sabato 17 marzo 2018

LA PEGGIORE CASTA IN ITALIA. CONCEZIONE MAFIOSA DELLA GIUSTIZIA



La vicenda che viene raccontata su Il Giornale di oggi (a questo indirizzo http://www.ilgiornale.it/news/politica/salto-ferranti-cassazione-senza-aver-mai-scritto-sentenza-1505750.html) di Donatella Ferranti, deputata PD ha semplicemente dell’incredibile.


La deputata del Partito Democratico, dopo una legislatura in quota al Governo Gentiloni e addirittura come Presidente della Commissione Giustizia della Camera, ritorna in Magistratura pronta ad emettere sentenze in nome e per conto del popolo italiano. Già questo – che pur è l’ennesimo caso – dimostra come la Magistratura sia, almeno in alcune frange di essa, un corpo estraneo alla democrazia: con quale legittimità morale potrà mai giudicare un giudice che fino a poco tempo fa ha patteggiato apertamente, addirittura ricoprendo incarichi di governo, per una ben precisa parte politica? Dove starebbe l’obbiettività e l’imparzialità del giudizio?

Non solo. Con una votazione del Consiglio Superiore della Magistratura, e approfittando di un semplice cavillo giuridico (l’equiparazione tra segretario generale del CSM e il Giudice di Cassazione) la Ferranti è stata promossa immediatamente ben al di sopra della posizione che ricopriva quando ha lasciato l’incarico in Magistratura per entrare nel governo PD, cioè Giudice di Cassazione, e il tutto senza mai aver scritto nemmeno una sentenza.

Ennesima dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che il Partito Democratico e la sinistra in generale non hanno alcuno senso dello Stato e del rispetto delle istituzioni, ma quest’ultimo viene visto solo come uno strumento di gestione del potere in cui è necessario piazzare i propri uomini (e in questo caso le proprie donne) non importa con quali meriti e/o competenze. Esempio ancor più lampante, in questo senso, il caso della Ministra Valeria Fedeli al Ministero dell’Istruzione: in qualsiasi altra Nazione europea un politico sorpreso a mentire sulla propria laurea e incapace di azzeccare un congiuntivo sarebbe stato cacciato via tra risate e pernacchie, e la sua carriera, almeno in politica, si sarebbe conclusa rapidamente e con disonore. Di più: se una cosa del genere fosse stata fatta da qualche altra forza politica avremmo avuto la guerra civile in piazza.

Qui, invece, il PD dimostra la propria concezione mafiosa dello Stato: non importa chi governi se nei posti chiave che contano ci sono i nostri. Una concezione totalitaria della gestione della cosa pubblica che il PD rimproverano alle altri controparti politiche ma che sono i primi ad applicare con scandalosa puntualità.

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