sabato 18 dicembre 2010

RACCONTO DI UNO CHE VIVE IN ARMONIA CON GLI ANIMALI, TURBATA DALLA GENIA SCHIFOSA DEI CACCIATORI

Un partecipante al forum Animali e dintorni del Corriere della sera (Beppe Giannelli) ha scritto quanto segue, che dovrebbe servire da esempio a tutti.

Vivere in campagna tra buoni e cattivi. Qualche giorno fa un collega lettore scriveva di quanto la caccia fosse la negazione della vita di campagna e per il rispetto alle specie viventi e per il rispetto alla specie umana che ci dimora.
Io vivo in campagna e lo faccio nel modo più completo e più tradizionale.
Allevo i miei animali, cani, gatti, galline, tortore e gazze, coltivo i miei ulivi, il mio frutteto, raccolgo la legna per il mio camino, a breve coltiverò anche il mio orto.
Il mio vivere in campagna è il simbolo della pace e dell'armonia.
Non c'è violenza nel mio vivere in campagna.
Accarezzo le mie galline anche quando affamate, mi beccano le mani e quando non mi fanno le uova.
Sono felice di sentire il canto del mio Remo ogni mattina, anche in quelle in cui vorrei riposare un po' di più.
Consento alle gazze e alle tortorelle libere di infiltrarsi nel mio pollaio a condividere le granaglie delle mie galline.
Sto attento alle rane che sbucano quando piove, proteggo talpe e topolini dai miei gatti e dai miei cani.
Cerco di essere il più delicato e il meno invasivo possibile anche nel potare gli alberi.

Ma qualcosa ogni tanto turba questa pace.

E' il rumore degli spari che le alte e robuste recinzione da me poste a protezione della mia pace, non riescono ad isolare.
E' la paura che quegli spari possano colpire i miei animali, la mia Matisse e la mia Keena e perché no, me stesso, e che possano colpire quei pochi uccellini che ancora non si sono rifugiati nella protezione della mia boscaglia.

Cosa cercano quegli esseri artificiali e violenti?
Perché sputano fuoco contro innocenti?
Qual' è la rabbia che agita i loro sonni e che sentono di dover scaricare contro gli altri innocenti?
Perché si avvicinano ai nostri caseggiati?
Chi mai potrà provare dolore e chi mai porterà loro soccorso se dovessero colpirsi tra di loro? Certamente nessuno tra i miei vicini.
Perché noi cittadini buoni che siamo maggioranza contro la caccia, non riusciamo ad impedire una tale barbarie?
Saluti dalla mia campagna innevata.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Che differenza c'è tra tirare il collo a una gallina, e sparare a un fagiano??io differenze non ne vedo, le motivazioni anticaccia di questo signore, sono molto simili a quelle di quei vicini di casa intolleranti, che vorrebbero vietare i cani nei condomini, solo perchè ogni tanto abbaiano.

fabio fontana ha detto...

Scusi anonimo

ma chi le ha detto o dove sta scritto che "questo signore" tiri il collo alle galline?

marialetizia ha detto...

Anonimo, voi entrate nella proprieta' altrui, sparacchiando a destra e manca, incuranti di mettere in pericolo persone e animali domestici, parcheggiate le vostre macchine sempre nelle proprieta' altrui, fate scorazzare i vostri cani fin sotto l'uscio di altri, recate disturbo sin dalle prime luci dell'alba con i vostri spari sotto casa, spargete bocconi avvelenati in primavera quando "ripopolate" i territori (non vostri) dove avete fatto piazza pulita in precedenza, di qualsiasi cosa si muova facendo strage di animali domestici e selvatici. I canili sono strapieni di cani da caccia da voi abbandonati quando non vi servono piu'. Siete prepotenti e maleducati quando qualcuno vi chiede di andare altrove. Entrate in casa di altri, a meno che non si abbiano i soldi per recintare (cosa impossibile) dei terreni appena un po'piu' estesi di un giardino e non vi si vuole attorno. Io rivendico il diritto di volere attorno a me gli animali selvatici VIVI! Mi fa piacere cosi'. Non venendo a casa vostra a rompervi le scatole gradirei la stessa cosa fosse fatta a casa mia. Spero che il progetto di legge che permettera' ai privati di decidere se vogliono o meno i cacciatori nelle loro proprieta' passi al piu' presto. Non vediamo l'ora di essere liberati dalla vostra sgraditissima presenza.

andrea ha detto...

X marialetizia:

Io non sono mai andato a caccia in vita mia, ma le motivazioni di fondo di questa lettera, mi sembrano molto simili a quelle dei miei vicini di casa, che vorrebbero vietarmi di tenere il cane, solo perchè ogni tanto(molto raramente) abbaia, e disturba la loro quiete.
Così anche il signore che ha scritto questo pezzo, vorrebbe vietare la caccia ovunque, anche al di fuori della sua proprietà, solo perchè qualche sparo a distanza, per qualche giorno all'anno, turba irrimediabilmente la sua pace!

fabio fontana ha detto...

Vede Andrea

Lei non ha capito (o fa finta di non capire) che la bellissima lettera di Beppe è un inno alla vita.

Quegli spari che lei minimizza ed anzi con certa faccia tosta vorrebbe paragonare all’abbaiare del suo cane, sono portatori di morte. Gli spari “a distanza” dei cacciatori non sono innocui come i botti dell’ultimo dell’anno (anche se personalmente non ammetto nemmeno quelli, perché causano grave fastidio agli animali), ma sono mortali, vili ed incivili, perché profanano luoghi altrimenti deputati alla pace, dove l’unico “rumore” udibile dovrebbe essere quello del canto degli uccelli.

Le fucilate, l’odore della polvere da sparo, le rozze risate dei cacciatori che si compiacciono a vicenda del bersaglio centrato, il sangue versato di animali laddove dovrebbero essere al sicuro - ovvero in casa loro, le vittime ferite che magari riescono a fuggire e che per giorni prima di tirare le cuoia patiscono lunghissime ore di passione, piccoli in attesa di una madre che cercava un pasto e che non tornerà mai più, e potrei continuare ancora.

Ecco, questa è la maledetta realtà che si nasconde dietro a “qualche sparo a distanza”, quegli spari che lei con tanta leggerezza cerca difendere. Lei Andrea dichiara di possedere un cane, ma a quanto pare non le interessa la vita di animali "altri", il che non le fa molto onore.
A proposito, le auguro che qualche cacciatore non spari mai per sbaglio al suo cane, anche se per coerenza immagino che lei lo giustificherebbe senz’altro.

andrea ha detto...

x Fabio:

Io penso solo che essere contro la caccia , solo perchè disturba la quiete, mi sembra una motivazione opinabile, perchè un domani,per lo stesso motivo, qualcuno potrebbe sentirsi legittimato a chiedere leggi proibitive sugli animali domestici!
tutto qui.
Per il resto non sono mai andato a caccia, e non ho alcun interesse a praticarla, ma conosco qualche cacciatore, e so che non sono tutte persone così orribili e spietate come le dipingono gli animalisti.
E mi chiedo anche, perchè molti amanti degli animali si mobilitano con tanta passione contro la caccia, ma quasi nessuno fa nulla contro attività umane ancora peggiori contro la fauna e la flora, come ad esempio la cementificazione di boschi e parchi naturali?
Perchè di fronte alla prospettiva di far fuori un'oasi naturale, per costruire un complesso edilizio, o una strada, quasi nessuno (animalisti compresi) si oppone?è peggio sparare a un fagiano, o a una lepre, abbattendo un numero di animali limitato e controllato, o distruggere totalmente e irrimediabilmente un meraviglioso habitat naturale?

Pietro Melis ha detto...

Non vi è peggior sordo di chi non vuol sentire. Prima di tutto mi atterisce il solo pensiero di tirare il collo ad una gallina, mentre avrei il coraggio di mettere un cappio al collo ad un capomafia e manovrare una leva per aprire la botola perché ritengo che un Toto Rijna e un Brusca (quello che uccise un bambino di 12 anni e lo sciolse in un acido) valga meno di una gallina.
Inoltre, perché mettere in alternativa la vita di una lepre alla salvaguardia dell'habitat naturale?
Ma è la questione di fondo che rimane: non è tollerabile che si uccida per divertimento.E i cacciatori, da impostori, per giustificarsi, si presentano come tutori dell'ambiente. L'ambiente si tutelerebbe meglio se sparissero per sempre i cacciatori.Vi è persino una associazione delle vittime dei cacciatori.

Anonimo ha detto...

Per Andrea.
Sono marialetizia.
Premetto che il motivo principale della mia avversione nei confronti dei cacciatori e' che non sopporto i vigliacchi.I vigliacchi che fanno del male agli animali. E tutti coloro che non combattono ad armi pari sono dei vigliacchi. Muniti di fucili che sparano diversi colpi a ripetizione e che sono ormai armi piu' simili ad una mitragliatrice che a un fucile,non lasciano piu' un animale selvatico vivo dovunque mettano piede. Quanti di loro praticherebbero questo che loro chiamano "sport" se l'animale fosse dotato di armi simili?
Mi sembra poi evidente che lei non ha mai abitato in aree di campagna battute da cacciatori, o avrebbe compreso le mie altre obbiezioni.
Chi dice poi che gli animalisti non siano contro la cementificazione di aree naturali? Siamo amanti della natura come e piu' di altri. Natura viva, non morta.
Cosa direbbe se lei e i suoi vicini avessero avuto piu' di una volta i cani avvelenati sotto casa? E guarda caso sempre in concomitanza con il rilascio a primavera dei nuovi capi di selvaggina.
Come si comporterebbe se una lepre ferita da un cacciatore venisse a rifugiarsi dentro la sua recinzione e il cacciatore venisse a prenderla per spaccarle la testa sotto i suoi occhi?
Qui non si tratta di cani che abbaiano e disturbano il vicino. Si tratta di rivendicare un mio diritto ad un modo di vita che esclude tutto questo. Almeno a casa mia.

andrea ha detto...

"Inoltre, perché mettere in alternativa la vita di una lepre alla salvaguardia dell'habitat naturale? "

Io non metto in alternativa, certamente si può difendere sia la singola lepre, o il singolo volatile, che tutto l'habitat naturale. Mi chiedo solo perchè gli animalisti, si indignano molto più, per quello che si può definire male minore(l'uccisione di un numero di animali limitato), piuttosto che per il male maggiore, cioè la distruzione di un pezzo di natura selvaggia, con tutta la vita che c'è dentro!
Secondo me è un fatto di morale animalista, la caccia è inaccettabile, perchè è un hobby che causa la morte di alcuni animali, mentre l'edilizia è vista(secondo me non è sempre vero) come una necessità.
Quindi a molti animalisti(non tutti, gli animalisti vegetariani secondo me sono gli unici davvero coerenti), interessa non tanto di preservare gli animali, e la natura, ma soprattutto vietare un'attività che giudicano immorale.

Io sono favorevole a leggi più restrittive sulla caccia, ma non so se un divieto totale possa funzionare, e poi non essendo vegano, sarei un po' ipocrita come anticaccia!

andrea ha detto...

"Cosa direbbe se lei e i suoi vicini avessero avuto piu' di una volta i cani avvelenati sotto casa? E guarda caso sempre in concomitanza con il rilascio a primavera dei nuovi capi di selvaggina."

Sicuramente i cacciatori che spargono bocconi avvelenati, sono dei criminali, e meriterebbero di finire in galera.
Forse hai ragione, se vivessi in campagna, e mi ritrovassi il cane avvelenato, anche io cer l'avrei a morte coi cacciatori. Perlomeno con quelli che utlizzano certi metodi criminali!

E anche sui cacciatori che ti invadono la proprietà, hai perfettamente ragione.

Pietro Melis ha detto...

Ad Andrea

il fatto è che purtroppo sembra che gli ambientalisti non sono tutti animalisti. Si può arrivare persino all'assurdo di associazioni non contrarie alla caccia se non anche favorevoli. Per molti ambientalisti la difesa dell'ambiente viene vista in difesa dell'ambiente umano entro una concezione antropocentrica. Basti considerare anche le varie conferenze mondiali sulla salvaguardia della Terra che trascurano, per esempio, che almeno il 20% dell'inquinamento dell'aria è dovuto alle flatulenze degli allevamenti intensivi (di morte).