domenica 26 luglio 2009

Responsabilità del prosciutto

Se i vegetariani non avessero da temere anch'essi di essere contagiati dalla peste suina vi sarebbe da augurare la peste suina a tutti coloro che non rinunciano al prosciutto favorendo la crudeltà degli allevamenti di morte dei poveri maiali. Sono gli uomini la causa delle malattie che si attribuiscono a tutti gli animali che vivono costretti in angusti spazi privandoli di una vita normale in un ambiente naturale.Ti piace il prosciutto? E allora ti meriti la peste suina perché la vera peste parte da te che ne sei, anche se indirettamente, la causa. Prima la mucca pazza dando ai bovini ossa ridotte in polvere, trasformando erbivori in carnivori. Poi l'epidemia aviaria partita anch'essa da allevamenti contro natura. Ora la peste suina. L'uomo carnivoro viola le leggi della natura. Eppure ha detto più volte Umberto Veronesi (vegetariano) che la carne è cancerogena. Il cancro e non la peste suina dovrebbero avere tutti quelli che favoriscono la crudeltà degli allevamenti di morte. Quando compri le uova accertati dal timbro che siano di galline che vivano libere e all'aperto, non chiuse in gabbia o in capannoni dove, non vedendo mai la luce del sole, vengono ammassate sotto una luce artificiale che altera il ciclo biologico trasformando crudelmente una giornata di 24 ore in una di 12 ore in modo che sia maggiore la produzone di uova e minore il tempo dello sviluppo e dell'ingrassamento. E ricordati che negli allevamenti "intensivi" vengono dati agli animali antibiotici per uso veterinario. Cosicché, quando mangi carne, ingerisci ogni volta una dose di antibiotico per uso veterinario. Non lamentarti poi delle malattie conseguenti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dal punto di vista logico il suo ragionamento non fa una grinza. Io, dal canto mio, sto provando a modificare la mia alimentazione evitando di mangiare qualunque prodotto di carne o di pesce ma, sinceramente, la cosa non è affatto facile. Perchè modificare la propria alimentazione in questo senso significa impiegare un tempo che a volte non si ha, e dover avere a che fare con un mondo (quello degli alimenti biologici, naturali e basati sul non sfruttamento degli animali) che oggi trova ancora pochissimo spazio. Per non parlare dei prezzi di questi alimenti, che sono improponibili. E per non parlare della cultura imperante, che ci trasmette ogni giorno immagini di cuochi che senza fare una grinza maneggiano prosciutti, bisteccone e cosciotti di agnello.