lunedì 31 luglio 2023

L'ISLAMIZZAZIONE DELL'EUROPA ANCHE A CAUSA DELL'IMMIGRAZIONE

Anche in Inghilterra vi sono zone in cui vigono leggi coraniche. E' la resa all'invasione islamica. L'Europa se la merita continuando a far valere la democrazia. Vado dicendo che il Corano è peggio del Mein Kampf di Hitler. Commette reato chi facesse propaganda per il Mein Kampf ma non commette reato chi è seguace del Corano. Perché? E' semplice. A causa di un miliardo e 200 milioni di pazzi che vi credono e che potrebbero mettere in atto una azione terroristica per chi "profanasse il Corano      

Le no go zones, sono aree/quartieri nei quali lo stato non riesce più ad imporre le sue leggi ed a mantenerne il controllo. Il passaggio in quelle aree è limitato e consentito solo a chi ha il permesso di entrare. In Svezia sono aree sotto il controllo degli immigrati non europei e dei loro discendenti nelle quali impongono la loro legge, a volte di matrice islamica, con l'uso della violenza, anche armati con armi da fuoco. La polizia, gli svedesi ed altri Europei non possono entrare ed è, ovviamente pericolosissimo provarci.

Questa è una mappa di qualche anno fa che mostra alcune no go zones in Svezia:

giovedì 27 luglio 2023

REGOLAMENTO PAZZESCO: STRINGERE LA MANO AL PROPRIO NEMICO

Pena la squalifica. E' accaduto ai mondiali di scherma. L'ucraina, vincitrice, è stata squalificata per non avere accettato, come da regolamento, la stretta di mano della russa.    

mercoledì 26 luglio 2023

LA MEDICINA CONTRIBUISCE AD AUMENTARE LE MALATTIE

Affermazione paradossale. Ma solo apparentemente. E' capace qualche lettore di spiegarmi questo falso paradosso? Aspetterò qualche giorno e poi glielo spiegherò io scientificamente.  

Siamo al 31 luglio   

Ciò che segue è tratto da un manoscritto di 800 pagine che conservo dal 2009. Avendo pubblicato  nel mese di febbraio il libro Scienza, filosofia e teologia. Che cos'è veramente il diritto naturale . Ho incominciato la fatica di completarlo nelle note Sarà intitolato Geometria del diritto nsturale. Sotto titolo: La morale come oblio della giustizia. Dall'Antichità a oggi.  Il termine Geometria mi è venuto in mente per contrappormi a quello che secondo me è il migliore libro del famoso (nella filosofia) Remo Bodei: Geometria delle passioni. Bodei è stato un grande erudito, ma l'ho affrontato in un mio libro contestandogli la contraddizione nel suo credere e pretendere che si possa arrivare a norme morali universali.    

E’ paradossale che in nome della morale della libertà, e pur in mancanza di una selezione naturale, grazie alla medicina, la legge vieti per principio la clonazione in nome della “sacralità” della vita umana, mentre concede a tutti di fare figli, anche se predisposti alle sofferenze per gravi malattie ereditarie, limitando così il loro diritto naturale alla conservazione, che include anche il diritto al benessere delle funzioni vitali. Platone si meravigliava del fatto che gli uomini operassero delle selezioni per migliorare le razze degli animali da allevamento, mentre nessuno aveva pensato di attuare la stessa selezione per gli uomini in funzione della loro salute. La medicina, come osservò Dobshansky, ritenuto il maggiore genetista sperimentale del XX secolo, ha permesso di contrastare la selezione naturale conservando in vita anche individui malati e permettendo ad essi di riprodursi.[1] 

 In una società multirazziale aumenterebbe la variabilità genetica, e conseguentemente anche l’incidenza delle mutazioni, con la corrispondente possibilità di aumento del numero di nuove malattie ereditarie, che non comparirebbero se i genotipi rimanessero isolati, favorendo in tal modo un più limitato numero di malattie ereditarie estirpabili in futuro con la terapia genica. Una popolazione chiusa come quella dell’Islanda, di cui è stata fatta la mappatura del genoma, si troverà avvantaggiata quando si arriverà alla terapia genica delle malattie.

La morale, che propaganda la società multirazziale, alimenta nuove malattie derivanti dall’incrocio di genomi che da sempre erano rimasti isolati, conservandole nelle generazioni successive grazie alla mancanza o all’attenuazione della selezione naturale prodotta dalla medicina, che, paradossalmente, è responsabile della conservazione delle malattie.[2] La morale pretende di riconoscere il diritto alla paternità (o maternità) senza avvedersi che ciò comporterebbe il corrispondente “dovere di nascere”, che, essendo un non senso linguistico, rende privo di senso anche il diritto alla paternità, che sarebbe, per di più, in contrasto con il diritto di non nascere già segnati da malattie e da sofferenze, in mancanza di selezione naturale.

Ed è sempre la morale che, contrastando il diritto di un organismo a conseguire il suo benessere fisico con il recupero delle sue funzionalità normali compromesse da gravi malattie, sta oggi ritardando o impedendo la ricerca scientifica sulla utilizzazione delle cellule degli embrioni necessarie per riparare organi ormai compromessi. La morale giunge a considerare come individuo portatore di diritti un embrione, che, al contrario, non può considerarsi ancora un individuo, essendo privo di quella completezza di organi che sola può dar luogo all’esistenza di funzionalità naturali, e dunque al diritto di conservarle per la raggiunta condizione biologica di un organismo completo tendente al suo benessere. Inspiegabilmente l’opposizione all’impiego di embrioni viene anche da ambienti laici, dove tuttavia, contraddittoriamente, si giustifica l’aborto legale. Quanto all’opposizione proveniente da ambienti ed organizzazioni religiose, specialmente della Chiesa cattolica, essa si fonda generalmente sul dogma secondo cui già all’atto del concepimento vi sarebbe l’anima immortale, per cui si tratterebbe anche in questo caso, come in quello dell’aborto, di omicidio. A questa opposizione si può replicare con una serie di considerazioni. Innanzi tutto essa parte dal presupposto che la vita sia un dono di Dio, pur in mancanza di un ricevente prima del concepimento. In secondo luogo si dà per scontato, secondo una morale che è anche laica, che la vita sia un bene, anche se, come si è già detto, nessuno ha mai chiesto di nascere per essere costretto a fare l’esperienza della morte. Gli uomini nascono sempre o per sbaglio o per egoismo dei genitori. E’ lo sbaglio che differenzia gli uomini dagli altri animali. Vale inconsciamente anche la tendenza a sopravvivere nella discendenza oltre al cercare di pensare meno a se stessi e alla morte creandosi  delle responsabilità per fornirsi di scopi illusori nella vita, in un circolo vizioso. In terzo luogo, se fosse vero che nell’embrione vi è già l’anima immortale, poca cosa sarebbe una vita pur lunga e beata di fronte alla certezza dell’anima dell’embrione di avere una vita immortale di beatitudine, non essendo sottoposta al rischio di una vita eterna di dannazione diventando individuo adulto. La Chiesa, condannando l’aborto, preferisce che ognuno, nascendo, corra questo rischio, che l’embrione, privo di colpe,  non può correre, mentre dovrebbe riconoscere che, dal suo stesso punto di vista, l’aborto sarebbe una fabbrica di anime beate. Ma, a parte questi paradossi, che sono conseguenti ad una concezione morale contraddittoria, vi è da domandarsi se valga maggiormente la salvezza di un individuo già formato, soggetto cosciente del diritto alla vita, garantibile, perché malato, dall’impiego di tessuti od organi ottenuti dalla coltura di embrioni, piuttosto che quella di un embrione che non può nemmeno desiderare di nascere e non può tendere a conseguire un benessere fisico che non conosce, essendo mancante di quegli organi e di quelle facoltà naturali che ne sono la premessa. Si vede come la morale riesca persino, contro il diritto naturale, a farsi sostenitrice di un diritto alla morte, e non alla vita, del soggetto malato a favore di chi non esiste nemmeno come individuo.



[1] Theodosius Dobshansky, L’evoluzione della specie umana, Einaudi 1965, pp. 330-40.  Lo stesso Dobshansky scrive che la stupidità è destinata ad aumentare sulla Terra, perché sono normalmente gli stupidi che fanno più figli. 

[2] Chi ritiene che con l’incrocio di una razza con un altra possano essere evitate le malattie ereditarie perché sarebbero incrociati i geni portatori non considera che questi potrebbero al massimo diventare da dominanti recessivi, per riapparire dopo qualche generazione, mentre nell’incrocio si possono aggiungere  per  una razza altre possibili malattie ereditarie derivanti dalla razza con cui si incrocia.  

domenica 23 luglio 2023

LA TERRIBILE VISTA DEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI DI MORTE

Quersto servizio su RAI3 dovrebbe far capire che cosa mangiano coloro che mangiano carne ingerendo anche antibiotici resistenti che vengono usati per ridurre i contagi tra gli animali chiusi anche in gabbie dove hanno difficoltà persino a muoversi. Vengono usati ormoni perché si sviluppino raggiungendo innaturalmente in poco tempo il corpo di un adulto. Immegini terrificanti. Si parla anche della schifosa genia dei vigliacchi cacciatori (la definizione è mia) che usano pallottole di piombo che ingerite da animali predatori come un'aquila muoiono dopo un'agonia di alcune ore per avere ingerito una preda morta per avvelenamento dopo essere sfuggita per poco tempo alle ferite provocate dalle pallottole di piombo dei cacciatori. Solo il 50% delle terre è utilizzabile per l'agricoltura. Ma di questo 50% ben l'80 % è destinato alla coltivazione di mangime per animali da allevamenti di morte. La maggior parte della specie umana non può dirsi intelligente se riserva per sé solo il 20% delle terre coltivabili, mentre poi si parla della fame nel mondo.  

Cliccare sull'immagine per avere il video  

La polpetta avvelenata - 08/06/2023 - RaiPlay

venerdì 21 luglio 2023

GIULIO REGENI E PATRICK ZAKI: PARI E PATTA PER AL SISI

Da un commento su Il giornale. Giusto a parte l'errore di stà con l'accento. Ma in quale lingua ha scritto la tesi di laurea se non sa parlare in italiano? Professori ideologizzati che l'hanno valutato politicamente tralasciando il merito. Non per nulla è stato giudicato nell'Università di Bologna.

C'è un cittadino italiano che da decenni stà marcendo in un carcere americano. Qualcuno ha mai mosso un dito per riportarlo in Italia? No, lo abbiamo fatto per un cittadino di nazionalità egiziana. L'Egitto lo ha graziato, forse con l'impegno del governo italiano di lasciare decantare il caso Regeni. Ecco, questo mi sarebbe interessato molto, molto di più.

BISOGNA CALPESTARE IL CORANO PER ESSERE LIBERI




Ammiro colui che nella Svezia ha calpestato il Corano, la più grande disgrazia della storia. E' proibita la predicazione del Mein Kampf di Hitler ma è permessa la predicazione del Corano (la più grande disgrazia della storia). Il Mein Kampf era diretto principalmente contro gli ebrei, come se questi fossero il male peggiore, ma nel Corano l'odio è diretto contro tutti gli infedeli. Si legge per esempio: "Quanto a quelli che rifiutan la fede li punirò di pena violenta in questo mondo e nell'altro…chiunque desideri una religione diversa dall'Islam non gli sarà accetto da Allah ed egli nell'altra vita sarà tra i perdenti…Vi è prescritta la guerra anche se ciò possa spiacervi… non sposate donne idiolatre finchè non abbiano creduto ché è meglio una schiava credente che una donna idiolatra… Combatteteli sino a quando non vi sarà più scandalo e la religione sia quella di Allah…è Allah che che vi fa vivere e uccide… gli uomini sono preposti alla donne, quelle donne di cui temete atti di disobbedienza ammonitele, poi lasciatele sole nei letti, poi battetele… non prendere giudei e cristiani come alleati… la ricompensa di coloro che combattono Allah e il suo Messaggero e si danno a corrompere la terra è che essi saranno massacrati , o crocifissi, o amputati delle mani e dei piedi dai lati opposti o banditi dalla terra, questo sarà per loro ignominia in questo mondo e nel mondo avvenire immenso tormento prima che voi vi impadroniate di loro…le anime beate degli uomni avranno con loro su giacigli affiancati fanciulle modeste di sguardo, bellissime d'occhi, come bianche perle celate, dal seno ricolmo, belle come rubino e corallo, dagli occhi grandi e neri, mai prima toccate dagli uomini, tra fiumi di latte dal gusto immutabile, di vino delizioso e di miele purissimo…" Queste frasi potevano nascere solo da una mente incapace di sostituire o di arginare l'immaginazione con la razionalità e dunque capace di confondere la realtà con l'immaginazione senza alcun senso del ridicolo.Bisogna sapere che questo pazzo o impostore era un analfabeta che si portava con sé uno scriba per dettargli le sue allucinazioni o le sue imposture. Incredibile che vi siano un miliardo e 200 milioni che credono in questa pazzia. Chi calpistasse i Vangeli non correrebbe una condanna, più precisamente una fawua, cioò una condanna a morte. Il Corano è falsamente una religione perché è una ideologia che non ammette una separazione delle leggi di uno Stato dall'Islam, che significa sottimissione. Occorrerebbe negli Stati non islamici una generalizzazione della degradazione e della denigrazione del Corano per farlo cadere nel totale ridicolo (basti pensare alla rappresentazione del Paradiso, dove le anime beate saranno premiate con delle vergini, non capendosi come possano esserci tante vergini). Ma delle anime delle donne non si parla. Incredibile. Sul Corano bisognerebbe pisciare e cagare sopra.

giovedì 20 luglio 2023

I MAIALI SONO PIU' INTELLIGENTI DEI CANI

 

È vero che i cani sono la specie animale più intelligente - Quora

No, i maiali sono più intelligenti delle specie canine più intelligenti. I maiali sono creature gentili e premurose con un'intelligenza sorprendente.

 https://it.quora.com/%C3%88-vero-che-i-cani-sono-la-specie-animale-pi%C3%B9-intelligente-2

mercoledì 19 luglio 2023

CI HA LASCIATO OGGI ANDREA PURGATORI

Un omaggio alla sua memoria di grande giornalista per tutti i suoi servizi giornalistici su Atlantide

lunedì 17 luglio 2023

PALESTINA EBRAICA. ARABI INVASORI

Riporto quanto scritto nel mio libro Scontro tra culture e metacultura scientifica

Durante la terza crociata il Saladino (Salah al-Din) – che aveva rioccupato Gerusalemme nel 1187, dopo che era stata ripresa dai cristiani nella I crociata nel 1096 - rispose a Riccardo I d’Inghilterra (Cuor di Leone) che gli chiedeva la restituzione di Gerusalemme: “Gerusalemme in origine era nostra. Voi siete arrivati da poco”. Risposta insensata. Quale origine? Gli Arabi avevano conquistato la Palestina e la Siria, abitate da Ebrei e da cristiani, negli anni immediatamente successivi alla morte di Maometto (632), sottraendole all’Impero bizantino, e i Turchi Selgiuchidi avevano invaso le stesse regioni nel 1070 sovrapponendosi alla presenza araba. Dunque, i Turchi con il Saladino rivendicavano un possesso della Palestina accampando come unico titolo il fatto di averla invasa nel 1070, pretendendo però che non valesse per essi il fatto che poi fosse stata riconquistata dai cristiani nel 1096, e, per di più, su richiesta del precedente possessore di quella regione che era l’Impero romano d’Oriente. Se si fosse andati coerentemente all’origine, si sarebbe dovuto ammettere che la Palestina in origine era ebraica, non esistendo alcun altro popolo che potesse dichiararsi erede di una terra su cui gli Ebrei avevano avuto uno Stato per circa un millennio. Per gli Arabi e i Turchi l’origine significava assurdamente l’inizio della loro conquista. E, a parte ciò, per essi aveva titolo soltanto l’ultima conquista: la loro. Questo è tuttora l’unico titolo che essi pretendono di accampare.      

Dalle riflessioni di Nozick sul diritto naturale (in Anarchia, Stato e Utopia) si può dedurre una importante conclusione. Gli ebrei furono privati ingiustamente dai Romani del loro Stato. Né essi occuparono la Palestina invadendo un territorio altrui. I loro discendenti rimasero pertanto vittime di una passata ingiustizia. Sulla base del principio di rettificazione storica gli odierni abitanti non ebrei della Palestina non hanno alcun valido “titolo storico” per pretendere di avere un loro Stato in Palestina in quanto discendenti da popolazioni che invasero quei territori durante l’invasione araba. Se si riconoscesse agli arabi palestinesi il diritto ad uno Stato si consacrerebbe il principio della forza come base del diritto. Né gli arabi palestinesi ebbero mai un loro Stato in quella regione, essendo i loro antenati vissuti colà soltanto in quanto prima sudditi del califfato di Bagdad, poi dell’impero ottomano dopo l’invasione turca della Palestina. Mentre, dunque, gli ebrei furono privati di uno Stato che prima avevano, gli arabi palestinesi richiedono oggi qualcosa che mai prima hanno avuto. Diverso è il caso dei Kurdi, che in tutta la loro storia non ebbero mai un loro Stato, per cui non hanno alcun valido titolo storico per averne uno oggi. E, mentre  l’Italia, per ragioni di giustizia storica, dovrebbe restituire l’Alto Adige all’Austria,  all’Italia dovrebbero essere restituiti tutti i territori che facevano parte della Repubblica veneta (compresa la Dalmazia), in cui vivevano popolazioni italiche e non slave, e la Francia dovrebbe restituire la Corsica, Nizza e la Savoia, che mai le appartennero prima che passassero allo Stato francese.[1]    E’ evidente che per ragioni di giustizia storica bisognerebbe ripercorrere la storia di tutti i confini sino a stabilire, senza limiti di tempo, il titolo storico valido della proprietà. Se questa può sembrare un’utopia, l’alternativa è una sola: il diritto della guerra.    



[1] In verità Nizza e la Savoia passarono alla Francia per accordi tra il Piemonte e la Francia, che intervenne in guerra contro l’Austria, permettendo l’acquisizione nel l859 al Piemonte della Lombardia.   

domenica 16 luglio 2023

NON DEVE ESISTERE IL SALARIO MINIMO

Esso sarebbe causa di una maggiore disoccupazione. Supponiamo che gli operai siano anche partecipi agli utili. Nascerebbe una contraddizione perché come azionisti dovrebbero essere favorevoli ad una minore retribuzione e anche ad una riduzione del personale per aumentare il profitto, mentre come dipendenti avrebbero interesse ad una maggiore retribuzione. Se una azienda dovesse rispettare un salario minimo molte iniziative imprenditoriali non potrebbero aprire e molte dovrebbero chiudere. Bisognerebbe considerare caso per caso.Supponiamo che una azienda possa aprire o rimanere viva solo a condizione che le retribuzioni non superino un certo livello. E' meglio che qualcuno possa avere una retribuzione piuttosto che non averne alcuna

sabato 15 luglio 2023

RAGAZZE ALLA RICERCA DI RICATTI PER AVERE PUBBLICITA'

Sono peggio delle puttane perché queste sono oneste e da considerarsi operatrici sociali perché permettono anche ad un anziano di poter godere sessualmente di una giovane e anche più o meno bella (altrimenti non potrebbero esercitare la professione). Nell'antichità esisteva la prostituzione sacra. Chi subisce uno stupro una delle due: o preferisce non parlarne per non portarne pubblicamente il marchio oppure preferisce accusare lo stupratore. In quest'ultimo caso bisogna distinguere. Se lo stupratore è uno senza alcuna notorietà (e soprattutto non ricco) allora potrebbe avere ragione la Meloni quando dice che non vi debbono essere limiti di tempo per sporgere denuncia (ma andiamoci piano con il tempo perché non può trattarsi di anni). Se invece l'asserito stupratore ha una notorietà, diretta o indiretta, allora le cose cambiano. In questo caso le cosiddette vittime hanno certamente un progetto disonesto consistente nel farsi pubblicità oppure nel richiedere (ma una cosa non esclude l'altra) soldi come risarcimento danni. E' evidente che mi riferisco al caso attuale di Leonardo La Russa figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. Questi avrebbe dovuto fare una sola cosa: tacere e non difendere pubblicamente il figlio ponendoci la faccia e compromettendo la sua figura istituzionale. La Russa padre fece due errori. Nel permettere che il figlio potesse fare entrare in casa sua delle ragazze sconosciute. Errore imperdonabile perché avrebbe dovuto dire al figlio: bada a chi frequenti perché tu potresti avere una notorietà conseguente a qualche fatto increscioso. Secondo errore, come già detto, l'avere difeso pubblicamente il figlio, per di più senza sapere come fossero andate veramente le cose. Il figlio non poteva essere persona attendibile. Poiché, al contrario di quanto si legge nell'Antico Testamento, le colpe dei padri ricadono sui figli sino alla quarta gernerazione (ma il (falso) profeta Geremia si opponeva a questa tradizione), invertendo il rapporto padre figli, le colpe dei figli non possono ricadere sui padri se i padri non sono esempio di capacità educatrice. Ma uno, come Ignazio La Russa, che abbia raggiunto la seconda carica dello Stato, non può sottrarsi al dovere di essere stato un buon padre di famiglia. In tale qualità sarebbe stato anch'egli responsabile di quanto è accusato il figlio. Poiché certamente a Ignazio La Russa non possono mancare i soldi per comprare al figlio un piccolo appartamento dove avere la sua vita privata, anche sessuale, non si giustifica il fatto che il padre abbia permesso al figlio di portare una ragazza in casa sua, dico del padre. La legge dovrebbe imporre un limite di tempo per fare denuncia di stupro, non potendo ritenersi che occorra del tempo perché la asserita vittima possa elaborare il dolore psicologico, non certamente fisico. Il figlio avrebbe usato la cosiddetta droga dello stupro che consentirebbe di non ricordare lo stupro? E se non lo ricorda come mai se ne ricorda molto tempo dopo? Questo è il problema. Che non cancella una responsabilità indiretta del padre. Che avrebbe dovuto preferire una sola cosa: il silenzio, anche se avesse avuto la certezza che il figlio fosse innocente per asserito consenso della ragazza.                   

martedì 11 luglio 2023

LA RESISTIBILE CARRIERA DEI GIUDICI

I giuristi sarebbero sorteggiati tra professori universitari di materie giuridiche e anche tra avvocati di chiara fama, ma anch'essi sorteggiati tra i Consigli dell'Ordine. In questo modo i giudici togati smetterebbero di sentirsi padroni della giustizia e pagherebbero di persona, non più lo Stato, per i loro gravi errori pensandoci bene prima di fare una sentenza. I giudici, una volta che da ragazzi riescono a superare il concorso per la magistrattura, possono smettere di studiare e aumentano di stipendio per sola anzianità. Nella giustizia civile si attaccano al computer per citare sentenze della Cassazione, che spesso sono in contrasto fra esse, per cui questi parrucconi spesso debbono riunirsi nelle Sezioni Unite per dirimere i contrasti. E non è detto che la sentenza che ne esce sia la migliore. Inoltre usano un linguaggio ermetico che spesso anche i migliori avvocati stentano a comprendere. Si pensi che tra un giudice che passi tutta la vita in tribunale e un giudice della Cassazione non vi è differenza in quanto a stipendio perché valgono solo gli anni di anzianità, per cui la promozione in Corte d'Appello e poi in Cassazione avviene solo a titolo onorifico. Ogni quattro anni debbono sottoporsi ad un giudizio di merito ma i commissari sono formati solo da giudici di carriera e si sa che passano tutti o quasi tutti perché vige in essi uno spirito mafioso. Della Commissione deve fare parte anche un avvocato, ma questo può esprimere solo un parere e non ha diritto di voto. Nei rari casi di una bocciatura il giudice deve seguire un corso di riparazione ma continua a fare il giudice e perciò a fare sentenze sballate. Gli esaminandi naturalmente produrranno solo le sentenze che non siano state riformate nel grado superiore perché sono gli stessi esaminandi che scelgono le sentenze su cui cui formulare il giudizio. E' una vergognosa buffonata. Quando si presentano al concorso di ingresso nella magistratura debbono conoscere anche la dottrina, che poi si mettono sotto i piedi. Ma non è una cosa seria, direbbe Pirandello usando il titolo di una sua commedia. Per non parlare di come avvengono le elezioni al Consiglio Superiore della Magistratura. Questi disonesti dicono sempre che una riforma sarebbe una violazione dell'indipendenza della magistratura.

Bisogna riconoscere che quando vi è disparità di contenuto e di orientamento tra le sentenze, persino in Cassazione, la colpa è sempre delle leggi, che sono spesso così manchevoli nel loro contenuto da dare luogo necessariamente a diverse interpretazioni, che non esisterebbero se la legge fosse chiara al punto giusto da non lasciare adito alle interpretazioni  



domenica 9 luglio 2023

OCCORRE UN TRIBUNALE PER POTER GIUDICARE I GIUDICI

E' l'unica categoria che può violare legalmente il principio secondo cui chi sbaglia paga. E invece costoro possono commettere impunemente anche gravissimi sbagli, ammesso che siano sbagli e non prese di posizione politiche, senza mai pagare di persona. Per ingiusta detenzione paga lo Stato il risarcimento danni con i nostri soldi. Sono più spesso manovali del diritto e non studiosi del diritto quali sono i giuristi. Hanno la puzza al naso per i giuristi ritenendo che la giustizia sia cosa loro senza intromissioni da parte di chi li vorrebbe giudicare. Il parlamento fa le leggi e i giudici dovrebbero limitarsi ad applicarle senza sostituirsi spesso al legislativio inventandosi iniziative non giustificabili in base alle leggi. Mi immagino un tribunale formato da giuristi che giudichino i giudici quando facciano sentenze che violano i principi della logica trattandosi di sentenze aberranti oppure condannino senza avere prove inconfutabili. L'Italia non soffre tanto per quelle poche migliaia di processi penali che il più delle volte si concludono con archiviazione, per prescrizione o per assoluzione. L'Italia soffre a causa di milioni di processi civili che possono durare anche decenni. Si pensi che esiste una legge che a conclusione di una lunga vicenda giudiziaria che siasi conclusa con sentenza passata in giudicato risarcisce la vittima del lungo processo dandogli appena 500 euro per ogni anno di ritardo. Io sono vittima di una allucinante vicenda civile che il 4 luglio si è definita in Cassazione. Ma bisogna attendere qualche mese perché esca la sentenza. Infatti nel civile non si sa alcunché prima che esca la sentenza non potendosi sapere dopo l'udienza in Cassazione quale sarà la decisione del relatore. Ho detto relatore e non Collegio formato apparentemente da 5 giudici perché gli altri quattro nulla sanno dei procedimenti per cui non sono relatori. In parte sono scusabili perché sono migliaia i processi che ogni anno si svolgono in Cassazione. Ma bisogna trovare il modo perché in Cassazione arrivino processi importanti per valore della causa e non cause di poco valore per cui dovrebbe essere d'obbligo la mediazione giudiziaria. Il 4 luglio è arrivata in Cassazione la mia vicenda che stava durando da 25 anni (ho detto venticinque) e in tutti questi anni non ho trovato giudici che fossero capaci di capire che io ero rimasto vittima di due fratelli che volevano coinvolgere la società (proprietaria di una sala cinematografica con galleria) nei loro debiti personali. Poiché mi rifiutavo di vendere anch'io la mia quota (per di più di maggioranza avendo il 66%) si erano rivolti a un presidente del tribunale che per sbaglio mi considerò acquiescente alla domanda di nomina di un liquidatore. Salto dei passaggi per non essere noioso. Questo presidente stava per andare in pensione e io mi rivolsi al successore che revocò la nomina del liquidatore considerandola "abnorme"(sic) perchè era documentata la mia opposizione alla nomina del liquidatore anche perché una società può essere posta in liquidazione solo se sia presente uno dei 5 motivi previsti dall'art. 2276 del Codice Civile. Non vi era alcun motivo che giustificasse la messa in liquidazione, possibile quando i dissidi tra i soci rendano impossibile la continuazione del perseguimento dell'oggetto sociale. Non era il mio caso perché il cinema era affittato a terzi che pagavano regolarmente il canone di affitto. Ebbene, non trovai successivamente un giudice capace di porre rimedio al comportamento disonesto del liquidatore che per farsi una parcella nel 1998 di circa 150.000 lire anticipò la revoca della sua nomina vendendomi, anzi svendendomi, il cinema per pormi di fronte al fatto compiuto, essendo il promissario acquirente in malafede per avere acquistato nonostante fosse stato da me avvertito spiegandogli in 4 pagine il motivo per cui la nomina del liquidatore era illegittima. Il liquidatore era anche curatore fallimentare e perciò in stretta confidenza con tutti i giudici che passavano per la direzione della Sezione fallimentare del Tribunale. Era dunque un individuo che godeva di forti protezioni presso i giudici, che non avrebbero permesso che la sua vendita scellerata potesse creargli dei guai economicamente. Quando feci un esposto A TERMINI I DI LEGGE contro le sentenze aberranti tese a salvare il liquidatore in  una vicenda assurda nata da un sbaglio materiale, e non giuridico, per essere stato nominato un liquidatore facendomi apparire acquiescente alla sua nomina si scatenò l'ira dei giudici contro di me. Mi trovai di fronte gli stessi anche nella causa che avevo fatto ad un ortopedico che mi aveva reso zoppo per otto anni avendomi applicato una protesi d'anca con angolatura sbagliata, che era la causa della mia zoppia, come mi disse l'ortopedico che nel 2008 mi operò nel noto Istituto Humanitas di Rozzano (Milano). Produssi la cartella clinica e il referto del dott. Spotorno che, visitandomi prima dell'intervento, scrisse quanto segue: "protesi antiversa (cioè posta in senso contrario, n.d.r). Chiari segni di radiolucenza. Offset riminuito. Si consiglia reintervento". Ebbene, la solita giudice che mi sta logorando la vita da circa dieci anni in Corte d'Appello, accettò le motivazioni del medico legale che, non essendo ortopedico, si faceva guidare da ortopedici di parte contraria. Avevano riconosciuto che ero zoppo ma la colpa non era dell'ortopedico che mi aveva operato nel 2000 a Cagliari. Dissero che la colpa era mia perché non avevo fatto la prescritta fisioterapia. FALSO! FALSO! Avevo cominciato a farla nella palestra dello stesso ospedale Brotzu dove ero stato "operato". Io, che non avevo mai imparato a nuotare, feci nuoto in una piscina stando con un materassino sotto il petto e controllato da un istruttore al bordo della piscina. E poi la fisioterapia fatta nell'Istituto fisioterapico sardo, e poi ancora anche la fisioterapia domiciliare. Questi disonesti aggiunsero una statitistica dicendo che nel 2000 (non ricordo esattamente le cifre che espongo perché dovrei andare a cercare la sentenza) erano stati fatti negli USA (che c'entravano gli USA?) circa 200mila interventi di protesi d'anca e circa 24mila non erano riusciti. In Italia nel 2000 erano stati fatti 25 mila interventi di protesi d'anca e circa 5mila non erano riuscti. Io rientravo nel numero degli interventi non riusciti e dunque nessun colpevole. Ma che c'entravano queste statistiche? Ebbene, nonostante ciò la giudice che aveva anche la causa del cinema (chiuso dal 1998 e ho conservato ad oggi il possesso dell'immobile ma inutilmente non  figurando proprietario) ha assolto l'ortopedico anche sulla base di queste statistiche. Un giudice che accetta motivazioni simili dovrebbe essere indagato. E' possibile che esista un giudice che assolva un medico sulla base di statistiche? Qualsiasi statistica mi avrebbe dato torto. Se l'ortopedico macellaio avesse perso la causa non avrebbe pagato nemmeno un euro perché avrebbero pagato le assicurazioni. Ma questa donna fatta giudice doveva pur vendicarsi contro di me. Per salvare il liquidatore fece 2 sentenze invece di un'unica sentenza. Con la prima, invertendo GRAVEMENTE l'ordine logico giuridico, fece una prima sentenza per salvare la parcella del liquidatore riservandosi di fare dopo una sentenza sulla domanda principale che riguardava la nullità o l'annullamento della vendita con conseguente risarcimento dei danni. Se si tratta di stabilire l'importo dei danni è di regola che il giudice si esprima prima sulla domanda, appunto, preliminare, consistente nell'an debeatur (cioè nel rispondere se (an) sia fondata la prima domanda per giustificare l'entità (quantum debeatur) dei conseguenti danni. Questa donna ha anteposto il quantum debeatur ma necessariamente includendo l'an debeatur per poi riprendere l'an debeatur più diffusamente nella sentenza definitiva, in pratica facendo della seconda sentenza una copia della prima. Un giudice simile, se vi fosse giustizia, dovrebbe essere licenziato se ha scritto in buonafede perché avrebbe dimostrato di essere sragionante non potendo recuperare la ragione in altre cause. Guai a mettersi contro un giudice. Nel suo sentirsi immune da ogni colpa può permettersi di scrivere ciò che vuole. Sono una casta privilegiata e vendicativa. Ecco i motivi della vendetta: un esposto di 47 pagine con circa 40 documenti allegati  indirizzato a termini di legge al ministro della giustizia, al Procuratore generale presso la Cassazione e al Consiglio Superiore della Magistratura. Tre pacchi inviati ai tre indirizzi. 

Ecco come iniziava l'esposto. 

Il voluminoso fascicolo di causa si trova in Cassazione con il numero di registro 9206/2015 dopo il mio ricorso contro la sentenza parziale della Corte di Cagliari. 

Chiedo che venga svolta un'indagine su questa allucinante vicenda, in conformità al dettato della sentenza della Cassazione sotto citata, essendo tuttora vittima di sentenze aberranti.

 

«In tema di risarcimento del danno per responsabilità civile del magistrato, l'ipotesi di colpa grave di cui all'art. 2, comma 3, l.n. 117/88 sussiste quando il comportamento del magistrato si concretizza in una violazione grossolana e macroscopica della norma ovvero in una lettura di essa contrastante con ogni criterio logico, che comporta l’adozione di scelte aberranti nella ricostruzione della volontà del legislatore, la manipolazione assolutamente arbitraria del testo normativo e lo sconfinamento dell’interpretazione nel diritto libero» (Cass. Sez. III, sentenza n. 7272 del 18 marzo 2008).

                                     

venerdì 7 luglio 2023

IL NEMICO E' ALLE PORTE

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