martedì 31 maggio 2022

IL PD EMANUELE FIANO IGNORANTE

Ha detto abròga invece di àbroga in Quarta Repubblica (Rete quattro) del 30 maggio 2022.  

sabato 28 maggio 2022

LA MALASANITA' ITALIANA

Dire mala è troppo poco. E non si tratta della pandemia come causa principale. Soprattutto il personale paramedico dovrebbe essere sottoposto ad una severa selezione comprendente il lincenziamento. Segnalo quanto ho vissuto dal 6 al 21 maggio nel maggiore ospedale sardo, il Brotzu, i cui 11 piani sono piani di inferno. Vi sono arrivato con il 118 alle 2 di notte a causa di una caduta in verticale per essere inciampato in un groviglio di fili partenti da una presa di corrente. Non potevo rialzarmi. Sono stato imbragato in una lettiga e portato all'ortopedia 2 per frattura composta del femore della gamba sinistra. Ma il mio era un caso strano. Vi sarei dovuto andare mesi prima, ma in altro reparto: neurologia. Pare che una stenosi (restringimento ) del canale vertebrale non faccia scorrere la corrente nervosa nelle gambe, soprattutto la destra, con la conseguenza di un intorpedimento della muscolatura. Sottopostomi a 8 sedute di terapia del dolore (mentre io non avevo dolori) all'ospedale Businco con infiltrazoni di antinfiammatori e cortisone il risultato fu del tutto nullo. Per abbreviare i tempi del ricovero la norma è sempre la stessa: passare una visita privata in un centro privato dove l'operatore ti chiederà la modica cifra di 150 euro,  che andranno tutti a lui . La visita cosiddetta intra moenia non conviene perché una parte se la prende l'ospedale. E chi ha difficoltà a pagare la visita entra moenia? Si arrangi. E chi volesse una visita in convenzione? Anche se ha fretta perché ha dei dolori si metta in coda aspettando mesi. Ma non voglio essere oltremodo polemico trattandosi di salute. In fondo si paga la visita e solo un ticket per tutta la durata del ricovero (nel mio caso solo  due giorni). Il risultato nullo indusse il responsabile del reparto terapia del dolore a consigliarmi una serie di sedute di ozonoterapia previa la solita visita. Non gli avessi mai dato retta. Dall'intorpidimento passai al dolore delle gambe, talvolta così forte da sembrare di impazzire. Risolsi di rivolgermi ad un altro  noto esperto in terapia del dolore, il dott. Tomaso Cocco dell'ospedale Binaghi: Risultato? Nessuno. Il dott. Cocco mi disse onestamente che il mio caso non rientrava nella sua competenza e su un foglietto scrisse nome, cognome e numero di telefonino del dott. Renato Bassani neurochirurgo dell'Istituto Galeazzi di Milano. Ma ancor prima mi ero prenotato presso una clinica privata vicina a Cagliari per un intervento tramite laser agente sulla colonna vertebrale per allargarlo (periduroscopia). Mi fu proposto da una neurologa un ricovero per due giorni a pagamento per la modica cifra di 2000 euro. Rifiutai non tanto per il costo (per nulla eccessivo) quanto per i miei seri dubbi sulla modalità dell'intervento. Allora la neurologa vide in me una buona fonte di reddito. La prima visita avvenne in una clinica privata per la modica cifra di 100 euro. Ma bisognava poi organizzare i tempi dell'intervento. L'organizzazione con visita domiciliare costò 180 euro. Una seconda visita domiciliare da me non richiesta costò 150 euro perché le dissi che la fattura era per me  carta straccia e ne potevo fare a meno. Qualche giorno prima dell'intervento ebbe la "sana" idea di incominciare a programmare i farmaci venendo nuovamente a casa mia (abitando lei a circa 200 metri di distanza). Visita del costo di 150 euro. Mi disse che dovevo ringraziarla perché era riuscita ad abbreviare i tempi del (mini)intervento. Operava infatti in camera operatoria con il responsabile del reparto di ortopedia. Stando supino sentivo la sua mano guidata dal responsabile che la indirizzava su vari punti della schiena dove iniettava prima un anestetico e poi un antinfiammatorio. Risultato? NESSUNO. Mi si disse che dovevo attendere perché si manifestassero i benefici. Ma benefici non ve ne sono stati dal 23 febbraio. E ora torniamo all'inferno del Brotzu, dichiarato ospedale di eccellenza. Ero stato ricoverato in un reparto per me sbagliato perché la causa maggiore del mio stato di malessere era di natura neurologica. I dolori erano tali che nella notte insonne ero costretto a gridare: infermiera!!!!!Se ero fortunato trovavo una che mi dava una tachipirina, mentre io avevo bisogno di antidolorifici quali il Palexia e l'Efexor. Se ero sfortunato, come quasi sempre, arrivava una coppia di sadiche pronte a ripetermi "stia zitto ché non fa dormire gli altri". Al dolore si aggiungeva la rabbia di non poter porre nemmeno un piede fuori del letto a causa della frattura al femore. L'intervento avvenne due giorni dopo. Mi vennero fissate tre viti (così mi si disse) per ricomporre le parti fratturate. Dopo un ricovero di cinque giorni un'ambulanza privata mi riportò a casa. Ero pronto ad organizzarmi secondo le  disposizioni del foglio di dimissioni quando i dolori di origine neurologica, quasi mi stessero aspettando per il ritorno a casa, si scatenarono come mai prima di allora. Dovetti chiamare nuovamente il 118 per tornare al Brotzu e questa volta al piano di medicina 2. Qui almeno erano minimamente attrezzati con gli antidolorifici, che mi permisero almento, finalmente, di godere di qualche ora di sonno. Dal foglio di dimissioni è risultato che quando ero arrivato nuovamente al Brotzu, oltre alla temperatura di 38,5 ero guarito da una polmonite. Dove avrei potuto prenderla se non nello stesso ospedale durante il primo ricovero? In questo reparto il personale paramedico era ancor più insofferente nei riguardi di normali manifestazioni vocali dei dolori. E per non essere disturbati oltre una certa misura erano stati strappati i fili che collegavano il pomello alla suoneria. Bisognava gridare con inisistenza in piena notte per avere la speranza che qualcuna di affacciasse alla porta della stanza e si degnasse di applicare al braccio una flebo con antidolorifico. Ingenuamente avevo lasciato in vista alcuni antidolorifici che mi ero fatto portare da casa. Vietato usare farmaci che non fossero di dotazone ospedaliera. E ora sto seguendo a casa una terapia un po' diversa da quella ospedaliera perché combinata con quella che già i neurologi mi avevano prescritto. Controllo radiologico tra una settimana. Ma la causa dei dolori alle gambe non è stata eliminata. Dunque ho già pronta la copia di tutti gli esami richiestimi dal dott. Bassani dell'Istituto Galeazzi di Milano per una visita a distanza da prima rifiutatami e poi, forse per commozione accoltami, per sapere finalmente se si possa intervenire direttamente sulle vertebre per eliminare la causa dei dolori alle gambe. Ho perso almeno due anni nella speranza di uscire in Sardegna dalla mia condizione di sofferenza. Non avevo capito che non si trattava di uscire in Sardegna ma DALLA Sardegna.                          

mercoledì 18 maggio 2022

RITORNO A SCRIVERE E NE SPIEGO IL RITARDO

 -------- Messaggio Inoltrato --------

Oggetto: Rubbettino, info pubblicazione
Data: Wed, 18 May 2022 15:14:19 +0200
Mittente: daniele.caimi@rubbettino.it <daniele.caimi@rubbettino.it>
A: Prof.Pietro Melis <profpietromelis@gmail.com>


Gentile prof. Melis buon pomeriggio,
spero sinceramente di trovarla meglio rispetto all'ultima nostra comunicazione prima dell'intervento.
Senza volerla disturbare e solo a titolo informativo sono a chiederle quando potrà, indicativamente,
inviarmi le ultime correzioni al testo in modo da concludere la pubblicazione.
Ribadisco, il mio non vuole essere un sollecito ma solo una richiesta di informazioni per poter pianificare
le pubblicazioni dei prossimi mesi.
Un cordiale saluto

Daniele Caimi
Ufficio editoriale
+39 0968 6664212
 
Il 01/02/2022 23:34, Prof.Pietro Melis ha scritto:

Gent. Daniele Caimi

Quando ho iniziato a scrivere questa letttera avevo scritto che stavo cercando di curare le cause  dei dolori alle gambe. Causa la stenosi del canale midollare che, nonostante non abbia dolori alla schiena, mi provoca dolori alle gambe che diventano sopportabili con gli antidolorifici. Il 4 febbraio sono stato in una clinica privata per fare tutti gli esami di routine per poi fare l'intervento l'8 febbraio con il laser con il neurochirurgo Costaglioli che gode di buona fama. MA non ho sortito alcun beneficio positivo. Successivamente sono stato nell'ospedale  pubblico Binaghi per fare la terapia del dolore. Nessun risultato. Allora il responsabile del reparto mi ha detto onestamente: il suo caso non rientrra nella mia competenza. Le  do il numero di telefonino del dott. Roberto Bassani dell Istituto  Galeazzi di Milano ritenendo che sia il migliore nella chirurgia vertebrale. Avevo già preso i contatti con il dott. Bassani quando sono caduto in casa verticalmente mettendo  inavvertivamente un piede in un groviglio di fili che partono o dalla presa di corrente o  dalla ciabatta  a sua volta collegata con la presa di corrente. Cadendo verticalmente mi sono rotto il femore della gamba destra ma fortunatamente si tratta di una frattura composta  che ha comportato solo l'unione delle parti con tre viti. Sono stato ricoverato dal 118 in un ospedale pubblico chiamato Brotzu. Destino atroce  perché si tratta dello stesso ospedale in cui fui ricoverato nel 2000 per essere caduto in strada rompendomi il femore della gamba destra dove mi fu impiantata una protesi d'anca al titanio che mi rese zoppo per 8 anni. Si trattava infatti una frattura scomposta che, così mi si disse, comportava l'innesto di una protesi al titanio. Chiesi chi fosse il migliore  ortopedico in Italia nell'ortopedia e mi venne fatto il nome del prof. Lorenzo Sportono, che, pur operando anche  all'Humanitas di Rozzano (Milano), faceva frequenti visite a Roma dove era prof. a contratto e che fece la seguente diagnosi: "Protesi antiversa (in senso al contrario). Chiari segni di Radiolucenza. Si consiglia reintervento".  Chi nel 2000 mi rese zoppo per 8  anni è da molti anni in pensione (senza aver subito danni in sede giudiziaria essendo stato assolto) e chi l'ha sostituito pare che goda di buona fama. Adesso riprenderò la correzione visto che per ora non ho i dolori alla gambe, anche se certamente non sono stati i famaci presi per la rottura del femore a liberarmene.  

Tengo molto al mio libro.  Molti libri hanno successo perché fanno riferimento all'attualità e trovano pubblicità alla TV. Il mio libro non è per l'attualità suggerita da avvenimenti odierni, per cui, passato l'interesse per l'attualità, i libri passano nel dimenticatoio. Il mio libro (Scienza, filosofia e teologia. Che cos'è veramente il diritto naturale) va oltre l'interesse attuale. E tuttavia, pur superandolo, affronta la confusione tuttora imperante in poltica tra morale e diritto. Parte dall'universale per arrivare all'attuale e non viceversa.
CORDIALI SALUTI   


-------- Messaggio Inoltrato --------

venerdì 13 maggio 2022

L' INFERNO ESISTE. NEL REPARTO DI ORTOPEDIA DEL BROTZU DI CAGLIARI

 Il 6 maggio sono scivolato in casa e ho subito una frattura COMPOSTA del femore della gamba sinistra. Non potevo rialzarmi ed era meglio non rialzarmi per non peggiorare le conseguenze. Non sentivo alcun dolore. Mi sono illuso non sentendo dolori. Chiamato il 118 e legato in una barella per essere portato nell'ospedale ritenuto ospedale di eccellenza.L'OSPEDALE DI ECCELLENZA BROTZU IN SARDEGNA: Per carità! Un inferno. Assistenza infermieristica PESSIMA. Forse il campanello per chiamare assistenza sopra il mio letto era l'ultimo campanello. Ho chiamato di notte non perché mi facesse male la frattura COMPOSTA del femore. Avevo dolori atroci in conseguenza della stenosi del canale vertebrale per cui sto soffrendo dal mese di ottobre. Avevo bisogno di un antidolorifico. Quelli che mi ero portato da casa mi sono stati SEQUESTRATI senza alcuna motivazione. Non sono ammessi farmaci portati da fuori. Ed io ne ho bisogno come antidolorifici dopo avere girato per i più noti neurologi di Cagliari. Tutti mi dicevano che la stenosi (restringimento del canale vertebrale che impedisce lo scorrimento della corrente nervosa nelle gambe) non era poi  così eccessiva da richiedere un vero e proprio intervento chirurgico alla schiena (dove non ho mai avuto dolori). Ho chiamato con il campanello un infermiere/a perché mi applicassero una flebo con antidolorifico. E' venuta una criminale che ha strappato il filo del campanello e senza dire una parola se ne è andata. Mi sono informato e ho saputo che il tutto il reparto dell'ortopedia erano stati strappati tutti i fili del campanello. Per avere un infermiere in camera bisogna gridare in piena notte. Qui si deve riscontrare un REATO: La mattina non passano medici che diano informazioni dello stato del paziente. Dei chirurghi che opereranno e che già conoscono la natura dell'intervento che faranno nessuna traccia. Si conosce il chirurgo solo quando si è in sala operatoria. Stando disteso ancora su un letto portato dalla stanza mi si è avvicnato un medico che mi ha detto: sono il dott. Pace che la opererà. Poi ha voltato le spalle e se ne andato. E io sono Pietro Melis: e chi muore giace e chi vive si dà pace. Sono rimasto in uno sgabuzzino a fianco della sala operatoria dove l'anestesista (una ragazzina) mi ha fatto varie domande e dopo la preanestesia. Dopo di che sono stato trasferito nella camera operatoria adiacente dove, stando su un fianco, ho subito varie punture sulla schiena per l'anestesia che provocasse l'insensibilità totale delle gambe. Dopo circa un'ora dalla fine dell'intervento sono stato riportato nella stanza (grande con 4 letti e tutti senza campanello). Tutti strappati. Personale infermieristico (in realtà i veri infermieri sono solo due perché tutti gli altri che sembrano infermieri non lo sono). Sono ausiliari senza alcun titolo specifico. Per lavarmi sul letto due falsi infermieri mi sballottavano passandomi dall'uno all'altro come se fossi un sacco di patate e null'altro. Ogni chiamata per un operatore paramedico era solo una scocciatura. Poiché la mia stanza era di fronte alla stanzetta dei paramedici li sentivio parlare. Facevano salotto fra loro di notte perlando del più e del meno. Per avere un altro flaconcino di paracetamolo (tachipirina) per alleviare i dolori causati non dalla ferita dell'intervento chirurgico (durato dalle 11,30 alle 14) ma dalla stenosi come sopra spiegato dovevo mettermi a gridare in piena notte e solo dopo molti minuti appariva una infermiera che senza pronunciare una parola sostituiva il flaconcino precedente con n altro.Chiedevo il Palexia 100 antidolorifico portatomi da casa e me l'hanno sequestrato. E io non ero un caso singolo. Anche altri dovevano mettersi a gridare di giorno e di notte per avere un infermiere. Ognuno, come se fosse una regola, domandava sgarbatamente: che le occorre? E aggiungeva: torno subito. Quel subito se andava bene significava attendere almeno mezz'ora. Dei medici nelle stanze nemmeno l'ombra. Visto che mi avevano sequestrato TUTTI i farmaci che mi ero portato da casa come antidolorifici pur non essendoci alcuna controindicazione tra il farmaco (il solito paracetamolo del reparto) e quelli che portatimi da casa per alleviare i dolori causati dalla STENOSI mi sono messo a gridare volendo i miei farmaci. Mi sono informato al telefono presso medici di mia conoscenza e ho saputo che solo il giorno precedente l'intervento era proibito prendere farmaci che non fossero compatibili con il contenuto dell'anestesia per evitare possibili contrasti tra quelli previsti per l'intervento e quelli previsti per altre patologie, come la stenosi del canale vertebrale.Io mi ero portato da casa la cartella clinica dove vi erano ANCHE gli antidolorifici prescriti dai più noti neurologi di Cagliari che concordavano su tre antidolorifici fondamentali (Palexia 100, Efexor 75, Rivotril). Ma rifiutavano di darmeli. Per questi deficienti io ero lì solo per una frattura al femore ed altre patologie (la stenosi del canale midollare) non dovevano esistere. Ad un certo punto sono uscito fuori dai gangheri rifiutando di fare i mattutini prelievi di sangue e perfino l'eparina (anticoagulante NECESSARIO dopo un intervento chirurgico per evitare dei trombi e allora mi davano dei pezzettini dei miei farmaci nn rispettando la osologia e gli rari. In questo reparto ortopedico vi è una totale disorganizzazione, una totale mancanza di sensibilità nei riguardi del paziente. Un reparto che mi fa ricordare il film di Totò medico dei pazzzi (ma il pazzo  era lui). Voglio che ciò che ho scritto venga ripreso da altri blog o siti perché si sappia che cosa il Brotzu, ospedale di eccellenza della Sardegna.                             

giovedì 5 maggio 2022

PERCHE' GLI UCRAINI HANNO SBAGLIATO TUTTO CON ZELENSKY

E'stato sempre lodato per non avere mai lasciato l'Ucrainia. Se l'avesse lasciata sarebbe stato accusato di viltà incoraggiando l'invasione di tutta l'Ucraina e la messa al governo un governo fantoccio manovrato da Putin. E invece è stato il suo permanere al governo la causa di una guerra che sta durando da più di due mesi. Dopo l'instaurazione del governo fantoccio filorusso (con il governo Zelenzky in esilio proclamantesi l'unico governo legittimo perché votato con il 73% della popolazione) non vi sarebbe stata l'invasione armata dell'Ucrania. Ma avrebbe dovuto esserci subito l'invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito della NATO con la CONTESTUALE adesione dell'Ucraina all'Unione Europea perché una reazione armata della Russia sarebbe stata necessariamente considerata una dichiarazione di guerra ad uno Stato facente parte della Nato. Avrebbe avuto a questo punto il macellatore Putin il coraggio di scendere in guerra contro tutti gli Stati della Nato compresi gli Stati Uniti? Il macellatore Putin fa il gradasso potendo portare alle lunghe la guerra (pardon: l'ordine speciale) in Ucraina sino al logoramento della resistenza ucraina. Napoleone e Hitler non furono sconfitti militarmente dalla Russia ma dall'enorme distanza che impediva i rifornimenti delle truppe sia per quanto riguardava gli alimenti sia per quanto riguardava gli armamenti. Le vittorie di Napoleone furono dovute al fatto che quel geniaccio corso (che Vincenzo Gioberti considerò sempre tra i grandi italani nel Primato morale e civile degli italiani)  costringeva le truppe nemiche ad accettare il luogo da lui preferito dove svolgersi la battaglia. Hitler non perse a Stalingrado ma nella terza battaglia di Charcov dopo avere vinto nella seconda battaglia facendo arretrarre i sovietici di 100 km. I generali chiesero rinforzi di altre divisioni ma Hitler sembrò aver voluto paradossalmente la sconfitta della Germania perché invece fece il contrario sguarnendo il fronte russo di molte divisioni per inviarle in Italia al fine di contrastare lo sbarco degli anglo-americani in Sicilia e per costituire la successiva inutile R.S.I.  Due mesi prima di suicidarsi Hitler confidò che il suo grande errore fu quello di aver voluto salvare Mussolini, che avrebbe potuto salvarsi da solo consegnandosi come prigioniero di guerra agli angloamericani, soprattutto perché aveva sempre goduto delle simpatie di Churchill. Il caso dell'Ucraina è diverso perché uno scontro tra Russia e Nato si svolgerebbe fuori del territorio russo, cioè nel luogo preferito dalla Nato che è l'Ucraina. E  irifornimenti russi difficilmente potrebbero arrivare in Ucraina perché aerei e carri armati intercetterebbero gli aiuti per i russi. Se l'Ucraina dovrà arrendersi ciò sarà per colpa principale dell'inetto Biden e della pavida U.E.  Diversa sarebbe stata la politica di Trump.                           

martedì 3 maggio 2022

IL MEDICO EBREO DELLA MADRE DI HITLER

Rimane incerto che Hitler avesse ascendenze ebraiche. Anche se fosse vero la cosa non avrebbe alcuna importanza. Si pensi che la Rivoluzione sovietica trionfò soprattutto per merito dell'ebreo Trotsky che diede vita alla Armata Rossa. Poi per dissidi ideologici (Trotsky voleva esportare la rivoluzione mentre Stalin concepiva la Rivoluzione nella sola Russia) Trotsky fu costretto all'esilio e un sicario inviato da Stalin in Messico, dove Trotsky si era rifugiato, lo uccise con con un colpo d'ascia in testa. Hitler fu sempre riconoscente nei confronti del medico della madre. Stalin, al contrario, tradì il vero artefice della vittoria del partito comunista in Russia.