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Sono l'istituzione più squalificata in Italia. Nell'ultimo sondaggio risulta che solo il 38% si dichiara non contraria a tale istituzione nonostante il pantano in cui la giustizia oggi si trova per colpa dei giudici. Ne so io qualcosa per avere subito un processo CIVILE durato 25 anni. Soprattutto una giudice di Corte d'Appello, Donatella Aru, che per ciò che ha scritto dovrebbe essere indagata per fondato sospetto di corruzione a causa di una collusione con il liquidatore. Oltre la Cassazione una reale riforma della giustizia dovrebbe portare in Italia la Corte di giustizia europea, a cui sono ricorso, perché rimane pur sempre una Corte straniera, anche se formata da giuristi (studiosi del diritto) e non da giudici togati (manovali del diritto), come dovrebbe essere la stessa Corte tradotta in Italia per avere un potere superiore a quello della Cassazione, come lo ha la Corte Europea. I giudici togati dovrebbero sentire sopra la loro testa una Corte composta da giuristi e non da giudici togati. Perderebbero la loro spocchia per il loro non sentirsi più padroni della giustizia.
Questa donna ha scritto che avevo aperto un giudizio ordinario per chiedere la rimozione della nomina del liquidatore perché non vi era nemmeno un motivo che potesse giustificare la nomina del liquidatore di una società in cui avevo il 66% delle quote ed era stata sempre in attivo. Ebbene, poche pagine dopo mi ha rimproverato di non avere promosso un giudizio ordinario per chiedere la rimozione della nomina del liquidatore, nominato su richiesta di due pseudo fratelli che mi volevano costringere a vendere per sanare i loro debiti PERSONALI, convolgendo per questo la società che era stata sempre in attivo e conseguiva l'oggetto della società anche contro la volontà dei due soci di minoranza. Come può essere definito un giudice se non fuori di testa perché poche pagine dopo asserisce il contrario di ciò che aveva scritto poche pagine prima? Un'altra giudice, Tiziana Marogna, aveva rigettato la mia domanda di rimozione della nomina del liquidatore perché scrisse in una ordinanza che mi sarei dovuto rivolgere alla Cassazione. Vigeva in Cassazione una giurisprudenza minoritaria che le dava ragione ma ignorando colpevolmente che vi era una giurisprudenza altamente maggioritaria che diceva che mi sarei dovuto rivolgere al Tribunale, come avevo fatto. E a ridosso dell'ordinanza (11 novembre 1997) l'ultima sentenza della Cassazione su tale argomento (2 dicembre 1996, n. 10718) dava ragione a me. Orbene, come può essere definito un giudice come la Donatella Aru, che, anche per difendere la sua collega, giustificò l'ordinanza nonostante che nella sentenza avesse scritto che la Cassazione a Sezioni Unite nel 2002 aveva cancellato la giurisprudenza minoritaria? L'ha citata ma non ne ha tenuto conto. Come può essere definito un giudice come la Donatella Aru che non ha avuto alcunché da ribattere al giudice del tribunale Mario Farina che incredibilmente ritenne che fosse valida la notifica del bilancio con annessa la parcella di 166 milioni di lire avvenuta nel febbraio del 1998 dopo la revoca della nomina del liquidatore avvenuta nel mese di dicembre 1997 perché il Farina scrisse che il liquidatore poteva pensare in buona fede di essere ancora liquidatore? Roba da matti. Come può essere definito un giudice che non ha tenuto conto nemmeno della sentenza della stessa Corte d'Appello che nel gennaio del 2001 aveva dichiarato nulla la sentenza del tribunale che mi aveva revocato dalla carica di amministratore, con la conseguenza che io ero stato sempre amministratore, e pertanto, anche per questo motivo, non poteva ritenersi valida la nomina del liquidatore non potendo sussistere insieme l'amministratore e il liquidatore? Come può essere definito un giudice come la Donatella Aru che ha riempito la sentenza con sentenze della Cassazione senza mai accorgersi che erano tutte favorevoli a me? Incredibile ma vero. Come può essere definito un giudice che rigetta l'actio nullitatis con la domanda di nullità del processo (per assenza in giudizio della società, litiscosorte necessaria) scrivendo che bastava l'art. 742 C.P.C.? L'art. 742 riguarda un provvedimento camerale che non può mai dare luogo a un giudicato perché tale provvedimento può essere sempre rimosso senza limiti di tempo, facendo salvi i diritti dei terzi in buona fede. Come può essere definito un giudice che scrive che io non potevo oppormi alla liquidazione stante la volontà di due soci di minoranza? Veramente incredibile. La Donatella Aru ha scritto che il liquidatore era stato nominato anche con la mia volontà. Terribile. Terribile. Come può definirsi un giudice come la Donatella Aru che ha ritenuto privo di valore il decreto del presidente del tribunale che in data 2 dicembre 1997 aveva revocato la nomina del liquidatore perché occorreva l'unanimità dei soci mentre il presidente del tribunale Antonio Porcella aveva riconosciuto in base ai verbali di udienza che il liquidatore era stato nominato contro la mia volontà, per di più contro la volontà del socio di maggioranza al 66%? Avrete già capito che costei, se non è perseguibile per corruzione a causa del fondato sospetto che tutti i giudici per cui ero passato fossero collusi con il liquidatore, meriterebbe di essere licenziata a causa di tutte le documentate falsità in una sentenza piena di contraddizioni e affermazioni palesemente aberranti. Ho pronto l'esposto che a termini di legge deve essere indirizzato al ministro della giustizia. Se non l'ho ancora presentato dipende dal fatto che debbo fare fotocopia di tutti i 40 documenti. L'incapacità di rispettare la logica è più grave dell'ignoranza. Dal momento in cui mettono piede in un tribunale fanno carriera per sola anzianità. E non pagano mai di tasca propria quando facciano sentenze palesemente aberranti. Sono deluso a causa del fatto che il ministro Nordio nulla abbia ancora detto sulla responsabilità dei giudici quando facciano sentenze palesemente aberranti. Un giudice può rimanere tutta la vita in Tribunale (nel mio caso un Vincenzo Aquaro) e tuttavia andare in pensione con il titolo di consigliere della Cassazione. Capite a che assurdo si arriva?