lunedì 15 aprile 2013

L'ISTRIONE ODIFREDDI NON PERDE OCCASIONE PER METTERSI IN MOSTRA. VUOLE CONTAGIARE ANCHE I DETENUTI DELLA SUA VERITA' PRIVANDOLI DELL'ILLUSIONE DELL'ESISTENZA DEL DIO CRISTIANO. MA PARE CHE PER LUI IL DIO DELL'ISLAMISMO, ASSAI PEGGIORE, NON ESISTA.E VI SPIEGO PERCHE'

E' vero che la scienza non può darci alcuna certezza sulla verità dell'universo (e per questo cita Newton). Ma arriva a dire che Gesù  non sia mai esistito. Questo tuttologo ormai vuole dare l'impressione dell'onniscienza. Contraddicendosi. Dice infatti che la scienza è come un'isola con una spiaggia il cui bagnasciuga è il limite della conoscenza. Al di là di essa si estende il limite della conoscenza. Vi è da osservare che l'onnisciente Odifreddi confonde il basciasciuga con la battigia. Il bagnasciuga è infatti la linea di galleggiamento di una barca o di una nave. Anche Mussolini cadde in questo errore dicendo (a proposito dello sbarco degli americani): li fermeremo sul bagnasciuga). Si sa come poi andò a finire. Odifreddi, noto come logico, pur non essendo un matematico in senso stretto, dice che il progresso della conoscenza scientifica allarga i confini dell'isola. Ma sin dove si allargheranno questi confini? Se si allargassero tanto l'isola diverrebbe un continente. E allora non sarebbe più un'isola. Il fatto è che, anche se diventasse un continente, rimarrebbe sempre un limite ai confini della conoscenza. Ma Odifreddi non vuole prendere atto di questi confini e propone poi le sue verità assolute volendo dimostrare scientificamente che Dio non esiste. A parte ciò, come al solito, Odifreddi pare che viva contento solo quando ridicolizza il cristianesimo . Egli raggiunge in ciò una sorta di orgasmo. Crede perfino di essere originale, mentre vi sono seri studiosi che hanno negato la divinità di Gesù senza tuttavia metterne in discussione l'esistenza. Egli non si confronta mai con i seri studiosi della vita di Gesù. Tutta la sua originalità si traduce, per esempio nel paragonare l'ascensione al cielo di Gesù e poi della madonna a quella di Batman. Nemmeno io credo in queste favole. La sua paranoia contro il cristianesimo gli è consentita dal fatto di sapere che non correrà mai alcun pericolo in un Occidente ormai secolarizzato. Durante una conferenza a Cagliari intervenni per domandargli come mai pubblicamente non ridicolizzasse ancor di più l'islamismo. Mi rispose furbescamente (per tacere il vero motivo) che egli viveva in Italia e non in un Paese islamico. Risposta ipocrita. Come se nello stesso Occidente il pericolo non derivasse dall'espansione (che io chiamo invasione) dell'islamismo, mentre nello stesso Occidente il cristianesimo è ormai inoffensivo, mentre subisce attacchi in tutti i Paesi islamici.                                                       

  Si racconta che Maometto, ancora in vita, trovandosi seduto su un cavallo bianco in una piazza di Gerusalemme, fu trasportato da Allah in cielo perché, stando sempre seduto sul cavallo, potesse già visitare il paradiso, che poi descrisse nel Corano in termini che fanno pisciare dal ridere (vedere a queso proposito il mio florilegio del Corano del 20 ottobre 2009). Ma pare che l'islamismo per Odifreddi non esista. E gli conviene continuare a far finta che non esista perché, se paragonasse Maometto a Batman, rischierebbe (e sarebbe più di un rischio) di fare una brutta fine e non potrebbe più avere orgasmi ridicolizzando il cristianesimo. Certamente Odifreddi non ha la vocazione del martirio nel suo difendere l'ateismo, come se il credere in Dio si identificasse con il credere solo nel Dio cristiano. E'vero che curò anche lo scritto (attribuito all'imperatore Federico II) intitolato De tribus impostoribus (Mosè, Gesù, Maometto). Ma anche in questo non disse la verità. Infatti Mosè non fu un impostore perché la più accreditata esegesi biblica ha dimostrato che Mosè non è mai esistito (vedere la voce Mosè nel mio sito www.ordineliberale.org). E' vero che i Vangeli hanno attribuito a Gesù cose del tutto inventate, sebbene risulti da fonti non cristiane (che Odifreddi ritiene insufficienti o interpolate) che Gesù sia un personaggio storico. Dunque Gesù non fu un impostore. Impostori furono coloro che nei Vangeli attribuirono a Gesù cose da lui certamente mai dette e mai fatte. L'unico vero impostore fu dunque Maometto, la cui storicità, invece, è fuori discussione. Ma proprio per questo è più pericoloso. Eppure pare che l'unico vero pericolo, l'islamismo, per Odifreddi non esista. Odifreddi non avrebbe mai il coraggio di riconoscere in una conferenza che Maometto è stato la più grande disgrazia della storia. Lo sfido a paragonare Maometto a Batman. Finirebbe di fare conferenze contro il cristianesimo perché finirebbe sotto il coltello di un islamico. Questa è la fondamentale differenza tra cristianesimo ed islamismo.    

Delle sette opere di misericordia a Odifreddi interessa solo quella del visitare i carcerati. Sì, per mettersi in mostra anche lì. Egli infine si appella, come ad un unica fonte della verità, alla razionalità. Ma a quale razionalità? Quella matematica è neutra. Da sola non dice alcunché sull’universo. Se intende riferirsi, come dice nel suo articolo sotto riportato, alla razionalità della coscienza come giudice individuale, è ancor peggio. Si cade nel relativismo e si giustifica anche il fanatismo di ogni sorta. Religioso o non. Infatti anche i maggiori personaggi in negativo nella loro individuale coscienza erano persuasi di essere dalla parte della verità. Da Mosè (se pur mitico) a Hitler (purtroppo non mitico). Odifreddi si ricordi di una frase di Max Weber: “non si uscirà mai dalla lotta mortale tra valori morali”. Io dico che se ne può uscire solo con il diritto naturale. Mi fermo qui per non allungare il discorso sul diritto naturale. 

Notizie relative a odifreddi visitare i carcerati

  1. Visitare i carcerati
    La Repubblica ‎- 1 giorno fa
    Il Vangelo di Matteo (XXV, 34-46) attribuisce a Gesù sei “opere di misericordia corporale”: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli ...         

 Il detenuto in crisi sull'esistenza di Dio - YouTube

www.youtube.com/watch?v=ydN9IBcRo-M
1 giorno fa - Caricato da Piergiorgio Odifreddi
Lezione di Odifreddi alla casa di reclusione di Rebibbia sul tema "scienza e fede". 12 aprile 2013.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Da un punto di vista puramente scientifico, come dimostrano recenti studi neurologici, alla base delle esperienze religiose vi sarebbero sempre delle relazioni con le caratteristiche neuro-funzionali del cervello; tali esperienze infatti avverrebbero in presenza di perturbazioni elettriche transitorie del lobo temporale, che possono determinare anche complesse allucinazioni psicosensoriali, tra le quali rientra anche l’esperienza del viaggio iniziatico, presente nella maggior parte delle religioni e in diverse culture umane…

La conoscenza scientifica si attualizza solo entro i confini del tempo e dello spazio, ma la verità assoluta trascende i limiti spazio-temporali. L’accumulo di conoscenza imperfetta e parziale dei fenomeni naturali non consente all’uomo di cogliere la natura nel suo complesso. Ciononostante, l’uomo si illude di poter conoscere, attraverso la sua mente discriminante, e servendosi del principio di causalità, i processi naturali. Fin dai tempi remoti, l’uomo ha di fatto favorito, grazie ai suoi progressi/regressi scientifici, il degrado naturale, nella misura in cui si è impoverito interiormente. Rinunciare ad ogni pretesa di verità, rinunciare ad agire pensando in modo idealistico ed utopistico, equivale a lasciare che le cose seguano e ripristinino il loro corso naturale. Piuttosto di pensare a cosa si dovrebbe fare o cosa sarebbe utile fare, sarebbe preferibile invertire il paradigma e pensare a cosa non fare, e a cosa si sarebbe potuto evitare.

abdullah82 ha detto...

Stando al paradigma newtoniano [praticato da da Odifreddi ma superato per un numero di persone sempre crescente] non si sarebbe potuto arrivare alla spiegazione di alcuni fenomeni che la fisica quantistica ci ha dato attraverso l'esistenza dell'anima o informazioni incondizionati dallo spazio e dal tempo.

Questa nuova realtà ci insegna quanto siamo impossibilitati nel tentativo di dimostrare l'esistenza di quell'entità suprema tramite scoperte scientifiche che appartengono a questa dimensione.