giovedì 29 settembre 2011

ECCO CHE COS'E' IL VERO ISLAM. E IN OCCIDENTE VOGLIONO LE MOSCHEE MENTRE NEI PAESI ISLAMICI I CRISTIANI SONO CONDANNATI A MORTE. OCCIDENTE SUICIDA

Dal Corano al Vangelo

Ventiquattr’ore di tempo per salvare dal cappio dell’Iran il prete apostata

Dice al Foglio la ong che difende Nadarkhani: “Ogni giorno può essere messo a morte dagli ayatollah”

“Ventiquattr’ore per salvare la vita di Yosef Nadarkhani”, recita un banner sul sito di Christian Solidarity Worldwide, la ong inglese che difende il pastore cristiano condannato a morte in Iran. Il Washington Post scrive che “c’è ancora tempo per salvargli la vita”, ma anche che l’esecuzione potrebbe scattare nella mattinata di oggi. Il “prete apostata” è in carcere dall’ottobre 2009, inizialmente accusato di aver protestato contro l’obbligo per tutti gli alunni di leggere il Corano, poi sotto processo per “apostasia” e per aver cercato di “evangelizzare i musulmani”. La condanna a morte è del settembre 2010 e lo scorso luglio la corte ha confermato la sentenza. Altre ong dubitano che l’Iran voglia imbastire un simile spettacolo d’odio. Ma al Foglio spiegano gli attivisti di Christian Solidarity Worldwide: “Ieri Nadarkhani era di nuovo in tribunale e si è rifiutato ancora di convertirsi all’islam. Aspettiamo la decisione”.

C’è il timore che gli ayatollah possano eseguire la sentenza dopo la legge ratificata dal Parlamento che inasprisce la pena per apostasia. L’ultimo cristiano giustiziato per legge fu nel 1990, quando venne impiccato Hossein Soodmand (ora suo fratello Ramtin è in carcere per la stessa accusa). Nadarkhani ha respinto la richiesta di “pentimento” avanzata dal giudice del tribunale di Gilan per la terza volta in una settimana. Secondo il giudice, il religioso cristiano ha “antenati islamici” e per questo motivo “deve abiurare la sua fede in Gesù Cristo”. “Pentirsi significa tornare indietro, verso cosa dovrei ritornare? Alla blasfemia in cui ero prima di trovare la fede in Cristo?”, così avrebbe risposto Nadarkhani al giudice.

Nadarkhani è un famoso religioso delle “chiese domestiche”, la rete di comunità cristiane più represse dagli ayatollah. Sono discendenti di musulmani convertiti al cristianesimo durante l’occupazione britannica della Persia. Nel 2011 finora sono stati trecento i cristiani arrestati dal regime. Cristiani “impuri” perché non musulmani, a proposito dei quali Khomeini metteva in guardia gli iraniani con suggerimenti del tipo “non toccate i loro oggetti” e “non mangiate con loro”.

La legge elenca due tipi di apostasia: innata o parentale. Nel primo caso, l’apostata ha genitori musulmani, si dichiara musulmano e da adulto abbandona la fede di origine; nel secondo, l’apostata ha genitori non musulmani, diventa musulmano da adulto e poi abbandona la fede. La legge stabilisce che “la punizione nel caso di apostasia innata è la morte”, mentre “la punizione nel caso parentale è la morte, tuttavia dopo la sentenza finale, per tre giorni il condannato sarà invitato a tornare sulla retta via ed incoraggiato a ritrattare. In caso di rifiuto, la condanna a morte verrà eseguita”.

Secondo la ong Open Doors
, che stila la celebre World Watch List, il secondo paese al mondo più pericoloso per i cristiani è l’Iran. Le stime danno un totale di centomila cristiani in Iran: armeni, assiro-caldei cattolici e ortodossi, protestanti, latini e armeno-cattolici. Tanti i pastori assassinati in esecuzioni extragiudiziali. Il primo nel 1979, un anglicano a cui fu tagliata la gola. Nel 1980 fu la volta di Bahram Deghani-Tafti, Hossein Soodman nel 1990, Mehdi Dibaj nel 1994, Haik Hovsepian venne ucciso e sepolto in una fossa comune con un musulmano convertito al cristianesimo e Mohammad Bagheri Yousefi fu trovato impiccato a un albero nel 1996. Da allora migliaia di cristiani sono stati arrestati. Molti osservatori di vicende iraniane parlano della “fase più oscurantista dei rapporti fra il cristianesimo e la Rivoluzione islamica”, da quando nel 1979 l’ayatollah Khomeini chiese la chiusura immediata delle scuole cattoliche e concesse a tutti i sacerdoti, religiosi e religiose cattolici stranieri, un mese di tempo per lasciare il paese. E, come allora, molte chiese oggi sono state chiuse, decine di giovani iraniani, gran parte convertiti dall’islam, sono stati torturati così come molti pastori sono finiti sotto sorveglianza.

Intanto da Teheran sono arrivati in Vaticano quattro religiosi, membri del Giureconsulto islamico. La visita di cinque giorni è il prosieguo di una politica di avvicinamento all’Iran avviata dalla Segreteria di stato vaticana. Un anno fa il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, venne ospitato a Teheran dal presidente Mahmoud Ahmadinejad. A giugno la Santa Sede ha spedito Edmond Farhat a Teheran per una conferenza “contro il terrorismo”. La nuova visita iraniana in Vaticano non è passata inosservata all’ambasciata d’Israele presso la Santa Sede.

mercoledì 28 settembre 2011

VITO MANCUSO: UNO CHE VENDE LA SUA SPERANZA COME VERITA' SCIENTIFICA PER FAR SOLDI CON LIBRI PIENI DI STRONZATE

Io con grande correttezza avevo scritto a Mancuso proponendogli alcuni temi di riflessione che egli non aveva toccato forse perché disturbavano la sua ignoranza e la sua prosopopea. Gli affacciavo principalmente la domanda riguardante il quando e il come sarebbe comparsa l'anima immortale nell'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita. Egli, trascurando completamente ciò che gli avevo scritto, forse senza nemmeno un minimo tentativo di porsi degli interrogativi nuovi, vivendo solo della sua saccenteria e della sua presunzione, fondata solo su fantasie oniriche mascherate da manipolazioni arbitrarie, per esempio, delle teorie cosmologiche e dell'evoluzione biologica, riproponendo, senza citarle, per non apparire privo assolutamente di originalità, tutte le argomentazioni facenti capo al DISEGNO INTELLIGENTE della natura, che , trascurando completamente la determinante presenza della CASUALITA' nella struttura dell'universo e dell'evoluzione biologica, trova un assoluto discredito tra gli scienziati, mi ha così risposto:

Caro professore, evidentemente la pensiamo in modo diverso, Lei insiste sulla disperazione del non senso della vita, io invece credo nella possibilità di ricomporre - seppure drammaticamente - l'armonia. Ma la vita e la nobiltà del pensiero umano vivono di questa differenza e non penso ci debba essere alcuna volontà di ricondurre l'altro a se stesso. Io non desidero in alcun modo convincerla, la lascio volentieri nella sua filosofia, chiedo solo che lei rispetti la mia.
Un caro saluto,
Vito Mancuso

Così ho risposto al Mancuso, cercando di non essere scortese, come avrebbe meritato che lo fossi questo venditore di fumo, che pretende di essere riconosciuto cattolico pur non riconoscendo i fondamentali dogmi del cattolicesimo. Intendiamoci: nemmeno io da ateo-agnostico li riconosco. La resurrezione di Gesù è un'invenzione di S. Paolo. E se Gesù non è risorto cade tutto il cristianesimo. Per Mancuso, al contrario, non è necessario nemmeno credere che Gesù sia risorto. Ma allora che razza di cattolico è? Non può inventarsi un cattolicesimo a modo suo. Per questo i gesuiti (e non solo essi) hanno attaccato il Mancuso accusandolo di ignoranza e di superficialità rilevando tutte le contraddizioni scaturenti da una manipolazione arbitraria sia della teologia che della scienza. Odifreddi ha scritto che un ottimo teologo è un pessimo filosofo e un pessimo teologo è un ottimo filosofo. Non sono d'accordo. Mancuso è un pessimo teologo e un pessimo filosofo. Basta una parola per definirlo: UN IMBROGLIONE. Goda pure adesso del suo successo effimero tra gli ignoranti. Non passerà certo alla storia né come teologo né come filosofo. Perciò nemmeno come imbroglione. Il Mancuso risulta essere professore a contratto (e dunque non di ruolo) di teologia nella Facoltà di filosofia dell'Università privata Vita -Salute S. Raffaele di Milano. Io penso che, se si presentasse ad un concorso universitario per diventare professore di ruolo in una Università statale verrebbe bocciato perché i suoi libri risulterebbero privi di qualsiasi serietà filosofica, anche perché mancante di ogni supporto che testimoni una conoscenza seria degli autori da lui citati, di cui ignora la bibliografia relativa. Ecco la lettera con cui gli ho risposto e ho chiuso l'argometo.

Caro professor Mancuso

forse non mi sono spiegato. Ci mancherebbe altro che non rispettassi il suo modo di pensare. E chi sono io per pretendere di possedere la verità? Anzi, la invidio per il suo ottimismo, che le impedisce di vivere in uno stato di disperazione. Lei è troppo giovane (è nato nello stesso anno in cui mi sono laureato in filosofia) per sentire la vita come la sento io. Quando avevo la sua età dicevo (come Sartre) che la morte è sempre la morte degli altri. Poi non è più così. Io mi sono limitato ad offrirle alcuni spunti di riflessione, soprattutto sul diritto naturale, che lei mai ha affrontato. Forse Margherita Hack (atea, mentre io sono agnostico) ha preteso di ricondurre lei al proprio pensiero? No. Si è limitata ad offrire argomenti suoi che la inducono con coraggio (a 89 anni) ad affrontare con serenità (che a me manca) il nulla. Mi sono limitato a dire che il suo discorso rimane limitato all'uomo e si dimentica del destino delle anime non umane data l'evoluzione da una comune origine di tutte le forme di vita. Se ci si dimentica ciò si alimenta la concezione, imperante anche tra i laici (ma grazie al loro relativismo), che l'uomo sia padrone della Terra. Se lei non affronta questo punto, fondamentale, rimane estraneo ad una problematica che si sta allargando nella bioetica (che io preferisco chiamare biogiuridica) nel campo dell'animalismo. Si ricordi che i vegetariani in Italia sono raddoppiati negli ultimi tre anni passando a 6 milioni. Soprattutto per il tema, che si va estendendo, dei diritti degli animali. Prima o dopo lei dovrà affrontare tale tema se non vuole rimanere escluso da un vasto campo della bioetica, ridotta alla sola natura umana.

Ed ecco la lettera-saggio che inizialmente gli avevo inviato invitandolo a riflettere su ciò che avevo scritto

Prof. Vito Mancuso

vi è un punto su cui concordo con lei. Se Dio esiste (ma io sono ateo-agnostico dopo avere studiato sempre in istituti religiosi, missionari nelle scuole elementari e 8 anni ai salesiani) non è necessario credere in Dio per salvarsi. Ma allora a che serve credere in Dio? E' qui che appare debole il suo voler dimostrare che esiste un'energia (volta verso la creazione dela vita umana) che presuppone un essere trascendente (Dio) e non soltanto immanente all'universo (pluriverso). Io ho una conoscenza approfondita dell'esegesi dell'Antico Testamento, che ho esposto in un libro di 800 pagine intitolato Scontro tra culture e metacultura scientifica;l'Occidente e il diritto naturale. Nelle sue radici greco-romano-cristiane. Non giudaiche e antislamiche. E' un libro di nicchia (purtroppo), ma espone i risultati a cui sono giunti tutti i maggiori studiosi mondiali dell'Antico Testamento. Libro che le invierei con piacere (alla Facoltà di Filosofia dell'Università Vita e Salute o altrove?). Risultati terrificanti. Anche Mosè risulta un personaggio mai esistito, inventato nel periodo esilico (587-539) sulla base di racconti mesopotamici (il re assiro Sargon I) ed egizi (come dimostra lo stesso nome Mosè). Se cade l'Antico Testamento cade anche il Nuovo. Basti pensare che si dice che Gesù parlò con le anime di Mosè e del "proteta" Elia (altro personaggio romanzesco, colui che fece fare a pezzi 450 seguaci del dio Baal, concorrente del dio pagano Jahweh). Nessuno dei profeti preesilici (a incominciare da Isaia, VIII secolo) ha conoscenza di Mosè (Il Deutero e il Tritoisaia che lo nominano sono dei riconosciuti falsari del VI secolo che si fecero passare per il vero Isaia).
Se non è necessario credere in Dio per salvarsi, allora non è necessario credere nemmeno nell'immortalità dell'anima, che pare da lei introdotta solo per evitare la tragedia di un'esistenza umana, che appare priva di senso. Ecco qual è il vero significato di tutto ciò che lei ha scritto. Offrire una panacea al timore della morte, che può diventare terrore, trovandomi da due anni in pensione come professore di storia della filosofia nella Facoltà di Scienze della formazione di Cagliari, dopo circa 40 anni di insegnamento. Ma ho studiato sempre anche cosmologia e biologia evoluzionistica (su cui ho scritto un libro di più di 500 pagine sepolto nel quaderno n.43 degli Annali della Facolta del 1999).
Io porto avanti con logica il suo argomento secondo cui non è necessario credere in Dio per salvarsi. Ma questo argomento l'ho portato avanti ben 19 anni fa in un dialogo teologico abbandonato in un cassetto perché non costituiva un titolo accademico. Sa come funziona l'Università. Bisogna sfornare libri di erudizione con citazioni bibliografiche per dimostrare di avere conoscenza della letteratura sull'argomento. Libri che poi nessuno legge, tranne, al massimo, qualche specialista sullo stesso argomento. Infatti lei non sarebbe divenuto un personaggio (ultimamente a "tempo che fa") continuando a scrivere come ha scritto il suo primo libro su Hegel.
Vorrebbe confrontarsi con il dialogo teologico (di sole 83 pagine) scritto da me 19 anni e ancor più con la prefazione che io stesso ho scritto questo mese intendendo pubblicarlo, essendomi rivolto ad una nota agenzia letteraria che mi ha assicurato di presentarlo ad un grande editore? Ho dovuto percorrere questa strada per arrivare ad editori del livello di quelli presso cui lei ha pubblicato.
La pregherei di leggere almeno la prefazione. Vi troverà argomenti sorprendenti, con cui dovrebbe confrontarsi in vista di una suo futuro libro.
Il mio dialogo è fondato sulla citazione di tutti i passi più importanti dei Vangeli e delle Epistole di Paolo. Con la tesi che la sorprenderà, ricavata da una lettura "esoterica" ma puntigliosa e rispettosa del contenuto dei passi citati. La tesi è espressa nel sottotitolo: Beati coloro che non credono in Dio se...Essi saranno i primi nel regno dei Cieli". Se che cosa? Se rispetteranno le norme della giustizia. Essi avranno più merito dei credenti, che vogliono opportunisticamente salvarsi l'anima o non cedere al timore della morte con il ritono nel nulla. I non credenti amanti della giustizia non si aspettano alcun premio. Come capirà, smonto dall'interno il significato salvifico del cristianesimo, come di tutte le religioni , ma anche della sola credenza in un Dio. Mi spieghi allora che vi è da guadagnare dal credere in Dio? Glielo dico io. Il rifugio dalla paura della morte. Non altro, come, invece ha voluto sempre far intendere lei, facendo di Dio il fondamento della giustizia. E poi le spiegherò su che cosa deve essere fondata la giustizia.
Lei parla dell'anima. Ma si è dimenticato che, essendo comune l'origine di tutte le forme di vita, non può esistere la sopravvivenza delle sole anime umane. E un mondo dell'aldilà in cui io non ritrovassi almeno le anime dei miei amatassimi cani e gatti (la cui perdita, anche recente, è stata, ed è, per me fonte di dolore) non lo accetterei. Un mondo di sole anime umane sarebbe più povero di questo mondo fatto di carne.Mi farebbe schifo perché sarebbe gravemente INGIUSTO. Sarebbe un'ingiustizia nei confronti di tutti i poveri animali uccisi dall'uomo per vari motivi (anche nei mattatoi). Io sono vegetariano dall'età di 10 anni. E Margherita Hack (amante dei gatti), con cui lei ha fatto finta di confrontarsi in una conferenza a Cortina, è vegetariana da neonata. Dunque non è necessario mangiare carne per vivere in salute. Conobbi la Hack a Cagliari negli anni '70 in una sua conferenza ponendole la domanda "E prima del Big Bang?" Mi rispose che dal punto di vista scientifico non aveva senso. E recentemente Stephen Hawking (L'universo in un guscio di noce) ha scritto che porsi questa domanda equivale a domandarsi che cosa via a nord del polo nord. Ma ormai si è arrivati al pluriverso, per cui il Big Bang sarebbe un episodio marginale entro il pluriverso, in cui si formano CASUALMENTE, delle "bolle" o concentrati di energia, che esplodono. Sempre che non sia valido entro il Big Bang (riguardante il solo mondo visibile) il terzo modello (universo oscillante tra Big Bang e Big Crunch) dei tre modelli esposti da Alexander Friedemann negli 1920. La recente scoperta dell'energia del vuoto (o energia oscura, opponentesi alla forza di gravità della materia oscura) ha messo in crisi questo modello, pur accettato inspiegabilmente dal cattolico Zichichi nel libro Il vero e il falso.
Lei dell'anima degli animali si è sempre dimenticato. E' una grave lacuna. Vi rimedi in un prossimo libro. Si ricordi che i primi apologeti cristiani erano quasi tutti vegetariani. Si dice che lo fosse anche S. Girolamo. L'argomentazione più coercente fu quella di Scoto Eriugena (cristiano platonico messo all'indice), che si domandava perché l'anima immortale dovesse appartenere solo alla specie uomo e non anche almeno agli animali che appartenevano allo stesso GENERE (comprensivo di varie specie) a cui apparteneva l'uomo. Lei, come tutti i filosofi e i giuristi di oggi, ha ignorato il diritto naturale. Si suole dire che il diritto naturale non si trova in natura. Così argomentava anche quella figura assai negativa che fu Norberto Bobbio, anticaglia del diritto, non accorgendosi che con il suo dire che i diritti umani erano solo dei pii desideri (testuale in Giusnaturalismo e giuspositivismo) prima che rientrassero nel diritto positivo, era costretto ad ammettere che fu una pura convenzione il suo passaggio dal fascismo all'antifascismo. Se non esiste il diritto naturale non esistono i crimini contro l'umanità perché tutto diventa convenzionale. Si ricordi di ciò che diceva uno dei protagonisti de I fratelli karamazov di Dostoevskij: Se Dio non esiste allora tutto è permesso. Ma allora un non credente su che che cosa dovrebbe basare la giustizia? Su nulla? Non è possibile se non si vuole cadere nel baratro del convenzionalismo e del relativismo culturale. Le regole della giustizia sono fondate sul diritto naturale, inteso tomisticamente (!) come diritto all'autoconservazione.S. Tomaso riportava una celebre definizione del giureconsulto romano Ulpiano: Il diritto naturale è ciò che la natura ha insegnato a tutti gli animali. Che cosa ha insegnato a tutti gli animali? La tendenza alla conservazine della vita. La catena preda-predatore è una conferma del diritto naturale, in quanto il predatore uccide solo per il suo diritto alla sopravvivenza, e non per crudeltà, come fa l'uomo per motivi culturali, non naturali. Se il termine "diritto" appare antropomorfico si può sostituire l'espressione "diritto naturale" con l'espressione "principio naturale della tendenza all'autoconservazione". In analogia con il primo principio della dinamica.
Tenga conto infine che non esistono in natura i valori morali. Questi, e non il diritto naturale, sono un'invenzione umana. I valori morali appartengono sempre a certe tradizioni culturali o sono i valori dei vincitori. Non si uscirà mai dal "conflitto mortale tra valori morali" (Max Weber). Ci pensi in futuro prima di continuare a scrivere e a parlare di valori morali entro una concezione, come la sua, che, pur volendo utilizzare la scienza, rimane contraddittoriamente antiscientifica perché ancora antropocentrica. Le è rimasta, senza offendere, la vecchia anima del prete. La rinnovi e si metta veramente al passo della scienza. Le ho voluto offrire alcuni motivi di riflessione per il futuro. Se lei continua a credere in Dio, faccia pure. Ma i suoi libri non riescono a togliere la disperazione del non senso della vita. Sono fondati solo su una sua speranza personale che vuole ammantarsi di scientificità. Ma non mi dica che non ha dei dubbi. Non ci credo.
La saluto
Pietro Melis











martedì 27 settembre 2011

SONO D'ACCORDO CON IL VESCOVO DI GROSSETO (ma in parte)

MEGLIO PUTTANIERI CHE ANORMALI. OLTRE TUTTO L'ETOLOGIA INSEGNA CHE LA FEDELTA' ALLA FEMMINA NON ESISTE NEL MONDO ANIMALE. Aristotele aveva scritto (Etica nicomachea) una apparente banalità. Il maschio può fecondare più femmine, la femmina può essere fecondata da un solo maschio. La monogamia è un fatto culturale, non naturale. Berlusconi non ha mai peccato. Si è sempre comportato secondo natura. Ma se, per il vescovo di Grosseto, Vendola pecca, tuttavia non commette alcun reato quando va contro natura. Fa solo schifo e basta. Ma per altro non basta.

Il vescovo emerito di Grosseto, prima che prendersela con i pederasti dovrebbe prendersela con il suo Dio (cristiano) giacché, se è il suo Dio che ha creato la natura, allora l'ha creata in modo molto ma molto imperfetto, piena di gravi errori sin dalla formazione del DNA, con tutte le conseguenze negative in fatto di malattie genetiche. L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato da pochi anni che l'omosessualità non è una malattia. Certamente questa dichiarazione è stata fatta sotto la pressione della lobby mondiale degli omosessuali. Peccato per l'OMS che già Platone e Aristotele la pensassero in modo contrario. Platone nell'ultima opera (Le leggi) richiede l'esilio per gli omosessuali e la pena di morte se avessero riposto piede in Atene, ritenendo che essi violassero le leggi della natura. Aristotele (Etica nicomachea) ritiene che l'omosessualità vada oltre la "bestialità" essendo del tutto innaturale. Se l'omosessualità non è una malattia fisica è certamente una malattia psichica. E la sua causa è fisica. Si sa che essa dipende da geni anormali del DNA e da fattori ormonali (leggere quanto ha scritto in proposito il biologo Jean Didier-Vincent nel libro (con Luc Ferry) Che cos'è l'uomo (Garzanti). Su tutto ciò dovrebbe riflettere il vescovo emerito di Grosseto. Egli infatti deve attribuire gli errori del DNA al Dio in cui crede e renderlo colpevole di tutte le schifezze che esistono in natura (compresi tutti gli schifosi parassiti come pulci, pidocchi, zecche, zanzare e via dicendo). Un mondo senza queste schifezze sarebbe stato migliore. E sarebbe migliore se non esistessero individui come Vendola, che si ritiene normale mentre incula e si fa inculare (sono costretto ad usare questi schifosi termini per scoperchiare tutti gli eufemismi sotto cui si nascondono gli omosessuali parlando di parità di diritti e di diritto all'affettività, per richiedere la pensione di reversibilità sulla base della cancellazione della distinzione naturale tra il culo e la vagina). Qui non si tratta soltanto di schifezza fisica, si tratta anche di disonestà da parte di questi anormali che pretendono di essere considerati normali e pretendono il pubblico riconoscimento di coppia a carico dello Stato aumentando il carico pensionistico. Per tutto il resto si inculino in privato come vogliono. Ma non confondano il privato con il pubblico. Se mai, paradossalmente, dovrebbero avere il coraggio di chiedere allo Stato un assegno di indennità per malattia psichica a compensazione della loro incolpevole anormalità. Ma che abbiano il coraggio di definirsi ANORMALI una buona volta. Pederasti e lesbische si nasce, purtroppo, non si diventa. Se lo ricordi il vescovo di Grosseto.

Lettera a Vendola (segreteria.presidente@regione.puglia.it)

Non offenda i poveri maiali che sono certamente migliori di lei. I maiali non si inculano. Io sono vegetariano dall'età di10 anni e i maiali sono animali intelligenti. Non meno dei cani. Lei è un'aberrazione della natura che è molto imperfetta (a incominciare dal DNA) e spesso genera anche dei mostri. Che tuttavia, come nel caso dei pederasti, ritengono di essere normali. Per colpa di una sinistra di merda che lei ben rappresenta io, d'anima socialista, sono costretto a non votare più dal 1994. Motivo principale la follia della politica dell'accoglienza e del mito della società multiculturale e multirazziale. A parte l'estendersi del pericolo islamico. Ha avuto la faccia tosta di dire che gli immigrati sono un bene perché compensano la diminuzione della popolazione italiana. Lei è un folle che non si rende conto del sovrappopolamento della Terra. Se in Italia (sovraffollata con 60 milioni di abitanti in soli 301.000 kmq) vi fosse la metà della popolazione attuale si starebbe tutti meglio. Minore inquinamento, minore delinquenza, minore traffico nelle strade, recupero de centri storici con la scomparsa delle orride periferie, minore disoccupazione, più estesa proprietà privata, etc. Ma uno stronzo come lei non può capire tutto ciò. Certo che se metà della popolazione italiana fosse di pederasti il problema del sovrappopolamento in futuro sarebbe risolto (ma senza fare arrivare altri invasori).


Dal forum Animali del Corriere della sera

****** ***** Sabato, 24 Settembre 2011

Ma se dire "frocio"....

"Sono un gay ma non sono un porco" Cosi' ha replicato Nichi Vendola alle squallide allusioni di carattere sessuale pronunciate ai microfoni di una radio da quel "galantuomo" di Emilio Fede.

So bene che "porco" ha assunto un significato che va al di la' dell'identificare l'animale e che il legame tra accezione disgustosa del termine e la parola maiale e' materia da linguisti.


Ma se dire "frocio" o "checca" e' - giustamente - considerato offensivo, sarebbe bene usare la stessa cifra di rispetto per quanto riguarda gli animali.


A maggior ragione quando attribuiamo loro comportamenti negativi che sono solo e soltanto dell'animale uomo.


LA POLEMICA

«Vendola è gay: pecca più di Berlusconi»
L'accusa del vescovo di Grosseto Babini

La dichiarazione rilasciata sul sito cattolico Pontifex
"Basta caccia al premier, omosessualità è contro natura"

Nichi Vendola

Nichi Vendola

«Vendola pecca più di Berlusconi». È la dichiarazione rilasciata al sito cattolico Pontifex dal vescovo di Grosseto, Monsignor Giacomo Babini.

LA DIFESA SI BERLUSCONI - «Basta con la caccia al premier. E poi l'omosessualità è contro natura, meglio chi va con l'altro sesso. Credo che oggi sia in atto una vera caccia a Berlusconi» ha continuato il prelato. «Penso che sarebbe utile lasciare governare e aspettare che la recente manovra finanziaria dia i suoi frutti». L’attuale situazione politica italiana è stata il pretesto per far parlare il vescovo, in pensione dal 2002, dopo il richiamo che il Papa ha fatto da Berlino, sollecitando i politici di oggi al rispetto delle regole etiche. Durante l'intervista Babini difende a spada tratta il premier: «Certo, non mi sembra un modello, ma oggi la politica spesso si fa con le mutande e non con la testa».

L'ATTACCO A VENDOLA - Poi riprende le accuse nei confronti del governatore della Regione Puglia e dice: «Non ne posso più della retorica inutile di Vendola. Credo, da cattolico, che la omosessualità praticata sia un peccato gravissimo e contro natura». Non è la prima volta che Babini attacca la comunità dei gay. Inoltre, è rinomato anche per le sue invettive contro ebrei e musulmani. Ma la sua ossessione sono gli omosessuali. Infatti, tempo fa aveva anche sostenuto la necessità di «non dare la comunione a Vendola e agli omosessuali conclamati come lui», perché afferma «sono solo malati».

Mariangela Pollonio
26 settembre 2011

Da LA Repubblica (sentite le farneticanti escrescenze verbali del Vendola che accusa di volgarità gli altri (il bue che dice cornuto all'asino). Questo non significa che io stia difendendo Emilio Fede e Berlusconi. Me ne guardo bene. Ma che reati hanno commesso? Nessuno. Almeno, da puttanieri, hanno dimostrato di essere normali. Molte donne vanno dove vi sono i soldi.

Il volgare attacco dell’ottantenne direttore 1 era stato trasmesso su Radio 24 dalla “Zanzara”, lo scorso 21 settembre. Ospite di Giuseppe Cruciani, parlando del leader di Sel, Fede si era lasciato andare ad una serie di considerazioni sul suo orientamento sessuale, anche servendosi di una voce in falsetto. “Lui con i maschi non ha nulla a che vedere”, aveva detto, prima di dare a Vendola “del poveraccio. Va capito, davanti e di dietro”.

Ancora, facendo riferimento alla vicenda giudiziaria che vede Fede indagato per favoreggiamento della prostituzione nell’inchiesta sul caso Ruby: “Speriamo che Vendola mi venga a trovare in cella. Io mi paro il culo, però”. Infine, usando la parola “cazzo”, sempre a proposito del governatore barese, aveva commentato: “Speriamo che non si ecciti”. Frasi che hanno fatto il giro del web e di fronte alle quali la Concia, sentiti i suoi collaboratori in materie giudiziarie, ha deciso di prendere carta e penna e di scrivere al presidente dell’ordine dei giornalisti del Lazio, Bruno Tucci.

“Se è vero che ‘il commento e l'opinione appartengono al diritto di parola e di critica e pertanto devono essere assolutamente liberi da qualsiasi vincolo’ è anche vero che il vincolo invalicabile è 'quello posto dalla legge per l'offesa e la diffamazione delle persone'”, fa notare la Concia, che cita quanto stabilito dalla Carta dei doveri del giornalista. “Con le sue affermazioni, seppure espresse in una trasmissione radiofonica e non nel suo Tg – dice a Repubblica.it la parlamentare lesbica - Fede ha violato più di una delle norme stabilite sia dalla ‘Carta dei doveri che del ‘Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali nell'esercizio dell'attività giornalistica’ diffamando così, di fatto, Vendola".

venerdì 23 settembre 2011

SPAGNA PAESE BARBARO CHE MI HA FATTO SEMPRE SCHIFO

Inviato all'ambasciata di Spagna (ambespit@mae.es)

Siete un Paese di MERDA con una storia di merda. Avete inventato la corrida, avete massacrato intere popolazioni nelle Americhe (soprattutto con quel grande criminale che fu Hernan Cortes), e adesso massacrate anche i cani. Dovreste essere sbattuti fuori dall'Europa. Altro che aiuti economici. Siete un Paese parassita e barbaro. Non ho mai messo piede nel vostro Paesaccio di merda perché mi fa schifo. Avete un governo di merda che rispecchia la merda del vostro popolo. Non avete mai dato un contributo alla conoscenza scientifica. Dovreste essere quasi tutti ammazzati con gli stessi metodi con cui ammazzate i cani, che valgono più di voi. Ecco quanto ho dovuto leggere sul Corriere della sera nel forum animali.
RE JUAN CARLOS DI MERDA MI SBATTA LA FACCIA IN CULO. LEI E' UN SUBANIMALE.

sequestro ns. cani in Spagna 10/07/2011

Buongiorno, vorrei per cortesia poter rendere noto tutto lo squallore e la cattiveria che si cela dietro questo avvenimento. Allego la lettera che ho inviato all'Ambasciata spagnola e che, come molte altre inviate alle varie istituzioni non hanno mai trovato risposta.
Buongiorno
mi chiamo Macca Laura e scrivo dall'Italia. Io so che forse Vi sto disturbando per un motivo che a molti puo' sembrare banale, ma sinceramente non so piu' a chi rivolgermi.
Faccio parte di un gruppo di persone italiane che tramite l'associazione Vita Una Zampa per la Spagna ha deciso di salvare da una brutta fine un esiguo gruppetto di 27 cani. E' vero che anche in Italia ce ne sono tantissimi, ma quello che ci ha maggiormente colpito e' la morte orribile, purtroppo documentata con foto e video che questi poveri esseri subiscono ogni settimana. Purtroppo i cani da noi prenotati sono stati sequestrati dalla Guardia Nazionale Spagnola il giorno 10 luglio mi sembra in prossimita' di Cadice. Io non voglio entrare nel merito delle colpe o delle responsabilita', pero' mi sembra molto strano che un'Associazione che si occupa da molto tempo di trasportare in Italia cani e gatti salvati dalle perrera, curati, chippati e fatti adottare con tanto di documenti di riconoscimento possa aver messo a repentaglio la loro salute facendoli viaggiare in condizioni non idonne. Hanno mai visto come muoiono o come vivono in celle di un metro per due? Immagino anche che l'aria condizionata non sia un lusso a cui sono abituati........ Attendevamo tutti l'arrivo del giudice che il giorno 15 settembre sarebbe dovuto rientrare dalle vacanze, ma con enorme sorpresa abbiamo scoperto, proprio lo stesso giorno, che era stato trasferito e che bisogna attendere che ne venga nominato uno nuovo. Chiaramente nessuno di noi ha mai potuto vedere i ns. cani, ne ha avuto notizie di quelli malati che dovevano arrivare proprio per essere curati. Non sono nemmeno state accettate le medicine che i ns. volontari hanno portato ai cancelli del rifugio Kimba scongiurando il personale di accettarli. Non sappiamo nulla , nemmeno se sono ancora vivi. Io mi chiedo il perche di tutto questo accanimento , sarei anche disposta se servisse a venire in Spagna , un paese che ho sempre amato e rispettato e dove ho trascorso persino il mio viaggio di nozze, per avere delle risposte. Vede, io devo la mia vita al sacrificio del mio cane e questo non potro mai dimenticarlo. Forse e' per questo che oggi amo i quattro zampe in questo modo

AFFERMAZIONE INESATTA (PER NON DIRE ERRATA) DI MARGHERITA HACK

Non so se l'affermazione della Hack sia stata riportata esattamente. Ma dalla relatività ristretta di Einstein si deduce che un corpo avrebbe massa infinita ANCHE SOLTANTO SE esso avesse velocità pari a quella della luce. Infatti un corpo che si muova con una certa velicità V avrebbe secondo Einstein una massa pari al valore della massa in stato di quiete M°diviso per la radice quadrata di 1 meno il quadrato della velicità V di M divisa per il quadrato di C, indicante la velocità della luce. Se ne ricava che se è V=C avremo zero sotto radice quadrata. E la radice quadrata di zero è eguale a zero. Allora avremo la massa M° divisa per zero. Poiché qualsiasi quantità divisa per zero è eguale a infinito, basta che sia V=C perché la massa diventi infinita. Dunque non è necessario che la velocità di M sia superiore a quella della luce per avere una massa infinita. Strano che la Hack abbia detto che, se la velocità di un neutrino è superiore a quella della luce, avrebbe massa infinita. Basterebbe che avesse una velicità pari a quella della luce per avere massa infinita.
Tranne che i neutrini non abbiano massa. Ma allora non dovrebbe valere per essi la variazione della massa in relazione alla velocità.
Se qualche fisico ha letto ciò che ho scritto mi spieghi se io abbia torto.

FISICA

"Neutrini più veloci della luce"
Messo in discussione Einstein

Clamorosi risultati di uno studio del Cern e dell'Infn guidato da un fisico italiano: particelle sparate da Ginevra al Gran Sasso hanno infranto il muro considerato invalicabile dalla fisica. Margherita Hack: "Sarebbe una rivoluzione"

ROMA - I risultati, se confermati, possono rimettere in discussione le regole della fisica cristallizzate dalle teorie di Albert Einstein, secondo le quali niente nell'universo può superare la velocità della luce. Un gruppo di ricercatori del Cern e dell'Infn guidato dall'italiano Antonio Ereditato ha registrato che i neutrini possono viaggiare oltre quel limite. Le particelle hanno coperto i 730 chilometri che separano i laboratori di Ginevra da quelli del Gran Sasso a una velocità più alta di quella della luce.

Il muro è stato infranto di appena 60 nanosecondi. Eppure, il risultato è talmente destabilizzante che il team di ricerca ha atteso ben tre anni di misurazioni per sottoporlo all'attenzione della comunità scientifica. "Abbiamo passato sei mesi a rifare i calcoli", racconta Dario Autiero, responsabile dell'analisi delle misurazioni. Per giustificare la discrepanza sono stati presi in considerazione persino la deriva dei continenti e gli effetti del terremoto dell'Aquila del 2009. "Siamo abbastanza sicuri dei nostri risultati", spiega Ereditato, "ma vogliamo che altri colleghi possano verificarli e confermarli".

E le prime reazioni non tardano ad arrivare: secondo il Centre national de la recherche scientifique francese, le fosse confermata la scoperta sarebbe "clamorosa" e "totalmente inattesa" e aprirebbe "prospettive teoriche completamente nuove". Anche per l'astrofisica Margherita Hack si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione perché, osserva, "finora tutte le previsioni della teoria della relatività sono state confermate".

Secondo la teoria della relatività ristretta, elaborata da Einstein nel 1905, la velocità è una costante, tanto da essere parte della celeberrima equazione E=mc², dove E è l'energia, m la massa e c, appunto, la velocità della luce. La relatività, spiega ancora la Hack, "prevede che se un corpo viaggiasse ad una velocità superiore a quella della luce dovrebbe avere una massa infinitamente grande. Per questo la velocità della luce è stata finora considerata un punto di riferimento insuperabile".

Tra l'altro, la teoria della relatività implica l'impossibilità fisica delle traversate interstellari e dei viaggi nel tempo, finora inesorabilmente relegati alla fantascienza e ritenuti irrealizzabili dalla scienza. Ora tutto ciò potrebbe cadere. "Ma io non voglio pensare alle implicazioni", si affretta a precisare Ereditato. "Siamo scienziati e siamo abituati a lavorare con ciò che conosciamo".

giovedì 22 settembre 2011

LI CAPISCO

Quegli omosessuali che si nascondono sono da ammirare e non da condannare per ipocrisia. Essi si rendono conto che il loro stato non è normale. Lo subiscono perché omosessuali si nasce purtroppo, non lo si diventa. L'omosessualità dipende da anormalità genetiche (del DNA) e ormonali, come spiegato dal biologo francese Jean Didier-Vincent autore (con il filosofo Luc Ferry) del libro Che cos'è l'uomo (ed. Garzanti). E pertanto non pretendono di cancellare la distinzione tra normale e anormale, con la conseguente cancellazione della distinzione naturale tra il culo e la vagina, come vorrebbero gli omosessuali con la loro arroganza, introducendo come aggravante incredibile il reato di omofobia.
Pubblicare la loro lista è una lurida vendetta da parte della lobby degli omosessuali (pederasti e lesbiche) che non sopporta che alcuni di essi si ritengano anormali e non vogliano far apparire pubblicamente la loro anormalità essendo giustamente un fatto privato. Sono oggetto di una carognata che conferma l'arroganza di chi crede di essere normale nella sua anormalità sessuale.Da notare anche la disonestà di chi vuole pubblicare la lista accusando di omofobia (neologismo inventato da questa gentaccia) coloro che nascondono la loro anormalità nel privato.
La legge dovrebbe proibire la pubblicazione di questo elenco in quanto viola la riservatezza della vita privata.


«È solo il primo elenco»

«Politici gay ma omofobi, c'è la lista»

L'iniziativa di un blog "pirata": venerdì 23 settembre la pubblicazione di una lista di 10 nomi

«È solo il primo elenco»

«Politici gay ma omofobi, c'è la lista»

L'iniziativa di un blog "pirata": venerdì 23 settembre la pubblicazione di una lista di 10 nomi

MILANO - L'appuntamento è per venerdì 23 settembre alle 10. Sul blog «listaouting» sarà pubblicata una lista di dieci nomi di politici gay, ma omofobi. Sull'iniziativa la comunità di omosessuali italiani è divisa. Il progetto, spiega il sito "pirata", «nasce per riportare un po' di giustizia in un paese dove ci sono persone non hanno alcun tipo di difesa rispetto agli insulti e gli attacchi quotidiani da parte di una classe politica ipocrita e cattiva».

«SEGUIRANNO ALTRI ELENCHI» - La lista è «uno strumento politico duro ma giusto» per «far comprendere chiaramente come nel Parlamento italiano» perduri «la regola dell'ipocrisia e della discriminazione», si legge sul blog. A questi nomi, si annuncia su «listaouting» potrebbero seguirne altri di politici, ecclesiastici, personaggi dell'informazione. Alcuni giorni fa Ivan Scalfarotto, vicepresidente dell'assemblea Pd si era dissociato dall'iniziativa e si era dimesso dal comitato d'onore di Equality Italia, il cui presidente Aurelio Mancuso veniva indicato da alcuni tra i promotori dell'iniziativa, anche se l'interessato ha seccamente smentito. «Non mi dissocio dalla rivendicazione dei nostri diritti - ha spiegato Scalfarotto - ma questa pratica non contribuisce a costruire un paese più civile». E anche Paola Concia, che in Parlamento ha cercato invano di far approvare una legge contro l'omofobia, ha detto di ritenere l'inziativa «un gesto estremo che io non farei mai, non è la mia cultura politica. Essere gay non è un'offesa o un insulto, io non mi offendo se mi dicono che sono lesbica». Concia, deputata Pd, ha invitato però a riflettere «sul perchè qualcuno giunge a queste forme estreme»: «Invito tutti a interrogarci sul perché - ha detto la Concia - in questo paese siamo arrivati a questo, perché alcuni pensano di fare una battaglia politica in questo modo discutibile? Forse perché siamo tra i paesi più omofobi, servirebbe una riflessione su questo».

Redazione Online
22 settembre 2011 18:29

IL MEZZO NEGRO (O MEZZO BIANCO) BARAK OBAMA NON HA RINGRAZIATO L'ITALIA IN MERITO AL BOMBARDAMENTO DELLA LIBIA. MEGLIO COSI'

Mio commento lasciato sul Corriere della sera in relazione al sottostante articolo.

Barak Obama è un presidente che non verrà rieletto. E' un insipiente. Ha violato il diritto internazionale usando la Nato (contro il suo stesso statuto) per bombardare la Libia. La Nato ha il solo compito di intervenire contro Stati aggressori di uno Stato facente parte della Nato. E allora che cosa c'entrava la Libia? Aveva forse attaccato un Paese facente parte della Nato? La stessa cosa è avvenuta quando l'Italia con il governo D'Alema (!) ha prestato le basi perché la Nato bombardasse La Serbia. INCREDIBILE. Questa arroganza della Nato al servizio dell'arroganza statunitense è veramente scandalosa sotto il profilo del diritto internazinale. Una guerra civile è un fatto interno ad uno Stato. Che diritto hanno gli altri di intervenire? Io non capisco perché la Russia e la Cina non abbiano posto il diritto di veto nel Consiglio di sicurezza. E pensare che a questo mezzo negro (o mezzo bianco) hanno dato il premio Nobel per la pace. Il mondo fatto alla rovescia.Non è migliore del suo predecessore il criminale Bush, che invase l'Iraq inventandosi un nemico che non esisteva, giacché Saddam Hussein disonesamente fu accusato di avere armi di sterminio di massa. Il suo governo laico era l'unico governo che potesse impedire la carneficina che poi è seguita anche tra sunniti e sciiti. E i cristiani, che con Saddam Hussein (avente come vice primo ministro il cattolico Taraq Aziz di rito caldeo) avevano la massima protezione, ora sono costretti a vivere nascosti. Due presidenti fallimentari.

Mi compiaccio con Casalingo (uno delle centinaia di commentatori dell'articolo), che ha colto ciò che da vent'anni vado scrivendo, che gli immigrati sono oggi quello che Marx chiamava "esercito di riserva" dei disoccupati, che servono a mantenere bassi i salari. E mi sono sempre domandato come mai gli operai non abbiano mai mandato affanculo i sindacati, che hanno sempre protetto gli immigrati nel contesto del mito della società multiculturale e multirazziale. L'internazionalismo della classe operaia è stato tradito da questa falsa sinistra che l'ha sostituito con l'internazionalismo degli immigrati, degli sbandati, dei frichettoni dei centri cosiddetti sociali, degli omosessuali, e via dicendo. Non voto più dal 1994. Sono di anima socialista. Ma il socialismo non esiste più in alcun partito. Esiste solo la sete di potere con tutta la confusione dilagante che ha portato alla cancellazione della distinzione tra morale (del buonismo) e diritto.

PARALISI POLITICA, IMMAGINE ESTERA

Un pericoloso isolamento

PARALISI POLITICA, IMMAGINE ESTERA

Un pericoloso isolamento

Si può anche concedere che Barack Obama sia stato sgarbato con l’Italia. Ringraziare davanti all’Assemblea delle Nazioni unite Lega araba, Egitto, Tunisia, Francia, Danimarca, Norvegia e Gran Bretagna per il ruolo svolto in Libia contro il regime di Gheddafi, dimenticando il governo di Roma, è un’amnesia singolare. Ma sottolineare l’omissione di un presidente degli Stati Uniti che vive lui stesso un momento di seria difficoltà non basta a eludere una domanda di fondo: perché l’inquilino della Casa Bianca non sente il bisogno di dire grazie anche a un’Italia immersa nel Mediterraneo?

Trovare una risposta confortante non è facile. Riesce impossibile sfuggire alla sensazione di un isolamento crescente del nostro Paese, che tende a essere trattato come il comodo capro espiatorio dei problemi dell’Occidente; e in particolare dell’Europa. Non ci si può non chiedere se un simile atteggiamento sia favorito anche dagli errori del governo di Silvio Berlusconi: dalle oscillazioni sull’operazione in Libia a quelle sulla manovra economica, fino alla tesi autoconsolatoria di un complotto anti-italiano. La verità è che dopo la perdita di ruolo che la Guerra fredda regalava all’Italia, certi atteggiamenti non le sono più consentiti.

E in una fase come l’attuale diventano imperdonabili. Quando si accredita un nostro ruolo in politica estera superiore alla realtà dei rapporti di forza, alla lunga il risveglio è brusco. Molto meglio guardare in faccia l’isolamento e individuarne l’origine; e smetterla di fingere che esista ancora una maggioranza politica e di fare piani per l’eternità: perfino nel centrodestra ormai c’è chi misura l’eternità del governo in termini di mesi ma anche di giorni. Il convulso tramonto del berlusconismo e l’involuzione della Lega non sono meno vistosi solo perché per Pdl e Carroccio non esistono alternative alla loro alleanza.

Purtroppo è vero che l’opposizione non offre molto. E l’evocazione lugubre di Antonio Di Pietro, secondo il quale se Berlusconi non getta la spugna «ci scappa il morto », non contribuisce ad alzarne le quotazioni: lo ammette anche il Pd, spaventato da un suo alleato che semina i germi di una guerra civile strisciante. Ma questo non basta a cancellare il sospetto che, comunque vada oggi la votazione segreta del Parlamento sull’arresto di Marco Milanese, ex braccio destro del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il governo sta concludendo la sua traiettoria.

Lo scontro virulento fra Palazzo Chigi e magistratura contribuisce a offrire all’opinione pubblica italiana e internazionale l’immagine di un’Italia immobilizzata e sfigurata dalle proprie faide interne. Somiglia a una sorta di conflitto tribale, nel quale l’istinto di sopravvivenza del centrodestra finisce per apparire insieme una risorsa e un limite: quasi un alibi per scansare i veri problemi. Protrarre nel tempo una situazione così tesa mentre la crisi finanziaria morde i risparmi, tuttavia, è rischioso. Più la conclusione sarà rinviata, più il «dopo» segnerà una rottura. E, alla fine, la realtà potrebbe prendersi una rivincita traumatica per tutti.


22 settembre 2011 07:52

mercoledì 21 settembre 2011

ECCO I FRUTTI DELL'INIZIALE BUONISMO DEI LAMPEDUSANI. SE LI AVESSERO ACCOLTI A BASTONATE SIN DALL'INIZIO QUESTI INVASORI NON CI AVREBBERO RIPROVATO

Questi stronzi di lampedusani solo adesso si accorgono di essere nella merda, e la vogliono trasferire altrove. Io la merda la lascerei tutta a loro. Se la meritano. All'inizio facevano a gara solidarizzando con quelli che adesso chiamano (e giustamente) delinquenti. Non potevano capirlo prima?

Governo del tutto inefficiente nel non saper fare uno sbarramento di fronte alle coste tunisine impedendo che queste canaglie arrivino pretendendo di fare da padroni in casa degli altri. Serve a niente il cosiddetto accordo con lo pseudo governo tunisino. Qui occorre la forza che si deve usare contro un'invasione. Dicono che vogliono libertà. Se la guadagnino in casa loro. Nessuna pietà per queste canaglie, che debbono essere imbarcate nei loro stessi barconi per abbandonarli di fronte alle coste tunisine. Queste canaglie non debbono essere mantenute con le tasse nostre. Criminale è Emergency,che vorrebbe con il buonismo aumentare i conflitti sociali.

Lampedusa, guerriglia urbana con feriti
Il sindaco De Rubeis: "Mi difenderò"

Scontri fra isolani e immigrati. Poi tra extracomunitari e polizia che carica. Decine i feriti, uno è grave. Il primo cittadino asserragliato con una mazza: "Maroni mandi via questi 1500 delinquenti". E ingiunge: "Napolitano venga qui", poi si scusa. Il Viminale: entro 48 ore tutti via

di ALESSANDRA ZINITI
Guerriglia urbana a colpi di pietre tra isolani e maghrebini, e cariche della polizia contro gli immigrati che tentavano di impossessarsi di alcune bombole di gas minacciando di farle saltare in aria. La tensione sfociata ieri pomeriggio nell'incendio che ha semidistrutto il centro di accoglienza non accenna a diminuire e questa mattina decine di abitanti dell'isola, faccia a faccia con i tunisini autori dell'incendio che ha devastato il centro, hanno sfogato la loro rabbia tirando pietre contro gli extracomunitari che, dopo aver passato la notte all'aperto, parte nello stadio e parte sul molo Favarolo, girano liberi per l'isola. Un giornalista e un cameramen di Sky sono stati di nuovo aggrediti, stavolta da gente di Lampedusa che accusa i mezzi di informazione di "essere la causa del caos di questi giorni" e di "diffondere un'immagine distorta" dell'isola. Dal canto loro, circa 300 tunisini hanno manifestato per le strade di Lampedusa al grido di "Libertà, libertà".

Caccia all'uomo
Disordini si registrano ancora in diverse parti dell'isola, in un clima da "caccia all'uomo" che sta coinvolgendo gli abitanti. Altri scontri tra tunisini e forze dell'ordine sono avvenuti all'interno del Centro di prima accoglienza dove si trova ancora un centinaio di immigrati. Gli extracomunitari avrebbero lanciato sassi e altro materiale contro gli agenti che presidiano la struttura. Nel poliambulatorio dell'isola stanno intanto affluendo i

primi feriti, appartenenti alle forze dell'ordine. Il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto l'invio di altre ambulanze dal centro di accoglienza

I feriti
Sono in tutto undici finora i feriti degli scontri tra forze dell'ordine, tunisini e abitanti isolani. Tra i feriti, tre carabinieri e un poliziotto, rimasti contusi e con varie escoriazioni. Sette i tunisini portati nel poliambulatorio dell'isola, anche loro con contusioni ed escoriazioni. Per uno di loro, in uno stato di semi-coma, il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto il trasferimento urgente a Palermo in eliambulanza. Colpito anche l'attivista per i diritti umani franco-canadese Alexandre Georges.

Appello a Napolitano
Gli animi sono molto esasperati. Ronde di cittadini presidiano il municipio e il sindaco Bernardino De Rubeis si appella al presidente della Repubblica Napolitano: " "Ho cercato di parlare con il presidente Berlusconi e il ministro Maroni ma non è mai stato possibile. Non è più il tempo delle chiacchiere e dei ragionamenti buonisti. Il Viminale porti via tutti i tunisini. Ci aiuti il presidente Napolitano che si è sempre dimostrato sensibile nei nostri confronti". Poi quasi intima: "Venga da noi. La situazione è ad alto rischio, occorre fare presto qualcosa". Infine si scusa: espressioni irrispettose, valuti ovviamente lui quale decisione prendere.

Sindacato di polizia: se ci scappa il morto...
Tensione anche tra le forze dell'ordine che non sanno più come tenere a bada i migranti. Il segretario generale del sindacato di polizia Coisp dice: "Quello che succede a Lampedusa è la prova dell'incapacità del governo. Se ci scapperà il morto sappiano quei politici che oggi dormono o stanno a guardare, che non accetteremo lacrime istituzionali o inutile solidarietà".

Il sindaco è asserragliato con una mazza:
E' chiuso nella sua stanza il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis che viene scortato da tre agenti di polizia, dopo che stamattina tre lampedusani hanno tentato di aggredirlo, contestandogli di avere tenuto una linea morbida sull'immigrazione. In un cassetto dell'ufficio, De Rubeis tiene una mazza da baseball.

I bambini chiusi nelle scuole:
La paura attraversa l'isola e i bambini non vengono fatti uscire dalle scuole: "Sono barricati negli istituti che sono un luogo sicuro" dice il sindaco De Rubeis, "abbiamo detto al personale di non farli uscire finchè la situazione non tornerà alla calma".

"Mi devo difendere, e sono pronto a usarla, scrivetelo pure", dice. "Siamo in presenza di uno scenario da guerra, - aggiunge - lo Stato mandi subito elicotteri, navi per trasferire i tunisini che vagano per l'isola dopo avere incendiato ieri il centro di accoglienza". Davanti al municipio ci sono decine di persone, alcune contestano il sindaco, altre urlano contro gli immigrati.

Il Viminale: via in 48 ore
Sono circa un migliaio (per l'esattezza 1040) i tunisini che si trovano ancora a Lampedusa. Durante la notte due voli militari, effettuati con un C130 dell'Aeronautica, hanno trasferito circa cento immigrati verso la base di Sigonella. Il ponte aereo predisposto dal Viminale per accelerare le procedure di rimpatrio proseguirà anche oggi, con altri due voli. E il sottosegretario Sonia Viale garantisce: entro 48 ore tutti via da Lampedusa per essere rimpatriati. Il sindaco poi spiega: "Il Viminale ha già predisposto 11 voli per trasferire nelle prossime ore tutti i tunisini che si trovano ancora a Lampedusa. Maroni mi ha detto che Lampedusa non sarà più considerata 'porto sicuro', in quanto priva di un centro di prima accoglienza, e dunque gli immigrati soccorsi in mare nel corso di operazioni Sar saranno trasferiti con le motovedette direttamente a Porto Empedocle o in altri scali siciliani".

Emergency: politica criminale
"Quello che sta succedendo a Lampedusa è figlio di una politica criminale che da molti anni i governi di questo paese stanno attuando nei confronti dei migranti. Migranti che, oltre a essere privati dei più elementari diritti umani, vengono deliberatamente usati per esasperare gli animi, costruire "diversi" e "nemici", alimentare guerre tra poveri". E' il commento di Emergency al dramma in corso a Lampedusa. "La tensione e la violenza delle ultime ore, a Lampedusa come a Pozzallo - continua in un comunicato l'organizzazione di Gino Strada - sono l'inevitabile conseguenza della politica di un governo che tratta gli stranieri come criminali, come problema di ordine pubblico, come bestie. Il sovraffollamento delle strutture, la carenza di assistenza di base, la privazione dei diritti fondamentali, oltre a essere una vergogna per un Paese che si vuole definire civile, comportano inevitabilmente l'inasprirsi del disagio e della violenza ... Confidiamo che i cittadini italiani abbiamo la ragionevolezza e l'umanità che finora è mancata al governo, quell'umanità che permette di capire che gli 'stranieri', i 'clandestini', i 'migranti stagionali' sono, prima che qualsiasi altra cosa, semplicemente 'persone', esseri umani. E come tali devono essere trattati".




lunedì 19 settembre 2011

CHE L'EURO PERISCA. E' L'UNICA FINE CHE SI MERITA.

Mio commento pubblicato in relazione all'articolo del Corriere sotto riportato

Ho scritto nel mio ultimo libro (IO NON VOLEVO NASCERE. UN MONDO SENZA CERTEZZE E SENZA GIUSTIZIA) che l'euro deve fare la fine che si merita. E' una moneta artificiale costruita da individui sconsiderati che l'hanno costruita a tavolino ed è stata imposta in quasi tutti gli Stati senza sottopporlo a referendum. La Danimarca, per esempio, si è tenuta la corona dopo un referendum. L'Inghilterra si è tenuta la sterlina. La moneta DEVE RISPECCHIARE il valore dell'economia reale di uno Stato. E' una legge ferrea. Tutti in Italia stavamo meglio con la lira. L'euro ha portato ad una stagnazione economica con il diktat dei burocrati di Bruxelles. Si dice che l'euro abbia impedito l'inflazione. Ma questa è la triste ammissione che un governo abbia bisogno di interferenze esterne per controllare l'inflazione e non si capace da sé di farlo.In Italia ha causato un generale impoverimento con l'aumento di tutti i prezzi.Io non capisco perché uno Stato debba porre a disposizione degli altri Stati della falsa Unione Europea un fondo comune. L'Italia l'anno scorso ha versato nei fondi comuni 17 miliardi di euro e ne ha ricevuto in restituzione solo 7. Se si fosse tenuta per sé anche gli altri 10 miliardi invece di regalarli ad altri Stati come la Grecia staremmo tutti meglio e non vi sarebbe stato bisogno di una manovra finanziaria che soffoca l'economia. Che ogni Stato sia artefice del proprio destino e non pretenda di essere aiutato a scapito di altri.


«Se crolla l'euro, crolla l'Europa»

Il cancelliere Angela Merkel all'indomani della sconfitta elettorale del suo partito a Berlino

LA CRISI

«Se crolla l'euro, crolla l'Europa»

Il cancelliere Angela Merkel all'indomani della sconfitta elettorale del suo partito a Berlino

Angela Merkel
Angela Merkel
MILANO - «La disgregazione dell'euro porterà alla disgregazione dell'Europa». Lo ha ribadito il cancelliere Angela Merkel a Berlino, all'indomani della sconfitta elettorale del suo partito. La leader tedesca ha anche consigliato ai membri della sua coalizione di governo di «pesare molto attentamente le parole per non innervosire i mercati» dell'eurozona.

«SUL FONDO SALVA-STATI AVREMO LA MAGGIORANZA» - Merkel si è detta comunque fiduciosa in merito alla possibilità di avere la maggioranza in Parlamento in occasione dell'approvazione del rafforzamento dell'Efsf, il fondo europeo salva-stati, i programma il prossimo 29 settembre. Il cancelliere non ritiene che ci saranno problemi con i liberali, i partner euroscettici della coalizione di governo. Tuttavia al vice cancelliere, il liberale Phiplipp Roesler, che aveva detto che un default della Grecia non è tabù, Merkel ha voluto ricordare che «occorre pesare con attenzione le parole».

Redazione Online
19 settembre 2011 16:40

PAZZIA DELL'INSEMINAZIONE ARTIFICIALE PER DIVENIRE MADRI DOPO LA MENOPAUSA. LA LEGGE DEVE PROIBIRLO

Vi è da domandarsi se sia più pazza questa donna pseudo medico o siano più pazzi i medici che si sono prestati a questa pazzia. La legge dovrebbe proibire simili pazzie. Ecco a che cosa possa portare l'egoismo femminile. La donna vuole un figlio perché non si sente realizzata se non riempie quel maledetto utero (spesso causa di cancro) almeno una volta nella vita. E poi questa pazza ha il coraggio di dire che ringrazia Dio per averle fatto questo dono. Solo una deficiente totale poteva dire una simile stronzata (non senso linguistico). Ammesso che Dio esista e sia il creatore della natura, questa ha posto dei limiti NATURALI alla fecondità della donna, come per quella di tutte le femmine. Andare contro questi limiti significa andare contro natura. Nessuno ha chiesto di nascere. E dunque non esiste il "dono della vita" (massima stronzata linguistica) perché manca il ricevente. E' forse il ricevente uno dei 200 o 300 milioni di spermatozoi che corrono verso l'ovulo? E questa pazza crede di aver fatto un dono di vita a quelle due povere disgraziate che ha fatto nascere già con gravi patologie con la complicità della legge, che permette simili pazzie.
Non basta. Leggete l'articolo e saprete di tutte le malattie di cui soffre questa pazza e che certamente trasmetterà alle due povere disgraziate, che, quando avranno 10 anni, avranno una madre nonna di 67, e quando ne avranno 20 avranno una madre nonna di 77 anni, ammesso che sia ancora viva. Che succederà quando questa pazza di madre dovesse lasciare orfane le figlie ancora bambine o ancora giovanissime? E chi può essere certo che il padre (quasi certamente più anziano della madre) possa sopperire da solo ad esse in avanzata età? Questo è il risultato dell'egoismo femminile. Un tempo si diceva che i figli salvavano il matrimonio. Se forse è stato vero in passato (pur restando un matrimonio di facciata) oggi sono proprio i figli la causa principale della fine del matrimonio. La donna, soprattutto se emancipatasi economicamente, sente di non avere più bisogno del marito o del compagno, che considera solo uno stallone, servitole a suo uso e consumo. Il marito o compagno passa in secondo piano di fronte ai figli, di cui si appropria come se fossero solo suoi, e non per metà geneticamente, perché convinta di averli fatti solo lei in nove mesi di gravidanza.
Se questa pazza, pazzo anche il marito (che razza di medico anch'egli) , voleva ad ogni costo un figlio perché non si è fatta ingravidare prima artificialmente? L'articolo non dice se lo sperma sia del marito o di un altro. Se fosse di un altro la cosa sarebbe ancora più grave. Infatti le due povere disgraziate non saprebbero mai chi sia il loro vero padre. E sarebbe per esse uno choc quando venissero a sapere la verità. Altrimenti dovranno vivere sotto la copertura di una menzogna tremenda. E' ora che la legge proibisca assolutamente l'inseminazione eterologa con donatori anonimi. Questo va contro l'interesse del nascituro, che non potrà mai avere un'anamnesi medica per sapere quali malattie genetiche possa avere ereditato, in modo da prevenirle in tempo. Medici pazzi e politica ancora più pazza perché permette simili pazzie per accontentare l'egoismo innaturale di una coppia di pazzi.
Non si nasce dall'amore. Si nasce per sbaglio o per egoismo dei genitori, che vogliono figli per darsi uno scopo nella vita creandosi delle responsabilità ed avere così l'illusione di servire a qualcuno, mentre servono solo a se stessi per rimuovere il non senso della vita. Ma questo gli imbecilli non possono capirlo.

Medico mamma a 57 anni
nascono due gemelline

"Ho coronato il sogno della mia vita, dico grazie a Dio". Ma si è trattato di un parto complicato. L'evento all'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno

Ringrazia Dio subito dopo il parto: per una mamma salernitana aver dato alla luce due gemelline è stata una gioia davvero grande. Per il parto, complicato da suoi problemi fisici, per le condizioni critiche delle bambine durante la gestazione e soprattutto per la sua età, 57 anni.

Il lieto evento, verificatosi all'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno, vede protagonista una donna medico, Silvana Sofia, sposata con un collega e cade proprio nei giorni in cui si arroventa la polemica sui genitori troppo in là con gli anni rispetto al tradizionale modello di padre e madre.

"Ho coronato il sogno della mia vita - spiega piena di gioia, incurante di tutto il resto - lottando con mio marito per avere un figlio e alla fine ce l'abbiamo fatta. In questi giorni bellissimi che hanno completamente cambiato la nostra vita, ringraziamo il Signore per questo splendido dono e siamo certi che ci darà la forza per seguire le nostre bambine".

Alle sue figlie ha dato il nome di Karola Pia, che pesa 2 chili ed è in ottime condizioni, e Adriana Cristina, di 1 chilo e 360 grammi, che ha ancora bisogno di assistenza respiratoria.

La donna ha dovuto superare durante la gravidanza i problemi provocatigli da ipertensione, diabete e dalla presenza di un grosso fibroma, dalla dimensioni di un'arancia. Ma gli ostacoli non sono finiti qui perchè dopo la trentesima settimana di gestazione è sopraggiunta un'altra grave patologia a carico delle bimbe. Le due placente si erano fuse con una trasfusione di sangue da una gemellina all'altra e di conseguenza una crescita maggiore in una delle due ed un grave difetto di crescita nell'altra.

Il medico mamma è stato seguito dalla sezione 'Gravidanza a rischio' diretta da Raffaele Petta e dal suo staff formato dai medici Mario Polichetti, Carlo De Rosa e Carmela Pugliese.

Petta ha operato con De Rosa la signora a 34 settimane di gestazione in anestesia locale eseguita da Gianluca Apetino.

L'intervento è stato complesso perchè la placenta era molto aderente e vi sono state difficoltà a staccarla anche per la presenza del voluminoso mioma. "Considerata l'età avanzata della signora - ha detto Raffaele Petta - si tratta di un evento straordinario che ha pochissimi riscontri. L'eccezionalità della gravidanza ha richiesto, infatti, particolare assistenza, ma alla fine tutto è andato per il meglio".

Silvana Sofia rivolge un pensiero grato alle strutture che l'hanno seguita, in particolare "all'equipe della 'Gravidanza a rischio' e della Terapia Intensiva Neonatale. Gli operatori di queste strutture non hanno nulla da invidiare ad altre strutture anzi forse hanno oltre alla altissima professionalità, tanta umanità. Un ultimo ringraziamento al direttore generale Attilio Bianchi ed al direttore sanitario, Virginia Scafarto che hanno fortemente voluto che a Salerno venisse istituita una struttura di 'Gravidanza a rischio' specializzata nel controllare le gravidanze molto difficili e ci hanno evitato viaggi della speranza".

(18 settembre 2011)

Da La Repubblica

domenica 18 settembre 2011

HO GIA' RISPOSTO A MANCUSO E RISPONDERO' ANCORA. I SUOI LIBRI SONO UNA PANACEA CON CUI NON Si GUARISCE DALLA DISPERAZIONE DEL NON SENSO DELLA VITA

Ho già risposto a Mancuso nelle prime pagine di IO NON VOLEVO NASCERE. Risponderò ulteriormente tra novembre e dicembre con ADDIO A DIO. DIALOGO CON DIO CHIEDENTE PERDONO. BEATI COLORO CHE NON CREDONO IN DIO SE...ESSI SARANNO I PRIMI NEL REGNO DEI CIELI.

Dimostro questa tesi con una nuova lettura delle Epistole di S. Paolo e dei Vangeli, che vengono privati, dal loro stesso interno, in una apparente adesione ad essi, della loro funzione salvifica. Di fronte a Dio (se esiste) hanno maggiori meriti gli atei-agnostici che rispettano le norme della giustizia, piuttosto che i credenti, che sono degli opportunisti che vogliono sottrarsi alla disperazione del non senso della vita e della morte e vogliono salvarsi l'anima. L'ateo-agnostico che rispetti le norme della giustizia fondate sul diritto naturale non si attende alcun premio nell'aldilà. Egli per avere dei meriti maggiori di fronte al Dio dei credenti deve vivere come se Dio non esistesse (tamquam Deus non esset). E verrà premiato anche per essere stato costretto dal suo non credere in Dio a vivere una vita di angoscia e di disperazione al pensiero del ritorno nel nulla.



Incipit del libro

Vito Mancuso   Io e Dio“Mi alzo con la mente in un punto al di sopra del pianeta e lo guardo dall’alto, come se fosse la prima volta, come quando vedo un film e mi chiedo qual è il suo messaggio. Qual è il messaggio della vita degli uomini sulla terra? Con la mente là in alto, libera dai consueti schemi mentali, nuda di fronte al mistero dell’essere, in questo momento, immagine di ogni altro momento della storia, guardo gli uomini miei simili alle prese col mistero dell’esistenza.
Vedo esseri umani che nascono ed esseri umani che muoiono, sottoposti come ogni altra forma di vita al ciclo del divenire;
vedo due ragazzi che si baciano e si sentono immortali, e un vecchio solo che nessuno più vuole e nessuno più sa; vedo una donna che mi ha scritto dicendomi che soffre da ormai troppi anni per una paralisi sempre più devastante e che ora vuole solo al più presto morire, e vedo altri esseri umani nutriti artificialmente e che respirano artificialmente ma che per questo non hanno perso la voglia di vivere e di continuare a esserci.
Vedo uomini che si affrettano come formiche sui marciapiedi delle metropoli, e altri che se ne stanno da soli in luoghi deserti.
Vedo commerci sessuali di ogni tipo, per amore, per denaro, per cattiveria, per noia o per il solo naturalissimo desiderio del piacere.
Vedo bambini che si ingozzano di cibo artificiale e altri che muoiono di fame.
Vedo una tavola apparecchiata con grazia, la tovaglia fresca di bucato, le posate al loro posto, i bicchieri dell’acqua e del vino, i tovaglioli candidi, e una donna che gioisce di poter servire il pranzo ai suoi cari.
Vedo una ragazza che suona Bach al violoncello e giovani che si riversano nelle orecchie dei suoni che non è possibile definire musica, perché non hanno nulla a che fare con le Muse.
Vedo lotte per il potere, dittatori assassini, terroristi altrettanto assassini, e vedo chi si batte e muore per la giustizia, martire della libertà.
Vedo campi di concentramento e campi di sterminio, lager, gulag, laogai, dove esseri umani sono privati di ogni dignità e sterminati con la stessa meticolosa attenzione e sovrana noncuranza con cui si eliminiamo I pidocchi dai capelli, e vedo ospedali e case di cura dove esseri umani sono colmati di ogni dignità e lavati, nutriti, accarezzati con la stessa meticolosa attenzione e l’affetto più delicato che si riservano ai figli.
Vedo riti millenari e liturgie arcane, accanto a bestemmie rabbiose e ad altre dette così, come si dice “va là”.
Vedo indegni approfittatori del nome di Dio, altri che ne sono un luminoso riflesso, alcuni che ne rimangono del tutto indifferenti.
Vedo il bene e il male che gli uomini e le donne sono capaci di generare e che spesso è quasi impossibile distinguere; vedo lo scorrere del tempo che corrode ogni cosa, e il prodigio di opere umane capaci persino di vincere il tempo.
Vedo una storia senza senso che si nutre del sangue di esseri umani e di animali, e vedo un progresso indubitabile in termini di benessere e di giustizia.
Vedo la bellezza e la deformità, vedo una natura che è madre e a volte è matrigna, un cielo stellato che attrae e insieme impaurisce, con il suo freddo infinito.
Vedo tutto questo, e molte altre grazie e molte altre deformità, e mi chiedo se c’è un senso unitario di questo teatro, e qual è. Questa vita, dentro cui siamo capitati nascendo senza sapere perché, ha mille ragioni per essere una grazia, e mille altre per essere una disgrazia: ma che cos’è che è vero? Che è una grazia, o una disgrazia? E poi vedo i miei morti. Ognuno ha i suoi morti. Nonni, genitori, amici, fratelli.
Vi sono esseri umani a cui è dato di vivere la morte di un figlio, e non esiste dolore più grande. E al cospetto dei morti, di fronte ai quali non si può mentire, pongo la questione della verità: è un bene o un male che essi ci siano stati, che siano vissuti, che siano apparsi in questo mondo?
Se alla fine comunque si deve morire, è meglio nascere o non nascere, essere stati o non essere mai stati, essere o non essere? E poi mi chiedo che fine hanno fatto, loro proprio loro, ognuno diverso dall’altro, irripetibile, con la sua voce, il suo sorriso, la luce singolare degli occhi. Li potrei descrivere tutti, a uno a uno, i miei morti, come ognuno potrebbe descrivere i suoi, perché sono dentro di noi e niente mai ci separerà da loro. Ma che cos’è che è vero, alla fine, per me e per loro, di questa vita che se ne va, nessuno sa dove?

“Rispondere a questa domanda significa parlare di Dio.”
Vito Mancuso, Io e Dio

sabato 17 settembre 2011

LA CRUDELE E DANNOSA (ANCHE PER GLI UOMINI) SPERIMENTAZIONE ANIMALE

Lo stesso Umberto Veronesi sta dicendo da sempre che è scientificamente dimostrato che la sperimentazione animale è non soltanto inutile, ma anche dannosa, non soltanto per i poveri animali costretti a vivere in gabbie o stabulati nei laboratori, ma anche per gli uomini, perché si crea l'illusione che i farmaci sperimentati sugli animali, ed aventi asseriti risultati positivi, possano poi essere applicati sull'organismo umano. Si sa, invece, che vi sono molti farmaci d'uso umano che non possono essere applicati, per esempio, su cani e gatti, e viceversa. Non esiste un farmaco per animali non umani che non portino l'avvertenza "uso veterinario". E allora a che serve una sperimentazione animale che, se desse risultati positivi, dovrebbe dar luogo solo a farmaci d'uso veterinario? Se esistono farmaci di uso solo veterinario vi sarà pure un motivo scientificamente fondato. Vi sono centinaia di milioni di anni che dividono biologicamente la specie homo da tutti gli altri animali. La vita esplose nei mari circa 600 milioni di anni fa (periodo cambriano). E questi pseudo scienziati vorrebbero abolire tale distanza dall'uomo, apparso per l'ultimo sulla Terra quando si pensi che le sue origini risalgono a circa tre milioni di anni fa. Ecco un articolo sull'argomento. Esistono cesure genetiche insuperabili che soltanto la disonestà delle industrie farmaceutiche vorrebbe superare. Ormai la sperimentazione si sta, e si deve orientare solo sulle colture in vitro di cellule umane. Senza escludere la sperimentazione sugli embrioni umani creati artificialmente. Qui si opporrebbe il fanatismo religioso, che direbbe che nell'embrione vi è già l'individuo (magari con la sua anima immortale) come pensava Giovanni Paolo II nella sua Enciclica Evangelium vita, in cui, rivolgendosi alle donne che avevano abortito, scrisse che i loro mancati figli "erano stati accolti nella gloria di Dio". Non si accorse della stronzata (proposizione senza senso) che aveva detto anche dal suo punto di vista. Infatti non si era accorto che aveva trasformato l'aborto in una fabbrica di anime beate. La conclusione è che, a parte altri motivi, avrei preferito che mia madre mi avesse abortito, risparmiandomi così anche la condanna a morte e una vita umana senza senso. Trovatevene infatti uno.

Fonte: http://www.novivisezione.org/info/perche_si_fa_vivisezione.htm

I motivi del persistere della vivisezione, secondo la National Anti-vivisection Society degli USA.

Riportiamo la traduzione dell'interessante articolo Why Scientists Defend Animal Research, che spiega le ragioni per cui la sperimentazione animale continua ad esistere.

Perché gli scienziati difendono la sperimentazione animale

Gli antivivisezionisti hanno due importanti argomentazioni per motivare la loro opposizione alla sperimentazione animale: quella etica e quella scientifica. Alla luce di entrambe queste prospettive è facile dimostrare quanto la vivisezione sia crudele e inadeguata e come rappresenti uno spreco di tempo, denaro e risorse che potrebbero essere meglio impiegate per alleviare la sofferenza umana.

Perché, allora, certi ricercatori continuano ad effettuare e difendere la sperimentazione su animali, alla luce di queste incontrovertibili evidenze, che provengono anche dall'interno dello stesso mondo scientifico, e continuano con questi studi che danno risultati di nessun valore? Le risposte sono molte e diverse ma si possono ricondurre ad un'unica ragione di fondo: i soldi.

Malgrado sia dimostrato che la sperimentazione animale è una metodologia sbagliata, essa continua perché è di interesse economico per gli scienziati, e per un gran numero di altre entità coinvolte: università, industrie farmaceutiche, riviste scientifiche, allevatori, avvocati e mezzi di informazione. Tutti quanti traggono un guadagno, diretto o indiretto, dalla ricerca su animali e quindi hanno un concreto interesse nel mantenere lo status quo.

Considerate il ricercatore la cui sicurezza del posto di lavoro e il cui prestigio si basano sul numero di articoli scientifici che pubblica. Si parla di sindrome del "pubblica o muori" e questo vale per le istituzioni scientifiche di ogni paese. Non è importante la qualità della ricerca, ma piuttosto la quantità. Quanti più articoli un ricercatore pubblica, tanto più egli garantisce la sicurezza della propria posizione. Un ricercatore che non pubblica abbastanza rischia di non passare di ruolo o andare incontro alla disoccupazione, e non dimentichiamo che la competizione in questo campo è feroce: vengono accettate non più del 15% di tutte le ricerche proposte.

Gli scienziati sono spesso posti su un piedestallo, esaltati per la loro intelligenza e loro capacità di indagine. Ma anche loro hanno bollette da pagare e una famiglia da mantenere; gli esperimenti su animali garantiscono la sicurezza economica e avanzamenti di carriera. A differenza della ricerca clinica (che si basa sui dati ricavati dall'osservazione degli esseri umani), la sperimentazione su animali permette di ottenere risultati in tempi brevi e con minor sforzo. Si stima che per ogni articlo scientifico che un ricercatore clinico può produrre, un ricercatore su animali ne può produrre cinque. Questo perché la ricerca su animali richiede meno tempo: la vita degli animali (specialmente dei roditori) è molto più breve di quella umana e le malattie si sviluppano di conseguenza più in fretta.

Spesso i ricercatori scelgono la strada più facile in assoluto: partono da un 'concept', un'ipotesi di lavoro già nota, modificando un qualche elemento (per esempio ripetere lo stesso esperimento su una specie diversa o variare un po' il dosaggio) al solo scopo di giustificare un altro studio. Si tratta della normalità, e il risultato è un numero enorme di studi virtualmente uguali. Addirittura, spesso queste ipotesi di lavoro sono già state verificate sulla base di dati ricavati dagli esseri umani (è il caso eclatante della miriade di studi su animali degli effetti del fumo di sigaretta, che continuano tutt'ora).

Sebbene sia il profitto la motivazione principale che spinge i ricercatori a condurre esperimenti su animali, non si tratta solo di questo.
C'è anche l'inerzia.
Le persone e la società in generale tendono ad opporsi al cambiamento. Se abbiamo sempre fatto una cosa in un certo modo è improbabile che cerchiamo un'altra strada, a meno che non accada qulcosa di catastrofico che ci impone di cambiare. Molti "scienziati" sono legati alla tradizione e questa considera l'uso degli animali nella ricerca un metodo appropriato. Le grandi istituzioni accademiche premiano il conservatorismo piuttosto che l'innovazione, e così il pensiero creativo non è generalmente benvenuto nei "salotti buoni" della scienza. Gli scienziati che si rendono conto della completa inutilità della sperimentazione animale sono messi a tacere, e chi rifiuta questa censura mette la propria carriera in grave pericolo.

Un'altra ragione della continuazione della sperimentazione animale sta nell'ego umano. Chi ha effettuato esperimenti su animali, ha pubblicato centinaia di articoli. Ha consolidato un'immagine di sè stesso come "ricercatore sul modello animale". Smascherare il non-valore delle loro pubblicazioni significa far crollare la loro autostima. Molta gente non intende permettere che ciò accada.

I medici spesso sostengono la sperimentazione animale per pura abitudine. Nelle facoltà di medicina hanno imparato a "memorizzare", non a pensare in modo critico o a studiare la storia della loro professione. I medici che lavorano per gruppi di interesse come gli ospedali universitari, saranno portati a sostenere la linea dei loro "datori di lavoro", che lucrano milioni di dollari ogni anno dalla ricerca sugli animali. Esiste poi una significativa distanza tra coloro che fanno ricerca sugli animali e i medici che curano effettivamente le malattie. In medicina la mano destra non sa cosa fa la sinistra; vi è una separazione tra il lavoro di medico e ciò che viene insegnato nei primi 2 anni di scuola dai ricercatori su animali.

Ai medici viene insegnato che tutti i progressi derivano dalla sperimentazione sugli animali, ed è questo che essi ripetono meccanicamente durante la loro carriera. Il medico tipo non ha o non trova il tempo per andare a verificare quale sia la reale origine dei progressi della medicina. Nella sua pratica da professionista, il medico difficilmente avuto modo di mettere il discussione la sperimentazione animale, e negli anni di università si è trovato immerso in un clima che non era certo favorevole alla messa in discussione dell'autorità.

Werner Hartinger, un chirurgo della Germania occidentale, nel 1989 ha dichiarato: "In effetti, ci sono solo due categorie di medici e scienziati che non si oppongono alla vivisezione: quelli che non ne sanno abbastanza, e quelli che ci guadagnano dei soldi".

Alcuni ricercatori che usano animali sono troppo lontani dalla pratica clinica sui pazienti. Sono ingenui. Molti non hanno contatti giornalieri coi pazienti, non vedono la disconnessione tra quello che fanno in laboratorio, e quello che in realtà funziona nella pratica clinica.

Un altro motivo per cui si continua con la sperimentazione animale è il senso di colpa. Sentiamo a volte dire: "Se quello che dici è vero, allora perché ho ucciso tutti quegli animali?" Molte persone amano gli animali, o credono di amarli, comprese alcune di quelle che fanno sperimentazione. Costoro sono convinti in buona fede di fare "la cosa giusta" e se si rendessero conto che così non è soffrirebbero di un grave senso di colpa.

Seguiamo la traccia dei soldi...

Proviamo ora a seguire il cammino dei soldi a partire dalle case farmaceutiche. Quando una compagnia sviluppa un nuovo composto che potenzialmente può avere effetti terapeutici per gli umani, vengono finanziati (con milioni di dollari) degli istituti di ricerca accademici per studiare il farmaco attraverso ricerche su animali. Se il composto passa i test animali, si procede con i test clinici e infine si approda al mercato dove si generano incredibili profitti per queste case farmaceutiche.

I test su animali vengono usati per poter passare velocemente alle prove cliniche, garantendo al contempo una copertura legale alle aziende farmaceutiche. Questi test vengono usati come prova, a favore o a discapito a seconda delle convenienza, quando ci sono delle cause legali contro le case farmaceutiche (o contro lo stato) in conseguenza di qualche effetto collateralo imprevisto dei farmaci messi in commercio. I test su animali servono cioè a proteggere le compagnie in caso di azioni legali, per evitare un risarcimento danni che potrebbe comportare un enorme dispendio di denaro.

Inoltre, ricercatori e case farmaceutiche alimentano il mercato dei fornitori, cioè tutte quelle aziende che a vario titolo forniscono prodotti e servizi per la sperimentazione, ad esempio quelle che allevano gli animali destinati alla vivisezione e quelle che producono le attrezzature (gabbie, strumenti di contenzione, ecc.). Molti direttori di riviste scientifiche sono interessati alla sperimentazione animale in quanto questa garantisce un regolare flusso di materiale da pubblicare. Traggono profitto dal creare un numero sempre maggiore di riviste, le quali a loro volta producono guadagni sotto forma di pubblicità (di case farmaceutiche e di aziende fornitrici).

A fronte dei pochi beneficiari di questa rete di profitti, si contrappone la vasta la schiera dei perdenti. Un enorma numero di animali condannati ad un destino crudele. Malati che potrebbero beneficiare di una cura che viene invece ritardata dalla macchina della sperimentazione animale, la quele finisce per renderli vittime essi stessi come gli animali. I soldi delle tasse dei cittadini che vengono sprecati nella sperimentazione su animali finanziata dal governo, mentre vengono tagliati molti programmi utili per mancanza di fondi.

Si definisce cospirazione un accordo volto a compiere azioni illegali, infide o malvage; un accordo tra 2 o più persone al fine di commettere un crimine. Questa non è una cospirazione. La ricerca su animali è dovuta alle stesse cause che hanno fatto del male all'umanità per millenni: avidità, egoismo, ignoranza e paura.