domenica 31 marzo 2013

CAMILLO LANGONE (SUL QUOTIDIANO LIBERO) HA SBUGIARDATO CERTI DISONESTI E VIGLIACCHI ANIMALISTI I CHE NON HANNO IL CORAGGIO DI ATTACCARE QUESTO PAPA E LO FANNO PASSARE PER ANIMALISTA

ECCO L'ARTICOLO DI CAMILLO LANGONE (non trovabile nella versione internet del quotidiano LIBERO)

Dal 13 marzo stanno tirando Papa Francesco per la talare fin quasi a strappargliela, forzando le sue parole e interpretandole non alla luce del Vangelo ma di alcune ideologie tutte di sinistra o sinistreggianti, che risulterebbero incoraggiate dal nuovo pontificato. Ci ho provato, insieme ad altri valorosi commentatori, a mostrare la differenza fra pauperismo sociologico e povertà evangelica, ma, com'è noto, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e, vista l'inanità dello sforzo, ho deciso di soprassedere.

Adesso però i tiratalari hanno superato il limite: stavolta non hanno interpretato, stavolta hanno inventato. Hanno messo in bocca a Bergoglio parole mai pronunciate e ovviamente l'hanno fatto su internet, il mare magnum dove qualche migliaio di pesci-gonzo che abboccano all'amo lo si trova sempre. L'esca, gettata nelle acque torbide dei siti più irresponsabili, e più allergici alla verifica delle notizie, consiste nel seguente virgolettato: "Papa Francesco: a Pasqua evitate di mangiare carne di agnello o capretto". Essendo ghiotta, pesci-gonzo si sono precipitati in branco, hanno cliccato e, con copia-incolla, l'hanno girata ad amici, parenti e conoscenti, sicché in poche ore la bufala ha dilagato in tutta Italia. Un'amica, che già stava pregustando il pranzo di domenica, mi ha scritto costernata: "non c'è più niente da fare: gli animalisti hanno vinto". Per rassicurarla ho fatto una ricerca scoprendo due siti di cui non voglio fare il nome - non se lo meritano - dove ho letto le stesse identiche parole firmate da due giornalisti (si fa per dire) diversi): "La Lav esulta. Papa Francesco I ha lanciato un appello agli italiani perché 'a Pasqua sostituiscano la carne d'agnello e capretto con menù alternativi'". Le virgolette odorano di panzana lontano un miglio: "menù alternativi"? Quando mai Bergoglio può essersi espresso in questo modo? Vabbè che è piemontese pure lui, vabbè che gli piace il Grignolino, ma non credo sia difficile distinguerlo da Carlin Petrini: il Papa è quello che veste di bianco.

Allora sono andato a vedere sui siti giornalistici anticattolici, Corriere e Repubblica, senza trovarci nulla. E figurarsi se non ci avrebbero intinto il biscotto, costruendo grossi titoli per confondere vieppiù le coscienze. Non pago mi sono diretto verso la fonte ovvero verso il sito vaticano, il possente www.vatican.va che del Papa pubblica le omelie, i discorsi, le lettere, i messaggi, gli angelus, tutto. Mi sono letto per intero gli ultimi testi (il Santo Padre grazie a Dio non è prolisso) e ho spulciato i penultimi avvalendomi dell'efficiente motore di ricerca interno. Risultato? Zero: nessun rinvio a portare in tavola asparagi anziché agnelli, nessunissimo menù alternativo.

Trovo questo episodio significativo e capace di spiegarci almeno tre cose. Prima cosa: l'informazione che non costa nulla vale altrettanto. Seconda cosa: gli animalisti hanno rispetto per gli animali ma non per le persone, non esitando a violentare il pensiero altrui. Terza cosa: in Italia la religione cattolica è un'illustre sconosciuta. Basta sfogliare il Vangelo e la vita di S. Francesco per avvedersi che cristianesimo e vegetarianesimo sono due religioni diverse e incompatibili. Gesù mangiava pesce arrosto, e di buon appetito come si legge nella descrizione della Cena in Emmaus. Inoltre: se avesse ritenuto sbagliato il nutrirsi di proteine animali, sul lago di Tiberiade avrebbe moltiplicato le pere e le lenticchie, non i pesci. Inoltre: il biblista José Miguel Garcia, esperto in aramaico, scavando nel Vangelo di Luca ha scoperto che durante l'Ultima Cena venne servito agnello. San Paolo mangiava qualsiasi cibo ed esortava i discepoli a fare altrettanto, scorgendo nei tabù alimentari un segno di paganesimo e settarismo. San Francesco, che pure parlava agli uccellini, nei giorni di festa pretendeva che in tavola ci fosse carne, come racconta il suo amico e biografo Tommaso da Celano. 
Animalisti e bufalari possono prosperare soltanto nell'ignoranza della Sacra Scrittura. Papa Francesco ha detto che il suo film preferito è il Pranzo di Babette. E cosa si mangia nel pranzo di Babette? Brodo di tartaruga e quaglie arrosto. 

Qui finisce l'articolo di Langone. 


Questo papa, per il disprezzo che merita, per il suo contrabbandare un S. Francesco come amico di tutte le creature, meriterebbe uno sputo in faccia. Che sarebbe  assai meglio dello schiaffo che Sciarra Colonna  diede a Bonifacio VIII passando per questo alla storia. Se sputassi in faccia a papa Francesco, oltretutto, passerei alla storia. Ormai non avrei più alcunché da perdere, anche se il papa si presenta sotto la doppia comoda, vigliacca e contraddittoria veste di vicario di Cristo e di capo di Stato, per cui chi gli sputasse in faccia commetterebbe un reato perché interverrebbe subito anche la legge dello Stato italiano a causa dei fascisti Patti Lateranensi sciaguratamente accolti (anche grazie al comunista Palmiro Togliatti) nella Costituzione italiana. Ma se il papa fosse coerente, come asserito vicario di Cristo, dovrebbe essere contento di essere sputato in faccia. Infatti imiterebbe almeno in parte Gesù, sputato e flagellato prima di essere crocifisso. Ma, si sa, la storia del cristianesimo cattolico è una storia antievangelica, come dimostrano la sua commistione con il potere politico e i suoi loschi traffici finanziari (vedi Ior e tante altre cose). E finalmente, forse, questo papa la smetterebbe di prendere per il culo gli ignoranti facendo predicozze da ignorante prete di campagna. E' un papa che i veri animalisti debbono  sputtanare. Il predecessore, almeno, non diceva stronzate come l'attuale papa perché non era ignorante come lui. Ho già scritto che un Gianfranco Ravasi sarebbe stato un papa migliore, anche per la sua vasta cultura, non soltanto teologica (1). Ma ragioni geopolitiche hanno fatto prevalere quest'individuo, che ha detto di venire "dalla fine del mondo" (la prima stronzata  detta appena eletto papa). 
Ho sentito che nelle mense della Caritas nel giorno di Pasqua non manca la carne d'agnello. Questa è gentaccia che non ricorda nemmeno la frase di San Paolo (Lettera ai Romani, 3, 25) che, riferendosi all'abitudine pagana degli ebrei che credevano di liberarsi dai peccati con il sacrificio degli animali, dice che il sacrificio della croce (del Gesù agnello sacrificale) è bastato una volta per sempre e non era più necessario sacrificare animali. E invece questi pretacci lo vogliono rinnovare ogni anno due volte, il Natale e, soprattutto, la Pasqua. Orride feste di sangue. Odio questa umanità ipocrita che dovrebbe avere il coraggio di uccidere l'agnello se lo vuole mangiare. Essa è la mandante dei macellatori.  Riporto ora quanto scritto dal famoso scrittore 


Guido Ceronetti

Credo che una società capace di festeggiare una data religiosa massacrando a milioni agnelli non debba stupirsi che le siano strappati bambini per immolarli. Agnello e bambino sono correlati. In ogni agnello portato ai macelli puoi vedere la faccia del tuo bambino e nella faccia di ogni bambino gli occhi di stupore e di paura dell’agnello che sta per essere ucciso. Vedi la cronaca di una giornata nei mattatoi di Berlino in Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin: la pagina sulla morte dell’agnello squaderna profondità da meditazione buddista. C’è anche una foto scattata in Francia che circola in cartolina (ora non ce l’ho sott’occhio e non ricordo il nome del fotografo) dove due bruti sorridenti stanno trascinando alle mazze un agnellino tenuto per le zampe anteriori, e l’infinitamente debole creatura è in piedi, riluttante, e a chi somiglia se non a chi ci sta attorno? Se trovate questa immagine collocatela sul frigorifero e mostratela al bambino: «vedi, questo sei tu». 
Chi è migliore? Questo lurido papa primo mandante delle stragi o Ceronetti?
  

(1) Di Gianfranco Ravasi (collaboratore della Domenica de Ilsole24Ore) cerca su Google "Il dilemma dell'onnivoro". Contiene una risposta seria sull'animalismo (su Il sole24Ore del 9 febbraio 2012). Ravasi pose ad una mia lettera (seguita da un lungo commento riferito anche ad altre lettere sullo stesso tema) il titolo "Anche le formiche nel loro piccolo hanno un'anima (peraltro immortale)".  

Dal blog Bailador.org

PRIMA .................E DOPO!!!
PRIMA .................E DOPO!!!

ED ECCO I SOSTENITORI DELLA GRAVE BUFALA INVENTATA DA MICHELA VITTORIA BRAMBILLA (quella con i capelli rossi)

Domenica, 24 Marzo 2013
LA FEDERAZIONE A S. PIETRO PER DIRE GRAZIE AL PAPA E NO ALLA STRAGE DEGLI AGNELLI

sabato 30 marzo 2013

COME E' STATA COSTRUITA LA BUFALA DEL PAPA CHE VIETA L'AGNELLO.

Debbo ricopiare un articolo di Camillo Langone (che si trova solo nel quotidiano cartaceo LIBERO, e non nella versione internet) che spiega come certi animalisti, a cominciare dalla Michela Vittoria Brambilla, abbiano in malafede fatto passare questo papa come autore della frase con cui chiedeva che non si mangiasse agnello. E' proprio vero che la disonestà si unisce alla vigliaccheria di certi cosiddetti animalisti, che si inventano certe cose danneggiando, invece che favorire, la causa dei diritti degli animali (non umani). Hanno usato la mistificazione del Cantico delle creature, a cui si riferiva questo papa, per trarne la conseguenza che il papa aveva invocato che si facesse una Pasqua senza la barbara tradizione di mangiare agnello. Invece a questo individuo non è mai venuto in testa di dire una simile cosa. Solo un gesto eclatante, che spiegherò nel prosieguo di questo articolo, dopo avere riportato l'articolo di Langone, potrebbe privare il papa di un falsa dignità di cui è stato ammantato dagli stessi inconcludenti animalisti manifestanti in piazza S. Pietro. Non bisogna avere rispetto per il papa perché non ne merita alcuno. E' solo un parolaio peggiore del suo predecessore. Al suo vuoto buonismo unisce solo l'ignoranza e la malafede.Ci vorrebbe un nuovo Giacomo Sciarra Colonna per questo papa. Basterebbe fare qualcosa di simile a ciò che Sciarra Colonna fece A Bonifacio VIII.  E per questo passò alla storia.
Riporterò l'articolo di Langone nel prossimo post. 

venerdì 29 marzo 2013

COME SI INVENTA LA MENZOGNA CHE IL PAPA AVREBBE DETTO: NON MANGIATE CARNE D'AGNELLO O DI CAPRETTO

Basta leggere questi siti per scoprire come sia stata inventata questa grande menzogna.
  1. BigHunter Blog - "La chiesa non si occupa di animali"

    www.bighunter.it/Home/.../-La-chiesa-non-si-occupa-di-animali.aspx
    2 giorni fa – "La chiesa non si occupa di animali" ... È dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al ... Ecco qual è la posizione della chiesa.
  2. "La chiesa non si occupa di animali" - Il forum sulla caccia e ...

    www.ilbraccoitaliano.net › ... › Altri argomentiChiacchierando
    6 post - 6 autori
    "La chiesa non si occupa di animali" Chiacchierando. ... È dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti.

    Lo dice anche quella genia di subanimali che sono i cacciatori. Vanno d'accordo col papa. E il suo predecessore ricevette in visita un'associazione di cacciatori. 
  3. Papa Francesco, gli animali e quell'antico filo rosso che unisce la ...

    www.repubblica.it › Esteri
    6 giorni fa – Tutto questo non si è mai tradotto nel riconoscimento di diritti. ... sperare agli amanti degli animali che papa Francesco si riveli portavoce di un ... stampa della Santa Sede si ottiene solo: "La Chiesa non si occupa di animali".

  1. Notizie relative a papa francesco non mangiate carne d'agnello

    1. Papa Francesco: a Pasqua evitate di mangiare carne di agnello o capretto
      ECPlanet ‎- 8 ore fa
      Papa Francesco: a Pasqua evitate di mangiare carne di agnello o capretto ... La sua uccisione per Pasqua non ha alcun fondamento nella ...
  2. La bufala del Papa vegano - Young Blog - You-ng.it

    www.you-ng.it/blog/5633-la-bufala-del-papa-vegano.html
    1 giorno fa – Il Papa nonsi è mai espresso contro la. ... che l'attuale Papa avrebbe esortato i fedeli a non mangiare carne d'agnello a Pasqua: «La Lav esulta. ... Papa Francesco I ha lanciato un appello agli italiani perché “a Pasqua ...
  3. la federazione a s. pietro per dire grazie al papa e no ... - nelcuore.org

    www.nelcuore.org/.../la-federazione-a-s-pietro-per-dire-grazie-al-pap...
    5 giorni fa – Un "grazie" a Papa Francesco per le sue parole in difesa del creato. ... NON COMPRATE E NON MANGIATE CARNE DI AGNELLO O DI ...

giovedì 28 marzo 2013

MALEDETTA CHIESA DEL SILENZIO. MALEDETTO DISONESTO PAPA FRANCESCO

Questo impostore di papa, venuto da un Paese che è il maggiore mangiatore di carne se ne è fregato della manifestazione degli animalisti in piazza S. Pietro durante l'angelus. Va nelle carceri a lavare i piedi dei delinquenti ma nemmeno lui ha il coraggio di rispondere a chi esibiva striscioni protestando contro la solita strage di agnelli durante le feste di sangue del Natale e della Pasqua. Ma chi crede di prendere per il culo presentandosi con quell'aria bonaria non avendo il coraggio di prendere posizione contro l'orrenda ricorrenza della Pasqua? Vi sono almeno sei milioni di vegetariani in Italia, a parte il numero maggiore di animalisti. Di essi questo stronzo di papa non tiene conto. E poi pretende di rivolgersi a tutti quando è lui che dovrebbe imparare a diventare migliore. Le chiese continueranno a svuotarsi sempre di più nonostante le adunate in piazza S. Pietro. Se non è completamente imbecille dovrà rendersene conto.
LA DENUNCIA DI ANIMAL EQUALITY

Così
            vengono macellati gli agnelliniPer Pasqua video choc degli
            animalisti Così vengono uccisi gli agnelli


Il video choc
degli animalisti

di Beatrice Montini
condividi


Ripeto quanto già scrissi in occasione dell'odiosa Pasqua l'anno scorso. 
LA DENUNCIA DI ANIMAL EQUALITY

"La Chiesa inviti i fedeli a rinunciare al sacrificio degli agnelli"

L'appello in una lettera
di Manuela Repetti
e dell'ex ministro Bondi

MANUELA REPETTI E SANDRO BONDI
roma
Caro direttore, approssimandosi la Pasqua, e predisponendoci come credenti a celebrarla nell’ambito della nostra comunità, sentiamo prorompente il bisogno di esternare pubblicamente, sempre con rispetto, una richiesta alla Chiesa.

La festività pasquale rappresenta, per la fede cristiana, la speranza della resurrezione dopo la morte terrena. Di più ancora, il sacrificio della propria vita, della vita di Gesù, per riscattare l’umanità dal peccato originale. Questa testimonianza d’amore, la partecipazione divina all’umano dolore degli uomini, costituisce la promessa, grazie alla fede, di una vita ultraterrena.

Il simbolo del sacrificio dell’agnello nella tradizione pasquale ha una storia antica: dall’ebraismo fino al cristianesimo.
Si tratta, in effetti, soltanto di un simbolo che non fa certamente parte del corpo dottrinario irrinunciabile del cristianesimo, che si riassume, come ci ricorda la Pasqua, nel principio fondamentale dell'amore di Cristo per gli uomini.
In fondo, l’agnello rappresenta al tempo stesso il simbolo dell’estrema tenerezza, dell’infinita dolcezza e dell’assoluta innocenza.

Proprio per questo, il rito del sacrifico dell’agnello che ogni anno si celebra in occasione della Pasqua cristiana, e che si traduce nell’uccisione di migliaia e migliaia di agnelli davvero innocenti e incolpevoli al fine di allietare le nostre tavole imbandite, è diventato un inutile e orribile massacro.
Per questo confidiamo che la Chiesa abbia il coraggio di invitare i propri fedeli a evitare il sacrificio degli agnelli per celebrare la Santa Pasqua.

Perché l’amore di Dio non si festeggia attraverso la morte, di qualunque essere vivente si tratti.
Il valore di una fede autentica, profondamente spirituale e rispettosa di tutto il creato, ne sarebbe accresciuto, e la Chiesa tutta ne sarebbe avvantaggiata da una prova di grande umanità.
E ORA GUARDATE QUESTA IMMAGINE. MALEDETTI COLORO CHE SONO PRIVI DI COSCIENZA. LA LORO VITA VALE MENO DI QUELLA DI UN ANIMALE NON UMANO
Posted in Category: Cibo e tradizione
Agnellino disperato, già marchiato per essere venduto come “Abbacchio Pasquale”, che tenta di scavalcare la recinzione e tornare dalla sua mamma.
Come si fa consapevolmente a mangiare un agnellino solo perché qualcuno ti dice che è tradizione?
No comment!
:(

Tratto da: Cibo E Tradizione | AutodifesAlimentare.it http://www.autodifesalimentare.it/blog/category/cibo-e-tradizione#ixzz1qcUujCoN
© Autodifesalimentare.it è un Progetto A.C. I FEEL GOOD
Articolo di Sussanna Tamaro (dal sito La coscienza degli animali)

la storia

Il pianto degli agnelli e il dolore del mondo

la storia
Il pianto degli agnelli e il dolore del mondo
La Pasqua si avvicina. Gli scaffali dei supermercati sono un trionfo di uova di cioccolata di ogni dimensione, di colombe con tutte le possibili varianti — con uvetta, senza uvetta, ricoperte di cioccolata, con lo zabaione — per accontentare i gusti più stravaganti. Da qualche anno poi, alle più tradizionali colombe, si sono affiancati dolci a forma di campane e di agnelli, anche questi in svariate versioni. Per chi vive in campagna, e ha lo sguardo abituato ad osservare ciò che succede nella realtà circostante, la Pasqua è quel momento in cui le gemme sui rami iniziano a ingrossarsi e i peschi e gli albicocchi, spesso temerariamente, schiudono i loro fiori. Le prime lucertole si svegliano e il loro fruscio si sente in prossimità dei muretti mentre le uova dei rospi, avvolte a migliaia da una lunga collana gelatinosa, ondeggiano tra le piante dei laghetti. Nel sottobosco spuntano le primule, le violette, i crochi, le pervinche e il mesto pigolio invernale degli uccelli si trasforma nella grande sinfonia che prelude al corteggiamento.
Il periodo che precede la Pasqua è il periodo in cui la vita si muove nuovamente verso la sua pienezza e, con questa sua forza oggi così poco compresa, spinge anche noi a rinnovarci, ad abbracciare con una nuova visione lo scorrere incerto della vita. Anche molti animali partecipano a questo rinnovamento. La maggior parte dei capretti e degli agnelli nascono con la luna piena di febbraio e, dopo i primi giorni di timidezza trascorsi zampettando dietro l'ombra rassicurante della madre, si lanciano in corse scatenate con i coetanei del gregge. Chi non ha mai visto gli agnellini giocare, non avrà mai un'immagine chiara della gioia che può pervadere la vita. Si inseguono in gruppi, sterzano, cambiano direzione, saltellano sulle zampe anteriori e posteriori, se c'è un punto più alto nel pascolo, una roccia, un tronco abbattuto, un fontanile, fanno a gara a saltarvi sopra e questo per loro è il massimo divertimento, e poi di nuovo riprendono a rincorrersi, ogni tanto si affrontano e si caricano a testate, simulando l'età adulta. Poi le madri li richiamano, e allora è tutto un correre, un raggiungere con misteriosa abilità, tra la folla del gregge, la propria genitrice, uno spingere con testa, un vibrare di codine soddisfatte. Sul pascolo scende allora il tenero silenzio della poppata. Ma poi un giorno, poco prima della Pasqua, mentre gli agnellini pan di spagna sorridono invitanti sui banchi dei supermercati, nelle campagne arrivano i furgoni e caricano i piccoli delle pecore e delle capre. La gioia se ne va dai pascoli e subentrano gli strazianti belati delle madri che per tre giorni corrono incredule da un lato all'altro chiamando a gran voce le loro creature con le mammelle gonfie di latte. Poi, dopo tanta agitazione, sulle campagne scende il silenzio e i pascoli tornano ad essere delle distese brulle in cui i corvi zampettano tra le madri svuotate dal dolore. Intanto gli agnellini, avvolti nel cellophan, sono arrivati nei banconi dei supermercati: interi, a pezzi, o solo la testa, che pare sia una prelibatezza. Non posso non sussultare quando vedo, schiacciati dalla pellicola, quegli occhi opachi e quei dentini che già strappavano la prima erba.

«L'agnello» (1913) del pittore tedesco Franz Marc (1880-1916) considerato uno dei padri fondatori del movimento «Der Blue Reiter»
«L'agnello» (1913) del pittore tedesco Franz Marc (1880-1916) considerato uno dei padri fondatori del movimento «Der Blue Reiter»
L'altro giorno mi ha chiamato un'amica che lavora vicino al mattatoio. «Mi sono messa i tappi, ma non serve a niente. Vengono scaricati ogni giorno, a centinaia, e urlano con voci da bambini, disperate, rauche, in preda al terrore, ma, a parte me, nessuno sembra farci caso. In fondo ogni anno è così. È la vita, è la tradizione, è Pasqua e questo è il rumore della Pasqua». Già, perché la Pasqua è soprattutto un pranzo tradizionale, una mangiata di quelle che si fanno di rado, con l'abbacchio trionfante in mezzo alla tavola, un abbacchio ridotto a prelibatezza culinaria, a segno di una cultura gastronomica mai tradita, spogliato da ogni valenza che superi il tratto gastrointestinale. Ma in quei belati, in quelle urla, in quella vita che è pura innocenza, non è forse celata la domanda più profonda sul senso dell'esistere? Perché la morte irrompe e devasta, senza guardare in faccia nessuno. Nella nostra società così asettica e così impregnata di onnipotenza, lo dimentichiamo un po' troppo spesso, ma dimenticare l'ingombrante presenza della morte vuol dire abdicare, fin da principio, al senso della vita. Quando la morte scende su uno dei miei animali, gli altri fanno dei lunghi giri per non avvicinarsi al corpo, per non guardarlo e, per qualche giorno, il loro comportamento cambia, diventa stranamente assente, come se qualcosa, al loro interno, all'improvviso avesse cominciato a vibrare in modo diverso. La contemplazione della morte non può non provocare un profondo senso di timore, timore per quell'occhio brillante che improvvisamente diventa opaco, per quel vivo tepore che si trasforma in fredda rigidità. È per questa ragione che tutte le culture dell'uomo hanno sviluppato dei rituali di macellazione per rendere questo passaggio meno temibile — temibile per l'animale, ma temibile soprattutto per noi, temibile per la potenza evocativa racchiusa nel sangue che scorre. Ma in una società come la nostra, totalmente profana, in cui nulla è più sacro e gli unici timori concessi sono legati alla materia, la catena di morte del macello non è che una realtà tra le altre. Le urla degli agnelli sono un rumore di fondo, uno dei mille rumori che frastornano i nostri giorni. E forse non sapere ascoltare questo lamento è il non saper ascoltare tutti i lamenti — i lamenti delle vittime delle guerre, dei malati, dei bambini torturati, uccisi, delle persone seviziate, abbandonate, dei perseguitati, di tutte quelle voci che invano gridano verso il cielo. È anche il non saper ascoltare il nostro lamento, di persone sazie, annoiate, risentite, incapaci di vedere altro orizzonte oltre quello del nostro minuscolo ego, incapaci di interrogarci, di affrontare le grandi domande e di accettare il timore che, da esse, inevitabilmente deriva. Sdraiati sul comodo divano della teodicea, continuiamo a ripetere che Dio non può esistere perché permette il male degli innocenti e questo assunto ci placa, ci quieta, ci mette dalla parte della ragione, proteggendoci dall'insonnia delle notti e dall'angoscia straziante del dolore del mondo. Quanti orrori — e quanti errori — derivano da quest'immagine di Dio onnipotente, da quest'idea di un Dio con la barba, seduto su una nuvola, parente stretto di Zeus, con i fulmini in mano, pronto a scagliarli sugli empi della terra. L'onnipotenza di questa società ipertecnologica, non deriva forse proprio da questo? Dio non è onnipotente, come ci aveva promesso, e dunque diventa nostro compito assumerci l'onnipotenza, raddrizzare le cose storte in cose dritte, creare il paradiso in terra, un paradiso in cui la giustizia finalmente trionfa, grazie alle nostre leggi. Il paradiso in terra però, come già abbondantemente ci hanno mostrato le tragedie del Novecento, ben presto si trasforma nel suo opposto perché, quando l'uomo crede di agire unicamente secondo i principi assoluti della ragione, sta già srotolando un reticolato e prepara potenti luci al neon per illuminare ogni angolo della prigione.
Forse il pianto delle migliaia di agnelli immolati per routine consumistica in questi giorni non è che il pianto di tutti i milioni di vite innocenti che ogni giorno in modi diversi, da che mondo è mondo, vengono stritolate dal male. E quel pianto che si alza verso il cielo senza ottenere risposta, ci suggerisce forse che il passaggio, la vera liberazione — la vera Pasqua — è proprio questa. Sapere che Dio non è onnipotente, ma, come Agnello, condivide la stessa nostra disperata fragilità. E solo su quest'idea — sull'idea che condividiamo la fragilità, che le tue lacrime sono le mie e le Sue sono le nostre — si può immaginare un mondo che non scricchioli più sotto il delirio dell'onnipotenza ma che si incammini nella costruzione di una vera umanità.
Susanna Tamaro
28 marzo 2010


HA RAGIONE BATTIATO CONTRO UN CROCETTA CHE PROPRIO DI DONNE, E DUNQUE ANCHE DI TROIE, NON SE NE INTENDE

Battiato ha detto la verità. Se si salvano tipe come la Rosy Bindi ("più bella che intelligente", disse di lei qualcuno) nella passata legislatura (ma in parte anche nella presente: vedi Lara Comi) la presenza fisica è stata una condizione dell'elezione in parlamento. Crocetta, notoriamente uno che preferisce gli uomini alle donne (e dunque un culorotto), al di là di tutte le sue buone intenzioni politiche, è l'ultimo che possa parlare di donne. Quanto al licenziamento di Zichichi, Crocetta sapeva bene che Zichichi era impegnato al CERN di Ginevra e dunque poteva fare solo qualche comparsa a Palermo. Doppio errore: di Zichichi e di Crocetta. Di Crocetta che sapeva anche che Zichichi è favorevole da sempre alle centrali nucleari, mentre il M5S che lo appoggia è contrario. Di Zichichi perché avrebbe dovuto rifiutare l'incarico di assessore sapendo di avere impegni gravosi come scienziato fuori della Sicilia. 

   

lunedì 25 marzo 2013

FRANCESCO ALBERONI: VECCHIO ROTTAME DEL CATTIVO NOVECENTO

Ho lasciato questo commento nel sito del vecchio noto venditore di fumo Francesco Alberoni. Uno che ha fatto soldi scrivendo stronzate in libri in catena di montaggio sull'amore e l'innamoramento.  
 Dal quotidiano IL GIORNALE
Tutti coloro che sono fuori dal M5S devono essere considerati dei potenziali nemici. Nei movimenti totalitari vale la regola che chi non è con me, è contro di me

QUESTO IL MIO COMMENTO INVIATOGLI


Lei non si rende conto di essere il bue che dice cornuto all'asino. Senza offendere i simpatici e mansueti asini che adoro. E' lei un rottame di una vecchia politica che non ha alcuna percezione della realtà. Lei deve la sua notorietà a libri e ad articoli superficiali indirizzati alla massa ignorante. Se non ha percepito il significato della rivolta di 8 milioni e mezzo di voti contro partiti corrotti servi di una economia finanziaria, che ci hanno privato anche della sovranità monetaria, con una Costituzione antidemocratica blindata con l'art. 138 che impedisce un referendum propositivo senza quorum (voluto da Grillo) in modo da scavalcare la palude fetida di un parlamento dei partiti, che nulla hanno fatto, tra l'altro, per riformare l'ordinamento giudiziario e introdurre la responsabilità personale dei giudici, canaglie che si sottraggono al principio "La legge è eguale per tutti", allora significa che lei è un gran testa di cazzo, di cui mi accorsi quando circa 30 anni fa venne nella Facoltà dove insegnavo (storia della filosofia) per tenere la solita conferenza sul solito tema dell'innamoramento. Ciò che ho scritto lo riporterò nel mio blog pietromelis.blogspot.com.    

LETTERA AL CORAGGIOSO E COERENTE MAGDI ALLAM

Ho lasciato nel blog di Magdi Allam (Io amo l'Italia) la seguente lettera. Per chi non lo sapesse Magdi Allam è costretto a vivere sotto scorta da quando si convertì al cristianesimo perché considerato un traditore dell'Islam. Infatti nello stesso Corano è prevista la pena di morte per coloro che nati in famiglia islamica si convertano ad altra religione o siano non credenti. In effetti Magdi Allam non fu mai un islamico.  
Caro Magdi ALLAM
tutta la mia solidarità per il suo gesto coerente. Ma sapeva prima della sua conversione che papa Giovanni Paolo II andò a pregare nella moschea di Damasco e Benedetto XVI andò a pregare in altra moschea di Costantinopoli. Ed io mi sono domandato: quale Dio pregavano in una moschea? Non certamente Allah. Purtroppo questo abbassarsi ad entrare in una moschea era dettato da ragioni solo politiche. Il cristianesimo oggi è sotto persecuzione negli Stati islamici, dove non vi è libertà religiosa. Il criminale Bush ha portato alla sciagurata impiccagione del laico Saddam Hussein, che proteggeva i cristiani e aveva come vice primo ministro il cattolico di rito caldeo Taraq Aziz che altri criminali vorrebbero impiccare. Sparito Saddam Hussein i cristiani in Iraq sono fuggiti o vivono quasi nascosti. Da un milione e mezzo si sono ridotti a 200.000. In Nigeria incendiano le chiese. In Siria lo squinternato Occidente vorrebbe la caduta del laico Assad in una Siria dove i cristiani sono stati sempre rispettati. Se cade Assad sarà la vittoria del peggiore islamismo. Coloro che combattono Assad sono solo terroristi manovrati da Al Qaeda. Brutto futuro si prospetta dopo Assad. E un Occidente pazzo vorrebbe la sua caduta invece di aiutarlo. Altro che primavera araba. INVERNO ARABO. Gli Stati islamici non si possono permettere la democrazia perché è il cavallo di Troia della  shari'a. In Egitto i cristiani copti stavano tranquilli sotto Mubarak. E non venivano perseguitati in Libia sotto Gheddafi. Perché non vi è stata la cosiddetta primavera araba in Algeria? Perché comanda un governo militare che, annullando le elezioni, impedì la vittoria "democratica" di coloro che avrebbero voluto imporre la legge del Corano. Come ho sempre scritto nei miei libri, non può esistere un Islam moderato perché non esiste un Corano moderato. E' da disonesti cercare di utilizzarele parti del Corano dove non si parla di violenza. Il Corano per gli imbecilli che vi credono è un testo che, al contrario della Bibbia cristiana (ritenuta ispirata e non dettata da Dio) è ritenuto essere un libro dettato direttamente da Allah, un libro eterno, per cui nessuna parola può essere tolta. Lo si deve dire chiaramente a quegli ignoranti o disonesti che propagandano la pace religiosa, che si risolve in una persecuzione dei non islamici (cristiani e non credenti, agnostici come me). Questo significa arrendersi all'Islam, che con l'emigrazione e la politica dell'accoglienza, rappresenta un pericolo assai maggiore dell'invasione armata. Perché l'invasore armato si presenta apertamente come nemico. Con l'emigrazione il nemico disarmato è ancora più pericoloso perché non si presenta con la faccia del nemico pur essendolo. E aspetta che il suo numero aumenti per dettare legge in casa degli altri. Il Corano è un testo che predica la violenza sino all'omicidio di massa. Legga il mio florilegio del Corano nel mio Blog (in data 20 ottobre 2009). Ho raccolto tutte le frasi che predicano la violenza contro ebrei e cristiani sino a giustificare l'amputazione delle mani e dei piedi e la crocifissione per coloro che "corrompono la terra". E oggi l'Occidente è il grande Satana che corrompe la terra. Messe insieme tutte queste frasi fanno un effetto tremendo. E quando scrivo che le moschee dovrebbero essere poste fuori legge (art. 8 della Costituzione) perché covi di propaganda della violenza armata mi sento dire che sono io il terrorista. Lo diffonda per piacere. Io non ho la sua voce in capitolo. Bisogna far capire alla gente che il Corano è la più grande disgrazia della storia. Partorito da un analfebeta che si portava dietro uno scriba a cui dettava  le sue allucinazioni o imposture dicendo che gli venivano dettate da Allah tramite l'arcangelo Gabriele. Roba da manicomio. E vi sono un miliardo e 200 milioni di pazzi che vi credono. Ho cercato di mettermi direttamente in contatto con lei ma non sono riuscito a trovare un suo indirizzo. Le lascio il mio..... 

Da Il FATTO QUOTIDIANO

Magdi Allam lascia la Chiesa
'Legittima l'Islam e difende gli immigrati'

Magdi Allam lascia la Chiesa 'Legittima l'Islam e difende gli immigrati'
L'ex vicedirettore del Corriere della Sera era stato battezzato da Ratzinger nel 2008. Crede che l'Europa sarà sopraffatta dalla religione musulmana "se non metterà al bando il Corano per apologia dell’odio" e condanna la "Papalatria" e il relativismo


Magdi Cristiano Allam: «Lascio la fede cattolica»

Il giorno in cui si convertì davanti a Benedetto XVI

domenica 24 marzo 2013

PIETRO GRASSO: VOLUTO DA BERLUSCONI CON CONCORSO TRUCCATO COME PROCURATORE GENERALE ANTIMAFIA. E ORA SE LO TROVA CONTRO

Mi limito a riferire quanto si legge in un articolo di Travaglio su IL FATTO QUOTIDIANO. Inviato a pietro.grasso@senato.it

Se ciò che Travaglio scrive è vero bisogna dire che questo Pietro Grasso, ora divenuto immeritatamente presidente del Senato eletto da una minoranza, ha sfruttato la sua retorica inconcludente dell'antimafia per fare carriera in politica. E' bene che anche questo individuo venga spazzato via, come la Boldrini, dalla politica. Rimaniamo in attesa del duello Travaglio-Grasso, il quale, anche per il solo fatto di dover scendere al livello di un duello televisivo, dopo essere voluto intervenire da cretino nella trasmissione di Santoro, cadendo così in una trappola, si è già ulteriormente squalificato. Squalificando anche la presidenza del Senato. Pertanto il vincitore potrà essere solo Travaglio.

Questa mattina sul Fatto Quotidiano è stato pubblicato l’articolo di seguito cui era seguita la replica di Corrado Formigli sul suo blog.
Siccome sulla polemica del presidente del Senato Piero Grasso si è subito attivata la macchina della disinformazione, è il caso di mettere qualche altro puntino sulle i. Sul merito del duello. Finale di Champions League, poniamo, tra Juventus e Barcellona. All’ultimo momento l’Uefa cambia le regole e stabilisce che la Juve non può giocare. Anziché rifiutarsi di disputare la partita senz’avversario per un elementare principio di sportività, il Barça scende ugualmente in campo da solo, tira 90 volte (una al minuto) nella porta vuota, vince 90 a zero e si aggiudica la coppa. Alle comprensibili proteste della Juve, giocatori, dirigenti e tifosi del Barcellona rispondono che sì, in effetti, cambiare le regole del gioco all’ultimo momento non è stato il massimo. In ogni caso la loro vittoria è valida, dunque ritirano il trofeo e se lo portano a casa. L’indomani, sui giornali, si legge che la finalissima è stata comunque regolare: infatti chi ci assicura che la Juventus, se avesse potuto battersi contro il Barcellona, avrebbe vinto la partita?
La stessa cosa accade nel concorso del 2005 al Csm per il posto di procuratore nazionale antimafia: i candidati sono due, Grasso e Caselli, ma all’ultimo momento il governo Berlusconi fa tre leggi che vietano a Caselli di concorrere, così vince l’altro, unico candidato rimasto: Grasso. Il quale, anziché ritirare la sua candidatura finché la Consulta non abbia cancellato quelle norme incostituzionali, non dice una parola, rimane in corsa da solo e incassa la poltrona. Gli piace vincere facile. Quando poi la Consulta fulmina le norme incostituzionali, Grasso riconosce che, certo, non erano proprio il massimo. Pazienza, cosa fatta capo ha. In un paese serio quella macchia indelebile sporcherebbe per sempre il curriculum di Grasso e tutti si domanderebbero cos’abbia fatto per guadagnarsi quell’abuso di potere illegale da parte del governo Berlusconi.
Invece ancora ieri, sui giornali, era tutta una gara a minimizzare lo scandalo, con la decisiva argomentazione che non è affatto detto che Caselli, se avesse potuto giocare la partita, avrebbe prevalso su Grasso. Anzi, secondo Claudia Fusani dell’Unità, è certo che avrebbe vinto comunque Grasso. La prova? L’ultima legge anti-Caselli fu approvata il 30 luglio 2005, mentre già il 12 luglio la commissione Incarichi direttivi del Csm aveva tributato 3 voti a Grasso e 2 a Caselli. Già, peccato che dovesse ancora pronunciarsi il Plenum, dove capita spesso che la maggioranza raggiunta in commissione venga ribaltata. E in ogni caso il Csm già sapeva che, votando Caselli, avrebbe scelto un candidato che di lì a poco sarebbe stato escluso per legge, oltre a sfidare apertamente il governo in carica. Dunque la prova Fusani è una panzana. Anche il Corriere della Sera accenna alla prova che non prova nulla, con lo sragionamento di cui sopra: “Non c’è la prova che, se Caselli fosse rimasto in gara, il Csm avrebbe scelto lui e non Grasso”. Scusate, ma se era così scontato che il Csm avrebbe scelto Grasso anche senza le leggi anti-Caselli, perché mai il governo B. varò ben tre leggi in sei mesi per escludere Caselli?

LAURA BOLDRINI: UNA PAZZA ALLA PRESIDENZA DELLA CAMERA

Ho lasciato il seguente commento nel blog di Beppe Grillo.
Inviato anche alla Boldrini (boldrini_l@camera.it). 

Questa Boldrini mi fa schifo. Se avesse avuto un poco di dignità avrebbe rifiutato l'elezione ottenuta solo grazie ad una legge elettorale truffa che ha permesso al PD e a Sel di avere 340 deputati con il premio di maggioranza, pur rappresentando meno del 30% degli elettori. Ha avuto solo 327 voti, meno dei 340 teorici previsti della sua coalizione. Ma quella poltrona le porterà sfortuna.L'ha già portata a Pivetti, Bertinotti, Casini, Fini. Tutti finiti. Scomparsi. E questa accampa benemerenze che non ha. E fa anche la mitologia dell'Europa cosiddetta unita, che non ci sarà mai perché non può esserci. Non si possono mettere insieme economie reali cosi diverse aggiungendo la disgrazia dell'euro, su cui bisogna incominciare a studiare per vedere come uscirne. Questa donna è una deficiente che vive solo dei soliti miti. E confonde la morale con il diritto. Mentre scrivo sta facendo alla squallida trasmissione dello squallido personaggio di regime Fabio Fazio l'elogio della globalizzazione e dell'emigrazione, che io chiamo invasione. Vuole anche il diritto di cittadinanza per tutti quelli che sono nati in Italia da stranieri. Non rendendosi conto delle tremende conseguenze. Infatti avremmo un'invasione di donne incinte o pronte a farsi mettere incinte in Italia. E poiché non potrebbero separarsi i genitori dal neonato si dovrebbe estendere la cittadinanza anche ai genitori, venuti qui allo sbando senza lavoro. Peggio ancora se sono musulmani. Aumenterebbe così la popolazione e conseguentemente l'esercito dei disoccupati che servono come "esercito di riserva" (Marx) per mantenere bassi i salari. Bisogna liberarci al più presto di questa pazza. Ripeterò ciò nel mio blog. pietromelis.blogspot.com.   
Questa pazza ha avuto l'incoscienza di dire che bisogna amare le istituzioni. Se si tratta di una istituzione come quella da lei presieduta direi, piuttosto, che bisogna averne schifo.       

PAPA FRANCESCO HA SBAGLIATO FRANCESCO. AVREBBE DOVUTO SCEGLIERE UN ALTRO S. FRANCESCO

Pubblicato il 25 marzo nel forum Animali e dintorni del Corriere della sera.it
Sono profondamente amareggiato. Tutti esultano per il nuovo papa. Io non esulto affatto. Innanzi tutto proviene da un Paese che ha la maggiore popolazione carnivora sulla Terra. E credo che non si sia sottratto alla tradizione dell'Argentina. Altro che dire che ballava il tango da giovane! Continuerà il silenzio della Chiesa del silenzio. Il predecessore Benedetto XVI prese il nome da S. Benedetto, fondatore di un ordine in cui vigeva il divieto (IV regola) di mangiare carne.  Al pari (credo) di tutti i suoi predecessori di nome Benedetto nemmeno lui fu coerente con la regola benedettina.  
Ora, il nuovo papa ha scelto il nome Francesco riferendosi a Francesco d'Assisi. Ma si sa che Francesco d'Assisi non era vegetariano. Alcuni confratelli gli proposero che si passasse alla dieta vegetariana. Ma il "poverello" (di spirito, aggiungo io) rispose da autentico cretino che solo i ricchi potevano scegliere di che mangiare. 
Risposta veramente stupefacente quando si pensi che proprio i ricchi erano quelli che più mangiavano carne, che i poveri raramente potevano permettersi. Dunque non mi aspetto alcunché di nuovo dal nuovo papa, che ha scelto il nome  riferendosi a Francesco d'Assisi, per incantare gli scemi. Il suo Cantico delle creature è una grande mistificazione perché le creature sono intese tutte al servizio dell'uomo secondo la concezione biblica. Leggere il racconto ridicolo del suo confratello frate Ginepro che si scusò con un maiale prima di tagliarli una zampa per sfamare un ammalato che aveva espresso il desiderio di mangiare uno zampone. Francesco lo rimproverò solo per il fatto di avere danneggiato il proprietario del maiale. Incredibile. E questo sarebbe stato il santo che amava tutte le creature. Sì, anche per mangiarle. 

Vita di Frate Ginepro

www.classicitaliani.it/francesco/vita_frate_Ginepro.htm
I fioretti di san Francesco, e il Cantico del Sole, con introduzione di Adolfo Padovan e 8 tavole, terza edizione annotata, riletta e migliorata, Ulrico Hoepli editore ...

Ho già scritto in precedente articolo che avrei preferito come  papa Gianfranco Ravasi, anche se non so se sia vegetariano. Ma la sua ampia cultura, non solo  teologica, ne avrebbe fatto un papa certamente migliore perché sensibile al tema dei diritti degli animali, dati i sui precedenti articoli su questo tema.
Sono prevalsi gli interessi geopolitici. L'attuale papa avrebbe dimostrato di essere migliore se avesse fatto riferimento ad un S. Francesco assai migliore di quello di Assisi. Si tratta di S. Francesco da Paola (1416-1507), pur francescano. Fu addirittura vegano rifiutando anche prodotti animali. E visse ben 91 anni (un'età assai rara per quei tempi). Per questo è il santo protettore dei vegani. Quello di Assisi visse solo 44 anni. Né bisogna dimenticare che il "poverello" approvò lo sterminio dei Catari programmato nel 1209 dal papa Innocenzo III perché considerati cristiani eretici. Essi rifiutavano l'Antico Testamento perché ritenevano fosse stato dettato dal demonio ed accettavano solo i Vangeli, ed erano anche vegani perché rifiutavano, non solo di mangiare carne, ma anche tutti i prodotti animali. Molti francescani furono (con i domenicani) i più accaniti sostenitori del tribunale spagnolo dell'Inquisizione e delle migliaia di torture e di condanne al rogo nella caccia alle "streghe" e agli "eretici". Che la gente lo sappia o se lo ricordi al di là di tutta la retorica che si fa sulla scelta del nome Francesco da parte dell'attuale papa.  
Ora si avvicina la tremenda ricorrenza della Pasqua di sangue di strage di agnelli. E questo papa conserverà il silenzio sul rito orrendo dell'agnello sacrificale.
In un telegiornale ho visto appena (perchè ho subito distratto lo sguardo da altra parte)dei poveri agnelli appesi in gruppo ad una bilancia per calcolarne il peso al fine di valutarne il prezzo di vendita prima di essere poi caricati (suppongo) su un camion per essere avviati al mattatoio. Il servizio del telegiornale era molto critico da parte di un intervistato animalista. Ho appena fatto in tempo a leggere il suo nome e cognome. Che ora non ricordo. Qualcuno che abbia visto il servizio mi aiuti a sapere chi fosse l'intervistato per potergli scrivere. 
MALEDETTA CHIESA DEL SILENZIO. CHE IL SANGUE DEGLI INNOCENTI RICADA SUGLI ASSASSINI.  
            

venerdì 22 marzo 2013

PIETRO MENNEA: FU VERA GLORIA? AI PRESENTI LA NON ARDUA SENTENZA

Sono diviso tra la commozione per la figura UMANA di Mennea e l’inutilità della sua vita (pur con quattro lauree). Che contributi ha dato in pratica al miglioramento dell’umanità? Questa è la domanda da porsi. Vi sono ricercatori che nell’oscurità del laboratorio, e pur privi di fama, portano avanti la ricerca scientifica per migliorare la vita di tutti. Anche se l’industria alimentare è oggi la peggiore nemica della salute. Vale di più uno di questi oscuri ricercatori o Mennea? Mi pongo anche questa domanda: è possibile che tutti gli innaturali sforzi a cui Mennea ha sottoposto il suo fisico con allenamenti massacranti gli abbiano logorato il fisico sino a diminuirgli le difese immunitarie contro il cancro (pare al cancreas)? Chissà che cosa ha mangiato per irrobustire il fisico! Stanotte a “Porta a Porta” vi era Veronesi (quasi novantenne e vegetariano). Ha detto che i vegetariani vivono più a lungo e che le proteine possono ricavarsi dai legumi. Riporto ora un lungo passo tratto dal mio libro “Io non volevo nascere”.
Appartengono alla quarta categoria (dei semiuomini) tutti coloro che vivono da parassiti nel mondo effimero dello spettacolo da intrattenimento, che non si eleva al livello dell’arte, che è creatività, complice una TV diseducativa che rincorre soltanto l’indice di ascolto. A questa categoria appartiene anche quasi tutto il mondo del cinema, che produce ormai roba da buttar via e che non rimarrà certamente nella storia del cinema. Vi appartiene anche il mondo della musica leggera (quando non raggiunga il livello di una arte minore, ammesso che si possa parlare d’arte, se pur minore, e non di artigianato, nel campo della musica leggera) con tutti i suoi falsi miti, che riescono a radunare masse di ebeti urlanti ed applaudenti, che si annoierebbero a morte ascoltando Bach o Wagner. Di questa gente bisogna avere un assoluto disprezzo. Vi appartengono anche i calciatori (parassiti che si arricchiscono grazie agli imbecilli che pagano per vedere una partita sul campo o alla TV.), come anche quelli dediti ad altre discipline sportive, che si rovinano la giovinezza e la salute sottoponendosi a sforzi muscolari che sono innaturali. Le Olimpiadi sono il pietoso spettacolo di una umanità inutile dedita alla ricerca di primati del corpo, e non della mente. Le discipline sportive non apportano certamente alcun contributo al miglioramento spirituale e materiale della vita umana. Includo nella stessa categoria anche il mondo della moda, che pretende di essere creatività, mentre è soltanto superficialità dedita all’arricchimento. Vi includo anche tutti coloro che vivono per arricchirsi, compresi i grandi industriali, che apparentemente sono dei benemeriti quando siano stati capaci di creare una grande impresa creando posti di lavoro. Ma il loro fine è l’arricchimento e la ricerca del potere, non certamente quello di migliorare la condizione sociale dei lavoratori. Essi, inoltre, sfruttano le idee altrui (scientifiche e tecnologiche) per il miglioramento della produzione. In generale, con poche eccezioni, non si arricchiscono coloro che hanno idee, ma coloro che hanno capitali per acquistarle. Vi appartengono anche quasi tutti i politici che formano la palude dei parlamenti, a cui arrivano per sete di poltrone e non per capacità, essendo marionette manovrate dai capi dei partiti, pronte a votare secondo disposizioni che vengono dall’alto, senza nemmeno conoscere i testi delle leggi che stanno votando

giovedì 21 marzo 2013

CHI VUOLE UN GOVERNO BERSANI VUOLE LA PAZZIA. PENSIONE DI REVERSIBILITA' PER I CULI ROTTI E CITTADINANZA PER CHIUNQUE NASCA IN ITALIA DA STRANIERI

Non mi dilungo più di tanto. Ho già trattato a lungo di questi due argomenti. Ne riassumo le conseguenze. Fallimento dell'INPS che dovrebbe pagare le pensioni di reversibilità a tutte le coppie di fatto (etero e omosessuali) che per puro interesse decidessero di figurare come viventi in coppia con falsa comune residenza (pur non vivendo insieme perché conservanti diverso domicilio). Così zio/a e nipote, nonno/a e nipote e così via. 
Con la cittadinanza a chi nasca in Italia da stranieri vi sarebbe un'invasione di donne incinte o pronte a farsi mettere incinte. Aumenterebbe la popolazione e la concorrenza per i posti di lavoro. E conseguentemente la disoccupazione. Ecco che significa un governo che attuasse il punto 7 del programma partorito dalla follia PD di un Bersani. Non ho altro da aggiungere.

mercoledì 20 marzo 2013

CAMBIARE L'ART. 67 della COSTITUZIONE CHE ESISTE PER FAVORIRE LA CORRUZIONE CON LA COMPRAVENDITA DEGLI ELETTI

Bisogna obbedire alla propria coscienza o alle direttive di un partito? La domanda è mal posta. Chi si iscrive ad un partito o è da esso eletto deve sapere che cosa accetta. Infatti io ho continuato a non votare nemmeno per Grillo perché voglio sapere prima se manterrà la parola soprattutto circa il referendum propositivo senza quorum che è il punto veramente rivoluzionario del suo programma, perché con tale referendum si salta la palude del parlamento dei partiti. L'obiezione di coscienza può valere solo per le questioni che stanno fuori dei punti del programma di un partito. Vi sono venti punti del programma di Grillo. O si sta dentro esso o se ne sta fuori. Esiste anche un regolamento interno che vieta, per esempio, di partecipare a quelle trasmissioni che appaiono un mercato dove le voci si sovrappongono ed ognuno dà addosso all'altro. Rimpiango le vecchie tribune elettorali (con Ugo Zatterin o Vittorio Orefice) dove i contendenti parlavano uno alla volta senza che fosse permesso di interromperlo essendogli permesso di replicare alla fine. Chi viola il divieto di partecipare a queste ormai squallide trasmissioni viola il regolamento interno. Qui non si tratta di essere servitori di Grillo, ma servitori di un programma. Chi lo viola VENGA ESPULSO E BASTA. Mi è giunta la voce da un amico indiretto di Roma che i traditori che hanno votato Grasso hanno ricevuto 500 mila euro quale ricompensa del loro tradimento. Ecco perché il voto segreto deve sparire. Il voto segreto, come l'art. 67, è stato concepito per favorire i tradimenti. Ognuno deve assumersi pubblicamente la responsabilità delle sue scelte. Altrimenti continueranno ad esistere i vari Scilipoti, Razzi, De Gregorio e via dicendo. E si badi che il tradimento non è un reato. Lo prevede tacitamente lo stesso art. 67. Infatti i giudici di Napoli hanno riconosciuto l'infondatezza dell'accusa di corruzione per il fatto che i sopranominati si siano fatti comprare da Berlusconi. L'art.67 prevede tacitamente anche questo. Ed è per questo motivo che deve essere abolito introducendo il vincolo di mandato perché nessun parlamentare possa più fare il transfuga da un partito all'altro tradendo il mandato dell'elettore. 

Bocchino e gli altri: ecco
chi sono i senatori ribelli

L'anarchia della balena
di Beppe Severgnini
|Scrivi 



  

martedì 19 marzo 2013

REFERENDUM PROPOSITIVO DI GRILLO ARMA CONTRO LA GENIA DEI SUBANIMALI CHE SONO I CACCIATORI

Ho lasciato quanto segue nel blog di Odifreddi Il non senso della vita (dentro il quotidiano La repubblica)

Lei non ha capito un tubo (per non usare un altro termine) della coerenza di Grillo. Ha fatto un programma di 20 punti. Tra questi punti vi è la riforma della Costituzione introducendo il referendum propositivo senza quorum e la riforma dell'art. 67 che permette ad uno di passare da un partito all'altro. Chi ha cambiato idea e non è più d'accordo con il programma del partito che l'ha eletto deve fare una sola cosa: DIMETTERSI, invece di passare ad altro partito. Perché chi fa così è solo un TRADITORE. Lei non ha capito che è proprio il referendum propositivo che contempera la "democrazia" (chiamiamola così) rappresentativa (dove uno, una volta eletto, può farsi i cazzi suoi, vedi le varie compere di parlamentari in conformità all'art. 67) con la democrazia diretta del paradosso di Borges. Nell'antica democrazia ateniese il legislativo era tutto il popolo (maschile) in piazza. E si usavano pietre bianche o nere per approvare o respingere un disegno di legge che qualsiasi cittadino aveva il diritto di proporre. Ma questo era possibile in una città di non più di 50.000 abitanti (comprese le donne e i bambini). Rousseau (Contratto sociale) odiava la democrazia rappresentativa per i motivi detti. Vi è una via di mezzo che è il referendum propositivo senza quorum, con cui si possono scavalcare  le aule sorde e grigie del parlamento. In Svizzera recentemente Thomas Minder si è visto approvare un referendum propositivo con cui ha scavalcato il parlamento contrario per imporre un tetto agli stipendi del manager (magnaccia). Grillo ha posto un tetto di 5000 euro. E chi è contrario sta con i magnaccia.  Grillo è stato chiaro: questo è il mio programma. Chi è d'accordo entri. Chi non lo è stia fuori. Nessuno l'ha costretto ad aderire. Ma non entri per poi fare di testa sua sfasciando tutto. L'apparente dittatura di Grillo è lo strumento necessario per arrivare ad una democrazia diretta. Faccio un esempio. Io odio i cacciatori, che considero dei subanimali che hanno il gusto di uccidere per uccidere. Sono una razza in via di estinzione. E tuttavia ottengono l'appoggio trasversale di tutti i partiti (tranne poche inutili eccezioni all'interno dei partiti). Con il referendum abrogativo con quorum nulla si è ottenuto. Non si è raggiunto il quorum. Ha comandato una ristretta minoranza contro l'80% di chi si dichiara a parole contro la caccia. Si obietterà: perché i contrari alla caccia non sono andati a votare? Per vari motivi. Pur essendo contrari non erano personalmente interessati, poi vi sono i soliti pigri o sfiduciati nell'abuso dei referendum (visto che si sono trovati rimedi disonesti per vanificarne i risultati, come nell'abolizione dei contributi ai partiti), e gli stessi cacciatori stracciavano le schede anche dei familiari. Con il referendum propositivo senza quorum la caccia cesserebbe di esistere. Gli assenti in questo caso avrebbero torto. E GRILLO SI E' DICHIARATO CONTRO LA CACCIA. Chi è contro Grillo è amico diretto o indiretto di quella genia di subanimali che sono i cacciatori.    

domenica 17 marzo 2013

IMPARI GRILLO A DIRE AI SENATORI TRADITORI CIO' CHE DISSE IL MARCHESE DEL GRILLO (ALBERTO SORDI)

Alcuni senatori si sono sottratti all'ordine di rispetto del programma da essi liberamente sottoscritto e poi violato: rispettare la decisione del gruppo di maggioranza e rifiutare il voto segreto che serve a prendere decisioni individuali. Così alcuni voti dei senatori 5stelle hanno votato per il professionista dell'antimafia Piero Grasso che si vanta di avere combattuto la mafia. Buffone. Tutti dicono di combatterla, ma la mafia (e in essa è da comprendere la camorra e la 'ndragheta) è forte come prima. In Sicilia comanda come prima. Ha soltanto cambiato tattica e strategia interrandosi per non più scoprirsi. Solo la pena di morte potrebbe liberarci per sempre da questa lurida feccia di subanimali. Le mafie sono il cancro dell'Italia, la rovina dell'economia. E il cancro deve essere estirpato con il bisturi non con le prediche antimafia che stiamo ascoltanto da decenni. I mafiosi continuano a comandare anche dal carcere. Ne arresti dieci e altri cento ne crescono perché si tratta di metastasi che si prolungano anche dalle carceri. Una volta eliminati fisicamente non potrebbero più comandare.
Ho lasciato nel blog di Grillo quanto segue. 
La COLPA E' ANCHE DI GRILLO, CHE NON HA DATO DISPOSIZIONI CHIARE. Avrebbe dovuto ordinare a deputati e senatori di non partecipare alle votazioni. Non per questo sarebbero stati responsabili dell'elezione di Schifani, visto che i partiti non erano disposti ad accettare per principio un candidato di 5 stelle. SI INIZIA MALE. Grillo deve tenerne conto dicendo: "Badate, questa legislatura non durerà e i traditori che fanno di testa loro saranno estromessi senza pietà e la loro esperienza parlamentare sarà finita presto perché non saranno ricandidati. Perché io son io e voi non siete un cazzo". 

"Perchè io so io e voi non siete un cazzo" (Il Marchese del Grillo ...

www.youtube.com/watch?v=7MDY-8DVqjs
01/mag/2011 - Caricato da civiweb
"Perchè io so io e voi non siete un cazzo" (Il Marchese del Grillo)

Che si godano per poco la loro carica questi due arrivisti Laura Boldrini e Piero Grasso. Due individui senza dignità. La prima non ha avuto nemmeno tutti i i voti della sua coalizione (340) perché ne ha ottenuto solo 327 su 630 deputati. Solo 12 deputati in più rispetto alla metà dei deputati. Ma si tenga conto che il numero 340 è stato ottenuto a causa della legge truffa del premio di maggioranza ottenuto con uno scarto di voti del solo 0,4% tra PDL e PD. Che non hanno voluto cambiare la legge elettorale perché tutti e due speravano disonestamente di usufruire di questa legge. Adesso il PDL ci piange sopra. Il secondo ha preso solo 137 voti contro i 117 di Schifani su 315 senatori. E tutti e due hanno la faccia tosta di rappresentare Camera e Senato. E' uno schifo. Sono seri i cardinali che hanno come regola dell'elezione del papa  i 2/3 dei votanti. Ma si sa che questa fetida genia di politici non ha bisogno dello Spirito Santo. 
Bisogna tornare al proporzionale puro proibendo ammucchiate di partiti e aggiungendo per ogni lista uno sbarramento del 4%.  

sabato 16 marzo 2013

IL PAPA, IL BUON VINO E IL DIAVOLO

Papa Francesco ha detto che la vecchiaia è come il buon vino. Più invecchia e migliore diventa. Sì, purché nessuno lo beva. Altrimenti sarebbe la sua fine. La vecchiaia, invece, viene sempre bevuta...dalla morte. Paragone dunque sbagliato. 
E poi in un solo giorno ha nominato il diavolo. Ha detto che chi non ama Cristo ama il diavolo. Che significa amare Cristo? Se significa credere in tutto ciò che si racconta nei Vangeli (compresi i miracoli, a cominciare dalla sua resurrezione) allora la frase non ha senso. Si incomincia con la demonizzazione dei non credenti? 
A parte ciò rimane la questione già da me precedentemente trattata. Se il diavolo rappresenta il male perché Dio onnipotente vuole che esista il diavolo, cioè il male? Perché vuole che esista un'entità malefica che si oppone a lui per tentare gli uomini? Ho già scritto che non si esce dal dilemma teologico seguente: se Dio è onnipotente allora è malefico perché vuole il male attraverso il diavolo. Se non è malefico allora non è onnipotente. E se non è onnipotente allora non può esistere. 
Appena eletto il nuovo papa ha recitato il Padre Nostro (attribuito allo stesso Gesù). Preghiera contraddittoria. A parte il fatto che non capisco perché Dio debba essere pregato per fare cose buone o giuste, nel Padre Nostro si dice: Non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male.   
Ma come? Dio ha bisogno di essere pregato perché non sia lui stesso a mettere l'uomo in  tentazione? Dunque Dio si diverte a mettere in tentazione l'uomo? Ciò mi ricorda il racconto di Giobbe, in cui Jahweh accetta una scommessa con il demonio e la vince perché Giobbe, nonostante tutte le disgrazie che subisce, non si ribella a Dio. Si limita a domandargli perché egli, pur uomo ritenuto giusto, sia oggetto dell'odio divino. Il Padre Nostro dice dunque, sostanzialmente: Dio non divertirti a farci vittime del male. Ma si può credere in un Dio simile? 
Papa Francesco dovrebbe dare spiegazioni su tutto ciò 

venerdì 15 marzo 2013

IL NULLA. PERCHE' L'ESSERE INVECE CHE IL NULLA? SUPREMA DOMANDA FILOSOFICA CHE NON HA RISPOSTA

In occasione di una tramissione notturna (RAI3) di Maurizio Ferraris, professore di filosofia teoretica all'Università Stale di Milano.

Zettel.2 - Nulla



Prof. Ferraris (maurizio.ferraris@unito.it)

Le scrivo una lettera saggio. Non so se avrà la pazienza di leggerla sino alla fine. Se l'avrò annoiata mi scuserò con la frase del Manzoni (a chiusura de I promessi sposi): non si è fatto apposta.

 Nella mia insonnia ho ascoltato lei ed altri parlare del nulla in Heidegger nella trasmissione ZETTEL. (Dica a Mario De Caro di stare attento all'uso del congiuntivo. Ha detto: è più probabile che vinco (invece di vinca) io alla lotteria o milioni di persone? Possibile che si sia ammazzato il congiuntivo anche da parte di chi non dovrebbe mai incorrere in simili errori?).
E' strano che in contrapposizione a Heidegger sia stata riportata la famosa argomentazione in contrario di Carnap, mentre ha taciuto della "soluzione" identica già data da Platone, su cui se, non ricordo male (ho controllato i suoi ultimi corsi) ha tenuto lezione in riferimento al Sofista e dopo (o l'anno precedente?) sul Teeteto. Il non-essere come essere diverso in Platone, che riconosceva di avere commesso un "parricidio" nei confronti del "venerando e terribile" Parmenide. Ma non è una soluzione. Rimane sempre la domanda di Parmenide: perché l'essere piuttosto che il nulla? Parmenide: il nulla non può essere nemmeno pensato perché il pensiero è pensiero dell'essere. Ma nemmeno questa risposta è convincente. Infatti bisogna chiarire che cosa si intenda per essere. Se per essere si intende l'universo nessuna spiegazione teologica che faccia riferimento alla creazione dal nulla è accettabile. Anche per S. Tomaso, sa bene, la creazione dal nulla era solo una verità di fede. Leibniz ha scritto che, essendo Dio il luogo di tutti i mondi possibili, non sarebbe stato Dio se non ne avesse creato uno come il migliore mondo COMPOSSIBILE tra tutti i mondi possibili (perché non tutti i possibili sono compossibili). E della compossibilità leibniziana ci si dimentica. Ma, a parte ciò, il cervellone Leibniz non si accorse che in questo modo era costretto ad ammettere la coeternità di Dio e del mondo pur essendo egli cristiano. Se infatti lasciamo perdere la creazione dal nulla rimane la "soluzione"di Platone e di Plotino: la coeternità di Dio (demiurgo in Platone e Uno-Intelletto-Anima del mondo in Plotino) e della materia. Ma allora Dio è qualcosa in più, non necessario se trascendente. Se è immanente si cade nel panteismo che è l'altra faccia dell'ateismo. Come quello di Hegel, che all'inizio della Scienza della logica scrive che non si ha il tempo di alzare un dito che il nulla si è trasferito nell'essere e non si ha il tempo di abbassarlo che l'essere si è ritrasferito nel nulla. Da cui il divenire come risultato della dialettica tra essere e nulla. Puri giochi linguistici che dicono NULLA. Se, invece, per nulla si intende, non l'universo nella sua materialità, ma la vita, allora ha ragione Heidegger. Per chi muore è come se il mondo si annientasse.  Ho scritto alla fine del prologo di un mio libro, parafrasando Kant: il cielo stellato sopra di me, la legge del nulla dentro di me, il nulla del mondo dopo di me. 
Fatta questa premessa, io sono giunto ad un'età in cui si incomincia a vivere nel nulla. Andato in pensione nel 2009 come professore di storia della filosofia nella Facoltà di Scienze della formazione di Cagliari mi sono accorto che tutto ciò che ho studiato mi è servito a NULLA. Sono preda da alcuni anni del senso del NON SENSO DELLA VITA. Forse lei non può avere ancora questo senso perché non ha ancora l'età giusta per averlo. Se mi avessero offerto un contratto per continuare ad insegnare dopo la pensione avrei rifiutato. Anche se, stando tra i giovani, forse non avrei sentito così pesantemente la presenza incombente del nulla. Ho provato con gli antidepressivi e sono peggiorato. Li ho buttati. Io non sono depresso. Sono addolorato per essere nato. E contro questo dolore non esiste cura. Un'angoscia del nulla che covava sempre sotto le ceneri, sino a costringermi a dire una volta a mio padre: come ti sei permesso di farmi nascere senza prima chiedermi il permesso? E per coerenza non ho voluto figli per non far nascere altri condannati a morte. Si abolisca il non senso della frase che dice che si nasce dall'amore. Io ho scritto (in IO NON VOLEVO NASCERE) che si nasce per sbaglio o per egoismo dei genitori, che vogliono sottrarsi all'inconscio del non senso della vita creandosi delle responsabilità nei riguardi  dei figli con l'illusione di sopravvivere in essi. E così continua la corsa a staffetta con la consegna ai figli del testimone della morte, cioè del nulla. Sono per gli animali non umani, ho scritto, la vita ha un senso perché non si pongono la domanda: che senso ha la vita? Heidegger distinse tra morire e perire. Morior ha dentro di sé il suo contrario (orior). Gli animali, dice Heidegger, non muoiono, ma per periscono perché la loro vita è un per-ire, un andare per senza dover pro- gettare (porre di fronte a sé) la vita. Non mi consola il secondo Heidegger in cui l'uomo, ma non nella sua individualità, appare non un ente casuale ma un ente necessario per mezzo del quale l'essere si rivela a se stesso ed è considerato custode dell'essere, nel gioco a nascondino (dico io) dell'essere che si rivela sempre parzialmente nascondendosi contemporaneamente. E il nulla diventa non più un nulla assoluto (quello dell'uomo) ma un nulla relativo come conoscenza sempre parziale dell'essere nel suo disvelarsi storico. Baggianate metafisiche.
Rimane da riflettere su una frase di Ludwig Buchner (Forza e materia): è più angosciante il pensiero del nulla o non è più angosciante il pensiero che, divenendo immortali, non possiamo più morire? (ho citato a memoria). Forse è spaventosa anche un'eternità di spirito a cui non ci si può sottrarre. D'altronde, un aldilà di soli spiriti umani mi ripugnerebbe. Non potrei più ritrovare i miei più grandi affetti che sono stati i miei cani e gatti, e sarebbe una grave ingiustizia per tutti gli animali su cui si è esercitata la crudeltà umana, pur essendo gli animali non umani gli unici veri innocenti della Terra anche quando sono predatori. E come giustificare l'immortalità della sola specie umana data l'evoluzione biologica da una comune forma di vita? I teologi su questo punto si sono recentemente arrampicati sugli specchi. Ho trattato anche di questo argomento in due miei libri. Leibniz, evoluzionista, con una delle sue  tante fantasie teologiche, ha scritto che l'anima immortale fu infusa da Dio alla specie umana quand'era giunta ad un certo grado dell'evoluzione del cervello. Sapeva che questa fu anche la soluzione data da Alfred Russel Wallace, corrispondente di Darwin e coscopriotore (autonomamente, come gli riconobbe lo stesso Darwin) dell'evoluzione naturale fondata sulla selezione naturale? Ma Wallace pensò che sulla base dei piccoli mutamenti graduali postulati da Darwin non si giustificasse una evoluzione così relativamente rapida del cervello umano. E così fece intervenire Dio. Ma non era ancora sviluppata la paleontologia perché Wallace potesse sapere dell'esistenza dell'homo erectus convissuto per centinaia di migliaia di anni con l'homo sapiens, derivante dall'erectus. Anche l'homo erectus aveva l'anima immortale?  Comunque, Darwin scrisse a Wallace: tu hai ucciso il nostro comune figlio. Dopo di che Wallace si diede allo spiritismo. Praticarono lo spiritismo anche filosofi come il pragmatista William James e lo spiritualista Henri Bergson. Oltre a scienziati come sir Oliver Lodge.
E a che serve credere nella reincarnazione se non si ha memoria alcuna delle vite precedenti? Forse bisognerebbe approfondire i racconti di quelli che, sottoposti ad ipnosi, sono capaci di descrivere luoghi ed esperienze che non fanno parte della loro vita ma risultanti veri alla verifica, oppure capaci di parlare correttamente, in stato di ipnosi, lingue mai imparate. Se questo fosse vero come si spiegherebbe?
Dopo l'andata in pensione ho continuato a scrivere ma allontanandomi per sempre dai temi paludati del sapere accademico. Già alla sua età avevo unito lo studio della filosofia con lo studio della biologia evoluzionistica (con un libro di 518 pagine sepolto nel quaderno n.43 degli Annali della Facoltà). Ne ho ricavato la conclusione che è antiscientifica qualsiasi concezione antropocentrica, riflettentesi anche nell'ambito del diritto. Da qui la condanna di ogni concezione giuspositivistica (come quella contraddittoria di Kelsen, di Croce e di Bobbio) che voglia prescindere dall'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita. Se non esiste il diritto naturale (che, in analogia con il primo principio della dinamica, si può chiamare anche "principio naturale della tendenza di ogni essere vivente ad autoconservarsi in vita, se si vuole evitare il termine antropomorfico "diritto") allora tutto diventa convenzionale e non esistono nemmeno i diritti umani se non come pura convenzione. Quando dico da una vita queste cose mi sembra di avere scoperto l'acqua calda, ma pare che i filosofi siano ancora rimasti all'acqua fredda. L'Occidente è vittima della cultura del relativismo e pretende di parlare di diritti umani. MA SU CHE COSA SIANO FONDATI questo non viene detto. Sulla dignità della persona umana? Ma non facciamo ridere. Allora anche i peggiori criminali della storia  avrebbero una dignità umana? La dignità bisogna meritarsela, non è iscritta nel DNA umano. Ecco subito la spia dell'antropocentrismo. Il diritto naturale o è di tutte le specie o è di nessuna. Questa è una conclusione terribile di cui non si vuole prendere coscienza.  Il predatore non uccide per crudeltà come fa l'uomo, ma per motivi di sopravvivenza (cioè per il suo diritto naturale all'autoconservazione). Io sono coerentemente vegetariano dall'età di 10 anni perché, a parte la non necessità di mangiare carne, non avrei mai il coraggio di uccidere l'animale da mangiare. Legga o ripassi di Rousseau il Discorso sull'origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini alle note V-VIII-XII, dove si rimarca la natura di animale vegetariano dell'uomo. L'umanità vive tremendamente nell'ipocrisia perché, se dovesse, almeno una volta nella vita, ricavarsi da sé la bistecca in un mattatoio, molta umanità che adesso mangia carne, diventerebbe vegetariana. E questo vale anche per lei se mangia carne. E dunque che lezione di coerenza morale può dare agli studenti nelle sue lezioni? Tenga presente che Platone, ogni volta che dà la lista dei cibi agli ateniesi esclude sempre la carne. Ora non ricordo precisamente in quale altro dialogo dia lista oltre che nella Repubblica e nelle Leggi. I neoplatonici Plutarco e Porfirio (non si sa se lo fosse Plotino, maestro di Porfirio) erano vegetariani.

Da più di vent'anni leggo la Domenica de Il Sole24Ore, con tutti i numeri conservati. Il resto del giornale non mi interessava e lo buttavo e lo butto via. Perciò seguo da qualche anno i suoi articoli. L'ho anche citata in un mio libro del 2006 perché anch'io sono un realista come lei, sostenitore dell'oggettività del mondo esterno.  Le sedie (come lei ha scritto in un artocolo) esistono indipendentemente dal fatto che vengano pensate.
Se avessi la speranza di una recensione sua o di altri le invierei i miei ultimi testi, ma senza fare richieste ad alcuno. Scoprirebbe comunque che ho demolito tutta la filosofia contemporanea. Salvo soltanto l'immaturamente scomparso Robert Nozick, ma solo in quanto autore di Anarchia, Stato e Utopia. Infatti fu coerente nel difendere i diritti degli animali in quanto sostenitore del diritto naturale quale fondamento dello Stato minimo e contro il convenzionalismo contraddittorio dell'immeritatamente più noto John Rawls.  Tra gli italiani non risparmio nemmeno il concittadino Remo Bodei (ci conosciamo da quando eravamo studenti e passava l'estate a Cagliari pur studiando a Pisa). Il suo migliore libro rimane GEOMETRIA DELLE PASSIONI. E' senz'altro un pozzo di erudizione, dal pensiero brillante che affascina l'uditorio, ma sostanzialmente vuoto. E comunque, non si salva nemmeno lui dal relativismo, come risulta anche da un suo articolo compreso ne Il Sole24Ore del 3 aprile 2005 in occasione  della morte di Giovanni Paolo II. Ho commentato questo articolo scrivendo in un mio libro:
Bodei, volendo sottrarre i valori al relativismo, sa offrire una medicina che è peggiore del male che vorrebbe guarire. Infatti scrive: “tutti i valori poggiano su scelte di fondo oscure o, in ultima istanza, indecidibili in maniera assoluta, ma sentiamo di doverne propugnare alcuni contro altri, non perché fondati sul diritto naturale, su premesse date, ma perché progettati. Non aiuta molto, nel combattere il relativismo…il ricorso al ‘paradigama perduto’ della ‘natura umana’, all’esistenza di leggi immutabili e oggettive, la cui essenza rimane costante”. Secondo Bodei “un corpo di regole e di leggi ha valore proprio perché esse non esistono naturalmente, perché si deve plasmare un mondo che non c’è ancora, dove la sofferenza e l’ingiustizia siano battute e le opportunità di una vita migliore (le ‘capacità’ e i ‘funzionamenti, come li chiama Amarya Sen) siano incrementate”.
Bodei non si rende conto delle banalità che ha scritto e della contraddittorietà del voler trarre i valori morali da "scelte di fondo oscure". Dunque anche i valori morali in cui egli crede nascono dalle sue personali scelte di fondo oscure. Ognuno ha le sue scelte di fondo oscure. E così si rimane nell'oscurità del relativismo. Il fatto è che anche Bodei non ha capito la lezione di Max Weber della "lotta mortale tra valori morali", da cui si può uscire solo con il diritto naturale non antropocentrico. Cosa che per altro nemmeno Max Weber, da sociologo, potè mai capire.

Nello stesso mio testo ho scritto di lei:

Giustamente Maurizio Ferraris1 ha rilevato che chi dice che “la carità è meglio della metafisica – e di fatti questa tesi è stata ribadita da uno dei maggiori (?)2 filosofi italiani contemporanei, Gianni Vattimo, e, nella variante per cui la solidarietà è meglio che l’oggettività – è la tesi che costituisce da un quarto di secolo il cavallo di battaglia di un famoso filosofo americano, Richard Rorty, che ora la riespone in un confronto tra lui e Vattimo intitolato Il futuro della religione. Il titolo richiama un po’ il saggio di Freud sulla religione L’avvenire di una illusione. Tuttavia per Vattimo e per Rorty il fatto che la religione possa risultare illusoria non conta. Anzi, può costituire un vantaggio, perché i postmoderni sono persuasi che l’oggettività e la verità siano un male…e che la metafisica …sia non solo una cosa vecchia, falsa, varia; ritengono che sia cattiva, appunto perché mira all’oggettività, la quale è dispotica e malvagia…E’ poco ma sicuro: non dipendono dai soggetti gli oggetti fisici, visto che sarebbe una ben strana pretesa quella di sostenere che la neve sul Monte Bianco dipende dalla nostra volontà. Che le sedie siano tali solo per uomo e probabilmente per un gatto e i tabernacoli solo per un uomo non significa che le loro proprietà fisiche siano determinate da uomini o da gatti. I postmoderni mascherano in po’ la cosa sostenendo che gli oggetti fisici si riducono a particelle subatomiche, e dunque sono il frutto di costrutti teorici degli scienziati, ma è certo che questi postmoderni non sarebbero contenti qualora le diagnosi dei loro medici si rivelassero semplici costrutti teorici: c’è un livello mesoscopico in cui gli oggetti sono proprio solidi e indipendenti, e magari una diagnosi è giusta. …In secondo luogo, ci sono gli oggetti ideali. Non sono costituiti, nel senso che le proprietà di un triangolo, del principio di non contraddizione o di un’operazione aritmetica non dipendono in alcun modo, quanto alla loro essenza, dalla costruzione di un matematico…Poi ci sono gli oggetti sociali.. Diversamente dagli oggetti fisici, non possiedono un essere indipendente dal fatto che qualcuno creda che ci siano…Diversamente dagli oggetti ideali, sono dotati di un inizio nel tempo…Questo non significa che gli oggetti sociali siano dipendenti dalla mia volontà…Da queste semplici distinzioni mi sembra che emergano due considerazioni. Primo:‘la notte in cui tutte le vacche sono nere’3 è, letteralmente, la notte in cui tutti gli oggetti sono eguali; se Hegel ha a buon diritto liquidato l’inconsistenza dell’assoluto di Schelling, non si capisce perché, a duecento anni di distanza, dovremmo continuare a bearci nel brodo primordiale di una generica oggettività cattiva, da sostituirsi con una non meno indistinta carità. Secondo: il modo migliore per congedarsi dal brodo primordiale del postmoderno è riabilitare la metafisica, e in particolare la teoria dell’oggetto, che ne è il lato più utile, vario e attraente, mentre i postmoderni sono convinti, con Nietzsche e Heidegger, che la metafisica sia solo una teologia mascherata, da sostituirsi con una religione del cuore…dei pregiudizi antimetafisici di tanti filosofi del Novecento”.4
Appare, tuttavia, ben strana la conclusione - che si può trarre dalle pur giuste considerazioni di Ferraris - che anche le verità oggettive che la conoscenza scientifica può ormai documentare di avere in molti ambiti della conoscenza siano da considerarsi anch’esse metafisica. Tranne che ci si metta d’accordo sul significato dei termini e si voglia affermare che tutto ciò che non ricade nel soggettivismo delle teorie filosofiche sia da ritenersi metafisica. In realtà Ferraris ha mancato di rilevare la solita contraddizione dei filosofi postmoderni, soggettivisti, propagatori della filosofia del dialogo in quanto non vi sarebbero verità oggettive: essi, contraddicendosi, sostengono in realtà una verità assoluta nel negare che non esistano verità oggettive. E chi si contraddice è meglio che taccia per sempre.
1 Solo la metafisica ci può salvare, Il Sole-24 Ore, domenica 13 marzo 2005.


2 Punto interrogativo nostro. Che Attimo sia uno dei maggiori filosofi dipende secondo noi dal suo frequente apparire alla Tv e dall’essere un opinionista su un quotidiano, oltre che dal suo impegno politico come europarlamentare, non dai suoi meriti filosofici.


3 Si tratta della nota espressione impiegata da Hegel nella prefazione della Fenomenologia dello Spirito, in cui, riferendosi a Schelling, pur senza nominarlo, aveva paragonato l’Assoluto (sintesi di natura e spirito) di Schelling ad una notte in cui tutte le vacche sono bigie, per evidenziare la mancanza della distinzione tra natura e spirito in Schelling.


4 M. Ferraris si riferisce ai recenti testi di Fréderic Nef, Qu’est-ce que la métaphysique (Gallimard, Paris 2004, pagg. 1.042) e L’objet quelconque. Recherche sur l’ontologie de l’objet, Vrin, Paris 1998, pagg. 344.


Nel mese di febbraio del 2011 il cardinale Ravasi ha pubblicato interamente una mia lunga lettera (insieme ad altre lettere) dandole lui il titolo: Anche le formiche nel loro piccolo hanno un'anima (per altro immortale)". Ha voluto scherzare? Perché se non avesse scherzato, come ho scritto nel forum Animali e dintorni del Corriere della sera, vi è da augurarsi che venga eletto papa.
Se fossi riuscito ad uscire dall'anonimato affacciandomi a qualche importante giornale forse avrei sentito meno il peso della mia nullità, avente come fondamento il nulla. Ma quale giornale avrebbe accettato una mia collaborazione se sono un dissacratore spietato dell'ipocrisia di quasi tutta l'umanità? Eppure vi sono molti opinionisti che godono di una immeritata notorietà. Ho lasciato inedito, sebbene già compiuto, quello che accademicamente sarebbe stato il mio libro più importante (avevo già un contratto con l'editore Franco Angeli): GEOMETRIA DEL DIRITTO NATURALE. LA MORALE COME OBLIO DELLA GIUSTIZIA . DALL'ANTICHITA' AD OGGI (900 pagine). Non ero convinto di avere capito bene la dottrina delle idee di Platone (non essendo Platone un autore sistematico), e quando finalmente l'ho capita nel suo dipanarsi ed evolversi dalla Repubblica al Sofista e al Timeo, sono stato distratto da altri interessi (lo studio dell'esegesi dell'Antico Testamento). E così il libro è rimasto inedito.       
  Si è detto spesso che la filosofia è morta.  Certamente è morta, anche quella che sembra essere viva come quella dello zombie Emanuele Severino con la sua teoria dell'eternità degli enti (andando oltre l'eternità dell'essere parmenideo) e del suo continuo ripetere da tutta una vita la cantilena che il divenire non esiste perché sarebbe  un provenire dal nulla per tornare nel nulla. Eppure uno che ha sempre scritto queste allucinazioni ha fatto per tanti anni l'opinionista su importanti giornali (soprattutto nel Corriere della sera), giungendo a ritenere solo apparente l'evoluzione biologica, e giungendo a porsi (in Gli abitatori del tempo) contro scienziati come Lorenz, Monod e Jacob.
E che dire di Massimo Cacciari che, avendo iniziato a scrivere da marxista (Krisis) ha finito con il fare il teologo pretendendo di conoscere la vera natura di Dio andando oltre la teologia negativa in Della cosa ultima? Un testo dal linguaggio lussureggiante, su cui mi sono rotto la testa e che serve solo a coprire le sue allucinazioni da sveglio. Di Cacciari ho scritto tra altre cose:
"Con il suo solito linguaggio esoterico, che vorrebbe essere espressione di profondità, e che, in realtà, serve soltanto a mascherare una totale artificiosità di argomentazioni vuote di contenuto scientifico e ricche di affermazioni oniriche, Cacciari espone soltanto le escrescenze di una simbiosi tra neoplatonismo, esegesi biblica, cristianesimo, hegelismo e analisi del secondo Heidegger, pretendendo di rispondere filosoficamente, invece che scientificamente, alla domanda sull’inizio del mondo per trovare in esso le radici della libertà umana".
Certamente la filosofia è morta se pretende di andare oltre i limiti della conoscenza sperimentale. Dico sperimentale, e non scientifica, perché non tutto ciò che è sperimentabile può essere spiegato scientificamente.

Io non volevo nascere. Un mondo senza certezze ... - Recensioni Libri

 2 voti
11/apr/2011 – Io non volevo nascere, volume di critica e di denuncia di Pietro Melis le cui pagine scientifiche e filosofiche si uniscono e si intrecciano con ...
  1. Pagine di libri - Saggistica

    www.paginedilibri.com/saggistica.htm
    DISOBBEDIENZA CIVILE di Henry David Thoreau. Diventare genitori in Italia di Rossano Astremo e Maria Carrano. IO NON VOLEVO NASCERE di Pietro Melis ..

Addio a Dio con interventi del professor Pietro Melis - Recensioni ...

www.recensionilibrarie.com/.../addio-a-dio-con-interventi-del-profes...
23.07.2012 07:35. Addio a Dio” Dialogo con Dio chiedente perdono. Autore Pietro Melis, edizioni Zona, pagine 112, euro 13,00. Il prof. Melis nelle vesti di Ivan ...

Pietro Melis: Addio a Dio e Scontro tra culture - Recensioni Libri

www.recensionilibri.org/.../pietro-melis-addio-a-dio-e-scontro-tra-cul...
25/feb/2013 – Il bisogno d'appagare un'azione tesa alla verità filosofica. È il comune denominatore di Addio a Dio e Scontro tra culture e metacultura ... 


Recensione di un mio inedito, ancora da rifinire. L'editore sta aspettando. Il sottotitolo é: Sette giudici uccisi in sette giorni. 

E giustizia infine fu fatta - Recensione Libro.it

Recensione Libro.it - “E giustizia infine fu fatta” di Pietro Melis un romanzo avvincente alla scoperta del colpevole che ha ucciso sette magistrati.