venerdì 30 settembre 2016

BERLUSCONI: UN MALE ANCORA NECESSARIO

Mi illusi anch'io nel 1994 quando Berlusconi "scese in campo". Ma proprio in quell'anno cessai per sempre di votare. Non votai per Forza Italia perché  lo attendevo alla prova. E la prova fu subito deludente. Il suo primo governo durò pochi mesi perché Bossi (Lega Nord) gli tolse la fiducia incoraggiato a ciò da Scalfaro, il peggiore presidente della Repubblica dopo  Napolitano. L'altro alleato, dimostratosi poi un traditore, era Fini, segretario del M.S.I.  Poi riprese il governo nel 2001 con una alleanza arlecchinata, formata nuovamente dalla Lega Nord e dagli infidi Fini (che nel 1995 aveva trasformato il M.S.I. in Alleanza Nazionale) e Casini (che ottenne la presidenza della Camera avendo nel 2002 fondato l'UDC). Due che poi furono i primi suoi traditori. Nel 2002 entrò in vigore la disgrazia dell'euro precedentemente voluta dal governo Prodi (2006-8) che truccò i bilanci  perché il rapporto deficit /Pil risultasse entro il 3% e nel 1999 l'Italia apparisse pronta a entrare nell'euro fissando per  l'Italia un valore dell'euro pari a lire 1936,27. Berlusconi nulla fece per contrastare, magari con un referendum consultivo, questo asservimento  dell'Italia ad una moneta straniera che in effetti era l'euro-marco perché i valori delle monete nazionali suicide furono fissati tutti con riferimento al valore che nel 1999 avevano in relazione al marco. Come ministro dell'economia Berlusconi nominò la sciagura di Tremonti inventore dell'omicida Equitalia. Nulla di ciò che aveva promesso con "il contratto con gli italiani" fu realizzato. Si limitò a togliere l'ICI dalla prima casa ma le tasse non diminuirono nonostante l'avesse promesso. Nel 2005, prima della fine della legislatura approvò con l'appoggio dei suoi alleati il famigerato porcellum che introduceva il premio di maggioranza (dichiarato poi anticostituzionale). In tutta la legislatura del 2001-5 cercò di riformare la giustizia nominando ministro Roberto Castelli che con un disegno di legge, rimasto tale, introdusse la separazione tra magistratura inquirente e magistratura giudicante nonché dei concorsi per l'avanzamento di carriera perché non avvenisse più per anzianità Ma fu proprio il porcellum a fargli perdere le elezioni nel 2006, vinte da Prodi, che anche questa volta durò poco perché Mastella gli tolse la fiducia dopo che con la moglie, presidente della Regione Campania e arrestata, si vide indagato per vari reati. Ma Mastella, ministro della giustizia, prima di ritirare la fiducia a Prodi facendone cadere il governo aveva fatto in tempo ad attuare la controriforma della giustizia conservando i privilegi dei magistrati. Controriforma che evidentemente non gli giovò. Nel 2008 vi furono elezioni anticipate e questa volta vinse nuovamente Berlusconi perché il porcellum andò a suo favore. Che cosa avrebbe fatto un altro al posto di Berlusconi? Si sarebbe ben guardato da portarsi dentro Forza Italia il voltagabbana Mastella, affossatore del disegno di legge di riforma della giustizia di Castelli. E invece se lo portò dentro facendolo eleggere al parlamento europeo e un anno dopo sindaco di Benevento. Sembra che Berlusconi abbia avuto un grande fiuto politico  nello scegliersi come alleati dei traditori. Infatti il porcellum doveva portargli sfortuna perché la sua maggioranza si sfaldò completamente ad incominciare dal tradimento di Fini, che era stato voluto da Berlusconi presidente della Camera. La sua maggioranza venne in crisi nel 2011 e diede le dimissioni. Dunque durò dal 2008 al 2011. In questi anni nominò come ministro della giustizia un altro futuro traditore, quell'Alfano che poi fu tolto da Berlusconi dal ministero della giustizia per nominarlo segretario del nuovo partito Popolo della libertà, in cui entrò Fini sciogliendo nel 2008 Alleanza nazionale. Gli anni 2008-2011 furono gli anni terribili di Berlusconi, infognato in vari processi, tra cui quelli riguardanti la sua vita privata con le famose "cene eleganti" organizzate con donne portategli da vari personaggi di bassa lega da cui si sarebbe dovuto tenere distante considerando la sua carica di capo del governo. Come fu poco dotato di intelligennza politica così dimostrò di essere un ingenuo imbecille non capendo che stava rovinando la sua immagine e anche quella dell'Italia. Talmente imbecille da non capire il pericolo di poter poi essere ricattato da quelle puttane o mezzoputtane che frequentava. Noto il caso D'Addario, che registrò i suoi incontri sessuali in cui si sentiva Berlusconi dire frasi come "ma ti ho fatto veramente male"?Intendendo riferirirsi evidentemente alla sua forza di "penetrazione". Ma come è possibile che un individuo simile non abbia mai avuto l'accortezza di non sputtanarsi confondendo la sua vita privata con quella pubblica? Anche per questo venne a mancargli la credibilità. Non tanto per gli altri processi di diversa natura. Famoso poi il caso Ruby fatta passare come nipote di Mubarak per coprire un possibile reato di sfruttamento della prostituzione minorile, anche se poi in Corte d'Appello Berlusconi fu assolto, ma solo perché gli venne riconosciuto che egli non sapeva che Ruby fosse una minorenne. L'Italia non ha mai fatto del moralismo sessuale sui politici, ma Berlusconi oltrepassò ogni limite di decenza nella sua veste di capo del governo. Ma non è tanto questo che gli si possa rimproverare. Il fatto è che l'Italia è vissuta di promesse sotto i suoi governi. Nulla di grande e di positivo gli si può attribuire. Non seppe resistere alll'insistenza del peggiore presidente della Repubblica che è stato l'infame Napolitano, che voleva che l'Italia partecipasse ai bombardamenti della NATO sulla Libia, creando quel caos che dura tuttora e che è la causa dell'invasione dell'Italia dalle coste libiche che sta durando da vari anni dopo l'uccisione di Gheddafi, che Berlusconi un paio di anni prima aveva accolto con onori a Roma. Anche lui fu un traditore. Né seppe opporsi alla scellerata invasione dell'Iraq con tutte le conseguenze che di riflesso si sono avute in Siria con l'espansione degli assassini dell'Isis dall'Iraq senza governo alla Siria. Insomma: un fallimento anche in politica internazonale. Tranne l'avere capito sempre che l'Italia doveva essere un'alleata della Russia di Putin, con cui però mostrò di avere più un rapporto di amicizia che un rapporto politico. Andato allo sgoverno un esagitato da rinchiudere in manicomio, che fa Berlusconi? Fa con questo pazzo il patto del Nazareno credendo di poter in questo modo rientrare nel grande gioco politico. Accettando con questo patto furtivo e fraudolento anche nei riguardi di altri rappresentanti di Forza Italia la legge elettorale italicum, peggiore del porcellum, non capendo che solo con il proporzionale avrebbe potuto evitare di essere fagocitato dal quel deliquente che abbiamo a capo dello sgoverno. Anche in questo caso mostrando di avere un particolare fiuto nell'allearsi con i peggiori. Salvo poi lamentarsi di essere stato tradito per non essere stato ascoltato durante le votazioni tenutesi per eleggere capo dello Stato il grigio Mattarella, che più grigio non si può. Quando ha capito che da quel pazzo con aspirazioni da dittatore non poteva aspettarsi  un vero appoggio ha cambiato rotta ed ora pretende di rappresentare lui l'opposizione. E tuttavia, vista la situazione attuale, viene perfino la voglia di rimpiangerlo. Perché vi è da sperare che non vi siano più traditori  per averli esauriti tutti, come, per ultimo, lo squallido miserabile Verdini, stampella determinante con i suoi accoliti di questo sgoverno. Non si può infatti fare a meno di Berlusconi se è sincero nell'essersi convertito ad oppositore del pazzo  a capo dello sgoverno per essersi dichiarato favorevole al NO nel referendum contro la schiforma della Costituzione e la legge elettorale italicum. E' sperabile che finalmente abbia capito, con 5 Stelle, che solo il proporzionale può ancora salvarlo condizionando ancora la politica perché venga fatto fuori per sempre lo sgoverno attuale con una rivincita su tutti i suoi traditori.                                

mercoledì 28 settembre 2016

A W ASSAD CON PUTIN E LA GUERRA DI LIBERAZIONE DI ALEPPO.ASPETTANDO TRUMP

Si condannano i bombardamenti di Aleppo facendo passare i ribelli come liberatori dalla cosiddetta dittatura di Assad, che invece era ed è l'unica garanzia contro i falsi liberatori che hanno agevolato il falso esercito di liberazione di Al Nusra, che, al contrario, è stato appoggiato dall'Arabia saudita, mentre i curdi, che in Iraq combattono contro l'Isis, in Siria combattono contro Assad. Non mancano gli americani che appoggiano i curdi, mentre la Turchia del dittatore Erdogan combattono in Siria contro i curdi. Come si vede la situazione è complicata e contraddittoria. L'unica posizione coerente è quella di Putin, schieratosi in appoggio ad Assad, il falso dittatore che ha sempre garantito la laicità della Siria, ereditando dal padre un governo che era nato all'interno del partito socialista Baath, che aveva una corrispondenza nell'Iraq di Saddam Hussein, che aveva come vice primo ministro il cattolico di rito caldeo Tareq Aziz, che andò nel 2003 in Vaticano dove, avendo garantito il disarmo dell'Iraq, ottennne dal papa Giovanni Paolo II un sostegno morale con una dichiarazione contraria alla progettata invasione dell'Iraq. Dopo Saddam Hussein, fatto fuori con l'invasione dell'Iraq voluta dal criminale Bush jr che accusava Saddam Hussein di avere armi di distruzione di massa, risultate inesistenti, risultò invece che era Bush ad avere armi di DISTRAZIONE di massa consistenti nella sue menzogne. E, quasi non bastasse, gli Stati Uniti del mezzo negro Obama, a cui solo per disgrazia potrebbe succedere la Rodham (detta falsamente Clinton per abuso del cognome del marito Bill), avrebbero voluto far cadere il governo di Assad. Ma non ottennero l'assenso di altri membri della NATO (tranne quello del prossimo trombato Hollande in Francia). Assad si è trovato senza appoggi da parte dei governi occidentali, mentre, fatta esperienza tragica dell'Iraq, sarebbero dovuti intervenire subito militarmente a favore di Assad, garante della pace in Siria e di tutte le religioni, compresa quella cristiana, che si sentiva protetta dal laico Assad. Putin sarebbe dovuto intervenire subito in Siria, sin dal 2011, per contrastare il falso esercito di liberazione che era appoggiato dai fanatici dei Fratelli Musulmani. Al Nusra ha fatto stappare il vaso di Pandora del caos, di cui poi hanno approfittato i tagliagola dell'Isis, che hanno occupato buona  parte della Siria. Ora la liberazione di Aleppo, pur ridotta in buona parte in macerie, dovrebbe essere l'inizio della liberazione di tutta la Siria. Ma senza l'intervento, pur tardivo, di Putin, ora tutta la Siria sarebbe una terra devastata dagli assassini dell'Isis. La popolazione di Aleppo, anche quella non combattente contro Assad, è colpevole di questa situazione perché, da complice dei falsi liberatori, non si è rifugiata nei territori controllati dal legittimo governo di Assad. Perciò nessuna pietà per tutte le false innocenti vittime della popolazione di Aleppo. 
Se vincerà Trump e rispetterà le sue promesse vi è da aspettare che cambi la scellerata politica estera degli Stati Uniti, vista anche la sua simpatia per Putin con l'annunciato cambio di direzione in politica estera dopo avere condannato la Rodham (la falsa pluricornuta Clinton) per avere appoggiato l'intervento della NATO in Libia quando era ministro degli esteri (segretario di Stato) sotto il governo del mezzo negro Obama, un deficiente totale a cui subentrerebbe un altro deficiente con la Rodham, una guerrafondaia sempre dalla parte sbagliata e sostenuta dai potentati finanziari delle grandi banche, a cominciare da quella ebraica che è la Goldman Sachs, che l'hanno finanziata, mentre Trump è portavoce della classe media che vede come nemica l'immigrazione e non è dipendente dalla grande finanza perché, essendo un plurimiliardario, è economicamente autosufficiente. Trump toglierebbe subito le sanzioni alla Russia dimostrando di non non voler fare dell'Europa una colonia degli Stati Uniti, come tuttora è stata considerata dai suoi avversari.        
Ed ecco l'Anticristo che, come al solito, non capisce un cazzo e difende gli islamici facendoli passare per vittime. Dovranno rendere conto ad Assad e non a Dio.       

Siria, il Papa all'attacco:
"Quelli che bombardano
renderanno conto a Dio"


lunedì 26 settembre 2016

CONTRO IL FERTILITY DAY E PER I BENEFICI DI UNA DIMINUZIONE DELLA POPOLAZIONE

L'Italia non ha più bisogno di 8 milioni di baionette di epoca fascista. L'Italia ha un territorio già sovraffollato avendo solo 301.000 kmq e una popolazione di cittadini di 60 milioni, a parte gli straneri, e fare aumentare la popolazione è da pazzi. 
Circa vent'anni fa scrissi una lettera al Corriere della sera (e ricevetti lettere di adesione) immaginando che la popolazione dell'Italia si riducesse con il tempo alla metà di quella attuale. Quali sarebbero le conseguenze? Solo positive. 1) Non sarebbe più necessario continuare a costruire alimentando la speculazione edilizia e continuando a sottrarre spazi naturali (compresi quelli dedicati all'agricoltura); 2) Sparirebbero le orride periferie e si recupererebbero i centri storici; 3) L'inquinamento atmosferico verrebbe dimezzato e la viabilità non sarebbe più intasata; 4) Sparirebbe (o quasi) la disoccupazione perché non vi sarebbe l'attuale enorme concorrenza per un posto di lavoro; 5) La proprietà privata verrebbe raddoppiata insieme con il reddito. D'altronde, la ferrea legge di Vilfredo Pareto dice che la ricchezza di uno Stato è proporzionale al reddito e inversamente proporzionale alla popolazione. Dunque una delle due: o si produce continuamente di più (con conseguente aumento dell'inquinamento) per inseguire l'aumento della popolazione, oppure bisogna far diminuire la popolazione senza che sia necessario produrre ed inquinare di più per aumentare la ricchezza di un popolo.

Ecco perché Paesi come la Finlandia e la Svezia, avendo un rapporto ottimale tra estensione del territorio e popolazione, hanno uno sviluppo economico avanzato che permette un'assistenza sanitaria e sociale delle migliori. Ed è scientificamente dimostrato che la criminalità è proporzionale all'affollamento.

Palesavo anche il pericolo di una immigrazione dai Paesi islamici (da me definita come quarta invasione islamica dell’Europa, dopo quella araba e dei Turchi, selgiuchidi e ottomani). Anche qui i fatti mi hanno dato ragione. L’Europa vive oggi sotto il ricatto del terrorismo islamico.1

Non fui ascoltato, anche perché non riuscii a raggiungere una notorietà che mi consentisse di essere ascoltato. Coloro che hanno avuto successo in politica sono i veri falliti, responsabili della situazione di caos in cui ora versiamo anche a causa di una folle politica dell’accoglienza. Dal 1994 ho smesso di votare non riconoscendomi né a destra né a sinistra.

Aveva scritto Platone nelle Leggi a proposito dell’immigrazione: “Dopo vent’anni” - troppi – “gli immigrati prendano la loro roba e se ne vadano”. Già Platone aveva capito il pericolo di una immigrazione permanente, che avrebbe potuto espropriare gli ateniesi della loro politica e della loro identità se fosse stata concessa agli immigrati la cittadinanza.

La morale ideologica, che propaganda la società multirazziale, come se fosse un destino, e non il disegno di una follia politica, alimenta nuove malattie derivanti dall'incrocio di genomi che da sempre erano rimasti isolati In una società multirazziale aumenta la variabilità genetica, e conseguentemente l'incidenza delle mutazioni, con la corrispondente possibilità di aumento del numero di nuove malattie ereditarie, che non comparirebbero se i genomi rimanessero isolati. Una popolazione chiusa, come quella dell'Islanda, si troverà avvantaggiata quando si arriverà alla terapia genica delle malattie.

Le generazioni future, se continuerà la follia ideologica della società multiculturale e multirazziale, dovranno maledire le conseguenze di tale follia. Se ne accorgeranno nel mingere. Soprattutto se verrà attribuita la cittadinanza agli stranieri nati in Italia e a coloro che siano residenti da un certo numero di anni in Italia. Non sono capaci questi folli della politica di capire – oppure lo capiscono ma antepongono la morale del buonismo alla politica se non sono dei disonesti che vogliono prepararsi un pacco di voti a sinistra sperando che gli ex clandestini diventino cittadini – che essi stanno mettendo in essere la teoria di Marx dell'“esercito di riserva” di disoccupati che serve a tenere bassi i salari per aumentare il profitto delle imprese. E oggi questo “esercito di riserva” è già costituito dagli ex clandestini regolarizzati, pronti a prendere il posto di lavoro dei licenziati perché disposti ad avere salari più bassi. Se gli immigrati avranno la cittadinanza la situazione peggiorerà perché la disoccupazione si estenderà anche per i posti di lavoro socialmente più qualificati. E' evidente, infatti, che i figli degli ex clandestini non si adatterebbero a fare i lavori che – si dice – gli italiani disoccupati non vogliano fare , e aumenterebbero la concorrenza per i lavori socialmente qualificati. Non sapendo resistere alla coalizione cattocomunista, anche la cosiddetta destra vorrebbe estendere la cittadinanza agli ex clandestini. In tal modo gli ultimi arrivati, divenuti cittadini, avrebbero gli stessi diritti degli italiani che hanno avuto come antenati coloro che, nell'arco di secoli, per una lunga serie di generazioni, combatterono per l'Italia, anche con sacrificio della vita, sino alle due guerre mondiali. Ognuno eredita anche le benemerenze dei suoi avi, che verrebbero vanificate se si concedessero eguali diritti agli ultimi arrivati, anche se non abbiano particolari benemerenze.

Purtroppo la classe operaia è stata sostituita dalla falsa sinistra con la classe degli sbandati, dei drogati, degli omosessuali, dei frichettoni dei centri sociali, degli immigrati con o senza lavoro, complice di una politica che va a danno della classe operaia. Una sinistra traditrice di Marx. E' un paradosso.

Si sta ripetendo quanto Montesquieu aveva rilevato in Considerazioni sulle cause dell'ascesa dei Romani e della loro decadenza (cap. 18), spiegando che una delle cause della decadenza dei Romani fu l'accoglimento dei barbari come federati e la loro inclusione negli eserciti:“I Romani dovettero cercare di placare con il danaro i popoli che minacciavano un'invasione. Ma la pace non è cosa che si compri perché chi l'ha venduta una volta non è in grado di farla ancora comprare...I barbari assoldati (negli eserciti) dai Romani...abituati a cercare più il bottino che l'onore, erano insofferenti della disciplina militare...Un ministro o qualche altro potente ritenne utile, per avidità, per desiderio di vendetta o per ambizione, far entrare i barbari nel territorio dell'Impero, non esitando ad abbandonarlo al saccheggio e alla devastazione”. Aggiunge Montesquieu in una nota che “ciò non deve meravigliare se si pensa alla loro vicinanza con popoli che erano stati nomadi, che non conoscevano alcuna patria e che spesso si accordavano con il nemico che li aveva vinti per lanciarsi contro il loro stesso popolo”.

Si aggiunse poi la Chiesa, che con il voler convertire i barbari che invadevano l'Impero, cooperò con la sua predicazione a demotivare la resistenza e la difesa dei confini dell'Impero.

Oggi si sta ripetendo lo stesso fenomeno dell'antichità.

1) Da una parte la politica dell'accoglienza che crede di poter integrare gli islamici, pur essendo questi senza patria perché si sentono appartenenti all'Islam più che ad uno Stato, e - al contrario dei barbari che invasero l'Impero, che si convertirono spontaneamente al cristianesimo – non sono convertibili, non dico al cristianesimo, ma ad una concezione laica dello Stato. Per gli islamici vale quanto lo storico Giorgio Falco (La Santa Repubblica cristiana, cap.V) scrisse riferendosi alla forzata coabitazione di Goti e Romani: “Essi dovevano formare due società distinte, rispettivamente giustapposte o sovrapposte”. Nonostante fossero entrambi cristiani, ma i primi ariani e i secondi cattolici. Due società parallele con netta separazione etnica, con tribunali separati e Chiese separate, con proibizione di matrimoni misti, secondo la politica intrapresa da Teodorico (493-526). Questo fu il risultato dell'avere accettato i barbari entro i confini, come fece, per esempio, Costantinopoli dopo il disastro della battaglia di Adrianopoli (378), che indusse l'imperatore Teodosio ad incorporare i vincitori Visigoti nell'esercito con un “patto di alleanza” accettando la condizione che essi conservassero i loro diritti e i loro costumi. La conseguenza fu che successivamente l'Impero d'Oriente, pur di liberarsi dei Visigoti, del tutto inaffidabili perché non integrabili, spregiudicatamente li dirottò verso Occidente, con il conseguente sacco di Roma (410), prima che essi stabilissero in gran parte della Gallia e della Spagna. E quando il generale romano Oreste nominò come imperatore il figlio Romolo, detto ironicamente Augustolo, Odoacre, capo delle milizie barbariche, sconfisse Oreste e depose il figlio dichiarandosi re d'Italia e ponendo fine, anche nominalmente, all'Impero d'Occidente.

Al contrario, l'Impero d'Oriente riuscì a sopravvivere perché conservò una omogeneità culturale in cui, sulla base di una concezione cesaropapistica del potere, l'imperatore era anche capo della Chiesa e perciò garante dell'unità religiosa. La scissione religiosa tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli fu la causa maggiore della debolezza dell'Impero d'Oriente (bizantino da quando il greco divenne lingua ufficiale), lasciato solo dal Sacro Romano Impero di fronte ai ripetuti assalti degli arabi e dei turchi, con la fine dello stesso Impero bizantino e con la conquista turca di Costantinopoli (1453). Il cristianesimo, con le sue scissioni interne, fu vittima più di se stesso che delle armi islamiche.

2) Dall'altra l'odierno ecumenismo interreligioso della Chiesa cattolica che ha posto le basi di una sua autodissoluzione, mentre, contraddittoriamente, rivendica le radici cristiane dell'Europa e ne ha sempre chiesto il riconoscimento nel Trattati europei, prima di Nizza (2001) e poi di Lisbona (2007).

Una Chiesa schizofrenica, che coopera all'autodissoluzione dell'Occidente con la politica d'accoglienza degli islamici, molto peggio dei barbari germanici perché non convertibili alle tradizioni occidentali.

E' stupefacente il fatto che oggi la stessa Chiesa, dimentica della sua storia, si richiami alla libertà religiosa per alimentare la propaganda islamica, andando contro lo stesso Vangelo, perché fa finta di ignorare le frasi di Gesù: "chi non è con me è contro di me" (Matteo, 12, 30);"Non pensate ch'io sia venuto a metter pace; non son venuto a metter pace ma spada" (Matteo, 10,34). Ove "spada" ha un significato metaforico, e non fisico, come nel Corano, ove la spada serve per massacrare in non credenti in Allah. Non valgono a favore degli islamici nemmeno le parole meno restrittive che Gesù rivolse ai discepoli: "Chi non è contro di noi è per noi" (Marco, 9,40). Se ne deduce che i veri cristiani dovrebbero dire, quanto meno: chi è contro di noi non è per noi. Infatti, in base al Corano, tra gli infedeli, da combattere, sono compresi anche i cristiani, soprattutto per avere concepito la trinità e per avere considerato Gesù figlio di Dio, invece che solo uomo. Né gli islamici perdonano ai cristiani di avere scritto che Gesù morì in croce e risorse. Secondo essi in croce morì un sosia di Gesù. Solo un pazzo poteva scrivere una cosa simile.


1 V. l'articolo della sociologa Ida Magli pubblicato su Il Giornale del 9 agosto 2009, riportato nel mio blog (pietromelis.blogspot.com) in data 19 marzo 2010 sotto il titolo “Il fenomeno devastante dell'immigrazione”.





Già nel 2006 l'arcivescovo di Milano Tettamanzi dichiarò che il suo dovere di prestare tutela a tutti discende dalla missione di annunciare il vangelo (Corriere della sera, 28 maggio 2006). Aggiunse che gli islamici hanno diritto ad avere una moschea in ogni quartiere. La Chiesa, in tal modo, non soltanto ha rinunciato anche all'uso metaforico della spada contro gli islamici, avendo rinunciato a fare azione di proselitismo nei loro confronti, sapendo che sarebbe tempo perso, oltre che pericoloso, ma li accoglie in un connubio ecumenico e antievangelico. La morale della solidarietà entra subito in ballo per propagandare la politica dell'accoglienza di ogni sorta di rifugiato, anche quando essa sia in palese contrasto con il diritto.

La Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati recita: Il rifugiato è colui "che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra".

Come si vede, non vi è alcun riferimento ai rifugiati di guerra ed economici. Un perseguitato politico, per esempio, ha diritto d'asilo. Ma non possono accampare diritto d'asilo i rifugiati di guerra (provenienti da Paesi in cui vi siano guerre civili, come in Somalia, in Eritrea, etc.) e i rifugiati economici.

I disonesti, di fronte alla politica dei respingimenti, hanno dichiarato che prima si sarebbero dovute verificare le domande di asilo. Come se fosse possibile distinguere tra aventi e non aventi diritto d'asilo trattandosi di fuggitivi provenienti dagli stessi teatri di guerra, che sono affari loro, se hanno voluto l'indipendenza.

Se l'Europa (già affollata dagli europei) avesse il dovere di accogliere i rifugiati di guerra ed economici provenienti da tutti i Paesi del mondo ove vi siano fame o guerra, si voterebbe alla sua autodissoluzione. E la Turchia sarebbe ben contenta di spedire in Italia, ventre molle di un'Europa senza coglioni, ma con governi coglioni, gli odiati Kurdi. A tutti i folli della politica che blaterano di doveri morali e di soccorsi umanitari (con il tam tam della Chiesa) bisognerebbe domandare su quali basi essi pretendano di doversi fare carico dell'assistenza ai rifugiati di guerra ed economici. Per quanto riguarda i Paesi africani (in cui vi sono farse di governi, incapaci e corrotti) si può dire che essi hanno voluto la bicicletta (l'indipendenza). E dunque che pedalino senza venire poi ad affollare ancor di più l'Europa. Ad essi sarebbe convenuto rimanere sotto governi europei, per richiedere il diritto di cittadinanza in quanto appartenenti a province africane.1 I soliti idioti (o disonesti) dicono che anche gli italiani sono stati un popolo di emigranti. Ma allora l'emigrazione avveniva provenendo da spazi ristretti verso spazi larghi (gli Stati Uniti, l'Argentina, il Brasile etc.). Ora sta avvenendo il contrario. Da grandi spazi, dell’Africa e dell’Asia, verso piccoli spazi, dell’Europa già affollata. Di questo passo gli europei se ne dovranno andare per lasciare il posto a questi nuovi invasori, che più sono poveri e più sono capaci di fare l'unica cosa che sono capaci di fare: far figli come conigli in allevamento, aumentando la fame nel mondo. .
Se non si sostituisce al folle jus soli l'jus sanguinis come fondamento della cittadinanza – con eccezioni per particolari benemerenzesi deve accettare l'assurdo di un neonato che acquisti la capacità di estendere ai genitori, anche se clandestini, la cittadinanza, mentre, in alternativa, i genitori, se non volessero abbandonare il neonato a causa della loro espulsione, dovrebbero portarlo con sé nel Paese di origine vanificando la cittadinanza acquisita dal figlio, che avrebbe, tuttavia, una doppia cittadinanza, quella acquisita e quella dei genitori. Ciò in contrasto con il principio dell'jus sanguinis sulla base del quale la legge italiana assegna la cittadinanza italiana al figlio di una coppia di italiani nato in un Paese straniero.




1 Così considerava l'Angola e il Mozambico il dittatore del Portogallo Salazar.

sabato 24 settembre 2016

LETTERA APERTA A RENATO BRUNETTA

Dopo la trasmissione


21:10
Speciale TgLa7 - Speciale: referendum, si o no?
Speciale tg a cura della redazione News dedicato al Referendum. Conduce Enrico Mentana dalla festa dell'Unità di Roma
Inviato a r.brunetta@camera.it 
L'ho ascoltata nella trasmissione di Mentana. Tra le altre cose giuste contro quella che anche lei ha chiamato la schiforma della Costituzione ha rilevato l'assurdo che una schiroma della Costituzione venga fatta da "un parlamento illegittimo" (sic!) a causa del fatto che esso sia stato eletto sulla base di una legge elettorale (porcellum) dichiarata anticostituzionale anche  per il fatto di  avere incluso un premio di maggioranza. Inoltre ha rilevato che alla Camera vi sono stati ben 140 transfughi e al Senato ve ne sono stati 50. Dunque un parlamento che in buona parte ha tradito il voto dell'elettore. Ma per coerenza, come ripetutamente ho scritto sia nel blog che in due miei libri, avrebbe dovuto andare avanti ricavandone le ulteriori conseguenze. Non solo questo parlamento, ma anche i due precedenti (XV e XVI legislature)  erano illegittimi perché eletti sulla base del porcellum. E chi ha voluto ed approvato il porcellum nel 2005? Un parlamento in cui vi era una maggioranza di centro destra di cui anche lei faceva parte. Dunque anche lei aveva approvato il porcellum. Come mai ha aspettato che fosse la Corte Costituzionale a dichiararlo anticostituzionale? Una legge elettorale che poi, come un boomerang, si è rivoltata contro Berlusconi facendo vincere Prodi nel 2006. Governo durato due anni. Nel 2008 si sono tenute nuove elezioni sempre con il porcellum. E lei ancora non ha avuto alcunché da dire contro il porcellum. Poi vi sono state le dimissioni di Berlusconi nel 2011  e nuove elezioni nel 2013 sempre ancora con il porcellum. E lei ancora zitto.  Questo parlamento illegittimo (meglio: cioè di composizione illegittima), come i due precedenti hanno eletto per due volte un presidente della Repubblica (Napolitano) la cui elezione avrebbe dovuto essere considerata di riflesso anch'essa anticostituzionale. E lei sempre zitto quando la seconda volta è stato eletto anche con i voti del centro destra. Ma non basta. I membri della Corte Costituzionale vengono nominati per 1/3 dal parlamento e per un altro terzo dal presidente della Repubblica. Nemmeno lei ha considerato il paradosso di una Corte Costituzonale che dichiara anticostituzionale una legge elettorale mentre 2/3 dei suoi membri sono da considerarsi anch'essi di riflesso illegittimi. In base al famoso brocardo quod nullum est nullum  producit effectum.  Se i parlamenti dal 2005 al 2013 sono illegittmi perché eletti sulla base di una legge elettorale anticostituzionale, l'illegittimità della causa produce necessariamente conseguenze illegittime. Sono dunque da considerarsi anticostituzionali anche le nomine di 2/3 della Corte Costitizionale, la duplice nomina di Napolitano e la successiva nomina di Mattarella. Ma lei ha taciuto su tutto ciò. Come tornare nell'alveo della Costituzione? L'unica soluzione coerente, non ve ne è un'altra, consisterebbe nelle dimisioni in blocco di 2/3 dei membri della Corte Costituzionale, nelle dimissioni di Mattarella e nell'autoscioglimento di questo illegittimo parlamento. Mi rendo conto che gli interessati mai sarebbero disposti a mollare le loro poltrone, a cominciare da quelle scaldate dai membri della Corte. Perché purtroppo questo è uno Stato di poltronisti che mai rinuncerebbero alle loro attuali poltrone. Ma come può uno Stato pretendere onestà dai cittadini se la maggiore disonestà proviene da tutte le sue maggiori Istituzioni?  Eppure una soluzione vi sarebbe almeno da una parte di questo parlamento illegittimo di cui lei fa parte. DIMISSIONI IN BLOCCO DI TUTTI I DEPUTATI DI FORZA ITALIA di cui lei fa parte per causare l'autoscioglimento del parlamento illegittimo. In questo modo si impedirebbe il referendum sulla schiforma della Costituzione e della connessa legge elettorale italicum anche peggiore del porcellum. Lei adesso si è svegliato solo perché fa propaganda per il NO. E questo va bene. Ma non si accorge che lo stesso votare NO (eppure non vi è alternativa per evitare che con il sì si instauri la dittatura anticostituzionale di una minoranza) significa riconoscere validità ad un referendum voluto da un parlamento illegittimo?  Dunque l'unica soluzione, a parte l'illegittimità dei 2/3 della Corte Costituzionale e della nomina di Mattarella, è l'autoscioglimento di questo illegittimo parlamento. Il nuovo parlamento non avrebbe bisogno di una nuova legge elettorale perché  automaticamente riprenderebbe vigore la legge elettorale che vigeva prima del porcellum. E il nuovo parlamento per ulteriore coerenza dovrebbe chiedere le dimissioni di 2/3 della Corte Costituzionale  e di Mattarella. Una rivoluzione? Sì, è vero. Ma almeno, in subordine, male minore, proponga a Forza Italia (se non anche ad altri partiti, non certamente al PD) le dimissione in massa per liberarci per sempre di un parlamento illegittimo e di uno sgoverno che ha a capo uno che è una vera disgrazia per tutta l'Italia.                  

COME MI IMMAGINO LA FINE DI QUESTO SGOVERNO

L'Italia ha la classe politica che si merita

venerdì 23 settembre 2016

MORALE E DIRITTO. L'EUROPA E LA FINE DELL'IMPERO ROMANO

Si sta procedendo all'africanizzazione e islamizzazione dell'Europa come se l'invasione fosse un fatto ineluttabile, un destino, e non la conseguenza di governi imbelli contagiati dalla malattia mentale della società multiculturale e multirazziale, con la solita confusione tra diritto e morale, contro cui mi sono battuto sempre nei miei testi filosofici. Non si può imporre la morale con le leggi. La morale riguarda il comportamento individuale perché non tutto ciò che è immorale può configurarsi come reato. Nessuno ha l'obbligo per legge di soccorrere gli altri fuori del caso, per esempio, del mancato soccorso in caso incidente stradale. Ma direi piuttosto che in questo caso si ha un dovere convenzionale dettato dall'interesse reciproco perché potrei io stesso avere bisogno di essere soccorso. Il termine "solidarietà" usato in politica è quello che massimamente esprime la confusione tra morale e diritto giacché questo termine appartiene alla morale e non al diritto. Termine dunque che deve essere espunto dalla politica. Ciascuno si sceglie liberamente i suoi sodali, che la legge non gli può imporre. La morale è legata sempre a fattori culturali perché ogni popolo ha le sue tradizioni fondate su determinati valori morali che però non dovrebbero essere confusi con le questioni di diritto che io ho sempre ritenuto fondate sul diritto naturale. Il quale non implica affatto che io abbia il dovere di occuparmi dei mali altrui personalmente. La norma evangelica "ama il prossimo tuo come te stesso" è puramente morale. Non applicabile sul piano del diritto. Esso infatti porta all'assurdo ulteriore di dover evangelicamente amare i miei nemici. Hegel (in polemica sottintesa con Kant che aveva fondato il diritto naturale sul fatto che l'uomo fosse innanzi tutto un soggetto morale e che perciò le norme del diritto presupponessero l'imperativo categorico della morale) nei suo scritti giovanili sul cristianesimo ha ironizzato pesantemente sulla morale cristiana scrivendo che uno Stato che la applicasse di autodistruggerebbe. Hegel nella sua maturità ha poi scritto (Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio) che la morale universale è una pura astrazione, un momento della dialettica dello Spirito oggettivo che deve far confluire la morale nell'etica intesa come espressione delle leggi di uno Stato. E' vero che in questo modo Hegel introduceva il relativimo culturale nelle questioni di diritto, ma un relativismo che comunque assorbiva la morale astratta di Kant nel diritto delle leggi di uno Stato. Non sottraendosi in questo modo alla guerra tra diversi sistemi di legislazione degli Stati. Il sociologo e filosofo Max Weber ha detto che non si uscirà mai dalla "lotta mortale tra valori morali". E oggi stiamo assistendo ad una nuova lotta tra opposti valori morali. L'Occidente non potrà mai convincere gli islamisti di avere dei valori morali superiori. Il relativismo può essere  superato soltanto con la distinzione tra morale astratta (universalistica) che comanda di fare del bene e diritto naturale che (su questo punto si può recuperare Kant) comanda  di non fare del male. In Tribunale non si è condannati per non avere fatto del bene, ma per avere danneggiato gli altri, secondo la norma del diritto naturale di Ulpiano NEMINEM LAEDERE. Orbene, alla luce di tutto ciò la questione dell'immigrazione deve essere trattata sulla base della distinzione tra morale e diritto. Lo Stato non può imporre l'accoglienza dei cosiddetti migranti, che io chiamo invasori, sulla base di una concezione moralistica che impone di fare del bene.  Tutte le leggi di uno Stato debbono essere inquadrate entro la visione di un contratto sociale  che è alla base dei rapporti tra cittadini, come ha insegnato Rousseau (Contratto sociale). Questi invasori non fanno parte del contratto sociale in quanto non sono cittadini, sebbene la confusione tra diritto e morale abbia portato ad equiparare gli stranieri ai cittadini trasformando gli invasori in gente accampante diritti in casa d'altri, per esempio nell'assegnazione delle case popolari. La politica moralistica dell'accoglienza fa strame del diritto a danno dei cittadini anche perché in questo modo si alimenta quello che Marx chiamava "esercito di riserva dei disoccupati" che serve a mantenere bassi i salari. Questi cosiddetti migranti hanno aumentato l'esercito di riserva quando riescano ad avere un lavoro, ma facendo concorrenza ai cittadini disoccupati, che non accettano di essere mal pagati, mentre per gli invasori il discorso è diverso perché le loro condizioni sarebbero comunque migliori di quelle che avrebbero nei Paesi da cui sono venuti senza essere richiesti. E bisogna smontare per sempre l'irritante cantilena da dementi o da disonesti che anche gli italiani sono stati migranti. Allora l'emigrazione avveniva da piccoli spazi già affollati verso grandi spazi come le Americhe. Ora sta avvenendo il contrario, come se l'Europa, già affollata, avesse il dovere MORALE di accogliere questi invasori, di cui poi solo una minoranza ha trovato lavoro facendo concorrenza ai cittadini aumentando lo sfruttamento della mano d'opera per un maggiore profitto. Gli altri sono dei nullafacenti senza lavoro, per lo più clandestini, che vivono nei cosiddetti centri di accoglienza che costano ai cittadini miliardi di euro o stanno a fare sosta ai semafori o nei parcheggi taglieggiando coloro che cercano un parcheggio, dovendo subire il ricatto di questi individui  che, se non paghi il pizzo, ti fanno trovare l'auto danneggiata. Quando non sono degli spacciatori di droga. La follia maggiore consiste nell'andare a prendere con le navi questi invasori sulle coste della Libia e ora anche dell'Egitto (Stato in cui non vi è guerra civile). E li chiamano profughi. Vi è un progetto folle o disonesto dettato dai dementi o dai disonesti che ritengono che sia un destino la società multiculturale e multirazziale, con la distruzione dell'identità dei popoli europei oppure da coloro che, pieni di sentimento morale, ma privi di ragione (cioè nella perdurante confusione tra morale e diritto), stanno, oltre tutto, islamizzando l'Europa. Il terrorismo islamico è frutto della demenza dei governi europei sostenuti dall'ideologia malata della società multirazziale. Se non  si pongono argini contro questa invasione facendo uno sbarramento di fronte alle coste della Libia e ora dell'Egitto, l'Europa verrà africanizzata e islamizzata. Un' Europa la cui folle politica dell'accoglienza si accompagna alla convinzione di poter integrare questi invasori pur nella impossibilità di una integrazione a causa di opposti valori morali. Perché non vi potrà mai essere integrazione con gli islamici, a cui è fatto divieto, a causa del Corano, la maggiore disgrazia della storia,   di avere una concezione laica dello Stato. Basta vedere come le donne appaiono assoggettate agli uomni anche nella visibilità dell'abbigliamento. E qui mi aiuta Montesquieu che in Considerazioni sulle cause della grandezza e decadenza dei Romani ha scritto  che tale decadenza iniziò quando l'impero romano, giunto alla sua massima espansione con Traiano, credette di poter integrare anche negli eserciti le popolazioni barbariche invece di combatterle. Ma "la pace non si compra" dice Montesquieu, più che mai attuale. L'Europa farà la fine dell'impero romano se continuerà nella follia dell'accoglienza.                                   




giovedì 22 settembre 2016

QUELLA UMANA E' LA SPECIE PEGGIORE DELLA TERRA

Essa, a parte una minoranza a cui appartengo, è una anomalia della natura. Sono costretto a non avere più  sentimenti di pietà per le disgrazie umane. Se essi non hanno pietà per le sofferenze degli animali, ridotti a merce negli allevamenti di morte, se quasi tutta questa specie è costituita da ipocriti che sono i mandanti delle crudeltà sugli animali per il solo fatto che mangiano carne ma demandano ai macellatori lo sporco lavoro cibandosi di cadaveri allora che crepi pure questa umanità. Me ne frego dei terremotati di Amatrice, delle loro sofferenze, mentre dovrebbero vergognarsi della matriciana. Godo degli invasori morti affogati anche perché sono tra coloro che prolificando aumentano la fame nel mondo antropizzando la Terra. 
FONTE

L'insensibilità dei cadaveriani


Guaira Jaramillo Nitoglia: L'essere umano è la peggior razza animale che esiste sulla faccia della terra, pur essendo cosciente e avendo un intelletto relativamente più sviluppato e pur sapendo che uccidere un agnello è come uccidere un bambino si ostina a mangiare carne. CHE SCHIFO!
          
In una vita precedente era un uomo

mercoledì 21 settembre 2016

CON IL PROPORZIONALE L'ITALIA SI LIBERA DELLA DITTATURA DI UN PAZZO

L'origine del male sta nel fatto i costituenti nel 1946 non introdussero la legge elettorale nella Costituzione pur avendo in mente il proporzionale che davano come scontato. Si dice che subito dopo le elezioni bisogna sapere chi ha vinto. Ma con l'italicum si può sapere solo quale sia la minoranza del 20-30% a cui affidare la maggioranza assoluta in parlamento, anzi in una Camera senza più un Senato ridotto ad una paglicciata di consiglieri regionali e di sindaci non eletti direttamente dai cittadini e investiti di una doppia carica con il premio di un viaggio a Roma per fare nulla essendo privato del potere di fare leggi nazionali. Infatti la schiforma della Costituzione non ha precisato quali compiti precisi esso abbia pur sapendosi che esso viene privato della facoltà di sfiduciare il governo. Gli attuali senatori della falsa maggioranza sono anche dei coglioni pronti a "suicidarsi" perché non verrebbero rieletti al Senato e dovrebbero porsi in lista per avere una poltrona alla Camera. Ma chi se ne frega di un Senato ridotto ad un ectoplasma! Una schifoma approvata da un parlamento doppiamente illegittimo perché formatosi con una legge elettorale (porcellum) dichiarata anticostituzionale e perché avente una maggioranza (risicata al Senato) ottenuta grazie ad una massa di trasfughi traditori del voto degli elettori perché passati ad altro partito o costituitisi come nuovo partito senza la verifica delle elezioni. E ciò a causa del disgraziato art. 67 della Costituzione che prevede l'assenza di vincolo di mandato. Come se l'eletto rappresentasse tutta la nazione e non invece quel partito entro il quale è stato eletto. L'avere poi abbinato la schiforma della Costituzione all'italicum nel referendum disgraziatamente confermativo (cioè senza il quorum previsto per il referendum abrogativo) è quanto di più pazzesco potesse concepire questo pazzo girogavo per il mondo quasi avesse il dono dell'ubiquità. Uno che si è affittato un aereo personale che costa 20.000 euro al giorno. Forse è per questo che sta sempre in viaggio. Va negli Stati Uniti per farsi consacrare da quel fallito mezzo negro che è Obama. Aspettando Trump. Ma se l'italicum verrà riformato con l'introduzione del proporzionale in rispetto della rappresentatività, che dittorialmente il pazzo vorrebbe sostituire con la governabilità ad ogni costo, dando il potere assoluto ad una minoranza, che potrebbe essere per ulteriore disgrazia quella dei PDioti, allora sarà la fine della resistibile carriera di questo esagitato da trattare con TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Con il proporzionale bisognerà fare i conti con gli altri, buoni o cattivi non importa. Il proporzionale lo ucciderà. Importa che un governo si fondi sulla volontà della maggioranza degli elettori. Ed io aggiungo che sarebbe giusto tener conto degli aventi diritti al voto, in modo che il numero degli eletti sia  proporzionale al numero dei votanti (fatta salva una soglia fisiologica del 20% di non votanti). Perché è troppo comodo non tener conto del voto degli astenuti. Sì, perché anche il non voto è un voto. E' un voto di sfiducia. E' una negazione di fiducia quando uno, come me, non si senta rappresentato in tutto da alcun partito e che negli ultim anni si è presentato al seggio elettorale per essere iscritto nel registro per poi rifiutare la scheda elettorale, con la conseguenza che, in base ad una vecchia circolare ministeriale, il presidente del seggio deve mettere a verbale il motivo del rifiuto della scheda. Non essendo accettate parolacce dichiaro che non mi sento rappresentato da alcun partito. Non posso votare per la Lega di Salvini nonostante sia il partito che preferirei in quanto l'unico chiaramente contrario all'invasione islamica, all'Unione Europea e a quella moneta straniera che è l'euro, in alleanza con il partito della Le Pen, per cui vota l'animalista Brigitte Bardot. E la ragione è unica. Putroppo la Lega è il partito che nel nord raccoglie più voti da quella lurida genia di individui che sono i cacciatori. Non posso votare per 5 Stelle perché sono ambigui e ondivaghi nei loro programmi. Dicono e non dicono su tante questioni, compresa l'UE e l'euro. Sinora hanno dimostrato di non essere affidabili, come ha dimostrato il pasticcio di Roma, dove ancora non sono riusciti a nominare tutti gli assessori, tra sbandamenti continui. La Raggi sinora ha dimostrato di essere senza nerbo. Non si sa chi comandi a Roma. Chi vivrà vedrà. Importante per chi  non è rigoroso e coerente come me è votare NO al referendum per far fuori questo usurpatore girovago disonesto venditore di fumo che tira ogni giorno a campare regalando mancette ogni volta che si avvicina una scadenza elettorale. Schifoso individuo. Uno che abbaia alla luna facendo finta di saper opporsi in Europa mentre nessuno lo caga in politica estera. Ha detto che se l'Europa non lo aiuta l'Italia farà da sola. Sì, l'Italia farà da sola: si porterà da sola in casa gli invasori dall'Africa, per di più islamici, andando a prenderi sulle coste della Libia, facendo dell'Italia la pattumiera dell'Africa, continuerà a riconoscere un inesistente governo islamico di Tripoli, fantoccio dell'ONU, mentre l'uomo forte della Libia è il generale Haftar del governo laico di Tobruk, che ha occupato i pozzi petroliferi e con cui l'Italia si sarebbe dovuta mettere d'accordo per impedire la partenza dei barconi, aumenterà da sola il debito pubblico, continuerà a mantenere la legge Fornero rubando i soldi ai pensionati per finanziare i nullafacenti dei cosiddetti centri di accoglienza che costano (si dice) 4 miliardi di euro, regala soldi ai fondi comuni di quella disgrazia di Unione Europea in giusto disfacimento mentre basterebbero 7 miliardi di euro (secondo conti documentati) per abolire la legge Fornero e riportare l'età del pensionamento a 65 anni liberando posti per i giovani, a causa del jobs act continuerà ad aumentare i licenziamenti e la disoccupazione, data all' 11% (33% quella giovanile). Il resto è solo disonesta annuncite: abbassamento delle tasse, abolizione del bollo d'auto, etc. Questo paranoico da barzelletta, convinto di non dover ascoltare alcuno tranne se stesso,  mi fa ricordare una barzelletta: Cesare! Il popolo chiede sesterzi. Rispondi che vado diritto. Quousque tandem PDota abutere patientia nostra?              

Il M5S scarica l'Italicum:
"Legge antidemocratica"



Quel fottutissimo genio di Kalergi
        

lunedì 19 settembre 2016

MIO COMMENTO ALLA FAMOSA, DOTTA E TUTTORA ATTUALE LECTIO MAGISTRALIS DI BENEDETTO XVI. LE RADICI DEL TERRORISMO ISLAMICO

Ho tratto spunto dal seguente articolo in cui si riporta integralmente il contenuto della famosa Lectio magistralis di Benedetto XVI a Ratisbona (Regensburg ) il 12 settembre 2005

L'islam sgozza la Civiltà (e noi glielo consentiamo pure ... - Il Giornale

blog.ilgiornale.it/spirli/2016/.../lislam-sgozza-la-civilta-e-noi-glielo-consentiamo-pure/
6 giorni fa - Noi, quei sacrifici sanguinari, li abbiamo superati grazie a Gesù Cristo, Il Quale ci ha insegnato che, simbolicamente, il pane è carne e il vino è ..

 La Lectio è interamente leggibile anche in 

"LECTIO MAGISTRALIS" DI BENEDETTO XVI ALL'UNIVERSITA' DI ...

www.giovaniemissione.it/pub/index.php?option=content&task=view&id=1053
[Ecco il testo integrale della "lectio magistralis" tenuta da Benedetto XVI nell'Aula Magna dell'Università di Regensburg martedì 12 settembre, in un "incontro con ... 


La dotta e ammirevole Lectio magistralis di Benedetto XVI deve essere analizzata nei suoi aspetti dottrinalmente positivi e negativi. Da animalista vegetariano dall'età di 10 anni e negli ultimi anni vegano per maggiore coerenza (giacché anche anche il bere del latte e mangiare formaggi implica comunque l'esistenza di allevamenti di morte dove i maschi, sia che si tratti di montoni, di vitelli, di pulcini, vengono eliminati, ma con la differenza che i pulcini maschi finiscono subito nel tritatacarne) premetto che la barbarie della maggiore sofferenza imposta agli animali nei mattatoi avviene in rispetto della tradizione che fa capo all'ebraismo e non all'islamismo. Si tratta della cosiddetta macellazione rituale, che vuole che il povero animale muoia cosciente e lentamente per dissanguamento perché la previa rimozione della coscienza lo renderebbe impuro. Farneticazioni espresse nel libro Guida alle regole alimentari ebraiche (Lamed 2000) del farneticante ed ignorante rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, che promosse contro di me una denuncia per aver scritto ed inviatogli un saggio di 60 pagine del 2004 (Scontro tra culture e metacultura scientifica, Annali della Facoltà di Scienze della Formazione, ora Facoltà di Studi Umanistici), saggio poi riversato nel volume di 800 pagine riportante lo stesso titolo. In tale saggio, informato alla difesa del diritto naturale, solo marginalmente, nelle prime pagine, condannavo la barbarie ebraica della macellazione rituale. Il libro del Di Segni è basato su una concezione del tutto antiscientifica e antropocentrica che ancora fa capo alla favola biblica degli animali creati da Jahweh al servizio dell'uomo. Con ciò ignorando completamente l'evoluzione biologica.  Contro questa maggiore ed inutile sofferenza imposta agli animali scrissi che avevo il diritto di non dolermi della morte degli ebrei CREDENTI morti nelle (supposte) camere a gas. E per dare più vigore alla mia protesta ed ottenere di conseguenza una visibilità pubblica, aggiunsi che era giusto dichiararsi antisemiti nei riguardo degli ebrei credenti e degli islamici, che avevo accomunato a causa della comune pratica della macellazione rituale e che avevo il diritto di non dolermi della loro morte se essi non avevano mai mostrato compassione ed avevano giustificato le maggiori sofferenze inflitte agli animali facedoli morire coscienti per dissanguamento. Nessuna sensibilità per gli insensibili. Ebbene, tralasciando i primi due gradi di giudizio, con una condanna ad una pena pecuniaria di 4000 euro posta sotto condono, con l'accusa di istigazione all'odio religioso secondo la famigerata legge Mancino, pur non trattandosi di odio religioso ma di odio contro certe pratiche ritenute falsamente religiose, mi trovai anche in Cassazione di fronte a giudici fuori di senno o disonesti perché identificarono la condanna di tale pratica della macellazione con una espressione di antisemitismo, che tralasciò completamente di considerare gli islamici, che invece io avevo accomunato agli ebrei  osservanti della macellazione kosher, corrispondente a quella islamica chiamata halal. E ciò per fare eccezione alle leggi di Stato sulle macellazioni che impongono che l'animale debba essere prima privato della coscienza perché non soffra quando viene ucciso per sgozzamento. La Cassazione dei parrucconi non ebbe il coraggio di porsi contro gli ebrei, senza distinguere tra ebrei credenti e non credenti, come io avevo invece fatto, facendo un elegio dell'intelligenza ebraica che è tutta laica. E per questo avevo riempito una intera pagina di nomi di ebrei scienziati e filosofi, tra questi Einstein, il filosofo della scienza Karl Popper, il fondatore della fenomenologia Edmund Husserl (di cui fu allievo Heidegger), i fondatori della scuola sociologica marxista di  Francoforte Horkheimer e Wiesugrund Adorno, il filosofo sociologo Simmel, il filosofo spiritualista Bergson, il filosofo destrutturalista Derrida, il logico matematico Wittgenstein (cattolico), il matematico Levi Civita (che fornì ad Einstein il calcolo tensoriale della relatività generale), il matematico e filosofo della scienza Federico Enriques, il fisico matematico Vito Volterra, e tanti altri, in cui è assente qualsiasi riferimento all'ebraismo religioso. I disonesti della Cassazione ebbero la spudoratezza di scrivere, testualmente (sentenza 20508/2012) che "è pacifico che l'esplicita denigrazione trovasse causa in motivi di razza e di religione posto che vi era anche la rivendicazione della legittimità del disprezzo antisemita", e che pertanto "non ha senso sostenere che i suoi strali erano diretti solo ad una parte della Comunità ebraica, quella osservante, perché ciò non toglie le caratteristiche illecite sopra rilevate (sia sotto il profilo razziale, non estraneo agli ebrei strettamente osservanti, sia sotto il profilo religioso, densamente vissuto dai predetti)". Frasi aberranti preconfezionate che assimilavano gli ebrei osservanti della macellazione kosher a tutti gli ebrei sui falsi e incredibili presupposti che 1) non si potesse distinguere tra gli ebrei osservanti del kosher e tutti gli altri ebrei, seppure atei, in quanto appartenenti alla stessa razza; 2) condannare da parte mia la maggiore sofferenza della macellazione kosher significasse propagandare l'odio religioso. E tutto ciò nel totale silenzio riguardo agli islamici, nonostante li avessi accomunati agli ebrei osservanti del kosher per avere desunto dagli ebrei osservanti del kosher la macellazione halal. In Tribunale avevo chiesto che allora, per coerenza, fosse ritenuto degno di denuncia il Corano per avere predicato l'odio contro gli infedeli, ebrei e cristiani, sino a giustificare l'amputazione delle mani e dei piedi e la crocifissione (SuraV). Il Corano doveva essere considerato nemico del nostro ordinamento giuridico perché contrario all'art. 8 della Costituzione e a vari articoli del Codice Penale. E accompagnai la mia denuncia con un florilegio del Corano. Naturalmente non mi aspettavo alcuna risposta. Ero solo curioso di sapere se il sostituto procuratore mi avrebbe risposto e con quali argomenti negando la realtà. Fu violato il mio diritto, previsto dalla legge, alla risposta perché costui altrimenti si sarebbe dovuto porre contro almeno un miliardo e mezzo di individui credenti in quel libro pazzesco incitante continuamente alla violenza armata. Le associazioni animalistiche mi lasciarono solo da vigliacche perché avevano timore di essere coinvolte nell'accusa farneticante di antisemitismo.        

E ora veniamo all'analisi della Lectio di Ratzinger. Egli non distingue il contenuto dei Vangeli dalle successive elaborazioni teologiche che ne sono state fatte. E' vero che il vangelo secondo Giovanni si apre con le parole "In principio erat Verbum et Verbum erat apud Deum et Deus erat Verbum". Ma queste sono parole non attribuibili a Gesù, che appare del tutto alieno dalle costruzioni teologiche che successivamente furono fatte utilizzando per questo  soprattutto il pensiero platonico con riferimento alla figura del Demiurgo (Timeo) quale ordinatore   (e non creatore dal nulla) della materia. La teologia di S. Tomaso è la massima espressione di tale costruzione. Nei primi due libri della Summa theologiae  non appare affatto la figura di Gesù. Egli appare nel III libro per riportare nella storia la concretizzazione di una teologia che nei primi due libri non appare investita affatto di tale concretizzazione.  Il vangelo secondo Giovanni, l'ultimo, (attribuibile all'anno 100), risente già dell'influenza del platonismo e dunque della razionalità della materia, in cui il Demiurgo platonico ha infuso la sua scienza matematica sì da far considerare l'intelletto umano partecipe dell'intelletto divino. E tutto ciò in contrasto con la concezione ebraica di Jahweh, che in origine era solo una delle tante divinità del pantheon delle divinità ebraiche, essendo stato quello ebraico un popolo sempre politeista sino al IV secolo a.C. Esso passò dal politeismo alla monolatria con le leggi di Esdra (cfr. libro di Esdra e Nehemia del V-IV secolo a.C.). Il dio ebraico è comunque privo della trinità, assunta anch'essa dal neoplatonismo, e precisamente dalla triade Uno (Padre)-Intelletto (o Verbo nel cristianesimo, di cui Gesù sarebbe stato l'incarnazione)-Anima del mondo (Spirito Santo). Essendo il dio ebraico privo di intelletto quale sua sostanza prima perché  espressione invece della sua volontà, da cui discende l'intelletto, ne consegue che per il dio ebraico è giusto, e perciò razionale, tutto ciò che discende dalla sua volontà,e non il contrario. D'altra parte lo stesso S. Paolo arriva a concepire due figure contraddittorie del dio cristiano. E Paolo, intriso di cultura greca, è il vero fondatore della teologia cristiana. Ciò si può documentare laddove affronta la questione della validità delle opere ai fini della salvezza. Egli (Epistola ai Romani, 3,28) nega che le opere abbiano una importanza fondamentale perché altrimenti la volontà divina dipenderebbe da quella umana. Da qui la dottrina della predeterminazione che è espressione di irrazionalità e che verrà fatta propria da Lutero e da Calvino, che svaluteranno completamente le opere. Ma lo stesso Paolo arriva ad affermare (Epistola ai Romani, 9,14) che non basta nemmeno la fede perché anch'essa vincolerebbe la volontà divina: "Dio usa misericordia con chi vuole e indurisce nel peccato chi vuole". E si legge anche:  "Beato l'uomo del cui peccato Dio non tiene conto". Insomma: Dio salva e condanna chi vuole, e, non essendoci differenza nella sua eternità tra passato e futuro, egli ha già deciso dall'eternità chi sarà salvato e chi sarà condannato. Ma nella stessa Epistola ai Romani (2,6) Paolo cerca di recuperare in una certa misura anche la validità delle opere.  Ciò che non farà invece Sant'Agostino, da considerarsi il vero padre della Riforma protestante, per cui non si capisce ancora come la Chiesa cattolica, che fonda la sua dottrina sulla teologia di S. Tomaso, lo ritenga tuttora il primo e il più grande Padre della Chiesa invece che un eretico. L'equilibrista S. Tomaso cercò di togliere la profonda contraddizione dell'Epistola ai Romani, ritenuta da Lutero il documento fondativo del cristianesimo, che con Paolo stava nascendo, per così dire, cornuto nel contrasto tra predeterminazione (conseguente alla predominanza della volontà divina sul suo Intelletto) e libertà umana che implicava una validità delle opere ai fini della salvezza. S. Tomaso conciliò le due cose dicendo che la fede cooperava con Dio ai fini della salvezza e che la grazia, proveniente dalla fede, era un aiuto in più per compiere opere di bene e di giustizia. Egli sostituì alla predeterminazione la prescienza, nel senso che Dio conosce il futuro ma non lo predetermina, così salvando la libertà umana e l'importanza delle opere. Cercando in tal modo di salvare capra e cavoli. Ed è tuttora questa la posizione della Chiesa cattolica, che, nonostante la sua storia di condanne per eresia, di caccia agli eretici e di roghi, con il Concilio di Trento pose le fondamenta di una teologia razionale. Prima della Riforma la Chiesa cattolica fu una scuola di liberalismo. La riforma gregoriana del calendario (con il papa Gregorio XIII) avvenne nel 1582 sulla base delle tavole astronomiche di Erasmus Reinhold (Prutenicae tabulae) basate sul sistema copernicano. Il vescovo di Parigi Stefano Tempier nel 1277 (due anni dopo la morte di S.Tomaso) aveva affisso sul portale della cattedrale di Notre Dame alcune tesi contrarie a S. Tomaso, dicendo, tra l'altro, che il mondo era infinito perché Dio è onnipotente. E nel XIV secolo il vescovo di Parigi Nicola d'Oresme, allievo di Buridano all'Università di Parigi, sostenne la tesi del moto rotatorio della Terra. E fu il delegato del papa al concilio di Costanza, il cardinale tedesco Nicola Cusano (1401-1465), matematico e filosofo, ad escludere che la Terra fosse in quiete e centro dell'universo, asserendo che la Terra si muoveva anch'essa come il Sole, e che il mondo era illimitato, e perciò non  poteva esistere un centro del mondo. Non vi fu mai una reazione della Chiesa di Roma contro queste tesi. E il cardinale Bellarmino nel primo processo contro Galileo chiese soltanto che vi fossero delle prove certe a favore del sistema copernicano, concludendo che "dovremmo procedere con grande cautela nello spiegare brani della Scrittura che sembrano piuttosto insegnare il contrario e ammettere che noi non li abbiamo capiti piuttosto che dichiarare falsa un'opinione provata certa" (da Thomas Kuhn, La rivoluzione copernicana, Einaudi 1972, p. 254). La scienza moderna, nonostante il rogo di Giordano Bruno e la condanna di Galileo, poteva nascere solo nell'Europa cristiana, fattasi erede nella scienza moderna, della razionalità greca, quella, in specie, platonica, nonostante avesse accettato Aristotele per quanto riguardava la fisica. La trinità cristiana fu traghettatrice della razionalità platonica. Rimase infatti il principio della coesistenza della natura divina con la razionalità essendo il Padre vincolato dal Figlio espressione del Verbo o Intelletto.  Solo dopo la Riforma la Chiesa di Roma perse quel liberalismo in fatto di concezione fisica del mondo perché aveva timore di farsi superare per rigore da Lutero e da Calvino, che disprezzavano la concezione fisica del mondo che toglieva la Terra dal centro del mondo. Ma prima che ciò accadesse Copernico dedicò la sua opera (De revolutionibus orbium coelestium, 1543) al papa Paolo III, che lo ringraziò e se ne compiacque. Si può dire che la Riforma sia stata una iattura in tutti i sensi per l'Europa, sia perché fu l'origine di guerre tremende tra confessioni cristiane, sia perché fece prevalere l'irrazionalità della predeterminazione sulla razionalità delle opere svilendole con il negare che esse avessero importanza per la salvezza. Calvino (Commento al Genesi) scrisse a proposito di Copernico: "Chi avrà l'ardire di porre l'autorità di Copernico al di sopra di quella dello Spirito Santo?". Ma il pur condannato Galileo, a causa del suo aderire a Copernico, scrisse ne Il Saggiatore  che l'intelletto umano era differente da quello divino, di cui era partecipe, solo per la quantità di nozioni perché riguardo alle nozioni certe di matematica l'intelletto umano eguagliava quello divino. Da qui l'interesse di tutti i grandi scienziati della rivoluzione scientifica del XVII secolo allo studio della natura. Essi, tutti cristiani, vedevano nella razionalità della materia l'espressione della razionalità divina.   

Tutto ciò premesso si deve dare ragione a Ratzinger quando rimprovera i protestanti di avere dis-ellenizzato il cristianesimo per avere tolto ad esso l'impianto della razionalità desunta dalla filosofia greca, in particolar modo platonica. Infatti senza la filosofia greca non sarebbe esistita la teologia cristiana con il suo concepire Dio quale espressione di razionalità con cui non dovrebbe essere in contrasto la fede. Ma fede in quale Dio? Questo è il problema. Potrebbe trattarsi del Dio di Giordano Bruno o di quello di Spinoza, cioè di un Dio immanente al mondo e non trascendente la natura.  Se si prescinde dalla questione se solo il Dio cristiano sia il vero Dio (e se si prescinde anche dal credere che esista un Dio trascendente) ciò che rimane valido nella Lectio di Ratzinger, indipendentemente dal fatto che il Dio cristiano esista o non, è il fatto che tale Dio deve essere concepito dalla teologia cristiana connettendolo alla razionalità greca nel predominio della ragione  da cui Dio stesso è vincolato nella sua volontà perché non si cada nell'irrazionalismo ebraico-islamico della preminenza della volontà divina sulla ragione facendo di questa una serva della volontà. L'ebraismo, fortunatamente, non fa proselitismo. Ma il dio ebraico Jahweh, tutto volontà e niente ragione, si trasformò disgraziatamente nel dio islamico Allah per avervi aggiunto il proselitismo anche a costo della violenza delle armi. Ecco il significato dunque della frase che Ratzinger ha riportato dell'imperatore bizantino Manuele Paleologo II rivolgendosi a un musulmano: "dimmi che cosa vi è di nuovo nel Corano e vi troverai solo cose cattive e disumane" a causa della imposizione della fede con le armi. Benedetto XVI si limitò a citare Manuele Paleologo per evidenziare il fatto che l'islamismo aveva alla radice un dio privo di intelletto, cioè privo di quel retroterra storico che era la razionalità greca. E gli anni che stiamo vivendo sono spiegati proprio da questa mancanza di razionalità  che pervade tutto il Corano, che, facendo prevalere la volontà di Allah senza alcun freno imposto dalla razionalità, è la causa della cieca violenza islamica con i suoi attentati terroristici. Quando Benedetto XVI disse che nel Corano vi erano solo "cose cattive e disumane" stava dicendo la verità riparandosi dietro le parole dell'imperatore bizantino. Ma la peste mortale del fanatismo islamico non ammetteva che di esso si dicesse la verità temendo di essere squalificato come merita e tutti i musulmani del mondo si rivoltarono contro Benedetto XVI, costretto, pro bono pacis, a fare quasi una ritrattazione per paura che i cristiani, minoranze negli Stati islamici, ne subissero le conseguenze. Il suo successore cambiò strada nella sua ignoranza, percorrendo la strada di una impossibile conciliazione giungendo ipocritamente, se non è anche cretino oltre che ignorante, a chiamare "nostri fratelli" gli islamici. Ma questo significa essere anticristiani anteponendo ragioni politiche alla dottrina cristiana. E infatti l'attuale papa è un vero Anticristo. Peggiore successore non avrebbe potuto avere il colto e fine d'intelletto Benedetto XVI.   Ma evidentemene lo Spirito Santo o non esiste o era distratto quando fu eletto questa disgrazia di papa, che sarebbe stato meglio fosse rimasto in Argentina invece di venire in Vaticano "dalla fine del mondo".                         
Sua santità l'imam Jorge Bergoglio

RISPOSTA A BEPPE SEVERGNINI SCIALBO GIORNALISTA DI REGIME

Servegnini ha un blog dentro in Corriere della sera e recentemente ha avuto una cretinata di trasmissione su RAI3 chiamata L'erba dei vicini. Nel suo blog

Italians - Corriere Della Sera italians.corriere.it/

in cui risponde alle lettere dei lettori si  trova il titolo Tu paghi il canone RAI? in cui risponde così ad un lettore circa la giustezza o non di pagare il canone.

Caro Beppe, domanda schietta e diretta su un argomento attualissimo: tu paghi il canone RAI? Pensi sia giusto pagarlo?

Roberto Drago ,

L’ho sempre pagato, penso sia giusto pagarlo. Ma la RAI deve spendere meglio i nostri soldi (un esempio: è assurdo mantenere un esercito di dirigenti inutilizzati, come ha ricordato il battagliero Roberto Perotti nel suo nuovo libro “Status Quo”). E rinunciare presto alla pubblicità, ora che il canone è in bolletta e le entrate sono certe e abbondanti.

Che giusta risposta doveva avere questo scialbo individuo giornalista di regime del Corriere della sera? La mia. Eccola. Ripetuta poi nel suo sito Beppe Severgnini: Home

 Ho spiegato nel mio blog perché non bisogna pagare il canone. Prima la bolletta elettrica arrivava nel mio conto corrente bancario. Ho ordinato alla banca di non farlo più entrare. Avrò il fastidio di andare alla posta per pagare la bolletta detraendo (come mi ha suggerito al telefono l'ENEL, a cui del "canone", mi è stato fatto capire, gliene frega nulla) il "canone" RAI che non deve essere chiamato canone ma abbonamento. E non può essere imposto un abbonamento. La RAI deve fare come SKY: permetta la visione dei suoi canali a quelli che pagano l'abbonamento altrimenti li oscuri. Allora pagherò, se sceglierò di pagare senza imposizione. Non si tratta di una questione di soldi, cioè, in fondo, della miseria (per me) di 100 euro. Si tratta di una questione di principio. Unire il "canone" al pagamento della corrente elettrica, che è dovuto solo sulla base di un contratto RICHIESTO, privatistico e non imposto, significa unire due voci di natura completamente diversa, facendo passare disonestamente il "canone" come una tassa dovuta a servizio pubblico, non richiesto e non necessario. Lei dovrebbe evitare di scrivere a favore della RAI visto che è divenuto un prezzolato anche della RAI con il suo programma cretino e di varie puntate L'erba del vicini su RAI3, che ho seguito una sola volta e solo per qualche minuto per curiosità, al fine di stabilire il grado di cretinaggine. Quanto ha ricevuto dalla RAI per queste cretinate? Lo renda pubblico. E io dovrei pagare anche per lei? Io ho il diritto di continuare a vedere i canali non RAI gratuiti. Il televisore non è della RAI. E' falso quanto lei ha scritto dicendo che adesso le entrate sono certe e abbondanti. Risulta da alcuni giornali (non certo dal Corriere, suo padrone) che quello scriteriato a capo di questo sgoverno ha ottenuto l'effetto contrario. Il 50% non paga il "canone". E' stato definito un flop. Ha capito? Per capire meglio legga il mio blog: pietromelis.blogspot.com. Scriva il mio nome e cognome su google con le parole chiave: è una truffa. Anzi: le invio il link dell'articolo.    

Blog del prof. Pietro Melis: NON E' UNA TASSA. E' UNA TRUFFA ...

pietromelis.blogspot.com/2016/09/non-e-una-tassa-e-una-truffa-come-non.html
09 set 2016 - 4) La bolletta elettrica non è una tassa ma un servizio che viene attivato a richiesta. Dunque non può essere aggiunto il canone RAI facendolo .. 

venerdì 16 settembre 2016

CIAMPI: FU UNA DISGRAZIA DELL'ITALIA. SENZA RIMPIANTI E CON INFAMIA

Un patriottardo della retorica della bandiera e dell'inno nazionale. Ma questo è poco. Fu governatore complice di una Banca d'Italia sottratta allo Stato (al Ministero del Tesoro) e sostituita con una corporazione di grandi banche private e grandi compagnie di assicurazione privata della stampa della moneta affidata ad una banca straniera che è la banca di Francoforte. Come ministro del Tesoro  (successivamente alla presidenza della Repubblica) fece parte del primo ministero del mortadella Prodi, vantandosi di avere portato l'Italia dentro l'euro con la diminuzione del debito pubblico. FALSO. Il debito pubblico ha continuato ad aumentare. Furono truccati i bilanci, ormai è risaputo e documentato, per fare apparire non un minore debito pubblico, ma un minore deficit pubblico, che è un'altra cosa. Il deficit  è annuale è rappresenta la maggiore spesa statale rispetto all'introito annuale dello Stato, in modo da farlo apparire entro il parametro del 3%  come imposto dittatorialmente dalla dittatura dei burocrati non eletti di Bruxelles. Ha detto che con l'euro sarebbe diminuita l'inflazione, e questo è vero, ma non ha aggiunto, questo disonesto, che la camicia di forza dell'euro ha provocato in tutta Europa una recessione economica a vantaggio solo della Germania, che era riuscita ad imporre la fissazione del valore delle monete nazionali in base al valore che il marco aveva nel 1999. La Germania aveva bisogno di un mercato unico in Europa e per questo aveva bisogno di una moneta unica con cui tradurre il marco in euro lasciando invariato il valore del marco (cioè senza svalutarlo). Il surplus economico della Germania è derivato unicamente dall'abbassamento dei salari per rendere più competitivi i suoi prodotti evitando i dazi doganali. Oggi con una lira svalutata del 20% (con relativa inflazione del solo 5%, come avvenne nel 1992) l'economia italiana riprenderebbe a correre facendo concorrenza alla Germania sino a metterla in ginocchio. Aumenterebbe la produzione e con essa l'occupazione e percio il reddito, con conseguente aumento anche del PIL e relativa diminuzione del deficit annuale, che va ad aumentare ogni anno il debito pubblico. Questo l'ha capito anche chi come me non è un economista ma ha fatto quelle giuste letture che gli hanno fatto capire che l'euro è stato un'enorme truffa perché ha imposto a tutti gli Stati della zona euro una moneta straniera che è il marco travestito da euro, privato di quella necessaria flessibilità che una moneta deve avere senza dovere subire la camicia di forza del 3% nel rapporto tra deficit (annuale) e prodotto interno lordo (PIL). Ciampi non fu mai un economista. Si laureò in lettere  e poi in giurisprudenza. Entrò come impiegato nella Banca d'Italia e poi, non si capisce come, fece carriera sino a divenire governatore della Banca d'Italia ormai privatizzata. Come ministro  del Tesoro privatizzò anche le Poste trasformandole in S.P.A. Un fanatico delle privatizzazioni. Fece insomma gli interessi dei capitali e non del popolo italiano. Gli italiani, se l'avessero capito, l'avrebbero dovuto sempre fischiare durante l'inno nazionale e sbattergli in culo la bandiera con cui, con il suo retorico patriottardismo, riuscì a nascondere la sua nullità e la svendita dell'Italia ad interessi stranieri. Sino all'ultimo dimostrò di non avere capito un cavolo. Lo dimostra un'intervista rilasciata il 22 agosto scorso. Disse:  "E' chiaro che serve un rilancio ideale sul versante dell' Unione politico-economica altrimenti le stesse fondamenta dell' Ue sono a rischio. Serve un coordinamento delle politiche economiche specialmente nell' Eurozona". O Imbecille! Non ha mai capito che è impossibile un'unione politica europea (ed è giusto che non esista) perché non può esistere uno Stato europeo se non distruggendo le identità storiche dei popoli europei e i loro giusti differenti interessi. E' normale che ogni Stato persegua i propri interessi. Non vi può essere un'unione politica europea che contrasti con i diversi interessi economici  degli Stati, come se l'UE potesse diventare una sorta di Stati Uniti d'America, aventi un'unica Costituzione per tutti i suoi Stati. L'UE è stata una folle invenzione di unità solo economica fondata su un libero mercato con l'abolizione dei dazi doganali per favorire l'omologazione dei popoli sotto l'impero dell'economia finanziaria assoggettante l'economia reale. Né poteva essere altrimenti. 
Che l'infamia storica, passato il momento delle indegne e nauseanti celebrazioni di chi ne vorrebbe fare l'icona dell'orgoglio nazionale, ne ricopra la memoria.              
Dopo aver scritto quanto prima ho letto alcuni articoli sotto riportati usciti in data successiva. Qualcuno concorda con me. Ho scoperto che divenne governatore della Banca d'Italia (ridotta ad essere serva della Banca di Francoforte, battente la moneta dell'euro) grazie alla sua ignoranza in fatto di cambi internazionali tra diversi valori delle monete. Era il burattino giusto al servizio di grandi banche private.   
Chi sono i veri sciacalli? 

  

CONTRO LA BEATIFICAZIONE DI CIAMPI! di Luigi Copertino ..

www.maurizioblondet.it/la-beatificazione-ciampi-luigi-copertino/
4 giorni fa - info@maurizioblondet.it ... CONTRO LA BEATIFICAZIONE DI CIAMPI! di Luigi Copertino .....