martedì 28 dicembre 2010

AD UNA TUTTORA ANTIQUATA DOCENTE UNIVERSITARIA DI FILOSOFIA MORALE DI CUI FUI COLLEGA DI STANZA ALL'UNIVERSITA'

A GABRIELLA BAPTIST (baptist@unica.it)

tutta la tua filosofia morale non serve di certo a combattere la malattia mortale della Terra che è l'antropocentrismo. Si vede da tutti i filosofi a cui ti sei interessata, ricca di erudizione e vuota di pensiero critico. Sei rimasta nell'ambito circoscritto delle riviste specializzate a conferma che i filosofi continuano a vivere fuori del mondo, nel chiuso delle Università, mentre il mondo passa sopra la loro testa fregandosene di essi. Avresti dovuto imparare almeno la lezione di Max Weber secondo cui esisterà sempre un "conflitto mortale tra valori morali". La filosofia morale non dovrebbe nemmeno più esistere se non come storia della filosofia morale essendo i valori morali espressione di tradizioni culturali (locali) o i valori dei vincitori. Anche i nazisti avevano i loro valori morali, che non si sono imposti perché hanno perso la guerra. Pretendere che esistano valori morali universali significa rimanere entro la pattumiera della filosofia accademica, che serve soltanto per acquisire titoli dentro le Università. Chi spreca ancora del tempo nel continuare a studiare Hegel (senza nemmeno avvedersi che su filosofi come Hegel bisognerebbe sputare addosso per avere alimentato una follia antropocentrica con lo Spirito assoluto incarnatosi nella sua filosofia), chi spreca tempo dedicandolo a degli stronzi come Nancy o Derrida (il decostruzionista che non si accorse che le sue stronzate decostruivano anche lui in una congerie di contraddizioni), chi spreca tempo, insomma, dedicandolo a filosofastri ignoranti che prescindono completamente dalle conoscenze scientifiche (soprattutto della cosmologia e della biologia evoluzionistica, entro cui deve radicarsi il discorso sulla natura umana per evitare la retorica antropocentrica dei valori morali e la solita nauseante cantilena del dialogo tra culture) continuerà a dire e a scrivere solo stronzate (Harry G. Frankfurt, Stronzate, Rizzoli 2995). La filosofia morale deve cessare di esistere in quanto è una contraddizione in termini. Può esistere solo una storia della filosofia morale come storia delle dottrine morali, che hanno fatto il loro tempo e debbono essere chiuse nel museo archeologico della filosofia. Con la filosofia morale non si uscirà mai dal relativismo delle concezioni morali. Ma questo ancora non entra in testa ai filosofi e ai ripetitori di idee altrui come te. Di tutta la filosofia degli ultimi decenni (per non risalire oltre nel tempo) salvo soltanto Robert Nozick (Anarchia, Stato e Utopia, 1974) perché fu l'unico a capire che senza il diritto naturale ogni concezione filosofica scade nel relativismo dei valori morali. E coerentemente Nozick capì che il diritto naturale, in quanto naturale, non può essere della sola natura umana. Da qui le pagine (anche se poche) dedicate al diritto naturale degli animali non umani, che per te, imbevuta di filosofia antropocentrica (da W.C.) pare non esistano nemmeno. I filosofastri di oggi avrebbero bisogno di un clistere di diritto naturale, sperando che entri loro da un'altra parte ciò che non entra ad essi in testa (come nella tua). La violenza umana nasce proprio dalla pretesa che l'uomo abbia una superiorità in quanto scaturente da valori morali che gli animali non umani non hanno. Ma i filosofastri non capiscono che la maggior parte dell'umanità sarebbe migliore se fosse "bestiale". Il termine "bestia" tradisce la separazione dell'uomo dalla natura, e i "valori morali" alimentano questa folle concezione perpetuando i luoghi comuni del linguaggio morale, che fa ancora appello alla "dignità della persona umana", mentre gli animali non umani sono molto migliori di molta umanità perché i predatori non uccidono per crudeltà ma soltanto per motivi di sopravvivenza (in base al diritto naturale, da cui discendono il diritto alla vita, e nell'uomo alla libertà di pensiero). Quando hai scritto su Kant non ti ha mai sfiorato la contraddizione in cui egli è caduto pur avendo avuto la pretesa di distinguere tra diritto e morale (Metafisica dei costumi). Egli ha fondato il diritto naturale (come tutti i giusnaturalisti moderni) sulla ragione, più precisamente sul postulato morale della libertà, riconoscendo così che il diritto naturale riguarda solo l'uomo in quanto soggetto morale. CHE CONFUSIONE! Di cui non ti sei minimamente accorta perché ammalata anche tu dell'antropocentrismo dei valori morali. Il diritto naturale sfugge alla legge di Hume secondo cui non si può trarre il dover essere dall'essere. Infatti il diritto naturale non si confonde con la morale perché esprime la legge NATURALE della tendenza di ogni organismo alla propria autoconservazione, in analogia con il primo principio della dinamica (vai a ripassartelo). Ma nonostante l'identificazione del diritto naturale con il diritto della ragione i giusnaturalisti moderni avevano distinto tra diritto (con i relativi doveri perfetti) e morale (con i relativi doveri imperfetti, che non possono essere imposti con la legge, come avviene oggi nella politica del buonismo e nella mente corrotta di tutte le merdacce filosofiche odierne che hai studiato). Hobbes (De cive, I, 8) e Spinoza (Trattato teologico-politico, XVI) con il suo concetto di conatus (Etica, III, prop.VIII) si avvicinarono al concetto di diritto naturale inteso come diritto all'autoconservazione, ma peccarono per eccesso estendendo il diritto della forza oltre i limiti della necessità di conservare il proprio essere (come nella catena preda-predatore) e confusero la violenza interspecifica, funzionale alla conservazione delle specie, con la violenza intraspecifica di cui solo l'uomo è capace per ragioni culturali e non naturali, anche a causa di una guerra tra valori morali (come nelle guerre di religione). Se vuoi purificarti il cervello vai a studiare i presocratici e i neoplatonici come Plutarco e Porfirio, sostituendo con essi tutta la robaccia di cui sinora ti sei occupata. O ignorante di conoscenze scientiche! Quando sarebbero sorti i valori morali nell'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita? L'homo sapiens sapiens di 100.000 anni fa (per non parlare dei precedenti homo abilis e homo erectus, di qualche milione di anni fa) aveva già dei valori morali? In natura non esistono valori morali. Esiste solo il diritto naturale all'autoconservazione, a cui si avvicinò persino un S. Tomaso riprendendo la definizione di Ulpiano (il diritto naturale è il diritto che la natura ha insegnato a tutti gli animali). Oggi anche i filosofi laici non sono migliori dei filosofi cristiani nel loro alimentare una scissione tra uomo e natura. Tutti i guasti ambientali nascono da una concezione antropocentrica (biblica anche per i non credenti) del dominio dell'uomo sulla natura, che porta a credere che gli animali non abbiano alcun diritto, nonostante la comune origine di tutte le forme di vita. Il diritto naturale o è di tutti gli animali o è di nessuno. Il limite del diritto naturale di uno è il diritto naturale di un altro alla sua autoconservazione. Tra tutti i filosofi contemporanei (tutti antropocentrici) il meno antropocentrico fu Heidegger . Ma perché? Perchè andando alla fonte perduta del pensiero occidentale (che è quello presocratico) capì che l'uomo non poteva considerarsi padrone della Terra, ma al massimo custode di essa. La fonte della violenza umana nasce dall'antropocentrismo, "che fa violenza alla Terra e la trascina nell'esaustione ponedola sotto il dominio della volontà di volontà, che rende manifesta l'insensatezza dell'agire umano posto come assoluto" (Heidegger, Saggi e discorsi). Avrei altre cose da aggiungere ma può bastare questo perché ti ripulisca il cervello dalle stronzate dei valori morali. Ho il sito www.ordineliberale.org con cui è collegato il mio blog pietromelis.blogspot.com

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