritti umani ne consegue che l'uomo non può considerarsi padrone della Terra come se tutta l'evoluzione biologica avesse come fine l'apparizione della specie homo. Se è casuale l'apparizione della specie umana questa specie non può arrogarsi per sé sola il diritto di esistere. L'esistenza della ragione di cui ci si serve per giustificare la superiorità dell'homo su tutte le specie di vita non può più essere il motivo che giustifichi la presunzione che tutte le specie viventi siano al servizio dell'uomo. Conseguentemente, ancora, se chiamiamo diritto naturale il diritto di esistere, tale diritto non può più essere circoscritto alla specie umana. Questo è l'aspetto rivoluzionario dell'evoluzione biologica fondata sulla casualità delle mutazioni, che distrugge la credenza alimentata dalle religioni che il diritto di esistere appartenga solo alla specie umana. Se il diritto naturale è il diritto di esistere come diritto all'autoconservazione lo stesso diritto deve esistere anche per tutte le specie viventi. Ma allora anche le pulci, le zecche, i pidocchi, le zanzare (e perché non anche tutti i batteri nocivi alla salute?) hanno diritto di esistere? Purtroppo sì, debbo rispondere. Quasi tutti i famosi filosofi o giuristi hanno ritenuto che il diritto naturale non esista perché in natura esiste il diritto ad esistere come diritto del più forte. Faccio i nomi di Hans Kelsen, Norderto Bobbio, Benedetto Croce. L'immeritatamente famoso Norberto Bobbio nel suo libro Giusnaturalismo e positivismo giuridico ha ritenuto che il diritto naturale non esista perché in natura esiste solo il diritto del più forte, come dimostrato, secondo Bobbio, dal fatto che il pesce grande mangia il pesce piccolo. Nessuno che gli abbia fatto notare questa cretinata considerando che questo esempio non demolisce il diritto naturale perché il pesce grande mangia il pesce piccolo in quanto costrettovi dal suo diritto naturale, cioè dalla sua necessità di nutrirsi se vuole continuare ad esistere. Quando Bobbio venne a Cagliari per una conferenza evitai  di ridicolizzarlo perché non avevo ancora maturato il mio pensiero sul diritto naturale. Egli merita di essere ridicolizzato perché non si accorse che il suo esempio confermava il diritto naturale avendo il diritto naturale di uno il limite del diritto naturale di un altro, come nella catena alimentare preda-predatore. Solo l'uomo, per ragioni culturali e non naturali, ha indirizzato la forza oltre la necessità naturale della sua autoconservazione. Nessun predatore uccide la preda oltre la sua necessità di autoconservarsi in vita. Se la zanzara (femmina) ha il diritto naturale di succhiarmi il sangue per riscaldare le sue uova e riprodursi io ho il diritto naturale di ucciderla per difendermi. La questione è così semplice, come scoperta dell'acqua calda, che vi è da domandarsi come mai filosofi e giuristi non l'abbiano capito ed abbiano considerato il rapporto preda-predatore come dimostrazione che il diritto naturale, ammesso che esista, possa valere solo per l'uomo. Pievani avrebbe dovuto allargare le conseguenze della casualità delle mutazioni biologiche alla sfera delle questioni che riguarda il diritto. Il diritto naturale o è di tutte le specie animali o è di nessuna, e così si rimarrebbe nel relativismo dei valori morali, e nella conseguente "guerra mortale tra valori morali" per usare un'espressione di Max Weber. Solo con il diritto naturale si può uscire dal relativismo dei valori morali, che sono sempre culturali e non naturali. Pievani non ha saputo, o non ha voluto, cogliere le conseguenze rivoluzionarie scaturenti dal diritto naturale, lasciando così le cose come stanno sul piano del discorso riguardanti i diritti umani, avendo trascurato le conseguenze scaturenti dalla casualità che domina l'evoluzione biologica.                                      

                   

  

E GUERRA SIA

Qualunque governo si sostituisca a quello dei fanatici che opprimono la popolazione in Iran non sarebbe peggiore di quello che dal 1979 si è instaurato in Iran accogliendo un pazzo che viveva esiliato in Francia. Il governo laico dello Scià era un governo illuminato nonostante fosse dispotico. I nati nel 1979 oggi hanno  46 anni e subiscono l'oppressione voluta da coloro che oggi sono morti da molti anni o sono arrivati ad una vecchiaia avanzata. Perché oggi la maggioranza deve subire l'oppressione da essi non voluta nel 1979? Bene arrivate le bombe se servono a spazzare via un governo che opprime qualunque forma di libertà di cui subiscono le conseguenze soprattutto le donne. Si tratterebbe in questo caso di bombe liberatorie.  

martedì 17 giugno 2025

RIVENDICO IL DIRITTO DI PROVARE SCHIFO

 per le manifestazioni delle anormalità fisiche dei cosiddetti gaypride. Pretendono di essere normali mentre sono SCIENTIFICAMENTE anormali, come ho dimostrato riportando quanto ha scritto il biologo francese Jea-Didier Vincent nel libro Che cos'è l'uomo 

lunedì 9 giugno 2025

DALLE RAPE SANGUE NON SE NE PUO' CAVARE. RIFORMARE IL CALCIO

Il 70% dei calciatori è costituito da stranieri. Bisogna introdurre un limite alla presenza di stranieri permettendo il tesseramento a 3 stranieri ma impedendo che ve ne possano essere più di 2 in campo.Questa invasione di stranieri impedisce che vengano presi in considerazione ragazzi italiani che meriterebbero di emergere. Che cosa impedisce che le squadre non siano piene di stranieri? Poi si dà la colpa sempre agli allenatori. Ma questi non possono cambiare in fuoriclasse gente mediocre, delle schiappe.    

domenica 8 giugno 2025

VI SONO DELITTTI COSI' EFFERATI DA RICHIEDERE LA PENA DI MORTE

Ragazzi assassini che escono da casa con un coltello. Mafiosi che pretendono di sostituirsi allo Stato. A sinistra del mio blog appare l'espressione Ordine liberale. Cliccatevi sopra ed entrerete nel sito dentro il quale potrete scegliere l'argomento che preferite. Questo sito (a pagamento al contrario del mio blog) risale al 2009 e con l'aiuto di un tecnico (a cui avevo dato dei dischetti, che poi furono sostituiti dalla pennina) perché vi riversasse molti argomenti tratti principalmente dal mio libro intitolato Scontro tra culture e metacultura scientifica e scelse lui come copertina l'uomo vitruviano di Leonardo. Il sito è una sorta di manifesto che espone quanto sono andato meditando sugli argomenti trattati. Qui mi limito a rilevare quanto sia dispotico e contraddittorio uno Stato che esclude la pena di morte. Molti giuristi e filosofi partono da un ipotetico stato di natura per giustificare la pena di morte perché nello stato di natura ognuno ha il diritto di uccidere il suo offensore facendosi giustizia da sé. Non si capisce perché lo Stato voglia dispoticamente sostituirsi al cittadino che non avrebbe mai voluto perdonare il suo eventuale assassino. Notare la contraddizione: chi si difende contro il suo eventuale assassino viene riposto dallo Stato nello stato di natura, in cui l'assalito ha il diritto di farsi giustizia da sé. Ma se l'assassino uccide una vittima innocente lo Stato restituisce all'assassino il suo diritto alla vita sottraendolo alla pena di morte.

Ciò che segue è tratto dal mio sopra citato libro Scontro tra culture e metacultura scientifica.  

Bisognerebbe dunque concludere che Beccaria non sarebbe oggi contrario alla pena di morte almeno per i delitti di mafia, in cui “i disordini tengon luogo di leggi”, o contro i trafficanti di droga, cioè di morte, siano collegati o non con la mafia.
La mafia non può essere combattuta democraticamente, ma sospendendo nelle regioni mafiose ogni forma di rappresentanza politica, esposta localmente ai ricatti mafiosi, e ogni forma di garanzia costituzionale nei confronti delle famiglie mafiose, a cui soggiace anche tutto l’apparato giudiziario, dalle guardie carcerarie ai direttori delle carceri, sino ai magistrati che dovrebbero giudicare i criminali mafiosi, i quali smetterebbero di comandare e ricattare anche dal carcere soltanto se venissero condannati alla pena di morte. Soltanto da morti non potrebbero più comandare e ordinare altre uccisioni. Si sa quali sono le famiglie mafiose, e quando si peschi dentro esse si pesca sempre bene, senza andare tanto per il sottile. Oggi lo Stato fa impiego dei cosiddetti “pentiti”, premiati per le loro “confessioni”. È il risultato, direbbe Beccaria, di uno Stato che, non avendo la forza di difendersi, a causa del suo garantismo nei riguardi delle organizzazioni criminali, cerca di comprarla, mandando in rovina l’edificio dell’ordinamento giuridico, fondato sulla proporzionalità della pena al delitto.
Uno Stato che non voglia intendere ciò è o buffone o connivente con questa feccia di specie solo biologicamente umana. Merito principale di Beccaria è l’avere evidenziato la necessità di “una proporzione tra i delitti e le pene”. Ma proprio tale proporzione sarà rivendicata da Kant contro Beccaria per giustificare la pena di morte.
Oggi nella dottrina penale americana prevale una concezione retributiva della pena che giustifica la posizione di Kant basata sul principio di eguaglianza. La legge del taglione (lex talionis) raccomanda di “fare agli altri ciò che questi hanno fatto a te”, come rafforzativa della regola aurea secondo cui bisogna “fare agli altri
ciò che vorresti fosse fatto a te” (norma evangelica). In base alla lex talionis si ripristina l’eguaglianza che è stata turbata dal crimine È questa la tesi di J. H. Reiman. In base a tale principio il crimine è un attacco alla sovranità dell’individuo che pone il criminale in una posizione di illegittima sovranità su un altro. La vittima ha il diritto, e la società il dovere, di rettificare la posizione del criminale riducendone la sovranità nello stesso grado.
La vittima avrebbe avuto, o ha, il diritto, ma non il dovere, di perdonare chi abbia attentato al suo diritto naturale, rispettando il principio che la vita della vittima innocente non possa essere valutata come inferiore rispetto a quella del suo uccisore.
Una pena alternativa come l’ergastolo (che in Italia di fatto non esiste più) non sarebbe in accordo con il principio di umanità della pena e dell’ipocrita funzione rieducativa di essa. È stato anche scritto: “Chi non avverte che vi è qualcosa di macabro e di beffardo in un processo nel quale la vittima non può più udire la propria voce?…Ma vi è di più, chi uccide con il suo delitto diminuisce in tutti il valore della vita, togliendo a ognuno un po’ di sicurezza di vivere, il che è come dire che lo priva di una parte della sua vitalità…L’esclusione della pena di morte per omicidio è un portato di maggiore civiltà o non è invece il segno di una minore sensibilità morale e di una meno chiara percezione del vero?…Chi con deliberato proposito uccide un uomo deve essere a sua volta ucciso dalla società costituita, che non può sottrarsi al suo obbligo senza macchiarsi di una colpa…È forse giusto che chi uccide non venga a sua volta ucciso? E che gli si infligga invece una pena di carcere che sarà mite in ragione di come saprà difendersi contro un morto”, grazie ad avvocato prezzolato o al solito psicologo o sociologo di turno pronto a trovare tutte le attenuanti generiche e  specifiche? Si vuole spesso dimostrare che l’assassino nel momento del crimine fosse incapace di intendere e volere. Ma poi riacquista sempre la lucidità! Si pretende assurdamente che il criminale si riconcili con la società senza tenere in alcun conto la vita dell’ucciso.
 

Justice, Civilation and the Death Penalty, Justice 1991.
Carlo Cetti, Della pena di morte/. Confutazione a Beccaria, Como 1960, pp. 12-13.
 

Gli abolizionisti sono proprio coloro che ipocritamente o disonestamente tengono in minor valore la vita umana, stando a difesa anche dei più spietati assassini.
Questo discorso vale anche per gli idioti di Amnesty International e di Nessuno tocchi Caino, che, come direbbe Hegel, alla ragione sostituiscono la “brodaglia del cuore” (Lineamenti di filosofia del diritto, pref.): associazioni di saccenti presuntuosi e arroganti che credono di avere un cervello migliore di quello di tutti i pensatori che abbiamo citato.
A parte la giustizia che bisogna rendere alla vittima, anche se morta, vi è un superiore interesse della società a liberarsi degli assassini che a ritenere “sacra”, come stupidamente si dice, anche la vita di un criminale.
T. Sellin volle dimostrare con un’indagine statistica che la pena di morte negli Stati Uniti non aveva un’influenza frenante sugli indici di morte per omicidio. Gli rispose Isaac Ehrlich, che scrisse che i metodi statistici erano inattendibili, mentre, avvalendosi di diverse ipotesi, si poteva affermare che durante il periodo 1935 ciascuna esecuzione capitale aveva prevenuto il verificarsi di sette o otto omicidi in più. Infatti il criminale, in base alle offerte di mercato, conforma la sua condotta al desiderio di massimizzare il suo guadagno e di minimizzare i costi personali. Quando tra i possibili costi vi è la pena di morte diminuisce il desiderio di massimizzare il profitto. Ma questi sono argomenti utilitaristici che non scalfiscono mimamente il principio secondo cui la vita dell’assassino non deve valere più di quella della sua vittima. 
Chi è favorevole alla pena di morte ormai non ha più il coraggio di dirlo pubblicamente o non trova spazio, in Europa, soprattutto in Italia, per affermarne la giustezza perché i mass media, operando una dispotica censura, hanno deciso che i favorevoli alla pena di morte sono dei barbari, che non debbono corrompere i civili.
L’opposizione alla pena di morte vuole essere espressione di superiorità morale, ma è di fatto soltanto espressione di inferiorità giuridica.  
Da notare come gli stessi mass media, essendo totalmente privi di alcuna capacità o volontà di discutere sul piano razionale, essendo capaci di fare soltanto affermazioni moralistiche ed emotive contro la pena di morte, gonfi di sentimento e vuoti di ragione, confermino che la morale nasce soltanto dal sentimento e non dalla ragione, perché non trovano altro mezzo di persuasione, giocando sui sentimenti, che
impiegare la telecamera per far vedere il condannato che soffre o l’ambiente della camera della morte, approfittando del fatto che non vi è mai una telecamera pronta a riprendere l’assassino quando infierisce impietosamente sulla vittima innocente. E se le immagini dell’assassino all’opera esistessero, ipocritamente non verrebbero fatte vedere con la scusa di non turbare la sensibilità dello spettatore. Inoltre gli abolizionisti non vogliono misurarsi con il gran numero di sostenitori della pena di morte facendo finta che non esistano o impediscono un pubblico confronto, certamente timorosi di scoprirsi in minoranza. Essi sono anche dei disonesti arroganti, e pretendono di essere rappresentanti del progresso civile, sapendo solo demonizzare verbosamente come incivili chi ha seri argomenti contro di essi.
Sia almeno riconosciuto ad ognuno il diritto di dichiarare se sia disposto a perdonare il suo eventuale assassino, perché lo Stato non si sostituisca alla volontà della vittima innocente.
È contraddittorio che ognuno per legittima difesa possa anticipare il suo aggressore armato uccidendolo, mentre si riconosce allo stesso aggressore che abbia anticipato la vittima il diritto di continuare a vivere.
La legittima difesa presuppone che nel momento dell’aggressione la vita dell’aggressore non disponga più della tutela della legge e che esso si ponga in uno stato di natura, ponendo la sua vita alla mercé dell’aggredito. Non si capisce dunque perché lo Stato restituisca la tutela alla vita dell’assassino soltanto perché questo è riuscito ad anticipare la vittima.

The Death Penalty, The American Law Insitute, Philadelphia 1959.
The deterrent effect of punishment: a question of life and death, American Economics Reviw, 65, 1975.
 

mercoledì 4 giugno 2025

L'IGNORANZA DI LANDINI SUL REFERENDUM

Ha detto che presentarsi al seggio elettorale e rifiutare le 5 schede è come andare al mercato e rifitare di compare.  Gli manca completamente la logica. Chi rifiuta di andare al seggio coopera a non far raggiungere il 50% più uno. E io sono tra questi. E' la migliore opposizione al referendum con cui disonestamente è stata inclusa nel referendum la domanda se si voglia ridurre a 5 gli anni richiesti per avere la cittadinanza. Come dire: paghi uno e prendi due. Gli imbecilli sono ben rappresentati da Landini (quanto guadagna al mese?) che crede che presentandosi al seggio per garantire il posto di lavoro a fronte di un licenziamento senza giusta causa sia indotto a votare SI anche per ridurre della metà gli anni richiesti per avere la cittadinanza (da 10 a 5 anni). Come dire: paghi uno e prendi due. Andando al seggio per essere iscritto nel registro apposito significa includere il non voto nel 50% più uno dei presenti nel seggio elettorale. La Meloni ha voluto esprimere la sua contrarietà al referendum e allo stesso tempo chiudere la bocca a coloro che la possono accusare di rifiutare la migliore forma di democrazia che è il referendum con cui agli elettori si dà la possibilità di esprimersi direttamente saltando le pastoie del parlamento. Ma sarebbe stato necessario introdurre un referendum anche propositivo. Ma ciò è impossibile perché la Costituzione ha voluto impedire la vera forma di democrazia  che è quella diretta, come la concepì Rousseau nel Contratto Sociale contro la democrazia rappresentativa che toglie al popolo la possibilità di promuovere una legge e non solo quella di cancellare una legge. Da notare che l'art. 1 della Costituzione dice che il potere appartiene al popolo. Ma è falso se non si dà al popolo il potere di legiferare con un referendum propositivo. Data la sua figura di presidente del Consiglio la Meloni ha voluto dare l'immagine di chi accetta la democrazia nella forma di democrazia diretta e non solo rappresentativa. Ma coloro che non hanno da difendere una immagine pubblica è meglio che non si presentino al seggio per impedire che si raggiunga il 50% più uno degli elettori. Ma in cuor suo la Meloni spera che siano una minoranza coloro che si presenteranno al seggio. Se non si raggiunge il 50% più uno la Meloni potrà vantare una sua vittoria contro tutta l'opposizione che vuole ancora l'invasione dell'Italia da parte dei clandestini, quasi tutti musulmani.                 

lunedì 2 giugno 2025

NELLA STRISCIA DI GAZA NON VI E' UN GENOCIDIO...

 ...come si sta dicendo da varie parti. La popolazione araba nella striscia di Gaza è aumentata, ho appreso. Si rimane sconcertati nell'apprendere l'aumento della popolazione a Gaza. Il che significa che gli arabi continuano a fottere anche sotto le bombe. Una donna ha perso sotto le bombe 9 dei suoi 10 figli. L'unico sfuggito alle bombe verrà in Italia per le cure. Mi viene in mente ciò che aveva scritto Oriana Fallaci rilevando che le pance delle donne arabe avrebbero fatto vincere gli arabi invasori. Bisogna non andare ai seggi elettorali perché non venga superata la metà degli aventi diritto al voto. Se non si vuole aumentare la popolazione islamica in Italia non basta votare NO. Votando si favorirebbe il raggiungimento del quorum, necessario perché il referendum venga ritenuto valido. E' stata spesa una somma  enorme a causa di più di 20 milioni di copie per stampare il lenzuolo contenente i 5 punti contenuti nelle schede stampate per il referendum.      

giovedì 29 maggio 2025

Mi MANCA LA CORREZIONE DELLE ULTIME 50 PAGINE DI UN TESTO Di 150 PAGINE INTITOLATO UN MONDO AL OICSEVOR (ROVESCIO)

 Sarà pubblicato prima da Amazon per due motivi. Amazon non esercita una censura sui libri che stampa per ridursi ad un lavoro di stampatore e basta. Ad Amazon editore non interessa intervenire sul contenuto del testo e lascia a se stesso il ricavato delle vendite nella misura del 40% per affrontare il costo della stampa e pagare i suoi collaboratori per la stampa del libro. L'autore deve stare attento a con commettere errori di battitura e di sintassi perché Amazon non esercita il lavoro di editing. Aspetto negativo. Ma è anche  un vantaggio perché Amazon si lascia all'autore il 60% con in più la libertà di poterlo stampare con altri editori. Amazon ha una visibilità internazionale che gli editori italiani non hanno nemmeno se si tratta dei più grandi editori italiani. Questo è possibile perché proprietario del libro rimane l'autore e non l'editore, e l'autore può ripubblicarlo con altro qualsivoglia editore. Il noto libro di Vannaci passò prima per AMAZON avendo fretta nel pubblicarlo. Ma poi il suo libro fu riscritto forse del proprietario dell'editore il CERCHIO, che lo modificò nella scrittura, non nel contenuto, giacché il testo aveva avendo bisogno correzioni riguardanti la scrittura e non il contenuto. Una volta impaginato da Amazon il testo, l'eliminazione degli errori di stampa non era compito né di Vannacci né di Amazon, che si limita a fare il lavoro di impaginazione e non di revisione del testo potendo perfino ignorarne il contenuto. Per questo motivo il libro di Vannacci pubblicato da Amazon venne ritenuto una autopubblicazione. Certamente il testo pubblicato da Amazon è stato riscritto da altri in un corretto italiano prima che lo pubblicasse l'editore Il Cerchio. Da buona fonte si è appreso che sia stato lo stesso editore a riscrivere il testo di Vannacci. Dopo la pubblicazione del testo con Amazon, il libro rimane di proprietà dell'autore, e ciò consente all'autore di pubblicarlo anche con l'editore che abbia interesse a pubblicarlo. L'editore non ha un lavoro facilitato perché Amazon fornisce un testo che non è corretto nella lingua italiana non essendo compito di Amazon fare il cosiddetto editing, cioè il lavoro di correzione di tutto il testo con il lavoro di revisione e messa a punto redazionale, effettuata prima dell'invio in composizione del testo consegnato dall'autore. Il libro di Vannacci ha come titolo Il mondo al oirartnoc (contrario). Io ho usato un termine più forte nel titolo Il mondo al oicsevor (rovescio). Vannacci ha scritto  una cretinata facendo dipendere l'anormalità da una minoranza perché allora anche Galileo e Giordano Bruno dovrebbero essere considerati anormali considerando che ancora si imponeva in astronomia una raffigurazione dell'Universo con al centro la Terra e limitato dal cielo delle stelle fisse, tali non perché non si muovessero ma perché le stelle conservavano le loro posizioni reciproche in un cielo che compiva una rotazione completa nel tempo di un giorno .             

lunedì 26 maggio 2025

IL MIO COSTANTE TRAGICO PENSIERO

Perché l'essere invece che il nulla? Tutta la filosofia occidentale è partita da questa domanda. Parmenide, il terribile Parmenide, come lo definì Platone nel dialogo omonimo, l'opera che nella seconda parte arriva ai vertici del pensiero di tutta la storia della filosofia, cercò di dare una risposta che appare banale nella sua profondità. Il pensiero è pensiero dell'essere perché il nulla non può essere pensato. Ma Parmenide partì dal pensiero come premessa. Ed è per questo che la frase di Parmenide non può soddisfare. Perché partire dal pensiero invece che dall'essere? Anche Platone cadde dentro la risposta di Parmenide che cercò di superare presupponendo che l'essere non possa esistere senza il pensiero. Gli idealisti infatti cadono in questa affermazione antiscientifica. Poniamo da parte il pensiero considerando che l'essere (l'universo) continuerebbe ad esistere anche senza la presenza umana sulla Terra e anche senza la presenza di altri esseri pensanti in una qualsiasi altra parte dell'universo.  Perché esiste dall'eternità l'universo piuttosto che uno spazio vuoto e infinito? Questo pensiero faceva naufragare Leopardi nella sua più famosa poesia L'infinito. Ma al contrario di Leopardi che diceva "e il naufragar m'è dolce in questo mare" il naufragar nell'infinito dell'essere non mi è affatto dolce. E' tremendo. Tutte le religioni sono sorte dalla paura del nulla dopo la morte perché il nulla può essere pensato, come ancor più profondamente spiegò il primo Heidegger in Essere e il tempo (1927), con ciò contraddicendo Parmenide. Il nulla è per Heidegger l'anticipazione del nulla dopo la morte. Ma il secondo Heidegger, senza per questo negare il primo Heidegger, cercò di dare una spiegazione che  giustificasse l'esistenza del pensiero traendolo fuori dalla sua casualità, quale si deve ritenere scientificamente in base alla cosmologia e all'origine della vita nella sua evoluzione dalle prime manifestazioni di vita sulla Terra. Il pensiero per il secondo Heidegger non è frutto della casualità quale presupposto dell'origine della vita. Il pensiero per il secondo Heidegger è pensiero dell'essere non nel senso di Parmenide, che poneva come principio l'essere e non il pensiero. Per il secondo Heidegger il pensiero è pensiero dell'essere nel senso che il pensiero appartiene all'essere quale necessaria manifestazione dell'essere a se stesso. Ma allora è evidente che la risposta di Heidegger andava oltre la scienza per cadere nella metafisica. Rimane il tragico del nulla dopo la morte. Parafrasando il Don Abbondio dico che se uno la fede non ce l'ha non se la può dare. E che pensare dello spiritismo se non vi sono trucchi? Perché dovrebbe esistere l'immortalità solo per l'anima umana negandola ad ogni altra forma di vita se unica è l'origine di tutte le forme di vita come ci spiega la biologia evoluzionistica? Avrei preferito non nascere per non essere sottoposto al tragico del pensiero del nulla.        

venerdì 23 maggio 2025

SIA CONDANNATO A MORTE PER CRIMINI CONTRO L'UMANITA'...

 ...ma insieme con tutti quegli ebrei che sono colpevoli per non avere promosso una guerra civile contro i sostenitori del criminale Netanyahu.