domenica 31 ottobre 2010

VOGLIONO UNA SANATORIA QUESTI INVASORI. CALCI IN CULO PER RISPEDIRLI AL LORO PAESE

Si permettono di mettere in atto manifestazioni che nel loro Paese non sarebbero permesse. Sono stati richiesti? NO. E allora perché vengono qui ad affollare un territorio già sovraffollato? Se ci dovessimo prendere tutti coloro che scappano come rifugiati di guerra o economici ce ne dovremmo andare noi per lasciare il posto agli invasori, tra cui gli islamici sono la maggioranza. E pretendono di accampare diritti che non hanno. Se vi fosse un governo coi coglioni e non di coglioni non si permetterebbero di comandare in casa d'altri.
E' bene ricordare che la CONVENZIONE DI GINEVRA SUI DIRITTI DELL'UOMO ESCLUDE I RIFUGIATI DI GUERRA ED ECONOMICI. Ha diritto d'asilo solo colui che venga perseguitato PERSONALMENTE nel suo Paese a causa della mancanza di libertà di pensiero.

il sindaco: «Ciò che è successo è inaccettabile»

Immigrati in piazza, scontri a Brescia
In 9 saliti su una gru: «Non scendiamo»

Chiedono la regolarizzazione di quanti hanno presentato richiesta di sanatoria nel 2009. Un arresto

il sindaco: «Ciò che è successo è inaccettabile»

Immigrati in piazza, scontri a Brescia
In 9 saliti su una gru: «Non scendiamo»

Chiedono la regolarizzazione di quanti hanno presentato richiesta di sanatoria nel 2009. Un arresto

MILANO - È finita con scontri tra forze dell'ordine e manifestanti la protesta non autorizzata di un gruppo di immigrati, sostenuti dai centri sociali, scesi in piazza per chiedere la regolarizzazione degli immigrati che hanno presentato richiesta di sanatoria nel 2009. Immigrati e altri manifestanti, alcune centinaia di persone in tutto, sono scesi in Piazza della Loggia nonostante non fossero stati autorizzati dalla Questura - nel pomeriggio era infatti previsto un corteo degli alpini -, quindi si sono riversati lungo Via San Faustino dove sono stati bloccati dalle forze dell'ordine. All'ultimo momento è stato autorizzato un piccolo corteo di circa 300 metri, ma i manifestanti hanno cercato di forzare il cordone di sicurezza ed hanno ingaggiato uno scontro con carabinieri e polizia. Un immigrato è stato arrestato con l'accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Una parte del corteo è defluita per le vie laterali ed è poi confluita in Piazzale Cesare Battisti, dove alcuni immigrati sono penetrati nel cantiere della metropolitana e alcuni si sono arrampicati in cima ad una gru, a circa 25 metri d'altezza, da cui hanno srotolato lo striscione «sanatoria».

Immigrati in corteo, scontri a Brescia Immigrati in corteo, scontri a Brescia Immigrati in corteo, scontri a Brescia Immigrati in corteo, scontri a Brescia Immigrati in corteo, scontri a Brescia Immigrati in corteo, scontri a Brescia Immigrati in corteo, scontri a Brescia Immigrati in corteo, scontri a Brescia

«NON SCENDIAMO» - In cima alla gru, hanno fatto sapere gli interessati, la protesta continuerà, finchè il ministero dell'Interno non aprirà una trattativa, prestando ascolto alle rivendicazioni di quanti si attendevano di essere regolarizzati con la sanatoria 2009. Chiesti anche la liberazione della persona finita in manette nel pomeriggio e il ripristino del presidio permamente davanti alla Prefettura sgomberato a colpi di ruspa. Secondo la polizia sulla gru ci sono nove persone, dieci o forse undici secondo i promotori della protesta.

MESSAGGIO A BERLUSCONI - Un chiaro anche se non esplicito riferimento al caso Ruby in uno dei cartelli mostrati durante il corteo. «Berlusconi aiutaci, abbiamo bisogno del tuo buon cuore». Quando il manifestante è sceso dalla gru ed è uscito dal cantiere della metropolitana, è stato osannato dagli altri partecipanti all'iniziativa.

«INACCETTABILE» - «Ciò che è successo è inaccettabile ed è purtroppo una occasione persa da parte degli immigrati e di chi li ha organizzati per instaurare un rapporto positivo con la città»: afferma, in una nota, il sindaco di Brescia, Adriano Paroli, riguardo agli incidenti nella manifestazione organizzata dall'associazione "Diritti per tutti" durante la celebrazione del novantesimo anno di attività del Corpo degli Alpini. «Brescia voleva festeggiare i 90 anni dei propri alpini e lo ha fatto - sottolinea il primo cittadino -. Pensare di manifestare le proprie idee non rispettando altre celebrazioni preparate da tempo diventa un atto di prepotenza e palesa l'incapacità di capire la realtà in cui a parole si desidererebbe vivere e integrarsi».

Redazione online
30 ottobre 2010(ultima modifica: 31 ottobre 2010)

giovedì 28 ottobre 2010

DOVEVA PRENDERSELA PIUTTOSTO CON IL GIUDICE

Si sa che la decisione di una causa civile non dipende tanto da un avvocato, per quanto sia preparato, ma dal giudice, che sulla base dei documenti e delle prove deve saper ragionare. Purtroppo la giustizia, soprattutto quella civile, è in mano a giudici che per la maggior parte sono una massa di ignoranti e di incapaci di ragionare. Essi entrano in magistratura dopo avere superato, magari fortunosamente , un concorso. Dopo di che essi fanno carriera per sola anzianità. Possono anche per il resto della vita evitare di aprire un libro di diritto perché nessuno più li sottopone ad esami. Con la scusa dell'indipendenza della magistratura essi con il CSM (che dovrebbe significare, non Consiglio Superiore della Magistratura, ma Corporazione d Stampo Mafioso) hanno sempe rifiutato un concorso per il passaggio ad un grado superiore, come avviene nell'Università. Molti di essi dovrebbero essere sottoposti a visita psichiatrica perché sono capaci di fare sentenze aberranti, capovolgendo completamente le regole della logica. E la legge li rende immuni da qualsiasi responsabilità, contro il principio costituzionale che dice che tutti i cittadini sono eguali di fronte alla legge. Ma i magistrati non pagano mai, anche quando commettono gravi errori. In teoria essi (secondo la legge sui provvedimenti disciplinari) dovrebbero essere sottoposti a provvedimenti quando si tratti (cito la legge) di "errorri dovuti ad ignoranza o vizi logici inescusabili". Ma mai è stato preso un provvedimento contro giudici civili, e il massimo della punizione per un giudice penale è consistito in un trasferimento di sede (cosa assai rara). ASSURDO.Essi possono impunemente mandare in galera uno riconosciuto poi innocente e non pagare mai di persona. Deve essere lo Stato (cioè il contribuente) a pagare per essi. ALLUCINANTE. In un mio prossimo libro analizzo questa situazione aberrante che fa dei magistrari una corporazione di individui spesso ignoranti, fuori di testa e arroganti, oltre che vendicativi nei confronti di chi abbia il coraggio di trattarli come meritano. Propongo una vera riforma deo Codice di Procedura Civile e dell'ordinamento giudiziario perché questi individui non possano più avanzare di grado e di stipendio per sola anzianità. Essi debbono essere giudicati da giuristi (studiosi del diritto) perché non credano più di essere padroni, invece che servitori, della giustizia. Tra un giurista ed un giudice (manovale, e non studioso, del diritto) esiste la stessa differenza che vi è tra un professore di idraulica ed un idraulico. La giustizia in Italia è una cloaca e un terno al lotto a seconda dei "giudici" in cui si incappa.
Perciò chi ha ammazzato l'avvocato pur avendo seri e fondati motivi nella sua richiesta di risarcimento dei danni per aver perso una gamba per incidente di lavoro ha sbagliato bersaglio.

CASSINO (frosinone)

Avvocato freddato con 4 colpi di pistola
da invalido che aveva perso una causa

Brutale esecuzione in studio, vicino ai clienti in attesa
L'assassino, vittima di incidente sul lavoro, si è costituito

CASSINO (frosinone)

Avvocato freddato con 4 colpi di pistola
da invalido che aveva perso una causa

Brutale esecuzione in studio, vicino ai clienti in attesa
L'assassino, vittima di incidente sul lavoro, si è costituito

Il corpo del legale viene portato all'obitorio (Ansa)
Il corpo del legale viene portato all'obitorio (Ansa)
ROMA - Un avvocato, Massimo Pallini, 45 anni, è stato trovato morto nel suo studio di via Cimarosa, a Cassino, in provincia di Frosinone, ucciso da quattro colpi d'arma da fuoco. Specializzato in cause civili, era molto conosciuto nell'ambiente forense. Dalle prime ricostruzioni l'assassino aveva preso un appuntamento allo studio: Natalino Di Mambro, 62 anni, che era cliente del legale, lo ha ucciso perchè aveva perso una causa.

ESECUZIONE CON I CLIENTI IN SALA - Ad ucciderlo, secondo quanto riferito da testimoni, sarebbe stato un uomo che, entrato nell'ufficio attorno alle 16, avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco per poi dileguarsi. I clienti in sala di attesa hanno raccontato la dinamica e descritto l'accaduto ai carabinieri che stanno effettuando i rilievi.

La palazzina di Cassino dov'è avvenuto l'omicidio (foto Ansa)
La palazzina di Cassino dov'è avvenuto l'omicidio (foto Ansa)
CAUSA PER INVALIDITA' - In serata la svolta dell'omicidio. Il presunto assassino si è costituito. L'uomo è residente a Sant'Elia Fiumerapido un paese limitrofo a Cassino. Accompagnato dal suo avvocato è stato interrogato dal capo della Squadra Mobile di Frosinone, il vice questore Carlo Bianchi e dal magistrato della Procura di Cassino. Sembra che l'avvocato Pallini avesse seguito per conto del 62enne una causa di lavoro per invalidità che non era andata a buon fine, a giudizio dell'assassino per imperizia del legale.

50 PROIETTILI IN AUTO - Sconcertanti i particolari che emergono dall'interrogatorio fiume di Di Mambro. Nell'auto dell'assassino gli investigatori della squadra mobile di Frosinone e del commissariato di Cassino hanno trovato 50 proiettili. Il reo confesso ha riferito infatti di essere stato intenzionato ad utilizzarli tutti nel momento in cui qualcuno avesse avuto qualche reazione inaspettata.
Reso invalido da un infortunio sul lavoro, con una gamba di legno, e solo, Di Mambro, ex metalmeccanico, covava un rancore profondo nei confronti del legale, che riteneva colpevole della sua rovina economica. I proiettili e la Glock 9x21 sono stati sequestrati e inviati alla polizia scientifica. L'analisi balistica servirà agli inquirenti per capire quanti sono stati effettivamente i colpi sparati. Nel frattempo, è stata disposta l'autopsia sul corpo dell'avvocato, prevista per giovedì pomeriggio presso l'obitorio dell'ospedale di Cassino.

Redazione online
27 ottobre 2010(ultima modifica: 28 ottobre 2010)


mercoledì 27 ottobre 2010

MANGIATE CARNE (CADAVERI) E BUON CANCRO AL COLON

UMBERTO VERONESI (VEGETARIANO) HA SEMPRE DETTO CHE LA CARNE FAVORISCE IL CANCRO AL COLON E ALL'INTESTINO. E' RISAPUTO CHE GLI ANIMALI ERBIVORI NON SONO SOGGETTI A TUMORI. MA LA GENTE SE NE FREGA. SI SUICIDI PURE LENTAMENTE. "NE UCCIDE PIU' IL PALATO CHE LA SPADA".

ricerca

Proteggersi dal tumore al colon
con l'aspirina. E con un nuovo test

Uno studio conferma: piccole dosi regolari di aspirinetta riducono il rischio di ammalarsi. Ma non è una soluzione valida per tutti, come lo screening per diagnosi precoce

ricerca

Proteggersi dal tumore al colon
con l'aspirina. E con un nuovo test

Uno studio conferma: piccole dosi regolari di aspirinetta riducono il rischio di ammalarsi. Ma non è una soluzione valida per tutti, come lo screening per diagnosi precoce


MILANO - Un aumento valutato del 10 per cento e 270mila nuovi casi. Sono le stime per il 2010 presentate a Roma nei giorni scorsi dalla Lega italiana tumori. Fra i tipi di cancro sempre più diffusi c’è quello del colon retto, in crescita fra uomini e donne a causa soprattutto di alimentazione scorretta, sedentarietà, sovrappeso. Ma dai laboratori di ricerca arrivano due buone notizie. Primo, piccole dosi di aspirina (quelle usate comunemente per la prevenzione cardiovascolare) riducono il rischio di ammalarsi di carcinoma colonrettale. Secondo, i medici potrebbero avere presto a disposizione un nuovo test efficace per la diagnosi precoce della malattia.

PROTEZIONE DALL’ASPIRINA - Secondo uno studio pubblicato sull’ultimo numero della rivista Lancet da Peter Rothwell del John Radcliffe Hospital di Oxford, l’acido acetilsalicilico (più noto come aspirina) può ridurre di un quarto le probabilità di sviluppare un tumore al colon e di oltre un terzo la sua gravità, quindi il pericolo di morte per questa neoplasia. La ricerca ha coinvolto più di 14mila persone, tenute sotto osservazione per quasi 20 anni. I volontari sono stati suddivisi in gruppi, a seconda che prendessero o meno l’aspirinetta quotidiana per la prevenzione cardiovascolare (in particolare per evitare ictus e infarti). Nel corso dello studio a 391 partecipanti è stato diagnosticato un carcinoma colonrettale ed è emerso che chi assume l’aspirinetta regolarmente (in dosi da circa 75 milligrammi al giorno) per almeno sei anni ha un rischio ridotto del 24 per cento di ammalarsi e del 35 per cento di morire a causa del tumore. «Il farmaco però va assunto con cautela e solo dopo un’attenta valutazione del bilancio tra rischi e vantaggi - precisano i ricercatori britannici - perché, com’è noto, può provocare sanguinamenti gastrointestinali e ulcere». Insomma, non ci sarà una prescrizione di massa dell’acido acetilsalicilico, ma potrebbe venire consigliato a chi è considerato a elevato rischio di sviluppare la neoplasia.

NUOVO TEST IN ARRIVO - In Italia i tumori del colon rappresentano la seconda causa di morte per cancro. La sopravvivenza a cinque anni per questa patologia si aggira attorno al 65 per cento e sale fino al 90 per cento se la malattia viene rilevata a uno stadio iniziale. «Scoprire la neoplasia il più presto possibile è fondamentale per ridurre la mortalità, ma l’adesione agli screening disponibili per il carcinoma colonrettale è ancora troppo bassa» dicono dall’Istituto scientifico romagnolo Irst di Meldola (Forlì-Cesena), dove si sta studiando un innovativo test per la diagnosi precoce e non invasiva del tumore del colon-retto, il Fluorescente Long Dna (Fl-Dna). Uno strumento che analizza il Dna delle cellule di esfoliazione della mucosa del colon presenti nelle feci, che avviene in modo continuo, non è soggetto alle variazioni di risultato dipendenti dalla intermittenza del sanguinamento delle lesioni tumorali. E che quindi potrebbe scovare i segnali più precoci della malattia, riducendo inoltre i casi falsamente negativi. Il nuovo test molecolare che valuta la quantità e l’integrità del Dna fecale sarebbe più accurato del test del sangue occulto nelle feci - dicono dall’Irst - e avrebbe un valore predittivo particolarmente elevato.

«SCREENING FONDAMENTALI» - Ad oggi il test Sof, in grado di ridurre la mortalità del 13–33 per cento, rappresenta ancora la procedura non invasiva più comunemente utilizzata per scovare in anticipo un carcinoma del colon. Ma secondo i dati più aggiornati dell’Osservatorio nazionale screening nel 2008 risulta coperto dallo screening (tramite Sof, nella grande maggioranza di casi, o mediante rettosigmoidoscopia) solo circa il 51 per cento del territorio nazionale. «È importante che la partecipazione allo screening cresca - spiega Paolo Bianchi, direttore dell’Unità di chirurgia mini-invasiva all’Istituto europeo di oncologia di Milano - perché scoprire un carcinoma colonrettale agli inizi vuol dire avere maggiori probabilità di sopravvivere. E con una qualità di vita migliore, perché l’intervento d’asportazione può essere conservativo». La sensibilità del test del sangue occulto però lascia troppi spazi di indeterminatezza nell’individuazione di un carcinoma, soprattutto delle forme più precoci, per le quali si ricorre quindi di frequente a indagini diagnostiche invasive come la colonscopia. «Gli attuali programmi di screening hanno certamente alcune criticità - conclude Bianchi -: bisognerebbe aumentare l’adesione della popolazione e migliorare la sensibilità del test, cioè ridurre i cosiddetti falsi negativi (persona malata giudicata sana, ndr). I test che valutano il Dna delle cellule tumorali esfoliate e presenti nelle feci sono promettenti, in quanto hanno un’alta sensibilità nel riconoscimento dei soggetti malati e potrebbero superare il problema dei falsi negativi presenti nel Sof. Bisognerà valutare attentamente i costi del test prima di poterlo introdurre come screening sulla popolazione».

Vera Martinella
(Fondazione Veronesi)
26 ottobre 2010

martedì 26 ottobre 2010

AVREBBERO DOVUTO IMPICCARE IL CRIMINALE BUSH

Non voglio assumere la difesa completa di Saddam Hussein. Ma non si può non riconoscere che Saddam Hussein fu fondatore del partito socialista e laico Baath e che egli promosse i cristiani ad alti vertici del governo per garantire la conservazione di uno Stato laico in uno Stato diviso tra musulmani sunniti e sciiti (che tra i musulmani sono la maggioranza e i peggiori per fanatismo religioso). Per questo Saddam Hussein evitò di dare potere agli sciiti (che comandano in Iran). Gli Stati Uniti mossero guerra a Saddam accusandolo di avere armi di sterminio di massa. GROSSA MENZOGNA. In realtà gli Stati Uniti volevano impadronirsi dei pozzi di petrolio dell'Iraq alleandosi con uno Stato teocratico ed oppressore come il Kuwait, simile all'Arabia Saudita, che ha il peggiore governo di tutta la Terra, ma di cui gli Stati Uniti sono stati sempre alleati spregiudicati. Durante il governo di Saddam Hussein vi era parità di diritti tra uomini e donne, che potevano uscire sole anche di notte e frequentare locali pubblici senza dover temere alcunché, non essendo costrette a coprirsi la testa come espressionedi inferiorità nella tradizione islamica. Saddam Hussein nominò ministro degli esteri e poi vice primo ministro il cristiano cattolico di rito caldeo Taraq Aziz (che si fece chiamare così rifiutando il suo nome e cognome arabi). L'Iraq era l'unico Stato laico tra i Paesi musulmani. Era una dittatura? Sì, ma era una dittatura necessaria per evitare quello che poi è avvenuto. La guerra civile per l'odio tra sunniti e sciiti e tra questi e i kurdi, che volevano spaccare l'Iraq costituendo uno Stato indipendente nel nord per diventare solo essi padroni dei grossi pozzi di petrolio. La caduta di Saddam Hussein per colpa di quel criminale e pazzo di Bush figlio vi sono stati 146.000 morti nella guerra civile tra musulmani. Ed ora vorrebbero impiccare anche Taraq Aziz, che era il volto migliore del governo di Saddam Hussein. L'Europa si sta muovendo contro la condanna a morte di Taraq Aziz (con sentenza puramente politica voluta dagli sciiti per vendicarsi del passato regime che dava il potere ai sunniti e ai cristiani e non agli sciiti alleati del nemico Iran). Se gli Stati Uniti non si muoveranno anch'essi per impedire l'esecuzione della condanna a morte di Taraq Aziz si meriteranno un altro attentato come quelo alle torri gemelle. Non bisogna dimenticare che la sconsiderata politica americana finanziava i talebani per far cadere il governo comunista di Najibullah, perché sostenuto dai sovietici. Anche in questo caso lo scopo era di controllare gli oleodotti del petrolio. Le conseguenze poi si sono viste. I talebani, finanziati dal folle Bin Laden hanno progettato l'attentato alle torri gemelle, che può essere considerato una sorta di nemesi storica contro la follia della politica esteraamericana.

L'ex vice presidente condannato a morte per la persecuzione degli esponenti politici sciiti

«Impiccare Tareq Aziz»
Il Colle e l'Ue: inaccettabile

L'avvocato: «Chiederemo aiuto al Vaticano». Pannella: «Inizio sciopero di fame e sete

L'ex vice presidente condannato a morte per la persecuzione degli esponenti politici sciiti

«Impiccare Tareq Aziz»
Il Colle e l'Ue: inaccettabile

L'avvocato: «Chiederemo aiuto al Vaticano». Pannella: «Inizio sciopero di fame e sete

Tareq Aziz in una foto d'archivio (Ansa)
Tareq Aziz in una foto d'archivio (Ansa)
BAGDAD - L'ex vice presidente iracheno Tareq Aziz è stato condannato a morte. L'Alta corte penale di Baghdad ha previsto che la pena capitale sarà eseguita mediante impiccaggione. Aziz è stato condannato nell'ambito del processo relativo alla chiusura dei partiti religiosi in Iraq. Insieme all'esponente cattolico sono stati condannati a morte anche l'ex ministro dell'Interno, Saadun Shaker, e l'ex segretario personale di Saddam Hussein, Abdel Hamid Hamud. La sentenza arriva da uno dei sette processi nei quali è imputato Tareq Aziz e riguarda la campagna avviata negli anni Ottanta contro i partiti politici sciiti filo-iraniani, che ha visto in quegli anni eseguire una serie di arresti e di condanne a morte nei confronti dei principali esponenti sciiti.

INFARTO - Lo scorso gennaio Aziz, già condannato a marzo 2009 a 15 anni per crimini contro l'umanità per il suo ruolo nell'esecuzione di 42 commercianti e uomini d'affari a Baghdad nel 1992 e nell'agosto 2009 a sette anni per il suo ruolo nella deportazione dei curdi, venne colpito da un infarto in carcere.

L'AVVOCATO - La difesa dell'ex vice premier iracheno Tareq Aziz, riferisce l'avvocato Badia al-Aref, intende rivolgersi anche al Vaticano perché fermi l'esecuzione e presenterà ricorso al tribunale perché annulli la sentenza odierna. Interpellato dall'Ansa ad Amman, in Giordania, Aref ha affermato che «presenteremo quanto prima un ricorso urgente alla Alta corte chiedendo di annullare una simile sentenza sulla base delle gravi condizioni di salute in cui versa il nostro assistito». «Solleciteremo anche il Vaticano perché intervenga e fermi questo ingiusto maltrattamento nei confronti del nostro cliente», ha aggiunto l'avvocato.

NAPOLITANO- Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha annunciato da Pechino che la posizione dell’Italia sarà conforme a quella adottata dall’Unione europea. «So soltanto che l’alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea, signora Catherine Ashton, chiederà all’Iraq di bloccare l’esecuzione di Tarek Aziz», ha detto Napolitano. «C’è già una presa di posizione dell’Unione europea, suppongo che l’Italia corrisponderà con la sua posizione a quella dell’Unione europea», ha continuato. Gli ha fatto eco il ministro degli Esteri Franco Frattini, che lo segue nella visita di Stato in Cina, confermando «ovviamente sì».

FORMIGONI - «Non è accettabile la condanna a morte di Tarek Aziz, che non si è mai macchiato di nessun delitto»: il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, è partito da questo per chiedere una «mobilitazione internazionale» per risparmiargli la vita. «Per la cultura occidentale la vita dell'uomo è sacra e quindi nessuna condanna a morte è giustificabile - ha spiegato - In particolare, non è accettabile la condanna a morte di Tarek Aziz, che non si è macchiato di nessun delitto e che, come è riconosciuto da tutti, è stato l'elemento moderatore del sistema iracheno». «Io - ha aggiunto - credo che ci debba essere una mobilitazione internazionale di tutti i Paesi e soprattutto di quelli della coalizione che ha aiutato l'Iraq a liberarsi dalla dittatura di Saddam Hussein».

FRANCESCANI – Anche il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Giuseppe Piemontese, prende posizione contro la condanna a morte. In una nota apparsa sul sito www.sanfrancescopatronoditalia.it, organo di stampa dei frati minori conventuali di Assisi, afferma: «Siamo da sempre contrari in modo assoluto alla pena di morte. Non ridarà la vita a chi l’ha persa – continua padre Giuseppe Piemontese – anzi ne toglie un’altra. Tareq Aziz ci è sembrato il volto più ragionevole che ha limitato, probabilmente, decisioni più gravi da parte del regime di Saddam Hussein». Nel febbraio del 2003 Tareq Aziz arrivò ad Assisi, un mese prima che scoppiasse la guerra in Iraq, e accolto dalla comunità francescana del Sacro Convento di Assisi si inginocchiò davanti la tomba di San Francesco.

PANNELLA: SCIOPERO DI FAME E SETE - Marco Pannella ha annunciato che inizierà subito uno sciopero della fame e della sete contro la pena di morte a Tareq Aziz. «Come con Saddam vogliono strozzarlo per impedirgli di parlare», ha detto il leader radicale «Chiedo a Berlusconi, che afferma di avere per amici i potenti della Terra, di dimostrarcelo in questa occasione, ne ha il dovere essendo stato fra i principali responsabili della guerra in Iraq scoppiata per impedire l'esilio di Saddam e la pace, in quel caso ingannando il Parlamento e il popolo italiano».

Redazione online
26 ottobre 2010

sabato 23 ottobre 2010

QUESTA E' L'UNICA CARNE CHE ANCORA MI PIACE. COMPLIMENTI PAMELA

Pamela Anderson si spoglia per protesta


L’attrice è una delle testimonial più attive della Peta. Dopo il video hard girato in difesa degli animali, ora posa per la nuova campagna animalista. Le parti utilizzate durante il macello subito dagli animali sono state disegnate sulle sue curve

16 luglio, 2010

Scopri tutto su Pamela Anderson
Tutti nudi… per protesta, sport e divertimento
Tutti nudi: guarda la fotogallery hot

I divi dello star system trasformati in testimonial
Vedo nudo


L’ex bagnina e sirenetta di Baywatch, oltre a mostrare le sue vertiginose curve e dare spettacolo in giro per il mondo, è una delle attiviste più attive e impegnate della Peta (People for the Ethical Treatment of Animals). Dopo l’ultimo spot pubblicitario commissionato dalla stessa associazione e immediatamente dopo censurato, ci riprova. E si fa fotografare in bikini con il corpo provocatoriamente tratteggiato: le parti utilizzate durante il macello subito dagli animali sono state disegnate sul corpo nudo dell'artista.

venerdì 22 ottobre 2010

UN CANE SA AMARE PIU' DI UN ESSERE UMANO

Mi domando come mai il cane non sia stato mai accolto in casa. Fu lasciato sempre in strada? Anche nelle giornate fredde e piovose? E' questo il modo in cui Sara "amava gli animali"?


Un meticcio di pastore tedesco passa ogni giorno davanti al garage dei Misseri

Avetrana, un Hachiko anche per Sarah:
quel cane senza nome che ancora la cerca

Il fratello della ragazza uccisa ad Avetrana: «Lei amava gli animali, quando poteva aiutava i trovatelli»

Un meticcio di pastore tedesco passa ogni giorno davanti al garage dei Misseri

Avetrana, un Hachiko anche per Sarah:
quel cane senza nome che ancora la cerca

Il fratello della ragazza uccisa ad Avetrana: «Lei amava gli animali, quando poteva aiutava i trovatelli»

Il meticcio di pastore tedesco che ancora si aggira attorno alla casa dei Misseri in cerca di Sarah Scazzi (Ansa)
Il meticcio di pastore tedesco che ancora si aggira attorno alla casa dei Misseri in cerca di Sarah Scazzi (Ansa)
TARANTO - Un rifugio per cani abbandonati in memoria di Sarah Scazzi. E' questa la richiesta di Claudio, il fratello della ragazza uccisa ad Avetrana in una torbida storia di contrasti famigliari ancora tutti da chiarire, per ricordare la sorella.

COMPAGNO DI STRADA - La giovane amava gli animali ed era particolarmente legata ad un cane randagio che era solita seguirla nelle sue passeggiate per il paese. E che ancora in questi giorni si fa vedere nei pressi di casa Misseri, che per anni è stata una delle tappe più frequentate da Sarah.

«AIUTAVA I TROVATELLI» - «Sarah - ha detto Claudio agli amici - era molto attenta a questo problema e quando poteva aiutava i cani randagi». E proprio uno di questi, un meticcio molto simile ad un pastore tedesco, accompagnava sempre la 15enne, soprattutto nei brevi tragitti che Sara percorreva per tra la propria abitazione e quella di Sabrina. Dal giorno della scomparsa della piccola, trascorre lunghe ore davanti al garage di casa Misseri, un po' come l'Hachiko reso celebre dal film con Richard Gere, in attesa di quella quasi padroncina che però non rivedrà più.

Redazione online
21 ottobre 2010

mercoledì 20 ottobre 2010

DI QUESTA RUMENA ASSASSINA NON SI SCRIVE

RIPRENDO DAL FORUM ANIMALI E DINTORNI DEL CORRIERE DELLA SERA
CATTIVO SANGUE RUMENO NON MENTE




cristina
Mercoledì, 20 Ottobre 2010
cronaca nera

Qualche giorno fa nella mia regione una ragazza ventenne romena ha ucciso il suo ragazzo turco con una coltellata; in seguito ha chiesto aiuto al suo datore di lavoro,nonchè padrone di casa, il quale al quotidiano locale regionale ha testualmente raccontato: "Mio figlio 13enne mi ha aiutato a ripulire la stanza,imbrattata di sangue. Non si è impressionato,perchè la nostra è una famiglia di cacciatori" - giornale "ALTO ADIGE" del 19 ottobre ,pag.3.

Mi domando dove siano la sensibilità, l'intelligenza emotiva,il senso della responsabilità e dalla misura di questo padre-cacciatore; mi domando se le Autorità non abbiano nulla da dire sul fatto che un minorenne,ancora bambino, debba pulire il sangue di un assassinio, di cui conosceva peraltro vittima e omicida,in quanto "figlio di cacciatore".

Colgo l'occasione, per dire che personalmente ho moltissima stima per i volontari, a cui penso debba andare la riconoscenza di tutti gli amanti dei cani; e che sarei favorevolissima ad una campagna che raggiungesse il maggior numero di persone-chessò:annunci,volantini con ovviamente i recapiti-,perchè siano economicamente aiutati da ognuno di noi,versando un obolo volontario.
Penso che aiutare i più sfortunati sia un problema di tutti,non solo dei volontari.
Io già lo faccio,"pur" avendo cani di razza.

lunedì 18 ottobre 2010

UNA VIOLENTA MALEDETTA RUMENA IN MENO SULLA TERRA

SE SI VEDE IL VIDEO SI VEDE CHI SIA STATO IL COLPEVOLE. PRECEDENTE: IN UN TABACCHINO LA RUMENA PRETENDEVA DI NON RISPETTARE LA FILA. IL 20enne le domanda: MA AL TUO PAESE NON SI RISPETTA LA FILA? E POI ESCE. E TUTTO SAREBBE FINITO LI'. MA LA RUMENA, ARROGANTE E VIOLENTA, LO INSEGUE FUORI DEL TABACCHINO, LO SCHIAFFEGGIA MENTRE IL 20enne SI LIMITA A PARARE I COLPI, MA LA RUMENA INSISTE NEGLI SCHIAFFI, SINO A QUANDO IL 20enne, DI FRONTE A TANTA PROVOCAZIONE VERBALE E FISICA LE DA' UN PUGNO E SE NE VA. CHE COSA DOVEVA FARE? CONTINUARE AD INCASSARE SCHIAFFI DA QUESTA PAZZA? COME FACEVA A FARE L'INFERMIERA? NESSUNO HA MAI CONTROLLATO IN OSPEDALE IL COMPORTAMENTO DI QUESTA RUMENA? PUO' UNA ESSERE NORMALE CON I PAZIENTI E ANORMALE FUORI DELL'OSPEDALE? CHI HA CONDANNATO IL 20enne AGLI ARRESTI DOMICILIARI E POI AL CARCERE (NELLA CULTURA FOLLE DEL MULTICULTURALISMO , PER NON SEMBRARE RAZZISTI) E' RAPPRESENTANTE DI UNA GUSTIZIA RIBUTTANTE E DISONESTA.
NOTARE COME QUEL GIORNALACCIO CHE E' LA REPUBBLICA ABBIA AGGIUNTO IL VIDEO CON LA SPECIFICA CHE SI TRATTA DEL VIDEO DELL'AGGRESSIONE. COME SE L'AGGREDITO NON FOSSE STATO IL 20enne. MALEDETTA GIUSTIZIA DELLA SINISTRA MULTICULTURALISTA.
ROMA - Per una banale lite ha colpito al volto con un pugno una donna romena, infermiera professionale di 32 anni, mandandola in coma. E' accaduto all'interno della stazione metropolitana Anagnina di Roma. Il ragazzo e la donna si trovavano in fila per fare il biglietto, quando tra i due e' nato un diverbio. In un secondo momento, quando la cosa sembrava finita, la lite si e' riaccesa mentre i due si erano allontanati dallo sportello. Il ragazzo, un 20enne, ha colpito violentemente con un pugno il volto della donna che e' caduta all'indietro priva di sensi.
La donna e' stata operata per le gravissime lesioni riportate al cranio al policlinico Casilino ed e' tuttora in coma. All'aggressore, Alessio Burtone di 20 anni, sono stati concessi gli arresti domiliari.
L'aggressione e' stata ripresa da una delle telecamere della stazione. Una lite concitata, spintoni, poi quel pugno sferrato violentemente. E l'indifferenza che circonda il corpo della donna crollata in terra priva di sensi.
Nelle immagini si vede che la donna romena, 32 anni, ora in coma, e il ragazzo, 20 anni arrestato, parlano animatamente. Lei lo spintona piu' di una volta e improvvisamente il ragazzo lancia a terra la giacca che ha in mano e la colpisce in pieno volto violentemente.
La donna crolla a terra e sembra esanime. Il ragazzo a quel punto raccoglie la giacca e senza nemmeno voltarsi e accertarsi dello stato della donna se ne va. Alla sua indifferenza si aggiunge quella dei tanti passeggeri che sfilano accanto al corpo della donna senza prestare attenzione. Un'anziana addirittura la sfiora passando oltre.
Poi sfilano accanto alla donna studenti con gli zaini, uomini, donne tutti indifferenti. Circa una trentina di persone passano accanto alla romena, che non da' segni di ripresa, e nessuno sembra accorgersi della tragedia che si sta consumando.
All'improvviso un uomo vestito di bianco si avvicina, si china e poi si allontana. E fa da richiamo ad altri passeggeri che finalmente si accorgono di quella donna senza coscienza abbandonata sulla banchina. Solo dopo qualcuno chiama i soccorsi.
LEGALE AGGRESSORE: DA LEI MINACCE - ''Voglio subito dire che il ragazzo non e' pregiudicato. E' un lavoratore ed e' una persona perbene. Il Gip, su mia richiesta, ha deciso di concedergli gli arresti domiciliari''. Cosi' precisa l'avvocato Fabrizio Gallo, legale del giovane.
L'avvocato aggiunge che ''nel video si vede chiaramente che era la donna a inseguire il ragazzo. Alessio mi ha detto che lei gli avrebbe rivolto parole offensive e lo avrebbe provocato dicendogli 'Te la faccio pagare' e 'Ti faccio cadere quando arriva la metro'. A quel punto l'ha colpita''.
''Quando ieri in carcere, prima che gli concedessero i domiciliari - aggiunge l'avvocato - ho detto ad Alessio che la donna era in coma, ha avuto un momento di sconforto. Non pensava di aver fatto una cosa tanto grave. Aveva paura che fosse armata. Anche i genitori del ragazzo sono delle brave persone e sono costernati per l'accaduto. Faro' un'istanza al pm per la riammissione in liberta'''.
ALEMANNO: INDIFFERENZA? PENSO A DENUNCIA - ''Mi hanno detto dell'esistenza di un video orribile che mostra indifferenza rispetto all'aggressione avvenuta all'interno della metro Anagnina ai danni di una donna; vedro' questo video e se cio' che mi hanno detto e' vero mi rivolgero' all'autorita' giudiziaria per una denuncia per omissione di soccorso contro ignoti''. Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in missione istituzionale a Pechino.
Per Alemanno ''non e' accettabile che in una citta' come Roma avvengano cose del genere e, tanto piu', non e' possibile che ci sia una tale indifferenza nei confronti di episodi del genere''.

Discussione (2 posts)

Video:Infermiera romena in coma colpita con un pugno per una banale lite
Oct 12 2010 12:48:13
#10196

Maricica, un'infermiera “tosta” e dolce
Oct 14 2010 21:31:04
ROMA (13 ottobre) - Muove una mano, respira senza più l’aiuto delle macchine, certo, ma non ha ancora ripreso conoscenza, ed è questo che fa preoccupare i medici che la stanno curando da venerdì pomeriggio al policlinico Casilino, quando arrivò con l’ambulanza già con coma.

Il marito Adrian la vede da tre giorni così, ancora più piccina e indifesa dietro il vetro del reparto di rianimazione. Anche il fratello più piccolo telefona al primario del reparto per sapere come sta la sua Maricica.

Ma professore la donna è in pericolo di vita? «Sì, perché non ha alcun tipo di reazione con l’esterno. Non ha riconosciuto neanche il marito, le sue condizioni restano gravissime, ci sono altri danni al tessuto cerebrale», risponde Giorgio D’Este, primario del reparto al Casilino. E Adrian, 32 anni come la moglie, lavoro, casa e famiglia e un figlio che adorano, resta in silenzio, e continua a pregare, «non è arrabbiato è solo addolorato, perché lui è uno buono, tutti e due sono buoni, non hanno mai avuto problemi qui in Italia», racconta un’amica di famiglia.

Lui e Maricica vivono a Roma, zona Torre Angela, da sette, otto anni, ormai: il primo a lasciare la Romania è stato Adrian, ha sempre lavorato, e ora lo continua a fare come fabbro in una grande ditta romana, lei è partita da Focsani, vicino alla Moldavia, una delle parti più povere della Romania, poco dopo, e qui ha ripreso a fare l’infermiera. Con i bambini, gli anziani, ci sa proprio fare, raccontano i colleghi che la conoscono da quando, cinque, sei mesi, è arrivata da loro nella clinica di riabilitazione Villa Fulvia, sull’Appia.

«E’ una ragazza tranquilla, non ha mai dato problemi sul lavoro, carinissima con i pazienti. E’ assurdo quello che le è successo, non riesco a capire, non con una come lei: quell’uomo deve averle detto o fatto qualcosa di grave per farla reagire». Perché Maricica è buona, paziente, ripete anche chi l’ha conosciuta per poche settimane. «Lavora in tutti i reparti, una tipa tosta e gentile». In corsia un collega rivede sul suo telefonino il video dell’aggressione finito su You tube e scuote la testa, «povera Maricica, lasciata per terra, come se non fosse successo niente... Quante ne vedo io sull’autobus, sputano, insultano e intorno la gente rimane in silenzio, indifferente, lontana».

Davanti al reparto di rianimazione del policlinico una coppia di anziani vuole sapere come sta la ragazza romena, loro sono appena diventati nonni, la figlia è al primo piano dell’ospedale. Un infermiere spiega che ancora è come se dormisse Maricica, «e allora dobbiamo pregare», dice la donna. Come fa Adrian da tre giorni, da quando la sua Maricica è ancora addormentata dietro quel vetro.

SIN QUI IL CORRIERE DELLA SERA. ORA LEGGETE L'ARTICOLO DE LA REPUBBLICA

IL CASO HAHAIANU

Maricica, Burtone va in carcere
Cori e applausi per 'Alessio libero'

Il gip ha confermato l'ordinanza per Alessio Burtone, il ventenne che ha sferrrato il pugno all'infermiera romena. Tensione sotto casa del giovane all'arrivo dei carabinieri che lo hanno accompagnato a Regina Coeli. "Se tornassi indietro non alzerei le mani - ha detto l'aggressore - mi dispero per quella morte". Il Municipio X: intitolare alla donna il piazzale della stazione Anagnina


Alessio Burtone è in carcere. Il gip ha firmato l'ordinanza che lo ha obbligato a lasciare gli arresti domiciliari per essere trasferito a Regina Coeli. Burtone, durante un litigio nella stazione della metropolitana "Anagnina", aveva sferrato un pugno a Maricica Hahaianu poi deceduta, venerdì scorso, presso il Policlinico Casilino, nella capitale. A provocare la morte della donna, come emerso dall'autopsia eseguita dal professor Paolo Arbarello, un profondo trauma cranico provocato dal colpo che la donna ha ricevuto sul volto e che l'ha fatta cadere pesantemente a terra.

I carabinieri, giunti presso l'abitazione del giovane per condurlo in carcere, sono stati accolti dai cori e dagli applausi degli amici di Burtone - circa duecento persone - che gridavano "Alessio libero, Alessio libero". Il ventenne è uscito con la testa e il volto coperti dal cappuccio di una felpa blu. La sorella è rientrata nell'androne del palazzo, in lacrime, abbracciata ad alcuni amici.

Le reazioni degli amici. Amarezza e rabbia tra gli amici del ragazzo, davanti allo stabile di via San Giovanni Bosco dal quale è stato prelevato dai carabinieri. "Roma non ha piú un sindaco - ripetono alcuni - da oggi Alemanno è il sindaco di Bucarest. Difende i romeni in qualsiasi occasione. Poi invece non parla di episodi come un ragazzo picchiato da due romeni e ricoverato in fin di vita al policlinico Casilino". C'è chi è molto preoccupato per le sorti di Alessio in carcere, "sicuramente verrà picchiato dagli altri detenuti soprattutto se romeni - dice Maui - è stato arrestato come un mafioso, sono venuti a prenderlo con otto automobili". Sul portone del palazzo di Alessio resta lo striscione con su scritto "Alessio libero", che gli amici hanno affisso nei giorni scorsi. "Lo abbiamo rifatto - spiega Andrea - perché la donna delle pulizie, romena, lo aveva staccato. Pensa che coincidenza".

L'attacco a Maricica. "La signora Maricica prendeva spesso l'autobus numero 511 e dava sempre fastidio ai passeggeri, creava sempre un pretesto per litigare, era un'attaccabrighe", dice un amico di Burtone parlando della vittima del pungo sferrato dal giovane. "Tempo fa si è fatta menare - aggiunge - per prendersi i soldi del risarcimento. Quindi non è Alessio il pregiudicato, non è vero".

Le frasi di Alessio. "Se tornassi indietro mi farei picchiare ma non alzerei più le mani in vita mia". Sono le parole ripetute in questi giorni da Burtone e riferite dal suo legale, Fabrizio Gallo. "E' affranto e dispiaciuto", ha raccontato l'avvocato prima della decisione del gip, facendo sapere che il giovane era "un po' più fiducioso" sulla sua situazione. Nel pomeriggio, dopo aver saputo della decisione del gip, Burtone ha anche aggiunto di essere "disperato per quella morte".

IL VIDEO DELL'AGGRESSIONE


www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=...p;npl=&desc_sez=
#10204

sabato 9 ottobre 2010

BASTA CON L'OFFENDERE GLI ANIMALI NON UMANI QUANDO SI TRATTA DI OFFENDERE GLI UOMINI

La gente comune (e non soltanto comune) sa solo farsi prendere dall'emozione nei casi efferati delitti e invoca solo allora la pena di morte essendo priva di argomenti per giustificarla. Passata l'emozione smette di richiederla. Vi sono invece tanti argomenti che molti dei maggiori pensatori dall'antichità ad oggi (a partire almeno da Platone e da Aristotele) hanno esposto a favore della pena di morte. Ma oggi la morale del buonismo e del perdonismo, che uccide la giustizia, impedisce che i favorevoli alla pena di morte (come me) possano esporre in pubblico tali argomenti perché su di essi viene esercitata una dispotica censura che impedisce loro di parlare.
Non basta. Questa gente, ancora vittima di una concezione antropocentrica, continua a paragonare gli autori dei peggiori delitti a degli animali usando più spesso il termine dispregiativo "bestie". Senza saper riflettere sul fatto che i criminali, se fossero "bestie", sarebbero molto migliori perché le cosddette bestie non uccidono mai per crudeltà. Si noti che nel mondo animale nessun maschio violenta la femmina. Anzi la ignora completamente quando questa non sia in calore, cioè nel periodo in cui la stessa femmina è disposta ad accopiarsi. E allora perché continuare ad offendere gli animali non umani quando essi sono migliori dei criminali? Ho sentito alcuni dire che quello che ha ucciso Sara è un porco. Perché offendere i poveri maiali che, oltre a non far male ad alcuno, patiscono da innocenti la fine che fanno per soddisfare il palato umano quando i maiali sono miglori di mlta umanità?
Ecco il frutto di una concezione intrisa di luoghi comuni che abbassa gli animali al livello dei criminali. QUESTI NON SONO AFFATTO DEGLI ANIMALI. SONO DEI SUBANIMALI, LA CUI VITA DEVE VALERE MENO DI QUELLA DI UN QUALSIASI ANIMALE NON UMANO. Anche il predatore uccide non per crudeltà verso la preda ma per il suo diritto alla vita. Altrimenti morirerebbe di fame. Dunque si sostituisca una buona volta il termine "bestia" con il termine "subanimale". Nessun animale non umano viene ucciso perché meriti la condanna a morte. Gli stessi parassiti vengono uccisi con gli antiparassitari per il diritto che hanno gli animali di liberarsi dai parassiti. Ma non si può dire che le pulci o le zecche siano crudeli. Purtroppo la natura (mal fatta) comprende anche i parassiti. Ma non vengono uccisi con gli antiparassitari perché siano ritenuti colpevoli, come se essi si rendessero conto dei danni di cui sono causa. Gli antiparassitari non vengono usati come se si trattasse di applicare una condanna a morte, che riguarda invece solo l'uomo.

IL DELITTO DI AVETRANA - lo zio della ragazza è in isolamento

L'autopsia su Sarah: è stata strangolata
Striscione: «Pena di morte a zio animale»


domenica 3 ottobre 2010

IL SANGUE DEGLI INNOCENTI RICADA SUGLI ASSASSINI. MALEDETTI PASTORI E ALLEVATORI DI MORTE

Alle 19,30 del 3 ottobre sento dire al TG3 regionale della Sardegna che la mattina successiva (dunque è già accaduto) maiali, pecore e capre importati dalla Spagna saranno macellati e i pastori sardi occupano il mattatoio di Settimo (Cagliari) solo perché vogliono essere sicuri che poi le carni non vengano vendute come carni di pecore sarde. Si sa che purtroppo questa è la fine che subiscono questi poveri animali. Ma mentre sto scrivendo penso a quei poveri animali stipati in un mattatoio e mi domando se siano coscienti della fine che li attende perché nei mattatoi rimane l'odore del sangue. Io maledico anche tutti i mandanti che mangiano carne. Il sangue degli innocenti ricada anche su di loro. La carne è cancerogena (Umberto Veronesi). Possano anche tutti i mandanti di morte morire di cancro tra grandi sofferenze.
Quando penso alle sofferenze degli animali nei mattatoi non riesco a provare alcuna sensibilità per le sofferenze umane, e godo delle sofferenze di quelli che morirono nei lager nazisti se mangiavano carne. Perché i mattatoi sono peggio dei lager nazisti. Fu proprio l'ebreo Charles Patterson a paragonare i mattatoi ai lager nazisti nel suo libro "Un'eterna Treblinka". Con questa differenza. Molti sopravvissero nei lager, mentre nessun animale sopravvive nei mattatoi e ognuno vede i suoi compagni mentre vengono uccisi, capendo che gli sta per toccare la stessa sorte. Chi ha il coraggio di affondare un coltello nella gola di un animale non puo' avere remore nell'affondarlo anche in quella umana. Non lo fa solo perché in questo caso vi è il reato di omicidio. L'umanità è dominata dall'ipocrisia perché demanda all'abbrutimento di pochi (i macellatori) il compito di permettere di mangiare carne agli ipocriti, che credono in questo modo di non avere la coscienza abbrutita, pur essendo essi peggiori dei macellatori, di cui sono i mandanti. Nessuna sensibilità si deve provare per le sofferenze degli insensibili e degli ipocriti.