Pochi sanno quanto introita ogni anno la Chiesa cattolica con l'8 per mille. Sono 8 miliardi di euro. E' stato fatto il calcolo che questa cifra basterebbe, e ne avanzerebbe, per la copertura delle pensioni minime da portare a mille euro, giacché questa moneta, una vera disgrazia, ha dimezzato dal 2001 la capacità d'acquisto. E' falso infatti che un euro valga 1936,27 vecchie lire. Di fatto un euro oggi vale solo mille vecchie lire perché tutti i prezzi sono aumentati a tal punto da avere raddoppiato i costi a cominciare dai prodotti alimentari.
L'art. 8 della Costituzione non giustifica questo esborso a favore di uno Stato straniero quale è il Vaticano. Che la Chiesa cattolica paghi con le sue ricchezze il mantenimento dei preti, essendo essa la maggiore proprietaria di beni immobili sparsi in tutta Italia, che evadono le tasse con la scusa che si tratta di immobili destinati all'esercizio del culto. Ma tali non sono tutti quegli immobili che invece non sono destinati al culto ma al reddito derivante da esercizi alberghieri. Non volendo dare soldi alla Chiesa per una questione di principio debbo porre una croce sull'8 per mille destinato ai buddisti. Anche se nemmeno i buddisti, come le altre confessioni cristiane, hanno diritto ad avere l'8 per mille. L'alternativa sarebbe mettere una croce relativa alla destinazione dell'8 per mille allo Stato. Ma questo Stato sa solo sperperare i soldi. Chi poi non mettesse alcuna croce i soldi verrebbero distribuiti tra tutte le confessioni cristiane ed altre religioni in proporzione all'importo incassato con l'8 per mille. Dunque l'unica soluzione deve consistere nell'abolizione dell'8 per mille. Figuriamoci poi se un giorno i musulmani si mettessero d'accordo per farsi riconoscere in una unica rappresentanza, cosa che finora non è accaduta, anche perché ci pensano alcuni Stati arabi, tra cui l'Arabia Saudita e il Qatar, a finanziarli con la vendita del loro petrolio. Con l'8 per mille anche essi avrebbero diritto, in più, ad avere finanziamenti dallo Stato. Alla faccia dei contribuenti. Contro i principi di uno Stato che falsamente si dichiara laico, perché se fosse veramente laico, dovrebbe ignorare tutte le religioni. Chi vuole contribuire al finanziamento delle religioni spedisca i soldi traendoli dalla propria tasca per evitare di confondere il pubblico con il privato nella dichiarazione dei redditi, con cui lo Stato incassa danaro pubblico. Si vedrebbe quanti sarebbero i veri cristiani se dovessero scomodarsi inviando un bonifico o un vaglia postale alla Chiesa cattolica o ad altre confessioni cristiane.
L'art. 8 della Costituzione non giustifica questo esborso a favore di uno Stato straniero quale è il Vaticano. Che la Chiesa cattolica paghi con le sue ricchezze il mantenimento dei preti, essendo essa la maggiore proprietaria di beni immobili sparsi in tutta Italia, che evadono le tasse con la scusa che si tratta di immobili destinati all'esercizio del culto. Ma tali non sono tutti quegli immobili che invece non sono destinati al culto ma al reddito derivante da esercizi alberghieri. Non volendo dare soldi alla Chiesa per una questione di principio debbo porre una croce sull'8 per mille destinato ai buddisti. Anche se nemmeno i buddisti, come le altre confessioni cristiane, hanno diritto ad avere l'8 per mille. L'alternativa sarebbe mettere una croce relativa alla destinazione dell'8 per mille allo Stato. Ma questo Stato sa solo sperperare i soldi. Chi poi non mettesse alcuna croce i soldi verrebbero distribuiti tra tutte le confessioni cristiane ed altre religioni in proporzione all'importo incassato con l'8 per mille. Dunque l'unica soluzione deve consistere nell'abolizione dell'8 per mille. Figuriamoci poi se un giorno i musulmani si mettessero d'accordo per farsi riconoscere in una unica rappresentanza, cosa che finora non è accaduta, anche perché ci pensano alcuni Stati arabi, tra cui l'Arabia Saudita e il Qatar, a finanziarli con la vendita del loro petrolio. Con l'8 per mille anche essi avrebbero diritto, in più, ad avere finanziamenti dallo Stato. Alla faccia dei contribuenti. Contro i principi di uno Stato che falsamente si dichiara laico, perché se fosse veramente laico, dovrebbe ignorare tutte le religioni. Chi vuole contribuire al finanziamento delle religioni spedisca i soldi traendoli dalla propria tasca per evitare di confondere il pubblico con il privato nella dichiarazione dei redditi, con cui lo Stato incassa danaro pubblico. Si vedrebbe quanti sarebbero i veri cristiani se dovessero scomodarsi inviando un bonifico o un vaglia postale alla Chiesa cattolica o ad altre confessioni cristiane.
Quanto segue è tratto dal mio libro Scontro tra culture e metacultura scientifica.L'Occidente e il diritto naturale (2006).
Filosofia della pattumiera è la filosofia contemporanea degli ultimi
decenni, nella sua dilagante moda del discorso sul monocorde tema riguardante
il rapporto identità-diversità, dove il diverso è colui con cui bisogna sempre
dialogare, anche quando non è disposto nemmeno ad ascoltare o è sordo. Sono i
giornali, la TV e il cinema la maggiore fonte del relativismo, insieme con le
ideologie e gli interessi politici indirizzati - nella demagogica e
confusionaria concezione di una società multiculturale, che confonde la morale
con il diritto - verso l’identificazione della democrazia con una procedura
politica, scissa dalla questione dei suoi fondamenti, che sono i principi
severi del liberalismo, che è antidemocratico.
O si accettano o si negano: per essi non vale la democrazia. E’ il relativismo
della follia di certa magistratura che ha impugnato come anticostituzionale una
legge perché considerata in contrasto con l’asserito dovuto riconoscimento di
pari dignità ad ogni religione, con la conseguenza assurda che sarebbe degno di
rispetto anche il culto della dea Kalì. Ma poiché lo Stato non può entrare in
merito ai contenuti di una religione - Spinoza lo insegna con la sua
distinzione tra culto interno e culto esterno (cfr. il Trattato teologico-politico ,cap. XVI), non vi è altra soluzione:
lo Stato deve ignorare tutte le religioni, a incominciare dall’8 per mille
nella dichiarazione dei redditi, altrimenti anche i satanisti, raccolti in
organizzazione, potrebbero avere diritto all’8 per mille.[1] E non vi sarebbe alcun argomento coerentemente valido per respingere la loro
richiesta, se non commettono reati, non potendo lo Stato, si è detto, entrare
nel merito dei contenuti religiosi. Salvo che una religione sia in contrasto con l'ordinamento giuridico italiano, a cominciare dalla Costituzione e da vari articoli del Codice penale, alla luce dei quali dovrebbe essere posto fuori legge il
Corano.
E lo
Stato laico deve proibire severamente la crudele e barbara “macellazione
rituale”, ammessa scandalosamente facendo eccezione per ebrei credenti ed islamici. Anche questa crudeltà è frutto del relativismo.
[1] Attaccato dal
virus del multiculturalismo, e perciò dalla mancata distinzione tra Stato e
religione, generata dalla confusione tra morale e diritto, in spregio alla
concezione dello Stato laico, alcuni anni fa un passato confusionario ministro dell’interno ha
promosso di sua iniziativa personale una consulta islamica, come premessa del
riconoscimento dell’8 per mille anche agli islamici. Tale ministro ha
dimostrato di non conoscere il Corano, e perciò il vero Islam. Né, d’altra
parte, come spiegato nel testo, un ministro può entrare in merito ai contenuti
di una religione. Non rimane che la necessità di ignorare ogni religione,
subordinata alle leggi di uno Stato laico, senza eccezioni per alcuna
religione. Spinoza insegni!
1 commento:
cazzo questa volta sono davvero d'accordo con te.
Di solito ti insulto, ma oggi no.
ciao
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