domenica 7 marzo 2010

IL PASTICCIO DELLE ELEZIONI. SCHIFO A DESTRA E A SINISTRA: SOLUZIONE

Premesso che chi scrive non vota più dal 1994 perché non ne può più di questa falsa democrazia (di merda) cosiddetta rappresentativa, mentre non rappresenta se non la volontà dei cercatori di poltrone, che, una volta eletti, sono liberi da qualsiasi vincolo di mandato (come permette la stessa Costituzione, ormai vecchia e superata), bisogna riconoscere che fanno schifo tutti. Da una parte la (falsa) destra che per giustificare i pasticci che ha fatto nella presentazione delle liste in Lombardia e nel Lazio si ripara dietro il diritto dei cittadini di non essere privati del diritto di voto (e ciò è teoricamente giusto), dall'altra la (falsa) sinistra che indecentemente si richiama ai formalismi di legge per avere una vittoria a tavolino escludendo dalle votazioni la destra, non capendo che essa stessa dovrebbe avere interesse ad una competizione elettorale non falsata dall'assenza della lista avversaria (nemica). La sinistra, a incominciare da un fanatico Di Pietro, avrebbe il coraggio di governare in due regioni dopo avere eliminato a tavolino l'avversario. Per questa sinistra va tutto bene purché venga eliminato anche a priori il nemico. Una sinistra da schifo. Dall'altra una destra che rivendica solo per sé il diritto dei cittadini di votare perché certamente un elettore di destra non darebbe il voto all'unica lista rimasta in gara, quella di sinistra. Ma ci si domandi se questa destra si sarebbe mossa con un decreto legge per salvare una lista minore indipendente dai due blocchi opposti. MANCO PER SOGNO. Questo dimostra che qui non si è trattato di difendere la democrazia ma gli interessi di un blocco forte che se ne sarebbe strafregato di una lista minoritaria che si fosse trovata nelle stesse condizioni.

Contro questa sporca politica vi è un solo rimedio. Bisogna con tutte le forze arrivare ad una modifica della Costituzione falsamente democratica, che permette solo un referendum abrogativo di una legge già esistente, ma non permette un referendum propositivo su una legge di iniziativa popolare (con 50.000 firme), perché poi la legge proposta dovrebbe passare attraverso le pastoie di un parlamento falsamente rappresentativo. Perché si tratta di un parlamento diviso in consorterie di partiti interessati a conservare solo le loro poltrone. Viviamo in una dittatura mascherata da democrazia. COME USCIRNE? Prima di tutto bisognerebbe proporre una legge di iniziativa popolare che, anche non modificando la Costituzione (passo che sarebbe successivo), prevedesse una RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI IN PROPORZIONE AL NUMERO DEI NON VOTANTI (fatta salva una soglia fisiologica del 15%, massimo 20%) di non votanti. In questo modo un numero di non votanti che superasse la suddetta soglia farebbe diminuire il numero dei parassiti che siedono in parlamento per fare le cariatidi, essendo solo marionette manovrate dai caporioni dei partiti (le solite facce che vedete tutti alla TV). La palude prende ordini da queste solite facce, che, costituendo l'oligarchia che comanda, si spacciano come difensori della democrazia, mentre sono difensori del loro potere personale. Non vi fanno schifo tutti questi individui che, massa di ignoranti, hanno ridotto la politica ad un sistema dittatoriale facendo ciò che vogliono senza che gli elettori li possano controllare bastonandoli almeno nel numero delle poltrone, che essi continuerebbero ad avere anche se andasse a votare solo il 20%? ORA BASTA CON QUESTA FALSA DEMOCRAZIA. Bisogna controllare questa gentaccia che ci comanda. E l'unica arma è togliere loro le poltrone. Allora finalmente si sentirebbero controllati e li avremmo in pugno togliendo loro l'arroganza che hanno appena occupano le poltrone. Bisogna che nasca dal basso una volontà trasversale per iniziare con una proposta di legge di iniziativa popolare in tal senso. Allora i partiti getterebbero la maschera se si pronunciassero contro la riduzione delle poltrone sulla base dell'istituzione DEL PARTITO DEI NON VOTANTI. Ciascun candidato alle elezioni dovrebbe dichiarare se sia o non favorevole alla riduzione del numero degli eletti come spiegato. E l'elettore bastonerebbe tutti coloro che si pronunciassero contro tale riduzione negando ad essi il voto. Perché anche il non voto deve essere espressione di volontà politica, di cui bisogna democraticamente tener conto.

Chi non è d'accordo con ciò che ho detto è complice di questa DEMOCRAZIA DI MERDA in cui viviamo.

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