giovedì 30 aprile 2020

IMPARARE DAGLI JAINISTI



Lo jainismo più che una religione è una filosofia di vita più prossima al buddismo che all'induismo. Gli jainisti sono soltanto l'1% della popolazione indiana ma sono i più ricchi di tutta l'India. Sono commercianti e banchieri, concorrono al 25% del PIL, posseggono i più importanti giornali indiani e il maggiore possesso di diamanti.   Per questo sono definiti gli ebrei dell'India. Sono rigorosamente VEGANI, raggiungendo punte di estremismo perché rifiutano persino di mangiare vegetali come barbabietole e cipolle che secondo loro vengono uccise estraendole dalla terra. Pertanto accettano solo vegetali che crescono sugli alberi. Ma allora che vi è da imparare dagli jainisti? Essi, pur nel loro estremismo, usano sempre la mascherina sulla bocca per evitare, non di difendersi dai microbi, ma per non ucciderli involontariamente assorbendoli con la bocca. Si può dire che per essi è come se ci fosse sempre il coronavirus. Hanno la vita media più alta in tutta l'India. 
Ai monaci jainisti è proibito avere delle proprietà private ed è fatto obbligo di vivere nella povertà. Si fa per dire in quanto sono mantenuti dai "laici" jainisti.  

Ed ecco il simbolo dello jainismo. Vi ricorda qualcosa?




Giainismo - Wikipedia
19 set 2014 - I FEDELI INDIANI AMANTI DELLA VITA (E DEI DIAMANTI) – I Jainisti e l'indice azionario non violento. 19 settembre 2014 – Unire l'etica al ...

 Il Jainismo – I quaderni del Corallo 

23 set 2017 - Giulia Uberti 23-09-2017. Il Jainismo è una antica religione dell'India, le cui origini risalgono circa a 2.600 anni fa, diffusa su tutto il territorio ...
20 gen 2015 - Secondo il Jainismo, un uomo è il creatore del proprio destino e si può raggiungere la ... https://passoinindia.wordpress.com/?s=Ranakpur.

Gli illuminati del giainismo. | passoinIndia

mercoledì 29 aprile 2020

LA TUA LIBERTA' FINISCE DOVE INIZIA LA MIA




Questa frase attribuita a Martin Luther King, in realtà si trova, se pur modificata, in Kant (Che cos'è l'illuminismo).
Molti sono in attesa che vengano tolte le restrizioni di movimento. Costoro sono dei folli che vogliono trasformarsi in untori. Odio i ristoranti (che sono nemici della salute), i bar, gli stabilimenti balneari, non trovo più necessario andare a teatro (trovando più comodo sentire a casa i concerti su youtube), i turisti etc. Subito l'obiezione: ma così si lascia senza lavoro tanta gente. E chi se ne frega! Si tratta di lavori non necessari. Perché necessari sono i lavori produttivi. Io ho il diritto di uscire, ma questo mio diritto alla libertà implica anche il diritto alla salute, che può essere garantita solo con la certezza di non essere contagiato da altri. e questa certezza non esiste. E allora? Questo governo non dovrebbe limitarsi a chiedere una responsabilità personale. E' la legge che deve garantirmi la salute limitando la libertà di tutti perché sia salva anche la mia libertà. Altro che fase2. Che potrebbe essere l'inizio di nuovi focolai. Vogliono la libertà? Che questa libertà sia allora limitata per legge e non per raccomandazione. Nessuno più esca senza mascherina e senza rispettare le dovute distanze. Non basta che uno esca con la mascherina (come quella chirurgica), se serve solo a non contagiare gli altri. Occorrono mascherine come le ffp2 e ffp3, che servono a non essere contagiati dagli altri. Ma poiché questo governaccio non ha provveduto a fornire questi tipi di mascherine (e soltanto oggi ho trovato le ffp2, mentre le ffp3 sono introvabili) basterebbe che TUTTI usassero anche soltanto le mascherine chirurgiche. E sanzionare gravemente coloro che non le usano anche in spazi aperti ma non isolati. Perché pare che il virus sia veicolato anche nell'aria tramite il particolato.    
20 gen 2018 - «La mia libertà finisce dove inizia quella dell'altro». ... Solo l'oppresso potrebbe scegliere di cambiare la propria idea, e in tal caso sarebbe una ... Nel saggio Sulla libertà del 1859, il filosofo inglese John Stuart Mill esamina le ...
9 dic 2008 - La definizione più famosa è quella di Martin Luther King, “La mia libertà finisce dove comincia la vostra”, si ricollega a quella di John Stuart Mill ...
4 mag 2016 - La libertà (On liberty) di John Stuart Mill è uno dei classici della cultura ... la mia libertà finisce dove comincia la tua (nel momento in cui la tua ...
            
 
Democrazia Consapevole
"La tua libertà finisce dove comincia quella degli altri"
Sarebbe stato meraviglioso se questa massima, che da Kant a Stuart Mill fa parte da sempre dell'essenza del liberalismo (assolutamente da non confondere col liberismo, che è un'altra cosa), fosse stata sin dall'inizio dell'emergenza COVID il solo slogan del governo e dei media in Italia, invece del paternalistico e patriarcale #restateacasa.
Sono settimane che dico che a un popolo civile, responsabile, razionale, capace di agire consapevolmente in democrazia, bastava dire "state a distanza", o "non assembratevi".
Nelle parole di Conte del discorso di domenica, e in alcuni messaggi affidati ai siti governativi o alle agenzie di stampa, ho finalmente visto comparire almeno il concetto espresso dalla massima, se non proprio le singole parole. In qualche modo il governo ci ha detto: se andate in giro attenti alle misure di distanza e protezione, se tutelate gli altri mentre vi spostate, potremo allentare ulteriormente le misure.
Eppure, dopo il discorso di Conte, e dopo il DPCM 26 aprile che disciplina le norme di emergenza fino al 18 maggio, ho visto reazioni di rabbia, protesta, sospetti di complotto, isterismi che denunciano dittatura. Che non avevo visto fino a qui, nonostante alcune misure siano state allentate.
Non riesco davvero a capire. Dal 9 marzo siamo bloccati in casa o quasi, e tutti sospiravano "quando ci faranno uscire?", e quando finalmente il governo decide che è il caso di fare timide prove per vedere se gli italiani sanno esercitare la loro libertà in maniera responsabile, esattamente come prescrive la regola d'oro del liberalismo, e in pratica ci dice: "proviamo a vedere se sapete stare a distanza, se sapete agire in maniera responsabile verso gli altri", tutti protestano.
Lasciateci liberi come in Germania o Svezia, si dice nei social. Questa è una dittatura, una limitazione alla libertà di movimento garantita dalla Costituzione, si sente dire.
Ebbene, premesso che i diritti sono sfere concentriche, e al centro di tutti i diritti c'è il diritto alla vita, poi quello alla salute, e che la libertà è un diritto assoluto solo in quanto libertà di opinione non offensiva (sennò la polizia non avrebbe diritto a fare posti di blocco per catturare criminali, se la libertà di movimento fosse un diritto assoluto), la libertà, anche di movimento, finisce dove comincia la libertà degli altri di non volersi ammalare.
Questo significa essere responsabili verso gli altri, e non possiamo ORA lamentarci se il governo non si fida di noi e ci fa fare timide e ristrette prove. Perché per tutto febbraio, e persino tra il 25 febbraio e il 9 marzo, ovvero quando scattarono le prime misure ma non ancora il lockdown esteso a tutta Italia, il nostro popolo italiano non ha dato prova di responsabilità. Non c'è stata solo milanononsiferma, perché anche nella città in cui vivo il 6 marzo i locali erano zeppi e sui social circolavano interviste di gente in giro ovunque che intervistata dichiarava semplicemente "io sto bene perché non devo uscire?".

Non dico che la libertà va guadagnata, perché non è vero: è un diritto assoluto, naturale, come dice la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ma va esercitata in maniera responsabile, altrimenti può essere tolta, come succede a chi ruba o uccide.
Perciò mi chiedo: abbiamo noi italiani dimostrato sin qui di averla esercitata in maniera responsabile, la nostra sacrosanta libertà di movimento, di fronte al comparire dell'emergenza, per essere qui oggi a protestate che il governo non ci restituisce la nostra libertà, tutta e subito?
Abbiamo una chance adesso, di dimostrare che se non lo eravamo prima, ora abbiamo capito e siamo diventati responsabili. Comportiamoci come gli svedesi, e poi potremo pretendere legittimamente che il nostro governo (che, beninteso, non è esente da errori nel DPCM 26/4, come quello di stabilire per decreto che i parenti sono più importanti degli amici, contro tutte le evidenze del buon senso e della letteratura, da Aristotele in poi) si comporti come quello svedese o tedesco.