sabato 26 novembre 2016

IMPARARE DALL'UNGHERIA: NIENTE MOSCHEE

2 commenti:

Alessio ha detto...

Tutte le religioni secondo me hanno dentro di sé il germe della prevaricazione, alcune di più altre meno: infatti essere pretendono di essere esaustive e assolutamente vere, e tanto più questa pretesa di verità è forte tanto più sfocia in violenza, Dio è solo un pretesto per l'affermazione dell'ego. In particolare le religioni monoteiste sono violente, perché pretendono di essere la Verità. Il meccanismo mentale è questo: "O sei con me, o contro di me", anche Cristo lo avrebbe detto nella Bibbia, quindi in realtà anche il cristianesimo ha avuto dentro di sé il germe della violenza, la storia lo dimostra con tanto di Inquisizione, eretici bruciati, crociate non solo contro gli islamici ma anche contro gli ebrei, distruzione delle civiltà amerinde in nome della fede.
Lo stesso dicasi delle ideologie politiche: l'uomo secondo me è il più sadico e aggressivo degli esseri viventi,usa la ragione (ottimo strumento in sé) per sopraffare, il filosofo Nietzsche parlava infatti di volontà di potenza come caratteristica dell'essere umano e vedeva in quest'istinto egoistico la base delle ideologie che hanno animato la storia recente ( cfr. il testo Umano, troppo umano"Dove voi vedete le cose ideali, io vedo cose umane, troppo umane"). Tuttavia non approvo il pensiero complessivo di Nietzsche in quanto estremamente contraddittorio, e soprattutto nell'ultima fase della vita teso a giustificare invece di condannare la volontà di potenza giungendo a mio avviso anche a teorie antisociali.
Lei ha studiato il pensiero di Nietzsche o si è concentrato di più su altri pensatori?

Pietro Melis ha detto...

I vangeli sono pieni di contraddizioni. Da una parte si legge. "chi non è con me è contro di me". Poi si cambia questa fanatica contrapposizione, di odio, dove si legge: "Chi non è contro di noi è con noi". Per quanto riguarda Nietzche (la cui lettura completa mi è stata sempre fastidiosa a causa della mancanza di sistematicità nei suoi libri sempre pieni di aforismi) bisogna considerare che la sua "volontà di potenza" con il suo "superuomo" non voleva magnificare la superiorità della forza fisica ma la superiorità intellettuale. Il "superuomo" è quello che si è liberato di tutte le sovrastrutture ideologiche, a cominciare da quelle religiose, per arrivare ad una concezione elitaria dell'uomo come guida dell'umanità.Non bisogna trasformare Nietzsche in un propagatore della selezione naturale interpretando falsamente Darwin, come spesso è stato fatto, per giustificare un darwinismo sociale sino a farne un protonazista, come è stato fatto nel nazismo. Non vi è in Nietzsche alcuna traccia di antisemitismo. Egli passò da una esaltazione della musica di Wagner per poi rinnegarlo quando Wagner si ispirò ad una tematica religiosa nel Parsifal (che meraviglia di musica!) passando all'esaltazione della Carmen di Bizet che rappresentava secondo lui lo spirito mediterraneo e la sua gioia di vita (sì, con la corrida!) in contrapposizione allo spirito tetro e da caserma dei germanici. Meglio stare lontani da Nietzsche, di cui salvo la "Genealogia della morale" "L'Anticristo" e i suoi scritti giovanili di filologo studioso della filosofia presocratica. Ottima la sua interpretazione di un famoso frammento di Anissimandro, che è riportato da tutti gli studiosi della filosofia presocratica. Anche Heidegger ne tenne conto pur dandone una diversa interpretazione, molto contrastata perché filogicamente infondata. Nietzsche morì pazzo a causa della sifilide contratta frequentando i casini. Pur essendo morto nel 1900 praticamente cessò di pensare quando le conseguenze della sifilide esplosero all'inizio del 1889 a Torino. Visse dal 1889 alla morte in casa della sorella, che si appropriò dei lauti guadagni dei diritti d'autore del fratello. In vita Nietzsche non trovò mai un editore disposto a pubblicare i suoi testi, che furono tutti pubblicati a sue spese. Il suo nome incominciò a circolare in tutta Europa dopo la morte. Prima era uno sconosciuto. Dopo la morte gli editori fecero a gara per pubblicare i suoi libri.