mercoledì 29 aprile 2015

IL DELINQUENTE RENZI CONTINUA A INVIARE ANCHE A ME LE SUE eNEWS. MA EVIDENTEMNTE SA SOLO SCRIVERE MA NON LEGGE LE RISPOSTE

Scrive soltanto ma evidentemente non legge le risposte. Infatti continua a scrivermi nonostante le mie precedenti pesanti risposte in cui lo trattavo come merita. Se ne frega di ciò che possano pensare gli altri. Gli ho girato la sua ultima eNEWS premettendo il mio articolo.

A MATTEO@MATTEORENZI.IT
Il 29/04/2015 13.26, Matteo Renzi ha scritto:




 


29 aprile 2015

eNEWS 392

 
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1 Legge Elettorale - Sulla legge elettorale sono giorni di polemica e discussione. Rispetto le posizioni di tutti e di ciascuno. Su La Stampa, spiego la mia, sulla legge, sulla fiducia, sulla necessità di cambiare. Fa male sentirsi dire che siamo arroganti e prepotenti: stiamo solo facendo il nostro dovere. Siamo qui per cambiare l'Italia. Non possiamo fermarci alla prima difficoltà. Se accettiamo anche noi - come accaduto troppo spesso in passato - di vivacchiare e rinviare, tradiamo il mandato ricevuto alle primarie, dal Parlamento, alle europee.
Caro Direttore,
il dibattito sulla nuova legge elettorale è molto acceso. Credo che i toni dipendano in larga parte da un giudizio duro e molto diviso sull'azione mia e del governo che presiedo. Rispetto naturalmente ogni diversa valutazione. Ma credo che sia un mio dovere tornare al merito della legge: la verità, vi prego, sull'Italicum. La verità, fuori dalla rappresentazione drammatica di chi grida all'attentato alla democrazia. O di chi considera fascista la scelta di mettere la fiducia sulla legge elettorale, ignorando che fu Alcide De Gasperi a farlo, affidandone le ragioni in Parlamento all'arte oratoria di Aldo Moro: due grandi democratici, due grandi antifascisti. La verità, solo la verità, sull'Italicum.
Questa legge elettorale prevede un ballottaggio come per i sindaci, anche se la percentuale necessaria ad evitarlo scende al 40%. Attribuisce 340 deputati a chi vince le elezioni, al primo o al secondo turno, consentendo dunque un piccolo margine di sicurezza nell'attività parlamentare. Più o meno la metà degli eletti sarà espressione di un collegio grande poco meno di una provincia media e l'altra metà verrà eletta con preferenze: al massimo due, di cui una donna. Per venire incontro alle richieste di minoranze e anche di alcuni partiti di maggioranza, la soglia di sbarramento è stata abbassata al 3% (in Germania per intenderci è al 5%).
Il premio viene attribuito alla lista vincente, non più alla coalizione: con questo atteggiamento speriamo di arrivare a un compiuto bipolarismo. Il mio sogno è che in Italia si sfidino due partiti sul modello americano, Democratici e Repubblicani.
Ma in ogni caso, indipendentemente dai sogni, si impedisce di rifare le solite ammucchiate elettorali chiamate coalizioni che il giorno dopo si sciolgono come neve al sole: chi di noi ha votato l'Unione nel 2006 - una coalizione che andava da Mastella e Dini a Bertinotti e Turigliatto - ne ricorda la tragica fine. Ma analogo potrebbe essere il giudizio sull'esperienza della Casa delle Libertà due anni dopo. Torneremo a vedere i candidati sul territorio; torneremo a fare campagne elettorale tra persone sui collegi e non solo nei talk-show; torneremo dopo anni a scegliere le persone e, finalmente, la sera stessa del voto sapremo chi ha vinto.
Rottamato il cosiddetto Porcellum (perché l'ultima legge elettorale approvata da chi oggi grida al fascismo è stata definita dal suo ideatore una «porcata»), mandiamo in soffitta anche il desiderio strisciante di un neocentrismo consociativo teso a mantenere per sempre il proporzionale puro uscito dalla Corte Costituzionale, riservando ai gruppi dirigenti la scelta di governi costanti di grande coalizione.
L'Italicum non sarà perfetto, come nessuna legge elettorale è perfetta. Ma è una legge seria e rigorosa che consente all'Italia di avere stabilità e rappresentanza, che cancella le liste bloccate, che impone la chiarezza dei partiti davanti agli elettori. Soltanto uno potrà dire di aver vinto: non come adesso quando, dopo i primi risultati, tutti affollano le telecamere per cantare il proprio trionfo.
Abbiamo messo la fiducia perché dopo aver fatto dozzine di modifiche, aver mediato, discusso, concertato, o si decide o si ritorna al punto di partenza. Se un Parlamento decide, se un governo decide questa è democrazia, non dittatura. Se il Parlamento rinvia, se il governo temporeggia, il rischio è l'anarchia. è una grande lezione del miglior pensiero costituzionale di questo Paese, non è necessario aver fatto la tesi su Calamandrei per saperlo.
La nuova legge elettorale è stata promessa nel 2006, ma purtroppo non si è realizzata.

È stata promessa nella legislatura successiva e non portata a termine né durante il governo Berlusconi, né durante il governo Monti: tante trattative e poi nulla di fatto.
È stata promessa nella legislatura successiva dal governo Letta, ma il suo iter si bloccò quasi subito, impantanata come altri progetti. Adesso ci siamo: approvata in prima lettura alla Camera, in seconda al Senato, poi in Commissione alla Camera. Discussa in Parlamento e nelle sedi dei partiti. Approvata da Forza Italia nella stessa versione che oggi viene contestata. Modificata più volte, ma adesso finalmente pronta.
Che facciamo? Facciamo altre modifiche per ripartire da capo?
La legge elettorale perfetta esiste solo nei sogni: decidiamo o continuiamo a rimandare?
Mettere la fiducia è un gesto di serietà verso i cittadini.
Se non passa, il governo va a casa. Se c'è bisogno di un premier che faccia melina, non sono la persona adatta. Se vogliono un temporeggiatore ne scelgano un altro, io non sono della partita.
Se passa, significa che il Parlamento vuole continuare sulla strada delle riforme. Per come li ho conosciuti la maggioranza dei deputati, la maggioranza dei senatori hanno a cuore l'Italia di oggi e quella dei nostri figli. E se lo riteniamo necessario ci sarà spazio al Senato per riequilibrare ancora la riforma costituzionale facendo attenzione ai necessari pesi e contrappesi: nessuna blindatura, nessuna forzatura.
Con lo scrutinio palese - imposto dal voto di fiducia - i cittadini sapranno. Sapranno chi era a favore, chi era contro. Tutti si assumeranno le proprie responsabilità. Il tempo della melina e del rinvio è finito. C'è un Paese che chiede di essere accompagnato nel futuro, sui temi più importanti della vita delle famiglie. Se non riusciamo a cambiare la legge elettorale dopo averlo promesso ovunque, come potremo cambiare il Paese? La politica ha il compito di dimostrare che può farcela, senza farsi sostituire dai governi tecnici e dalle sentenze della Corte. Occorre coraggio, però. E questo è il tempo del coraggio. Alla Camera il compito di decidere se è il nostro tempo. Ma a scrutinio palese, senza voti segreti, assumendosi la propria responsabilità

Ma sono giorni impegnativi per tanti motivi.


2 Expo - Siamo pronti per Expo. Finalmente. Poteva essere fatto meglio, poteva essere fatto altrove, poteva essere fatto prima: in queste ore sento moltissime critiche, come è giusto e doveroso. Però c'è e sarà molto bello. Abbiamo rischiato moltissimo, vista come era la situazione un anno fa. Ma adesso grazie al lavoro di migliaia di persone, coordinate dal ministro Maurizio Martina, da Beppe Sala e supportate da Raffaele Cantone, vediamo il traguardo. Che poi, come sempre, è una nuova partenza. Expo sarà una grande occasione per discutere e riflettere. Ma anche per stare bene. Da venerdì si parte, per sei mesi: personalmente visiterò come primo padiglione quello del Nepal, per dare il segnale di vicinanza e solidarietà a quel Paese (la protezione civile sta già lavorando in loco), dove, purtroppo hanno perso la vita dei nostri connazionali. Sono curioso di leggere le vostre impressioni (matteo@governo.it).
3 Pubblica Amministrazione - Vi risparmio gli aggiornamenti sulla pubblica amministrazione (stiamo per chiudere la prima lettura al Senato), sul fisco (abbiamo finalmente lanciato la fatturazione elettronica e il numero zero della dichiarazione precompilata sta marciando), sulla giustizia (però molte leggi adesso ci sono), sul terzo settore (prima lettura andata), sui diritti (divorzio breve è diventato legge), sugli ecoreati (qualche settimana e si chiude anche questa partita: se torneremo al Senato siamo pronti a mettere la fiducia anche lì).
4 Scuola - Un'ultima considerazione sulla scuola. Ci sono molte polemiche da parte dei professori, comprensibili. Difficile smontare il senso di rabbia per una politica che ha lasciato indietro la scuola per troppi anni. Vorrei, se possibile, discutere nel merito. Noi siamo il Governo che ha messo più soldi di tutti sull'edilizia scolastica (e ancora non basta). Che propone l'assunzione di oltre centomila precari. Che vuole istituire un fondo per la valutazione del merito dei professori, per il diritto allo studio e soldi per la formazione dei docenti (500 euro l'anno a testa, non per la finta formazione arrangiata, ma a disposizione dell'insegnante). Che vuole responsabilizzare il preside, che non sarà certo uno sceriffo, ma non può neanche essere un passacarte di circolari ministeriali. Sul testo, siamo aperti. Abbiamo già stralciato la riorganizzazione degli organi collegiali e anzi daremo più ruolo al consiglio di istituto. Siamo pronti a discutere nel merito di come valutare i professori (non è possibile che si chieda ai ragazzi di fare del proprio meglio e contemporaneamente si abbia paura del merito: la stagione del 6 politico é finita, voglio sperare). Siamo aperti a ogni modifica se finalizzata all'interesse dei ragazzi e di chi la scuola la vive, giorno dopo giorno. Sul tema della scuola non faremo un decreto legge, non procederemo con strumenti d'urgenza. Chi contesta ha tutto il diritto di farlo. Ma il giorno dopo, per favore, entriamo nel merito. Punto per punto. La scuola è un bene troppo prezioso per lasciarlo alle ideologie e agli slogan. Noi siamo pronti a cambiare. Ma la scuola è di famiglie, professori, studenti: non può essere lasciata agli addetti ai lavori.
Pensierino della sera. Aver dato molto spazio alle cerimonie del 25 aprile, compreso una prima serata sulla RAI - davvero emozionante - nasce dalla certezza che il nostro compito è costruire il futuro. Ma conoscere la storia, la nostra storia, è condizione necessaria, anche se non sufficiente, per questa sfida. Io sono stato a Marzabotto. Non mi vergogno di dire che mi sono commosso stringendo la mano dei sopravvissuti di allora e ascoltando i canti dei bambini di oggi. Quei bambini sono la storia che continua. A noi il compito di offrire occasioni educative, poi toccherà a loro far crescere un sentimento di orgoglio e di patriottismo dolce.
Un sorriso,
Matteo


PS Se la legge elettorale andrà e il Governo potrà proseguire il proprio compito, si aprirà una fase affascinante per tutti noi. Finita la fase delle riforme strutturali, infatti, la questione diventa: quale visione strategica per i prossimi vent'anni in Italia? Ne ho parlato a Pompei, ma anche a Georgetown e altrove. Questa è la sfida che culturalmente più mi intriga. Dimostrare che in questo Paese così ricco di passato possiamo costruire un futuro all'altezza della nostra storia. Ma per farlo occorre investire su innovazione, ricerca, talento. Coraggio. Il coraggio, questo è ciò che serve oggi alla classe politica italiana.
 
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ENZO LATTUCA (PD): UN LURIDO SCHIZOFRENICO

Questo lurido individuo ben rappresenta lo schifo di questo parlamento eletto anticostituzionalmente. Ha dichiarato di essere contrario all'Italicum ma voterà a favore perché non vuole far cadere il governo. In realtà non vuole far cadere la sua poltrona su cui poggia il suo lurido culo, volendo conservarla almeno sino al 2018, non essendo sicuro di essere rieletto nel caso in cui avese votato contro. Infatti ha accettato il ricatto del delinqente della politica Renzi: o con me o contro  di me. 
Testo inviato al lurido individuo sia nel suo sito che al suo indirizo email.     
lunedì 27 aprile 2015
Riporterò il mio articolo anche per email
LATTUCA_E@CAMERA.IT
e lo riporterò nel mio blog
Si dichiara contrario alla legge elettorale ma vota a favore. Per evitare lo scioglimento del parlamento e non rischiare la perdita della poltrona, che vuole conservare almeno sino al 2018. Schifoso individuo
Enzo LATTUCA
 

GODO DEI 10.000 MORTI (TROPPO POCHI) IN NEPAL. PERCHE'? DIO NON PUO' ESISTERE

Pochi sanno che ogni cinque anni nel Nepal, al confine con l'India, vi è quella che viene chiamata orribilmente "festa della dea Gadhimai". In realtà si tratta di una orrenda strage di animali perché Gadhimai ha bisogno di molto sangue per favoriire i raccolti. Il Nepal ha una popolazione di maggioranza buddista, che ha dimostrato di non voler avere abbastanza forza per richiedere al governo la fine di questa orrenda tradizione. Dunque ritengo anche i buddisti del Nepal responsabili di questa orrenda strage. Si sa quale sia la spiegazione scientifica del terromoto, che consegue al fatto che dopo la formazione della pangea, questa si è divisa in varie placche di cui una si spostò verso sud dando origine al continente antartico. Da questo continente si staccò una grossa parte (l'attuale India) che andò a spostarsi verso nord andando ad urtare contro la placca dell'Asia causando la compressione del continente asiatico. E da questa enorme compressione nacque il sollevamento della placca asiatica che formò la catena di montagne dell'Himalaya. Basta questa considerazione  per capire che non vi è stato alcun disegno intelligente (divino) nella formazione dei continenti. I continenti si sono formati a causa dell'incidenza determinante della casualità. Come nell'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita, che nacquero dalla simbiosi casuale di alcune specie di batteri, che sono i protorganismi risalenti a circa 3 miliardi di anni fa.   
Ma io voglio prescindere qui dalla spiegazione scientifica per per sostituirla con un'altra, che, benché  non scientifica, assume un significato ancora più forte. Il terremoto, con la distruzione di molti edifici, compresi molti templi buddisti, ed una popolazione di un milione di nepalesi rimasti senza casa, può  essere interpretato come una vendetta dello stesso Buddha nei confronti di tutti i buddisti che non hanno mai saputo opporsi all'orribile strage in onore  della dea Gadhimai. Non è infatti ammissibile che proprio in una regione dove la maggioranza è buddista possa continuare a sopravvivere una simile orrenda carneficina, le cui immagini fanno impallidire le morti vittime del terremoto. Questi infatti sono morti per cause naturali. Le migliaia di animali decapitati in ononore di Gadhimai muoiono invece a causa di certe aberrazioni umane che, in quanto tali,  non sono naturali. Voglio pensare che il buon Buddha (che voleva il rispetto della vita di tutti gli animali) non si sia più sentito rappresentato da una popolazione che non è stata mai capace di opporsi con la forza perché terminasse il fanatismo sanguinario dei pazzi seguaci di una dea inesistente e sanguinaria. Ha voluto che gli stessi templi buddisti fossero rasi al suolo. Non potevano rappresentarlo. Le immagini tremende documentano le orribili carneficine di migliaia di animali decapitati. 
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lunedì 27 aprile 2015

SE AVESSI ALMENO 90 ANNI. PER AMMAZZARE RENZI

Data l'età non andrei in carcere ma sarei condannato agli arresti domiciliari. Il che, a quell'età, non mi cambierebbe la vita. E molti mi considererebbero un eroe.  Avrei liberato l'Italia da un individuo schifoso che chiamare tiranno significherebbe dargli del lustro. E' peggio di un tiranno. E' una farsa di tiranno ma con tutte le conseguenze negative di una tirannia. Ormai questo lucido pazzo si è messo in testa che lo Stato è lui.  L'Etat c'est moi (Luigi XIV). Perché si è creata questa situazione? Perché abbiamo un PD la cui cosiddetta minoranza ha solo paura del ricatto: se non passa l'italicum si scioglie il parlamento e allora tutti a casa. Sicuro che lui verrebbe eletto mentre la minoranza verrebbe fatta fuori avendo lui la maggioranza nel PD e le liste elettorali verrebbero fatte escludendo la minoranza. All'origine di questa disgraziata situazione vi fu la scellerata idea del mortadella Prodi, fondatore dell'Ulivo, pensato come coalizione di partiti di una falsa sinistra, mettendo insieme gente che proveniva anche dalla Democrazia Cristiana.  Il PD è figlio dell'Ulivo perché è andato oltre la coalizione di vari partiti ma li ha posti dentro uno stesso partito, Partito della Disgrazia. L'italicum è l'ultima invenzione di questo pazzo a capo del governo che ha voluto sostituire la coalizione di partiti, che con la legge anticostituzonale del porcellum dava un premio di maggioranza alla coalizione, con una una legge elettorale che dà il premio di maggioranza alla lista che raggiungesse il 40% dei voti. Che il PD possa raggiungere il 40% dei voti è assai inverosimile, anche se i partitini del centro sinistra si imbarcassero tutti nel listone del PD. Lo stesso dovrebbe avvenire nel centro destra. Ma qui la situazione è più ingarbugliata perché mai la Lega Nord di Salvini e 5 Stelle si imbarcherebbero in una sola lista con dentro Forza italia, in cui il fallito buono a nulla Berlusconi pretenderebbe di continuare a fare da padrone. Dunque una singola lista del centro destra non raggiungerebbe mai il 40% dei voti. A questo punto si dovrebbe andare al ballottaggio. Ma attenti: non tra due coalizioni ma tra le due liste che avessero preso più voti. E il gioco sarebbe fatto per questo disonesto che si è convinto di essere padrone dell'Italia. Si è detto da varie parti che Renzi ha voluto una legge elettorale simile alla legge ACERBO del 1923, che prevedeva che il partito che avesse raggiunto il 25% dei voti avrebbe avuto i 2/3 dei deputati alla Camera (il fascismo nel 1923 aveva solo il 23% dei voti). Ma Mussolini non volle strafare con questa legge elettorale che più in Commissione e poi meno in  aula fu approvata da vecchi esponenti degli altri partiti, persino dal vecchio Giolitti, da Vittorio Emanuele Orlando (il presidente della vittoria nella prima guerra mondiale), da Salandra e da parte del Partito popolare (contro la volontà del suo fondatore Luigi Sturzo). Fu approvata persino da De Nicola, futuro primo presidente, provvisorio, della Repubblica. Così questi vecchi partiti si avviarono al loro suicidio con la legge elettorale Acerbo. Includendo tutti questi vecchi partiti nel suo LISTONE Mussolini superò il 60% dei voti. Trascuriamo pure il fatto non trascurabile che queste elezioni si siano svolte in un clima di intimidazioni e di assalti delle squadre fasciste, che poi lo stesso Mussolini, che voleva presentarsi come uomo d'ordine, dopo averle utilizzate le fece sparire di forza, rappresentando esse l'estremismo del fascismo. Sta di fatto che in parlamento Mussolini ebbe la maggioranza assoluta fondata sulla maggioranza assoluta dei voti. E senza l'omicidio Matteotti, che Mussolini  seppe spregiudicamente sfruttare, senza l'Aventino dei cretini che a quel punto rifiutarono di continuare a frequentare il parlamento, non sarebbe stata data a Mussolini l'occasione per instaurare la dittatura ponendo fuori legge i socialisti e i comunisti di Gramsci, che si meritarono le conseguenze della divisione tra loro e della divisione dagli altri partiti con cui avevano rifiutato di collaborare. DIVIDE ET IMPERA, dicevano i Romani, che se ne intendevano. 
Nel 1953 vi fu la famosa LEGGE TRUFFA voluta da De Gasperi e dai partitini (liberale, socialdemocratico e repubblicano) che lo avevano appoggiato dal 1948. Tale legge prevedeva che la coalizione di centro di De Gasperi avrebbe avuto il 65%  dei parlamentari se la coalizione avesse raggiunto il 50% più uno dei voti. Giustamente vi fu una rivolta di tutti gli altri partiti. Vi furono scontri fisici in parlamento e una battaglia giornalistica contro questa legge truffa. Ma la coalizione di centro non raggiunse il 50% dei voti e dunque non scattò il premio di maggioranza. Premio che deve essere comunque ritenuto anticostituzionale perché contrario allo spirito della Costituzione. Purtroppo quei cretini della Costituente, che avevano in mente il sistema proporzionale senza premio di maggioranza (bisognerebbe andare a leggere i lavori preparatori della Costituente) non pensarono di includere la legge elettorale nella Costituzione. Ma è evidente che nello spirito della Costituzione il parlamento deve rappresentare la volontà di tutti i cittadini. E questa volontà verrebbe violata se i cittadini non si sentissero rappresentati da un partito per cui avessero votato e che tuttavia venisse escluso a causa del sistema maggioritario. In Inghilterra, che comunemente viene indicata come madre della democrazia parlamentare in Europa, si ha un sistema che non è affatto democratico perché vince in ogni collegio elettorale il candidato che raccoglie più voti. L'altro candidato non può recuperare i suoi voti in un Collegio unico nazionale. E così le elezioni di fatto si svolgono sempre nell'opposizione tra due partiti, laburisti e conservatori, con l'esclusione dal parlamento dei liberali nonostante questi raccogano milioni di voti.  Però in Inghilterra non si è mai pensato di attribuire un premio di maggioranza al partito che avesse preso più voti.  
La situazione futura, se fosse approvato l'italicum, farebbe del delinquente della politica Renzi un individuo più spregiudicato di Mussolini perché pretenderebbe di avere la maggioranza assoluta in parlamento con il sistema del ballottaggio che darebbe la maggioranza assoluta anche ad una lista che risultasse avere avuto solo il 20% dei voti, non valendo più nel ballottaggio un tetto di voti. Un sistema elettorale peggiore di quello con cui si eleggono i sindaci perché nel ballottaggio possono coalizzarsi i partiti, in modo da avere due coalizioni contrapposte. Il delinquente Renzi non vuole più coalizioni (rimangiandosi ciò che diceva quando era sindaco) perché l'appetito di potere viene mangiando. Ma stia attento questo delinquente, che sta sfruttando, come Mussolini, le divisioni tra partiti sia nella falsa destra che nella falsa sinistra. Perché minaccia sempre elezioni anticipate se l'italicum non passasse. Se non passasse le nuove elezioni verrebbero fatte con il cosiddetto CONSULTELLUM, con cui si tornerebbe al proporzionale senza premio di maggioranza, senza il quale questo delinquente finirebbe per sempre la sua resistibile e sporca ascesa.                      
Oggi, se fosse approvato l'italicum, ci troveremmo in una situazione che è peggiore di quella che permise a Mussolini di avere la maggioranza assoluta in parlamento, giustificata almeno dal fatto che aveva superato il 60% dei voti. 
Abbiamo al Quirinale una figura grigia priva di qualsiasi benemerenza politica (fu lui ad inventare il mattarellum con cui si incominciava a demolire il sistema proporzionale relegato al 25%). Se fosse veramente difensore della Costituzione questa figura grigia scialba che deve la sua elezione al delinquente Renzi non firmerebbe la legge elettorale italicum e solleverebbe presso la Corte Costituzionale l'eccezione di anticostituzionalità. Ma non lo farebbe per restituire il favore a quel delinquente. 
Il fatto è che l'Italia ha un insieme di Istituzioni che sono tutte anticostituzionali. Infatti l'attuale parlamento (come il precedente) è stato eletto sulla base di una legge elettorale dichiarata anticostituzionale dalla Corte Costituzionale. Ma l'assurdo maggiore è che la stessa composizione attuale della Corte Costituzionale che ha dichiarato anticostituzionale il porcellum è per 2/3 di nomina anticostituzionale perché per 1/3 nominata da due parlamenti eletti sulla base di una legge elettorale dichiarata anticostituzionale e per 1/3 nominata da due presidenti della Repubblica (Napolitano e adesso Mattarella) nominati da parlamenti eletti sulla base del porcellum anticostituzionale. Pertanto, come ho ho scritto e ripetuto più volte, l'Italia, anche a causa di un cretino che si chiama Berlusconi, che nel dicembre del 2000 approvò  con la Lega Nord (Calderoni) la legge porcellum, che nel  2006 si rivolse contro di lui facendo vincere Prodi per 24.000 voti,  nulla ha fatto di buono in 8 anni di governo. Ha fatto approvare solo leggi a lui comode per aggirare vari processi. Ma non vi è riuscito completamente. Con il porcellum ha vinto nuovamente, e ingiustamente, nel 2008, ma con una coalizione di partiti l'uno avverso all'altro, per cui dovette dimettersi nel 2011 dando luogo a tre governi uno peggiore dell'altro, Monti, Letta, Renzi.  Ora resta solo la speranza che non passi l'italicum oppure, nel caso in cui disgraziatamente passi, sarebbe necessario un'unica lista, praticamente impossibile, comprendente Lega, 5Stelle, Forza Italia e Fratelli d'Italia (Alleanza Nazionale di Giorgia Meloni). Ma come mettere insieme in una sola lista tutti questi partiti del centro destra pur essendo accomunati da un comune nemico, il delinquente Renzi? Impossibile. Ecco perché il delinquente Renzi ha cambiato le carte in tavola trasformando l'italicum in modo che il premio di maggioranza andasse non più alla coalizione di partiti ma alla lista. Ma chi è il maggiore responsabile di tutto ciò? Renzi? No. Il maggiore responsabile è un altro, il cretino della politica Berlusconi (mentre Renzi è delinquente ma non cretino). Infatti fu Berlusconi ad approvare nel famoso patto del Nazareno l'italicum con il premio di maggioranza alla lista e lo fece approvare al Senato. Sperando di avere una copertura politica da Renzi nei suoi vari processi. Oggi questo cretino si è accorto troppo tardi di essere stato fottuto da Renzi, che prima l'ha usato e poi l'ha buttato.  Non ne ha combinato una giusta in politica. Se uno come Berlusconi non capisce che solo con il proporzionale senza premio di maggioranza può continuare a sopravvivere politicamente impedendo che continui a comandare la farsa di dittatore Renzi, allora è veramente un cretino irrimediabile, un suicida politico maggiore responsabile dell'assurda situazione politica di oggi.              . 

sabato 25 aprile 2015

25 APRILE: LA BUFFONESCA MITOLOGIA DELLA RESISTENZA COME GUERRA DI POPOLO

Premesso che 1) non ho mai avuto simpatie per il fascismo a causa della sua alleanza con il nazismo (che fu la rovina del fascismo); 2) fui iscritto per vari anni alla federazione giovanile del Partito Socialista all'epoca di Nenni; 3) mio padre fu un antifascista che come ufficiale con il grado di colonnello avrebbe dovuto portarsi a nord nella costituenda R.S.I. e che, arrestato con un compagno durante una manifestazione di piazza a Roma, riuscì a fuggire nella calca della folla mentre il compagno finì a Regina Coeli e poi alle Fosse Ardeatine, dove sarebbe morto anche mio padre, che rimase poi nascosto per 6  mesi in una cantina dell'Istituto religioso di suore Stella Matutina (quartiere Monte Mario) la cui superiora era una tedesca); 4) mio padre dopo la guerra si iscrisse al Partito Comunista e ne uscì nel 1956 dopo l'andata al potere di Kruscev, che aveva demolito il mito di Stalin, tutto ciò premesso, ritengo che lo storico debba porsi al di sopra delle parti e raccontare la verità. 
La verità è che la Resistenza fu fatta da circa 20.000 partigiani, che divennero circa 200.000 quando ormai la guerra volgeva verso la fine. Si sente parlare in varie trasmissioni della liberazione di varie città del nord ad opera di rivolte popolari contro l'occupante tedesco. Ma si trascurano le date. Queste rivolte furono solo le maramaldesche rivolte contro residui dell'esercito nazista già arresisi o già in fuga da tutte le città italiane del nord. Il generale tedesco Wolff aveva chiesto che la ritirata potesse avvenire pacificamente senza essere colpiti alle spalle. Niente da fare. Era una buona occasione per questi partigiani per far valere la loro vigliaccheria come azione vittoriosa di guerra per precostituirsi delle benemerenze  da far valere poi come futuri privilegi politici. Quelli comunisti soprattutto miravano a precostituirsi tali benemerenze da far valere come potere politico. Essi erano tanto disonesti quanto stupidi. Non sparavano come italiani ma come comunisti. Infatti erano sicuri che sarebbero andati al governo con l'appoggio di Stalin, non sapendo nemmeno che Stalin aveva deciso, per accordi già presi con gli americani, di disinteressarsi completamente di quale governo avrebbe avuto l'Italia alla fine della guerra, essendo già nel progetto politico di Stalin di instaurare governi comunisti in Polonia, in Ungheria e in Cecoslovacchia, come di fatto avvenne. Il generale americano Alexander ordinò ai partigiani di deporre le armi perché non potevano essere consideranti dei belligeranti e le loro azioni di guerriglia erano, oltre che inutili, anche deleterie perché avrebbero provocato altre vittime nella reazione di difesa dei tedeschi durante la loro ritirata. Niente da fare. Questi sconsiderati miravano solo a precostituirsi un futuro politico presentandosi di fronte alla popolazione italiana come liberatori ed impedire che la liberazione fosse merito solo degli americani. Il risultato fu che vi furono altri 100.000 morti anche tra la popolazione civile. I partigiani comunisti in Istria sparavano contro i partigiani non comunisti per favorire l'occupazione dell'Istria da parte dei comunisti jugoslavi, che poi fecero finire nelle foibe molti italiani ritenuti colpevoli di essere stati fascisti. La prima maramaldesca rivolta iniziò il 24 aprile a Genova, quando 4 giorni dopo (prima che due giorni dopo si suicidasse Hitler) sarebbe stato ucciso Mussolini da una banda di partigiani comunisti che lo sottrassero all'arresto già avvenuto ad opera di partigiani non comunisti che, minacciati di morte da quelli comunisti se non l'avessero loro consegnato, avevano intenzione di consegnare Mussolini agli americani perché subisse un regolare processo. Ma il Comitato di Liberazione per l'Alta Italia (formato da socialisti e comunisti), in contrasto con il Comitato di Liberazione Nazionale, che comprendeva anche cattolici e liberali, contrari alla fucilazione di Mussolini, volle precedere l'arrivo degli americani a Milano, che certamente avrebbero salvato la vita a Mussolini, senza escludere che fossero pronti a riciclarlo politicamente nell'ormai costituito clima di guerra fredda tra Stati Uniti ed Unione Sovietica. Tra quelli che vollero precedere gli americani e fucilare subito Mussolini vi fu Sandro Pertini, futuro presidente della Repubblica, un fanatico che, d'accordo con i comunisti, non voleva che Mussolini potesse essere testimone di troppe cose sporche riguardanti gli antifascisti dell'ultima ora, che salirino solo nel 1943 sul carro dei futuri vincitori, ed erano d'accordo con Churchill che aveva anch'egli interesse a far fucilare Mussolini per sottrargli il famoso carteggio Churchill-Mussolini, compromettente per Churchill perché documentava il suo doppio gioco che aveva condotto nei confronti di Mussolini, che aveva indotto ad entrare in guerra per moderare le aspirazioni di Hitler, che nel 1940 era stato ormai dato come vincitore. 
Non si parli pertanto della Resistenza come guerra di popolo. Dove era il popolo italiano prima dell'ultimo mese di guerra?  Era assente. Stava solo aspettando che gli angloamericani portassero a termine la loro avanzata verso nord. Ed aveva fatto bene. Ad un popolo non interessa affatto la libertà. Interessano solo due cose: lavoro e ordine sociale. La liberà non assicura né l'uno né l'altro. Non si vive di libertà.
I partigiani (soprattutto quelli comunisti) furono solo una disgrazia per la popolazione italiana. Con i loro attacchi proditori alle spalle a iniziare dal luglio del 1943 furono solo la causa di tutte le rappresaglie attuate dai nazisti. Rappresaglie previste dalla Convenzione internazionale di Ginevra. Non furono di certo essi, poche migliaia, a liberare l'Italia dall'occupazione tedesca. 
Il fascismo sino al 1940 ebbe un consenso popolare di massa. Quasi tutti gli italiani inneggiarono all'entrata in guerra dell'Italia, abbagliati dalla vuota retorica di Mussolini, che dava scontata la vittoria del nazismo dopo la caduta già avvenuta della Francia e l'occupazione tedesca di tutta l'Europa continentale sino al confine russo. Non era stata ancora prevista la sciagurata invasione nazista della Russia di Stalin, il cui progetto di invasione era stato nascosto da Hitler a Mussolini. 
Anche tutti i maggiori intellettuali nel ventennio fascista erano fascisti. Basti ricordare tra tutti i nomi di Indro Montanelli, di Norberto Bobbio, di Pietro Ingrao (futuro dirigente del P.C.I. e tuttora vivente avendo compiuto i 100 anni). Di tutti i professori universitari soli 16 rifiutarono di prestare giuramento di fedeltà al fascismo. 
Dunque la si smetta di festeggiare il 25 aprile come guerra di liberazione come se questa fosse stata fatta dagli italiani, non avendo tuttora la propaganda politica l'onestà necessaria per riconoscere che gli italiani non si liberarono da sé dal fascismo e che i partigiani non ebbero alcun merito in questa liberazione, avendo avuto soltanto dei demeriti per avere causato le note rappresaglie con i loro inutili, del tutto inutili, attacchi proditori contro i nazisti. 
Godetevi un lungo elenco di fascisti poi divenuti noti antifascisti in



  1. Camaleonti: tutti fascisti.... - WWW.STORIA.TK

    www.storia900.altervista.org/camaleonti.htm
  2. Iscritto al PNF...segretario di redaz. della rivista fascista Le Arti..... a sfogliare ..... FASCISTA” del ministro Bottai, è fra i giornalisti e scrittori che aderirono alla RSI .. 
    Utile perché obiettivo e documentato l'articolo di Pansa

venerdì 24 aprile 2015

LE MENZOGNE SULL'EURO. PERCHE' E COME USCIRNE

Euro: le bugie di Prodi, Amato e Ciampi hanno le gambe corte
  

Per anni chi era euroscettico si è sentito rispondere che se non fossimo entrati nell' Euro allora saremmo sicuramente andati in default. E che, proprio per esservi entrati, non solo non si andava in default, ma eventualmente il solo fatto di appartenere all'eurozona ci avrebbe fatto da "paracadute" in caso di crack.



Successe semplicemente che il trio Prodi, Amato, Ciampi gestivano così male le finanze pubbliche da portare il deficit a livelli mai visti (nemmeno oggi) e a rischiare davvero il default. I nostri eroi decisero allora che per salvare il paese bisognasse entrare nell'eurozona.



Si trattava di palle, raccontate da pallisti che avevano portato al disastro le finanze pubbliche, e che oggi avendo le gambe corte si mostrano per ciò erano: palle.

Non è mai esistita alcuna letteratura scientifica che dimostrasse come legarsi ad un valuta forte proteggesse dal default i bilanci dello stato. Il caso argentino, peraltro, sembrava suggerire il contrario, nel senso che la dollarizzazione dell'economia rese più duri gli effetti del crack.

Questa obiezione veniva ogni volta annullata dal solito osceno coretto mainstream "l'Europa ci salva, l'Europa ci rende stabili, l'Europa ci allunga l'uccello".

No, non funziona così. L'Europa è solo il tentativo dei tedeschi e dei francesi  di crearsi un mercato protetto, usando  gli strumenti delle quote e dei divieti per uccidere le economie di tutti gli altri paesi.  Cosa che è stata fatta con l'Italia, se pensiamo all'acciaio, agli zuccheri, al latte, a tutto quanto.

Ma, si diceva, questi piccoli svantaggi si sarebbero recuperati in termini di mai visti vantaggi dell'unificazione, ovvero in stabilità e sicurezza valutaria. 
PALLE.
E come tutte le bugie, in poco tempo sono venute a galla. Il default greco di per sé non coinvolge cifre enormi. Se pensate che il Comune di Roma ha circa 9 miliardi di euro di debiti, che quello di milano ne ha circa altrettanti, capite che i 30 miliardi (forse 40) del debito greco non siano poi un dramma così grande come lo si vuol far credere.

Specialmente se lo paragoniamo al debito pubblico italiano: se la famosa potenza stabilizzatrice europea non riesce a tenere a bada un debituccio da amministrazione metropolitana, figuriamoci quanto ha reso stabile il debito italiano, che è "un bel pochino" più grande. 
Niente. Se non siamo andati in default lo dobbiamo al fatto che i governi che hanno seguito Prodi, Amato e Ciampi erano di qualità superiore. Di certo non è stata una zona euro incapace di stabilizzare la Grecia a stabilizzare noi. Questa è la prima truffa di Prodi, Amato, Ciampi. Aver spacciato l'Unione Europea per un ente stabilizzatore che, alla prova dei fatti, NON E'.
Il PIL della zona euro è di circa 18 trilioni di dollari. Il piano greco è di 30-40 miliardi. Meno del deficit di alcune amministrazioni locali americane. Eppure, la UE ha fallito completamente: non si nota alcuna azione stabilizzatrice, se non nella misura in cui la UE prometta di sganciare dei soldi. Ma questo non significa nulla: nel default greco ci rimetterebbero ben di più.
Così, ecco finire nel nulla la prima tra le balle UE: che entrando nella UE si sarebbe goduto di un "ombrello", di una "garanzia" capace di dare fiducia. Non è così.

Ma andiamo oltre, perché adesso i greci si troveranno a subire il DANNO dovuto all'entrata nell'euro. Che cosa intendo? Intendo dire che se la Grecia fosse un paese normale, avrebbe potuto fare come Dubai. Cioè rinegoziare il proprio debito pubblico, dicendo semplicemente "signori, se fate i bravi vi restituiamo il 10% di quanto avete versato. Siccome ci avete già guadagnato un sacco, state zitti e non scocciate". 

Dopodiché, svalutando la moneta, potevano praticare una politica iperinflattiva che desse respiro alle imprese locali, e che svilisse i debiti fino a farli diventare di entità ridicola. 

Ma non si può, perché accettando l'euro si è commesso lo STESSO errore dell' Argentina. Legarsi ad una moneta forte, cioè, non conviene proprio ai paesi con un forte debito: lo ha mostrato l' Argentina con la dollarizzazione. Quando il governo si è trovato a dover svalutare la moneta, ha dovuto creare una nuova valuta. Niente di strano, sin qui: numerosi Paesi lo hanno fatto, Francia compresa. 

Ma essendo la vecchia valuta legata al dollaro, è successo che la gente si sia precipitata nelle banche a ritirare banconote da tenere sotto il letto. Risultato: il caos. Banche chiuse, eccetera.

Succederebbe esattamente lo stesso alla Grecia , se tentasse di uscire dall'euro. Immediatamente le persone si precipiterebbero in banca per ritirare tutti i contanti che possono, da tenere sotto il letto. Poiché le banche non hanno tutti quei contanti, inevitabilmente chiuderebbero gli sportelli. E sarebbe la paralisi.

Questo è dovuto proprio all'adesione all'euro: lo spettro dell' Argentina aleggia sui paesi dell'euro non perché siano in difficoltà, ma perché e proprio perché e SOLO perché sono entrati nell' Euro.  Come l'argentina, hanno commesso l'errore di legarsi ad una valuta più forte. Come l'Argentina, si trovano oggi nelle condizioni di dover chiudere le banche in caso di svalutazione.

Morale della storia: entrare nell' Euro non è stata una scelta, saggia, non lo era allora, e le bugie di Prodi, Amato e Ciampi mostrano le gambe corte adesso. Vorrei sentirli, adesso, i cazzari che ci raccontavano che l' Euro potesse stabilizzare la fiducia nell' Italia, quando non riesce a fare qualcosa per la Grecia.

Non c'è quindi modo di uscire dall'euro? Sì, per i paesi piccoli c'è. Consiste nell'introdurre la doppia circolazione della moneta, ma fare in modo che le banche emettano, in liquidità, solo la nuova moneta, diciamo la nuova dracma per la Grecia (o la nuova lira per l'Italia). Contemporaneamente, mano a mano che si ritira il debito in euro si emette debito in nuova dracme. 

Ad un certo punto, quando la massa in euro (tra debito e denaro circolante) è diventata molto bassa, si potrà svincolare l'economia. Non vedo molte altre vie di uscita, ed è quella che seguirei se volessi far uscire l' Italia dall'Euro, cosa che sarebbe molto saggio iniziare a fare: i vantaggi dell' Euro come vedete sono nulli. I costi sono tutt'altro che nulli.

 Ma quello che conta di più è che per prima cosa dovremo iniziare con una "cura culturale", cioè col mettere le persone di fronte alla pura verità: l'Unione Europea non ha salvato l'Italia dal default, perché alla prova dei fatti non sarebbe capace di salvare realtà debitorie molto , molto, molto più piccole.

La bugia di Amato, Ciampi, Prodi, è stata adesso smascherata. 

Ed è sotto gli occhi di tutti: nessun paese è al sicuro dal default perché sta nell' Euro. E nessun paese soffrirebbe meno un default per via dell'Euro, anzi: le conseguenze si sono amplificate, come nel caso argentino, proprio perché ci siamo legati ad un'altra valuta.

Questo deve far capire all'Italia ed agli italiani una cosa semplicissima: uscire dall'Euro si può e si deve. 

L'Euro non solo non ci stabilizza, non solo non ci aiuta, non solo costa, non solo uccide le nostre esportazioni, ma in caso di problemi trasformerebbe un problema gestibile con metodi tradizionali (svalutazione, iperinflazione) in un disastro argentino.

Prima ce ne andiamo, quindi, meglio è.

Uriel
*Nota: se la lira , prima dell'entrata nello SME, vale 1:1000 sul marco, e poi viene quotata a 1936,27, mi aspetto che il marco sia quotato con l' Euro a 1,93 marchi per euro. E così via.

Se tu quoti l'euro a 1936.27 lire, e il marco tedesco a 1,95583 , stai fissando un cambio a 1 marco=990 lire.

Ma i cambi non erano così:

31/12/1996 982,71
31/12/1997 981,69
31/12/1998 990,00
31/12/1999 989,99
31/12/2000 989,99

E i tedeschi ci hanno guadagnato, perché nel 1996, il cambio era inferiore. Solo negli anni prima si era arrivati a mille lire. Ma come lo stesso Amato ha dovuto ammettere nella sua dichiarazione,

"Di qui la loro posizione di partenza di un cambio lira-marco di 950 lire, perché si affermava che l’economia italiana è troppo forte, ha una competitività che è denunciata dall’avanzo nella bilancia dei pagamenti correnti; di fatto a loro avviso un tasso di cambio di mercato a 1.000 lire nei confronti del marco tedesco era dovuto alla circostanza che negli ultimi mesi la Banca d’Italia aveva, giustamente, operato molti acquisti di valuta per ricostituire le riserve. Naturalmente ho controargomentato, ma non sto qui a ripetere ciò che ho detto in quella sede per brevità. Comunque, il negoziato, come sapete, si è concluso con un accordo di cambio a 990 lire per un marco, molto vicino alla proposta italiana."

A parte questo piccolo particolare, vi faccio presente una cosa: questo avviene nel 1996. E nel 1996, Amato anziché proporre un cambio minore, aveva proposto un cambio addirittira MAGGIORE.

http://www.tesoro.it/documenti/documento.asp?id...

Per intenderci, se si fosse fatto 1500 lire per euro, si sarebbe fissato un rapporto lira/euro di 1:750, circa. Cioè, per abbassare il cambio non bisognava proporre un cambio maggiore, ma un cambio minore. E viceversa.

Amato cercò di trattare un cambio alto per facilitare i tedeschi negli acquisti in Italia. Il problema è che non considerò che così facendo stava svalutando la lira rispetto all'euro, rendendoci molto più costosi gli acquisti fuori dall'area dell'euro.
.......
Ogni volta che si parla di uscita dall' Euro, arrivano i soliti a dire che uscendone ci sarebbe una difficoltà nel comprare materie prime quotate in dollari. Questa è un'altra bugia che viene sempre dal terzetto Prodi, Amato, Ciampi, ovvero quella secondo la quale l'euro sarebbe stato una moneta più forte della lira. Mantenere questa apparenza è facile per la cifra alta 1936,27 . Ma nessuno si pone il problema: con un euro possiamo comprare di più o di meno che con 1936,27 lire?
Andiamo a vedere che cosa successe, numeri alla mano.

Ad un certo punto, dopo aver praticato una svalutazione, la lira rientra nello SME. Da quel momento in poi, inizia quello che in pratica sarebbe diventato il cambio dollaro/euro. Da quel momento, il cambio Lira/Dollaro NON FA CHE PEGGIORARE.
1986 (31 dic.  minimo1351)
1490
1987 (31 dic. minimo 1169)
1296
1988 (media dell'anno)
1301
1989 (media dell'anno)
1372
1990 (shock Iraq-Kuwait))
1198
1991 (media dell'anno)
1240
1992 (media dell'anno)
1228
1993 (media dell'anno)
1571
1994 (media dell'anno)
1611
1995 (media dell'anno)
1629
1996 (Italia rientro SME)
1533
1997 (media dell'anno)
1702
1998 (media dell'anno)
1736
1999 (media dell'anno)
1840
2000 (media dell'anno)
2100
2001 (media dell'anno)
2196


Allora, adesso vorrei sapere dai signori farlocchi che continuano a straparlare di zona euro come zona "forte", in che modo ci si sarebbe guadagnato sui cambi internazionali e sugli acquisti.

Quello che si vede da questi numeri è che rientrando nello SME la lira ha perso il 30% e rotti del proprio potere di acquisto sulle materie prime, come petrolio ed altro, ovvero tutto ciò che viene pagato in DOLLARI.

Questa è la prima bugia del terzetto Prodi, Amato, Ciampi: l'eurozona, tramite la sua presunta "forza", ci avvantaggerebbe nell'acquisto di beni in dollari. PALLE. Pur mantenendo le condizioni dello SME, la lira ha PERSO rispetto al dollaro.

Se qualcuno cioè si illude che usando l'euro possiate comprare più petrolio o più cose quotate in dollari, vi sbagliate di brutto. Usando un euro, comprate MENO petrolio di quello che prima compravate con 1936,27 lire.

Adesso facciamo il punto della situazione: quando l' Italia entra nello sme, con 1500 lire si compra un dollaro. Quando l'euro viene distribuito a banche e poste, vale tra gli 0.8 e gli 0.9, cioè tra le 2300 e le 2400 lire. Mi dite ancora che ci abbiamo guadagnato?

Ovviamente i farlocchi verranno a dirci che in questo hanno pesato le politiche di svalutazione e valutazione americane. Il che è FALSO.

La politica del "dollaro forte" inizia, da parte degli USA, il 13 marzo del 1979, e finisce nel settembre 1985, con gli accordi del Plaza. Da quel momento, il dollaro si è SEMPRE deprezzato. SEMPRE. O meglio, ha sempre perso potere d'acquisto rispetto al petrolio.

L'unica area verso la quale si è apprezzato è quella dell'euro.

Ma attenzione, perché adesso i farlocchi vi diranno che "ma dopo il 2001, l'euro ha superato il dollaro".

Palle. E' il dollaro che si è deprezzato, causando aumenti mostruosi ovunque. Con un euro, oggi, comprate MOLTO MENO petrolio di quello che, prima di entrarci, compravamo in lire.

Tuttavia, mi dicono, l'euro ha superato il dollaro. Non esattamente: è crollato il dollaro.

A voler essere precisi, il sorpasso dell'euro sul dollaro inizia esattamente il sei dicembre 2002, quando va a 1,0119 dopo le dimissioni del segretario al Tesoro Paul O'Neill e del consigliere economico della Casa Bianca Lawrence Lindsey.
 Da quel momento, il valore del dollaro in termini di potere d'acquisto finisce sotto i tacchi. Il fatto che l'euro da quel momento cresca modestamente sul dollaro NON cambia di una virgola il fatto che il petrolio sia più che triplicato rispetto al dollaro.

Morale della storia: che piaccia o no ai farlocchi, se parliamo di mercato in dollari,  l'euro è più DEBOLE della lira, nella misura in cui con 1936 lire si comprava più petrolio che con un euro, ad un solo anno dall'entrata in vigore del trattato euro.

Il trattato dell'euro va in vigore il primo gennaio 1999. Il dollaro vale 1800 lire. Con 1936 lire si compra un  1.07 dollari di petrolio. L'euro inizia ad essere distribuito l' 1 settembre 2001. Quando questo avviene, con 1936 lire comprate petrolio per 0.8 dollari. Ci abbiamo guadagnato nelle importazioni? Non si direbbe.

Dopodiché, la situazione è SOLO peggiorata, perché l'aumento dell'euro sul dollaro ha corrisposto un crollo del dollaro sul petrolio.

Andiamo a vedere l'andamento del rapporto lira-euro, considerando il cambio fisso a 1936,27:


2002 (media dell'anno)
1950
2003 (media dell'anno)
1611
2004 (media dell'anno)
1456
2005 (media dell'anno)
1648
2006 (media dell'anno)
1481
2007 (media dell'anno)
1318


Adesso ditemi: il cambio petrolio/dollaro è variato come il cambio dollaro/euro?

Nel 2002 siamo a 1950 lire al dollaro. Il dollaro scende tra i 20 e i 30 per barile/barile.
Nel 2003 siamo a 1600 lire al dollaro. Il dollaro scende da i 30 a 38 dollari/barile. In pratica, cambia nulla.
Nel 2004 siamo a 1456 lire al dollaro. Il dollaro scende da 30 a 50 dollari/barile. L'euro è DEBOLE.
Nel 2005 siamo a 1648 lire al dollaro. Il dollaro scende da 40 a 60 dollari/barile. L'euro è DEBOLE.
Nel 2006 siamo a 1481 lire al dollaro. Il dollaro scende da 60 a 80 dollari/barile. L'euro è DEBOLE.

Per poter affermare che l'euro ci avvantaggi nell'acquisto di petrolio, le cose avrebbero dovuto andare in maniera MOLTO diversa.

Nel 2002, per avere questo vantaggio avremmo dovuto essere ad 1,5 dollari per euro.
Nel 2003, per avere questo vantaggio avremmo dovuto essere ad 1,8 dollari per euro.
Nel 2004, per avere questo vantaggio avremmo dovuto essere a   2.5 dollari per euro.
Nel 2005, per avere questo vantaggio avremmo dovuto essere a   3 dollari per euro.
Nel 2006, per avere questo vantaggio avremmo dovuto essere a   3/4 dollari per euro.

Direte voi: bellissimo: allora adesso siamo forti sul dollaro. Davvero? Non è esatto. Dopo gli accordi del Plaza, il dollaro si è deprezzato enormemente, ma non allo stesso modo verso tutti. Ecco un grafico riassuntivo (grazie al blog di petrolio):
Affermare che l'euro ci abbia dato qualche vantaggio nelle importazioni  di petrolio equivale ad affermare questo. E no, è il dollaro che è svalutato, più che il petrolio aumentato.

Nello stesso periodo, dal 2002 al 2006, la sterlina passa da poco più di 1.2 dollari a due dollari e rotti. Ben più di quanto ci abbia guadagnato l'euro. Moneta forte?

Qualcuno dirà che il petrolio sarebbe aumentato comunque. Possibile. In questo caso, sarebbe cresciuta l'inflazione, mangiandosi i debiti.  Cosa che, grazie alle meravigliose politiche della BCE, non è avvenuta. Risultato: cornuti e mazziati.

Ma c'è di peggio. Perché, se da un lato con l'euro siamo diventati più DEBOLI nelle importazioni, (e non più forti come ci raccontano i farlocchi), dall'altro non ci ha aiutati nelle esportazioni. E perché?

Innanzitutto, una grossa fetta del nostro export va verso i Paesi europei. Con il cambio fisso, a questo deprezzamento della lira quando compriamo materie prime, non corrisponde alcun deprezzamento quando vendiamo. Anzi: se l'euro è più debole nell'acquisto perché al suo apprezzamento in dollari corrisponde un indebolimento ben più grande del dollaro, dall'altro lato il cambio col resto del continente non si muove di una virgola.

I vantaggi della svalutazione sono, di solito, pesati cosi: vi conviene vendere, non vi conviene comprare.
I vantaggi della rivalutazione sono : conviene comprare, ma non vendere.
Mettere la lira nell'Euro ha unito gli svantaggi della svalutazione (comprare è più DIFFICILE), con quelli della rivalutazione: anche vendere è più difficile.

Il tutto è dovuto al comportamento NON lineare del dollaro. Il dollaro ha perso enormemente nei confronti del petrolio e delle materie prime, ma ha perso POCO rispetto all'euro. Se il costo delle materie prime in dollari è piu' che raddoppiato, l'euro ha superato il dollaro di qualche frazione di unità. 

Così, il risultato è che con l'euro si fatica a vendere a chi paga in dollari. D'altro canto, questo vantaggio NON si recupera comprando in euro, visto che il dollaro ha perso molto più verso il petrolio che verso l'euro.

L'Euro ci sta dando tutti gli svantaggi di una moneta debole sul dollaro in acquisto, e tutti gli svantaggi di una moneta forte sul dollaro in fase di vendita.

Quando andiamo a comprare petrolio, facciamo due cambi: euro -> dollaro -> petrolio.
Quando vendiamo , facciamo un cambio : euro -> dollaro.

Voi capite rapidamente dove sia la fregatura, ovvero nel cambio dollaro/petrolio, che ha divorato tre volte  i vantaggi del cambio euro -> dollaro.

Perché avviene questo? E' per via del meccanismo perverso di gestione dei dollari.

Gli Uffici di Cambio (che dipendono dalle Banche Centrali) dei Paesi esportatori verso gli USA raccolgono i dollari che fatturano le loro multinazionali (in USA vendono le merci contro moneta locale, dollari) e li mettono nella riserva (di valuta estera) della Banca Centrale; la Banca Centrale non chiede di cambiare i dollari nella moneta nazionale, ma li mette in circolazione per comprare petrolio; i Paesi produttori di petrolio non chiedono alla FED di cambiare i petrodollari nella moneta locale dei Paesi Arabi, ma tengono i proventi del petrolio in conti correnti denominati in dollari e in buona parte investiti in titoli del Tesoro e azioni USA.

Fondamentalmente i dollari emessi non si presentano al cambio condizionando il valore del dollaro sulle altre monete. D'altra parte sono investiti in titoli di lungo termine o in azioni che non vengono scambiate a forte frequenza: per cui quei dollari non sono nemmeno moneta circolante che produrrebbe inflazione rientrando in America.

Morale della storia: il dollaro rimane relativamente stabile al cambio monetario, ma diventa catastroficamente sempre più debole rispetto al valore delle merci: perde, cioè, potere d'acquisto, ma non perde nei cambi. Per cui, se l'euro guadagna il 30% sul dollaro, il petrolio guadagna il 300% sul dollaro. E il rafforzarsi del cambio non aiuta nessuno.

Sarebbe stato diverso se ci fossimo tenuti la lira? Sì, enormemente.

Senza il cambio fisso con gli altri paesi UE, potevamo rimanere competitivi  sui mercati europei SENZA diminuire il costo del lavoro, cioè senza bisogno del precariato: il costo della trasformazione poteva venire assorbito da una adeguata politica di svalutazione graduale In secondo luogo, all'aumento dei prezzi del petrolio e delle merci si poteva reagire approfittandone per praticare una politica iperinflattiva e ridurre l'indebitamento.

Ma il punto non è questo: il punto è che i presunti vantaggi nell'acquisto del petrolio usando l'euro sono dei veri e propri falsi. Oggi che l'euro vale un dollaro e rotti, poiché un euro vale 1936,27 lire, siamo scesi di fatto ai valori del 1996. Valori che la lira aveva saputo guadagnarsi da sola, e come se non bastasse in un periodo ove la dottrina americana era quella del dollaro forte.  Dopodiché inizia la dottrina del dollaro debole, ma per le monete dello SME il dollaro cresce e basta. Dove cazzo è questa "moneta forte"? Dov'è quest'area forte dell'euro?

E' un falso che entrando nello SME l'Italia ci abbia guadagnato negli acquisti di materie prime.
Ed è un falso che con l'euro si possa comprare più petrolio di prima.
Ed è evidentemente falso che con l'euro si sia più competitivi sui mercati europei.

Non è quello che è successo, non è MAI successo, non si è mai visto tale vantaggio.

Se volete sapere perché si siano fatti quegli accordi, chiedere a Prodi. Io, personalmente, lo accuserei di tradimento e lo sbatterei in carcere, per aver accettato roba simile.

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