sabato 27 aprile 2013

ALBERT SCHWEIZTER: QUESTO IMMERITATAMENTE DIMENTICATO O SCONOSCIUTO GIGANTE DELL'UMANITA'

Nel mio prossimo libro, intitolato E GIUSTIZIA INFINE FU FATTA. SETTE GIUDICI UCCISI IN SETTE GIORNI  (racconto thriller contenente un lunga parte saggistica e autobiografica) tratto principalmente della cloaca della giustizia civile in Italia. Nulla vi è da sperare in meglio da questo nuovo governo pasticciato. Quella dei giudici è una casta resa irresponsabile dalla legge anche quando emette sentenze palesemente aberranti. Dovrebbero assicurarsi perché non sia lo Stato a dover pagare per i loro errori (ma questo capita solo nei processi penali quando uno sia finito in galera e poi sia stato assolto con sentenza passata in giudicato e di fatto non vale per il processo civile, nonostante la legge Pinto). 

E giustizia infine fu fatta - Recensione Libro.it

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Recensione Libro.it - “E giustizia infine fu fatta” di Pietro Melis un romanzo avvincente alla scoperta del colpevole che ha ucciso sette magistrati.

 Nel dialogo tra il protagonista e il cappellano dell'ospedale si intreccia un dialogo sul senso della vita, che scientificamente non ne ha alcuno. Tutto congiura contro l'esistenza di Dio. Il cappellano tenta di difendere la sua fede ma infine si arrende di fronte all'evidenza. Nel dialogo viene posta una domanda al cappellano: secondo lei fu migliore S. Francesco d'Assisi o Albert Schweitzer? Naturalmente il cappellano, per dovere d'ufficio, difende Francesco. Ma poi è costretto ad arrendersi. Schweitzer fu assai migliore del tanto immeritatamente lodato Francesco d'Assisi. Di cui bisogna rileggere la vita per capire che non meritava nemmeno di essere dichiarato santo. Ne ho già scritto in altro post. Qui mi limito ad affacciare la domanda: perché tutti conoscono Francesco d'Assisi e quasi nessuno conosce Albert Schweitzer? E' evidente che per essere santi bisogna appartenere alla parrocchia cattolica che è la fabbrica di santi (i protestanti - e Albert Schweitzer era un cristiano luterano, ma aperto ad uno spirito ecumenico - non hanno il culto dei santi). Se ne deduce che è il papa che, sostituendosi all'ipotetico Dio, stabilisce chi debba essere santo. Il cappellano obietta che Schweitzer non ha mai fatto miracoli. Ma il protagonista osserva che non li può fare perché Dio è stato costretto dal papa a non riconoscerlo come santo non appartenendo al cattolicesimo. Dunque per essere santi Dio è costretto dal papa a riconoscere più meritevole uno come Francesco d'Assisi (d'accodo, tra tante altre cose aberranti, con il papa Innocenzo III per lo sterminio dei Catari, cristiani ritenuti eretici) invece che Albert Schweitzer. Un nano (Francesco d'Assisi) di fronte ad un gigante (Schweitzer). Chi era Albert Schweitzer? Quando avevo 20 anni lessi di lui RISPETTO PER LA VITA. E' un libro che, se fosse il fondamento dell'umanità, il mondo sarebbe molto migliore. Il rispetto della vita era per Schweitzer rispetto per ogni forma di vita. Vi sono tanti episodi a proposito. Egli salvava anche gli insetti e piangeva in Africa quando era costretto ad uccidere le zanzare malarigene. Salvava persino un insetto che vedeva annaspare in una pozzanghera. Qualcuno dirà: e questo basta per farlo dichiarare santo? Ma Schweitzer, per chi non lo sapesse, fu uno che, dopo essere diventato sin da 8 anni un grande organista, massimo interprete dell'opera organistica di Bach, di cui curò l'edizione integrale, a 30 anni ebbe un'illuminazione. Nato tedesco nel 1875 in Alsazia, era già laureato in filosofia e teologia quando a 30 anni decise di laurearsi in medicina e a 38 anni, dopo la laurea, aveva già conseguito varie specializzazioni. Dopo di che, pur rientrando varie volte in Europa per continuare a dare concerti d'organo e a fare conferenze, fondò l'ospedale di Lambaréné in Africa, nel Gabon. Qui si diede alla cura dei lebbrosi e delle malattie tropicali. Gli indigeni, da cui fu sempre amato, lo chiamavano lo stregone bianco. Schweitzer combatté lo spirito colonialistico e sfruttatore dei bianchi. Bianchi scellerati se i francesi, vittoriosi nella prima guerra mondiale, lo tennero per qualche tempo agli arresti solo perché tedesco, pur  essendo rimasto estraneo alla guerra perché pacifista. Fu amico di Einstein, che lo definì "uno degli uomini più grandi dei tempi moderni, se non il più grande" e la rivista TIME gli dedicò nel 1954 la copertina definendolo "l'uomo più buono del mondo". Ebbe nel 1952 il premio Nobel per la pace. E la somma ricevuta fu da lui impiegata per terminare, sempre nel Gabon, un altro ospedale chiamato "Villaggio della luce". Morì nel 1965 a 90 anni. E allora chi fu migliore? Francesco d'Assisi o Albert Schweitzer?  Se Albert Schweitzer è oggi dimenticato o sconosciuto, anche questo è un argomento a favore della non esistenza di Dio, se questo Dio si identifica con quello della Chiesa cattolica, che per principio non può dichiarare santo Schweitzer. Infatti si tratterebbe di un Dio, oltre che ingiusto, anche del tutto illogico perché dipenderebbe dalla volontà dei papi, e non la volontà dei papi da quella di Dio.              

7 commenti:

Sergio ha detto...

Aggiungo una cosa di non scarso interesse: il teologo Schweitzer perse la fede in Dio ... Lo studio spassionato dei testi neo e veterotestamentari non può portare che a una conclusione, se si è uomini liberi: sono tutte balle!

San Francesco gode stranamente di grande simpatia anche presso i protestanti che non hanno il culto dei santi. È strana del resto anche l'eccessiva venerazione dei cattolici per questo uomo del trapassato remoto che nessuno vorrebbe imitare. Chi vuole sposare Madonna Povertà e amarla di dì in dì sempre più forte? Nemmeno i frati francescani seguono la regola stretta. Come si lamentava un povero frate di Greccio per il freddo pungente, poverino! E dovere andare persino scalzi! Sì alla semplicità, ma no alla povertà e miseria. Nemmeno la Chiesa può esortare oggi alla povertà! Dunque l'esempio di Francesco non ci serve (se è mai servito). Quanti tifosi francescani hanno mai letto una vita "seria" - non agiografica - di S. Francesco (per es. quella di Sabatier che fu messa all'indice!).

andrea ha detto...

Mi stupisce che una persona piena di odio e rancore come lei, ammiri davvero un uomo buono e generoso come Albert Schweitzer!
Lo ammira davvero? oppure l'ha usato solo come escamotage letterario per attaccare San Francesco?se lo ammira davvero, non trova che sia in contraddizione con il suo odio contro extracomunitari, ebrei, negri, omosessuali ecc...(si farebbe prima a dire chi non odia)? mentre Schweitzer nella sua vita ha dimostrato di non odiare nessuno!

Pietro Melis ha detto...

Questo Andrea continua a non capire un cazzo. Mi affibbia persino l'accusa di avercela contro gli ebrei, mentre sono stato sempre un filoisraeliano e ammiratore dell'intelligenza ebraica, che,essendo laica (esempio massimo l'ebreo Einstein), dall'800 in poi (con il processo di laicizzazione dell'ebraismo) ha dato grandi contributi al progresso della conoscenza facendosi valere in ogni campo, anche nella filosofia e nell'arte.Ce l'ho con quegli ebrei farneticanti (una minoranza) che credono ancora nelle farneticazioni dell'Antico Testamento e che pretendono ancora la macellazione kosher (senza previa rimozione della coscienza altrimenti per questi pazzi il povero animale diventa impuro). Nessun contributo al progresso infatti è mai venuto dagli ebrei osservanti, come non potrà mai venire dagli islamici a causa del Corano. Schwitzer visse in un tempo in cui non esisteva l'invasione dell'Europa da parte di gente che pretende di venire qui allo sbando senza lavoro moltiplicando i problemi sociali in territori già sovraffollati. E non esisteva ancora la lobby mondiale degli omosessuali, che pretendono di essere normali. Certamente Schweitzer non avrebbe considerato normale l'inculamento pur non discriminando o perseguitando gli omosessuali. Da medico probabilmente li avrebbe solo compatiti come vittime di una natura mal fatta, piena di malattie. Un argomento in più contro l'esistenza di Dio, se è vero quanto ha scritto Sergio che lo stesso Schweitzer di fronte ad una natura così mal fatta sentì vacillare la sua fede in Dio. E l'omosessualità è una malattia genetica. Io non odio gli omossessuali, odio la loro arroganza nel definirsi normali e nel pretendere la legalizzazione dell'inculamento. Pretendono anche che i normali non abbiano più il diritto di provare uno schifo fisico. Certamente Schweitzer non avrebbe accettato la legalizzazione di una anormalità traducendola per legge in normalità.

andrea ha detto...

"Schwitzer visse in un tempo in cui non esisteva l'invasione dell'Europa da parte di gente che pretende di venire qui allo sbando senza lavoro moltiplicando i problemi sociali in territori già sovraffollati"

Ok, ma visse anche in un tempo in cui i neri erano disprezzati e considerati inferiori, eppure pur potendo vivere una vita benestante e abbastanza agiata in Europa, ha deciso di andare ad aiutare i malati in una poverissima città africana. Un uomo così generoso e altruista, se potesse rivivere oggi, non credo proprio che la penserebbe come un militante della Lega Nord!

andrea ha detto...

Per quanto riguarda l'omosessualità, la rimando a questo articolo scritto da un genetista:
http://www.lescienze.it/news/2013/01/07/news/orientamento_sessuale_sessualit_genetica_epigenetica_novelli-1446369/

L'omosessualità non è una malattia genetica, se ne faccia una ragione!

E' libero di disprezzare gli omosessuali quanto vuole, ma almeno non scriva fesserie antiscientifiche.

Pietro Melis ha detto...

Questo individuo legge con il culo e non con la testa perché ho citato io stesso il testo di Novelli, ma a mio favore. Nel post del 12 aprile ho infatti scritto quanto segue.
Oggi si sa che la genetica ha scoperto quale sia l'origine dell'omosessualità. Essa deriva da anomalie genetiche od ormonali (per esempio nel caso di donne che abbiano assunto determinati farmaci durante la gravidanza). E' escluso dunque che l'omosessualità derivi da influenze sociali, da certi ambienti che si siano frequentati. Un eterosessuale non diventa omosessuale per avere frequentato un omosessuale. Omosessuali si nasce, non si diventa. Lo hanno confermato il genetista omosessuale Simon Lavey e quello normale Glenn Wilson, che ha ha confermato ciò che già sapevo per aver letto del biologo Jean Didier-Vincent Che cos'è l'uomo, Garzanti 2005: il cervello degli omosessuali maschi è più simile a quello delle donne perché hanno un ipotalamo molto più piccolo.
Vedi anche l'articolo del genetista Giuseppe Novelli
L'orientamento sessuale tra genetica ed epigenetica - Le Scienze
www.lescienze.it/.../orientamento_sessuale_sessualit_genetica_epigen...
07/gen/2013 – Secondo una recente ricerca, alla base dei comportamenti omosessuali ci sarebbero fattori epigenetici. Una spiegazione interessante ma non ...

Pietro Melis ha detto...

Dall'articolo di Giuseppe Novelli.Che conferma che l'omosessualità deriva anche da anomalie del DNA. E non si può negare che l'inculamento sia un'anomalia. Perché bisognerebbe dimostrare che la natura ci ha dato il culo anche per altro oltre che per cagare. Basterebbe questo argomento. NON PUBBLICHERO' ALTRE REPLICHE. BASTA.
Il ruolo del cromosoma X
Nel 1993, Hamer e colleghi hanno identificato una regione "critica" sul braccio lungo del cromosoma X (Xq28). Questo risultato non è stato sempre confermato e pertanto è da considerarsi ancora parziale. Il coinvolgimento del cromosoma X è tuttavia sostenuto anche da altre evidenze. E' noto infatti che nelle madri di maschi omosessuali, l'inattivazione di uno dei due cromosomi X (paterno e materno) non è casuale come atteso (mediamente colpisce il 50 per cento delle volte quello paterno e 50 per cento quello materno nei diversi tessuti), ma selettivo, con uno dei due cromosomi X maggiormente inattivato rispetto all'altro.