lunedì 6 settembre 2010

GLI ISLAMICI: SE LI CONOSCI LI EVITI (COME L'AIDS)

Ho avuto l'impressione che nei commenti al post dell'1 settembre mi scrivesse un islamico, per cui avevo pensato di lasciar perdere perché non sopporto nemmeno di avere contatti con islamici. Tempo perso se credono nel Corano, quell'orrido libro che è la maggiore disgrazia della storia.
Ma costui mi ha lasciato (non so perché) l'indirizzo del blog di Paolo Franceschetti , che, ho scoperto (se non sbaglio), ha simpatie per il buddismo. Se si tratta di un islamico sarà la prima ed ultima volta che replico. E lo faccio pensando di rivolgermi , non ad un islamico (con cui non si può ragionare e con cui sarebbe tempo perso), ma a tutti.
E' troppo facile dire che bisogna contestualizzare certe frasi. Allora si dica che tutte le frasi che io ho raccolto nel mio florilegio del Corano del 20 ottobre 2009 non valgono più. In effetti ciò che sta succedendo nel mondo da quasi 10 anni conferma che i veri islamici sono i seguaci di Bin Laden e i talebani. Chi si fa esplodere causando delle vittime convinto di guadagnarsi l'ingresso in paradiso come martire rispetta esattamente il dettato del Corano di combattere tutti quelli che non si piegano a quanto scritto in esso nella predicazione della violenza. L'islamismo è contrario ad ogni norma della ragione come provato dal fatto che negli Stati islamici non è permessa la libera predicazione di una religione che non sia quella islamica. Gheddafi ha avuto la libertà di dire (pazzescamente) che l'Europa si dovrebbe convertire all'islamismo. Ma se un cristiano andasse in Libia a dire che gli islamici debbono convertirsi al cristianesimo e distribuisse copie dei vangeli finirebbe male, come in ogni Stato islamico, persino in Turchia, dove sono stati ammazzati due preti. Uno Stato islamico non consente libertà di pensiero. Non vi è differenza in questo tra sunniti e sciiti. I quali si differenziano non tanto per diversità dottrinali quanto per il fatto che gli sciiti riconoscono come legittimo discendente di Maometto il suo cugino, assassinato. Essi si stanno massacrando tra loro in Iraq, dove prima i cristiani, con il laico Saddam Hussein (che aveva come vice primo ministro il cristiano Taraq Aziz) potevano vivere senza essere perseguitati come oggi. Bush, un vero criminale, e non Saddam Hussein, avrebbe dovuto essere impiccato.
A causa del Corano (e della conseguente irrazionalità da esso derivante) nessuna scoperta scientifica potrà venire dagli islamici, parassiti dell'Occidente laico per quanto riguarda l'importazione della tecnologia quale applicazione della ricerca scientifica. Non vi è una sola fabbrica che porti il marchio made in...(seguito dal nome di uno Stato islamico). In Iran per fabbricare una centrale nucleare si sono dovuti rivolgere alla Russia perché non sono capaci di costruirsela da sé. Gli Stati islamici sono costretti ad importare tutto dal mondo occidentalizzato, non essendo capaci di costruirsi niente da sé. Se non vi fosse il ricatto del petrolio l'Occidente potrebbe ridurre gli islamici allo stato di natura.
E non si parli della cosiddetta civiltà araba, che fu dovuta unicamente ai cristiani nestoriani della Persia, invasa dagli arabi, che non impararono mai il greco e si fecero tradurre dai nestoriani dal greco all'arabo tutti i testi scientifici e filosofici dell'antichità greca.
I maggiori filosofi islamici furono l'aristotelico Averroè (che però era ateo e che dovette fuggire dalla Spagna in Marocco perché la plebe voleva linciarlo per il suo ateismo) e il neoplatonico Avicenna (che però non era arabo ma persiano alla corte di Baghdad).Tutti e due furono considerati fuori della religione coranica e della "cultura" islamica. Dopo avere copiato senza alcuna originalità dagli antichi greci gli arabi non ebbero più nulla da dire e scomparvero completamente dal mondo culturale. Ancor oggi essi sono costretti a credere nella favola di Adamo ed Eva (incredibile) mentre la stessa Chiesa cattolica ha riconosciuto la verità scientifica dell'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita. Vorrei che mi si facesse il nome di qualche Stato islamico in cui sia liberamente permesso di fare lezione su Darwin e di dire che ciò che sta scritto nel Corano è tutto un'invenzione partorita da un cervello malato di paranoia e di fanatismo di un analfabeta e che nulla vi è di vero in esso alla luce della scienza (cosmologia e biologia evoluzionistica). Finirebbe veramente male.
Ancor oggi l'islamismo non vuole fare i conti con la laicità come è dimostrato dal fatto che scrittori islamici cosiddetti moderati di fatto ripropongono un modello di società basata ancora sul Corano. Basti fare i nomi Alain Gresh, Tariq Ramadan, Ghaleb Bencheikh, Mohamed Talbi, Salah Eddine Ben Aid. Non si può discutere con chi ritiene che il Corano debba essere fondamento delle leggi di uno Stato.
Coloro che in Occidente parlano di un islam moderato sono dei disonesti perché in malafede. Se fossero in buonafede dovrebbero dire che molte frasi del Corano, come tutte quelle da me citate, sono superate e dunque non debbono essere più predicate nelle moschee perchè contrarie al nostro ordinamento giuridico, compreso il codice penale.
La differenza fondamentale tra ebrei ed islamici è che i primi sono passati nell'800 attraverso un processo di laicizzazione la cui conseguenza è stata che gli ebrei atei sono stati e sono ancora tra le maggiori intelligenze per i tanti contributi che essi hanno dato e danno in tutti campi (scienza, arte, filosofia), mentre gli islamici sanno dare solo manifestazioni di fanatismo. E gli ebrei credenti sono dei fanatici che per fortuna non fanno proselitismo. Sono gelosi del loro Jahweh. Se lo tengano stretto quel dio sanguinario di merda. Tanto non fa male a nessuno oggi, al contrario di Allah in cui pare che Jahweh si sia trasformato (uscendo dalla trinità cristiana in cui era stato costretto al silenzio dal Figlio, il Logos greco) per aggiungere disgraziatamente il proselitismo. Gli islamici non sarebbero mai capaci di prendere un premio Nobel per la scienza. Vi fu un'unica eccezione, il fisico pakistano Salam, che però era assimilato all'Occidente perché dirigeva il centro di ricerche nucleari di TRIESTE.
Gli islamici si sono condannati ad essere dei popoli inferiori. A causa del Corano. Si meritano ciò che non hanno.
In Israele si può scrivere e parlare contro anche il governo. E si ricordi che la Palestina è ebraica. Gli arabi sono stati solo invasori. Mi si dica quanti anni debbono passare perché un'invasione diventi fonte di diritto. Gli ebrei ebbero per un millennio uno Stato in Palestina, di cui furono privati con la violenza.
Quanto al diritto naturale, esso si è espresso soprattutto nel giusnaturalismo di Grozio, di Pufendorf, di Locke, di Leibniz, di Kant e del primo Fichte. Ma il paradosso è che nell'età moderna il diritto naturale, in contrasto con la rivoluzione scientifica che portò alla decentralizzazione della Terra, e perciò anche dell'uomo, diventò il diritto della ragione e non più, come in S. Tomaso il diritto all'autoconservazione, pur in una concezione gerarchica della natura. Così venne alimentato un'antiscientifico antropocentrismo, nonostante il materialismo dei philosophes francesi (La Mettrie, Helvetius, D'Holbach) e l'illuminismo deistico di Voltaire e materialistico di Diderot. Nell'800 il giusnaturalismo trovò la sua eclissi nello storicismo (a iniziare da Hegel) e nel convenzionalismo giuridico, rimanendo rifugiato nella dottrina cristiana, che però, contraddittoriamente, ereditò il concetto laico di diritto naturale come diritto della ragione, e perciò della sola natura umana. Oggi bisogna mettere d'accordo il diritto naturale con l'evoluzione biologica. E' ciò che non entra in testa ai filosofi d'oggi, che vanno ancora cianciando e blaterando di valori morali, che non esistono in natura, non avendo capito la lezione di Max Weber che non si uscirà mai la "conflitto mortale tra valori morali", cioè dal conflitto tra culture, essendo i valori morali i valori delle tradizioni o quelli dei vincitori. Il diritto naturale, da cui si ricava il diritto alla libertà, è metaculturale in quanto esprime la tendenza di ogni organismo alla sua auto-conservazione. Il sistema formalistico di Kelsen è autocontraddittorio, come rilevò il giurista Passerin D'Entreves. Esso implica infatti una norma fondamentale che lo stesso Kelsen ritenne di natura extra giuridica. Si può fare la stessa considerazione che faceva Goedel (ebreo) nel suo noto teorema di incompletezza. Nessun sistema formale può giustificarsi da sé. Esso deve giungere a dei principi che non sono ulteriormente dimostrabili. Ma Kelsen affidava alla volontà del legislatore la fonte della norma fondamentale, nel suo giuspositivismo, così giustificando, come gli fu obiettato, qualsiasi sistema, nazista o liberale. Ma non può esistere una democrazia (che Kelsen intendeva alla stregua di una procedura) senza fare riferimento a dei principi che non sono sottoponibili alla volontà della maggioranza. Tali sono i principi del liberalismo. Il paradosso di ogni costituzione che si definisca democratica (come la Costitituzione italiana) è che la sua prima parte (riguardante i principi) non poteva essere votata dall'assemblea costituente perché i principi non potevano dipendere dalla maggioranza dell'assemblea, essendo principi extra giuridici. Credo di essermi spiegato. Pertanto il primo articolo dovrebbe essere riscritto scrivendo: L'Italia è una Repubblica liberale fondata sul diritto naturale.
All'obiezione contro il diritto naturale, sulla base dell'esempio di un rottweiler che azzanna un bambino, si risponde dicendo che molte razze di cani non hanno un comportamento naturale proprio perché le razze canine sono il prodotto di una selezione operata dall'uomo, che ha voluto evidenziare e far risaltare determinate caratteristiche, anche in negativo. Se dipendesse da me razze come i rottweiler le porterei all'estinzione. D'altra parte, se dei randagi assaltano degli umani bisogna tener conto di ciò che ha detto il famoso etologo Danilo Mainardi. Sono quei bastardi di uomini che abbandonano i cani i responsabili di certi episodi giacché i randagi, dice Mainardi, sono la conseguenza dell'abbandono dei cani e sono costretti a vivere "in una zona grigia" in cui non sono più cani senza essere nemmeno lupi. Si sappia infatti che i lupi non assaltano mai l'uomo, di cui, al contrario, hanno paura. Le responsabilità sono sempre umane, di quella vera bestia che è l'uomo. Senza il diritto naturale tutto diventa convenzionale, e allora non esistono nemmeno i diritti umani e i "crimini contro l'umanità". Infatti su che cosa sarebbero fondati i diritti umani? Sul fatto di essere umani. Il che è una grande stronzata, nel senso di Harry G. Frankfurt (Stronzate, Rizzoli 2005). Le stronzate sono frasi prive di senso. Come dire "il dono della vita". La vita non si può donare a chi non esista (se non si vuole essere ridicoli dicendo che la si dona ad uno degli almeno 200 milioni di spermatozoi che arriva per primo all'ovulo. E di stronzate è piena la filosofia, a cominciare dalle stronzate dei valori morali, che alimentano una concezione antropocentrica, e perciò antiscientifica, della natura.

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