lunedì 28 giugno 2010

IN GERMANIA TEST DI INTELLIGENZA PER GLI ASPIRANTI IMMIGRATI

Non vi è da stupirsi. L'iniziativa nasconde il dubbio che possa essere di normale intelligenza un islamico, cioè uno che crede nelle farneticazioni di un libro chiamato il Corano, che ha rovinato e continua a rovinare il cervello di un miliardo e 200 milioni di individui soltanto biologicamente appartenenti alla specie umana. Nessuna scoperta scientifica è sinora provenuta dal mondo islamico. Tanto meno vi è da aspettarsi che per la prima volta un premio Nobel per la scienza provenga dal mondo islamico. Come può avere una mente scientifica uno che crede nelle terribili frasi dettate da un pazzo (Maometto) che, essendo analfabeta, dettava delle frasi sconnesse ad uno scriba dicendo che gliele dettava direttamente Allah tramite l'arcengelo Gabriele? E' vero che i cristiani credono in altre favole (Gesù incarnazione del figlio di Dio e morto e risorto). Ma per un paradosso della storia fu proprio la trinità cristiana, ricavata dalla triade neoplatonica, in cui l'Intelletto (corrispondente nel cristianesimo al Figlio) rapresenta la razionalità della natura, a traghettare nell'Europa cristiana la razionalità della scienza greca. Così si spiega il fatto che la stessa rivoluzione scientifica sia avvenuta nel '600 nell'Europa cristiana. Gli ebrei credenti e gli islamici non hanno promosso mai una scoperta scientifica. Einstein (ebreo) non sarebbe stato uno scienziato se non fosse stato ateo e avesse creduto nelle panzane dell'Antico Testamento. L'Occidente è ormai secolarizzato. Il mondo islamico purtroppo no. Da qui il pericolo per il resto del mondo. Il mondo islamico è parassita dell'Occidente nel suo usufruire delle scoperte del mondo occidentalizzato (ivi compresa molta parte dell'Asia come la Cina e il Giappone). Avete mai visto un marchio di fabbrica che porti la scritta MADE IN seguita dal nome di un Paese islamico? Io mai. Il fatto è che l'islamismo ha recepito dall'ebraismo il concetto di un dio (Jahweh e Allah) in cui la volontà prevale sulla ragione, e ciò ha sempre portato alla sottovalutazione del sapere scientifico, come conseguenza della sottovalutazione della razionalità di fronte alla volontà divina di Jahweh e Allah, non vincolati dalla ragione, essendo il dio ebraico-islamico privo della trinità, cioè della razionalità della seconda persona della trinità. E' triste il fatto che esista più di un miliardo di individui che a causa del Corano (che è una continua istigazione alla violenza contro gli infedeli e fonte della negazione della parità dei diritti della donna, considerata un essere inferiore, costretta per questo a coprirsi la testa come manifestazione di sottomissione) si sia privata del cervello. E' dunque giusto un test di intelligenza nei confronti degli aspiranti immigrati.Voglio pensare che questo test sia stato voluto (senza poterlo dire espressamente per ragioni ovvie) soprattutto contro gli islamici, irrecuperabili alla ragione.

nel paese il numero degli immigrati è in calo costante

Germania, test d'intelligenza per stranieri

Lo chiedono Cdu e Csu come requisito per entrare nel Paese: «Le motivazioni umanitarie non sono sufficienti»

nel paese il numero degli immigrati è in calo costante

Germania, test d'intelligenza per stranieri

Lo chiedono Cdu e Csu come requisito per entrare nel Paese: «Le motivazioni umanitarie non sono sufficienti»

Peter Trapp, portavoce della Cdu
Peter Trapp, portavoce della Cdu
BERLINO - Provocatoria proposta dalle fila dell'Unione in Germania: esponenti della Cdu e Csu chiedono una nuova politica dell'immigrazione per il Paese, un "test d'intelligenza" per gli stranieri come requisito per entrare in Germania. «I motivi umanitari non debbono più essere l'unico criterio per l'immigrazione», spiegano i politici del partito cristiano-democratico di Angela Merkel. Tuttavia, le recenti statistiche sull'immigrazione vedono un'inversione di tendenza in Germania.

NUOVI CRITERI D'INGRESSO - Il ct tedesco Joachim Löw ha portato in Sudafrica ben 11 giocatori di origine straniera, cambiando il volto tecnico della sua squadra e rispecchiando la realtà sociale presente di una Germania multirazziale. Ciò, tuttavia, non basta ad abbassare i toni del dibattito attorno al problema dell'integrazione e dell'immigrazione degli stranieri in Germania. Il portavoce della politica interna della Cdu a Berlino, Peter Trapp, chiede di fissare nuove regole d'ingresso per gli stranieri nel Paese. Al giornale Bild ha spiegato: «Abbiamo bisogno di stabilire criteri di immigrazione che siano davvero utili al nostro Stato. E l'intelligenza è altrettanto importante quanto l'istruzione e un'adeguata qualifica professionale. Per questo sono favorevole a un test di intelligenza per gli immigrati». Tale richiesta, insomma, non deve più essere un tabù.

Immigrati in Germania
Immigrati in Germania
CANADA - A volere una revisione a livello europeo delle politiche d'immigrazione è anche il capogruppo al Parlamento europeo della bavarese Csu, Markus Ferber. Che fa riferimento all'esempio del Canada: «È molto più avanti e pretende dai figli degli immigrati un quoziente intellettuale più elevato che per i figli dei propri cittadini. Criteri umanitari per il ricongiungimento delle famiglie non possono rimanere l'unico motivo valido per l'immigrazione». La proposta, ovviamente, ha suscitato molteplici reazioni. Un test d'intelligenza per gli immigrati è un'ipotesi semplicemente «assurda», ha replicato prontamente il ministro del governo federale per l'integrazione e la migrazione, Maria Böhmer dei cristano democratici. Aggiungendo: la proposta stessa è «segno di poca intelligenza». A prendere le distanze anche i partiti dell'opposizione.

STATISTICHE - Le cifre sull'immigrazione in Germania dipingono tuttavia un altro quadro: il numero degli immigrati è in costante calo, sempre più sono le persone che emigrano dal Paese. Nel 2009, infatti, sono stati 734.000 quelli andati via dalla Germania, 721.000 quelli entrati nel Paese. Dal 1985 al 2007, invece, il numero di immigrati ha ogni anno superato quello degli emigrati.


giovedì 24 giugno 2010

IL GOL DEL 2-2 NEGATO ALL'ITALIA

Che l'Italia complessivamente non abbia meritato gli ottavi non toglie l'ingiustizia di una rete ingiustamente annullata all'Italia. Guardate bene la palla: si vede che ha superato di pochi centimetri la linea bianca. Si dirà che nessuna vista umana che fosse distante anche pochi metri dalla palla poteva vedere una differenza di pochi centimetri. E' vero. Ma la questione è un'altra. In caso di contestazione non è più possibile che l'arbitro funga da dittatore decidendo lui il risultato. E' necessario che episodi come questo, che decidono dell'esito di una partita, vengano per sempre sottratti alla vista dell'arbitro PER ESSERE ASSEGNATI ALLA VISTA DELLA RIPRESA FILMATICA. Ma si sa che il buon senso (al contrario di quel che scrisse Cartesio all'inizio del Discorso sul metodo) è la cosa peggio distribuita nel mondo. Che cosa si attende ad introdurre il verdetto della moviola in campo? L'Italia è stata eliminata a causa del fatto che, paradossalmene, in un'età tecnologica, si vuole ancora rinunciare alla tecnologia per far valere le deficenze del soggetto umano.

La foto è stata tratta dal quotidiano LA STAMPA

Il commentatore anonimo ha ragione. Ma, non essendo io esperto, gli domando se sia necessario che tutto il volume del pallone superi la striscia di porta o si debba tener conto del punto di contatto del pallone con il terreno. Nel primo caso avrebbe ragione il commentatore, nel secondo caso sembra che il punto di contatto del pallone sia oltre la striscia bianca. A conferma di ciò si noti come quasi tutto il volume del pallone sia oltre la striscia bianca. Non basta. Può esserci il sospetto che il pallone avesse già superato la striscia bianca e nel fotogramma si trovi sulla striscia dopo la respinta con piede destro del difensore. Inoltre si noti come la gamba destra del difensore sia distante dal pallone. Trattandosi di frazioni di secondo bisognerebbe avere tutti i fotogrammi per sapere se nel momento della respinta il pallone avessere varcato completamente la striscia bianca. Per questo, ripeto, è necessario l'uso della moviola, per stabilire la posizione del pallone nel momento di contatto del piede del difensore con il pallone. Il fotogramma riprende probabilmente il momento precedente alla respinta, cioè al momento del contatto con il piede del difensore.

Al commentatore anonimo chiedo scusa per essermi occupato di frivolezze come i Mondiali di calcio. Se pure abbia io stesso criticato l'importanza che si dà ai parassiti della società che sono i calciatori, che purtroppo guadagnano anche a causa di coloro che, pur vivendo stentatamente, hanno tuttavia i soldi per andare a vedere una partita di calcio o per vederla, per esempio, su Sky (che ho mandato affanc...ogni volta che mi ha telefonato).Ho riportato il fotogramma del possibile gol invalido soltanto per andare oltre l'argomento del calcio. Leggo sul Corriere di un "gol fatasma" negato all'Inghilterra pur avendo il pallone chiaramente superato la striscia di porta. Per mera curiosità sono andato a controllare la fotogallery de La Stampa. Questa volta non vi sono dubbi. Sarebbe stato il pareggio dell'lnghilterra. La moviola avrebbe impedito questa ingiustizia. Non sopporto l'ingiustizia quando questa può essere evitata. L'esempio del calcio è solo una metafora. A me il calcio del campionato nazionale da persino fastidio. Non lo sopporto. Si dà ad esso troppa importanza alla TV inserendone notizie sui telegiornali, da cui dovrebbe essere escluso. Esso rappresenta meglio le divisioni tribali in cui un popolo si divide. Si pensi agli scellerati tifosi della Lazio che tifavano per la legione straniera dell'Inter per odio contro la Roma. Invece di essere accomunati dall'appartenenza alla stessa città. Il calcio alimenta gli istinti peggiori, è lo sfogo della violenza (leggere su questo argomento Eric Fromm e Konrad Lorenz). Se ho guardato le partite dell'Italia è perché, nonostante tutto, non posso impedirmi di essere nato cittadino italiano. Ma di un Paese che ha la mafia, una casta pletorica di politici assetati di potere (che aumenta il disavanzo pubblico anche con il non voler cancellare le province), la corruzione dei peggiori Paesi del mondo (tanto è vero che ho smesso di votare dal 1994). Avrei voluto abbandonare l'Italia e trasferirmi in Svizzera, nel Canton Ticino (anche perché vi si parla italiano, l'unica lingua che parlo correntemente). So esprimermi in francese, meno in inglese e con maggiore difficoltà in tedesco. Si ha meno difficoltà nel leggere in queste lingue che nel parlarle.
FOTOGALLERY
SUDAFRICA 2010 (25/6/2010)
Italia, il gol dubbio salvato sulla linea

Ed ecco il gol ingiustamento negato all'Inghilterra. Sempre da La Stampa

FOTOGALLERY SUDAFRICA 2010 (28/6/2010)
Beffa al Mondiale Il gol inglese non visto dall'arbitro

ERA PREVEDIBILE. SUDAFRICA: FUORI L'ITALIA

Potrei bluffare attribuendomi con la data del post del 23 maggio la capacità di prevedere il futuro della nazionale di calcio ai mondiali. No. Le righe che ora aggiungo hanno la data del 24 giugno. L'Italia è stata eliminata con la sconfitta per 3 a 2 ad opera della Slovacchia. Ma le premesse erano già in ciò che avevo scritto il 23 maggio. Scrissi che Lippi nel 2006 aveva vinto più per fortuna che per capacità. Egli nel 2000 ha escluso incomprensibilmente calciatori che non meritavano di essere esclusi. Come Cassano (bastava mettere le briglie a questo individuo), Borriello e soprattutto Inzaghi, che, nonostante i suoi 37 anni (la stessa età di Cannavaro), è l'unico vero centravanti capace di inventarsi un gol sfruttando le palle cosiddette inattive o sporche. Non si capisce poi perché d'autorità non abbia imposto a un Totti di entrare in nazionale. I più giovani non hanno dimostrato di essere migliori di un Del Piero. E Nesta che fine ha fatto pur continuando a giocare nel Milan? Era considerato il migliore mediano del mondo. Troppi errori nelle convocazioni. La mediocrità attuale del calcio italiano è dovuta soprattutto agli interessi economici delle squadre di club, che, piene di stranieri, impediscono la valorizzazione di nuove leve, preferendo calciatori stranieri già affermati, anche se molto costosi. Così si alimentano i costi di ingaggio e i superstipendi di gente che, per ciò che fa, non merita certamente di vivere nella ricchezza, non producendo alcunché che vada a beneficio della società, se si pensi, per contrasto, alla vita economicamente difficile che debbono condurre gli scienziati, gli unici che contribuiscano al progresso materiale, pur godendo di finanziamenti, nelle loro ricerche, che impallidiscono di fronte al giro di quattrini del circo del calcio. La colpa è di coloro che, andando a vedere le partite di calcio sul campo o pagando diritti alle TV, arricchiscono i calciatori, che, di fatto, per ciò che fanno, sono dei parassiti della società.

LA MALEDIZIONE DELLA CULTURA PASTORALE IN SARDEGNA

SARDUS NATIONE NON MORIBUS. Sardegna: 24.000 kmq e 1.600.000 abitanti con 8 milioni di pecore. Con una regione che ha ben 8 province, per meglio saccheggiare in loco il territorio ed aumentare la spesa improduttiva della politica. Vi sono ben 80 consiglieri regionali con stipendi da parlamentari e che, se non rieletti, si prendono una buonuscita di 200.000 euro (con relativa pensione). Che cosa ci si può aspettare di buono da una popolazione come questa? La storia lo dice. Faide, abigeato, sequestri, vendette trasversali. Ho fatto un sogno. Che un virus avesse causato un'epidemia e la morte di quasi tutti i sardi in modo da portarli all'estinzione. Un popolo vittimista e parassita che ha attribuito ad altri colpe di cui è esso stesso causa. In questo senso l'aveva ben dipinto nell'800 il sardo Giuseppe Manno (ministro a Torino del governo sabaudo) nella sua Storia della Sardegna. Se venissero a mancare i trasferimenti dal governo centrale questo popolo di parassiti che nella loro storia non si sono certamente sprecato il cervello facendo i pastori morirebbe di fame nel giro di un mese. La crudeltà è nel DNA di un popolo di pastori, che non possono trovare differenza tra l'affondare un coltello nella gola di un agnello e in quella di un umano.
Notare l'uso del termine antropocentrico "bestia". Bestie sono gli uomini come i pastori. Se fossero bestie sarebbero migliori. Essi sono solo dei subanimali.

Maracalagonis (Cagliari)

L'ipotesi è che le bestie abbiano infastidito qualcuno che frequenta la zona

Vendetta mortale contro i cani randagi

Quattro meticci uccisi nelle campagne da esche avvelenate

Giovedì 24 giugno 2010
Il ritrovamento è stato effettuato a Is Concias, a breve distanza dalla vecchia Orientale Sarda. Indagano i vigili urbani.
Vedi le foto L i hanno trovati tutti insieme, uno accanto all'altro, in appena dieci metri quadrati. Stricnina: questo il potente veleno che, probabilmente, è stato utilizzato per uccidere i quattro cani trovati morti ieri a Is Concias, nelle colline di Maracalagonis, non lontano dalla vecchia Orientale sarda. La certezza si potrà avere solo tra qualche giorno, quando saranno portate a termine le analisi sulle carcasse, ma che i randagi siano stati fatti fuori volontariamente è quasi certo: lo conferma la loro posizione ravvicinata. L'ipotesi principale è che qualcuno abbia preparato le esche e le abbia abbandonate in quel terreno per non lasciare scampo alle bestie, morte poco dopo aver ingerito il cibo.
LE INDAGINI Della vicenda si occupano ora gli uomini della polizia municipale, le associazioni animaliste e i veterinari della Asl, che ieri pomeriggio hanno effettuato un sopralluogo nella zona arrivando a percorrere anche terreni più distanti da quello dove hanno trovato la morte i cani: per fortuna non sono state avvistate altre carcasse, ma non si può ancora escludere che in quella collina siano stati avvelenati altri animali. Per questo motivo è stato deciso di ampliare ulteriormente i controlli già da questa mattina.
LA ZONA Primo ad accorrere sulla collina è stato Vincenzo Lubrano del Comitato per la difesa degli animali. Lui stesso, resosi conto di quanto accaduto, ha denunciato l'episodio ai vigili urbani e all'azienda sanitaria. Il successivo sopralluogo a Is Concias è stato effettuato alle 17. La zona si può raggiungere percorrendo la vecchia Orientale sarda sino al 20esimo chilometro: da qui si deve svoltare a destra e seguire una piccola strada asfaltata che conduce direttamente alla zona in cui è stato fatto il macabro ritrovamento.
VENDETTA I cani avvelenati sono tutti meticci, almeno tre sarebbe dei randagi. Le carcasse sono state rimosse dopo i controlli e messe a disposizione dei veterinari per gli accertamenti del caso. L'episodio preoccupa gli allevatori e i pastori che frequentano quella parte di territorio, abbastanza popolata di greggi e altri animali e di una certa importanza anche sotto il profilo turistico per la presenza di una tomba dei giganti. Chi cerca di far luce sulla vicenda non esclude che le bestie possano aver infastidito qualcuno che ha deciso di eliminarle col veleno. I cani, affamati, sono caduti nella trappola. (ant. ser.)

venerdì 18 giugno 2010

NON POSSONO ESISTERE GLI ATEI. PERCHE'?

Se mi dichiarassi ateo sarei un dogmatico. Vivente in un pianeta che gira intorno ad una stella che è una dei 200 miliardi di stelle facenti parte di una dei 200 miliardi di galassie dell'universo visibile, come posso pretendere di dire tutta la verità sull'universo? Certamente non si può dimostrare scientificamente l'esistenza di un essere che sia l'origine dell'universo. Tuttavia, se ci limitiamo all'universo visibile, dopo la scoperta dell'energia del vuoto, che è all'origine dell'accelerazione delle masse galattiche ai limiti dell'universo, con velicità di accelerazione che si aggirano sui 25 km al secondo, possiamo dire che, partendo da un inizio assoluto dell'espansione dell'universo visibile, cade il modello cosmologico che prevedeva che l'universo in espansione sarebbe andato espandendosi con velocità sempre decrescente per esaurimento della stessa forza di espansione dovuto al prevalere, con il tempo, della forza di gravitazione, che avrebbe portato l'universo a contrarsi sempre di più sino al punto del Big Crunch (grande implosione), dopo il quale vi sarebbe stata una nuova esplosione dovuta al prevalere (nel momento dell'implosione) delle forze repulsive della materia (risoltasi nel Big Crunch in pura energia dante luogo ad un nuovo Big Bang). Sulla base del modello del Big Bang escludente il Big Crunch (a causa, ripeto, della recente scoperta dell'energia del vuoto) si dovrebbe arrivare a concepire un inizio assoluto senza ritorno alle condizioni originarie del Big Bang. Domandai una volta a Margherita Hack (dichiaratamente atea) dopo una sua conferenza a Cagliari (Facoltà di Magistero, ora Facoltà di Scienze della formazione): e prima del Big Bang? Mi rispose che la domanda scientificamente non aveva senso. Ma la domanda aveva comunque senso, le ribattei, perché se si dà un inizio assoluto scappa fuori Dio. Questo è il limite della scienza ai confini della conoscenza. Ma oggi si sta facendo avanti la teoria cosmologica del pluriverso, secondo cui l'universo visibile sarebbe soltanto uno dei tanti universi paralleli, e il Big Bang sarebbe solo un episodio marginale all'interno del pluriverso, in cui si formano delle bolle di energia che esplodono dando luogo a delle espansioni dell'energia che, nella sua espansione, si raffredda dando luogo alla materia (equivalenza tra materia e energia, secondo la nota formula di Einstein E=MC, con C, velocità della luce, al quadrato. L'esistenza di Dio dipende dunque da un modello cosmologico. Quasi certamente la cosmologia, stando ai confini della conoscenza dell'universo, non potra mai stabilire se esista un solo universo o esista un pluriverso.
Per questo motivo è meglio essere prudenti e non avere la presunzione di dire quale sia stata l'origine dell'universo, o che esso, in alternativa (teoria del pluriverso) non abbia avuto alcuna origine e sia sempre esistito. Ma allora salta fuori la domanda filosofica suprema: PERCHE' L'ESSERE PIUTTOSTO CHE IL NULLA? Ignorabimus. Ecco perché non si può essere atei se non si è dogmatici. Chi (come me) non è credente si deve coerentemente (per motivi scientifici) DICHIARARSI AGNOSTICO. Come si dichiarò Darwin, nonostante l'evoluzione biologica (da una comune origine di tutte le forme di vita) congiuri tutta contro l'esistenza di un progetto divino a causa del prevalere della selezione naturale sulla CASUALITA' delle mutazioni che hanno dato origine a tutte le forme di vita.
Una sola certezza si ha, che, se un Dio esistesse, non sarebbe quello antropomorfico e miserabile delle religioni cosiddette rivelate, perché un Dio simile non potrebbe mai esistere, essendo ridicolo, quando non sia anche schifoso. La Bibbia (specialmente l'Antico Testamento) costringe a pensare che Dio non esista. Meglio non essere mai nati quando si è costretti a vivere con domande che non avranno mai risposte circa l'origine dell'universo e il senso della vita, che scientificamente non ha alcun senso. Si è costretti a vivere o da ebeti (non ponendosi alcuna domanda sul mondo e vivendo nel presente e nella banalità del quotidiano) o da disperati.

All'anonimo (ma io so chi è) che ha osservato che il nulla non poteva esistere perché non può essere nemmeno pensato considerando che "l'essere è e il non-essere non è" (Parmenide), per cui l'essere non poteva non esistere, essendo necessario e dunque eterno, rispondo che anche l'eternità dell'essere increato è un pensiero da capogiro. Direbbe Leopardi (L'infinito) che in esso si è destinati a naufragare. La mente scientifica è costretta a trovare sempre la causa di un fenomeno fisico. Ma, come osservava già Aristotele, la catena delle cause e degli effetti non può andare all'infinito. Bisogna arrivare ad una causa ultima. A questo punto è più facile ammettere che la causa ultima sia l'essere stesso inteso come universo, piuttosto che ricorrere ad una causa divina che avrebbe creato l'universo dal nulla perché ciò contrasta con il concetto di causa scientifica (Nulla si crea e nulla si distrugge. Tutto si trasforma. Questo era già il pensiero di Eraclito, ripreso su base scientifiche dal fondatore della chimica moderna Lavoisier).

Evidentemente l'anonimo mf non conosce Platone, che, affrontando il paradosso derivante da Parmenide, ne aveva dedotto paradossalmente che, se il falso corrisponde a ciò che non esiste, il falso non esiste, e dunque tutto è vero. Da qui la necessità, da parte di Platone, di commettere un "parricidio" nei confronti del "tremendo e venerabile" Parmenide. Poiché il nulla non esiste non se ne può nemmeno parlare. Ma poiché se ne parla è necessario dare esistenza anche al non-essere. Conseguentemente il nulla non è più ciò che si oppone all'essere (secondo Parmenide). Il non-essere perde in Platone il suo significato assoluto di opposizione all'essere per assumere un significato relativo. Il non-essere è ciò che un ente non è. Ogni ente è ciò che è e allo stesso non è un'infinità di altre cose. Il non-essere è il "diverso". Ogni ente è diverso da tutti gli altri enti. Da qui i 5 generi sommi di Platone: essere, eguale, diverso, quiete, movimento. Tramite questi 5 generi sommi tutte le idee sono connesse dialetticamente nel pensiero discorsivo. Come se un'idea fosse in quiete rispetto a se stessa e allo stesso tempo in movimento nel suo correlarsi a tutte le altre idee, in un rapporto sia di inclusione che di esclusione. Il falso dunque non consiste nel dire ciò che non esiste, ma nel dire ciò che è diverso dal suo essere. In parole povere, nel dire una cosa per un'altra.
Nulla di originale (notare il significato relativo di "nulla" che serve a negare l'originalità) espressero dopo i filosofi rispetto a quanto scritto da Platone. Spinoza scrive nell'
Etica che ogni ente si definisce come negazione di ciò che non è (omnis determinatio est negatio), e Bergson ne L'evoluzione creatrice considera il nulla come negazione di una aspettativa (come dire: cercavo una certa cosa e ho trovato nulla di ciò che cercavo). Nello stesso senso l'analisi linguistica del termine "nulla" da parte del neopositivista Rudolf Carnap, che, criticando Heidegger, ritenne che il suo uso del termine "nulla" fosse privo di significato linguistico. Ma Carnap non capì il significato profondo del termine "nulla" da parte di Heidegger, che considerò il nulla come anticipazione della morte, con cui per chi muore il mondo si annulla. Da qui lo stato continuo di angoscia dell'esistenza autentica, a cui si sottraggono coloro che vorrebbero con giochi linguistici (a cominciare dallo stesso Platone) esorcizzare il nulla, anche se di fatto Platone lo esorcizzò con la dottrina della reincarnazione e della metempsicosi per sottrarre la coscienza al destino del nulla dopo la morte. Ma questa è solo poesia, non filosofia.
Gli ebeti, che conducono una vita inautentica, non possono capire Heidegger. Se lo capissero dovrebbero riconoscere che è meglio non nascere per evitare l'esperienza della morte (del nulla). Solo a causa di un non senso linguistico (filosoficamente una "stronzata") si dice che la vita è un bene. Se lo fosse dovrebbe poter essere donata. Ma non si può donare alcunché a chi non esiste. La si dona forse ad uno spermatozoo o ad un ovulo? E perché non si ha il coraggio di dire "donare la morte". Non si nasce dall'amore.Si nasce o per sbaglio (se non voluti) o per egoismo (se voluti). Nel secondo caso per coltivare l'illusione di continuare a vivere nella discendenza e /o per la necessità di distrarsi pensando meno a se stessi per caricarsi di responsabilità nei riguardi dei figli. Si confonde il bene con il benessere. E' chiaro che, una volta nato, ogni organismo tende naturalmente al suo benessere nella sua naturale tendenza all'autoconservazione (Aristotele, Etica nicomachea, I). Ma, come capì bene Hobbes (De cive, I), la vita appare un bene soltanto perchè, una volta nati, la morte appare il peggiore dei mali. Perciò IO NON VOLEVO NASCERE. Oltre tutto mi sarei risparmiato di vivere in mezzo ad un'umanità che detesto quasi tutta. Basta ripercorrerne la storia, fatta di violenza e di mancanza di certezze e di giustizia.
E che ora l'anonima mf mi lasci in pace evitando di replicare inutilmente.

sabato 12 giugno 2010

COME REPERIRE IL MIO LIBRO

CHI AVESSE DIFFICOLTA' A REPERIRE IL MIO LIBRO (Scontro tra culture e metacultura scientifica) NEI DISTRIBUTORI ON LINE O NELLE LIBRERIE PUO' RICHIEDERLO DIRETTAMENTE ALL'AUTORE (profpietromelis@gmail.com)AL PREZZO SCONTATO DI EURO 15 PIU' SPESE POSTALI. Si può anche concordare la modalità di spedizione. In alternativa può commissionarlo alle librerie fiduciarie MURRU (070/487386), SUCCA (070/658712) TIZIANO (070/485739) che provvederanno alla spedizione senza aggravio di spese postali sul prezzo di copertina (euro 30).
Esso espone per metà delle pagine i risultati a cui sono giunti i maggiori studiosi mondiali dell'Antico Testamento. Risultati che evidenziano che gli antichi ebrei hanno scritto il loro libro alieni dal fare proselitismo, essendo interessati soltanto a giustificare il loro diritto storico alla terra di Palestina. Ne risultano anche tutte le volute falsificazioni storiche e l'invenzione di molti personaggi. E' dimostrato, per esempio, che Mosè non è mai esistito, che le figure dei patriarchi sono state tratte da più antichi racconti mesopotamici e che non avevano originariamente alcun collegamento tra loro. Se cade la figura di Mosè cade tutto l'Antico Testamento (la cui redazione è del V secolo). Mosè (inventato ponendo insieme racconti egizi e assiri) viene posto miticamente nel XIII secolo, quando, si sa, gli ebrei non conoscevano ancora la scrittura. Dunque non può avere scritto il decalogo, che fu tratto dal famoso codice babilonese di Hamurrapi (che regnò tra il 1792 e il 1750).
Se il Nuovo Testamento pretende di essere, secondo la tesi degli evangelisti, il completamento dell'Antico Testamento, si può concludere che anche gli evangelisti presuppongono delle documentate falsificazioni per darsi una maggiore credibilità. Il cristianesimo si è salvato dalla radice ebraica con il concetto di trinità (desunto dalla triade della filosofia neoplatonica). Tramite la trinità (e perciò il LOGOS greco) il cristianesimo si è fatto traghettatore della razionalità della scienza greca. Il dio ebraico (come poi quello islamico) si caratterizza per la prevalenza della volontà sulla ragione. E' giusto tutto ciò che il dio ebraico-islamico vuole. Così si spiega l'incredibile ordine dato da Jahweh ad Abramo di sacrificargli il figlio Isacco per mettere alla prova la sua obbedienza alla volontà divina. Così si spiegano le sofferenze a cui viene sottoposto Giobbe da Jahweh, sempre per metterlo alla prova. Al contrario, nel cristianesimo, tramite la trinità, il Logos (il Figlio) vincola la volontà del Padre. La ragione precede la sua volontà. Ed è la stessa razionalità che si manifesta nella natura. Siamo agli antipodi grazie all'eredità della filosofia neoplatonica, senza la quale non si può capire la teologia cristiana. Da qui l'interesse della teologia cristiana alla conoscenza scientifica. E' FALSO DUNQUE CHE LE RADICI EUROPEE SIANO GIUDAICO-CRISTIANE, COME PER IGNORANZA O PER MALAFEDE SI SUOL DIRE. Il giudaismo e l'islamismo sono totalmente estranei alla razionalità occidentale. Il testo espone anche un florilegio del Corano per documentare che Allah non è altro che lo stesso sanguinario dio ebraico Jahweh con l'aggiunta del proselitismo (assente nel giudaismo). Il florilegio del Corano raccoglie tutte le terribili frasi che sono di istigazione all'odio contro atei, ebrei e cristiani, sino a propagandare l'omicidio di massa (con pene che prevedono persino l'amputazione delle mani e dei piedi e la crocefissione per coloro che non vogliano convertirsi). Il Corano, che è la radice del terrorismo islamico, è un testo contrario al nostro ordinamento giuridico. Eppure, per motivi di compromesso politico, viene liberamente predicato nelle moschee anche in Occidente.
Le Università nacquero nell'Europa cristiana medievale come istituzioni della Chiesa. Il caso Galileo è un episodio isolato che non ostacolò il progresso scientifico nell'Europa cristiana. Nell'ebraismo e nell'islamismo non avremmo mai avuto la rivoluzione scientifica del '600 per la loro concezione irrazionale della divinità, posta al di sopra della ragione, con la conseguente svalutazione della conoscenza scientifica. Sulla base della legge naturale, intesa dai filosofi presocratici, e poi da Platone, come fondamento di una giustizia cosmica, la dottrina cristiana concepì il diritto come fondato sulla legge naturale, espressione della razionalità della natura, ma cancellando, contraddittoriamente, a causa della Bibbia, la circolarità tra uomo e natura propria della concezione presocratica, platonica e neoplatonica. Nella concezione neoplatonica tutto discende dall'Uno (corrispondente nel cristianesimo al Padre) e, tramite l'Anima del mondo (corrispondente nel cristianesimo allo Spirito Santo e generata dall'Intelletto, a sua volta generato dall'Uno e corrispondente nel cristianesimo al Verbo, cioè al Figlio) tutto ritorna all'Uno, nell'immortalità di tutte le forme di vita. Il cristianesimo concepì il diritto naturale come fondato sulla legge naturale, ma intese quest'ultima come espressione della ragione umana, circoscrivendolo così alla sola natura umana. Da qui la separazione biblica tra uomo e natura. E ciò nonostante S. Tomaso nella Summa theologiae (andando contro la concezione biblica) avesse ripreso dal maggiore giureconsulto romano Ulpiano (III secolo d. C.) la definizione di diritto naturale come "quel diritto che la natura ha insegnato a tutti gli animali". Con l'Illuminismo la ragione scientifica si libera da ogni tutela religosa, ormai divenuta un inutile cappello.La Chiesa, paradossalmente, accetta tuttora il diritto naturale (e contro la concezione tomistica) quale fu inteso nella concezione giusnaturalistica del '600, levatrice dell'Illuminismo laico, cioè come diritto della ragione, per cui dovrebbe parlarsi, piuttosto, di giusrazionalismo, e non di giusnaturalismo.
Il libro espone anche gli argomenti dei maggiori scienziati nell'ambito della biologia evoluzionistica a sostegno dell'incidenza della casualità delle mutazioni e della selezione naturale nell'evoluzione biologica, secondo una concezione neodarwiniana. L'evoluzione biologica, con la sua legge "crudele" della selezione naturale (per cui è passata anche la specie homo), e con tutti gli errori dovuti alle imperfezioni del DNA, a cui sono legate le malattie di origine genetica (a parte l'esistenza di innumerevoli insetti quali pulci, zecche, pidocchi, zanzare, etc., da cui è necessario difendersi in base al diritto naturale), sembra congiurare tutta contro l'esistenza di Dio, se per Dio si intende un essere giusto e buono. Pertanto è priva di senso l'espressione del papa Benedetto XVI "Dio è amore" (Enciclica "Deus caritas est"). Evidentemente al papa non conviene riflettere sull'evoluzione biologica. Se ne trarrebbe, infatti, l'idea di un Dio crudele.
Nel 1996 (con documento pontificio) la Chiesa cattolica ha accettato l'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita (pur interpretandola finalisticamente, secondo un disegno divino), mandando in soffitta la favola di Adamo ed Eva. Essa dunque si trova oggi in contraddizione con se stessa nel concepire ancora il diritto naturale come diritto della sola natura umana. Il paradosso conseguente è che oggi ciò che per la legge è reato (il maltrattamento degli animali) per la Chiesa non risulta essere nemmeno peccato di cui sia necessario confessarsi. Pertanto essa è priva di credibilità morale e giuridica, che potrebbe acquisire soltanto se arrivasse ad una rivoluzione mondiale nel campo del diritto ponendo d'accordo l'evoluzione biologica con il diritto naturale, che , essendo comune l'origine di tutte le forme di vita, non può non essere anche il diritto degli animali non umani. Il diritto naturale di uno ha come limite il diritto naturale di un altro all'esistenza, come anche nella catena preda-predatore. Il predatore non uccide per crudeltà ma per il suo diritto naturale alla sua autoconservazione. La zanzara femmina ha il diritto naturale di succhiarmi il sangue, data la sua natura, ma io ho il diritto naturale opposto di difendermi da essa uccidendola, anche se la zanzara non mi succhia il sangue per crudeltà. Solo l'uomo, andando contro la natura, è capace di uccidere per crudeltà, e non per legittima difesa da altre forme di vita. Ma la crudeltà ha cause culturali, non naturali.
Il testo include una analitica demolizione della filosofia contemporanea, fondata sul relativimo dei valori morali, che non esistono in natura. I valori morali sono culturali, non naturali, dipendendo da determinate tradizioni o dal prevalere dei valori dei vincitori. Sulla base della conoscenza scientifica e del diritto naturale (ambedue metaculturali) frana ogni concezione antropocentrica della natura. Solo il diritto naturale così inteso può essere fondamento del rispetto della natura (pur entro i limiti dello stesso diritto naturale, che è diritto all'autoconservazione). Tutti i dissesti ambientali dipendono da una forsennata concezione antropocentrica (e perciò antiscientifica) della natura.
E' l'unico testo che permetta una esauriente lettura critica della Bibbia (radice dell'antropocentrismo) raccogliendo gli studi di esegesi biblica di tutti i maggiori studiosi mondiali della Bibbia, che ne hanno cancellato per sempre la sacralità e la sua pretesa ispirazione divina. Chi non ha letto la Bibbia con il mio testo la potrà conoscere nel suo intero contenuto, con in più la conoscenza della letteratura critica.

Melis Pietro - Scontro tra culture e metacultura scientifica: l'Occidente e il diritto...

Scontro tra culture e metacultura scientifica: l'Occidente e il diritto naturale. Nelle sue radici greco-romano-cristiane. Non giudaiche e antislamiche
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TitoloScontro tra culture e metacultura scientifica: l'Occidente e il diritto naturale. Nelle sue radici greco-romano-cristiane. Non giudaiche e antislamiche
AutoreMelis Pietro
Prezzo€ 30,00
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Dati2006, XCV-706 p.
EditoreVeritas

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Descrizione
Contiene un'analisi storico-critica dell'Antico Testamento sulla base dei risultati a cui sono giunti i maggiori studiosi mondiali. Inoltre si documenta come la dottrina cristiana si sia formata nella trinità ereditando la triade neoplatonica e con essa la razionalità della natura tramite il Logos, che esprime la legge naturale, da cui discende il diritto naturale. Così si spiega perché la rivoluzione scientifica sia potuta avvenire solo nell'Europa cristiana. Ma con l'Illuminismo la scienza si è liberata da ogni tutela religiosa. Oggi è necessario accordare il diritto naturale con l'evoluzione biologica dalla comune origine di tutte le forme di vita.

venerdì 11 giugno 2010

RISCRIVERE LA STORIA ANCHE CON I SE PER CAPIRLA

Mussolini commise troppi errori. La guerra d'Etiopia se la poteva risparmiare. L'Italia aveva già la Libia, l'Eritrea e la Somalia. Perché andare ad invadere uno Stato indipendente rappresentato nella Società delle Nazioni? Perché buttare soldi in Etiopia quando avrebbe fatto meglio ad investirli in Italia?Fu una decisione sciagurata, dettata da mania di potenza. "l'Impero Romano è risorto sui colli fatali di Roma". Impero da barzelletta. Perché andare in Spagna ad aiutare Franco? Dopo avere partecipato alla guerra di Spagna e avere sprecato risorse militari in Etiopia l'Italia non era più in grado di affrontare un conflitto contro la Francia e la l'Inghilterra. Perché andare vigliaccamente ad invadere la Grecia e rompere le scatole all'Inghilterra invadendo l'Egitto costringendo la Germania ad intervenire in Grecia e in Africa per salvare gli scalcinati eserciti italiani, che non avevano nemmeno scarpe adatte? Il nazismo fu una disgrazia per il fascismo alleato, e il fascismo fu una disgrazia peggiore per il nazismo, costretto ad aprire dei fronti di guerra di cui avrebbe fatto volentieri a meno, non avendo aspirazioni in Africa e in Grecia. Aveva forse la Grecia dichiarato guerra all'Italia? Poi a causa dell'entrata in guerra dell'Italia la Germania nel 1943 dovette aprire un altro fronte di guerra in Italia, mentre avrebbe potuto impiegare le molte divisioni presenti in Italia per una controffensiva nei confronti dell'Unione Sovietica dopo Stalingrado. Insomma, il fascismo fu una vera e propria disgrazia per il nazismo. Se Hitler fosse stato meno stupido (ma in ciò bisogna riconoscere la lealtà del nazismo) avrebbe abbandonato l'alleanza con il fascismo, che è stato sempre una palla al piede del nazismo. E se Mussolini fosse stato meno stupido non sarebbe entrato in guerra, sapendo che dall'Inghilterra avrebbe avuto, come premio della neutralità, più di quanto avrebbe guadagnato con la guerra (la Corsica,Nizza e la Dalmazia). Ma voleva sedersi al tavolo di pace come vincitore anch'egli per non lasciare solo ad Hitler la vittoria, non prevedendo l'entrata in guerra degli Stati Uniti. Il paradosso della storia è che il Giappone, alleato della Germania, ne provocò la sconfitta andando a bombardare vigliaccamente la flotta americana a Pearl Harbor. Soltanto allora gli Stati Uniti, prima sempre sordi alle suppliche di Churchill, entrarono in guerra. Insomma, la sconfitta della Germania fu dovuta soprattutto ai due suoi scellerati alleati. Questa è la verità.
E' vero che furono la Francia e l'Inghilterra a dichiarare guerra alla Germania. Ma la Polonia aveva un trattato di alleanza con la Francia e l'Inghilterra, che si trovarono costrette, conseguentemente all'invasione della Polonia, a dichiarare guerra alla Germania. E se non vi fosse stato il 25 luglio, con il conseguente 8 settembre, l'Italia quasi certamente avrebbe perso anche l'Alto Adige. La Germania nel 1938 aveva raggiunto la sua massima espansione. Si era presa tutti i territori abitati da tedeschi, compresa buona parte della Cecoslovacchia. Che cosa voleva di più? Voleva dominare su tutta l'Europa. Voleva anche i pozzi del petrolio del Caucaso. Voleva distruggere l'Unione Sovietica. Sarebbe stato un bene distruggere Stalin, ma dal punto di vista del diritto internazionale che diritto aveva? Solo quello della forza. Nel 1943 la guerra era ormai persa.
Quale onore volevano difendere quelli che combatterono nella R.S.I.?L'onore della Germania che si avviava alla sconfitta anche grazie all'alleanza con il fascismo? Si resero conto i difensori del cosiddetto onore che stavano difendendo l'onore della Germania e non dell'Italia, corresponsabile della sconfitta della Germania? Questa fece con Hitler uno sbaglio enorme andando a prelevare dal Gran Sasso Mussolini, che ormai, è storicamente certo, non aveva affatto in progetto di costituire una resistenza con la costituzione della R.S.I. Fu un grave errore di Hitler , dettato dal sentimento e non dalla ragione, perché gli sarebbe convenuto abbandonare il fascismo alla sua fine invece di impegnarsi su un fronte inutile distogliendo varie divisioni dal fronte russo. E che cosa credeva di fare Mussolini scappando verso la Svizzera con la follia di costituire lì un'ultima resistenza? Sapeva che Hitler era ormai finito nel suo rifugio nel bunker, dove si sarebbe suicidato due giorni dopo la morte di Mussolini (28 aprile). Gli sarebbe convenuto consegnarsi subito agli americani, che gli avrebbero risparmiato la vita e sarebbe diventato da accusato accusatore nei confronti di tutti quei rinnegati ex fascisti che divennero comunisti. E invece perse tempo cercando un accordo, tramite il cardinale Schuster, con quegli assassini di partigiani (a incominciare da Pertini, il più fanatico di tutti, uno degli ideatori della proditoria aggressione terroristica di via Rasella,che diede luogo alla rappresaglia delle Fosse Ardeatine).

E non è da escludere che gli americani avrebbero usato Mussolini nel dopo guerra come nuovo capo del governo nel clima di guerra fredda che si era già formato. Avremmo avuto un nuovo Mussolini, repubblicano e socialista (quale fu sempre nell'animo), che avrebbe impedito che i vigliacchi transfughi dal fascismo al comunismo potessero nascondere tutte le loro malefatte e nefandezze e avrebbe svergognato Churchill nel suo doppio gioco (Mussolini portava con sé il famoso carteggio con Churchill, che dava fastidio a quasi tutti, tranne che agli americani). Alle trattative di pace a Parigi non avremmo avuto un'Italia dichiarata sconfitta senza onore perché Mussolini avrebbe avuto delle carte scottanti, che avrebbero permesso di scrivere una storia diversa. Ma sino all'ultimo, scappando verso la Svizzera, commise il suo ultimo di una serie di gravi errori. Si preparò da sé la sua fine.

DUE MALI SI ALLEARONO TRA LORO PER FAR VINCERE UN ALTRO MALE (STALIN)

mercoledì 9 giugno 2010

UN BEL COMMENTO COME QUESTO NON PUO' ESSERE ANONIMO

Ringrazio l'autore del seguente commento.Credo tuttavia che oggi sia necessario aggiornare Platone per superare la retorica umanistica dei valori morali, che portano sempre ad un "conflitto mortale tra valori morali" (Max Weber). Per un farneticante la corrida potrebbe essere anche buona oltre che bella. Il "buono" ha sempre una connotazione culturale, che pone sempre capo ai valori (che possono essere disvalori) di una certa tradizione. Il relativismo dei valori morali può essere superato solo sulla base del diritto naturale, che è metaculturale in quanto traduce la tendenza NATURALE di ogni organismo alla sua autoconsevazione. Tutto il resto è culturale, giustificabile solo sotto la condizione che non sia in contrasto con il dritto naturale. Comunque, prego l'autore del bel commento di superare l'anonimato, anche perché vorrei in extremis aggiungere in appendice al mio libro in prestampa il suo commento con l'aggiunta del mio al suo. Mi scriva privatamente (profpietromelis@gmail.com). Dio, se esistesse, sarebbe un essere crudele per come ha fatto la natura. "Credo in un dio crudele", canta Jago nell'Otello di Verdi.

L'Estetica ha assunto, con il passare del tempo un significato che, nel senso comune, ha a che fare con la contemplazione nei confronti di ciò che i nostri sensi percepiscono come "piacevole". Come docente di Filosofia, posso condividere questa definizione. Ma al di là della teoria filosofica, a mio personale avviso può essere logicamente e moralmente accettabile solo un'Estetica del Bello e del Buono. Platonicamente, esiste solo una Estetica che si fonda sull'identità tra Buono e Bello. Per il grande Platone ciò che è Buono è necessariamente anche Bello e viceversa. Oggi stiamo assistendo ad una costruzione forzata di un'Estetica del Brutto, di un'Estetica della Sofferenza, di un'Estetica del Trasgressivo (ad esempio l'omosessualità esaltata come valore fino all'esasperazione). In breve, stiamo assistendo alla creazione di una Estetica dell'Immorale, di una "Estetica" che ha tentato di scindere completamente il Buono dal Bello. La moralità non può accettare questa scissione. Nessun essere umano potrà mai definire "morale" una azione che non sia allo stesso tempo Bella e Buona.
Ora, la Corrida può essere definita una "bella" manifestazione? QUALSIASI PUNTO DI VISTA NOI ADOTTIAMO PER OSSERVARE il fenomeno della Corrida, non possiamo che giungere alla conclusione che si tratti di una azione collettiva FORTEMENTE IMMORALE e tuttavia LEGALE nei Paesi nei quali viene organizzata. La legalità della Corrida, manifestazione altamente immorale, è una ferita aperta nella nostra anima, nel nostro cuore e nella nostra società europea. Non potrà mai essere definito Bello quello che Bello non è e non potremo mai definire Buona una manifestazione che si fonda sul sadismo e sul Male e che è contraria a qualsiasi principio morale.
A chi apprezza la Corrida definendola come una "bella" tradizione domandate se ha mai letto Platone e se ha mai sentito parlare della sua teoria delle idee. Non c'è niente di più brutto del Male che, nel tentativo di essere accettato, cerca di assumere le sembianze del Bene.
La Corrida, brutta da tutti i punti di vista, a mio avviso in realtà è una demoniaca presenza, che ha profonde radici nel cuore umano di coloro che tentano di difenderla appellandosi all'"amore" della tradizione.
Prof. Melis e amanti degli animali, vedrete che presto Dio darà una risposta ai nostri appelli e alle nostre preghiere contro il Male in ogni sua forma.



lunedì 7 giugno 2010

ORRIDA CORRIDA: UMANITA' RIBUTTANTE

Che piacere vedere il povero toro (un erbivoro) che, già sanguinante perché già trafitto vigliaccamente dalle banderillas, si difende contro quel criminale di torero (bambino). E il pubblico che trema per la vita di questo piccolo criminale mentre è indifferente alle sofferenze del povero animale. La morte crudele data come spettacolo. E il padre, più criminale del figlio, se ne dichiara orgoglioso. E' possibile che esista ancora un'umanità così schifosa e ributtante? Ho ragione nel dire che la vita umana può valere meno di quella di qualsiasi animale non umano. Questi sono i valori morali che l'Occidente ha esportato con la barbara Spagna nelle Americhe.

venerdì 4 giugno 2010

LA FOLLIA DELLA TURCHIA IN EUROPA. Il papa un impostore

LA TURCHIA IN EUROPA: UNA FOLLIA


L'ultimo episodio del prete ucciso da un musulmano è l'ennesima conferma che sono tutti pazzi (in Italia a incominciare da Berlusconi) coloro che pensano che la Turchia musulmana possa far parte dell'Unione Europea. Vi sarebbero 70 milioni di musulmani liberi di circolare in Europa. E non si dica che i fanatici che uccidono non rappresentano politicamente la Turchia. Questa ha un governo islamico che nei passaporti impone la dichiarazione di appartenenza ad una religione, in modo che siano subito discriminati in partenza i pochi turchi che non siano dichiaratamente musulmani(2%). Si tenga presente che alle poche migliaia di cristiani è proibito di fare proselitismo e che chi si converta al cristianesimo è passibile, almeno nella concezione popolare, di pena di morte come traditore. Ci si ricordi che è stato sempre reato parlare o scrivere del genocidio degli Armeni avvenuto all'inizio del '900. Ci si ricordi che i Turchi, provenienti dalle steppe dell'Asia, sono stati la causa della fine dell'impero cristiano bizantino (erede dell'impero romano d'Oriente). Essi non sono europei nemmeno per etnia. Sono asiatici invasori dell'Europa, sino a quando nel 1683, arrivati alle porte di Vienna, incominciarono a subire la prima grande sconfitta, che segnò l'inizio della decadenza dell'impero ottomano, dove in rispetto della lingua del Corano, era persino vietato di stampare o importare libri in altra lingua, che avrebbero corrotto il popolo, che pertanto venne tenuto sempre nell'ignoranza. Purtroppo l'invasione turca dell'Anatolia e dei Balcani fu la conseguenza della scissione tra le Chiese cristiane di Roma e di Costantinopoli. Un'unione dell'Europa e dell'impero bizantino avrebbe impedito che si espandesse nel Medioriente e in Turchia l'islamismo. Ma l'impero bizantino fu lasciato solo sin dall'epoca delle crociate, che vide dei miserabili ed opportunisti regnanti d'Europa correre in Palestina, non per aiutare l'impero bizantino, che aveva chiesto l'aiuto europeo per ricacciare gli islamici dai territori bizantini del Medioriente, ma per instaurare in Palestina dei loro feudi personali, impedendo così un'alleanza militare tra Europa e il governo di Costantinopoli. La Turchia nel 1453 spense nell'eccidio l'ultima resistenza di Costantinopoli , nell'indifferenza europea. Si ricordi di ciò la Chiesa cattolica, maggiore responsabile dell'invasione e dell'islamizzazione della Turchia per il suo aver fatto prevalere il suo dogmatismo religioso (della superiorità del papa su tutti cristiani) sull'unità dei cristiani contro l'invasore turco. Si ricordi che per colpa sua proprio la culla storica del cristianesimo, l'attuale Turchia, divenne turca. Si ricordi che nell'antichità cristiana molti padri della Chiesa (come i padri della Cappadocia S. Basilio, S. Gregorio di Nissa e S. Gregorio di Nazianzo) erano abitanti della penisola anatolica, e che molti luoghi di essa (come Efeso) furono centri della predicazione di S. Paolo. La folle disunione religiosa dell'Europa è la causa storica delle conseguenze che ancor oggi stiamo vivendo. La Chiesa cattolica con gli odierni suoi preti uccisi sta pagando il prezzo della sua follia, e la sta facendo pagare purtroppo a tutti.Il papa è un impostore quando dice che "i musulmani sono nostri fratelli". INCREDIBILE. Egli sa benissimo che non possono esserlo. Egli è un antievangelico, perché Gesù disse: "Chi non è con me è contro di me". Ma agli apostoli aggiunse anche: "chi non è contro di noi è per noi". In ogni caso non predicò la violenza contro quelli che non fossero con lui. Il papa per ragioni solo politiche è costretto a mentire. Deve cercare di non peggiorare la vita dei pochi cristiani che vivono come in catacombe nei Paesi islamici. Egli non ha nemmeno il coraggio di replicare chiedendo il diritto alla reciprocità, cioè la libertà per i cristiani di predicare e di fare proselitismo. E' un antievangelico.

Non esiste un Corano moderato. L'ho scritto più di una volta. Il Corano è un testo che alla luce del nostro ordinamento giuridico dovrebbe essere considerato fuori legge perché, come ho documentato in questo stesso blog, è un libro tremendo di istigazione all'odio religioso sino all'omicidio di massa. Non esiste dunque un Islam moderato se non per tutti i politici imbecilli o folli che non tengono conto di ciò. Il cosiddetto fondamentalismo islamico non è affatto una deviazione dal Corano, ma, al contrario, una letterale applicazione di esso. Di un libro scritto da un pazzo analfabeta che si portava dietro uno scriba dettandogli ogni tanto delle frasi sconnesse dicendogli che gliele dettava Allah tramite l'arcangelo Gabriele. Il pensare che esista un'umanità che crede in simili folli è veramente scoraggiante circa il futuro di questa umanità. Io non credo nemmeno nelle favole dei vangeli. Ma almeno questi non predicano l'odio per i non convertiti. Gli animali non umani sono migliori di molta umanità, almeno perché, essendo naturali, e non culturali, non arrivano alla pazzia degli umani che uccidono anche per motivi religiosi.


arrestato il presunto killer: è il suo autista. nel 2006 l'assassinio di don santoro

Turchia, ucciso un vescovo italiano
Il Papa: «Sconcerto e dolore»

Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia, assassinato a coltellate a Iskenderun

arrestato il presunto killer: è il suo autista. nel 2006 l'assassinio di don santoro

Turchia, ucciso un vescovo italiano
Il Papa: «Sconcerto e dolore»

Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia, assassinato a coltellate a Iskenderun

Monsignor Luigi Padovese
Monsignor Luigi Padovese
MILANO - Ancora un sacerdote cattolico italiano ucciso in Turchia, a quattro anni dall'omicidio di don Santoro. Monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia e e presidente della Conferenza episcopale turca, è stato assassinato a coltellate a Iskenderun. L'alto prelato, 63 anni, è stato colpito a morte dall'autista nella sua abitazione. Il killer Murat Altun, è già stato arrestato: era da tempo «sotto cura psicologica», ha spiegato l'ambasciatore italiano in Turchia, Carlo Marsili. «Sapeva che Murat stava male: aveva paura a stare in casa con lui» hanno raccontato i familiari dell'alto prelato, che la scorsa settimana si trovava a Milano. «In base ai primi resoconti, l'omicidio di monsignor Luigi Padovese non ha un movente politico» ha fatto sapere il governatore della provincia turca di Hatay, Mehmet Celalettin Lekesiz.

Luigi Padovese Luigi Padovese Luigi Padovese Luigi Padovese Luigi Padovese Luigi Padovese Luigi Padovese Luigi Padovese

«FATTO ORRIBILE» - Padovese era stato nominato vicario dell'Anatolia l'11 ottobre 2004 e consacrato a Iskenderun il 7 novembre dello stesso anno. La Santa Sede ha parlato di «fatto orribile». «Siamo costernati» ha detto padre Federico Lombardi, portavoce del Vaticano. Lombardi ha riferito che il Papa «è stato informato» dell'assassinio di Padovese e ha espresso «grandissimo sconcerto e dolore». «Cio che è accaduto - ha aggiunto il portavoce della Santa Sede - è terribile, pensando anche ad altri fatti di sangue in Turchia, come l'omicidio alcuni anni fa di don Santoro». «Preghiamo - ha aggiunto - perché il Signore lo ricompensi del suo grande servizio per la Chiesa e perchè i cristiani non si scoraggino e, seguendo la sua testimonianza così forte, continuino a professare la loro fede nella regione». «Mentre deploriamo il barbaro assassinio - scrivono i vertici della Cei, monsignor Angelo Bagnasco e monsignor Mariano Crociata - ci uniamo al dolore dei fedeli si codesta chiesa che ancora una volta viene provata così duramente ed esprimiamo la più sentita vicinanza e solidarietà nostra e dell’intero episcopato italiano».

IN PARTENZE PER CIPRO PER ACCOGLIERE IL PAPA - Padovese avrebbe dovuto partecipare, da venerdì, alla visita del Papa a Cipro (visita che non subirà, fanno sapere dal Vaticano, alcun cambiamento): il vicario apostolico in Anatolia avrebbe dovuto ricevere da Benedetto XVI, insieme agli altri responsabili e patriarchi cattolici della regione, il documento preparatorio del prossimo Sinodo sul Medio Oriente, in cui si parla anche delle violenze contro i cristiani.

IL PROFILO - Religioso cappuccino, monsignor Padovese era nato a Milano il 31 marzo del 1947. Il 16 giugno del 1973 fu ordinato sacerdote. È stato professore titolare della cattedra di Patristica alla Pontificia Università dell'Antonianum e per sedici anni direttore dell'Istituto di Spiritualità nella medesima università. Ha ricoperto una cattedra anche alla Pontificia Università Gregoriana e alla Pontificia Accademia Alfonsiana. Per 10 anni è stato poi visitatore del Collegio Orientale di Roma per la Congregazione delle Chiese Orientali. Consulente della Congregazione per le Cause dei Santi. L'11 ottobre 2004 la nomina a vicario apostolico dell'Anatolia e a vescovo titolare di Monteverde. È stato consacrato a Iskenderun il 7 novembre dello stesso anno. Nel 2006 Padovese ha celebrato i funerali di don Andrea Santoro, ucciso nel 2006 a Trebisonda.

Redazione online
03 giugno 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA

giovedì 3 giugno 2010

GLI ARROGANTI PADRONI DELLA GIUSTIZIA

I SOLITI ARROGANTI CHE SI CREDONO PADRONI DELLA GIUSTIZIA E VOGLIONO CONTINUARE A RITENERSI AL DI SOPRA DELLA LEGGE PER CONSERVARE I LORO PRIVILEGI DI CASTA ANCHE QUANDO FANNO SENTENZE PALESEMENTE ABERRANTI SOTTRAENDOSI AL RISARCIMENTO DEI DANNI. NON HANNO MAI SAPUTO SCIOPERARE PER CHIEDERE UNA VERA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA (SOPRATTUTTO CIVILE) CON UNA RIFORMA DEL CODICE DI PROCEDURA CIVILE CHE IMPEDISCA CHE ESSA CONTINUI AD ESSERE DI FATTO INESISTENTE A CAUSA DEI TEMPI GEOLOGICI IN CUI ESSA E' IMPANTANATA. SE NE FREGANO. TANTO METTONO LE CAUSE IN CODA E UNO PUO' ANCHE MORIRE ASPETTANDO. SI PENSI CHE IL LORO COSIDDETTO ORGANO DI CONTROLLO (CSM) é ELETTO DAI CONTROLLATI.NON ESISTE ALTRO ASSURDO COME QUESTO NELL'AMMINISTRAZIONE STATALE. RITENGONO CHE UNA DECURTAZIONE DEL 5% DELLO STIPENDIO, QUANDO SUPERI I 90.000 euro, SIA UN ATTACCO ALL'INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA. HO RAGIONE NEL DEFINIRE IL CSM CORPORAZIONE DI STAMPO MAFIOSO. LIBERIAMOCI DI QUESTA MAFIA SOTTOPONENDO I GIUDICI A PROCEDIMENTI DISCIPLINARI CHE OGGI NON ESISTONO PERCHE' I GIUDICANTI SONO ELETTI DAI GIUDICATI INVECE CHE DA UNA COMMISSIONE ESTERNA DI GIURISTI. I GIUDICI NON SONO STUDIOSI, MA MANOVALI DEL DIRITTO. LA LEGGE CONSENTE LORO DI NON APRIRE PIU' UN LIBRO DI DIRITTO DAL MOMENTO IN CUI ENTRANO IN MAGISTRATURA, MAGARI FORTUNOSAMENTE CON CONCORSO. AVANZANO DI CARRIERA PER SOLA ANZIANITA' SENZA ALCUN REALE CONTROLLO DELLA LORO PREPARAZIONE. INFATTI NON POSSONO GIUDICARSI DA SE' SE UN COMUNE AVVOCATO CHE SIA SPECIALIZZATO IN UNA PARTICOLARE MATERIA NE SA SEMPRE PIU' DI UN GIUDICE, CHE LA LEGGE ABILITA AD ESSERE UN TUTTOLOGO, CIOE' UN IGNORANTE.



Toghe in sciopero contro la manovra
Il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara
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L'Anm protesta, braccia incrociate
"Penalizzati dai tagli del governo,
devono colpire l'evasione fiscale"
ROMA
Sciopero di tutti i magistrati contro gli effetti della manovra varata dal governo, che contiene misure «ingiustamente punitive». Lo ha deciso la giunta dell’Anm. Tempi e modalità dell’astensione dal lavoro delle toghe saranno decisi sabato dal "parlamentino" del sindacato delle toghe. Il "pacchetto" che i vertici dell’Anm proporranno tra due giorni al comitato direttivo centrale prevede anche giornate di protesta e mobilitazione con «sospensione delle attività di supplenza».

I magistrati, si legge nel documento della Giunta del sindacato delle toghe, «sono consapevoli della crisi economica in cui versa il Paese e non intendono sottrarsi al loro dovere di cittadini e di contribuenti, ma devono denunciare che le misure approvate dal Governo sono ingiustamente punitive nei loro confronti e di tutto il settore pubblico: è inaccettabile - rileva l’Anm - essere considerati non una risorsa, ma un costo o addirittura uno spreco per la giustizia».

La manovra varata dal Governo, infatti, secondo l’Associazione magistrati, «incide unicamente sul pubblico impiego, senza colpire gli evasori fiscali (già beneficiati da numerosi condoni), i patrimoni illeciti, le grandi rendite e le ricchezze del settore privato, paralizza l’intero sistema giudiziario e scredita e mortifica il personale amministrativo, svilisce la dignità della funzione giudiziaria e mina l’indipendenza e l’autonomia della magistratura» ed «incide in misura rilevante sulle retribuzioni dei magistrati nella prima fase della carriera, soprattutto dei più giovani che subiscono una riduzione di stipendio fino al 30 per cento». Questo, in particolare, «significherà allontanare i giovani dalla magistratura», osserva il sindacato delle toghe, secondo il quzale la manovra «colpisce in maniera iniqua, indiscriminata e casuale». Ad esempio, sottolinea l’Anm, «un pubblico dipendente (magistrato o altro funzionario) con uno stipendio lordo di 150mila euro subirà un taglio di stipendio di 3mila euro lordi l’anno (cioè il 2% dello stipendio), mentre un magistrato di prima nomina con uno stipendio lordo di circa 40mila euro subirà tagli complessivi per circa 10mila euro lordi l’anno ».

Contro la manovra, tutte le magistrature saranno unite in una «comune iniziativa di astensione»: lo sciopero, si legge ancora in un documento del Comitato Intermagistrature, sarà effettuato secondo le modalità e i tempi previsti dai rispettivi codici di autoregolamentazione, ma con il costante coordinamento tra le diverse associazioni«.

Il Comitato, infatti, ribadisce «l’assoluta contrarietà alle misure eccessivamente penalizzanti per i magistrati contenute nel decreto legge che, invece, non incide su alcuna delle fonti di spreco delle risorse del settore più volte segnalate. Partecipare consapevolmente allo sforzo di risanamento richiesto al Paese non significa accettare tagli iniqui alle retribuzioni e un’ulteriore destrutturazione del servizio giustizia».

L’Associazione nazionale magistrati, in particolare, chiede al Governo «interventi strutturali che consentirebbero di ridurre le spese nel settore giustizia e di recuperare risorse per lo Stato», secondo le proposte più volte avanzate dalla magistratura associata: tra queste, la soppressione dei piccoli Tribunali, delle sezioni distaccate di Tribunale e della metà degli Uffici del Giudice di pace, «misure che - osserva l’Anm - consentirebbero di risparmiare, a regime, decine di milioni di euro», nonchè il «recupero delle pene pecuniarie e delle spese di giustizia, circa 1 miliardo di euro l’anno» e «la sospensione dei processi con imputati irreperibili (che costano decine di milioni di euro solo per il pagamento delle spese di patrocinio)».

I magistrati, infine, intendono «denunciare all’opinione pubblica e al Paese le gravi disfunzioni del sistema giudiziario, rappresentando le attività di supplenza di cui si fanno carico quotidianamente nell’interesse dei cittadini».






martedì 1 giugno 2010

DI FRONTE A TANTO ORRIDO SOLO LA PENA DI MORTE

Non è possibile che un simile subanimale (che se fosse bestiale non sarebbe stato capace di arrivare a tanto orrido) possa continuare a vivere.SIMILI INDIVIDUI DEBBONO ESSERE ELIMINATI DALLA SOCIETA'.

31/5/2010 (10:56) - TRAGEDIA FAMILIARE
Verona, ventenne fa a pezzi il padre
e lo butta nella spazzatura
In tutto la polizia scientifica ha repertato cinque pezzi di cadavere
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Il ragazzo ha confessato il delitto
a causa di una lite per la partita
L'allarme dai vicini per la puzza
che veniva da un bidone in garage
VERONA
È stata la puzza terribile che proveniva dal garage a insospettire i vicini di casa della famiglia Zorzi spingendoli a chiamare la Polizia, anche alla luce del fatto che da qualche giorno da quella casa, dove le liti erano all’ordine del giorno, veniva solo uno strano silenzio. C’è voluto poco affinchè gli uomini delle forze dell’ordine si accorgerssero che nel bidone del rifiuto umido, da cui alcuni vicini esasperati dall’odoraccio avevano intanto estratto dei resti non identificabili come umani, vi erano parti di un corpo umano.

In tutto la scientifica ha repertato cinque pezzi di cadavere: in parte con ancora addosso degli indumenti. Verificato, anche sulla base della confessione di Piergiorgio Zorzi, che si trattava del cadavere smembrato del padre, l’attenzione degli inquirenti è volta a ricostruire l’ambiente familiare in cui la tragedia è maturata, il motivo che ha spinto un giovane di 21 anni a compiere, impugnando una sega, lo smembramento del corpo del padre dopo averlo ucciso.

Secondo i vicini del palazzone della zona di San Massimo, periferia veronese, le liti erano normale routine in quella casa dove il padre non riusciva a rassegnarsi al fatto che il figlio avesse problemi di dipendenze, per cui era stato in comunità, e che fosse senza una occupazione fissa. A peggiorare la situazione di disagio familiare la grave malattia di cui soffriva la madre del giovane, Angela Zorzi affetta da sclerosi multipla. Un delitto quindi maturato in ambito di degrado in un periodo in cui padre e figlio erano rimasti soli in casa dato che la moglie si sarebbe allontanata qualche giorno per far visita alla madre.

Una ricostruzione fredda è quella che Piergiorgio Zorzi ha fatto agli inquirenti dell’omicidio del padre Giorgio. L’ira del 21enne si è scatenata lo scorso 22 maggio: in tv la partita con l’Inter che si aggiudicava una storica tripletta nella stanza accanto un genitore che chiedeva un volume più consono all’ora serale.

Per tutta risposta il figlio della vittima ha reagito prima con due pugni al volto, violentissimi, e poi menando fendenti al padre. Secondo quanto confessato, il giovane avrebbe prima tentato di sgozzare il padre con un primo coltello ma poi, dato che l’arma si sarebbe rivelata insufficiente, allora ecco comparire sulla scena del delitto un coltellaccio da cucina che prima è stato usato per portare un fendente alla gola e poi al fianco.

Sanguinante ed ancora vivo l’uomo colpito dal figlio si è trascinato fino al telefono della stanza da letto. È li che improvvisamente è ricomparso il figlio che ha atteso che il genitore, oramai senza forze, perisse tra atroci sofferenze. Con il cadavere del padre nella stanza accanto il giovane ha raccontato di essere andato a dormire e, il giorno seguente, di aver architettato come sbarazzarsi del corpo.

Un primo tentativo sarebbe stato fatto con il bidone dell’immondizia dove si ripongono ramaglie e sterpi ma il corpo, troppo grande, non passava e perciò ecco nascere l’idea di tagliare gli arti, nello specifico le gambe, usando un seghetto. Completata l’opera i resti sono stati infilati, avvolti in teli, nel bidone. Con discrezione poi il ragazzo ha trascinato il tutto in garage. Dopo nove giorni di decomposizione il puzzo nauseabondo sprigionati dai poveri resti dell’uomo, ha messo in allarme il vicinato portando la Polizia di Verona ad intervenire.